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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/10/20 in tutte le aree
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E' difficile augurare una buona Pasqua di questi tempi. Forse dobbiamo cogliere il significato della traduzione che è Passaggio. Ecco, intendiamolo come passaggio verso un'Età più felice e un superamento del tragico periodo attuale. Ma anche quando sarà tutto passato non dimentichiamo quelli che non ci saranno più e, permettetimi una nota, soprattutto non potremo mai dimenticare tutti i medici e gli infermieri che si sono immolati per noi. Serenità a tutti voi6 punti
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Approfitto per ripubblicare la mia 1 Tornese e mezzo del 1832. Riferimento Magliocca 751 R3 La moneta è proprio quella pubblicata sul manuale di Pietro Magliocca. Saluti a tutti e buona Pasqua6 punti
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Avendo tempo a disposizione e una moglie che ogni dieci minuti mi passa il Worwerk Folletto sui piedi.. ? ho avuto il tempo di fare una ricerca sul Tornese e Mezzo di Ferdinando II. Ho cercato i vari passaggi in asta e/o vendite pubbliche degli ultimi 10 anni anni. Sono dati parziali perchè non avendo l'abbonamento a certi siti di Archivio, i passaggi sono limitati nel tempo ( 10 anni ) ed alle Aste più in vista. I dati confermano precisamente quanto scritto dal Dr. Magliocca. Condivido con tutti Voi la Tabella, se mai potesse servire. Ciao a Tutti, Beppe5 punti
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Ciao a tutti, proseguo anche io con Venezia: Pasquale Cicogna Doge LXXXVIII, 1585-1595 Osella anno I (1585). AR 9,58 g. - ø 36,6 mm. ` D/ S•M•VENETVS•PASC•CICONIA•D• S. Marco in trono con schienale alto, benedice col la d. e porge con la s. il vessillo al doge genuflesso; un angelo, alle sue spalle, gli impone il corno dogale. All'esergo ` 1585 ` D/ •HINC•SALVS•ET• RESVRRECTIO•ANNO•I ( Da qui Salvezza e Resurrezione ) Le tre croci del Calvario su piccoli ponticelli; quella centrale mostra i segni dei chiodi e sovrasta le altre. CNI 340. Paolucci II 68. Gamberini 543. Montenegro 492. Werdnig 64. Ex Asta P.&P. Santa Maria 24. 3. 1955, Collezione Prof. A. Signorelli, 94. Pasquale Cicogna mantiene al dr. la tipologia del suo predecessore, mentre al rv. sostituisce la figura di San Giuseppe con la rappresentazione della crocifissione del Cristo. Il Doge frequentava con assiduità l’ordine dei Padri Crociferi, con sede nell’antica piazzetta dei Gesuiti a Venezia, edificio che a quei tempi mostrava sul portale le tre croci quale emblema dell’Ordine.5 punti
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Ciao a tutti, credo che sia una tematica non ancora affrontata sul forum. Data la ricorrenza di oggi che ne dite di postare le vostre monete con rappresentazioni inerenti alla Crocifissione? Escluderei le semplici croci e crocette altrimenti temo dovremmo includere la quasi totalità delle monete italiane e non solo. Per il resto, penso che potremo avere delle belle sorprese. Trattandosi di una sezione generalista, sarebbe utile accompagnare le immagini a una breve descrizione della moneta e della raffigurazione così tutti ampliamo le nostre conoscenze su monetazioni che in genere non frequentiamo. Inizio io, da venetico, con la prima: Venezia, XVI secolo, Tessera della Scuola della Passione. D/ Busto di Gesù a sx; IE(SVS) NAzAR(ENVS) REX IVDEOR(VM) R/ Cristo nel sepolcro, attorno i simboli della passione: i dadi (con cui i Romani si sono giocati la sua tunica), il gallo (che canta tre volte), la corona di spine, le tenaglie, i chiodi, la scala, la colonna della flagellazione, la veronica (il sudario con il suo volto impresso); (teschio) I)S(TVS) FACT(VS) EST PRO NOB(IS) OBED(IENS) VSQ(VE) A(D) M(ORTEM). Benché non rarissima e di bassa conservazione (ha pure un foro quadrato), proviene dalla Collezione Voltolina ed è l'esemplare fotografato nel catalogo della stessa. Avanti il prossimo!4 punti
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Buonasera a tutti, questo post credo sarà abbastanza lungo, visto che non ho sonno e visto che stasera ho una certa voglia di scrivere. Si tratta di una riflessione personale che parla di me, della mia vita e del collezionismo... alternando una breve autobiografia ad alcune riflessioni sul calo del numero di collezionisti. Ringrazio quindi fin da ora chi avrà la pazienza di leggere fino in fondo e, ovviamente, chiunque vorrà dare il proprio contributo. :) PARTE 1 - LA TRADIZIONE DEL MARTEDI' La mia storia di collezionista inizia nei primi anni delle scuole elementari, quando con la mia famiglia, il martedì sera, andavamo nel paese vicino a trovare mia nonna. Mio padre era il responsabile di un ristorante piuttosto grande e aveva sempre molto da fare. Il martedì era il giorno di chiusura. La mattina andavo a scuola e quando rincasavo, sebbene fosse l'unico giorno che potevo trascorrere interamente con lui, l'unico giorno in cui la famiglia poteva riunirsi, ricordo che non ero particolarmente contento di quella trasferta che mi avrebbe tenuto per tutto il giorno lontano dai miei amichetti e dalle interminabili partite di pallone nel campo di fronte a casa mia. Mio zio, fratello di mio padre, abitava con mia nonna, e collezionava monete e francobolli come mio nonno, che non ho mai conosciuto, prima di lui. Credo sia stato quella la mia introduzione al mondo del collezionismo. In quel periodo che ora mi appare così distante, mio padre ha notato la curiosità con cui guardavo le monete e i francobolli di mio zio e, in breve tempo, mi sono ritrovato con una piccola collezione fatta di pezzi doppi comuni e valuta circolata rimasta nelle tasche di qualche amico che aveva fatto un viaggio all'estero. Il 13 dicembre a Verona si festeggia Santa Lucia, ed è tradizione svegliarsi la mattina per trovare i regali, un po' come accade in altre zone per Babbo Natale. Non provengo da una famiglia ricca, non dal punto di vista economico, e quindi non ho mai avuto monete di grande pregio o valore, ma ricordo ancora un anno in cui, tra i vari regali, c'era un'ampia ciotola di monete mondiali. Così come ricordo, qualche anno dopo, correva il 1990, quando il martedì mio zio mi accompagnava in edicola e tornavo a casa con il numero settimanale di "Monete del mondo". RIFLESSIONE 1 - NUMISMATICA E FANTASIA Ci sono moltissimi collezionisti di monete che portano avanti le proprie raccolte per amore della storia, beh, io a quei tempi lo facevo per spirito di avventura e amore per la geografia. All'epoca leggevo libri di avventura, fantasy e di fantascienza e un comunissimo tondello di Hong Kong, del Perù o della Nuova Zelanda, nella mia fantasia di bimbo, diventava un artefatto luccicante proveniente da un mondo esotico e lontano che, forse, non avrei mai potuto visitare davvero, ma che mi trasmetteva tutto il suo incanto attraverso l'immaginazione e una piccola moneta. Oggi sono un uomo adulto in procinto di sposarsi eppure un'eco di questo senso di meraviglia di fronte a una moneta proveniente da un paese lontano ancora mi pervade. Eppure sono convinto che molti ragazzini di 10 o 12 anni, oppressi da un mondo sempre più cinico, pragmatico e consumistico, abbiano meno propensione a viaggiare con la fantasia di quanta ne ho io che vado per i 37. In parte, credo, questo è un motivo di disaffezione per la numismatica che, a mio modo di vedere, non stimola più l'immaginazione come capitava un tempo e che, a prescindere da questo aspetto, non viene più percepita dalla società come qualcosa di pratico e utile, ma unicamente come un hobby addirittura dannoso che distrae dalle cose "davvero importanti". PARTE 2 - SI CRESCE, SI CAMBIA, SI SALUTANO PERSONE CARE Quando avevo 16 anni portavo un 45 di scarpe, giocavo a pallacanestro e tutti i pomeriggi mi trovavo con gli amici per parlare di fumetti, giochi di ruolo e ragazze. Ciascuna di queste tre passioni, che avevano velocemente soppiantato il collezionismo di monete, in un certo senso, l'aveva fatto perché mi permetteva di viaggiare con la fantasia in un modo tale per cui potevo anche relazionarmi con le persone della mia età. I fumetti ce li scambiavamo e si facevano infinite discussioni, citando i passi più coinvolgenti e discutendo di trame e personaggi. I giochi di ruolo sono giochi di società che ci permettevano di giocare attorno a un tavolo a essere gli eroi di un mondo di fantasia. Le ragazze... beh... mi chiedo quanti di voi a quell'età preferivano stare con le monete piuttosto che con le ragazze. :) Quando avevo 16 anni mio zio ci ha lasciati, travolto da un automobilista distratto mentre si recava in bici a casa di mia zia. E' stato un brutto colpo per tutti. Per mia nonna che l'aveva già visto quasi morire una volta, molti anni prima, e che viveva con lui. Per mio padre con cui era legatissimo. Per me, che perdevo un amico con cui avevo trascorso i martedì dei dieci anni precedenti. Ereditai le monete e i francobolli ma ormai il collezionismo non faceva più parte dei miei interessi, sebbene mio padre continuasse a portarmi tutte le monete estere che gli portavano i clienti più affezionati o le varie commemorative sammarinesi e vaticane che riusciva a raccogliere. Io le prendevo e le accumulavo in una scatola di scarpe, "le guarderò quando avrò un attimo", spesso senza neppure degnarle di un'occhiata. RIFLESSIONE 2 - NUMISMATICA E SOCIETA' C'è un buco, che è quello che ai miei tempi andava dai 14 a 25 anni, in cui un individuo costruisce la propria vita in società, imparando a stare con le persone e a relazionarsi con l'altro sesso. E' il periodo in cui la scuola inizia a farsi impegnativa, in cui l'amore inizia a farsi serio e in cui la società impone le prime sfide e scelte difficili. In questo periodo, diciamocelo chiaro, non c'è tempo per la numismatica o, se c'è, è molto ridotto. In questo periodo si è talmente pieni d'energia che l'idea di sedersi a spulciare monete sparisce o, quantomeno, diventa meno allettante rispetto ad altre possibili occupazioni. Un buco di mercato di circa 10 anni, ai miei tempi. Un buco di mercato che ai tempi di mio padre era forse più piccolo perché c'erano meno svaghi, divertimenti e distrazioni. E si diventava adulti prima. Un buco di mercato che oggi si sta invece, credo, allargando. PARTE 3 - GIOVANE ADULTO Raggiunta la maggiore età, e completati gli studi superiori, ho iniziato a costruire la mia strada da adulto. Ero un ragazzo con una mente brillante e un carattere vivace. Molto vivace. Troppo vivace. Non ero uno sbandato, un drogato, un delinquente o un tipo pericoloso. Ero a posto però ero decisamente eccentrico... dormivo quattro ore a notte perché uscivo tutte le sere, mi ossigenavo i capelli (quando non li coloravo di verde o blu) e mi vestivo in modo appariscente. Mi piaceva stare al centro dell'attenzione e ci sapevo fare con gli amici e con le ragazze. Ero stravagante ed eccessivo e spendevo un sacco di soldi per divertirmi, ma non durò a lungo. A 20 anni arrivò la chiamata di leva e quando tornai nel mio piccolo paese mi ero decisamente calmato. Mio padre nel frattempo, un paio d'anni prima, aveva rilevato il ristorante in cui lavorava ma non stava andando bene e presto fummo costretti a chiudere, rimanendo con un bel po' di debiti da pagare e un pesante mutuo mensile sulla casa. Era solo una casa a schiera, non certo una reggia, ma era il sogno che i miei genitori avevano coltivato per trent'anni, e ora rischiava di volatilizzarsi tra le loro mani. Fu un periodo davvero difficile dove mi resi conto che, al di là del mio egocentrismo, ero probabilmente più maturo della maggior parte dei miei coetanei. Trovai quasi subito un lavoro e contribuii concretamente ad aiutare la mia famiglia ad uscire da quello che sembrava un tunnel senza fine. Ci vollero 5 anni, ma alla fine tutto si sistemò, il mutuo fu estinto e tutto sembrò finalmente tornare alla normalità. In quel periodo di crisi non potevo permettermi spese inutili e ripresi in mano le collezioni, sistemando monete e francobolli, ma unicamente allo scopo di verificare se ci ci potesse essere qualche pezzo di valore (mai 'na gioia...), salvo poi mollare tutto di nuovo nel dimenticatoio quando una ragazza di nome Beatrice, mia futura sposa, nel 2003, mi costrinse a rivedere un po' le mie priorità e a tagliare qualche hobby. All'epoca le monete non erano neppure sul podio dei miei interessi principali quindi accantonarle fu immediato e automatico. Mio padre nel frattempo aveva trovato un lavoro come cuoco e faceva degli orari praticamente complementari ai miei. Ci vedevamo poco e avevamo poco da dirci, appartenendo a generazioni diverse e non avendo interessi. Il tempo passava, la relazione si consolidava, i tempi cambiavano e i miei ritmi diventavano sempre più tranquilli. Poi, circa 7 anni fa, mia nonna, l'unica tra i miei nonni che abbia conosciuto, si è spenta. Fu un altro colpo duro, visto che dopo la morte di mio zio era venuta a vivere con noi e, sull'onda dei ricordi ripresi in mano le monete, dapprima timidamente, poi con maggiore passione. Presi ad acquistare qualche lotto di monete mondiali circolate al kg e, poco alla volta, posi una base concreta su cui costruire la collezione che da piccolo avevo solo potuto sognare. Era diverso, però. La fantasia e l'immaginazione rappresentavano ancora una parte dell'amore per il collezionismo, ma ora anche una forma di ricordo e comunione con la mia famiglia facevano parte di questa collezione. E, come se non bastassero queste ragioni, un neonato amore per la storia che in precedenza non avevo mai avuto faceva da ulteriore spinta motrice a questa passione che tornava a farsi sempre più importante. RIFLESSIONE 3 - NUMISMATICA E SNOBISMO Il fatto che molti collezionisti di monete abbiano una predilezione per il Regno e una grande passione per la storia tende, già di per sé, forse, a farli apparire come "una manica fascistoni e nostalgici della monarchia". Non certo un'etichetta piacevole da portare, eppure mi è capitato di sentire definizioni simili in più circostanze. Così come, per non lasciare scontento nessuno, mi è capitato di sentire definizioni tipo "uno di quegli invasati che spende 3 euro per avere una moneta da 2 euro". Al di là del fatto che per il profano avulso alla numismatica queste definizioni, pur offensive, potrebbero effettivamente avere un senso, già il fatto che io parli di "profani" fa capire come ci sia un distacco netto tra chi colleziona monete e chi non lo fa. Rendiamocene conto, quando va bene appariamo almeno come strani. Quando facciamo notare alla persona digiuna di numismatica che una determinata moneta non è cinese ma giapponese, rischiamo quantomeno di apparire spocchiosi. E quando parliamo di monete catechizzando come Gesù tra la folla, anche i meno esperti tra noi, appaiono snob. Ma dopotutto questo è un problema che si ha anche se si parla con cognizione di causa e linguaggio appropriato di storia, geografia, scienze, medicina o politica. La media è rappresentata dall'ignoranza, non dalla cultura. E la cultura è snob. Tuttavia, se uniamo tutto ciò alle riflessioni precedenti è facile capire, secondo il mio modestissimo parere, il motivo per cui ci sia una contrazione nel numero di collezionisti e una diffusa volontà a mantenersi a distanza da "quella gente strana". PARTE 4 - CONCLUSIONE DEL VIAGGIO Tredici mesi fa, dopo un anno di sofferenza, anche mio padre se n'è andato. E' dannatamente difficile vedere spegnersi tra le tue braccia qualcuno che ti ha preso tra le sue quando sei nato. Che ti ha tenuto quella stessa mano e ti ha sorretto finché non sei stato in grado di camminare con le tue gambe. Che ha sacrificato davvero tanto ed è stato per tutta la vita il tuo eroe. Che ti ha insegnato l'importanza dei valori tradizionali e della famiglia. Che magari aveva potuto frequentare solo la scuola media e non ti aveva potuto insegnare la storia o la matematica, ma che ti aveva insegnato ad essere curioso perché tu imparassi da solo e cercassi da te le risposte. "Cresciamo i nostri figli in modo che possano fare a meno di noi" ha detto qualcuno. La numismatica, da un anno a questa parte, per me è anche questo. E' il ricordo di mio padre, di quei martedì da bambino che mi parevano così poco importanti, di quelle commemorative sammarinesi che ha continuato a tenermi da parte per anni, di quel periodo in cui non avevamo più nulla di cui parlare. “Se queste ombre vi hanno offeso, pensate, E cada ogni malinteso, Di aver soltanto sonnecchiato Mentre queste visioni vi hanno allietato. E questo tema ozioso e futile Non più di un sogno vi sarà utile. Gentili amici, non rimproverate; Miglioreremo se perdonate.”3 punti
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poi concludo con la deposizione dalla Croce, con questa 200 lire 1981....3 punti
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Due grossi di Ranieri Zeno (1253-1268) che mi aiutano a illustrare come, anche in pochi anni, avvengano delle evoluzioni stilistiche in quelle che sembrano monete assolutamente uguali. L'esemplare superiore richiama i grossi di Marino Morosini (qui sopra), mentre quello inferiore è in stile più moderno che continuerà con Lorenzo Tiepolo, postato in precedenza da @Faletro78. Da notere i segni segreti dei massari che in questo caso si trovano entrambi sotto il gomito sinistro del Redentore, sopra un globetto, sotto un anello. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Arrivato asse di Nerone Tempio di Giano. Impero Romano, NERONE, 54-66 d.C., ASSE, Emissione: 66 d.C., D/ IMP NERO CAESAR AVG GERM , testa laureata a sinistra, R/ PACE P R VBIQ PARTA IANVM CLVSIT; S-C tempio di Giano, Zecca di Roma, Rif. bibl. R.I.C., 348; Metallo: AE, gr. 9,84 -Diam.: mm. 27 In considerazione del particolare momento, volevo ringraziare per la professionalità e per la celerità della consegna da parte di Tinia numismatica .3 punti
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Signoria di Padova Francesco II da Carrara detto il Novello (1390-1405) Grosso carrarino Argento Peso: 0,87 Diametro: 18 D/ 8globetto) FRANCISCI (globetto) DE (globetto) CARARIA (globetto), carro schiacciato, ai lati F - (anello) I (anello) R/ (globetto) S (anello su anello) PROS - DOCIMVS (globetto), S. Prosdocimo stante di fronte, in campo a s. Z Rif.: Passera 151; CNI VI, 6 Il carrarino di Francesco Novello è molto simile a quello del padre. Si distingue perchè sul dritto ai lati del carro ci sono le lettere F - I ovvero Francesco Junior. Anche il simbolo del massaro Z è presente solo sui carrarini del Novello a differenza della P presente su entrambi. Francesco Novello è il protagonista della frase ''Homo morto non fa guerra'' che, purtroppo per lui, gli costò la vita. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Il prezzo va bene. Quello che non capisco è come tu possa essere interessato alle monete italiane e non avere un catalogo, sarebbe come per un appassionato di cucina non avere il forno.3 punti
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Buonasera , la sorella di quella postata da @Saturno, vale lo stesso? Saluti Alberto2 punti
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Non ho la più pallida idea delle ragioni del nostro amico, ma certamente è un atteggiamento di pessimo gusto. Avremo anche più tempo libero in questi giorni, ma certamente il tempo libero si preferisce perderlo in cose più costruttive, piuttosto che dietro fantomatici acquisti da fantomatici conoscenti e finti dubbi su quale anno vale di più...Mah....2 punti
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Mi è capitato sott'occhio questo bronzo e la memoria è andata a questa nient'affatto oziosa discussione, per cui lo aggiungo alla esigua lista dei romani "baffuti". Fonte :2 punti
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Per completezza della scheda ho inserito la foto del Muntoni 36 - https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RM1RO/5 Anche nell'esemplare pubblicato dal Bruni (la n. 1) c'è questa altezza differente dei due punti (anzi è più evidente)2 punti
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Questo é invece un testone della mia collezione. Alfonso II, morendo senza discendenti legittimi, voleva trasmettere la successione al cugino Cesare, ma il Papa Clemente VIII si era opposto, perchè così Ferrara tornava alla Chiesa. Ciò nonostante, appena spirato Alfonso, la popolazione acclama Cesare a Duca di Ferrara; ma, poche settimane dopo, il Papa lo dichiara incapace a succedere, scomunicandolo e mettendo l'interdetto a Ferrara, contro cui manda un esercito comandato dal Cardinale Pietro Aldobrandini, suo nipote. Cesare, impaurito e mal consigliato, lascia i poteri a sua cugina Lucrezia Duchessa d'Urbino per trattare col Cardinale; Lucrezia segna il 13 gennaio 1598 la capitolazione per cui Ferrara è ceduta al Papa. CLEMENTE VIII (1592-1605), Ferrara, TESTONE Munt 156, CNI 1 D/: Busto a sinistra innanzi a crocifisso CLEMENS _ . VIII . PONT . MAX R/: Figure di S. Pietro (a sinistra) e S. Paolo (a destra); tra esse, in basso, lo stemma del Legato di Ferrara, Cardinale Pietro Aldobrandini. . ANNO . _ DNI _ . 1598 . T/: liscio Peso: 9,45 g. Questo testone, benchè porti lo stemma del legato di Ferrara, Cardinale Pietro Aldobrandini, fu battuto con coni certamente incisi a Roma, come mostra l'identità del dritto usato per altri testoni sicuramente prodotti a Roma. Che l'effettiva battitura avvenisse a Ferrara non è certo.2 punti
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Buongiorno a tutti Mi accodo alla discussione perché capisco bene le perplessità di Mcal, Fxx e di tanti altri utenti "profani". Per mia fortuna, pur essendomi accostato da poco alla numismatica, non ho trovato da questo punto di vista molte difficoltà. Mi è stata sicuramente di molto aiuto una materia chiamata "estimo", studiata negli anni della scuola. L'estimo, infatti, è una scienza che insegna ad esprimere giudizi (in maniera possibilmente oggettiva) per risolvere quesiti pratici di ordine tecnico od economico. In quest'ultimo caso, in pratica, si intende la ricerca del più probabile valore di mercato di un qualsiasi bene, mobile o immobile e, quindi, anche del valore di una moneta. Sperando di non annoiarvi troppo, apro una piccola parentesi per chiarire due concetti molto importanti in "estimo", quello di "valore" e quello di "prezzo". Si tratta di due concetti molto diversi fra loro. Brevemente: il valore è quello che si attribuisce a seguito di una valutazione; il prezzo rappresenta invece un dato storico di mercato. Per fare un esempio numismatico: il valore è quello attribuito ad una moneta da un perito e posto a base d'asta; il prezzo è invece quello pagato a seguito dell'aggiudicazione finale. Tutto ciò premesso, come aiutare Mcal e tutti quelli che hanno le stesse perplessità? Proviamo a sostituire le monete con beni immobili ed immaginiamo di dover acquistare una casa. A parte i requisiti di natura legale (ci sono anche nell'acquisto delle monete), cosa dobbiamo fare per un acquisto oculato: 1) conoscere il mercato immobiliare locale per conoscere i prezzi praticati su quel mercato in quel momento (idem per le monete); 2) valutare bene tutte le caratteristiche dell'immobile, ad esempio: tipologia, caratteristiche costruttive, stato di conservazione e manutenzione ecc... (per le monete è praticamente la stessa cosa! ). Anche per quanto riguarda l'unicità, immobili e monete vanno di pari passo: non esistono due immobili identici, così come non esistono due monete identiche. Ne consegue che è praticamente impossibile creare listini adatti per ogni singolo caso. Un'ultima cosa: se una casa/moneta mi piacciono così tanto, posso ovviamente anche fregarmene dell'oggettività su cui si basa tutta la disciplina dell'estimo e, quindi, non tenere minimamente conto di quello che potrebbe essere il più probabile valore di mercato. Spero di essere stato in qualche modo di aiuto e di non essere stato troppo noioso. Saluti a tutti2 punti
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GIUSEPPE PARINI Abate, poeta, membro dell'Accademia dei Trasformati Bronzo, mm.47 - Aut. R. BRAVI2 punti
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Il Cristo risorto esce dal sepolcro su un mezzanino di Andrea Dandolo: Arka Diligite iustitiam2 punti
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L'ipotesi della zecca di Camerino è del Muntoni (del 1973). Il Bruni (del 2005) l'attribuisce a Ronciglione proprio per la lettera C = Cimino (dipartimento al quale apparteneva il territorio di Ronciglione durante la Repubblica Romana)2 punti
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Purtroppo la moneta ha una debolezza di conio o usura proprio nel punto che ne permette una immediata classificazione. Comunque in calce al fascio si intravede la sigla dell'incisore: si nota bene la lettera G (a sinistra) e leggermente la lettera H (a destra). Ma questo indizio invece di restringere il campo lo complica in quanto Giovanni Hamerani è presente sia per Roma, sia per Ronciglione e anche per Perugia https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RM1PG/4 Ci vorrebbe un'altra moneta dello stesso conio (e leggibile) per avere la certezza dell'identificazione. Un appiglio potrebbe essere che i due punti sotto le tre lettere CHI non sono alla stessa altezza: il punto a sinistra sembra centrale alla lettera mancante, il punto di destra è più in basso. In tal caso alcuni conii del due baiocchi con la lettera C presentano questi due punti con altezze differenti (anche l'esemplare sul Muntoni). https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RM1RO/52 punti
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Un altro doge ''dimenticato''... Questo grosso, infatti, appartiene a Marino Morosini (1249-1253). Una caratteristica particolare dei suoi grossi sono i tipici volti molto lunghi. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Mi sembra che non abbiamo ancora postato una moneta di Jacopo Tiepolo (1229-1249). Ecco quindi il suo grosso (Rif.: Zub-Luciani 63.3). Arka Diligite iustitiam2 punti
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Le perizie NON bisogna prenderle per oro colato, fintanto che i collezionisti mireranno più alle perizie che alla moneta, ci saranno sempre questi casi, poi bisogna dissacrare il mito del "Perito" come fosse il depositario unico di verità assolute, quando maturerà la "classe del collezionista" ( non uso il termine Numismatico) da potersi scrollare il "giogo della perizia"? Penso con un po' di pessimismo: MAI Saluti TIBERIVS2 punti
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Ho letto solo ora questo splendido e toccante spaccato di vita e mi è sembrato doveroso riproporlo in evidenza anche a distanza di anni. L'ho fatto, non solo per complimentarmi con l'amico @Tenebroleso - anche se purtroppo è dal 15.04.18 che non si connette più al Forum - ma anche per chi come me, iscrittosi di recente, non aveva ancora avuto il piacere di leggerlo. Buona Pasqua a tutti.2 punti
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la moneta è carina, il prezzo è buono, da considerare anche che presenta una bella patina.. di solito si trovano lavate.. ora la domanda è.. quali sono i tuoi obiettivi? pensi che non la sostituirai con una migliore? se ti piace prendila pure... considera che sul mercato si trovano facilmente anche in conservazione più alta.. ovviamente sale anche il prezzo.. dipende dagli obiettivi che ti poni come collezionista2 punti
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1930 Bulgaria - 5 Leva Per il fronte è stato preso a modello un bassorilievo scolpito nella roccia nel VIII° secolo, la scultura è una scena di caccia al leone e rappresenta un trionfo militare bulgaro, la figura è comunemente chiamata il 'Cavaliere di Madara'.2 punti
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Claudio dedica alcuni conii alla personificazione. Uno è un aureo, dove la Costanza è rappresentata seduta, rivolta verso sinistra su sedia curule. RIC I (second edition) Claudius 55 Data AD 50 - AD 51 Nominale Aureo Zecca Roma Dritto: TI CLAVD CAESAR AVG P M TR P X P P IMP XVIII: Head of Claudius, laureate, right Rovescio: CONSTANTIAE AVGVSTI: Constantia seated, left, on curule chair, raising right hand http://numismatics.org/ocre/results?q=deity_facet:"Constantia" Quindi abbiamo un aureo emesso a nome della madre Antonia Minore MONETE ROMANE IMPERIALI. ANTONIA AUGUSTA (37/41 D.C.). AUREO Roma, oro, 7,60 gr, 19 mm. Colpo al D, qBB. ? ANTONIA AVGVSTA Busto di Antonia Minore, drappeggiata a destra, indossa una corona di spighe di grano, i capelli in una lunga treccia. R: CONSTANTIAE AVGVSTI: Antonia (come Constantia) stante di fronte, tiene una lunga torcia nella mano destra ed una cornucopia nella sinistra. Bibliografia di riferimento: RIC I (seconda edizione) Claudius 65. BMC 109. Calicó 318 https://wannenesgroup.com/it/lots/360-11140-monete-romane-imperiali-antonia-augusta-37-41-d-c-aureo/ Infine un bronzo: RIC I (second edition) Claudius 111 Data AD 50 - AD 54 Nominale Dupondio Zecca Roma Dritto TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M TR P IMP P P: Head of Claudius, bare, left. Rovescio CONSTANTIAE AVGVSTI S ? Constantia, helmeted, in military dress, standing left, holding spear in left hand and raising right. Il primo aureo e il bronzo presentano una caratteristica: sia nella prima che nel secondo caso (dove Costantia è raffigurata come una Virtus o una Minerva) la personificazione ha il braccio destro ripiegato in modo da portare davanti al volto la mano con il dito indice indirizzato verso la bocca (o l’alto). Ad indicare probabilmente che ogni buono e saggio regnante deve sapere quando parlare e quando tacere. La seconda iconografia è diversa e rappresenta una matrona (Antonia nelle vesti di Constantia?) che probabilmente indica, illumina la strada corretta (la torcia lunga) e quindi l’abbondanza, la ricchezza, il beneficio (cornucopia) che si otterrà da tale condotta. Personalmente ho trovato un’altra emissione (asse) di altro regnante che si è appellato a Constantia: si tratta di un esemplare attribuito a Tito ed è per l’esattezza una emissione in onore di Claudio (per cui a lui collegata). RIC II, Part 1 (second edition) Titus 481 Data AD 80 - AD 81 Nominale Asse Zecca Roma Dritto TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M TR P IMP: Head of Claudius, bare, right Rovescio IMP T VESP AVG REST S ? Constantia standing left, raising right hand and holding spear in left Al diritto è ritratto Claudio mentre sul rovescio appare la Costanza, ripresa con il braccio, la mano ed il dito indice (l’immagine non consente di affermarlo con certezza assoluta) impegnati nel gesto già descritto poco fa e quindi a promulgare messaggio che “buono e saggio regnante deve sapere quando parlare e quando tacere”. Ho colmato uno iato conoscitivo che da anni mi rincorreva... spero di avere interessato anche voi! Saluti Illyricum2 punti
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Buongiorno, i rovesci delle monete romane, come sappiamo, erano portatrici di messaggi più o meno espliciti diretti al Popolo. La propaganda imperiale si rivolgeva a tutti e il messaggio doveva essere chiaro, comprensibile, anche se a noi moderni spesso tale non è. Spesso il significato oltre che alla legenda era affidato anche alla presenza di una personificazione che doveva esplicitare un concetto promulgato dall’emittente: la Virtù, la Provvidenza, la Clemenza, l’Equità, per dirne alcune. Potevano essere femminili, neutre ovvero sia maschili che femminili (Honos p.e.) mentre il Genio è sempre e solo solo maschile. In questi giorni ho letto un interessante articoletto divulgativo a firma Francesca Cenci, relativa ad una di queste, la Costanza, che compare poco frequentemente tanto che non mi era ben chiaro il perché di questa scelta da parte dell’emittente (che come vedremo, è unico nel corso della vita dell'Impero). CONSTANTIA (La Costanza), personificazione quindi poco comune che ha in dote la perseveranza, la tenacia, la forza d’animo: è anche una peculiarità del filosofo stoico come prova il Dialogo di Seneca intitolato De constantia sapientis (55-56 d.C.). Lo stesso Catone l’Uticense viene preso ad esempio, basandosi sulla coerenza della razionalità etica, diviene inattaccabile e rappresenta “il buon politico” seppure non amato dall’opinione pubblica. Guarda caso la prende ad emblema, oltre a Minerva, un imperatore … quasi per caso tale e minato da varie difficoltà fisiche (la sua cagionevolezza e le sue balbuzie lo retrocedettero di posizione tra i vari aspiranti imperatori della dinastia). Invece, quasi per un colpo inaspettato della sorte nei momenti drammatici successivi all’uccisione di Caligola, si ritrovò ad ascendere alla porpora imperiale. Curiosamente, e diversamente da quanto riportato dagli storici nei suoi confronti mi viene da pensare, afferma di esser stato coerente, costante, di aver pesato la parola, i gesti e ringrazia pertanto la Costanza, chiedendo verosimilmente il Suo appoggio e la Sua guida.1 punto
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Pubblico la tavola corretta, nella quale mancavano 2 pezzi. Grazie @vathek1984 della segnalazione1 punto
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Carrellata invidiabile di grossi @Arka e in condizioni veramente eccezionali, in particolar modo sorprende quello di Marino Morosini vistane la rarità.1 punto
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Buonasera a tutti, Dopo tanto tempo è giunto finalmente a destinazione. Il peso è di 4,10 grammi. Insieme alla moneta c'era anche questo cartellino senza riferimento al lotto..... Sarà il suo originale?1 punto
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DE GREGE EPICURI Al meccanismo di fusione, appunto. Non ti so descrivere le specifiche motivazioni fisico-chimiche (mi pare sia un problema di temperature), ma credo che qui nel Forum ci sia da qualche parte tutto questo, cencando con le parole-chiave "tecniche di fusione" o "fusione" o "tecnologie", o forse anche "falsificazioni".1 punto
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Questa informazione mi mancava, interessante. Non si finisce mai di imparare... Grazie @fabry61. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ecco per me (che non li colleziono in modo sistematico ma ne raccolgo solo alcune tipologie) invece il prezzo è un po' altino nel senso che probabilmente non l'avrei comprato, invece ad una ventina di euro l'avrei preso tranquillamente. Pur essendo consapevole che il prezzo di 35€ ci sta, non è assolutamente campato in aria immedesimandomi nel vero collezionista come ambidestro. Saluti Simone1 punto
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Una seconda serie commemora invece la battaglia di Cos, anche in questo caso mediante una raffinata simbologia: oltre all'aplustre e alla rosa, già visti, troviamo il granchio (simbolo dell'isola di Rosi) e il diadema slacciato (simbolo di una regalità infranta, quella - appunto - dei Rodiensi) https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I4/51 punto
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Un altro aspetto interessante di queste monete è che sono tutte "controfirmate" da un funzionario, nella sua veste di monetario. E' una finzione: l'imperium dei proconsoli dava loro il potere di battere moneta riconosciuta come legittima, come attestano molte emissioni castrensi (basti pensare a quelle di Cesare). Evidentemente, tuttavia, Bruto e Cassio ci tenevano a comunicare un'apparenza di normalità, a far apparire il loro regime come un normale esercizio di vita politica repubblicana, anziché una situazione di emergenza militare. Gli aurei sono controfirmati da un legato, Marco Aquino; il denario invece, così come altre monete che seguono, da un personaggio più interessante, Lentulo "Spinther". Spinther era stato il nome (d'arte?) di un attore di teatro particolarmente apprezzato a Roma; era poi divenuto il soprannome (agnomen) di un importante uomo politico, per il solo fatto che assomigliava all'attore. Cosa stupefacente, quel politico, discendente della nobilissima casata dei Cornelii, console di Roma, uno degli uomini tanto potenti che una loro parola poteva significare il genocidio di un'intera nazione del mediterraneo ... beh, uno di questi uomini si era tenuto il soprannome, facendone addirittura un cognome ereditario. Come se oggi uno dei Presidenti degli Stati Uniti si facesse chiamare "Legnetto" per il fatto di assomigliare a Woody Allen e trasmettesse questo soprannome ai figli. Magnifica indifferenza, tipica di un popolo - quello Romano - avvezzo a perseguire la sostanza, anziché le frivolezze della forma. Il primo Spinther fu Publio Cornelio Lentulo, figlio di Publio e nipote di Lucio, questore nel 74, edile nel 63, pretore nel 60 e proconsole in Spagna. È ripetutamente citato nel De Bello Civili come aderente al partito di Pompeo; dopo la disfatta di Farsalo scappò a Rodi, ove fu catturato e giustiziato su odine di Cesare. Correva l’anno 48. Fu autore di un denario che copiava l'iconografia in uso in Spagna ( http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G214/1 ). Uno Spinther fu console nel 57. E uno Spinther fu augure, nominato probabilmente con le elezioni del 57. L’augure era presente in Asia e coniò le monete di Cassio; per questo rappresentano i simboli dell’augurato. Ma erano la stessa persona? Secondo Sear il pretore del 60, il console del 57 e l’augure/monetario sono tutti la stessa persona, Publio. Per accettare questa teoria, tuttavia, dovremmo ammettere che le fonti errano, là dove affermano che egli fu ucciso subito dopo la disfatta di Farsalo. Secondo Riccio, Belloni, Crawford e Alteri, il console del 57 fu anche l’augure e - quindi - il monetario di Cassio, ma non si trattava di Publio, bensì di suo figlio Lucio. Questa interpretazione si basa su un passo del De Bello Civili: " ... questa medesima cosa era accaduta a Rodi a L. Lentulo, che l'anno precedente era stato console, all'ex console P. Lentulo e ad alcuni altri ... "; quindi c’erano stati due Lentuli consoli, un Lucio e un Publio. Anche Lucio combattè contro cesare durante nel bellum civile, in cui perdette il padre; riparò ad Alessandria e fu perdonato da Cesare ma, morto lui, seguì i congiurati; dopo Filippi fu fatto uccidere dai cesariani. Infine, secondo Babelon e Grueber il console del 57 sarebbe stato Publio pretore del 60, mentre l’augure - nonchè monetario di Cassio - sarebbe stato un altro suo figlio, pure lui di nome Publio. Sarebbe nato nel 74 e nel 57, appena presa la toga virilis, durante il consolato di suo padre, sarebbe stato eletto nel collegio degli auguri. Gli si attribuisce una biografia analoga a quella di Lucio; sembra che sia sopravvissuto alla battaglia di Filippi, ma in seguito non se ne hanno altre notizie1 punto
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Patriarcato di Aquileia Ludovico I della Torre (1359-1365) Denaro Argento Peso: 0,90 g Diametro: 19 mm D/ LVDOV - ICI (crocetta forata) PA (crocetta forata), il Patriarca seduto sul faldistorio benedice con la mano destra e con la sinistra regge la croce patriarcale R/ (crocetta forata) AQVI (crocetta forata) - LEGIA (crocetta forata), torre su bastoni gigliati e decussati, ai lati L - V Rif.: Passera-Zub 220; CNI VI, 6; Bernardi 55 Ecco l'altro denaro di Ludovico I della Torre, terzo patriarca di questa famiglia dopo Raimondo e Pagano. Il primo denaro fu postato in precedenza da @chievolan. Sul dritto è rappresentato il patriarca seduto sul faldistorio ornato da teste di leone. Sul rovescio vi è il simbolo della famiglia del Patriarca, ovvero una torre sopra i bastoni decussati. Forse non tutti sanno che i Della Torre furono signori di Milano prima di essere cacciati dai Visconti. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Superati i 150 post, vorrei fare un piccolo bilancio. Tante monete e tante informazioni sono la forza e la bellezza di questa discussione. Quando siamo partiti non pensavo che potesse venire fuori una carrellata così imponente. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno postato queste meraviglie che sono le monete del Triveneto. ? Arka Diligite iustitiam1 punto
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Un'esperienza ormai secolare (non la mia quella numismatica generale) dice che una moneta o una banconota oggi comunissime lo saranno per sempre. Basta vedere certe monete romane coniate più di 2000 anni fa, che si trovano facilmente per pochi euro... e le monete romane sono collezionate in tutto il mondo. Ma mai perdere la speranza soprattutto in questi tempi tristi.1 punto
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