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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/25/20 in tutte le aree
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Come sempre il buon Alberto (alias @Litra68) propone delle discussioni che trovo molto stimolanti. Perciò non posso far altro che dare anch'io il mio piccolo contributo. Per quanto mi riguarda, trovo difficoltà nel definire in modo inequivocabile la mia numero 1. Ciò deriva dal fatto che, nel mio percorso numismatico, ho vissuto una serie di evoluzioni radicali. Anni fa collezionavo gli euro (prima solo da circolazione, poi anche acquistati) ma francamente non ricordo minimamente quale sia stata la prima moneta... Forse, partendo come base dalle monete già presenti nel mio "salvadanaio", potrei dire di non averla mai avuta una N°1 degli euro. In ogni caso, dopo circa 5 anni, mi stufai per una serie di motivazioni di quell'ambito collezionistico e lo abbandonai. Fortunatamente, però, non persi la passione che ormai mi legava alle monete. Una sera di novembre, passeggiando insieme ai miei genitori per le vie del centro di Bologna, notai nella vetrina di un noto negoziante una moneta "speciale". Si trattava di un 40 franchi del 1812 di Napoleone. Fu amore a prima vista! A quel tempo non sapevo che si vendessero monete del genere e mi sembrava la cosa più bella del mondo. Ero sempre stato un grande ammiratore del condottiero dal bicorno nero e vederlo ritratto su di una moneta d'oro in una posa così imperiale e solenne mi mandava letteralmente in brodo di giuggiole. Iniziò, allora, la mia seconda fase, un periodo "travagliato" di rapida formazione, esperienza diretta e, soprattutto, acquisti compulsivi dettati dalla frenesia di comprare nuove monete. Come già spiegato in altre occasioni, questi acquisti non riuscivano però a darmi piena soddisfazione. Mancava sempre qualcosa; le monete peccavano spesso e volentieri di "difetti" che mal digerivo... Fu così che, presa coscienza della situazione, con non poche difficoltà, diedi inizio ad una seconda "rivoluzione": mi disfai progressivamente di gran parte delle monete acquistate, in modo tale da avere a disposizione una somma di denaro da poter impiegare in acquisti più ponderati. L'obiettivo era (ed è tuttora) quello di creare una collezione basata su pochi pezzi ma in alta conservazione. La prima moneta di questa terza ed ultima fase è un 20 franchi del 1811 zecca di Parigi. Ci sarebbe una storia simpatica da raccontare su questa moneta. Dovete sapere che si è trattato di un acquisto tutto sommato casuale. Questo marengo, infatti, proviene da un'asta americana risalente al gennaio dello scorso anno. In realtà, però, stavo seguendo l'asta per un'altra moneta: uno stupendo quarto di franco anno 13. Purtroppo, il quarto di franco l'ho conteso il più possibile con un altro offerente ma, giunto alla soglia dei 1.000 dollari, ho dovuto cedere. Sconfitto e amareggiato volevo, comunque, vedere come procedeva il resto dei lotti "napoleonici". Giunti al gruppo dei 20 franchi ho assistito ad una lotta feroce per tutti quei lotti che presentavano un punto in più di grading, mentre gli altri venivano quasi ignorati. Come saprete, il mercato americano è fatto così... Non riuscivo, tuttavia, a capacitarmene: anche le monete con il numerino più basso erano stupende. Perché bistrattarle in tal modo, pagandole la metà? Mi sembrava (e lo penso tuttora) un'assurdità! Decisi, così quasi per gioco di fare un'offerta su uno dei marenghi di "serie B" (quello che mi sembrava messo meglio), sicuro che qualcuno avrebbe comunque rilanciato. E, invece, accadde l'impensabile: 1, 2, 3... Aggiudicato! Inizialmente rimasi interdetto... Non mi sarei mai aspettato che una moneta del genere venisse venduta ad un prezzo così basso: solo 550 dollari (che coi diritti diventavano 660). I 20 franchi col punticino in più superavano agevolmente i 1000 euro e, confrontandoli col mio, la differenza era minima; forse addirittura inesistente in certi casi... Ad ogni modo, non mi sono mai pentito dell'acquisto, anzi! Vedendola in mano devo dire che è veramente bella e credo valga pienamente i soldi spesi ? Di seguito vi mostro la foto scattata dalla casa d'aste. Buona serata a tutti e buon proseguimento con la splendida discussione ?8 punti
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Buonasera a tutti. Vi presento il mio primo Tornese con Ara. Filippo III Tornese 1619 Dritto - * PHILIPP : D : G : REX Cornucopia curvata a sinistra con frutta e spighe, ai lati la data 16 - 19 Rovescio : * VIGILAT : ET :CVSTODIT Ara a lati curvi con sopra leone giacente, sotto si trovano delle lettere DY (oppure G capovolta e Y) ? La moneta presenta delle ribattiture su entrambe le facce, dovute a salto del tondello in fase di coniazione. Chiedo il Vostro aiuto per sapere se le lettere sono conosciute o Inedite. Grazie a chi vorrà aiutarmi nella ricerca. Un caro saluto, Rocco.4 punti
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Buonasera a tutti, in questi giorni in cui siamo costretti a stare in casa per il nostro bene, ognuno di noi avrà avuto e avrà tanto tempo per riflettere, mi auguro non sempre e solo riflessioni tristi, ma anche qualcosa di bello, magari di quanto eravamo più piccoli, a cosa ci dava gioia, cosa ci piaceva, io per esempio andavo pazzo per i fumetti, in particolare facevo scorpacciate di Topolino, immaginavo cosa potesse provare Paperon de Paperoni quando si tuffava e nuotava tra le sue monete.. ? In effetti riflettendoci, quanti di noi hanno un rapporto così con le monete, io ogni tanto le sparpaglio sul tavolo della cucina e mi raccolgo in profonda ammirazione, quasi mi ci tufferei sopra. Ma la cosa che più mi piaceva e continua a piacermi era il suo Amore e senso di protezione per la mitica N°1. Quanti di noi hanno una moneta (non necessariamente la prima ad essere entrata in collezione) che amano particolarmente, al punto da innalzarla al rango di N°1? Credo tanti se non tutti. Stasera Ripropongo una delle mie monete, già passata nel Forum, ma questa sera in veste speciale, la mia N°1 Bronzetto con Testa di Athena con Elmo Corinzio e al Rovescio Galletto con Astro e Etnico Suesano 260 circa A.C. Il cartellino personalizzato che l'accompagna mi è stato donato dal Fratello Lamonetiano @Rocco68 che ringrazio pubblicamente. Mi farebbe piacere che condivideste le vostre Numero 1. Saluti Alberto4 punti
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Ciao, già solo dall'impostazione del testo del messaggio posso dire che al 99% è una bufala, leggendolo posso affermarlo al 100%. Questi messaggi hanno alcune caratteristiche che li contraddistiguono: 1) Non hanno mai date precise: "appena uscito", "ieri", "oggi" 2) Non ci sono mai soggetti chiari e identificabili "hanno APPENA scoperto..." (Chi ? Datemi i nomi e il nome dell'articolo/pubblicazione!) 3) Sono infarciti di nomi pseudoscientifici e misti di qualche verità quà e là 4) Sono sempre latori di notizie sconvolgenti/importanti 5) pretendono di essere una fonte di notizia alternativa... che i media/i potenti vogliono nascondere a noi poveri cittadini 6) ti chiedono di divulgare/far circolare la notizia 7) usano spesso punti esclamativi, maiuscole... 8 ) mancano sempre dati precisi, link a pagine di siti autorevoli... 9) cercano di colpire la tua sensibilità..."potrebbe aiutare a salvare vite, compresa la tua e dei tuoi famigliari" Quando sono presenti 1 o più di questi punti (e ne ho sicuramente omessi)... aumenta la probabilità che si tratti di una bufala... Leggendo poi il testo confermo che si tratta di una (pericolosa) bufala! Spero di esserti stato d'aiuto. Buona serata Guido4 punti
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Tra le foto che ho in casa ho scelto questa: Comune di Padova Ulrich von Walsee (1320-1321) Grosso aquilino D/ + (anello) PADVA (anello su rosetta) REGIA (tre losanghe a trifoglio), aquila stante ad ali spiegate con la testa rivolta a destra R/ CI - VI - TA - S (anello - scudo con le armi di Walsee - rosetta), grande croce patente che divide la legenda e un cerchio di perline Rif.: Passera 63; CNI VI, 9 Mi mancano i dati precisi su questa moneta (li metterò successivamente). Di norma questi grossi hanno un peso intorno a 1,40 grammi e un diametro di 21 mm. Il grosso imita quello di Merano coniato nella seconda metà del XIII secolo da Mainardo II e Alberto II, grosso che ebbe un grande successo e venne imitato da molte zecche. Lo stemme dei Walsee è di nero alla fascia d'argento. Sul dritto è visibile la traccia della croce del rovescio causata dal colpo di conio che ha sollevato il metallo. Arka Diligite iustitiam4 punti
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difficile scegliere la n 1, per un motivo o per un'altro ce ne sarebbe più di una da meritare il primo posto... ad esempio potrebbe starci una della serie cinquantenario, visto che è la mia serie preferita... oppure anche 2 lire re eletto mi piace tantissimo, diciamo sono queste le monete che guardo e riguardo con più frequenza... però un po a sorpresa al primo posto ci metto una outsider ?.. visto che mi piacciono tutte.. scelgo questa.. un 50 centesimi 1889, anche questa molto bella per i suoi fondi speculari... ma, a differenza delle altre, porta con se un un'insegnamento... il venditore mi disse che l'acquisto' da un un'anziano signore che dovette vendere a malincuore per raggiunti limiti di età... da qui la conclusione.. il collezionista è un custode del tempo che un giorno dovrà trasmettere questo incarico a qualcun'altro.. ?4 punti
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Di Carlo Alberto ho un paio di monete di cui vado fiero. Non sono particolarmente rare (anzi, il 5 lire è piuttosto comune...), ma la conservazione è particolare:3 punti
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Buonasera, la mia moneta n° 1 è una moneta di Ferdinando I d'Aragona. Coronato con l'Arcangelo con scudo circolare che trafigge con una lancia un drago. Ritengo che la conservazione dei dettagli di questa moneta sia eccezionale3 punti
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3 - James Brooke, il grande avventuriero. Riprendiamo la nostra disamina per parlare di colui che diede vita a tutto questo. Sir James Brooke nacque in India nel 1803, da genitori inglesi. Egli era di famiglia nobile, tuttavia, come spesso capita, i nobili natali non sempre coincidono con grandi ricchezze. Perciò il nostro James fu ben presto costretto a prendere la via del mare, imbarcandosi in molteplici spedizioni commerciali e militari. In seguito alla classica eredità lasciata da un lontano parente, nel 1836 egli potè acquistare una nave da guerra propria, la Royalist, che fu parte integrante delle sue successive fortune, A partire dal 1839 si trovò, quasi per caso, ad aiutare il Sultano del Brunei, nel fronteggiare una serie di gravi rivolte interne. Brooke riuscì ad avere la meglio sugli oppositori del Sultano, anche grazie alle truppe coloniali britanniche, ed in seguito, egli svolse un importante opera di repressione anche contro i pirati che infestavano le acque della Malesia. Nel 1841, come premio per i suoi servigi, il Sultano gli regalò dei territori nella regione denominata Sarawak ed il titolo di Rajah (equivalente al nostro Re). Inizialmente il territorio in dotazione era piuttosto limitato, ma ben presto l'abile avventuriero riuscì ad ampliarlo sensibilmente, spesso proprio a discapito del Sultanato del Brunei, un tempo potente ma all'epoca in forte decadenza. I legami con l'impero britannico furono sempre molto stretti, difatti nel 1846 Brooke si fece da tramite tra la Regina Vittoria ed il Sultano del Brunei per la firma di un trattato che prevedeva la cessione dell'isola di Labuan all'Inghilterra, di cui lui stesso venne poi nominato governatore. Durante il suo regno, James si diede da fare per organizzare una entità statuale sul modello occidentale e malgrado venne aspramente criticato in patria per i suoi metodi di brutale repressione contro i pirati ed i cacciatori di teste, va detto anche che, nei confronti degli indigeni di Sarawak, la sua fu una politica paternalistica e non di mero sfruttamento. Il primo Rajah bianco morì nel 1868, dopo essere sopravvissuto a diversi intrighi e tentativi di colpo di stato, da ultimo anche da parte del nipote John, inizialmente indicato come suo erede. Gli successe pertanto un altro nipote Charles, di cui avremo modo di parlare in seguito. (un ritratto giovanile di James Brooke come primo Rajah di Sarawak)3 punti
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Un giorno vagando per i corridoi della mia scuola (frequentavo la terza elementare) mi sono imbattuto in questa 500 lire vaticano 1989 e da qui ebbe inizio il mio viaggio nel mondo della numismatica.3 punti
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Innocenzo XII (1691-1700), Roma, TESTONE (Munt 40, CNI 55) D/: Stemma oblungo in cornice, chiavi con impugnatura a intagli, cordoni e fiocchi INNOCEN . XII - PONT . M . A . IIII R/: Figura dell'Abbondanza, in basso a destra armetta Mons. Maffeo Farsetti, presidente delle zecche EGENO - ET - PAVPERI . Es. 1694 T/: Liscio Peso: 9.19 g. Note: conservazione insolita, gradevole patina. La legenda al R/ che si traduce in "(Porgi la tua mano) al bisognoso e al povero" è un incitamento alla carità tratto dal Deuteronomio XV, 11: "...ut aperias manum fratri tuo egeno et pauperi ("...affinchè tu apra la mano al tuo fratello bisognoso e povero). L'Abbondanza viene raffigurata come una donna con una fiamma sul capo, che avanza tenendo una cornucopia capovolta da cui cadono monete. La fiamma in tutte le tradizioni è simbolo di illuminazione, purificazione ed amore spirituale, mentre la cornucopia è simbolo di abbondanza, speranza e carità. Il conio di questo testone è opera di Pietro Paolo Borner, svizzero, che fu impegnato nella zecca di Roma sotto Innocenzo XII e Clemente XI. Durante il pontificato di Innocenzo XII, Borner lavorò sicuramente fino al 1698, quando rinunciò all'incarico e Ferdinando di Saint Urbain fu nominato incisore della zecca di Roma con lettera patente del camerlengo card. Giovan Battista Spinola, in data 10 maggio 1698. In merito alla rappresentazione del rovescio, si deve ricordare che Innocenzo XII (al secolo Antonio Pignatelli, nobile napoletano), fu detto "il padre dei poveri" ai quali egli dedicò tutte le più grandi cure. Ridusse per essi il grande palazzo lateranense ad ospedale e pensò ai fanciulli indigenti, destinando l'edificio di Ripagrande alla loro educazione ed indirizzandoli al lavoro ed alle arti e specialmente a quella della lana. Grazie a chi vorrà intervenire e integrare Michele2 punti
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Si è lei, ed in prossimità dell orecchio, il taglio è la bocca della gorgone, con la classica lingua che esce...?2 punti
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Per me è una G capovolta e Y, la moneta se non ricordo male...è passata a un asta qualche settimana fa. Con questo accoppiamento...nel 1619, non era censita.2 punti
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Ripropongo dal post di apertura, il medaglione aureo di Teodorico : mm. 33 x g. 15,32 (compresa chiusura saldata al rovescio) Già in coll. F. Gnecchi, dal 1923 al Museo Nazionale Romano2 punti
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Grazie. Ciao Purtroppo questo è un souvenir. La moneta è falsa, per i turisti.2 punti
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Buonasera a tutti, ho appena spento il PC per il telelavoro, credo sia ora di rilassarsi un po' in attesa della cena, ringrazio tutti per la partecipazione a questa discussione, complimenti per le vostre bellissime monete, Beppe, @giuseppe ballauri, sui Cavalli mi inviti a nozze, sia perché amo i Cavallini Aragonesi e sia perché allo stesso modo amo gli altri Cavalli Napoletani, senza disdegnare i cavallotti che pure mi intrigano. Ritornando alla tua richiesta sul perché della moneta Chiamata Cavallo, ti riporto la spiegazione che ne fa Wikipedia, che non si discosta da quanto riportato nei libri. Il cavallo è una moneta di rame emessa per la prima volta nel 1472 da Ferdinando I per Napoli e per la Sicilia. Al dritto portava la testa del re ed al rovescio un cavallo passante. Dal XIII secolo, la quantità d'argento nelle monete del regno andava facendosi sempre più scarsa, fino a raggiungere la proporzione di 1/16 d'argento per 15/16 parti di rame o anche 7/360 parti argento per 353/360 di rame con la sesta emissione di denari d'argento da parte di Federico II. Siccome i denarelli aragonesi erano coniati con una scarsa proporzione d'argento[3], e quindi considerevole il guadagno che la Regia Curia traeva da quella sleale monetazione, nel Reame e negli stati circonvicini era comune pratica falsificare le monete. Dietro la protesta dei pubblici ufficiali destinati a riscuotere le imposte del reame, che si lamentavano dello scarso valore della moneta, Ferdinando I, dietro consiglio di Orso Orsini duca d’Ascoli, bandì che fossero vietati i denari di biglione e che si coniassero, invece, monete di puro rame, grosse quanto le antiche medaglie, ossia mezzi carlini degli Angioini[5]. Sulle monete di rame, essendo scarso il guadagno, i falsari non troverebbero utilità alcuna nel coniarle. Ordinava inoltre Ferdinando che, da una parte di detta moneta fosse ritratta la sua effigie, e che, dall'altra si ponesse "una qualche digna", come proposto dal Conte di Maddaloni, Diomede Carafa. Venne quindi rappresentato un cavallo, con attorno l'epigrafe ÆQVITAS REGNI.Dodici cavalli avevano il valore di un grano. I cavalli di Ferdinando I d'Aragona furono coniati nelle zecche di Amatrice, Aquila, Brindisi, Napoli e Sulmona. Il nome rimase poi a monete dello stesso valore anche se i tipi erano diversi come, ad esempio, quella battuta da Carlo VIII nel 1494. Dopo l'iniziale successo dei cavalli, il dominio aragonese e la discesa di Carlo VIII su Napoli portarono ad una facile concessione di zecca ed una conseguente perdita di peso della moneta che ne cagionarono ben presto il discredito. Con la perdita del suo valore, il cavallo fu abolito nel 1498 e sostituito con il "doppio cavallo" o sestino da Federico d'Aragona. In seguito, nel 1626, sotto Filippo IV di Spagna fu nuovamente emesso il cavallo per breve tempo. I multipli (da 2, 3, 4, 6 e 9 cavalli) furono invece emessi fino a Ferdinando IV. Il 1804 fu battuta l'ultima moneta da tre cavalli ed i cavalli non furono più emessi: al loro posto il tornese del valore pari a 6 cavalli. Saluti Alberto2 punti
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Buongiorno, in luce all’interesse che stimolano i “tribute penny” di cui segnalo due recenti discussioni: https://www.lamoneta.it/topic/184083-tribute-penny/?tab=comments#comment-2053129 e https://www.lamoneta.it/topic/183882-retribution-penny-augusto/?tab=comments#comment-2051152 e anche quello sempreverde relativo ai suberati in ottica didattica vi segnalo un esemplare che presenta entrambe le caratteristiche. Dapprima un esemplare da confronto di buona qualità: Tiberius “Tribute Penny” AR Denarius. Rome Mint 14-37 AD. Obverse: TI CAESAR DIVI AVG F AVGVSTVS Laureate head of Tiberius right. Reverse: PONTIF MAXIM Livia enthroned right holding branch and scepter, legs of chair ornamented, single line below. References: RIC 30. Size: 19mm, 3.85g. Numismatic Notes: Virtually as-struck and nearly FDC! Lustrous and incredibly beautiful example of this famous type! This is the "tribute penny" mentioned in the bible! Absolutely stunning in every regard! https://www.vcoins.com/it/stores/romae_aeternae_numismatics/136/product/tiberius_tribute_penny_silver_denarius_seated_livia_ric_30_about_fdc_lustrous/665736/Default.aspx Ed ora l’esemplare suberato: legenda congrua, caratteri compatibili, dati fisici compatibili come diametro ma calante come peso: 2,6 g!!! Notate i rilievi consumati: ha circolato per un bel po’! Un suberato di buona qualità come tanti che probabilmente giacciono nei nostri vassoi scambiati per “denari un po’ leggeri” … Interessante pezzo, no? Ciao Illyricum2 punti
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Ciao questo conferma ancora di più la "tesi" che i suberati erano emissioni ufficiali, come ho detto in precedenza non si spiegherebbe l'usura che si riscontra su molti suberati, e la loro continua circolazione, vi posto il mio che come quello di @Illyricum65 risulta più leggero del denario ma in linea con quello postato visto la maggior perdita di argento. E' ormai assodato che le monete pagate a Giuda fossero shekel in quanto una volta restituite furono usate per comprare un terreno dove seppellire gli stranieri, e da studi il prezzo di tale terreno corrisponderebbe a circa quel valore,cimitero che esiste ancora oggi. Silvio2 punti
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Ciao, moneta comune, purtroppo in cattivo stato di conservazione con numerosi graffi, colpi sul bordo e segni di sporcizia/corrosione al dritto. Direi MB. In queste condizioni il valore è davvero di pochi euro. Ti allego le foto di 3 esemplari passati in asta, rispettivamente BB, SPL e FDC rame rosso, così per farti l'occhio. Michele P.S.: toglilo dal cartoncino, almeno te lo giri in mano bello libero!2 punti
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Un caro saluto a tutti, Condivido il nominale più piccolo coniato nel 1790, il 3 Cavalli Ho scelto il più rappresentativo fra le varianti: il busto diverso. Partecipate e condividete, dimenticando per pochi minuti i problemi che stiamo vivendo. Rocco.2 punti
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REGNO D'ITALIA - BUONO DA L. 2 - ESPOSIZIONE DI MILANO - 19282 punti
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Ciao, in effetti certi testi parlano di "monete d'argento" e altre di sicli. ... Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: “Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?”. E quelli gli fissarono trenta monete d’argento.Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. (Matteo 26, 14-16) Nel libro di Zaccaria, al profeta viene pagata la stessa somma per il suo compito quotidiano di pastore: Poi dissi loro: “Se vi pare giusto, datemi la mia paga; se no, lasciate stare”. Essi allora pesarono trenta sicli d’argento come mia paga. Ma il Signore mi disse: “Getta nel tesoro questa bella somma, con cui sono stato da loro valutato!”. Io presi i trenta sicli d’argento e li gettai nel tesoro della casa del Signore. Poi feci a pezzi il secondo bastone chiamato Unione per rompere così la fratellanza fra Giuda e Israele. (Zaccaria 11, 12-14) Nel libro dell’Esodo, invece, trenta pezzi d’argento era il prezzo di uno schiavo che veniva ucciso: Se il bue colpisce con le corna uno schiavo o una schiava, si pagheranno al padrone trenta sicli d’argento e il bue sarà lapidato. (Esodo 21, 32) Tenendo conto di questo, Giuda ha tradito Gesù per denaro? Si può solo teorizzare, ma quello che è evidente è che trenta monete d’argento erano un compenso ben misero per il grande male che hanno provocato, come Giuda ha poi tragicamente capito. Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì infatti amaramente di ciò che aveva fatto. Restituì le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani, dicendo “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente”, ma quelli dissero: “Che ci riguarda? Veditela tu!”. Egli allora gettò le monete nel tempio e andò a impiccarsi (Matteo 27, 3-5). https://it.aleteia.org/2017/04/12/valore-attuale-30-monete-argento-giuda/ Ciao Illyricum2 punti
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Belle monete caro @giovanni0770! In particolare la Piastra 1790 te la invidio un pò... perchè è bella e mi manca. Poi è considerata C ma da quando mi interesso di Monete di Napoli, non è che se ne vedano molte ( forse perlomeno un NC ci starebbe, cosa ne pensate ?). Ciao Beppe2 punti
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Concordo che possa trattarsi di un denaro di Federico II come già detto da @Caio Ottavio , ho provato a riscrivere la legenda del R/. Chiedo scusa per il pessimo risultato, ma non sono molto bravo in queste tecniche di disegno.2 punti
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E siccome le caselle più grandi dei miei box contenitori misurano max mm 45 x mm 45, questa rettangolare da mm. 47 l'ho dovuta inserire in posizione obliqua Si, ho ancora i cartelline con la dicitura in lire… ci sono molto affezionato.2 punti
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La nota relativa al Tribute Penny fa riferimento al passo evangelico "date a Cesare quel che è di cesare e a Dio quel che è di Dio". Incastrando cronologia della vita di Cristo e imperatori regnanti, il denario che mostrò Gesù durante questo suo famoso discorso è stato tradizionalmente identificato con il denario emesso a nome di Tiberio. Una emissione tutto sommato comune o non così rara, ma che proprio per la sua "identificazione/connessione" con il passo evangelico riscuote sempre un gran successo commerciale con la conseguenza che il suo prezzo è figlio diretto della legge domanda/offerta2 punti
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Aggiungo altre nozioni al nostro piccolo fiorentino. Avendo valore 1 denaro era la dodicesima parte del soldo, che nella metà del 1200 era il fiorino di argento. il titolo dell'argento del Fiorino era di 906,2 per mille, mentre il denaro era in mistura con titolo dell'argento 156,25 per mille. Qui di seguito posto le due monete a confronto, apprezzerete che in quell'epoca era la quasi perfetta riduzione della moneta d'argento, cosa che successivamente non avverrà più, o almeno non sempre. Saluti Marfir2 punti
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@Malikalkamil, ti consiglio di seguire questa discussione dove troverai, almeno lo spero, testi per le monete di tuo interesse. https://www.lamoneta.it/topic/185875-bibliografia-numismatica-meridionale/2 punti
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Ciao, quello che hai postato è un ottimo gigliato emesso da Roberto d'Angiò e, quindi, contemporaneo e non postumo. Presenta nel campo del diritto un giglio, allegoria di prescrizione voluta dal Re per garantirne l'autenticità e la bontà. Altri simboli che possono trovarsi sono una ghianda, un anellino, un globetto, una mano che porge il fiore ed altri. I postumi hanno un flan più ampio, figure meno definite e, usualmente, la legenda Robert. Tra le varie pubblicazioni, ti consiglio questa:2 punti
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Ciao a tutti, Questa è la mia 1798 con 9 torrette, arco chiuso e sottocorona rigato. Non sarà in alta conservazione ma le sue particolarità la rendono interessante. Saluti a tutti, partecipo poco perchè ho una "giovane" collezione, ma vi leggo sempre con piacere.2 punti
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Condivido in un'unica immagine tutti i Grani Cavalli del 1790. Penso sia l'unica serie finita....2 punti
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Quando la vidi la prima volta l'ho voluta a tutti i costi, più che altro perché delle isole Tonga ancora non avevo nulla e per il suo formato, una moneta quadrata è inusuale ma piuttosto frequente, una moneta rettangolare è invece strana assai, in special modo se coniata per la circolazione. Questa moneta nonostante l'ampiezza non è proprio pesante (16 grammi), ma in compenso è molto "larga", posso indicare l'area della superficie oltre 13 cm2 1 pa'anga in rame/nickel delle isole Tonga - mm. 47 x mm. 282 punti
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Cari amici sovranofili, in questo momento di tensione e cattivi pensieri, provo a portarvi un po' di distrazione. Vi presento l'ultimo ingresso in collezione. Come al solito vi mostro le foto del venditore; esse mi hanno incuriosito e portato a considerare l'acquisto attraverso le foto dell'ente certificatore. Infine vi mostro le foto fatte da me in questi giorni di nullafacenza. foto venditore foto ente mie Da tempo cercavo una Vittoria giovane e San Giorgio con questi capelli. Che ve ne pare? Pareri sul grading (chi la conosce si astenga)? Buon pomeriggio.2 punti
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Salve a tutti, è la prima volta che apro un topic in questa sezione, e lo faccio perché avrei bisogno di alcuni consigli relativi alla tetradramma di Atene che sono riuscito recentemente ad aggiudicarmi. Come ho scritto spesso nella sezione delle medievali (sulle quali mi sono concentrato di più fino ad ora) il progetto collezionistico che sto perseguendo, e che probabilmente occuperà gran parte della mia vita "numismatica", prevede di raccogliere un centinaio tra le monete più importanti della storia dal punto di vista commerciale, quelle che hanno avuto una vasta circolazione internazionale. Ovviamente la prima antica che ho acquistato è stata proprio la "civetta"! So che il mio progetto mi "condanna" a non specializzarmi mai in nessuna monetazione, visto che abbraccia l'intero globo e l'intera storia della moneta, però ritengo essenziale "corroborare" ogni acquisto con uno studio quanto più ampio possibile, con particolare riferimento agli aspetti storico-economici, ma non solo. Nel caso della civetta, appena me la sono aggiudicata, ho acquistato su internet il Dewing, che mi è arrivato pochi giorni fa (per ogni moneta ho almeno un catalogo tra quelli che costituiscono i riferimenti principali su quella moneta; so che ad alcuni potrà sembrare uno spreco di denaro, però mi piace avere un riscontro "fisico" della catalogazione). Proprio leggendo il Dewing (e qui entriamo nel vivo della questione) ho notato che alle tetradramme 1591-1598 (ho scelto quella coniata in maggior quantità perché è quella che risponde meglio al mio criterio collezionistico, oltre che la più facilmente reperibile) è attribuita come datazione presunta 449-420 a.C., mentre ho notato che quasi tutte le case d'asta attribuiscono, nelle descrizioni, 454-404 a.C. Sapreste dirmi da quale studio deriva l'intervallo 454-404 a.C.? E qual è il testo più valido in materia di datazione delle monete ateniesi che io possa reperire? E' ancora Athenian coinage di Starr? E, al di là della datazione, quali testi dovrei leggere per studiare soprattutto gli aspetti storico-economici legati alla civetta (contesto storico, produzione e zecca, circolazione)? Già che ci siamo, un'ultima domanda: le tetradramme classificate in Dewing coi numeri dal 1591 al 1598 si possono considerare "tipologicamente identiche", o no? Cioè, ci sono differenze sostanziali che potrebbero portare a classificare la mia moneta in maniera più precisa con uno solo di quei numeri? Ringrazio infinitamente chiunque vorrà intervenire per fugare i miei dubbi, e mi scuso per essere stato prolisso. Come ho scritto anche altrove in questi tempi dolorosi il forum è uno "sfogo" importante che permette di coltivare la nostra passione e pensare un po' ad altro, oltre che di avere rapporti umani, sebbene virtuali, e quindi il ringraziamento è doppio.1 punto
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CARATTERISTICHE PRINCIPALI Peso: 3,33 grammi Diametro: 19-20 millimetri Metallo Presunto: a vederlo rame Un saluto a tutti, è un antoniniano di Galieno? Cercando ne ho trovati di simili ma con la PAX raffigurata diversamente, altra curiosità da cosa si capisce la zecca?1 punto
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Purtroppo devo confermare che il primo volume è introvabile ormai da tempo. Spero di fare cosa lieta inserendo qui nel post le 3 pagine riguardanti anche il gigliato oggetto della discussione.1 punto
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BEATA VERGINE DI GALLIVAGGIO VALCHIAVENNA SONDRIO Purtroppo il 29 maggio 2018 una frana dall'alto della montagna investì il santuario Per la storia vedi: https://www.santuariogallivaggio.it1 punto
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La spoliazione fu fatta anche da Costante II, Riguardo il suo arrivo a Roma; ( Fonte :sempre http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/storia-e-identita/storia-antica-e-di-roma/2930-costante-ii-in-italia) "Campidoglio, le terme, l'Anfiteatro di Tito, il Pantheon, il tempio di Venere e di Roma, le colonne degli imperatori, il foro della Pace, il teatro di Pompeo, l'Odeon, lo stadio di Domiziano e, specialmente, il foro di Traiano. Dopo trecento e sei anni di una storia piena di avvenimenti, in parte spaventosi, un imperatore romano stava nuovamente innanzi a quei monumenti: la sua barbara ignoranza avrà appena conosciuto qualcuno di quei nomi di cui s'era impadronita la leggenda, poiché gli studiosi di antichità della città di allora, se anche qualcuno di essi lo avrà accompagnato, erano incapaci di illustrarli con la parola erudita di Cassiodoro. I tre secoli, Roma s'era trasformata come una crisalide. Il tempio di Giove era rovinato da molto tempo; abbandonate e cadute erano le terme; le fontane non gettavano più una goccia d'acqua; l'erba cresceva folta nell'anfiteatro e le sue mura crollavano. Una piccola parte del palazzo imperiale serviva di dimora, rovinato il resto; il foro della Pace e tutti gli altri fori, seminati di ruderi o deserti; solo la colonna del foro di Traiano, come quella di Marc'Aurelio, si ergeva maestosamente tranquilla tra templi vacillanti e biblioteche vuote, dove qua e là, contro la caduta e l'oblio, lottava ancora qualche statua annerita di qualche genio greco o romano. Circo e teatri, da molto tempo curvati sotto il peso dell'età, erano in piena decadenza; il gran tempio di Venere e di Roma, che solo recentemente era stato scoperchiato del suo tetto, era precipitato a metà. E dovunque si posava lo sguardo tra i monumenti cadenti per vecchiaia, si vedevano chiese fatte coi materiali di quelli, o conventi che si addossavano ad essi, oppure infine templi cambiati in chiese. Dovunque, Roma era sopravvissuta alla trasformazione ed alla trasposizione dei suoi monumenti, vedendosi ora templi mutati in basiliche, e marmi e colonne e architravi divelti dagli edifici per ornare chiese vicine o lontane. Una duplice Roma perciò si mostrava agli occhi di Costante: una antica ed una nuova, come accade ancora oggi. E, come oggi, l'anfiteatro di Tito era il centro dell'antica Roma. (…) È difficile che l'imperatore greco meditasse mestamente sulle sorti della capitale del mondo; e piuttosto, quando con vacua e rapida curiosità faceva correre lo sguardo sui ruderi di Roma, roba sua, trovava che restavano ancora degli oggetti per appagare la sua cupidigia. Parecchie statue, di bronzo, si ergevano ancora nelle vie e nelle piazze, come le aveva già viste Procopio, e può darsi che i bizantini, i quali andavano in giro frugando, le cercassero avidamente anche nei templi chiusi. Il pontefice mostrava al suo ospite il Pantheon, dono imperiale fatto alla Chiesa; Costante ne vide il tetto di bronzo dorato sfavillare sotto i raggi del sole , e, senza che lo trattenesse il rispetto alla Vergine e a tutti quanti i martiri, ordinò che sul suo naviglio si caricassero quelle tegole preziosissime. A malincuore risparmiò i quadrelli dorati che ricoprivano il tetto di S. Pietro, poiché impediva di strapparli la santità della basilica oppure il timore di far sollevare i romani. Dodici giorni soli dimorò Costante a Roma, e tanto bastò perché la città fosse derubata de' suo ultimi tesori antichi di bronzo, fino ai più piccoli avanzi. La splendida statua equestre di marco Aurelio, in bronzo dorato, sfuggì solo come per miracolo all'avidità del predone bizantino. (…) Nel giorno della sua partenza l'imperatore volle assistere ancora una volta alla messa sulla tomba dell'apostolo; poi, accomiatatosi dal papa, veleggiò col suo bottino per Napoli. Ma né egli né Costantinopoli dovevano godere del saccheggio di Roma. Nell'antica Siracusa - dove Costante aveva fissato la sua dimora nell'isola Ortigia, in cui accumulava il danaro spremuto, con balzelli, dalla Sicilia, dalle Calabrie, dall'Africa e dalla Sardegna, e dove ammassava perfino gli arredi d'altare delle chiese - quattro anni dopo era ucciso, mentre era nel bagno; uno schiavo gagliardo gli rompeva il cranio con un vaso di bronzo. I capolavori artistici di Roma, deposti nella città isolana, cadevano subito dopo nelle mani dei Saraceni, allorché essi conquistarono Siracusa.» ( Ferdinand Gregorovius, «Storia della città di Roma nel Medioevo» (titolo originale: «Geschichte der Stadt Rom in Mittelalter», traduzione a cura di Luigi Trompeo, casa Editrice Fratelli Melita, 1988, vol., 2, pp. 179-85):1 punto
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Diciamo che le difficoltà interpretative derivano anche dal fatto che Jehoshua Ben Yosef è, tutto sommato, una figura del tutto secondaria agli occhi dei Romani suoi contemporanei.1 punto
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REGNO D'ITALIA - VITT. EM. III - 10 CENT. "APE" - 19281 punto
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Ciao @mario.barbiero, sembrerebbe una litra in bronzo della serie cosiddetta romano-campana, coniata a Roma nel 260 a.C. D/ Testa elmata di Minerva a sinistra. R/ Protome equina imbrigliata. Dietro, ROMANO. Rif.: Crawford, n° 17/1a. Moneta comune.1 punto
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La moneta più grande della mia collezione è un 5 dollari proof del Niue dedicato ai mondiali di calcio del 1990. Diametro: 38.8 mm Peso: 28.16 g Trovata in una scatola a un mercatino e pagata circa 3 euro1 punto
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Buongiorno e buon inizio di settimana a tutti! Finalmente, è arrivato il momento di analizzare le monete nel dettaglio. Mi scuso per averci messo così tanto ma credo che un'introduzione biografica e storico-numismatica fosse essenziale per comprendere meglio ciò che andremo a descrivere da qui in poi. Bando alle ciance, cominciamo con il 40 franchi. Potremmo, a ragion veduta, considerare questa moneta come la più rara dell'intera monetazione (decimale e non) di Girolamo. Nonostante fu coniata in all'incirca 5.500 pezzi, pochissimi esemplari sono giunti fino a noi. Per nostra grande fortuna, l'ultima comparsa sul mercato risale a pochi mesi fa, perciò ho un'immagine “fresca” da potervi mostrare. Per chi si interessa di “cifre”, è stata aggiudicata alla bellezza di 65.000 euro, che coi diritti d'asta diventano all'incirca 80.000. Analizziamola insieme passo passo. Al dritto abbiamo il giovane sovrano rivolto a sinistra con il capo cinto da una corona d'alloro. Immancabile la scritta “Hieronymus Napoleon”, che ci accompagnerà da qui fino alla fine di questa mia piccola “trattazione numismatica”. Sotto al busto del re possiamo notare la firma in corsivo di Tiolier, un nome alquanto famigliare per chi si interessa di monete napoleoniche. Difatti, ritroveremo la stessa firma anche sulle monete del periodo consolare di Napoleone. Al rovescio, invece, abbiamo il valore 40 frank dentro una corona d'alloro. La scritta “Koenig V. Westphalen Fr. Pr.” sta per “Re della Westphalia Principe di Francia”. Infine la C maiuscola e la testa d'aquila in basso rappresentano i simboli la zecca di Cassel, capitale del regno e luogo deputato alla coniazione di queste monete. In altre monete decimali troveremo, invece, una testa di cavallo ed una J maiuscola. Queste indicheranno che la moneta è stata coniata in Francia, precisamente a Parigi. Per quanto riguarda i riconi, si stima ne siano stati coniati 80. Nonostante il numero esiguo, si riescono a reperire sicuramente più facilmente rispetto agli originali dell'epoca. Inutile dire che il mercato prediliga di gran lunga gli esemplari del 1813 a quelli del 1860, sia per una questione storica sia per il diverso grado di rarità. Difatti, tra riconio ed originale “balla” all'incirca un fattore 10 di prezzo (a favore dell'originale, ovviamente). Come detto, elemento essenziale di distinzione è il bordo: liscio nel riconio postumo mentre recante l'incisione "Gott erhalte der koenig" in quello dell'epoca napoleonica.1 punto
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Buonasera, niente di segreto, personalmente non ho trovato nulla a riguardo però la mia piccola ricerca in tal senso mi ha portato a credere, magari anche con l'aiuto di un po' di fantasia, che possa essere la famosa torre di capodiferro fatta costruire da Pandolfo I ° "capodiferro" nel X secolo sulla foce del Garigliano nei pressi di Sessa Aurunca in provincia di Caserta, e fatta brillare dai tedeschi nel Dicembre del 1943... https://it.m.wikipedia.org/wiki/Torre_di_Capodiferro Parecchie delle torri di confine del regno sono andate distrutte con il passare del tempo e di alcune di esse non si conosce tutt'ora l'aspetto che avevano e quindi potrebbe essere che tra queste ci sia stata proprio la torre che ora vediamo raffigurata sui rovesci di queste monetine... Considerando la torre curva e quella dritta si potrebbe pensare anche a due torri differenti..1 punto
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E' un falso ottocentesco. Anche nel XIX secolo i falsari non scherzavano.....1 punto
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