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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/14/20 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti, Intervengo su questo argomento perché un amico mi ha segnalato questa interessante discussione. Ho visto alcune di queste particolari dracme, prima dell'uscita in asta già menzionata, anche in alcuni convegni tra gennaio e febbraio (Modena e Bergamo). Dopodiché mi sono state offerte una ventina di questi pezzi, da un tizio che le aveva comprate a sua volta da un altro tizio che le vendeva a blocchi (!) da 20... Ho avuto la possibilità di esaminarli per alcuni giorni con le tecniche che la numismatica tradizionale ci da, ma ho anche avuto fatto eseguire delle analisi di fluorescenza a raggi X (ahimè pagandole a caro prezzo). Una analisi dei legami di conio evidenzia la presenza di 4 coni di Diritto e 4 coni di Rovescio, per un totale di 6 coppie di coni, esemplificate nell'immagine qui sotto. Si tratta di numeri veramente alti, considerato il campione piccolino... E confermo che ci sono intrecci strani, troppo strani, del tipo incrocio di coni tra monete a legenda Massa e monete a legenda Rikoi... Qualcosa di impossibile o perlomeno mai attestato in tesoretti, ritrovamenti o collezioni museali. Una cosa veramente anomala è poi l'orientazione degli assi. In tutte le 20 dracme che ho studiato l'orientamento è sempre a 12h o 1h, cosa che non è assolutamente attestata per nessuna tipologia di dracma padana, in quanto i coni erano usati liberi e pertanto davano origine agli orientamenti più disparati (non stiamo parlando di officine con un livello organizzativo paragonabile con quelle di alcune città stato greche, Marsiglia tanto per dirne una). Ci sarebbe poi da fare un lungo discorso sulle tipologie dei tondelli delle dracme Pirakos autentiche, che sono larghi, piatti e sottili (vedi Manerbio), cioè l'opposto di queste qui. Stesso discorso per le Rikoi. Un altro lungo discorso andrebbe fatto per lo stile... Le analisi XRF (eseguite su 2 monete) infine hanno segnalato una lega abbastanza pulita, costituita all'85% di Argento e per il resto di metalli non preziosi (rame e altro). Quello che colpisce è la presenza di tracce di Titanio, Manganese e Cadmio, veramente anomala, ma soprattutto l'assenza completa e totale di tracce di Oro e Piombo, che sono sempre presenti in tutte le leghe antiche. Insomma, sembra tanto una lega moderna e industriale Ag85:Cu15. Negli anni passati, quando ho lavorato in Università, ho studiato centinaia di esemplari di dracme (Manerbio incluso) con fluorescenza e altre tecniche composizionali, e posso dirvi che le 2 monete che ho analizzato recentemente non sono compatibili con le centinaia di dati in mio possesso (e pubblicati). Prima del disastro di Covid19 avevo iniziato a scrivere un articoletto, forse è il momento di riprenderlo in mano...
    6 punti
  2. Aggiungo ulteriori elementi alla discussione... e alcune foto delle monete che ho avuto in mano per qualche giorno (precisamente le 6 coppie di coni che ho trovato) - i pesi sono molto vari, oscillano dai 1.80 g ai 2.46 g - le forme dei tondelli sono tante, ma alcune sembrano ripetersi I tipi sono come quelli che avete già riportato sopra, con alcune new-entry: @simonesrt vero. Il mio dubbio era: ripostiglio (e quindi di provenienza illegale) o nuova generazione di falsi (altrettanto illegale)?
    5 punti
  3. Per concludere le monete trivenete della mia collezione (purtroppo al momento ne ho solo due) vorrei mostrarvi un denaro di Aquileia con la Vergine. Aquileia Bertoldo (1218-1251) dritto: BЄRTOLDVSP Il patriarca, seduto in faldistorio, con mitria e pianeta ornata da globetti. Regge con la mano destra croce e con la sinistra libro. Doppio contorno perlinato. rovescio: +.CIVITAS.AQVI.LЄGIA. Busto della Vergine frontale, nimbato e velato. Mani rivolte in preghiera. Contorno perlinato.
    5 punti
  4. Vi aggiungo un interessante cavallo napoletano con sigla C gotica e variante di legenda
    5 punti
  5. CARATTERISTICHE PRINCIPALI Peso: ? Diametro: ? Metallo Presunto: Argento Buongiorno a tutti. Sono in possesso di alcune vecchie monete in argento. In questo momento non mi trovo nel luogo dove ho le monete, per cui non ho il peso ed il diametro, ma posso farmelo dire a breve. Volevo capire di cosa si tratta e quale può essere il loro valore. Sono 20 monete. Allego foto. Grazie
    4 punti
  6. Pierpaolo Irpino in un suo articolo (https://storianumismatica.wordpress.com/2017/12/12/limature-e-graffi/) pubblica i seguenti documenti, a mio avviso interessanti.
    4 punti
  7. Concordo in pieno, ed avvaloro con una mia esperienza personale. Avevo in collezione un 20 lire Littore 1928. Una bomba, in particolar modo per la qualità del metallo, impreziosito da una patina molto leggera che conferiva una "luce" davvero particolare all'esemplare. Sembrava lavata, ma non lo era. Era periziata, per l'appunto da Tevere, come eccezionale. Gli mandai le mie foto, e mi feci fare una perizia fotografica a riguardo. Sicuramente in questo caso, una perizia con un Nome famoso alle spalle, influisce sulla quotazione della moneta, permettendole di mantenere il suo valore nel tempo, e magari, anche di rivalutarlo In questo caso, ho anche la soddisfazione che una mia foto sia stata utilizzata da Tevere per una perizia (conservo ancora la Sua email, in cui si complimentava con me per la foto inviatagli)
    4 punti
  8. Ecco il bezzo di Nicolò Contarini. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  9. Due risposte, una seria e una burlona. a. L'età avanza, l'occhio si appanna e la mano trema b. Il concetto di "bello" è relativo. I mutati canoni estetici rispecchiano l'evoluzione del gusto artistico e delle correnti dell'arte incisoria nel secondo Ottocento. Noi oggi valutiamo sulla base di parametri derivanti dal nostro gusto contemporaneo ("ma come facevano nel Barocco a produrre certe pacchianate?"). Ma alla fine è lo stesso atteggiamento di quando guardiamo le nostre foto negli anni Ottanta e ci chiediamo come facessimo ad andare in giro conciati in quel modo, riferendoci a quei vestiti che all'epoca ci parevano bellissimi e per comprare i quali ci si era svenati.
    3 punti
  10. Repubblica di Venezia Nicolò Tron (1471-1473) Lira Argento Peso: 6,43 g Diametro: 27 mm D/ (foglia) (cuneo) NICOLAVS TRONVS (cuneo) DVX (cuneo), busto del Doge a s. con corno ducale R/ (cuneo) SANCTVS (cuneo) (cuneo) MARCVS (cuneo), leone in soldo Rif.: Zub-Luciani 88.1 Con il dogado di Nicolò Tron finisce il medioevo numismatico veneziano. Infatti è in questo periodo che la zecca di Venezia conia la prima lira. Ed è la prima in assoluto e così diventa moneta reale e non più solamente di conto. Sul dritto è rappresentato il busto del doge. Non è l'unico caso di ritratto sulle monete veneziane. Infatti abbiamo anche il ritratto di Cristoforo Moro, ma è rarissimo e probabilmente su una prova. Tron invece compare sulla lira e sul bagattino. Tuttavia la cosa non piaque al Maggior Consiglio e immediatamente dopo la morte di Tron e prima che venisse eletto il successore, viene emessa una delibera che specifica che il doge può essere rappresentato sulle monete solo in ginocchio davanti a San Marco. In tal modo abbiamo perso la possibilità di avere una bellissima collezione di ritratti dogali... Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  11. Proseguendo con le zecche del Triveneto Zecca di Trieste Arlongo ( 1254 - 1280 ) denaro - met. ag. ( la città celeste ) prov. "numism. Giulio Bernardi" Trieste
    3 punti
  12. Moneta siculo bizantina Eraclio folles contromarcata R/H SC sotto ancora leggibile grande M .La prima foto e' perfettamente al contrario
    3 punti
  13. Mi ero ripromesso di non scrivere più qua. Però, paradossalmente, mi sto divertendo. In Italia si sa è pieno di questi gettoni/gadget, da decenni sono state coniati (perchè in effetti si tratta di coniazioni) da non so quante decine di associazioni private, personaggi più o meno limpidi, sagre paesane, pro-loco e via dicendo. Quello che mi fa un po' arrabbiare di queste seborgate è il volerle far passare come monete ufficiali (guarda caso ricordano vagamente le San Marino o le Vaticano, che però sono a tutti gli effetti monete ufficiali provenendo dalla zecca di Roma) per abbindolare non tanto i compratori di gadget quanto chi, magari anni dopo, crede di avere in mano monete vere e proprie perchè sull'internet girano queste voci. Ora faccio un esempio: ho le quattro "monete" emesse nel 1977 e nel 1983 se non sbaglio, con i tagli 100, 200 e 1000 "furlans" (sic!), prodotte nella mia regione per celebrare e ricordare la nascita del patriarcato di Aquileia, il terremoto del '76 e la fondazione di Udine. Le tengo per affetto da più di trent'anni e non le venderei (anche perché so benissimo che chi le vuole già ce le ha, e chi non le vuole non mi darebbe niente), però almeno sono opera di Monassi, Driutti, insomma c'è stato dietro un lavoro incisorio e non unicamente una ricerca dell'affare da parte di qualcuno. Ma non ho mai ripeto mai (nemmeno quando avevo sei anni, senza internet e senza libri) immaginato potessero essere considerate monete. E non ero un numismatique prodige, semplicemente avevo buon senso, cosa che adesso molti lasciano da parte perchè vengono abbindolati da innumerevoli notizie che leggono qua e là, senza voler neppure utilizzare un po' di raziocinio. Poi, diciamoci, perdere ore e ore (e giorni!) per cercare di capire se vendere per 20 euro tre obbrobri (peraltro abbastanza raccapriccianti nell'esecuzione) mi pare ridicolo.
    3 punti
  14. La discussione sta diventando surreale. Prima l'autore che chiede imperterrito il valore dei suoi gettoni seborghesi nonostante il sottoscritto gliel'abbia scritto chiaro e tondo, con tanto di citazione di passaggi ebay, una cinquantina di post prima. Dopodiché questa levata di scudi, anch'essa insensata, sul fatto che se una patacca di Seborga ha un mercato sul noto sito questo non debba essere credibile solo perché qualcuno ritiene che i suddetti tondelli non debbano e possano valere nulla. Ebay ha molti difetti, e spesso è straripante di inserzioni farlocche, ma chi lo frequenta da quasi vent'anni come me sa riconoscere a prima vista le inserzioni reali da quelle farlocche. Soprattutto quando una determinata tipologia la si segue da tempo, e quindi si è in grado di capire quando determinate aggiudicazioni sono in linea col pregresso oppure ne rappresentano una deviazione senza alcun senso. Le aggiudicazioni, da che seguo questi gettoni, sono sempre su cifre che vanno dai 10 ai 20/25€, a seconda della tipologia. La cosa può non piacere o ritenersi assurda, ma il mercato c'è, e non da adesso, e non è certo pensando che sia follia che si può cancellare questo dato di fatto. Va altresì detto che come già scritto nelle pagine precedenti, a Seborga ci sono diversi negozi che vendono questi gadget, e generalmente i prezzi sono più alti che non i realizzi ebay. Da sottolineare che questi gettoni vengono anche comprati dai turisti con una certa frequenza, perché considerati un souvenir come tanti altri. Quindi , riassumendo, non sono monete, sono gettoni/gadget ad uso più che altro turistico, visto che nel paesino non circolano affatto. Hanno però un certo mercato, anche e soprattutto internazionale, visto che sono riportati pure sul World Coins. La cosa non piace? Mi sa che ce ne si deve fare una ragione.... hanno un notevole mercato persino tondelli emessi dalla Disney su Topolino e compagnia bella, che ho visto vendere a cifre davvero altissime. Se qualche appassionato li compra e decide di spenderci dei soldi sopra la cosa può piacere o meno e persino ritenerla folle, ma di sicuro non si può dire che la cosa non sia vera. Altrimenti si diventa come Pippo che non credeva all'esistenza della strega Nocciola nemmeno quando questa le si parava davanti....
    3 punti
  15. Ciao e complimenti a Tutti perchè avete postato delle monete eccellenti ed alcune veramente strepitose! Come ho scritto mi accontento di avere una collezione dal BB allo SPL, non ho la disponibilità economica per aspirare a monete come quelle postate da Voi. L'importante è comunque la passione ed anche una moneta "media" può dare molte soddisfazioni. Nella mia collezione una moneta che mi ha dato molte soddisfazioni è il 5 Lire 1856 TO. La comperai con altre monete da un listino a prezzi fissi della Svizzera a fine anni '80. La foto era pessima ma si intravedeva che aveva un "potenziale". Siccome l'importo non era indifferente, presi coraggio e telefonai al Negozio Numismatico. I primi minuti furono imbarazzanti, in quanto il proprietario parlava solo tedesco e non capiva neanche il mio inglese scolastico. Alla fine mi passò una segretaria che parlava italiano ed accettarono la mia proposta di sconto. Quando mi arrivò il plico, la moneta che conoscevo solo per 2 foto in B/N piatte e pure un po' sfocate, fu una vera, piacevole sorpresa. Eccola Ciao Beppe
    3 punti
  16. Questa discussione riprende in buona parte alcuni aspetti già affrontati in questo topic sul "Primo oggetto monetario della storia", a cui rimando: Come anticipavo in quell'occasione, ho raccolto immagini, informazioni e riferimenti bibliografici di lingotti marchiati, specialmente d'argento, di epoca antecedente alla nascita della moneta (VII secolo a.C.). L'obiettivo del documento è quello di fornire spunti di discussione per esplorare i possibili utilizzi di questi lingotti e le loro differenze con le prime monete dell'Asia Minore. Alcune premesse sono doverose: si tratta di un lavoro amatoriale, con tutti i limiti del caso. Non ci sono affermazioni, ma soltanto alcune semplici conclusioni che hanno l'intento di alimentare il dibattito; per ora ho incluso soltanto i lingotti marchiati (a me noti) di cui si ha testimonianza di una provenienza da scavi archeologici documentati; ho deciso, per ora, di non includere gli esemplari dubbi (come quello della discussione sul lingotto di Tutankhamon sopra riportata); non ho fatto alcun cenno, per ora, ai lingotti oxhide rinvenuti anche in Sardegna, di cui però conto di parlare in una nuova futura versione del lavoro; in seguito sarebbe interessante aggiungere anche tutti quei riferimenti a lingotti marchiati presenti nelle fonti antiche; è stato scritto in inglese perché si tratta di un argomento piuttosto seguito all'estero e ne stavo discutendo privatamente proprio con alcuni stranieri. Il mio inglese è molto elementare, ma mi è stato detto essere comprensibile da inglesi madrelingua (spero sia vero...). Se avete suggerimenti anche su modifiche da apportare alla grammatica, fatevi avanti senza timore ; se l'upload andrà a buon fine, spero di ottenere qualche commento anche su Academia.edu, a questo indirizzo: https://www.academia.edu/42724890/MARKED_SILVER_INGOTS_BEFORE_COINAGE Le mie considerazioni sono riportate nell'ultima pagina del documento allegato. Le riporto qui di seguito in italiano per un pronto riscontro: solo alcuni lingotti marchiati sono noti (almeno a me), pertanto sarebbe incauto avanzare conclusioni sul loro uso. A ogni modo, la scarsità di rinvenimenti archeologici potrebbe significare che il loro uso non fosse così diffuso, specialmente come forma di denaro circolante; solo i lingotti di cui ai numeri 1. 2 e 3 riportano un'iscrizione completa, essendoci pertanto pervenuti come erano stati creati in origine. In questi casi l'iscrizione ebbe sicuramente un ruolo, probabilmente come marchio di proprietà; invece i lingotti ai numeri 5 e 6 riportano un'iscrizione soltanto parziale; l'iscrizione completa doveva essere riportata su un oggetto più grande, in seguito frammentato in lingotti di dimensioni minori. E' dunque possibile che i segni su questi frammenti non avessero alcun ruolo nel loro utilizzo; il lingotto numero 4 non ha un'iscrizione ben visibile e decifrabile, pertanto è impossibile capirne lo scopo. Fatemi sapere cosa ne pensate e se conoscete altri esempi da riportare (anche di esemplari dubbi) Grazie. Matteo Matteo Siciliano - Marked silver ingots before coinage.pdf
    2 punti
  17. Così pare che Carlo Magno avesse definito Paolo di Warnefrido : longobardo, nato in Cividale attorno al 720, Paolo 'Diacono' trascorre alcuni anni in Pavia regnanti Rachis, Astolfo e Desiderio della cui figlia Adelperga è precettore, essendo anche poeta e scrittore . Caduto il regno ad opera dei Franchi, con il fratello Arachis prigioniero in Francia, Paolo, richiedendone la liberazione, raggiunge verso il 782 la corte carolingia dove resta per alcuni anni, stimato per le sue capacità grazie alle quali darà un suo non marginale contributo alla stagione della 'rinascita carolingia' . Ritorna in Italia nel 786, raggiungendo Montecassino dove diventa monaco e nei primi anni di questa permanenza scrive la sua opera più importante . E' la Historia del suo popolo, dalla partenza, avvolta nella leggenda, dalle terre di scandinavia, al lungo attraversamento dell'Europa con l'ingresso con alboino nel 568 in Italia e più oltre fino al regno ancora di grandezza di Liutprando . Forse per sua scelta, pur avendolo vissuto, non narrerà il periodo del seguente rapido crepuscolo, dal quale, dopo di lui, i Longobardi si diluiranno tra i resti di Roma, elementi con altri elementi, del nuovo Altomedioevo . La conquista da parte di Carlo Magno, porterà rapidamente anche in Italia la diffusione dei nuovi denari di argento della riforma monetaria carolingia : la monetazione aurea dei Longobardi sopravviverà ancora per una manciata di decenni, fino agli ultimi solidi in oro di Siconolfo (839-849) in Salerno e di Radelchi (838-851) in Benevento .
    2 punti
  18. Buonasera a tutti, rispolvero questa vecchia discussione per avere un vostro parere. Di recente sono state inserite nel catalogo online le foto di un esemplare della medaglia in questione in argento, ovvero questo: [cat]W-105643[/cat] http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D17P/2 Da quel che leggo nella discussione, dovrebbe trattarsi di un esemplare postumo, di coniazione successiva, proprio per i dettagli indicati dall'utente, nell'intervento che ho citato "Negli esemplari posteriori, la cuspide è completa, termina cioè regolarmente a punta...." Un esemplare in argento dello stesso conio di quello recentemente inserito nel catalogo, con il frontone completo alla sommità (giudicato in questa discussione come "riconio") è apparso in vendita a dicembre dello scorso anno , in una nota casa d'asta, realizzando la modica cifra di 2250 euro + diritti. Nella descrizione del lotto, non si faceva riferimento alcuno all'ipotesi di riconio, precisando inoltre che si trattava dell'esemplare censito dal Modesti con riferimento "Modesti 357" . Non sono in possesso del noto catalogo di medaglista papale, ma posso pensare che sia la casa d'asta in questione che lo stesso Modesti, considerino la medaglia con la "Cuspide" o "frontone" completo, un esemplare originale coevo emesso nel 1700. Quindi, tirando le somme :-), gli esemplari con frontone completo, sia rame che argento, sono o meno dei riconi? Se qualcuno ha dei riferimenti bibliografici, che fanno riferimento a quanto indicato nella discussione, potrebbe gentilmente menzionarli per fare più chiarezza??? Qualcuno possiede il Modesti, per verificare se l'esemplare che censisce (modesti 357) sia considerato postumo o meno? Le due tipologie in analisi (sempre in argento) , oltre per i dettagli indicati, differiscono enormemente anche per il loro peso, quella con il frontone completo ha un peso di circa 108 gr (sia quella apparsa in asta di recente che quella inserita nel catalogo), l'altra 69 gr (Auktionshaus H. D. Rauch Gmb asta lotto 555 asta 106) A mio avviso, potrebbe trattarsi anche di medaglie entrambe originali ma con varianti causate da un probabile danneggiamento del conii utilizzati o appositamente. Spero che qualcuno possa intervenire per sollevare ogni dubbio, anche perché senza alcuna argomentazione, entrambe le medaglie sono da considerarsi originali e anche la scheda del catalogo sarebbe da correggere.... Allego sia le foto dell'esemplare venduto di dicembre che quello dell'asta Rauch.
    2 punti
  19. 2 punti
  20. Amatrice Ferdinando I 1458-1494 cavallo con scudo davanti , stemma della città (visibile a metà), D.A. 4 RRRRR
    2 punti
  21. Cercherei tra i follis anonimi bizantini
    2 punti
  22. Va inserita la data della pubblicazione ma per tagliare la testa al toro... Sozzi 2003 = Massimo Sozzi, L'Agontano di Massa di Maremma, in AA. VV. , L'Agontano - Una moneta d'argento per l'Italia medievale. Convegno in ricordo di Angelo Finetti, Trevi 11-12 ottobre 2001, a cura di L. Travaini. (Perugia), 2003, pp. 111-140. Perugia andrebbe tra parentesi quadre in quanto non espressamente indicato sul testo. Puoi anche iniziare senza "Sozzi 2003=" e mettere direttamente Sozzi Massimo e continuare. Ho fatto l'esempio inserendo un autore per rendere più facile la descrizione.
    2 punti
  23. Ciao Lira 51. Quella di slabbare o inscatolare una moneta è una prassi americana, che comunque sta prendendo piede anche in Europa. Il fatto di chiudere la moneta, con la perizia e la conservazione, dà all'acquirente una specie di "garanzia" ( anche se a volte il perito si può sbagliare ) e lo favorisce anche in caso di vendita della stessa. Ma qui parliamo di monete con una storia alle spalle e doverle chiudere in questa specie di sargofago, per chi è amante del passato, che queste monete rappresentano, diventa un vero peccato. Piuttosto, se uno si vuole tutelare sull'acquisto, è preferibile una perizia fotografica.. che oltretutto si può archiviare e che accompagnerà per sempre la moneta.
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  24. I simboli e le lettere nei campi della monetazione del IV secolo sono ancora oggi argomento di dibattito, appaiono simboli di valuta, identificativi di officina o di emissioni, stessi simboli che ricorrevano anche ad anni distanza come puoi vedere dagli esemplai sotto riportati. Una documentazione esaustiva non si trova ma il RIC affronta abbondantemente il tema anche se riporta concetti che oggi in alcuni casi appaiono superati. in questa discussione era stato fatto un accenno ai simboli di valuta. https://www.lamoneta.it/topic/176605-riforma-del-iv-sec-e-divisionali/
    2 punti
  25. 2 punti
  26. Un altro quarto di scudo di Giovanni Corner ma con massaro GP: Arka Diligite iustitiam
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  27. Complimenti per i pezzi.....posto anche la mia. Bel pezzo...in conservazione superiore alla media. Ottimo acquisto
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  28. Non colleziono euro, ma mi sento di partecipare con un pezzo che ho comprato per motivi di completezza e che trovo molto affascinante per la continuità tipologica con la nobilissima tradizione incisoria degli argenti papali, il 5 euro commemorativo della Sede Vacante 2013. Per confronto lo affianco a un Testone d'argento coniato per la Sede Vacante del 1691.
    2 punti
  29. Ciao Rocco, il mio 12 tarì del 1800 ha gli stessi assi, penso che sia normale, ma magari aspetta qualche altro esemplare.
    2 punti
  30. 1902 AL CAVALIERE GIOVANNI CRAMER OMAGGIO DEL DIRETTORE E DEGLI IMPIEGATI - SOCIETA' ANONIMA COOPERATIVA PER LA STAGIONATURA E L'ASSAGGIO DELLE SETE ED AFFINI Bronzo, mm. 44 - Modello di EGIDIO BONINSEGNA, incisione di ANGELO CAPPUCCIO
    2 punti
  31. 2 punti
  32. Di "numismatico" queste due vignette non hanno nulla ma sono molto divertenti grazie per averle postate. ______________________________________________________ Caricature monetali
    2 punti
  33. Buongiorno, provo a risponderti io... Dall'alto verso il basso : Regno di Napoli, Carlo di Borbone Piastra da 120 grana 1735 denominata "sebeto". Magliocca n°132,rara Piastra da 120 grana 1753 denominata "busto corazzato". Magliocca n°143 comune Regno di Napoli, Ferdinando IV di Borbone Piastra da 120 grana 1787. Magliocca n°245 comune Piastra da 120 grana 1805 denominata "capelli ricci". Magliocca 392c,variante 1 del valore speculare al rovescio, rara, inoltre sembra avere la A di FERDINANDVS senza la traversa. Regno delle due Sicilie, Ferdinando I di Borbone Piastra da 120 grana 1818 denominata "testa grande", non potendo visionare il taglio presumo sia con il giglio quindi Magliocca n°444 comune Piastra da 120 grana 1818 denominata "testa piccola". Magliocca n°445 comune Regno di Napoli, Ferdinando IV di Borbone Piastra da 120 grana 1796 Magliocca n°258,comune Regno delle due Sicilie, Ferdinando I di Borbone Piastra da 120 grana 1818 denominata "testa piccola". Magliocca n°445 comune Regno delle due Sicilie, Ferdinando II di Borbone Piastra da 120 grana 1834,Magliocca n°539 comune Piastra da 120 grana 1836,Magliocca n°542,comune Piastra come la precedente Piastra da 120 grana 1848,Magliocca n°556,comune Piastra da 120 grana 1856,Magliocca n°566,comune Piastra come la precedente Regno di Sicilia, Ferdinando III di Borbone 12 tarì 1799, Gigante 19, comune 12 tarì 1798, Gigante 18, comune 12 tarì 1810, Gigante 29, rara 12 tarì come sopra (per le monete siciliane mi sono attenuto alle classificazioni standard non essendo il mio campo di interesse, lascio la ricerca di eventuali varianti a chi studia queste monete) Regno di Napoli, Carlo II di Spagna Ducato da 100 grana 1689,Magliocca n°6,comune L'ultima è una moneta spagnola di Carlo IV di Spagna del 1808, anche qui lascio il campo a chi conosce queste monete... Mi scuso fin da ora se ho sbagliato qualche classificazione, ma può succedere...
    2 punti
  34. Buonasera a tutti, posto una piccola monetina di Verona slabbata da NGC con grado ms62. Un denaro scodellato a nome dell'imperatore Federico II. -descrizione: dritto: croce potenziata che interseca la legenda (retrogradata) FI CI VI CI rovescio: croce potenziata intersecante la legenda VE RO N A
    2 punti
  35. Buongiorno a tutti Mi accodo alla discussione perché capisco bene le perplessità di Mcal, Fxx e di tanti altri utenti "profani". Per mia fortuna, pur essendomi accostato da poco alla numismatica, non ho trovato da questo punto di vista molte difficoltà. Mi è stata sicuramente di molto aiuto una materia chiamata "estimo", studiata negli anni della scuola. L'estimo, infatti, è una scienza che insegna ad esprimere giudizi (in maniera possibilmente oggettiva) per risolvere quesiti pratici di ordine tecnico od economico. In quest'ultimo caso, in pratica, si intende la ricerca del più probabile valore di mercato di un qualsiasi bene, mobile o immobile e, quindi, anche del valore di una moneta. Sperando di non annoiarvi troppo, apro una piccola parentesi per chiarire due concetti molto importanti in "estimo", quello di "valore" e quello di "prezzo". Si tratta di due concetti molto diversi fra loro. Brevemente: il valore è quello che si attribuisce a seguito di una valutazione; il prezzo rappresenta invece un dato storico di mercato. Per fare un esempio numismatico: il valore è quello attribuito ad una moneta da un perito e posto a base d'asta; il prezzo è invece quello pagato a seguito dell'aggiudicazione finale. Tutto ciò premesso, come aiutare Mcal e tutti quelli che hanno le stesse perplessità? Proviamo a sostituire le monete con beni immobili ed immaginiamo di dover acquistare una casa. A parte i requisiti di natura legale (ci sono anche nell'acquisto delle monete), cosa dobbiamo fare per un acquisto oculato: 1) conoscere il mercato immobiliare locale per conoscere i prezzi praticati su quel mercato in quel momento (idem per le monete); 2) valutare bene tutte le caratteristiche dell'immobile, ad esempio: tipologia, caratteristiche costruttive, stato di conservazione e manutenzione ecc... (per le monete è praticamente la stessa cosa! ). Anche per quanto riguarda l'unicità, immobili e monete vanno di pari passo: non esistono due immobili identici, così come non esistono due monete identiche. Ne consegue che è praticamente impossibile creare listini adatti per ogni singolo caso. Un'ultima cosa: se una casa/moneta mi piacciono così tanto, posso ovviamente anche fregarmene dell'oggettività su cui si basa tutta la disciplina dell'estimo e, quindi, non tenere minimamente conto di quello che potrebbe essere il più probabile valore di mercato. Spero di essere stato in qualche modo di aiuto e di non essere stato troppo noioso. Saluti a tutti
    2 punti
  36. Il quarto di scudo di Erizzo con massaro MA M, quello della Giustina di @Faletro78. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  37. Dimenticavo anche un soldo da 12 bagattini del doge Erizzo, di recente entrato in collezione.
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  38. Scrivo per la prima volta in questa sezione del forum per presentare una medaglia che mi piacerebbe moltissimo trovare, ma che per ora ho visto dal vivo una sola volta. Si tratta di una medaglia realizzata nel 1987 dall'artista Luciano Zanelli e coniata presso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, per celebrare l'VIII centenario dell'assedio di Alatri da parte del re Enrico VI, figlio dell'imperatore Federico I Barbarossa. In realtà l'anniversario cadeva nel 1986, visto che l'episodio storico si colloca nel 1186; tuttavia, per una serie di ritardi nell'appalto e nella preparazione della medaglia, la presentazione ufficiale da parte dell'Autore avviene soltanto il 22 aprile del 1987, presso il civico museo di Palazzo Gottifredo. Prima di mostravi la medaglia, vorrei circostanziare l'episodio (in realtà sono più episodi collegati) da cui prende spunto la rappresentazione realizzata dal maestro Luciano Zanelli. Quanto segue è tratto in larga misura dall'articolo "1987 - 2000 L'epoca delle MEDAGLIE d'ARTE" presente sul sito http://www.aletriumcollection.it/, a sua volta inspirato al racconto dei fatti riportato dall'artista Luciano Zanelli nel suo libro “Felcia Anticoli Fiuggi”. Ci troviamo nel pieno delle lotte tra papato e impero per l'affermazione, da parte del potere temporale, della superiorità dell'autorità imperiale nei riguardi della Chiesa e del Papato. Nel 1186 il futuro re Enrico VI di Hoenstaufen, diretto in Sicilia, penetra nel Lazio ed impone a tutte le città di passaggio il versamento del “fodro”, una tassa dovuta dai sudditi per il sostentamento delle truppe imperiali. Diversi comuni, tra cui Anagni, Anticoli (l'attuale Fiuggi), Frosinone, Guarcino, Palestrina, Veroli, si piegano alla richiesta di Enrico VI. Altri, invece, si oppongono e iniziano una lunga e caparbia resistenza. Fumone, ad esempio (meraviglioso paese situato a pochi chilometri da Alatri) chiude in faccia le porte ai messi imperiali. Enrico VI invano tenta di prenderla d'assalto, giudicando dispendiosa l'azione (il paese si trova arroccato a circa 800 metri slm), e si dirige invece verso Ferentino, che si era unita a Fumone. Dopo martellanti azioni gli imperiali superano le mura e mettono a sacco la cittadina. Presa Ferentino, l'ira del germanico si rivolge contro Alatri, nella quale nel frattempo si erano asserragliati anche armati delle stesse città che avevano pagato il “fodro”. Ma le mura pelasgiche, la Civita e gli animosi difensori sono un ostacolo insormontabile; l'Hoenstaufen aveva posto il suo quartier generale sul Colle di San Pietro mentre la cavalleria chiudeva la valle di Carano e le fanterie circondavano le mura con macchine da guerra. L'assedio si protrae senza esito per giorni e, piano piano, gli assedianti incominciano ad avere la sensazione di trovarsi a loro volta circondati, dal momento che gli Alatrensi avevano chiesto rinforzi ai vicini alleati. Guarcino, Vico e Collepardo si erano uniti in lega ed altri uomini si erano messi in moto da Anticoli, Porciano, Anagni e da altri paesi limitrofi. Resosi conto dell'imminente pericolo, gli imperiali tolgono l'assedio e si dirigono verso Guarcino, con l'intento di eliminare la più pericolosa spina nel fianco. Sull'abbandono dell'assedio da parte degli imperiali, gli Alatrensi hanno creato diverse leggende, che riporto sinteticamente di seguito, visto che alcune di esse furono riprese nella realizzazione della medaglia: - un prodigioso intervento di San Sisto, il Santo Patrono della città, settimo Papa della Chiesa di Roma; - la straordinaria azione di una vergine paesana che, dagli spalti delle mura, incitava i concittadini alla pugna; - l'ingegnosa trovata secondo cui, durante una pausa dell'assedio, gli abitanti fecero sfilare dalle 4 porte della città l'esercito per più volte, facendo cambiare ogni volta abiti e insegne alle truppe, in modo da ingannare gli assedianti circa il reale numero dei difensori; - la messa in scena di un gruppo di contradaioli, che si mise a giocare alla “ruzzica” in uno spazio tra le mura e l'accampamento in cui si trovavano gli assedianti, con delle grandi forme di cacio che vennero poi offerte allo stesso Enrico VI, per dimostrare la ricchezza di vettovaglie di Alatri. Dicevamo dell'abbandono dell'assedio da parte degli uomini di Enrico VI. Le asperità del terreno (balze, gole, boschi, strettoie, il fiume Cosa) non consentono all'esercito tedesco di procedere compatto. Enrico VI vede tornare a brandelli le sue avanguardie, che cadono in imboscate e sono incalzate dai locali, che sfruttano tatticamente la superiore conoscenza del territorio. Finalmente l'esercito imperiale sbocca nella valle del Cosa sulla piana che si estende tra le città di Guarcino e Vico. Alle proprie spalle ha lasciato le indomite Alatri e Fumone, imbaldanzite dal successo. Verso nord la ritirata sarebbe un suicidio, non consentendo il terreno un buon campo di manovra per la cavalleria teutonica, nerbo dell'esercito. Enrico VI si trincea perciò nella valletta sotto Guarcino, con la preoccupazione di come defilarsi da questa critica situazione. In questo contesto si colloca l'episodio della "Disfida del Malpensa". Le cronache del tempo, pur non risolvendo l'enigma di quali furono i presupposti dell'idea della disfida fra due campioni degli eserciti contrapposti (c'è da supporre che la proposta sia nata dai germanici che cercavano un espediente a buon mercato per sganciarsi dalla trappola che poteva scattare) narrano che un “teutonicus” ed un latino, tale Malpensa Guttifredi scesero a singolar tenzone davanti al re Enrico VI con l'esercito posto a cerchio e il popolo di Guarcino sugli spalti. Se avesse vinto il germanico, Enrico VI avrebbe avuto la concessione di proseguire sul sentiero che portava verso Napoli. In caso contrario, avrebbe ritirato l’esercito a nord di Roma. Come potete immaginare, il Malpensa ebbe la meglio e il suo successo sancisce la definitiva vittoria delle città laziali sui tedeschi. Ed ora la medaglia:
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  39. Per fasti dell'Età antica non mi riferivo soltanto alle commemorazioni di eventi effettivamente risalenti a quell'epoca da te giustamente citati, ma anche di quegli eventi avvenuti in età moderna, le cui rappresentazioni sono espressione dell'arte antica... e giusto per divertirci, che non guasta mai, ne stilo l'elenco completo: 2004 Olimpiadi: Discobolo di Mirone - 455 a.C. 2010 Battaglia di Maratona: Guerriero oplita 2013 Accademia Platonica: Platone - 428 a.C. / 348 a.C 2014 Isole Ionie: Gli stemmi delle isole fra le punte della stella, il tripode, la ninfa, l'imbarcazione, il tridente... 2015 Spyros Louis: Lo Stadio Panathinaiko che sta sullo sfondo è del 560 a.C. ( interamente in marmo ) 2016 Monastero di Arkadi: la data della costruzione è incerta, c'è chi la attribuisce al V° Secolo d.C. e chi al XIII° Secolo d.C ( ma si, fa numero ) 2017 Città Archeologica di Filippi: la città risale al IV° secolo a.C. 2018 Dodecaneso: La Rosa di Rodi, simbolo dell'omonima isola, che troviamo anche sulle monete antiche 2020 Battaglia delle Termophili: Elmo del guerriero oplita 2020 Tracia: Riproduzione di uno statere ( moneta antica greca ) con al centro il grifone, creatura mitologica Per un totale di 10 monete in 18 anni, certo i rimandi a quei fasti non saranno così soventi come ho descritto nel precedente post ( perdonate la mia enfasi ) ma è una bella media e sono d'accordo con te che l'Italia potrebbe fare molto di meglio...
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  40. Buon giorno. Complimenti ad arka per il trittico riguardante il doge Corner. Il quarto di scudo ci sta veramente bene. Quindi anch'io ci metto il mio Corner.
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  41. Salve, segnalo : https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.academia.edu/6805482/LIBERO_MANGIERI_G._2010_Denari_gigliati_e_pierreali_in_un_tesoretto_rinvenuto_a_Muro_Leccese_Spoleto_2010&ved=2ahUKEwiW2KCLlejoAhWN2KQKHfS3DjwQFjABegQIBBAB&usg=AOvVaw0AprKEdLeUCdk70HPFE2-J
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  42. facevi prima a dire come stavano le cose, tutto qui.
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  43. ovverosia > telelavoro VID-20200405-WA0000.mp4
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  44. Su questa tipologia di dodici tarí è più frequente trovarli allineati. Gran belle monete @Microchipcomplimenti
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  45. E al dritto la A di FERDINANDVS sembrerebbe senza la traversa... Variante non ancora censita ma comunque conosciuta...
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  46. 100 Pesetas 25 aprile 1931 La serie del 1931, come quella del 1928 , prevede tagli da 25, 50, 100, 500 e 1000 Pesetas. Il taglio da 1000 Pesetas però, non è mai entrato in circolazione. Come accaduto per il 500 e il 1000 lire Turrita, durante le fasi di distruzione dei biglietti stampati, una manina si è impossessata di almeno due mazzette. Come potete immaginare, visto il numero esiguo di biglietti non circolati presenti sul mercato, sia lo stato di conservazione che il loro valore è di tutto rispetto.
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  47. Gran bella conservazione, di così belle non se ne trovano molte. Paolo
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  48. Nessun problema @Litra68 dato che lavoro nell'ambito della qualità se non ci fossero errori sarei disoccupato e ne ho commessi tant anch'io Per continuare l'interessante topic tra le mie monete ho trovato anche quest'altra di Andorra, non sono ancora diventato molto bravo a fotografare le monete, scusatemi saluti Riccardo
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  49. Buonasera, ho iniziato a leggere questa discussione con una certa curiosità ben presto trasformatasi in sconcerto. In particolare, ció che mi sconcerta è cosa spinga a domandare ostinatamente, in un forum avente a oggetto la NUMISMATICA, il valore commerciale ed economico di alcuni gadget, souvenir o chiamiamoli come meglio si creda, che monete non sono. Ok, mi sono detto, forse l’equivoco di chi ha posto il quesito risiede proprio nel ritenere che si tratti di monete. Poi qualcuno (più d’uno) ha fatto correttamente notare che monete non sono ma (e qui inizia lo sconcerto) non è bastato all’utente curioso di conoscerne il valore. Che un valore lo possiedano è senz’altro vero ma non è questo il luogo per attribuirglielo (non trattandosi di monete). Anche la moneta coniata dal principato autonomo proclamato dalle mie figlie di 3 e 6 anni in casa mia (non riconosciuto dallo Stato centrale, rappresentano da me e mia moglie), in cartone, con effige di bambina sul dritto e grafemi di infante in pseudo cufico al rovescio, potrebbe avere un valore economico ma non mi sogno di chiederlo qui. Soprattutto, poi, quando da una approfondita indagine di mercato posso io stesso stabilirlo in 15/20 euro. A, dimenticavo, la valuta coniata dalle mie figlie è il “comprotutto”. Saluti.
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  50. @Lucreziamaria col suo amabile savoir faire ha ispirato un nuovo argomento, che a scapito di Ulisse e Athena, inserisco brevemente tra una sirena e l'altra (dopo Ligea, si dovrà dire qualcosa delle sorelle Leucosia e Partenope). Tra le varie tribù di lingua osca che solo in tempo di guerra si stringevano nella "Lega Sannitica", quella degli Hirpini fu la più bellicosa nel condurre una guerra assai cruenta e durata in tre fasi, contro Roma (343-293 a. C.). Gli Irpini infatti furono gli ultimi a essere sottomessi, dopo l'annientamento del corpo d'élite sannitico, la Legio Linteata dalla tunica bianca; dopo la sconfitta nella battaglia finale del 293 a. C. a RAINNURUKA, da leggersi da destra a sinistra quindi AKURRUNIAR, da pronunziarsi invece AKUDUNNIAD. Quella fu l'ultima roccaforte sannita, vicino Aquilonia (Avellino); e infine dopo la cattura e l'uccisione di Gavio Ponzio, di Abellinum, che era stato comandante supremo dell'armata sannitica. Ma non di questo specifico aspetto militare della storia sannitica vorrei parlare, che può non interessare tutti e forse pochi, bensì della monetazione di quella gente osca, per un aspetto sensazionale dei loro coni: proprio sulle monete i Sanniti scrissero per la prima volta nella storia, una parola quanto mai piena di fascino e destinata a segnare il nostro futuro: ITALIA. BELLUM SOCIALE E NASCITA DELL'ITALIA "Sociale Bellum vocetur licet, ut extenuemus invidiam; si verum tamen volumus, illud civile bellum fuit" - Può essere chiamata "guerra sociale" per sminuirne l'odiosità; se vogliamo la verità, quella fu una guerra civile (Floro, 75-125 d. C.) Quando il senato di Roma intorno al V secolo a. C. negò agli alleati delle popolazioni italiche ("soci") il consenso alla concessione della cittadinanza romana, si sollevò una loro cruenta insurrezione: le bellicose tribù sannitiche, in testa i Pentri, i Carricini, i Frentani, i più irriducibili Irpini, i Caudini e altre, ma anche Lucani e Apuli, presero le armi e scoppiò quella che gli storici chiamano "Bellum Sociale". Eppure quei "soci" avevano combattuto al fianco dei legionari romani contro Annibale prima e Perseo re di Macedonia più tardi. Ma non avevano avuto i benefici promessi. Ma ecco il sensazionale: le popolazioni ribelli costituirono un loro stato "italiano", con capitale Corfinium (nell'attuale provincia di L'Aquila) che fu subito ribattezzata ITALIA. La loro lingua comune era l'osco, e su questa identità così estesa di idioma, si pensa che i romani abbiano immaginato che si trattasse di un unico popolo. E poiché nella loro politica espansionistica le legioni avevano conosciuto per primi gli abitanti del Samnium, i Sanniti, estesero il nome a tutte le popolazioni limitrofe. Sull'ineccepibile modello romano, il nuovo stato repubblicano elesse subito un senato di 500 membri, 2 consoli - il marso Quinto Poppedio Silone e il sannita Caio Papio Mutilo - e 12 pretori. Intanto la nuova capitale ITALIA - che occupava una posizione strategica sulla Via Valeria, prosecuzione della Tiburtina, che collegava Roma all'Adriatico - cominciò a battere moneta per contrastare quella romana che intanto gestiva un monopolio assoluto su quasi tutto il meridione d'Italia. Queste alcune delle monete sannite del Bellum Sociale: Chi di noi fosse interessato a leggere qualcosa della storia dei Sanniti (popolo, territorio, lingua, religione, monetazione, Legio Linteata, meddix tuticus, ecc.), potrebbe aprire questo link, c'è da restare stupiti. http://www.sanniti.info/ e poi Tito Livio, Ab Urbe condita, Libro IX, anche qui: http://www.sanniti.info/livio9.html Ora mi scuso per avere forse tirato un po' d'acqua al mulino della mia tribù, non me ne vogliano gli Antichi Romani, i Nuovi, i Romanisti e anche i Laziali. Sono trascorsi tanti anni da quella guerra e tranquilli, siamo ormai tutti Legionari Romani. Alla prossima con le Sirene, spero. HIRPINI
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