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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/20/20 in tutte le aree
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Sull'autenticità nessun dubbio. Sul globetto vicino alla testa di Roma un paio di ipotesi le farei. Potrebbe essere un residuo del compasso, anche perchè mi sembra proprio al centro della moneta. Altrimenti penserei ad un primo errore per il globo tenuto da Roma. Una volta fatto resta sul conio e l'incisore ne fece un altro nel posto corretto. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Nel mio caso, la moneta dal diametro maggiore è un Tallero di convenzione 1780 Maria Teresa 40,5 sono i millimetri. Di questi talleri come sappiamo ne furono coniati tantissimi in tanti anni e in Zecche diverse. Vienna li conia tuttora.... Per divertirsi un po se @Robertode lo permette in quanto la discussione è sua..., propongo un indovinello, scoprire a quale zecca appartiene . Chi indovina si guadagna un bel mi piace. Buon divertimento3 punti
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Nell'ospedale in cui lavoro io la situazione sembra diventare ingestibile da un momento all'altro.. Abbiamo i DPI numerati e ci troviamo a dover aver paura di essere contaminati da un foglio che proviene da un'unità Covid, dobbiamo metterci i guanti per far pressoché tutto e lavarci le mani ogni 10 minuti... la situazione è grave... ma non possiamo piangerci addosso!! Ognuno, nel suo piccolo, deve cercare di far quel che può... tipo restare a casa!!3 punti
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Grazie @gpbasetti per l'ncoraggiamento, riprendo con qualche POPOLARINA (così erano chiamate). In questi giorni 18-22 marzo, 172 anni fa, i milanesi combattevano sulle barricate. AI PRODI LOMBARDI Riferimenti: A. TURRICCHIA Il Regno Lombardo-Veneto attraverso le medaglie n.442 - Primo tipo3 punti
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È un cavallo ribattuto molto interessante. Se domani ho un po di tempo lo guardo al pc e vediamo di classificarlo per bene. Dal telefonino non lo vedo bene.2 punti
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Proprio durante il dogato di Antonio Venier c'è il passaggio di Antonio Tiepolo dalla zecca dell'oro a quella dell'argento e nello stesso periodo il passaggio di Cristoforo Zancani da quella dell'argento a quella dell'oro. E per questo non hai bisogno del Papadopoli, ma del PN n. 355 dove c'è il mio articolo sulla zecca nel 1385.??2 punti
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Buonasera a tutti, pongo alla vostra attenzione questo mio Cavallo Aragonese piuttosto particolare, mi aiutereste a catalogarlo? Posto foto del venditore (quelle con sfondo blu) e foto fatte da me, spero si vedano bene. Saluti Alberto2 punti
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Domenica vado a donare il sangue, se mai avessi avuto qualche remora, dopo averti letto non ne è rimasta l'ombra... Forza e coraggio!2 punti
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Il problema in questo tipo di studio è la mancanza di immagini. Quando le foto costavano molto le monete considerate meno interessanti non venivano illustrate. Spesso non venivano nemmeno descritte. E poi mancano foto di molte collezioni. Però chi si cimenta nonostante tutto ha tutto il mio appoggio. Anche di informazioni, se servono. ? Arka Diligite iustitiam2 punti
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Ciao Alberto, non mi stupirei se ci fossero Le X con le C contrapposte dovrebbero essere queste2 punti
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Lucia Travaini, Sarah Fontana, Le collezioni della Fondazione Banco di Sicilia. Le monete2 punti
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Bentornati, appassionati di monete napoleoniche! Quest'oggi concludiamo definitivamente il capitolo riguardante le decimali. Partirei dal mezzo franco, l'ultima moneta in argento rimasta. Dal modico peso di 2,5 grammi, questa moneta fu coniata in soli due anni: 1808 a Cassel e 1810 a Parigi. Anche qui abbiamo diverse “prove” in vari metalli ma, se avrete letto i miei precedenti interventi, saprete già come la penso... Purtroppo, come per il 5 ed il 10 franchi in oro, anche in questo caso la moneta parte per sua natura con il bordo liscio. Pertanto, distinguere gli esemplari dell'epoca dai riconi postumi diventa un compito irrimediabilmente più arduo. Tuttavia, diversamente dai due piccoli moduli in oro, ritengo che il mezzo franco sia realmente esistito durante il regno di Westphalia. Difatti, anche in altri stati dell'epoca abbiamo monete simili: mi viene in mente, ad esempio, la mezza lira di Murat o lo stesso “Demi Franc” di Napoleone. A mio avviso, è dunque molto più plausibile che sia stato effettivamente coniato negli anni dell'impero napoleonico rispetto ai misteriosi 5 e 10 franchi in oro... Ci restano ora i centesimi, monete che personalmente non mi hanno mai entusiasmato particolarmente e che, pertanto, tratterò in modo rapido e forse un po' distaccato. All'inizio avevo addirittura valutato di saltarli completamente ma poi, per completezza e dovere didattico, ho deciso di includerli. L'insieme dei centesimi di Girolamo può essere suddiviso, per comodità, in due categorie. Alla prima appartengono il 10 e 20 cent, monete coniate in mistura (similmente ai 10 centesimi del Regno d'Italia). Al posto del giovane volto del sovrano, al dritto abbiamo il monogramma HN, corrispondente alle iniziali di Hieronymus Napoleon, sormontato da una corona con nastri. Il tutto è contornato da una corona d'alloro un po' stilizzata ed eseguita in modo molto “scolastico”. Il rovescio è ancor più banale e, francamente, non mi sembra nemmeno ci sia bisogno di descrivervelo. Alla seconda categoria appartengono l'1, 2, 3 e 5 centesimi. Cosa cambia rispetto agli altri? Innanzitutto, il metallo: rame anziché mistura. Poi, nella “composizione” non troviamo più la corona sormontante la sigla HN. Insomma, il tutto è ridotto ancor più all'essenziale.2 punti
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Buongiorno. La moneta dal diametro maggiore in mio possesso è un banale riconio del 4 Ducati austriaco (40 mm). Moneta molto sottile e relativamente leggera. Considero la più "grande" questa. In mano fa sentire la propria "presenza" e restituisce sempre una certa soddisfazione. (Riporto da altro topic) Perù 100 Soles 1963 Metallo: Oro .900 Peso: 46,80 grammi Diametro: 37 mm Dritto : Scudo del Perù Rovescio: Libertà seduta con scudo e colonna Tiratura: 7.342 Buon pomeriggio.2 punti
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Passiamo ora agli argenti. In particolare, diamo un'occhiata agli 1, 2 e 5 franchi. Partiamo proprio da quest'ultimo. Lo scudo di Girolamo è una moneta estremamente rara e difficile da trovare anche nelle più basse conservazioni (FDC non ne parliamo proprio!). Di questa, come di tanti altri esemplari della variegata monetazione del Regno di Westphalia, non abbiamo dati certi riguardanti il numero di pezzi coniati. A quel tempo, forse, i tedeschi non erano così precisi e rigorosi come lo sono oggi... ? Il 5 franchi (così come l'1 ed il 2 franchi) venne coniato sia a Parigi che a Cassel. È interessante osservare come alcuni esemplari coniati a Parigi presentino l'incisione “Dieu Protege La France” invece del classico "Gott Erhalte Der Koenig". Un segno per rimarcare ancora una volta chi era il vero padrone di casa o una semplice svista nel conio? Chissà... L'1 ed il 2 franchi tendono ad essere già più “abbordabili” in termini di reperibilità sul mercato ma, di certo, non piovono dal cielo (e nemmeno li regalano)... Parliamo sempre di monete di una certa rarità, che nelle più alte conservazioni spuntano diverse migliaia di euro. Anche in questo caso dobbiamo tenere gli occhi aperti dal rischio riconi. Diffidate, quindi, dalle solite monete con bordo liscio e dalle presunte prove in bronzo, nichel, piombo, stagno, senza le ultime due cifre nella data, ecc. Voglio aprire qui con voi un discorso generale: ovviamente anche queste “monete” hanno un loro mercato. Non sono certamente riproduzioni da bancarella, ci mancherebbe. Anzi, in certe aste riescono anche a raggiungere cifre interessanti. Mi sento, tuttavia, di sconsigliarle in quanto, personalmente, non comprendo la logica dello spendere centinaia (o migliaia) di euro per possedere una moneta napoleonica che non è stata coniata in periodo napoleonico. In sostanza, manca quel legame storico che rappresenta la colonna portante della numismatica. Sì, magari i riconi costano meno e si trovano in più alta conservazione ma, francamente, non mi darebbero chissà quale soddisfazione nel possederli. Mi sembrano monete “vuote”, senz'anima. Non so se rendo il concetto... Chiusa la partentesi, vi mostro ora un paio di immagini. Purtroppo, su queste monete non c'è molto altro da aggiungere in termini descrittivi. Presentano tutte più o meno lo stesso disegno, hanno un aspetto quasi “geometrico”. Di certo, per chi è abituato ai capolavori napoletani del periodo murattiano, questi pezzi lasciano un po' l'amaro in bocca... Non troviamo, purtroppo, quell'estro, quella creatività, quello spiriro artistico che caratterizzavano la zecca di Napoli. Unica piccola "curiosità" che posso riportarvi è che, tendenzialmente, di questa "trilogia" di franchi in argento è più facile trovare esemplari coniati a Parigi (testa di cavallo) piuttosto che a Cassel (testa d'aquila).2 punti
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Eccoci tornati! Concludiamo oggi il capitolo riguardante le monete in oro decimali. Il 20 franchi è forse una delle monete più emblematiche e famose del regno di Westphalia. Nonostante sia relativamente poco raro, trovare un esemplare in alta conservazione (FDC o quasi) è un'impresa a dir poco titanica. Forse, ne apparirà sul mercato una ogni 10 anni! Questa moneta rappresenta uno di quei casi di coniazione avvenuta sia in Germania (a Cassel) che in Francia (a Parigi). Probabilmente, ma questa è una mia teoria, la Westphalia non era completamente autosufficiente dal punto di vista della coniazione di monete e, per far fronte alle esigenze del mercato interno, doveva in parte appoggiarsi alla zecca di Parigi. In ogni caso, ricordatevi la storia della testa di cavallo/testa d'aquila. Anche qui, purtroppo, dobbiamo prestare particolare attenzione ai riconi. Oltre alla regola aurea del bordo liscio, da personali osservazioni mi sono accorto di un dettaglio interessante: i riconi postumi sono spesso caratterizzati da un piccolo residuo di metallo ad ore 12 del dritto. Forse ciò deriva da una micro-frattura del conio della moneta. Chissà... Di questa moneta esiste, inoltre, una serie di prove in bronzo, stagno, piombo, senza alcune cifre della data, ecc. che ogni tanto mi capita di vedere in qualche asta. Anche queste sono tutte caratterizzate dal bordo liscio. Quindi, con ogni probabilità, sono da ritenere come prove create in preparazione della coniazione dei riconi postumi e non risalenti al periodo 1807-1813. Di seguito vi mostro due esemplari (in oro) di questo marengo. Il primo è un riconio: presenta il bordo liscio ed il piccolo residuo ad ore 12. La testa di cavallo e la J ci indicano che è parigino. Il secondo, invece, è un bellissimo esemplare risalente all'epoca napoleonica. Ovviamente, dalla foto è difficile apprezzare l'incisione "Gott Erhalte Der Koenig". Come potete notare, presenta la testa d'aquila e la C maiuscola. È, dunque, stato coniato a Cassel. Per quanto riguarda il 5 e 10 franchi, tocchiamo un tasto dolente. Come detto, entrambe le monete presentavano il bordo liscio sin dal periodo del regno di Westphalia. Perciò, ad oggi, non esiste un metodo universalmente riconosciuto per distinguere gli autentici dai riconi... Personalmente, nutro grossi dubbi addirittura sul fatto che queste tipologie monetali siano state effettivamente coniate in epoca napoleonica. Perché mai creare un 5 e un 10 franchi in oro proprio nella piccola Westphalia, quando in tutto il resto dell'impero tali tipologie non esistevano? Chi le ha tirate "fuori dal cilindro" e per quale motivo? Guarda caso, invece, nella Francia di Napoleone III tali tipologie monetali esistevano eccome. A buon intenditor poche parole... Ovviamente, non ho certezze assolute a riguardo o dati inconfutabili. Si tratta, come potete capire, di due monete alquanto “misteriose”. Se tra qualche anno dovesse spuntare fuori uno studio serio che dimostra in modo inequivocabile la loro genuinità e che indica come riconoscere gli originali, sarò ben lieto di ricredermi. Fino ad allora, me ne tengo personalmente alla larga.2 punti
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Noto con grande piacere che la discussione ha suscitato un certo interesse. Passerei, dunque, seduta stante all'ambito numismatico. Partirei subito col dire che la monetazione di Girolamo Bonaparte è alquanto singolare, in quanto basata sulla coesistenza di due sistemi apparentemente inconciliabili: uno di chiara ispirazione tedesca, pre-decimale, il cui fulcro essenziale era il tallero; l'altro filo-francese, decimale, basato sul franco. Mentre in altre nazioni legate alla sfera d'influenza francese si ebbe un graduale passaggio dal "vecchio conio" al sistema decimale, qui in Westphalia, per tutta la durata del regno (1807-1813), entrambe le tipologie monetali continuarono ad essere coniate. Non bisogna, quindi, ritenere che il sistema decimale fosse stato affiancato a quello pre-esistente dopo un certo arco di tempo. Difatti, le prime monete decimali vennero coniate già a partire dal 1808, praticamente in modo simultaneo con i talleri (e loro multipli e sottomultipli) recanti l'effige del giovane Girolamo. Per comodità personale, partirei dalle monete del sistema decimale, se siete d'accordo. In particolare, inizierei con gli esemplari in oro. Di queste monete esistono ben 4 tipologie: 5, 10, 20 e 40 franchi. Prima di iniziare la descrizione delle singole monete, è importante recuperare alcune "nozioni" biografiche, trattate nell'introduzione. Come detto, dopo essere tornato in Francia nel 1848, Girolamo godette di un'enorme popolarità. Oltre a tutti gli onori ricevuti, il governo decise di omaggiare il fratello minore di Napoleone anche attraverso la riconiazione di sue alcune monete. Tra queste, rientrano proprio le 4 monete decimali in oro. Occorre, dunque, prestare particolare attenzione nel non confondere gli esemplari effettivamente coniati nel periodo napoleonico con quelli risalenti agli anni '50-'60 del XIX secolo. Purtroppo, non abbiamo dati ufficiali riguardanti il numero di pezzi effettivamente riconiati. Si sa solo che vennero eseguiti sugli stessi conii utilizzati nel regno di Westphalia. Quindi, sono abbastanza ostici da distinguere, sennonché i pezzi riconiati sono caratterizzati tutti da un bordo liscio mentre gli originali presentano l'incisione "Gott erhalte der koenig", corrispondente al motto "Dio protegge il regno" tipico di tutta la monetazione napoleonica decimale. Mentre il 20 e 40 franchi sono facilmente distinguibili in questo modo, la situazione si complica e non poco per quanto riguarda i due moduli minori. Difatti, sia il 5 che il 10 franchi sono sempre stati caratterizzati dal bordo liscio, anche durante la coniazione avvenuta nel periodo napoleonico. Purtroppo, da quel che so, non esiste un metodo infallibile per riconoscere i "veri" 5 e 10 franchi. L'unico consiglio che mi sento di darvi è quello di diffidare dagli esemplari proof-like o, comunque, dai fondi particolarmente “smaglianti”. Questi, nel 99% dei casi, si riveleranno dei riconi postumi. Bene! Siccome non vorrei appesantire troppo ogni mio intervento, lascerò la descrizione delle singole monete decimali in oro alla prossima puntata. A presto e buona serata a tutti voi!2 punti
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Segnalo l'uscita del nuovo Bollettino di Numismatica di Giorgio Fusconi: La zecca di Piacenza. Da Paolo III (1534-1549) a Ottavio Farnese (1547-1586) https://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/index.do1 punto
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Al rovescio ai lati della corona due fiori, mentre nell’altro l'iscrizione è vicina e senza simboli. ... che ho vinto?1 punto
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debbo proprio dire che mi hai sorpreso propio ahah- comunque più volevo commuovermi e più ridevo- alla fine mi sono preso a schiaffi da solo per poter piangere e vedere una lacrima - sul viso-1 punto
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Lo credo anch'io, peccato non si possano vedere eventuali simboli sotto le lettere. In quella che ho postato sotto la T parrebbe esserci un grappolo d'uva e sotto la E, ma con mille dubbi, un astro, simboli che compaiono spesso nella monetazione di Tenedos. Grazie e vediamo se qualche notizia arriva da altre sillogi o cataloghi...1 punto
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DE GREGE EPICURI Credo anch'io che sia celtica, della Gallia o forse della Britannia. Quando ho un po' di tempo, provo a cercarla.1 punto
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DE GREGE EPICURI @StilichoHai ragione, ora mi ricordo che in alcune monete provinciali (non molte) si trova AVΓ per AVΓΟΥΣΤΟΣ invece che CEB per CEBASTOC. Quindi è sicuramente compatibile: la Γ non c'è, o è cancellata per usura.1 punto
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Caro Paolo, è vero che le ipotesi sono fatte per essere o convalidate o distrutte. Ma mi sà....... che se devertemo anca maxa.1 punto
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Sempre per chi fosse interessato, Riporto qui in virgolettato la risposta e in seguito conclusioni: " For bullion coins, the weight and fineness is guaranteed. Therefore, your expected weight of 7.78 g is a minimum, so it is within reason (and tolerance) that you’re seeing a weight slightly heavier. The other measurements of diameter and thickness also seem within tolerance for the given coin. Please note, the United States Mint does not provide appraisal, authentication, or grading services. However, coin dealers, numismatic trade publications or numismatic associations may be able to provide these types of services. We appreciate your interest and hope this information is helpful. Sincerely, United States Mint " Punti a favore e contro: a favore: 1) la risposta della U.S. mint 2) la misura di densità (per il Platino) è difficilmente falsificabile, Osmio e Iridio sono più densi e non rientrano nell'errore, rientra di poco nell'errore di misura il Renio con densità 21.02 g /cm^3 ma ora costa di più, forse la moneta potrebbe essere stata prodotta prima ma ritengo tale ipotesi improbabile (attualmente https://apps.catalysts.basf.com/apps/eibprices/mp/ ) neutro: 1) dall'altra discussione il signore vede distanza tra i primi di due zeri, ma ingrandendo foto e misurando al meglio delle mie capacità questa distanza appare a me trascurabile, quindi boh, poi si sbaglia a scrivere 10 % invece di 1%, non so, direi "neutro". Contro: 1) le mie misure dello spessore e peso, anche con la risposta della U.S. mint che non garantiscono certo autenticità Conclusioni logica: la moneta è probabilmente autentica ma non ne sono certo al 100% Conclusioni sociale: Forse sono leggermente paranoico ma c'è chi mi supera. Vorrei ringraziare nuovamente @giolvolo per la sua pazienza e disponibilità, essendo arrivato al limite delle mie attuali capacità strumentali non posso indagare oltre. Ogni commento e suggerimento è bene accetto. Buona serata a tutto il gruppo, nonostante tutto, forza Italia!1 punto
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Si, sono stato chiamato e mi hanno assegnato un orario preciso onde evitare assembramenti, mi è stata fatta una veloce anamnesi telefonica per appurare se nei quindici giorni precedenti io o i miei familiari avessimo avuto febbre o sintomi sospetti.1 punto
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complimenti, continua @lorluke Discussione che seguo con piacere. saluti,1 punto
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Tranquillo, leggiamo e impariamo, nemmeno io ho molto da dire su questa monetazione (anzi, facciamo niente ), ma leggo con grande piacere e apprezzo il modo in cui stai portando avanti la discussione. petronius1 punto
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Informati bene sulla reale carenza nella tua zona e prenota! Dove lavoro io (nel cuneese e in tutto il Piemonte), abbiamo avuto una risposta eccezionale da parte dei donatori di sangue e per adesso, siamo tranquilli. E' essenziale capire se c'è necessità in questo periodo oppure è meglio aspettare un po' più tardi, ribadisco : informatevi tutti bene presso le unità di raccolta, SIMT, associazioni di donatori di quale sia la situazione e prenotatevi! Bisogna essere sicuri che sia garantita al donatore la distanza di sicurezza e che non vi siano assembramenti in nessun luogo (sala attesa, prelievo o ristoro). Grazie a tutti i donatori che sono venuti e verrano nei prossimi giorni a donare!1 punto
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Una riflessione sui prossimi convegni (on ordine di data): Bologna di metà aprile nessuna comunicazione, Parma ai primi di maggio idem, Verona a fine maggio ha comunicato la cancellazione ai commercianti ma sul sito ufficiale niente. Senza colpevolizzare nessuno ma forse la gestione dei convegni è un po' lo specchio dell'Italia. Amara considerazione1 punto
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È sicuramente un follis del tipo GLORIA EXERCITVS con due stendardi tra due legionari. Potrebbe essere Costantino II. Arka Diligite iustitiam1 punto
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La moneta più grande nella mia raccolta è questa: 300 guaranies 1968, diametro 38.5 mm, aregnto 720 col profilo di Alfredo Stroessner, presidente (dittatore) del Paraguay1 punto
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Non è la mia monetazione e le mie conoscenze del periodo sono scarsissime ma proprio per questo la trovo davvero interessante.1 punto
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@nikita_ mi ha preceduto ma dato che il mio lavoro di "copia e incolla" era iniziato ho deciso di postare ugualmente parte di quello che ti stavo mandando. Non volevo anch'io toglierti il divertimento di trovare tu le date, e ti stavo postando degli screenshot con le comparazioni (vedi immagini sotto). Ad esempio la Thailandese dovrebbe essere un 10 baht, l'anno compreso tra il 1988 ed il 2008; l'egiziana invece una sterlina e l'anno dal 2005 al 2019. Per il resto puoi provare anche su ucoin.net Buon divertimento. Saluti1 punto
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Aggiornamento, sempre per chi fosse interessato ho domandato riguardo le tolleranze della moneta direttamente alla U.S. mint ma come prevedibile non ho ricevuto risposta. Quindi ho chiesto in un forum specializzato sulle bullion (https://www.cointalk.com/threads/about-1-4-ounce-platinum-eagle-thickness-and-weight-tolerance-is-this-good.356917/#post-4266476) in una risposta si sottolinea la possibile contraffazione in quanto si nota una differenza di distanza tra i primi due zeri, che se fosse vera sarei in accordo con lui, ad occhio sembra cosi in effetti (vedi figura allegata), misurato col calibro no, quindi boh. Afferma anche che c'è una differenza di peso del 10% ma credo abbia aggiunto uno zero di troppo in quanto tale differenza è sotto l 1% (peso moneta + 1% peso moneta) = (7.780+ 0.0778)= 7.858 purtoppo con il blocco totale non posso che usare la rete, Buona Serata a tutti!1 punto
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Gran bella conservazione, Stesso falsario. Continuo con l'ultimo giovanile dei miei 10 Tornesi per Ferdinando II 18381 punto
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Ciao! Tra nulla e tutto ce n'è di strada .... certamente anche le monete di Venezia vengono vendute dai collezionisti; pensa solamente a quando si riesce ad acquistare una moneta migliore di quella che si ha già in collezione, qualche moneta doppia o tripla ..... oppure perché i casi della vita costringono a monetizzare quanto si è collezionato. Personalmente non ho mai venduto una moneta della mia collezione; qualche volta ho fatto degli scambi e spesso ne ho regalate. Ancora oggi ho monete in collezione dello stesso tipo. E' capitato che vendessi monete che non appartenevano alla mia collezione e delle quali non sapevo che farne. saluti luciano1 punto
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È una bella moneta. In questa tipologia devi guardare (oltre alle solite cose: graffietti, colpetti, ecc.) le condizioni dei chicchi della spiga che per essere FDC devono avere le nervature ben in rilievo al pari delle ariste (i filetti che si prolungano dai chicchi) come nella moneta qui sotto.1 punto
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Grazie TIZIANO, di aver ricordato l'inizio delle CINQUE GIORNATE DI MILANO, posterò qualche medaglia in tema che avevo tralasciato, come a seguire quella del post 93 di COMO, che illustra LA RISCOSSA POPOLARE DEL MARZO 1848, e riconoscimento a Garibaldi nell'anniversario del 1859.1 punto
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1827 Regno delle due Sicilie - Francesco I - 5 Tornesi1 punto
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Buongiorno e buon inizio di settimana a tutti! Finalmente, è arrivato il momento di analizzare le monete nel dettaglio. Mi scuso per averci messo così tanto ma credo che un'introduzione biografica e storico-numismatica fosse essenziale per comprendere meglio ciò che andremo a descrivere da qui in poi. Bando alle ciance, cominciamo con il 40 franchi. Potremmo, a ragion veduta, considerare questa moneta come la più rara dell'intera monetazione (decimale e non) di Girolamo. Nonostante fu coniata in all'incirca 5.500 pezzi, pochissimi esemplari sono giunti fino a noi. Per nostra grande fortuna, l'ultima comparsa sul mercato risale a pochi mesi fa, perciò ho un'immagine “fresca” da potervi mostrare. Per chi si interessa di “cifre”, è stata aggiudicata alla bellezza di 65.000 euro, che coi diritti d'asta diventano all'incirca 80.000. Analizziamola insieme passo passo. Al dritto abbiamo il giovane sovrano rivolto a sinistra con il capo cinto da una corona d'alloro. Immancabile la scritta “Hieronymus Napoleon”, che ci accompagnerà da qui fino alla fine di questa mia piccola “trattazione numismatica”. Sotto al busto del re possiamo notare la firma in corsivo di Tiolier, un nome alquanto famigliare per chi si interessa di monete napoleoniche. Difatti, ritroveremo la stessa firma anche sulle monete del periodo consolare di Napoleone. Al rovescio, invece, abbiamo il valore 40 frank dentro una corona d'alloro. La scritta “Koenig V. Westphalen Fr. Pr.” sta per “Re della Westphalia Principe di Francia”. Infine la C maiuscola e la testa d'aquila in basso rappresentano i simboli la zecca di Cassel, capitale del regno e luogo deputato alla coniazione di queste monete. In altre monete decimali troveremo, invece, una testa di cavallo ed una J maiuscola. Queste indicheranno che la moneta è stata coniata in Francia, precisamente a Parigi. Per quanto riguarda i riconi, si stima ne siano stati coniati 80. Nonostante il numero esiguo, si riescono a reperire sicuramente più facilmente rispetto agli originali dell'epoca. Inutile dire che il mercato prediliga di gran lunga gli esemplari del 1813 a quelli del 1860, sia per una questione storica sia per il diverso grado di rarità. Difatti, tra riconio ed originale “balla” all'incirca un fattore 10 di prezzo (a favore dell'originale, ovviamente). Come detto, elemento essenziale di distinzione è il bordo: liscio nel riconio postumo mentre recante l'incisione "Gott erhalte der koenig" in quello dell'epoca napoleonica.1 punto
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Ma neanche su un un'argomento del genere so riesce a NON litigare? È stata chiusa una discussione su un 20 lire 1871 portato a un compro- oro perché si parlava delle corrette valutazioni che dovrebbero fare i commercianti numismatici e che quindi si era fuori tema.... se seguiamo questo metro di discussioni da chiudere ce ne sarebbero decine.1 punto
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Ragazzi, ho comprato 1 pataca e volevo i vostri pareri ____________________________________________________________________________________________________ L'ennesima.. ti pareva.. comunque si scrive 'PATACCA' , con due C ____________________________________________________________________________________________________ no no.. è con una sola C ____________________________________________________________________________________________________ Si come no? correggi il titolo della discussione che non si può vedere! ____________________________________________________________________________________________________ è questa ____________________________________________________________________________________________________ Ragazzi, mi sa che questa volta ve l'ha fatta! ____________________________________________________________________________________________________ Così sembrerebbe... ma aspettiamo altri pareri più autorevoli. ____________________________________________________________________________________________________ Già... dopo 200 post forse qualcosa l'ha imparata... ____________________________________________________________________________________________________ Un venditore serio me l'ha ceduta per soli 185 euro ____________________________________________________________________________________________________ Come non detto... _________________________________________________________________________________________________1 punto
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Altra discussione aperta dell'utente Occhiolungoxxl ________________________________________________________________ ________ ____________________________Buongiorno, una talpa nel mio giardino ha tirato fuori una moneta dal terreno, ____________________________è piuttosto sporca ma si intravede una data, sembrerebbe il 1466. ____________________________Ho letto qualcosa riguardo i ritrovamenti fortuiti ma non trovo il mio caso, ____________________________qualche consiglio? grazie ________________________________________________________________ _______________ ____________________________Manca la foto della moneta, peso e diametro, e non ultimo leggi le norme ____________________________che regolano l'uso del metaldetector. ________________________________________________________________ ______Ricordati che le talpe non si puliscono mai. ________________________________________________________________ __________________________ @Mi_manca79 la moneta l'ha estratta dal terreno la talpa non io, ___________________________non ho usato l'MD, quindi non dovrei avere nessun obbligo. ___________________________ @nuovo di zecca avevo intenzione di pulire la talpa con una spazzola ___________________________ per scarpe e del nero opaco come mi era stato indicato, ma se me ___________________________ lo sconsigli lascio perdere. ________________________________________________________________ Manca allora il peso della talpa e la lunghezza sino alla coda. ________________________________________________________________ Magari ti può essere di aiuto questo link che parla di monete/animali:ere di aiuto questo link che parla di monete/animali: _______ https://www.lamoneta.it/topic/163505-altri-animali-zoo-coins/?tab=comments#comment-1850709 ________________________________________________________________ Leggiti queste indicazioni riguardo i ritrovamenti fortuiti di animali: _____________________________ Gazzetta Ufficiale del 31 07 2004 ________________________________________________________________ Grazie dei link, non mi sono serviti, ma secondo voi quanto vale? ________________________________________________________________ @Occhiolungoxxl Quanto vale cosa? la talpa o la moneta? ________________________________________________________________ ____________________________ ____________________________ ____________________________La moneta da due euro estratta dal terreno dalla talpa, l'ho lucidata per benino, ____________________________ora la data 1466 si vede benissimo ________________________________________________________________ ____________ troll ! ________________________________________________________________ __________ eurotroll !! ________________________________________________________________ alla prossima con l'utente @Occhiolungoxxl1 punto
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Salve @Gasp. E' sempre bello e quasi una fortuna poter ammirare questi pezzi napoletani contromarcati in Polonia perché sono davvero molto rari e non sono sicuramente monete che si trovano tutti i giorni. Detto questo, mi piacerebbe dare qualche "input" per iniziare una discussione che, oltre a valutare l'autenticità della contromarca, possa anche servire da approfondimento storico-numismatico per questa interessante apposizione. Come ben sai, la contromarca appartiene a Sigismondo II Augusto Re di Polonia dal 1548 al 1572. Ultimo sovrano della dinastia Jagellone, era figlio di Sigismondo I e di Bona Sforza, una duchessa italiana che avrà un ruolo centrale nelle vicende di cui trattiamo. Le monete in oggetto (ducati a legenda HILARITAS VNIVERSA e mezzi ducati con stemma, entrambi del periodo di Filippo II come principe di Spagna, 1554 - 1556, ma sono noti anche altri esemplari del 2° periodo come Re di Spagna) furono contromarcate nella zecca polacca di Vilna, che già all'epoca produceva piccoli nominali locali (denari e grossi). Le monete napoletane affluirono in Polonia nel 1564 (l'anno è testimoniato anche dalla contromarca apposta da Sigismondo II): in gran parte, come già detto, erano nominali di Filippo II, ma non mancarono una piccola quantità di mezzi ducati di Carlo V. Inizialmente, le monete napoletane dovevano essere fuse per recuperare il metallo, il quale poi sarebbe stato usato per coniare monete polacche a nome del Re Sigismondo Augusto. Le spese e le difficoltà tecniche incontrate dalle autorità polacche per tale procedimento spinsero il Re e la sua zecca a rinviare la fusione nelle monete napoletane e di contromarcarle con il monogramma del sovrano e l'anno. La contromarca si trova sempre sullo stemma di Filippo II (nel caso dei mezzi ducati) per annullarne appunto l'emblema araldico, simbolo del potere, e sostituirlo con quello del Re polacco. In generale, possiamo osservare come le contromarche polacche furono apposte sempre al rovescio delle monete, anche dei ducati. Il busto di Filippo II, al D/, quindi, non subì manomissioni, ma solamente i danni per la punzonatura al rovescio. In quegli anni, poi, Sigismondo II non poteva permettersi il lusso di dedicare tanto tempo alla cura delle monete in zecca, poiché era in corso la cosiddetta prima guerra del nord, o Guerra di Livonia (1558-1583), che vide contrapposte le truppe russe e quelle della Confederazione polacco-lituana che aveva come alleati la Danimarca e la Svezia. Furono i Russi ad invadere la Livonia (una regione più o meno corrispondente all'attuale Lettonia) che volevano impadronirsi di uno snodo commerciale di essenziale rilevanza per i commerci con l'Europa dell'est. Nonostante i primi successi russi, alla fine questi ebbero la peggio e furono costretti a firmare un trattato di pace sotto Ivan IV che imponeva ai Russi di lasciare la Livonia ai Polacchi del Re Stefano Bàthory (1582). Nel 1564, dunque, Sigismondo II era in piena guerra contro la Russia di Ivan IV e aveva ingaggiato truppe mercenarie per rinvigorire i ranghi del suo esercito. Per pagare le truppe, però, aveva bisogno di enormi quantitativi di moneta sonante, così decise, per risparmiare tempo e denaro, di pagare i mercenari anche con le monete napoletane contromarcate con il suo monogramma. La cura dedicata a queste monete contromarcate da parte dell'autorità regia fu resa pubblica con un decreto del 16 maggio 1564, quando Sigismondo II stabilì la validità dei mezzi ducati e dei ducati di Filippo II contromarcati in Polonia e venne fissato addirittura un tasso di cambio: ogni ducato napoletano contromarcato venne cambiato per 60 grossi polacchi. Le monete "straniere" dovevano poi essere ritirate dalla circolazione alla fine della guerra e, per promessa regia, sarebbero state comunque cambiate secondo il taso fissato in questo decreto. Tale provvedimento doveva incentivare la circolazione degli argenti napoletani durante il periodo di guerra: in questo modo, i possessori di queste monete (mercenari in primis) potevano spenderle senza il timore di vedersele rifiutate. Ma come vi erano arrivate queste monete in Polonia? Per cercare una risposta bisogna fare un passo indietro, perché, come anticipato prima, la causa è da ricercare nelle vicende storiche di Bona Sforza, madre di Sigismondo II. Nata a Milano nel 1493, Bona era nipote di Alfonso II d'Aragona Re di Napoli (in quanto era la figlia di Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e di Isabella d'Aragona, figlia secondogenita di Alfonso II). Alla morte della madre Isabella (1524), Bona ereditò il ducato di Bari ed il principato di Rossano nel Regno di Napoli. Bona crebbe tra Napoli e Bari dopo che il dominio sforzesco a Milano era entrato in crisi ed era decaduto. Con il suo matrimonio con Sigismondo I di Polonia, i diritti di questi possedimenti napoletani passarono anche al consorte (Bona contrasse le nozze per procura nel Castel Capuano a Napoli a soli venticinque anni d'età, nel 1518, mentre Sigismondo, già vedovo senza figli, aveva circa il doppio dei suoi anni). Dopo la morte di Sigismondo I, Bona resse la corte polacca arricchendola con numerosi interventi di artisti italiani, tanto da trasformarla in ciò che c'era di più simile ad una corte rinascimentale italiana. Quando però la corona fu assunta da suo figlio Sigismondo II, questi non si fidava della politica filo-italiana della madre e per questo la escluse dalla gestione delle cariche pubbliche. Amareggiata, Bona si preparò a fare ritorno in Italia, dopo aver curato gli interessi polacchi per più di quarant'anni. Bona non era ben vista in Polonia, non solo per il favoritismo che dimostrava verso i cortigiani italiani, ma anche perché avrebbe portato nel suo Paese natale ingenti quantità di ricchezze, denaro e gioielli mediante il suo favorito G. Lorenzo Pappacoda. Intanto, Filippo II stava vivendo un triste momento di disaccordo con la Chiesa di Roma e si trovava in difficoltà economiche per cui aveva bisogno di fondi. Il Re di Spagna si rivolse quindi proprio a Bona chiedendo un prestito che puntualmente ricevette per una somma di 430.000 ducati con l'interesse annuo del 10%. Non molto tempo dopo, Filippo II tentò di rientrare in possesso del ducato di Bari e del principato di Rossano per toglierli alla corona polacca. Nuovamente delusa, Bona abbandonò l'Italia e si ritirò nuovamente in Polonia. Il sovrano spagnolo non si diede però per vinto: attraverso la fedele collaborazione del già citato Pappacoda, fece falsificare il testamento di Bona, la cui salute era gravemente minata, in modo che i suoi possedimenti italiani non andassero al figlio Sigismondo II, ma a Filippo. Nonostante gli interventi politici del Re polacco, Bari e Rossano passarono alla Spagna quando Bona morì nel 1557. Il debito contratto anni prima con la regina andava però saldato ugualmente, poiché Sigismondo ne aveva ereditato i diritti e ne richiedeva il saldo. Così Filippo II lo onorò solo nel 1564, inviando quanto doveva in moneta sonante napoletana. Volendo illustrare qualche esemplare che mi è capitato di trovare: 1: Mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Antykwariat Michal Niemczyk 1 del 23 ottobre 2010, lotto 1, già ex Glendining del 15 marzo 1989, lotto 77, 800-1000 £). 2: Altro mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2137, $ 1250). 3: Altro mezzo ducato di Filippo II (del tipo Pannuti-Riccio, p. 115, n° 15 del secondo periodo come Re di Spagna, 1556-1598) contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2138, $ 900, già ex Lanz 39, lotto 945). 4: Ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2139, $ 2000, già ex Schlessinger Auktion, Frankiewicz Collection, 15 settembre 1930, lotto 97). Venendo alla contromarca, è utile conoscere che la rarità di questi pezzi ha portato naturalmente alla falsificazione delle punzonature di Sigismondo II. Nella prima metà del XIX secolo, infatti, nella zecca di Varsavia un incisore ivi lavorante si cimentò nella riproduzione dei punzoni di queste contromarche che utilizzò su pezzi napoletani autentici per creare altre monete contromarcate. Questi falsi sembrerebbero riconoscibili dallo stile più rozzo delle lettere del monogramma e delle cifre della data. Personalmente, confrontando la contromarca del mezzo ducato postato da Gasp e quel piccolo campione di immagini che qui si va raccogliendo, ho notato che le contromarche dell'epoca hanno appiattito, cancellando, il rilievo della figura e/o delle legende di D/ in corrispondenza della punzonatura di R/, ma non hanno deformato in modo sostanziale il tondello. Nel caso dell'immagine di Gasp, invece, noto, oltre il consueto appiattimento dovuto all'applicazione della contromarca, anche una deformazione del metallo del tondello, come se la pressione infusa per l'applicazione della contromarca fosse stata molto più elevata rispetto agi altri pezzi qui mostrati, nei cui casi il punzone veniva battuto a martello. Nel caso del mezzo ducato in oggetto, invece, mi sembra che la contromarca sia stata applicata con una forza maggiore che non sembrerebbe scaturita dalla semplice battitura a martello. In conclusione, mi sembra fondato avanzare dei dubbi sull'applicazione coeva di questa rarissima contromarca.1 punto
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