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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/17/20 in tutte le aree
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Buonasera a tutti. Con piacere condivido l'ultimo arrivato...e con questo siamo al sesto tondello da 5 grana che ho in collezione! Credo di aver sviluppato na forma di dipendenza per la monetazione in rame di Ferdinando III . Se poi li trovo pure ben conservati, li piglio al volo!! Tondelli che differiscono molto sul peso...in collezione ho tondelli che vanno dai 13,3 grammi a salire fino a quasi 17 grammi...questo sta nel mezzo...14,99 grammi. Variante questa che vi posto con Al Dritto: il punto dopo la data "1815." e la legenda schiacciata, "ETHIER" tutto attaccato senza spaziatura Al Rovescio il punto dopo B. di Beninati che chiude anche la legenda "PVBLICA." Eccola:9 punti
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La dott.ssa Sara Airò, funzionario archeologo del MArTA, ci presenta uno dei reperti più interessanti del museo: il tesoretto monetale medievale.4 punti
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Nuova entrata in Collezione : Piastra 1788 Lettera P. sotto il busto.4 punti
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Scelgo questa: una moneta che personalmente adoro per ciò che commemora (la Easter Rising del 1916 in Irlanda) e per come ho avuto questo segnalibro: è il regalo di un amico irlandese, che conoscendo la mia passione lo ha comprato nello stesso edificio postale raffigurato sulla moneta, come promemoria per un viaggio in Irlanda che abbiamo giurato di fare prima o poi. Speriamo che possa essere presto, una volta finita questa pandemia3 punti
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Stiamo lavorando alla terza edizione della Lombardia, zecche minori, che dovrebbe uscire entro fine anno3 punti
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Ecco il ritratto reale di Agostino Barbarigo con lunga barba. Lo vediamo sul mocenigo sempre in ginocchio davanti a S. Marco. Rif.: Zub-Luciani 89.4 La descrizione, tranne il nome del doge, e i dati ponderali sono del tutto simili a quelli di Pietro Mocenigo. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Ciao Alessandro, si tratta di vianari, cioè wiener pfennig, denaretti austriaci coniati su una sola faccia. Si trovano nelle offerte in chiesa in Friuli nel XV secolo.3 punti
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Giusto un mese fa iniziava questa discussione. Da allora 180 risposte e 2500 visite sono il risultato del lavoro fatto con tutti voi. Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato e che spero continueranno a farlo. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Guarda, ti assicuro che accade più spesso di quanto si possa credere ? Le monete napoletane hanno un fascino inspiegabile a parole... Quando le si scopre, è difficile non rimanerne colpiti!2 punti
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Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2019 Tiratura: 1.195.119 Città: Biella Condizioni: SPL2 punti
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... per chi non conosce la ritirata degli Alpini in Russia, breve filmato2 punti
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2007 CUNEO 80a ADUNATA NAZIONALE ALPINI D. Cappello alpino con la nappina rossa della Taurinense, bellissimo il profilo del Monviso col tricolore. R. Stemma del comune, torre civica del 1317 e alta 52 metri, e il logo dell'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI Hanno sfilato novantamila alpini dalle 9,00 alle 20,00, si è chiusa col passaggio di 135 bandiere tricolori, quanti sono gli anni dalla fondazione delle Truppe Alpine.2 punti
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Repubblica di Venezia Agostino Berbarigo (1486-1501) Ducato Oro Peso: 3,54 g Diametro: 21 mm D/ AVG (globetto) BARBADICO (globetto) S (globetto) M (globetto) VENETI, S. Marco stante a d. e il doge inginocchiato a s. reggono il vessillo, lungo l'asta DVX R/ SIT T XPE DAT Q TV REGIS ISTE DVCAT, il Redentore stante in mandorla stellata Rif.: Zub-Luciani 122.27 Con l'avvento della lira, la zecca di Venezia entra nell'evo moderno. Non solo vengono coniate nuove monete, ma cambia anche lo stile. L'Umanesimo e il Rinascimento influenzano anche gli incisori della zecca. Conosciamo persino il nome di un incisore di grande valore artistico, il Camelio. Egli lavora sotto il dogado di Marco Barbarigo e sotto quello del fratello Agostino. E' talmente bravo da contrattare il proprio stipendio e quando non viene accontentato lascia il posto, salvo tornare poi con un aumento. Queste vicende personali si riversano sui ducati di Agostino Barbarigo. Alcuni di essi sono di ottimo stile altri di stile effettivamente peggiore. Lo stile del ducato qui presentato è notevole e il conio potrebbe essere uno di quelli del Camelio. Da notare che il ritratto del doge è idealizzato. Il vero ritratto di Agostino Barbarigo è con una lunga barba, che vedremo su altri nominali. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Fossi solo un collezionista di monete medievali forse accetterei monete slabbate. Sicuramente ne sarei indifferente se fossi un investitore. Come studioso di monetazione medievale non ne vorrei mai avere una.2 punti
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..Visto che si è parlato di Bertoldo di Andechs Zecca di Aquileia Bertoldo di Andechs ( 1218 -1251 ) Denaro prov. ex " num. Eugenio Fornoni " Verona2 punti
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FINE 1800 - EPOCA DI UMBERTO I F.lli BRAMBILLA - SPECIALITA' CASALINGHI - DEPOSITO BICICLETTE Ottone, mm.30,501 punto
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Buonasera a tutti, spinto dalla curiosità in merito ad un marchio riportato su un Aureo di Carlo V e su altre monete anche in argento di Carlo V, di cui si è già parlato nella discussione '' Monete e medaglie napoletane e siciliane dalle aste'' vorrei provare ad approfondire insieme a voi riportando delle mie personali considerazioni. Riporto poche note riguardo al regnante citato. Carlo V nacque il 24.2.1500 a Gand dall'arciduca d'Austria Filippo il Bello, figlio di Massimiliano d'Asburgo, imperatore, e da Giovanna la Pazza, figlia di Ferdinando il Cattolico e di Isabella di Castiglia. Divenne a soli sei anni, per la morte del fratello e della sorella maggiore della madre, come pure di quella del padre, erede non solo dei Paesi Bassi, ma dell'Aragona e della Castiglia. Sono partito da queste prime informazioni per fare un collegamento, ho poi analizzato lo stemma araldico, soffermandomi sull'aquila bicipete, ed ho trovato delle altre notizie proprio riguardo L'Aquila. L'Austria ha come simbolo proprio l'AQUILA imperiale con la testa rivolta a sinistra, mentre la Spagna ha la stessa AQUILA imperiale ma con la testa rivolta a destra. Ecco l' aquila le due teste una rivolta a Sx e una rivolta a Dx a simboleggiare la doppia appartenenza di Carlo V. Sicuramente ho fatto delle considerazioni ovvie, la scoperta dell'acqua calda, ma non voglio lasciare niente al caso, niente di intentato, forse non arriverò a niente, forse non dimostrerò niente, ma avrò la soddisfazione di avere esternato qualcosa di mio, qualcosa per cui ho impiegato del tempo, la passione per la storia, per la ricerca, per la curiosità. Prendo in prestito le foto delle monete postate nell'altra discussione per far meglio comprendere quella che è una mia ipotesi. Il marchio che è sotto al collo di Carlo V nell'aureo è per me composto da tre elementi, la parte centrale è per me quella che in araldica si definisce aquila nascente, in questo caso con testa rivolta a Sx. poi con molta fantasia vedo un nastro/cartiglio, sul quale potrebbe esserci scritto '' PLVS VLTRA che sono le due parole riportate sulle colonne ai lati dello stemma araldico, e poi quello che potrebbe essere un ulteriore nastrino. Posto anche foto di una moneta d'argento, dove la Corona di Carlo V è formata da due globi con all'interno lo stesso Marchio/simbolo... Per me le due aquile Asburgica e Spagnola.. So che ho veramente tanta fantasia, non sono un esperto e ho rispetto per il pensiero di ognuno, pronto al confronto, desideroso di imparare, ci tenevo a esternare questa mia ipotesi giusta o sbagliata che sia. Saluti Alberto1 punto
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Ciao Fxx, il prezzo salirà, il Venditore in questione, fa partire la aste con prezzi veramente bassi per la qualità delle monete in vendita , poi siamo noi collezionisti a battagliare e dargli il valore "giusto" . saluti Michele1 punto
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Possiedo il Burgos, edizione del 2008, segnalato da Bavastro. La numerazione n. 1863 è però del Burgos del 1992: dalle tavole di corrispondenza presenti nell'edizione del 2008 corrisponderebbe al n. 2360 (epoca di Augusto imperatore). Solo che non riporta. Il semisse (dal peso di 3,8 - 4,0 g ) ha al D/ un toro stante ! e al R/ Caio e Lucio stanti con scudi. Anche la legenda del lato con Caio e Lucio dovrebbe avere solo la scritta CAESARES GEM(INI). https://www.acsearch.info/search.html?id=5309887 https://www.acsearch.info/search.html?id=18465671 punto
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Discussione spostata nella sezione del Regno di Napoli e delle Due Sicilie.1 punto
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In un rotolo in volgare della prima metà del Quattrocento (1439-1440) del Fondo documentario dell'antica Confraternita di San Cristoforo di Udine è attestato la voce vaginari. Nel contesto in cui viene riportata potrebbe riferirsi a monete. Non ho trovato citato altrove questo termine in documenti friulani, ma siamo in anni in cui la dominazione della Serenissima si era ormai consolidata, e forse qualcuno di voi ha trovato questo termine in documenti veneti. In ogni caso mi interesserebbe la vostra opinione. Riporto il documento e le ipotesi fatte. .1 punto
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Ciao Paolo, Leghe di ottone, appena mi arriva lo peso e rifaccio foto.1 punto
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Ciao! Decisamente anomala l'iconografia del ducato, quando sappiamo che, anche nei ritratti monetali idealizzati, elementi salienti degli stessi venivano preservati e la barba lo è sicuramente. Mi è difficile pensare che un artista del calibro del Vettor Gambello, abbia operato in questo modo. Forse c'è una spiegazione; sappiamo che il Doge precedente, Marco Barbarigo, non portava la barba e sappiamo anche che il suo dogato durò solo nove mesi circa, morendo improvvisamente di "crepacuore" (si dice a causa di un diverbio con il fratello Agostino). Medaglia di Vettor Gambello per il Doge Marco Marbarigo Il Doge Agostino ha regnato per parecchi anni e di conii per i ducati a suo nome ne sono stati certamente approntati decine di esemplari, eppure non ne ricordo qualcuno con il viso barbato; non è da pensare che, presi alla sprovvista della morte di Marco, in zecca abbiano deciso di utilizzare i suoi coni anche per Agostino; alla prima occasione avrebbero modificato i conii e invece ciò non è avvenuto. Non me lo spiego! Di seguito il mio Mocenigo a nome del Doge Agostino Barbarigo - gr 6,30 a seguire il Soldino - gr 0,27 il Tornesello - gr 0,52 infine, il Bagattino per Padova saluti luciano1 punto
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sì certo, @Poemeniusa te no? Al diritto IMP C T ....... VS P F AVG, al rovescio a parte la personificazione la legenda inizia con una L1 punto
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Ciao, il dettaglio dell'orecchio è riconducibile ad una debolezza di conio, tipico difetto su questa tipologia monetale, e per questo non influisce sulla conservazione. Per quello che è dato vedere dalle foto, i dettagli sembrerebbero al loro posto: Armatura dell'Italia, elsa della spada, coccarda sul carro, briglia del cavallo (un po debole, ma sicuramente riconducibile al difetto sopra menzionato). La foto non è molto chiara, ma se quel "bianco" è dovuto alla brillantezza, direi che siamo sul "non circolato", quindi dallo Spl/FdC a salire1 punto
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Per concludere i denari di Gregorio di Montelongo manca quello con la croce. Rif.: Passera-Zub 70; CNI VI, 32; Bernardi 21 Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buonasera Sergio, si sì lo so che non è una variante, infatti ho specificato “particolarità”...! Sono in rilievo e condivido pienamente ciò che ha detto Rocco... sono in attesa di una bombetta, appena arriva a casa posto un paio di foto.. Saluti francesco...1 punto
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Buona sera a tutti voi ? Vi propongo questo "piccolo" acquisto... Ho riscoperto queste piccole ma, molto belle, monetine1 punto
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Ciao Francesco, secondo me l'incisore ha fatto tre belle "svirgolate" mente impostava i tre gigli nella palla dei Medici, se controlli meglio le tre linee partono grosse da ogni giglio e vanno a finire oltre lo stemma. Ricordo un solco simile sullo 0 del valore (120) in una Piastra del 1834 Un caro saluto a tutti, Rocco1 punto
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A proposito di libri aperti e chiusi, il primo ad averli entrambi è Volchero di Erla. L'esemplare postato a pag.9 di questa discussione ha il libro chiuso. Ma c'è anche il conio con il libro aperto. Un altro personaggio che usa entrambi i libri è Arlongo nell'emissione con la colomba. L'esemplare della pag. 8 di questa discussione ha il libro aperto. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Recentemente ho trovato altri due maschere che vengono dal limes balcanico e che sono quasi l’antitesi della maschera di Kalkriese nella loro ricchezza di dettagli. La prima è quasi una sua evoluzione, con le volute dei capelli, un accenno di baffi e la barba che scende sulle gote. E’ stato datato al II-III secolo d.C. Le caratteristiche stilistiche del ritratto di un giovane si riferiscono al classicismo e l'acconciatura con i ricci appartiene al tipo di acconciatura dell'imperatore Adriano e del suo amico Antinoo. Le sue caratteristiche stilistiche e la tecnica di produzione estremamente precisa lo rendono uno dei manufatti migliori e significativi di questo tipo di casco specifico. Da Smeredevo, Serbia. Non so cosa ne pensate, secondo me è una opera d'arte.. Ancora più “verista” il secondo esemplare che viene dal castrum di Kostol, sul Danubio nei pressi del ponte di Traiano sul fiume. l casco rappresenta un ottimo prodotto toreutico della modellazione naturalistica del viso con caratteristiche individuali. È stato creato sotto la forte influenza dei ritratti realistici del tempo dell'imperatore Traiano. Proviene probabilmente da una officina italiana. Pontes castrum faceva parte dei limes romani del Danubio ed aveva la tipica fortificazione romana ausiliaria nel II secolo d.C. , rettangolare con quattro porte e 16 torri, edificio del quartier generale, officine, magazzini e altri edifici. L'elmo dopo il restauro. E la ricostruzione proposta. Se siete interessati ad approfondire i dati su questo ultimo elmo è disponibile sul web il pdf: “A bearded face-mask helmet from the collection of the National Museum in Belgrade” di Andrey E. Negin. Saluti Illyricum1 punto
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Ancora meglio, sembra proprio una moneta ! Oggi a nessuno verrebbe in mente una iniziativa del genere, di emettere un gettone con il volto del Capo dello Stato. Allora invece dell'effigie del Sovrano ne veniva fatto largo uso, anche su medaglie sportive di moderato interesse, come pure riguardanti manifestazioni di vario tipo. La Monarchia sabauda era ancora giovane, la stampa era diffusa solo in settori limitati, ogni mezzo quindi era utile per veicolare, per "pubblicizzare" il volto dei Reali. Un gran bel gettone, interessante, proprio anche per il suo interesse storico. @poeta1 punto
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Sì, Enrico VI, ovviamente. Pensi VI e ti esce IV... ? Ora correggo per non indurre in errore. Grazie @aemilianus253. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Gli ultimi due Patriarchi postati, ovvero Volchero di Erla e Gregorio di Montelongo, ebbero un importante ruolo nella vita di Federico II di Svevia, lo ''Stupor Mundi''. Ma in due sponde opposte. Infatti Volchero ebbe un ruolo significativo nell'aiutare Federico II a raggiungere la Germania, quando tutte le altre via gli erano state chiuse dal papato e dai suoi avversari in Germania. L'essere riuscito nel viaggio in Germania permise a Federico II di essere eletto imperatore in quanto legittimo erede di Enrico VI. Per averlo aiutato Federico II ricambiò Volchero con la sua amicizia e cariche politiche di notevole caratura. Di tuttaltro genere fu l'incontro di Federico II con Gregorio di Montelongo. Quest'ultimo infatti venne spedito dal Papa a dirigere la difesa di Parma assediata dalle truppe di Federico, difesa che vide trionfare i guelfi, rubando anche il tesoro all'imperatore in una famosa sortita. Alla morte di Federico II il Papa, per riconoscenza e anche per mettere un uomo fidato in un posto così importante, nominò Gregorio Patriarca di Aquileia. Ebbe così fine una serie ininterrotta di Patriarchi di origine tedesca. Spero di non avervi annoiato, ma ho sempre trovato curiosa questa interferenza dei Patriarchi nelle vicende di Federico II. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Eheheh come ti capisco... Sui grandi bronzi servono risorse economiche ma anche e soprattutto molta esperienza. Quelli che mi è mancato all’inizio della mia esperienza e stato un Maestro fisico che mi potesse avviare in questo mondo, ma ne ho trovati tanti virtuali su questo forum, desiderosi di condividere le loro conoscenze con i più giovani e meno esperti. ti consiglio di leggere molto, anche le tante vecchie discussioni su questo forum. Io colleziono basso impero, se ti rivolgessi verso quel periodo potrei forniti qualcosa da leggere ?1 punto
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credo che il danno sarebbe al nostro patrimonio culturale se queste monete entrassero nel circuito dei collezionisti senza che qualcuno le segnali come "non genuine", danneggiando cosi a lungo andare gli studi che cercano di capire queste emissioni.1 punto
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Buonasera a tutti, questo post credo sarà abbastanza lungo, visto che non ho sonno e visto che stasera ho una certa voglia di scrivere. Si tratta di una riflessione personale che parla di me, della mia vita e del collezionismo... alternando una breve autobiografia ad alcune riflessioni sul calo del numero di collezionisti. Ringrazio quindi fin da ora chi avrà la pazienza di leggere fino in fondo e, ovviamente, chiunque vorrà dare il proprio contributo. :) PARTE 1 - LA TRADIZIONE DEL MARTEDI' La mia storia di collezionista inizia nei primi anni delle scuole elementari, quando con la mia famiglia, il martedì sera, andavamo nel paese vicino a trovare mia nonna. Mio padre era il responsabile di un ristorante piuttosto grande e aveva sempre molto da fare. Il martedì era il giorno di chiusura. La mattina andavo a scuola e quando rincasavo, sebbene fosse l'unico giorno che potevo trascorrere interamente con lui, l'unico giorno in cui la famiglia poteva riunirsi, ricordo che non ero particolarmente contento di quella trasferta che mi avrebbe tenuto per tutto il giorno lontano dai miei amichetti e dalle interminabili partite di pallone nel campo di fronte a casa mia. Mio zio, fratello di mio padre, abitava con mia nonna, e collezionava monete e francobolli come mio nonno, che non ho mai conosciuto, prima di lui. Credo sia stato quella la mia introduzione al mondo del collezionismo. In quel periodo che ora mi appare così distante, mio padre ha notato la curiosità con cui guardavo le monete e i francobolli di mio zio e, in breve tempo, mi sono ritrovato con una piccola collezione fatta di pezzi doppi comuni e valuta circolata rimasta nelle tasche di qualche amico che aveva fatto un viaggio all'estero. Il 13 dicembre a Verona si festeggia Santa Lucia, ed è tradizione svegliarsi la mattina per trovare i regali, un po' come accade in altre zone per Babbo Natale. Non provengo da una famiglia ricca, non dal punto di vista economico, e quindi non ho mai avuto monete di grande pregio o valore, ma ricordo ancora un anno in cui, tra i vari regali, c'era un'ampia ciotola di monete mondiali. Così come ricordo, qualche anno dopo, correva il 1990, quando il martedì mio zio mi accompagnava in edicola e tornavo a casa con il numero settimanale di "Monete del mondo". RIFLESSIONE 1 - NUMISMATICA E FANTASIA Ci sono moltissimi collezionisti di monete che portano avanti le proprie raccolte per amore della storia, beh, io a quei tempi lo facevo per spirito di avventura e amore per la geografia. All'epoca leggevo libri di avventura, fantasy e di fantascienza e un comunissimo tondello di Hong Kong, del Perù o della Nuova Zelanda, nella mia fantasia di bimbo, diventava un artefatto luccicante proveniente da un mondo esotico e lontano che, forse, non avrei mai potuto visitare davvero, ma che mi trasmetteva tutto il suo incanto attraverso l'immaginazione e una piccola moneta. Oggi sono un uomo adulto in procinto di sposarsi eppure un'eco di questo senso di meraviglia di fronte a una moneta proveniente da un paese lontano ancora mi pervade. Eppure sono convinto che molti ragazzini di 10 o 12 anni, oppressi da un mondo sempre più cinico, pragmatico e consumistico, abbiano meno propensione a viaggiare con la fantasia di quanta ne ho io che vado per i 37. In parte, credo, questo è un motivo di disaffezione per la numismatica che, a mio modo di vedere, non stimola più l'immaginazione come capitava un tempo e che, a prescindere da questo aspetto, non viene più percepita dalla società come qualcosa di pratico e utile, ma unicamente come un hobby addirittura dannoso che distrae dalle cose "davvero importanti". PARTE 2 - SI CRESCE, SI CAMBIA, SI SALUTANO PERSONE CARE Quando avevo 16 anni portavo un 45 di scarpe, giocavo a pallacanestro e tutti i pomeriggi mi trovavo con gli amici per parlare di fumetti, giochi di ruolo e ragazze. Ciascuna di queste tre passioni, che avevano velocemente soppiantato il collezionismo di monete, in un certo senso, l'aveva fatto perché mi permetteva di viaggiare con la fantasia in un modo tale per cui potevo anche relazionarmi con le persone della mia età. I fumetti ce li scambiavamo e si facevano infinite discussioni, citando i passi più coinvolgenti e discutendo di trame e personaggi. I giochi di ruolo sono giochi di società che ci permettevano di giocare attorno a un tavolo a essere gli eroi di un mondo di fantasia. Le ragazze... beh... mi chiedo quanti di voi a quell'età preferivano stare con le monete piuttosto che con le ragazze. :) Quando avevo 16 anni mio zio ci ha lasciati, travolto da un automobilista distratto mentre si recava in bici a casa di mia zia. E' stato un brutto colpo per tutti. Per mia nonna che l'aveva già visto quasi morire una volta, molti anni prima, e che viveva con lui. Per mio padre con cui era legatissimo. Per me, che perdevo un amico con cui avevo trascorso i martedì dei dieci anni precedenti. Ereditai le monete e i francobolli ma ormai il collezionismo non faceva più parte dei miei interessi, sebbene mio padre continuasse a portarmi tutte le monete estere che gli portavano i clienti più affezionati o le varie commemorative sammarinesi e vaticane che riusciva a raccogliere. Io le prendevo e le accumulavo in una scatola di scarpe, "le guarderò quando avrò un attimo", spesso senza neppure degnarle di un'occhiata. RIFLESSIONE 2 - NUMISMATICA E SOCIETA' C'è un buco, che è quello che ai miei tempi andava dai 14 a 25 anni, in cui un individuo costruisce la propria vita in società, imparando a stare con le persone e a relazionarsi con l'altro sesso. E' il periodo in cui la scuola inizia a farsi impegnativa, in cui l'amore inizia a farsi serio e in cui la società impone le prime sfide e scelte difficili. In questo periodo, diciamocelo chiaro, non c'è tempo per la numismatica o, se c'è, è molto ridotto. In questo periodo si è talmente pieni d'energia che l'idea di sedersi a spulciare monete sparisce o, quantomeno, diventa meno allettante rispetto ad altre possibili occupazioni. Un buco di mercato di circa 10 anni, ai miei tempi. Un buco di mercato che ai tempi di mio padre era forse più piccolo perché c'erano meno svaghi, divertimenti e distrazioni. E si diventava adulti prima. Un buco di mercato che oggi si sta invece, credo, allargando. PARTE 3 - GIOVANE ADULTO Raggiunta la maggiore età, e completati gli studi superiori, ho iniziato a costruire la mia strada da adulto. Ero un ragazzo con una mente brillante e un carattere vivace. Molto vivace. Troppo vivace. Non ero uno sbandato, un drogato, un delinquente o un tipo pericoloso. Ero a posto però ero decisamente eccentrico... dormivo quattro ore a notte perché uscivo tutte le sere, mi ossigenavo i capelli (quando non li coloravo di verde o blu) e mi vestivo in modo appariscente. Mi piaceva stare al centro dell'attenzione e ci sapevo fare con gli amici e con le ragazze. Ero stravagante ed eccessivo e spendevo un sacco di soldi per divertirmi, ma non durò a lungo. A 20 anni arrivò la chiamata di leva e quando tornai nel mio piccolo paese mi ero decisamente calmato. Mio padre nel frattempo, un paio d'anni prima, aveva rilevato il ristorante in cui lavorava ma non stava andando bene e presto fummo costretti a chiudere, rimanendo con un bel po' di debiti da pagare e un pesante mutuo mensile sulla casa. Era solo una casa a schiera, non certo una reggia, ma era il sogno che i miei genitori avevano coltivato per trent'anni, e ora rischiava di volatilizzarsi tra le loro mani. Fu un periodo davvero difficile dove mi resi conto che, al di là del mio egocentrismo, ero probabilmente più maturo della maggior parte dei miei coetanei. Trovai quasi subito un lavoro e contribuii concretamente ad aiutare la mia famiglia ad uscire da quello che sembrava un tunnel senza fine. Ci vollero 5 anni, ma alla fine tutto si sistemò, il mutuo fu estinto e tutto sembrò finalmente tornare alla normalità. In quel periodo di crisi non potevo permettermi spese inutili e ripresi in mano le collezioni, sistemando monete e francobolli, ma unicamente allo scopo di verificare se ci ci potesse essere qualche pezzo di valore (mai 'na gioia...), salvo poi mollare tutto di nuovo nel dimenticatoio quando una ragazza di nome Beatrice, mia futura sposa, nel 2003, mi costrinse a rivedere un po' le mie priorità e a tagliare qualche hobby. All'epoca le monete non erano neppure sul podio dei miei interessi principali quindi accantonarle fu immediato e automatico. Mio padre nel frattempo aveva trovato un lavoro come cuoco e faceva degli orari praticamente complementari ai miei. Ci vedevamo poco e avevamo poco da dirci, appartenendo a generazioni diverse e non avendo interessi. Il tempo passava, la relazione si consolidava, i tempi cambiavano e i miei ritmi diventavano sempre più tranquilli. Poi, circa 7 anni fa, mia nonna, l'unica tra i miei nonni che abbia conosciuto, si è spenta. Fu un altro colpo duro, visto che dopo la morte di mio zio era venuta a vivere con noi e, sull'onda dei ricordi ripresi in mano le monete, dapprima timidamente, poi con maggiore passione. Presi ad acquistare qualche lotto di monete mondiali circolate al kg e, poco alla volta, posi una base concreta su cui costruire la collezione che da piccolo avevo solo potuto sognare. Era diverso, però. La fantasia e l'immaginazione rappresentavano ancora una parte dell'amore per il collezionismo, ma ora anche una forma di ricordo e comunione con la mia famiglia facevano parte di questa collezione. E, come se non bastassero queste ragioni, un neonato amore per la storia che in precedenza non avevo mai avuto faceva da ulteriore spinta motrice a questa passione che tornava a farsi sempre più importante. RIFLESSIONE 3 - NUMISMATICA E SNOBISMO Il fatto che molti collezionisti di monete abbiano una predilezione per il Regno e una grande passione per la storia tende, già di per sé, forse, a farli apparire come "una manica fascistoni e nostalgici della monarchia". Non certo un'etichetta piacevole da portare, eppure mi è capitato di sentire definizioni simili in più circostanze. Così come, per non lasciare scontento nessuno, mi è capitato di sentire definizioni tipo "uno di quegli invasati che spende 3 euro per avere una moneta da 2 euro". Al di là del fatto che per il profano avulso alla numismatica queste definizioni, pur offensive, potrebbero effettivamente avere un senso, già il fatto che io parli di "profani" fa capire come ci sia un distacco netto tra chi colleziona monete e chi non lo fa. Rendiamocene conto, quando va bene appariamo almeno come strani. Quando facciamo notare alla persona digiuna di numismatica che una determinata moneta non è cinese ma giapponese, rischiamo quantomeno di apparire spocchiosi. E quando parliamo di monete catechizzando come Gesù tra la folla, anche i meno esperti tra noi, appaiono snob. Ma dopotutto questo è un problema che si ha anche se si parla con cognizione di causa e linguaggio appropriato di storia, geografia, scienze, medicina o politica. La media è rappresentata dall'ignoranza, non dalla cultura. E la cultura è snob. Tuttavia, se uniamo tutto ciò alle riflessioni precedenti è facile capire, secondo il mio modestissimo parere, il motivo per cui ci sia una contrazione nel numero di collezionisti e una diffusa volontà a mantenersi a distanza da "quella gente strana". PARTE 4 - CONCLUSIONE DEL VIAGGIO Tredici mesi fa, dopo un anno di sofferenza, anche mio padre se n'è andato. E' dannatamente difficile vedere spegnersi tra le tue braccia qualcuno che ti ha preso tra le sue quando sei nato. Che ti ha tenuto quella stessa mano e ti ha sorretto finché non sei stato in grado di camminare con le tue gambe. Che ha sacrificato davvero tanto ed è stato per tutta la vita il tuo eroe. Che ti ha insegnato l'importanza dei valori tradizionali e della famiglia. Che magari aveva potuto frequentare solo la scuola media e non ti aveva potuto insegnare la storia o la matematica, ma che ti aveva insegnato ad essere curioso perché tu imparassi da solo e cercassi da te le risposte. "Cresciamo i nostri figli in modo che possano fare a meno di noi" ha detto qualcuno. La numismatica, da un anno a questa parte, per me è anche questo. E' il ricordo di mio padre, di quei martedì da bambino che mi parevano così poco importanti, di quelle commemorative sammarinesi che ha continuato a tenermi da parte per anni, di quel periodo in cui non avevamo più nulla di cui parlare. “Se queste ombre vi hanno offeso, pensate, E cada ogni malinteso, Di aver soltanto sonnecchiato Mentre queste visioni vi hanno allietato. E questo tema ozioso e futile Non più di un sogno vi sarà utile. Gentili amici, non rimproverate; Miglioreremo se perdonate.”1 punto
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Più che i cataloghi, in questa fase a mio parere è meglio se segui il mercato. Tieni presente che le monete che stai puntando tu - Antoniniani e Radiati di fine III-inizio IV secolo - sono monete per la maggior parte molto comuni e che se non sono in alta conservazione si vendono davvero a pochi euro. Pertanto è difficile trovarne presso le case d'asta se non in lotti, mentre più facilmente si trovano sui negozi ebay delle stesse case d'asta: Lanz per esempio ne vende a tonnellate. Dunque guardati attorno con attenzione: personalmente mi sentirei di consigliarti un acquisto come quello che avevo fatto io agli inizi della mia collezione (erano gli anni Novanta): un bel lotto consistente, ovviamente con tutte le garanzie di legalità necessarie, certo non i "bulk lot" degli scavatori abusivi. Io avevo acquistato all'epoca, presso il compianto Andrea Luise di Nummus et Ars, due lotti, uno da 100 antoniniani di Gallieno (ecco da dove viene il mio nickname) e uno da 350 bronzetti da Claudio il Gotico a Costantino. Ho passato mesi a studiare quelle monete e mi sono davvero "fatto le ossa" sulle monete romane, ponendo le basi per tutto ciò che è venuto dopo. Penso di non essermi mai divertito tanto con le monete come quando catalogavo quei pezzi: ogni sera dopo cena mi mettevo alla mia scrivania e ne schedavo quattro o cinque. Mi verrebbe voglia di rifarlo anche ora.1 punto
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Approfitto per ripubblicare la mia 1 Tornese e mezzo del 1832. Riferimento Magliocca 751 R3 La moneta è proprio quella pubblicata sul manuale di Pietro Magliocca. Saluti a tutti e buona Pasqua1 punto
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Buonasera a tutti, ho trovato un barattolo di mio nonno (eh sì il classico barattolo del nonno da cui inizia ogni sotria numismatica) con alcune monete antiche, niente di trascendentale, se non fosse per una moneta che sembra inesistente! Non sono un esperto di numismatica ma mastico abbastanza internet da saper cercare in modo mirato. Ho spulciato sia siti specializzati che pagine di storia d'Italia e dei suoi re...ma niente! Si tratta di una moneta che sul recto reca le effigie di un principe con la scritta: "Principe Ereditario d'Italia". Sul verso sopra due piante intrecciate riporta "10 MARCHE" e la scritta in alto "Regno d'Italia". Nessun Anno. Ho torvato dei riferimenti a "marche" nel regno di Umberto I, ma non coincidono le effigie... Qualcuno potrebbe aiutarmi? Vi allego una foto grazie a davvero complimenti a chi gestisce questo sito!!!1 punto
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