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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/21/20 in tutte le aree
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Buongiorno a tutti, Come avrete appreso dalla comunicazione di @Rapaxsono stato confermato curatore anche se in sezioni differenti dalla volta precedente. Ora mi occuperò delle sezioni “Monete moderne di zecche italiane” e “Monete degli Stati Preunitari”. Molti di voi mi conoscono sin dal mio esordio su questo forum, con nick ‘fabrizio.gla’, ma a beneficio dei nuovi, o di chi ancora non mi conosce, procedo brevemente con lo spendere due parole di presentazione. Coltivo la passione per la numismatica sin da bambino, e grazie al forum ho trovato moltissimi nuovi stimoli di crescita, sia in ambito collezionistico che scientifico. Da qualche anno ho accantonato il collezionismo per dedicarmi in maniera più specifica allo studio delle varie tipologie monetali prodotte dalle zecche italiane, fino ad arrivare alle classiche. Insomma, fagocito di tutto, ma con la consapevolezza di sapere sempre troppo poco. Da qualche anno mi sto interessando specificamente allo studio del grading delle monete italiane, con l’intento di mettere a punto un nuovo sistema di valutazione analitico per flussi produttivi. È un lavoro davvero immane, che sto portando avanti tra vari interessi ed il poco tempo a disposizione. Mi interesso anche di fotografia monetale, ed ho avuto il grande onore di fotografare qualche moneta presso una rinomata casa d’aste italiana. Dal 2017 sono anche stato nominato perito numismatico della CCIAA di Roma. Dopo quasi un ventennio di forum, queste pagine sono ricchissime di materiale valido grazie al contributo di validissimi utenti ancora con noi. Materiale che rimane di grande interesse e può essere ottimo spunto per ulteriori approfondimenti. Mi sento inadatto a questo ruolo, specie per una sezione così vasta come questa, ma ho comunque accettato la sfida vedendola come un’opportunità di crescita. Confido nel sostegno di tutti voi per portare avanti, nel modo migliore, il compito della sezione. Ricordo a tutti che sono sempre a disposizione per chiarimenti anche in privato, e sarà un piacere per me scambiare opinioni e pareri su monete che destano il vostro interesse e la vostra curiosità. Ringrazio lo staff per la rinnovata fiducia nei miei confronti, ed auguro a tutti voi una piacevole e gratificante crescita numismatica Fabrizio12 punti
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Buona serata a tutti, volevo condividere con voi il primo esemplare bizantino della mia collezione di monete della storia della Sardegna. Si tratta di un mezzo follis del primo regno di Giustiniano II (MIB III n.64 pag. 347, DOC II n.39/40 pag. 592, Piras 46 R3, Muresu pagg. 373-386), molto "sovrappeso" per il tipo, ha un peso e un modulo da folles piuttosto che da mezzo folles: 8.3 g per 26-30 mm di diametro (spessore 2-3 mm). E' ben visibile la parola/motto PAX al rovescio, caratteristica delle coniazioni cartaginesi prima e sarde poi (dopo la chiusura della zecca cartaginese e il suo trasferimento probabilmente a Carales, probabilmente verso il 674); potrebbe riferirsi alla pace ottenuta da Giustiniano II con gli Arabi in Africa. Tra le monete sardo-bizantine questa tipologia è attestata in esemplari relativamente numerosi sia ritrovati in Sardegna che presenti in collezioni (soprattutto straniere); ciononostante gli esemplari conosciuti, tra ritrovati e segnalati sono in tutto circa 30!7 punti
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Sulla falsariga della discussione che ho aperto nella sezione di Venezia, ho pensato di aprirne una anche qui riguardante le motivazioni e i modi per collezionare le zecche minori del Triveneto. Tra le motivazioni anche in questo caso c'è in primis un legame fortissimo con la storia locale. La maggior parte di questa collezione si colloca nel medioevo che nel nord-est è stato ricco di avvenimenti politici, bellici e sociali. Chi vive in una città del Veneto, del Friuli, del Trentino e del Sud Tirolo camminando trova ad ogni passo un pezzo di storia medievale. La struttura di molte città della zona è rimasta quella dell'epoca. Le mura circondano ancora molti di questi luoghi in ricordo delle lotte anche feroci che interessarono questi territori. E le monete ne sono una testimonianza viva. Il secondo aspetto che vorrei ricordare è quello artistico. E qui parliamo soprattutto delle zecche di Aquileia e Trieste. Le monete del periodo scodellato del XIII secolo sono tra le più belle rappresentazioni dell'arte incisoria in assoluto. Uniscono le doti artistiche italiche con quelle germaniche e danno luogo a piccoli capolavori. Un terzo aspetto da prendere in considerazione è la storia della politica monetaria. Questa è interessantissima nella monetazione di Francesco I da Carrara. Collezionando e studiando le sue monete si scoprono guerre monetarie, inflazione, corsi forzosi, imitazioni e altri trucchi che servivano al signore di Padova per finanziare le sue guerre con Venezia. Discorso simile si può fare per gli Scaligeri di Verona. Per quanto riguarda i modi di collezionare, ovviamente il primo è quello di collezionare le monete di una zecca. Nel caso di zecche che hanno emesso poche monete si può cominciare a raccoglire le varianti. E' una collezione molto specialistica, ma di grande soddisfazione. Poi si può collezionare una moneta per tipo. Ricordo che tutto il Triveneto era un'unica area monetaria e le monete di tutte le zecche circolavano in tutto il territorio, anche se alcuni piedi di riferimento erano differenti. Si può anche specializzarsi in un'unica moneta, ad esempio il grosso aquilino. La sua coniazione iniziò a Merano, ma ebbe enorme fortuna e molte zecche ne coniarono per conto proprio. E così via... Ovviamente ognuno poi deve trovare il proprio modo di formare la collezione. Una cosa è sicura. Non si annoierà mai. Soprattutto se lega la numismatica con la storia... Arka Diligite iustitiam6 punti
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Stavo preparando la scheda per il mio primo Cavallino Aragonese, ? E i disegni per lo studio sui conii per i 3 Cavalli di Ferdinando IV6 punti
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Buongiorno a tutti, Come avrete appreso dalla comunicazione di @Rapax sono stato confermato curatore anche se in sezioni differenti dalla volta precedente. Ora mi occuperò delle sezioni “Monete moderne di zecche italiane” e “Monete degli Stati Preunitari”. Molti di voi mi conoscono sin dal mio esordio su questo forum, con nick ‘fabrizio.gla’, ma a beneficio dei nuovi, o di chi ancora non mi conosce, procedo brevemente con lo spendere due parole di presentazione. Coltivo la passione per la numismatica sin da bambino, e grazie al forum ho trovato moltissimi nuovi stimoli di crescita, sia in ambito collezionistico che scientifico. Limitatamente alla tematica della sezione, posso dire che per diversi anni mi sono appassionato alla monetazione Napoleonica come genere, quindi non solo intesa come collezione direttamente collegata unicamente alle emissioni del "piccolo còrso", ma a tutte quelle dell'intero periodo della sua cavalcata, dagli esordi con le prime repubbliche sorte in Italia, fino alla monetazione emessa dai suoi congiunti anche dopo il congresso di Vienna, come ad esempio quella di Maria Luigia di Parma. Da qualche anno ho accantonato il collezionismo per dedicarmi in maniera più specifica allo studio delle varie tipologie monetali prodotte dalle zecche italiane, fino ad arrivare alle classiche. Insomma, fagocito di tutto, ma con la consapevolezza di sapere sempre troppo poco. Da qualche anno mi sto interessando specificamente allo studio del grading delle monete italiane, con l’intento di mettere a punto un nuovo sistema di valutazione analitico per flussi produttivi. È un lavoro davvero immane, che sto portando avanti tra vari interessi ed il poco tempo a disposizione. Mi interesso anche di fotografia monetale, ed ho avuto il grande onore di fotografare qualche moneta presso una rinomata casa d’aste italiana. Dal 2017 sono anche stato nominato perito numismatico della CCIAA di Roma. Dopo quasi un ventennio di forum, queste pagine sono ricchissime di materiale valido grazie al contributo di validissimi utenti ancora con noi. Materiale che rimane di grande interesse e può essere ottimo spunto per ulteriori approfondimenti. Mi sento molto inadatto al ruolo, ma ho comunque accettato la sfida vedendola come un’opportunità di crescita. Confido nel sostegno di tutti voi per portare avanti, nel modo migliore, il compito della sezione. Ricordo a tutti che sono sempre a disposizione per chiarimenti anche in privato, e sarà un piacere per me scambiare opinioni e pareri su monete che destano il vostro interesse e la vostra curiosità. Ringrazio lo staff per la rinnovata fiducia nei miei confronti, ed auguro a tutti voi una piacevole e gratificante crescita numismatica Fabrizio5 punti
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Buongiorno a tutti. In questi giorni, il tempo da dedicare anche alla nostra passione non manca. C'è chi mette ordine nei vassoi, chi cerca di migliorare le foto, chi classifica le varianti e chi controlla le patine. Io.... Come dice mia moglie... "sparisco", ho bisogno di stare fra i vassoi a toccare e osservare le mie monete, è un modo per dimenticare per mezz'ora i problemi che noi tutti stiamo vivendo in questi giorni. Ieri ho rifatto le foto ad un nominale che non si vede spesso, il mezzo Ducato del 1784. ...il mio tempo è giunto alla fine... Sento mia moglie urlare! ?4 punti
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L'unico, ad oggi, che ha cercato di dare una spiegazione almeno al simbolo del "leoncino" sotto il busto delle monete di Filippo II è stato Simonluca Perfetto.... nel suo libro sulla "Prova del metallo" , che consiglio a tuti coloro i quali interessa questa monetazione e le vicende storiche ad essa collegate. Il marchio è da scriversi, secondo l'Autore, ai tempi della battaglia di Lepanto...ecc. ecc. finanziamenti di somme di denaro per la Lega Santa capeggiata da Giovanni d'Austria... ecc. ecc. Ma sappiamo anche, che oltre al famoso leoncino, in queste monete, sono presenti anche altri marchi.....non tanti, al dir del vero, e comunque lontani dall'identificare, come avvenne in seguito, i responsabili delle coniazioni. Sappiamo peò che i "marchi"sono qualcuno in più, che troviamo sulle monete3 punti
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Eccoci di nuovo qui! Prima di iniziare ci terrei a ringraziare nuovamente tutti coloro che stanno seguendo con grande interesse la discussione. Rinnovo, ovviamente, il mio invito a pormi eventuali domande o curiosità in qualunque momento. Quest'oggi apriamo ufficialmente il grande capitolo riguardante il sistema pre-decimale. L'approccio sarà simile a quello tenuto precedentemente: partiremo dai grandi moduli in oro per procedere passo passo fino ai più piccoli “spiccioli” in rame, usati comunemente dal popolo westphaliano. Premessa doverosa da fare: per nostra somma gioia, per quanto riguarda le pre-decimali, non sono testimoniati casi di riconi postumi. Pertanto, potete stare tranquilli che non vi tedierò più in tal senso Comincerei, allora, dal 10 talleri, una moneta in oro 895 millesimi dal peso di 13,27 grammi circa. Si tratta, come sempre, di una moneta rara ma, rispetto ad altri esemplari fin qui osservati, non è così introvabile. A dimostrazione di ciò, basti guardare i listini delle aste tedesche più rilevanti. Anche in questo caso, purtroppo, non si hanno dati precisi riguardanti il numero di pezzi coniati. Del 10 talleri esistono due tipologie, entrambe eseguite unicamente dalla zecca di Brunswick. La prima, coniata soltanto nel 1810, presenta al dritto lo stemma della casata reale di Westphalia. Si tratta di una composizione alquanto elaborata, in cui cavalli, leoni ed aquile si sprecano. Il rovescio è sicuramente più semplice: al centro troviamo il valore nominale (X Thaler) e la data di coniazione. Più in basso, possiamo notare una B maiuscola, che ci indica la zecca di Brunswick. I rombi, i cerchietti, ecc. sono tutti elementi decorativi, necessari per cercare di arricchire un po' un rovescio altrimenti sterile... Il bordo presenta una striatura trasversale, a lisca di pesce se così vogliamo definirla. Non di rado troveremo esemplari con schiacciature, debolezze e graffi di conio. Purtroppo, sembrerebbe che le monete pre-decimali siano maggiormente afflitte da questo tipo di difetti intrinseci rispetto ai franchi fin qui trattati. La seconda tipologia fu coniata per 3 anni (dal 1811 al 1813) sempre e solo a Brunswick. Al posto del complesso ed elaborato stemma reale, in questo caso troviamo il ritratto laureato del giovane Girolamo. Non so voi, ma questo ritratto mi ha sempre trasmesso una sensazione strana. Mi sembra che le proporzioni del volto non siano propriamente corrette, quasi come se lo avessero rappresentato in maniera caricaturale... Ma forse sono io che mi faccio un po’ troppi viaggi mentali Resta, comunque, una moneta che ha indubbiamente il suo fascino. Mentre il dritto cambia, il rovescio si mantiene pressoché identico, così come il bordo striato. Anche qui, la conservazione la fa da padrona: mentre gli esemplari più rovinati valgono praticamente l'oro di cui sono fatti (o poco più), i rarissimi FDC superano agevolmente i 7.000 euro. Tendenzialmente, gli esemplari della prima tipologia godono di quotazioni più alte, anche per il fatto di essere stati coniati per un solo anno.3 punti
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Quando sarà passato questo brutto periodo, ti consiglierei di fare una salto a Verona e visitare i negozi di numismatica. Magari trovi qualche bella moneta e, soprattutto, potresti trovare una persona che ti aiuti nella scelta delle monete e nell'impostare la tua collezione... Lo dico perchè sono tuttora convinto che i rapporti personali siano ancora il modo migliore per approfondire le proprie conoscenze. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Scendo un po' di valore .... Lira 1947 periziata FDC dal grande Tevere, corredata di suggestiva plasticaccia rovinata d'epoca3 punti
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Purtroppo non posso fare un copia-incolla integrale del testo, ma posso inserire il link per la lettura, sono solo 10 minuti di passatempo Il numismatico (nano e cannibale) https://edizioniopen.it/il-numismatico-nano-e-cannibale/ ps: sono citate alcune monete inesistenti, tipo il 10 Tornesi del 1862 e 500 lire d'argento del 19452 punti
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grazie mille @Poemenius , disperavo di poter avere mai una sardo-bizantina in collezione, sono davvero rare, con questa ne avrò viste 5 in 10 anni... di cui una presentata anche qui sul forum... a questo proposito allego una scansione dalla bellissima opera di Muresu, La moneta "indicatore" dell'assetto insediativo nella Sardegna bizantina, che indica il numero di esemplari sardo-bizantini conosciuti ad oggi... e che rende manifesto come ve ne siano di più in collezioni (l'autore dice) sparse in giro per il mondo (grafico sopra) che documentati da ritrovamenti in Sardegna. Nella fattispecie il mio mezzo follis è stato acquistato da una casa d'aste di Chicago... chissà quale storia si porta dietro! Ma ora possiamo dire che sia "tornato" in Sardegna!2 punti
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La mia moneta più grande è un 5£ di 62.42g Ag 999 con 40mm di diametro coniato nel 2019 dalla Royal Mint per commemorare Una and the lion opera dell'incisore William Wyon2 punti
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Sull'autenticità nessun dubbio. Sul globetto vicino alla testa di Roma un paio di ipotesi le farei. Potrebbe essere un residuo del compasso, anche perchè mi sembra proprio al centro della moneta. Altrimenti penserei ad un primo errore per il globo tenuto da Roma. Una volta fatto resta sul conio e l'incisore ne fece un altro nel posto corretto. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Nell'ospedale in cui lavoro io la situazione sembra diventare ingestibile da un momento all'altro.. Abbiamo i DPI numerati e ci troviamo a dover aver paura di essere contaminati da un foglio che proviene da un'unità Covid, dobbiamo metterci i guanti per far pressoché tutto e lavarci le mani ogni 10 minuti... la situazione è grave... ma non possiamo piangerci addosso!! Ognuno, nel suo piccolo, deve cercare di far quel che può... tipo restare a casa!!2 punti
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Ciao! Tra nulla e tutto ce n'è di strada .... certamente anche le monete di Venezia vengono vendute dai collezionisti; pensa solamente a quando si riesce ad acquistare una moneta migliore di quella che si ha già in collezione, qualche moneta doppia o tripla ..... oppure perché i casi della vita costringono a monetizzare quanto si è collezionato. Personalmente non ho mai venduto una moneta della mia collezione; qualche volta ho fatto degli scambi e spesso ne ho regalate. Ancora oggi ho monete in collezione dello stesso tipo. E' capitato che vendessi monete che non appartenevano alla mia collezione e delle quali non sapevo che farne. saluti luciano2 punti
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Iniziata nel 220 A.C. da Gaio Flaminio per collegare Roma al nord Italia, la via Flaminia, nel tratto marchigiano verso Rimini, incontra la gola del Furlo e qui per volere di Vespasiano nel 76, accanto ad un preesistente passaggio forse di epoca etrusca, viene realizzata la galleria del Furlo (circa 40 metri), opera scavata interamente a mano nella roccia e priva di rivestimento . Nel tempo la gola vedrà il passaggio di Romani, Ostrogoti e Longobardi, con le loro alterne vicende . Come ben ricordato nella vicina discussione che tratta di "...fatti di pandemia..." , le strade a volte presentano dei tunnel, (si spera brevi come il Furlo), inevitabili poichè si deve procedere oltre : possono essere imboccati bene, meno bene o male, non c'è alternativa all'uscirne, auspicabilmente bene, perchè possano essere consegnati al passato ed alla storia .1 punto
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Buonasera ,ho acquistato questo 6 tornesi del 1801 e ho notato che il numero 6 è più grande, vorrei sapere se è una variante normale oppure una rara. Non sono riuscito a leggerlo da nessuna parte. Grazie1 punto
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Ciao, questa è una Signora Monetina con la M maiuscola, ad averne anche così conciate1 punto
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Eccolo qua.. ? Il mio primo Cartellino personalizzato e come è giusto che sia, anche se non Napoletana accompagnerà il mio Galletto Suesano. ?1 punto
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Sì, e alla grande. Tirature di milioni di pezzi rendono le monete comuni per sempre, salvo che prima o poi avvengano eventi imprevedibili che portino alla distruzione gran parte del coniato. Anticipo la successiva domanda: il passaggio da lira a euro non è stato per niente uno di questi eventi, sono state ritirate solo monete comunissime e ne sono rimaste sul mercato ancora uno sproposito. Il fatto che 10 milioni sia un numero molto inferiore a 380 milioni, se permetti, è un ragionamento che non ha alcun senso: 10 milioni rendono una moneta comune, 380 milioni la rendono 38 volte ancora più comune, mentre tu fai il ragionamento opposto che però è campato in aria. A tutto questo vanno poi integrati gli altri parametri indicati sopra, ossia conservazione e richiesta di mercato. Parlando di quest'ultima, va considerato che esistono molte monete del Vaticano che hanno tirature apparentemente basse, di 100 o addirittura 50mila pezzi... eppure sono quasi tutte di scarsissimo valore commerciale, perché poco collezionate e perché facilmente reperibili. Non avendo praticamente mai circolato, la quasi totalità del coniato è sul mercato numismatico, e ciò le rende facilmente recuperabili dai pochi collezionisti che le ricercano. Per finire col tuo assunto finale: cosa ti fa pensare che tra 20 o 30 anni un 100 lire del 1984 sia più difficile da trovare? È un ragionamento che non ha alcun senso.. salvo eventi imprevedibili, tutti i 100 lire 84 esistenti adesso, lo saranno anche tra 30 anni, non esiste alcun evento che possa fare calare le monete esistenti. Anzi, era più difficile (tra virgolette, perché difficile da trovare non lo è mai stata) trovare questa moneta 18 anni fa quando ci fu il passaggio all'euro, perché all'epoca ci fu un boom di collezionisti della repubblica, e inoltre molte monete erano state disperse nella circolazione, quindi si trovavano nei cassetti di casa della gente e non sul mercato numismatico. Oggi la richiesta si è abbattuta in maniera considerevole, ed è anche aumentata l'offerta, perché ormai anche buona parte delle monete disperse è ormai emersa.1 punto
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@Rocco68, sei veramente bravo! Mi piace anche l'orecchino di Ferdinando!1 punto
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A dir poco stupefacente @Rocco68! Si vede proprio che sei un attento osservatore anche dei più piccoli dettagli. Veramente dei bellissimi disegni. Non vedo l’ora di vederti all’opera coi pezzi di Murat ?1 punto
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Anche se la discussione di @Galenus riguarda i 1790 Condivido il mio Grano Cavalli 1791 12: Pezzo che ha pienamente assolto al suo dovere di spicciolo ?1 punto
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Ritornando alle monetone, mi sono ricordato di avere questo 2 Pa'anga delle isole Tonga 33 grammi e mm. 44,50 di diametro Per una comparazione visiva immediata:1 punto
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Ciao @miza sai bene che ho solo tirato ad indovinare vero? quindi puro c... fortuna! Sono solo andato a vedere questa vecchia discussione di otto anni fa con i miei due pezzi (Londra e Vienna), ed ho preso ad esempio quella che mi sembrava più somigliante senza scendere nello specifico. Mi fa comunque piacere che tu ti ci sei specializzato sui piccoli particolari che identificano le varie zecche di questa moneta1 punto
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Ho sempre pensato che fosse in quanto è l'anno di morte di Maria Teresa quindi se il successore Giuseppe II voleva continuare ad usare l'effige della madre nei talleri (apprezzata particolarmente per alcune caratteristiche come il fermaglio della veste che consentiva di riconoscere il grado di usura) avrebbe inevitabilmente creato un anacronismo tra data ed effige e così vale per tutti quelle zecche che successivamente hanno coniato questo tallero. P.s: Quel profilo di Maria Teresa era così ben apprezzato dalle popolazioni locali che ogni tentativo di sostituirlo non diede lo stesso apprezzamento pertanto anche i talleri per il Levante di Venezia presentavano una personificazione della Repubblica di Venezia (https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-LML/57) anfibologicamente simile al ritratto di Maria Teresa e lo stesso discorso vale per il tallero italiano del 1918 (https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ERV/0) dove addirittura nella personificazione dell'Italia (volutamente molto simile a ritratto teresiano) si trova inserito tra i capelli un fermaglio che è identico a quello della veste del ritratto di Maria Teresa che era appunto molto apprezzato come segno denotativo del grado di usura. Tentativi di sostituire totalmente il ritratto di Maria Teresa invece non dettero buoni risultati come si può ben vedere dal Tallero di Eritrea di Umberto I del 1891 (https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ERU/3), moneta esteticamente e numismaticamente molto importante ma che a livello di circolazione tra la popolazione locale ebbe ben poca fortuna. Per quanto riguarda la croce di s.andrea (•X) faceva riferimento all'adesione o meno ad un determinato standard di qualità e peso dell'argento in vigore in area austriaca se ben ricordo Infatti i talleri italiani non aderendo a questo standard presentavano un puntino dopo la croce (•X•/X•)1 punto
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nn ti preoccupare finito tutto sto trambusto, ci troviamo e ci andiamo ha divertire per un paio di settimane- ti porto ha donneps. scherzo1 punto
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DE GREGE EPICURI La zecca dovrebbe essere Ulpia Pautalia (si legge sicuramente ΟΥΛΠΙΑC) e l'imperatore credo sia Geta (dubitabilmente leggo ΓΕΤΑC). E' un bronzetto di quelli equivalenti ai quadranti, o forse ai semissi.1 punto
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Credo sia proprio come dice Arka. Qui qualche ulteriore esempio. http://www.constantinethegreatcoins.com/dots/1 punto
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@Arka Le tue ipotesi sono davvero interessanti. Ho provato a guardare bene la testa della dea Roma sugli esempi proposti da OCRE per la RIC 91 Su una di esse c'è un pallino proprio attaccato alla testa: Su questa il pallino e' sulla testa: Spero di essere stato utile. Buona serata da Stilicho1 punto
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Per essere una variante dovrebbe essere voluta. Altrimenti è semplicemente un errore. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buongiorno. A seguito di una piccola ricerca, propongo questo interessante articolo a firma di Rocco Aricó ( RIN 2014 ) per coloro, come il sottoscritto, che desiderano approfondire l’argomento. https://www.academia.edu/6841905/Lemissione_occidentale_del_follis_anonimo_di_classe_C1 punto
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Ti ringrazio sentitamente! In effetti, lo scopo finale di questo mio "progetto" è proprio quello di far avvicinare quante più persone possibili ad una monetazione spesso considerata di nicchia e trattata ingiustamente in modo marginale. Se vogliamo, si può considerare una sorta di viaggio esplorativo in un mondo praticamente sconosciuto a molti (in Italia e non solo, purtroppo...). Sono veramente onorato che in così tanti stiate seguendo la discussione con vivo interesse. Temevo che, data la scarsa "popolarità" della monetazione trattata, in pochi si sarebbero degnati anche solo di uno sguardo. E, invece, per una volta sono lieto di essermi sbagliato1 punto
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L’ipotesi di Coarelli[1], la mia preferita: un “argento” fu introdotto nel 269, ma era il vittoriato; il denario seguì nel 215 L’aes signatum doveva essere in uso nel corso del IV secolo, ma prima della coniazione dell’aes grave, quindi verso il 375-325. L’emissione dell’aes grave inizia nell’ultimo quarto del IV secolo con la serie Cr. 14. Dal 326 al 312 si deve datare la didracma Cr. 13/1. Il D/ richiama l’immagine dell’ara Martis e rinvia, quindi, al lustrum che chiudeva la censura. Il R/ alluderebbe invece alla cavalleria e alla Campania (territorio celebre per le sue messi); l’iconografia quindi alluderebbe a un censimento di cavalieri (recognitio equitum) campani. Sappiamo che i Capuani dovettero pagare 450 “denarii nummi” all’anno, per il sostentamento dei 1.600 equites campani, e a ciò potrebbe essere servita la coniazione di queste didracme. Quanto alla data, la recognitio è necessariamente susseguente alla concessione della cittadinanza optimo iure, che Livio fissa al 340 ma (come ha osservato Michel Humm nel 2005) non può non essere successiva al 338-334, quando fu concessa la sola cittadinanza sine suffragio ai Capuani. All’epoca era disponibile, per Roma, la sola zecca di Napoli: potrebbe allora essere una successiva foedusi del 326. Al più tardi, potrebbe essere risalire alla censura di Appio Claudio (312 - Diodoro 20, 36, 5), valida occasione per iscrivere i nuovi civites nelle liste del censo. L’iconografia sarà poi copiata dal bronzo di Cosa (successivo al 273) HN Italy 210. Al 292 vanno collocati la didracma Cr. 15/1 e l’asse Cr. 18/1, che sono contemporanei, condividendo l’iconografia di Apollo, inconsueta per Roma. Per la corona d’alloro, questi va identificato con la divinità di Delfi. Nel 292, in occasione di una grave pestilenza, una delegazione romana, guidata da Q. Ogulnio Gallo (futuro console del 269) si recò a Epidauro, da dove importò a Roma il culto di Esculapio, figlio di Apollo. Secondo Ovidio, la delegazione si recò anche appunto a Delfi, a consultare l’oracolo di Apollo; a questo potrebbe alludere appunto l’immagine di Apollo. Il cavallo al R/ potrebbe invece ricordare l’intervento di Q. Fabio Rulliano che, sempre nel 292, se fece nominare legato dal figlio, il console Q. Fabio Massimo Gurges, lo salvò dalla disfatta contro i Sanniti. Sappiamo infatti che Rulliano intervenì in battaglia a cavallo, e a cavallo seguì il figlio durante il trionfo (nel 291). Questa emissione potrebbe essere stata ottenuta monetando l’argento mostrato al trionfo sui Sanniti, nel 293, di L. Papirio Cursore. L’emissione Cr. 20/1 è del 290-289. La lupa rievoca il simulacro collocato nel Comizio dai fratelli Ogulnii durante la loro edilità (296). L’immagine al D/ (ripresa, per la particolarità di essere imberbe e portare il diadema, dalla monetazione di Alessandro) richiamerebbe invece Ercole Invitto, così come era rappresentato nell’Ara Maxima, la cui edificazione dovrebbe essere di poco posteriore al 293. Trattandosi chiaramente della commemorazione di una vittoria, e considerato che il dio era ritenuto antenato dei Fabii, l’Ara potrebbe essere stata fondata da Q. Fabio Massimo Gurges, quando trionfò sui Sanniti (nel 291), e dedicata durante la sua censura (nel 289). La coniazione potrebbe quindi risalire al 290-289. Questa emissione potrebbe essere stata monetando l’argento mostrato ai due trionfi di Gurges e di L. Postumio Megello sui Sanniti, nel 291. Al 272 si data l’emissione Cr. 22/1. Per l’identificazione del D/ sono state proposte Bellona (Breglia) e Diana (Thomsen 1957), ma oggi si ritiene pacifico che sia Roma (Alföldi, Thomsen 1961, Crawford), di cui l’elmo frigio celebra le origini troiane. Per il R/, si deve fare riferimento a Livio (10.47.3), che ci informa che in occasione dei Ludi Romani del 293, per la prima volta, fu importata a Roma l’abitudine greca di offrire rami di palma ai vincitori. La perfetta e mai più riproposta coincidenza fra il sistema di numerazione (due serie, semplici e doppie, di lettere greche, da 1 a 50) adottato qui e sulle monete di Arsinoe II denuncia la contemporaneità delle emissioni; nel 273 Roma aveva stipulato un trattato di amicitia con l’Egitto e le monete di Arsinoe II, seppur correntemente datate al 270, potrebbero in realtà essere del 272. Quell’anno, Roma conquistava a Taranto e là avrebbe quindi coniato le didracme, allusive di questo e degli altri successi conseguiti nel conflitto contro Pirro. Significativo anche che l’ambasceria in Egitto del 273 fosse costituita da Q. Ogulnio Gallo e da due Fabii. La datazione è confermata da valutazioni ponderali: questa didracma risente del calo dello standard da 7,24 g a 6,6 g, che si registra nella monetazione magno greca e siracusana ed è attribuibile agli anni ’70 del III secolo (come dimostra il fatto che non si presenta a Metaponto, abbandonata entro il 275). Cr. 25/1, 26/1 e 27/1, ultime emissioni romano-campane, di poco antecedenti al quadrigato, sono un prolungamento di quelle a legenda ROMANO (di cui ripetono gli elementi iconografici), reso necessario da esigenze forse militari. Il cambio di legenda indicherebbe l’attivazione di una zecca centralizzata, forse già quella di Roma. Nel 269 viene introdotto il quadrigato, prima moneta ufficiale in argento di Roma, coniata nella zecca dell’Urbe con intendimento di farne un’emissione stabile, duratura e numerosa. Si tratta, quindi, dell’argentum la cui coniazione, secondo Plinio, inizia nel 269 (la data alternativa del 268 discende da un’errata interpretazione dell’Epitome XV a Livio, che in realtà indica, anch’essa, il 269). Nello stesso anno cominciava anche l’attività dell’officina Monetae e, forse, fu istituita la magistratura dei tresviri monetales. La datazione è confermata dai rinvenimenti: 1 esemplare e un tesoretto di 31 esemplari a Selinunte, città distrutta nel 250; 1 esemplare a Kerkouane, città punica distrutta da Attilio regolo nel 256. Il viso al D/ non può che riprodurre Fons, figlio di Giano e di Giuturna. Si tratterebbe di una citazione, sulla prima emissione argentea ufficiale, della prima emissione enea (Cr. 14/1). Fra l’altro, il suo tempio era stato dedicato il 13 ottobre, festa dei Fontinalia (il che dimostra un collegamento con le fonti, così come le raffigurazioni di toro androcefalo sulla monetazione magnogreca) ed era sito nei pressi della zecca. La quadriga al R/ rappresenta sì l’acroterio del tempio di Giove Capitolino, ma non quello originale in terracotta, bensì quello in bronzo, che lo sostituì nel 296 a cura degli edili, i fratelli Ogulnii. Essa allude a un’importante successo militare: verosimilmente, la recente vittoria su Pirro. Gli esemplari più antichi sono quelli, piuttosto rari, con legenda in rilievo entro tavoletta. La legenda in incuso sarebbe venuta dopo, quella in rilievo entro cornice sarebbe l’ultima. Il quadrigato doveva essere ancora in corso nel 219-218, quando fu introdotto l’aureo Cr. 28/1, connesso sul piano ponderale. Inoltre, Zonara ricorda come dopo la sconfitta al Trasimento (216) i romani mescolarono rame all’argento, fatto effettivamente accertato per gli ultimi quadrigati e per i vittoriati. La coniazione finì probabilmente proprio nel 216. Occorre evidenziare come le emissioni Cr. 15/1, 18/1, 20/1, 22/1 e l’introduzione del quadrigato siano tutte riconducibili a un gruppo politico composto dalla potente famiglia dei Fabii e da Q. Ogulnio Gallo, della gens Ogulnia di origine etrusca (forse discendente dagli Uclina di Volsinii); gruppo politico cui, quindi, andrebbe imputata l’iniziativa di aver fortemente promosso l’introduzione della moneta romana. Nel 260-258 viene emessa la serie della prora, Cr. 35. Nel 260 infatti, a Mylae, i Romani ottengono la loro prima grande vittoria navale. La fondazione del tempio di Giano al Foro Olitorio si collega proprio con il trionfo navale di C. Duilio, e in questo senso si coniuga l’iconografi al D/ e al R/ di questo asse. Sappiamo dall’iscrizione della colonna rostrata di Duilio che egli, durante il trionfo, si impegnò ad assegnare al popolo la preda navale: si trattava probabilmente della restituzione del tributum, che durante la Prima Guerra Punica era stato particolarmente oneroso, e potrebbe essere avvenuta in bronzo, mediante elargizione di questi assi. La data dell’elargizione potrebbe essere fissata al 258, quando Duilio ricoprì la censura e probabilmente inaugurò il tempio di Giano. L’emissione dell’aes grave dovrebbe quindi essere successiva all’esposizione della preda durante il trionfo (260) ma precedente all’elargizione (258). Dal 245-242 al 222 si data lo standard semilibrale. La metrologia dimostra che gli assi semilibrali coniati appartengono agli anni finali della Prima Guerra Punica; discende quindi dalla crisi finanziaria causata dalle gravi sconfitte navali. A conferma di questa datazione, due semionce Cr. 38/7 sono state rinvenute in una tomba della necropoli di Falerii veteres (Celle), città abbandonata nel 241. Tutti gli altri reperti archeologici della necropoli sono databili ai primi decenni del III secolo. Questo standard doveva essere ancora in corso nel 222, quando furono votati i ludi Maximi del 217 (come illustrato nella nota alla riduzione quadrantale). Dal 222-219 (probabilmente 220) al 217 si data invece lo standard trientale, che non può che incastrarsi fra la fine dello standard semilibrale (dal 222) e la riduzione quadrantale (nel 217). Nel 219 viene emesso il primo aureo, Cr. 28/1. Plinio infatti afferma che il primo aureo romano fu coniato LI anni dopo l’argento (i codici più recenti riportano LXII, ma è certamente un errore), quindi, a seconda del metodo di computo utilizzato, dal 219 al 217. Si tratta sicuramente dell’Oro del giuramento, Cr. 28/1, che è tagliato sullo standard di 6 scrupoli, come i primi quadrigati, cui pertanto è connesso. Al R/, è stata supposta la rappresentazione di un foedus, che come sappiamo veniva stipulato (per Roma) da due feziali, di cui uno era il pater patratus e l’altro un gregario, un verbenarius. In effetti, le due figure di sinistra portano una veste particolare, che lascia il corpo nudo e presenta un elemento globulare alle spalle: probabilmente il cinctus Gabinus, di cui si servivano i sacerdoti, e quella in piedi è raffigurata come uomo anziano, che regge una lancia, prerogativa del pater patratus, antenata (secondo l’Alföldi) dello scettro e quindi simbolo dell’imperium. La figura di destra invece, staccata dalle altre due, è giovane e veste una corazza anatomica. Secondo Mommsen e Crawford (che colloca l’aureo al 217), è qui riprodotto il foedus Caudinum, stipulata nel 321 dal console T. Veturius Calvinus (per questo, l’iconografia sarà ripresa in seguito da un altro Veturius, con il denario Cr. 234/1), prototipo (mitico e non storico, secondo Crawford) della pax Numantina. Si tratta invece del foedus tra Romolo e Tito Tazio (peraltro, in sabino cures era il nome sia della città di Tito Tazio che della lancia), di cui esisteva un gruppo scultoreo, verosimilmente qui riprodotto, lungo la sacra via. L’aureo potè essere emesso grazie alle prime miniere aurifere cadute in mano ai Romani: le miniere di Victimulae, presso Vercelli, che sappiamo furono sottratte a Roma, da Annibale, alla fine del 218. Sappiamo da Zonara che nel 220 i due consules suffecti, Lucio Veturio Philo e Gaio Lutazio, a completamento della guerra contro i Celti della Gallia Cisalpina (conclusasi nel 222 con la presa di Milano) spinsero le conquiste di Roma “fino alle Alpi”: probabilmente è questa la data di conquista delle miniere. Quindi, nel 219, con l’oro acquisito grazie alle operazioni di Lucio Veturio Philo, fu commemorata la fine delle operazioni militari iniziate nel 225, quando i Galli cisalpini Boi e Insubri e transalpini Gesati, avevano invaso l’Italia, creando grande preoccupazione e causando una spontanea adesione degli Italici a Roma: evento cui allude la citazione dei foedus originario tra Tito Tazio e Romolo. Dal 218-215 (probabilmente nel 217) al 215 si data lo standard quadrantale. Infatti, secondo Plinio, una riduzione ponderale fu introdotta “Hannibale urguente Q. fabio Maximo dictatore”, quindi nel 217. Quello stesso anno, furono stanziati per i ludi Maximi 333.333 assi e un triente, anziché 200.000 assi, chiaramente perché si voleva mantenere, a seguito della riduzione, il peso (un milione di once) corrispondente alla cifra precedente, per non “ingannare gli dei”. Il valore di 200.000 deve essere fatto risalire a quando i ludi furono votati, verosimilmente tra il 225 e il 222, momento di massima apprensione per le sorti della guerra contro i Galli. La data del 222 è più probabile, perché normalmente passavano o 5 oppure 10 anni fra il voto e l’esecuzione dei ludi. Fino al 222, pertanto, dovevano ancora essere in vigore gli assi semilibrali ridotti (di 5 once); nel frattempo era intervenuta la riduzione trientale, e ora, nel 217, quella quadrantale. Le riconiazioni confermano che lo standard quadrantale era in corso nel 216, quando iniziarono le emissioni delle città campane alleatesi con Annibale. Nel 216-215 dovette essere in uso il vittoriato. Thomsen infatti ha dimostrato come sia leggermente precedente al denario; deve quindi incastrarsi fra la fine dell’emissione del quadrigato e la riforma denariale. Riforma sestantale e l’introduzione del denario (che, pacificamente, sono connesse e contemporanee) risalgono verosimilmente al 215. Marchetti ha dimostrato come il ritrovamento di Morgantina debba essere collegato alla conquista cartaginese (213), piuttosto che alla riconquista finale romana. Egli inoltre, sulla base delle riconiazioni di monete siracusane, ritiene che lo standard sestantale non possa essere posteriore al 214. Peraltro, 52 aurei della serie marziale (Cr. 44), chiaramente connessa, sul piano ponderale, con il denario, sono stati rinvenuti ad Agrigento e sembrano dover essere attribuiti alla conquista cartaginese della città (213). Livio ricorda che nel 214 il censo minimo fu portato da 50.000 assi (qual era sino al censimento del 220) a 100.000 assi, iniziativa che può essere spiegata ritenendo che nel 220 fosse ancora in vigore lo standard trientale, nel 214 quello sestantale. Tutto questo fa ritenere che il denario sia stato introdotto nel 215. Il R/ del denario riprende l’iconografia di un octobolo dei Bruzi della fine della guerra contro Pirro (quando essi erano alleati di roma), ma con impostazione più guerresca (con le lance in resta, anziché la mano alzata). I Dioscuri alludono a un rapporto mitico tra Bruzi e Romani, per l’associazione fra la battagtlia della Sagra con quella del Lago Regillo. L’iconografia del denario può essere interpretata, allora, come una promessa di riscatto rivolta ai cittadini di Locri e quanti altri, come loro, cercavano di resistere alle pressioni belliche di Annibale. Infatti, proprio nel 215 Locri aveva deciso di opporsi ad Annibale; convinti da Annone avevano poi capitolato, ma non prima di aver fatto mettere in salvo la guarnigione romana. Lo standard onciale fu introdotto prima del 211. Le riconiazioni dimostrano che è presente nella monetazione delle città campane alleatesi con Annibale, quindi necessariamente prima del 211. Anche Marchetti, sulla base delle riconiazioni di monete siracusane, ritiene che lo standard onciale non possa essere posteriore al 211. [1] Filippo Coarelli, Argentum signatum, Roma 2013.1 punto
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Altro ritrovamento carino credo.. 2 Euro Portogallo 2009 2ª edizione dei Giochi della Lusofonia a Lisbona Tiratura mi risulta 1.250.000 Stato quasi spl direi Trovato da Granarolo come resto tabaccaio Soliera ( MO ) Buona serata1 punto
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Ciao a tutti non credo che la moneta ritrovata che vi mostrerò sia molto rara ma credo che emessa da poco e ritrovata in questa condizioni non sia molto facile che si verifichi. 2 Euro Germania zecca Germania A 2020 Palazzo di Sanssouci a Potsdam, Brandeburgo Tiratura non pervenuta Stato secondo me si potrebbe considerare splendido ma essendo novizio lascio a voi se corretto Ritrovato come resto di un caffè in un bar di San Donato Milanese ( MI ) Granarolo Spero di aver fatto tutto per bene senza aver contravvenuto a nessuna regola.1 punto
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Presenti nel nord della Mesopotamia fino dai tempi più antichi della storia, con la caduta del regno di Mitanni nel XIII sec. A.C. inizia l'ascesa politica degli Assiri, non interrotta dall'irrompere dei 'popoli del mare' ai quali riescono a resistere . Dall' XI sec. A.C. e per 500 anni, il loro impero, connotato da terrore e violenza, si impone su larga parte dell'area, quasi sempre con guerre delle quali, nei documenti pervenutici, i loro sovrani fanno vanto dei massacri e delle distruzioni : Sennacherib prendendo Babilonia si vanta di averla ridotta "simile ad un acquitrino" . Pochi anni dopo il loro ultimo grande re Assurbanipal, la loro capitale Ninive nel 612 A.C. è distrutta da Medi e Babilonesi ponendo fine all'impero assiro . Guerrieri sempre, gli Assiri, quasi in preparazione alla guerra praticano la caccia, ben illustrata nei bassorilievi pervenutici che propongono scene con forti raffigurazioni soprattutto degli animali colpiti : celebre l'immagine della leonessa trafitta e morente, che si trascina ormai sulle sole zampe anteriori lanciando l'ultimo ruggito di dolore .1 punto
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Complimenti @Marfir per questa fantastica coppia. Come riportato da diversi Autori, il conio è diverso, quello con data normale è simile a quelli degli anni successivi. Oltre alla data, le due monete differiscono per altri particolari, tipo l'orecchio. Ingrandendo le foto si notano altre differenze ( scusa mi sono permesso di manipolare le tue foto): E' descritto anche che il 1946 "data piccola" sia più lucido ed abbia un colore diverso. Ciao Beppe1 punto
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Buongiorno, dove sarebbe la contraddizione? Nell’aver portato come esempio estremo quello della baia? Allora mi spiegherò meglio. Gli acquisti sulla baia sono nella stragrande maggioranza sprovvisti di certificazioni di lecita provenienza o qualsiasi altra documentazione idonea ad attestare che ciò che si acquista non è frutto di scavo. Acquistare a queste condizioni espone chi lo fa a rischi che consapevolmente accetta poiché è cosa ben diversa dal farlo da commercianti professionisti ovvero da case d’asta. Se si possiede la documentazione non sarà necessario pagare avvocati per paralizzare qualsiasi iniziativa “punitiva” dello Stato prima ancora che la stessa possa prendere avvio. Poi per carità, nessuno dice che Lei non deve fare le comunicazioni che ritiene opportune all’autorità ma, piuttosto, che non bisogna far passare una personale iniziativa come il metodo per ritenersi al riparo dai “problemi”. L’unico metodo è avere sempre la documentazione sulla provenienza. Spero non legga polemica nel mio post perché non ve ne è. Saluti.1 punto
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Salve Come avrete appreso dalla comunicazione di @Rapax, che ringrazio, sono stato confermato nel ruolo di curatore di questa sezione. Ovviamente ringrazio @Reficul per la fiducia riposta ancora una volta. Non c'è bisogno di presentazioni poiché già ci conosciamo da tempo. Tutti sapete che riconosco grande importanza alle opere di numismatica, senza le quali difficilmente è possibile essere collezionista. Credo che per ammirare e godere di una bella moneta moneta bisogna conoscerne le caratteristiche, la storia, il contesto della sua coniazione. Ovviamente questa sezione può avere senso soltanto se verrà arricchita dai vostri contributi: la segnalazione e/o la recensione di nuove monografie, articoli di riviste, atti di convegni, di congressi o di giornate di studio, resoconti di scavi, scoperte di ripostigli, ecc. saranno accolti con favore, purché, ovvio, costituiscano una novità editoriale. Credo che soprattutto in questi momenti di apprensione leggere un buon libro di numismatica possa essere utile e rasserenante. Grazie a tutti per l'attenzione.1 punto
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Accertato che non sono stati messi....per sbadataggine e/o per errore, vedremo nel corso di ulteriori sviluppi/studi su queste coniazioni se qualcosa verrà fuori; ipotesi ci sono, ma se queste si fanno senza un minimo di concretezza, almeno di un rigo di documentazione, di una certificazione di una coniazione/liberata per determinate motivazioni/ordini reali ecc.ecc. mi prendono per matto. Certo è ... che negli anni addietro alla Repubblica si pensò di operare queste segnature.....trasferite poi successivamente, proprio per certificare determinate coniazioni in quegli anni "burrascosi"... Per concludere...tra il 90/91/92......ci devono essere, per forza, altre motivazioni.1 punto
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Sarà anche vero, certo è che, da come ha raccontato ed argomentato la sua esperienza, personalmente non avrei certamente attribuito lo scritto ad un ragazzo di 14 anni. Già il fatto di aver acquistato un apparecchio del genere al fine di migliorare le sue monete, lascia trasparire tutta la sua passione per la numismatica... bravo. P.S. questo tipo di errore lo commettono in tanti (mi iscrivo a questa categoria di utenti) con sulle spalle molte più primavere di Gabriele. Il ragazzo, appena quattordicenne, ha tutto il tempo per imparare.1 punto
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la moneta è senza dubbio un grosso agotano da 2 soldi di età comunale (1285-1290), non è derivante dalla rievocazione storica di cui si parla sopra (in cui l' unica moneta coniata è il grosso con l' agnello che tra l' altro non assomiglia minimamente al vero) c'è da dire che non conoscevo l' esistenza di riproduzioni moderne del grosso... è molto strano!!! io non sono affatto d'accordo nel dire che sia un falso... le misure, al contrario di quanto affermato prima tornerebbero, la larghezza superiore è dovuta solo al tipo di conio utilizzato che permetteva al tomdello di estendersi al colpo non avendo le sponde laterali. io che ho visto l' esemplare alla pinacoteca di volterra proprio ieri, credo che non sia da dare così per scontata la tesi della riproduzione, andrebbe vista dal vivo ma per me è solo lavata...1 punto
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