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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/19/20 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti. Volevo condividere con voi il mio primo acquisto, per il mio compleanno. È stato fatto poche ore prima del lockdown per il Coronavirus e quindi la spedizione è avvenuta giustamente ed ovviamente con un mese di ritardo (grazie, Tinia Numismatica!). È una moneta comune, ma mi ha dato subito delle belle sensazioni, e l'ho acquistata. È dotata di certificato. Dati: Denario di Adriano (RIC 83) Materiale: Argento Diritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG, busto laureato e drappeggiato. Rovescio: P M TR P COS III - Felicitas con caduceo e cornucopia Coniazione: dal 119 al 125 dC Peso: 3,45 gr. Diametro: 18 mm Sto preparando un book di schede con tutte le monete che erano state ereditate ed ora posso finalmente aggiungere questa. VI allego un paio di foto.
    6 punti
  2. Repubblica di Venezia Leonardo Loredan (1501-1521) Ducato Oro Peso: 3,51 Diametro: 21 mm D/ LEONAR LAVRED S M VENETI, S. Marco stante e il doge inginocchiato reggono il vessillo, lungo l'asta DVX R/ SIT T XPE DAT Q TV REGIS ISTE DVCAT, il Redentore in mandorla stellata Rif.: Zub-Luciani 122.28 Ecco un esempio di ritratto sul ducato. Se si confronta il ritratto che il Bellini fece a Leonardo Loredan diventa subito evidente che quello rappresentato su questo ducato è proprio il Loredan. Ma è l'intera immagine che ormai è diventata rinascimentale. Il pavimento leggermente obliquo rende un senso di profondità e l'immagine diventa quasi tridimensionale. Le vesti si coprono di pieghe e cadono morbide lungo la figura. Insomma credo che sia un piccolo capolavoro. Arka Diligite iustitiam
    5 punti
  3. Buongiorno a tutti. Complimenti per questa interessante discussione, alla quale aggiungo un esemplare certamente non bellissimo: Era stato classificato tra quelli con la "C", è corretto secondo voi?
    4 punti
  4. Buon pomeriggio posseggo questo documento del Regno delle due Sicilie (ho conosciuto lo stemma ) vorrei gentilmente chiedere agli esperti in cartofilia ad aiutarmi a decifrare qualche rigo.Grazie a chi può rispondermi.
    3 punti
  5. L'aquilino di Merano è già apparso, ma vi propongo comunque questo esemplare, meno frequente per via dei tre globetti in legenda, in luogo delle due rosette...
    3 punti
  6. Sempre un quattro soldi di Leonardo Loredan, ma diverso. Al dritto infatti sia le figure che le legende sono invertite. S. Marco è qui seduto a d. e l legenda LEO LAVRED parte da ore 1 (sopra invece da ore 8 ). Da notare anche il diverso nimbo di S. Marco nelle due monete e la diversa posizione delle braccia. Anche la legenda del rovescio parte in modo differente, manca la scritta IC - XC e ci sono tre stelle sopra e sotto al Redentore. Infine il braccio destro di Cristo è alzato lontano dal corpo. Qui ci troviamo proprio di fronte a una moneta diversa. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  7. Ecco il nuovo quattro soldi di Leonardo Loredan. Questa è la moneta che ha sostituito il grosso o grossetto. La nuova iconografia vede S. Marco seduto a d. con il doge in ginocchi davanti a lui. In esergo le iniziali del massaro. Sul rovescio la consueta ormai legenda TIBI SOLI GLORIA con un lungo busto del redentore posato su nuvole appena accennate. Del Primo grosso qui è rimasta la scritta IC - XC ai lati di Cristo. La moneta pesa 1,20 grammi e misura 21 millimetri. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  8. Signoria di Padova Jacopo II da Carrara (1345-1350) Denaro piccolo Mistura D/ + (globetto) CIVITAS (globetto), lettera I R/ + P A D V A, stella a sei punte intersecante la legenda Rif.: CNI VI, 21 Questo è il denaro piccolo di Jacopo II. Ricalca perfettamente quello di Ubertino cambiando ovviamente l'iniziale al dritto, ovvero la lettera I resa in una bella forma ornamentale. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  9. Ben ritrovati, appassionati del regno di Westphalia! Prima di iniziare, vorrei scusarmi con tutti voi per la prolungata assenza ma negli ultimi giorni sono stato abbastanza indaffarato. Siccome questa discussione è un progetto a cui tengo molto e a cui ho dedicato particolari cure ed attenzioni, mi è sembrato più corretto posticipare il tutto anziché tirare via gli ultimi argomenti rimasti, abbassando la qualità complessiva del lavoro. Bene. Chiusa questa mia parentesi, direi di cominciare! Quest'oggi tratteremo gli ultimi sottomultipli di tallero rimasti, ovvero gli esemplari da 1/6, 1/12 e 1/24 di tallero. L'1/6 di tallero è sicuramente il più interessante. Di questa moneta esistono due tipologie che, come vedremo, differiscono in tutto: peso, purezza del metallo, zecca e disegno. Ma facciamo un passo alla volta. La prima tipologia venne coniata a Brunswick e Cassel dal 1808 al 1813 (saltando il 1811). Le rispettive zecche sono riconoscibili dalla sigla al rovescio: B per Brunswick e C o F per Cassel. Probabilmente vi chiederete perché mai una singola zecca abbia usato due sigle diverse. In realtà, non si ha ancora una risposta certa a riguardo. Personalmente, ipotizzo che la C volesse indicare una coniazione avvenuta realmente a Cassel, mentre la F una coniazione avvenuta (totalmente o in parte) in Francia. Ma, ovviamente, questa è soltanto una mia ipotesi, quindi prendetela come tale... Tornando a noi, la moneta in questione pesa 5,85 grammi d'argento 500 millesimi. Il dritto ricorda molto quello del 10 talleri in oro di 1° tipologia, con lo stemma coronato del reame di Westphalia. Il rovescio presenta, invece, due scritte. La prima, centrale, indica il valore nominale: “VI einen thaler”, ovvero “6 unità di tallero”. La seconda, circolare, rappresenta, invece, il valore effettivo della moneta. Difatti, possiamo osservare che la legenda reca: “80 stück eine mark fein iustirt”, traducibile in “Regolato come 80 unità di marco puro”. Ciò vuol dire che sarebbero state necessarie 80 di queste monete per raggiungere il corrispettivo di un marco d'argento puro. E, in effetti, è proprio così: 80 x 5,85 x 0,5 (purezza) = 234 grammi. Dunque, ricordando che un tallero di convenzione contiene 1/10 dell'argento di un marco puro, sarebbe stato più opportuno definire questa moneta come 1/8 di tallero. Invece, all'epoca si preferì tenere questa “discrepanza” tra valore nominale e valore effettivo... Passiamo ora alla 2° tipologia (coniata esclusivamente a Clausthal). Dal modico peso di 3,26 grammi d'argento 994 millesimi (lo stesso argento utilizzato proprio a Clausthal anche per la coniazione dei 2/3 di tallero), questo esemplare di 1/6 di tallero presenta un dritto identico alla tipologia precedente. Il rovescio, invece, ricorda molto lo stile dei 2/3 di tallero già trattati. Anche qui troviamo, infatti, il valore nominale campeggiante a caratteri cubitali, accompagnato da due legende circolari. Quella più interna (in senso antiorario) reca: “N D R F F silb”, un acronimo che starebbe per “Nach dem reichs fuss feine silber”. Sostanzialmente, ci dice che la moneta è stata battuta “a piede dell'Impero”. Ora che sappiamo bene a quale metodo ponderale fa riferimento la zecca di Clausthal, non dobbiamo più “spaventarci” di fronte a simili diciture. Diversamente dalla tipologia precedente, in questo caso valore nominale e valore effettivo combaciano. Calcoliamolo assieme: 6 x 3,26 x 0,994 x 12 (numero di talleri “di Lipsia” necessari ad ottenere un marco puro d'argento) = 233,3 grammi (ovviamente, un minimo margine d'errore è ammissibile). La legenda più esterna (in senso orario) presenta, invece, il classico “Koenig von Westphalen F P”. Le ultime due monete rimaste, personalmente, non mi hanno mai entusiasmato. Le tratterò, quindi, in modo rapido e un po' distaccato. L'1/12 di tallero venne coniato a Clausthal dal 1808 al 1810. Pesa 3,34 grammi ed è fatto d'argento 437 millesimi (possiamo considerarla tranquillamente una moneta in mistura). Se facessimo i calcoli, noteremmo che contiene un po' meno della metà dell'argento puro presente nell'1/6 di tallero di 2° tipologia (coniato sempre a Clausthal). Tuttavia, si tratta di quantità d'argento talmente irrisorie che, francamente, credo possano ritenersi trascurabili... Al dritto troviamo il monogramma HN coronato e, in basso, la C di Clausthal. Al rovescio, invece, osserviamo la scritta “12 einen thaler”, accompagnata dall'ormai classica legenda “Nach dem reichs fuss”. A concludere la sterile esecuzione, possiamo osservare un fiorellino ad ore 12, elemento decorativo tipico della zecca di Clausthal. Se notate, infatti, lo ritroviamo anche nei 2/3 di tallero e nell'1/6 di tallero di 2° tipologia. Eccoci, infine, arrivati all'1/24 di tallero, moneta coniata a Cassel dal 1807 al 1809. Anche qui possiamo trovare o la F o la C come simboli di zecca (la F è più comune). Il dritto è pressoché identico al precedente, sennonché la corona presenta dei festoni ai lati. Al rovescio troviamo, invece, un semplice “24 einen thaler”. Come potete voi stessi constatare, sono entrambe monete eseguite in modo alquanto banale e prive di chissà quale estro creativo... In termini generali, le monete trattate quest'oggi sono tra le più comuni del Regno di Westphalia e sul mercato viaggiano tra le decine e le centinaia di euro (dipendentemente dalle condizioni, ovviamente). Quindi, per una volta, si tratta di monete alla portata di tutti Bene. Anche per oggi abbiamo finito. Spero che abbiate gradito questo mio ritorno. Il prossimo appuntamento, purtroppo, sarà l'ultimo di questo lungo viaggio...
    3 punti
  10. Ciao a tutti. Desidero condividere con tutti voi una delle monete preferite della mia collezione: il raro giulio di Giulio II coniato a Bologna con conii attribuite a Francesco Raibolini chiamato Francia. Secondo Vasari (di cui non ci si può fidare in ogni dettaglio): Ma quello che gli dilettò sopra modo, fu il fare i conii per le medaglie, i quali da nessuno meglio che dal Francia furono fatti ne' tempi suoi, come apparisce ancora in alcune medaglie fatte da lui naturalissime della testa di Papa Iulio II che stettono a paragone di quelle di Caradosso. Oltra che fece le medaglie del Signor Giovanni Bentivogli che par vivo e d'infiniti principi, i quali nel passaggio di Bologna si fermavano, et egli faceva le medaglie ritratte in cera, e poi finite le madri de' conii, le mandava loro; di che, oltra la immortalità della fama, trasse ancora presenti grandissimi. Tenne continuamente mentre che e' visse la Zecca di Bologna; e fece le stampe di tutti i conii per quella, nel tempo che i Bentivogli reggevano; e poi che se n'andorono, ancora mentre che visse Papa Iulio, come ne rendono chiarezza le monete che il papa gittò nella entrata sua, dove era da una banda la sua testa naturale, e da l'altra queste lettere: Bononia per Iulium a tyranno liberata. E fu talmente tenuto eccellente in questo mestiero, che durò a far le stampe delle monete fino a 'l tempo di Papa Leone; e tanto sono in pregio le 'npronte de' conii suoi, che chi ne ha le stima assai, né per danari se ne possono avere.
    2 punti
  11. La visione di quest'ultima permette di capire perchè quella di Filippo Pellizzaro (discussione postata da me) è qFdC. Nel complesso quella di Pellizzaro ha un conio un pò stanco al rovescio, i cui effetti si notano nei dettali della figura al rovescio (ad esempio il viso). Quella di Pellizzaro è non circolata, ma qFdC in quanto non rappresenta il meglio che poteva uscire da una data coniazione (se si segue questa definizione di FdC). La tua moneta quindi, all'emissione, era di qualità eccelsa, migliore di quella di Pellizzaro. Vi sono però dei leggeri segni di circolazione che mostrano che la moneta anche se per poco tempo è passata di mano. Questi segni, seppur leggerissimi, si notano sulle zone più esposte della moneta (spalla, mano, punta della corona, ecc.). I fondi sono praticamente perfetti. Penso quindi che la conservazione sia tra lo Spl+ e lo Spl/FdC. Disquisire tra quale delle due sia la conservazione più opportuna credo sia complesso. La qualità del coniazione spinge nettamente verso lo Spl-FdC, il fatto che abbia dei residui che impediscono la visione di alcuni dettagli verso lo Spl+. Questione di lana caprina. Moneta eccezionale per qualità. Hai messo assieme veramente una bella collezione.
    2 punti
  12. Buonasera @petronius arbiter Non avevo letto questa discussione, a metà del 2012 non conoscevo il sito... ma negli anni ho seguito questa serie dedicata ai nativi d'America. In ricordo della scultrice che è venuta tristemente a mancare si potrebbe proseguire spiegando le restanti monete della serie dal 2013 fino al 2019. saluti miza
    2 punti
  13. Eccoci di nuovo qui. Come già anticipato, questo sarà l'ultimo appuntamento del nostro fantastico viaggio alla scoperta della storia e delle monete del Regno di Westphalia. Purtroppo, ci resta una manciata di monete da trattare, di cui solo una realmente interessante. Le altre, come vedremo, sono i classici “spiccioli” recanti al dritto il monogramma HN coronato e, al rovescio, il valore nominale. L'unica moneta (a mio avviso) degna di nota è il cosiddetto 24 mariengroschen. I cataloghi riportano una coniazione avvenuta sia a Brunswick (B) che a Cassel (F) ma, francamente, tutti gli esemplari che mi è capitato di osservare erano sempre e solo di Brunswick... La moneta pesa all'incirca 17,30 grammi ed è fatta d'argento 750 millesimi. Al dritto possiamo osservare il classico stemma reale coronato, accompagnato dalla legenda “Hieronymus Napoleon”. Tutto nella norma, sennonché, affianco alla Legion d'onore in basso, possiamo notare un elemento inusuale e alquanto criptico: “2/3 ST”. Si tratta di un'indicazione del valore della moneta ed è l'unico caso di moneta westphaliana a recare il proprio valore sia al dritto che al rovescio. Difatti, quella scritta sottolinea che lo scudo da 24 mariengroschen equivale ad un 2/3 di tallero. A dimostrazione di ciò, ricordando che il 2/3 di tallero ha un contenuto d'argento puro pari a circa 13 grammi, possiamo fare un veloce calcolo: 17,3 x 0,75 = 12,98 grammi. Al rovescio, invece, possiamo notare il valore nominale (“XXIIII marien grosch”) e più in basso la legenda “Nach d Leipz fus”, che sottolinea come questa moneta faccia riferimento al sistema ponderale in uso a Lipsia (come il 2/3 di tallero, d'altronde). Più in basso, troviamo la B maiuscola della zecca di Brunswick. Delle restanti monete, sinceramente, c'è veramente poco da dire. Sono monete estremamente comuni, specie in bassa conservazione. Solitamente vengono vendute nelle ciotole dei mercatini tedeschi a pochi euro ciascuna oppure si possono trovare in alcuni lotti di monete sfuse nelle aste di “serie B”. Onestamente, non sono nemmeno riuscito a trovare delle immagini decenti per gli esemplari da 1, 2 e 4 penny. Non avrò, quindi, il piacere di potervele mostrare ma vi assicuro che non vi state perdendo nulla di così clamoroso... L'unica foto carina che sono riuscito a reperire è quella di un mariengroschen, moneta in argento povero (mistura). Al dritto, presenta il monotono monogramma coronato di re Girolamo. Al rovescio, invece, troviamo il valore nominale (“1 marien gros”) accompagnato dall'immancabile “Nach dem reichs fuss”. Wow! Che fantasia... Il 4 penni è praticamente identico: sempre in mistura e con lo stesso disegno sia al dritto che al rovescio. Cambia soltanto un po' il diametro ed il peso (è una moneta più piccola del mariengroschen). L'1 ed il 2 penny, infine, sono in rame. Il dritto è sempre lo stesso e il rovescio è caratterizzato (guarda un po'...) dal valore nominale, riportato come “I (o II) pfenning scheide-müntz”. Tutti questi “spiccioli” vennero coniati a Clausthal solamente nei primi anni del regno. La loro produzione venne, infatti, interrotta già dalla fine del 1810. Perfetto! Con ciò, abbiamo definitivamente terminato. Spero vivamente che abbiate gradito questa mia piccola trattazione e mi auguro di avervi fatto appassionare un minimo a questa monetazione così di nicchia. Ovviamente, resto sempre a disposizione per eventuali domande o curiosità. Alla prossima, Luca
    2 punti
  14. Certamente che se ne può parlare, spero sempre che dai confronti nasca qualcosa di positivo (critiche, consigli, proposte) che possa tornare utile. Credevamo inizialmente di riuscire a condensare la monetazione papale in 4 volumi ma, nonostante il consistente numero di pagine dei 2 tomi già editi, appare evidente che si tratta di un obiettivo difficilmente raggiungibile. Purtroppo siamo costretti a rivedere l’organizzazione dell'opera in fase di stesura dei singoli volumi e pianificare numero dei tomi e loro contenuto non è facile; certo è che non vorremmo "tirarla per le lunghe " ma nemmeno tralasciare parte della monetazione, come quella da Pio VII in poi. vero è che i preziari già la includono, ma i MIR nascono con lo scopo di elencare le monete italiane dal medioevo all'unità d’Italia e, se proprio si deve derogare a tale linea editoriale, tanto vale farlo per abbondare, come nel caso del volume dei Savoia che arriva fino al 1946. Il buon Toffanin è alle fasi finali del terzo tomo, alle bozze. Purtroppo le limitazioni alla mobilità personale hanno ritardato i lavori e l’uscita del volume, prevista per fine maggio, è rinviata a fine agosto, in concomitanza con il convegno numismatico di Riccione. Se ci sarà......
    2 punti
  15. @ottone Così, senza sforzo alcuno, hai una nuova moneta nella collezione di Padova. E comunque è grazie a te che ho avuto l'occasione per spiegare la differenza tra i denari di padre e figlio. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  16. Un denaro di Volrico, vescovo di Trieste, simile a quello postato a pag. 3 di questa discussione da @ak72 , ma con la porta al centro delle mura chiusa. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  17. Buongiorno @paoloilmarinaio a me piacciono molto gli editti borbonici, (i decreti) apprezzo molto i contenuti, la carta, la filigrana, gli stemmi e i caratteri con i quali si scriveva. Ne posseggo una decina di quasi tutti i regnanti Borbonici. Il manoscritto postato da te è un atto giudiziario, come si evince dal timbro in basso della seconda pagina, forse un esproprio o un pignoramento. Questo, come gli atti notarili, sono documenti molto comuni. Purtroppo però non ti posso aiutare perchè anche ingrandendo l'immagine, la scrittura si sgrana troppo e non riesco a decifrare nulla. Mi dispiace. Ciao, Sergio.
    2 punti
  18. 2 punti
  19. Buongiorno, scusate, non volevo essere maleducato. Sono stato solo imbranato. Ho inviato il messaggio per errore prima di scrivere il testo e caricare la foto. Grazie, Gianfranco
    2 punti
  20. ciao di questa moneta c'è tutta ala serie, sesterzio dupondio e asse Silvio
    2 punti
  21. Ciao, ho scansionato il libro e l'ho inserito nella Sezione Libri del Forum. Chi è interessato può eseguire liberamente il download. Saluti a Tutti Beppe
    2 punti
  22. Mi sembra che non ci sia molto da aggiungere: L. Licinio Lucullo ha già ben confrontato la sua moneta con gli stili noti di ogni variante. Tenendo conto che al R/ non sembrano esserci simboli, l’unica opzione è la 550/2b, anche se lo stile della crocchia di capelli sulla nuca è differente dal tipo noto. Non ho trovato immagini di questo conio differente. Però nella scheda manca(va)no le foto di due varianti. Di una, la 550/2f, forse ho trovato la moneta a cui il Crawford fa riferimento: “Berlin”. Grazie alla recente digitalizzazione dell’archivio del museo tedesco, online c’è questa: https://ikmk.smb.museum/object?lang=en&id=18228319&view=vs (che ho aggiunto al catalogo), anche se i curatori non sono nemmeno sicuri che lo sia mettendoci un bel punto interrogativo sulla scheda. Però si vede chiaramente che le trecce dei capelli sono dello stesso stile della 550/2d e 550/2e. Non rimane quindi che la 550/2a. Purtroppo qui l’immagine è pubblicata su un articolo dell’Alfoldi del 1966 “Commandants de la flotte romaine stationnée a Cyrene sous Pompée, Cesar et Octavien” in Mélanges … Carcopino. Tenendo conto che sul davanti della moneta di L. Licinio Lucullo non si comprende che simbolo ci sia (crescente ? o stella nel crescente ?) sarebbe da reperire quest’immagine (della 550/2a) per vedere il tipo di crocchia dei capelli.
    2 punti
  23. Non colleziono il tipo ma acquistare da un privato in Italia su eBay è sicuramente da evitare. Forse la ragione dell'invenduto è questa.
    2 punti
  24. Grazie dell'intervento @azaad---come scrivi non è facile valutare il rame del periodo...io un po' di pezzi li ho in collezione, ma ancora oggi tentenno e chiedo l'aiuto del forum per valutare...quello che citi tu è un 5 gran magnifico, venduto da Cavaliere e giudicato qfdc...anche se onestamente vista la moneta il fdc ci starebbe tutto....io ho questa in collezione presa l'anno scorso che si avvicina alla moneta da te citata, ma anche li' come giudicarla? io nel cartellino ho scritto spl/fdc...eccola
    2 punti
  25. Buonasera, non mi è chiaro questo passaggio, se acquisti a € 54000 e vendi a €49000 io non vedo una plusvalenza, sarebbe meglio non vendere..
    1 punto
  26. Buona serata Concordo! Sigillo plumbeo, comunemente chiamato "piombino", adibito a sigillare colli, pacchi, ecc. ecc. mediante uno spago che veniva inserito nei fori e serrato mediante lo schiacciamento del sigillo. Personalmente non credo sia molto vecchio ed il fatto che i fori siano integri, mi fa pensare che non sia stato utilizzato per il suo scopo e quindi la sua attuale forma è quella di "partenza" ..... non c'è stato lo schiacciamento. Il segno che riporta è abbastanza anonimo ... difficile risalire a cosa si riferisce, anche perchè, in genere, l'eventuale segno, stemma, logo o scritta viene impressa dai punzoni che si trovano nella pinza o nello strumento adibito allo schiacciamento del piombino nel momento in cui viene serrato. Ricordo di aver letto che le bolle plumbee antiche erano sferiche e assumevano la forma di tondello dopo essere state schiacciate. saluti luciano
    1 punto
  27. Di primo acchitto non escluderei che la moneta originaria possa essere una didracma di Gela. Al dritto mi sembra di vedere la testa con briglie del cavallo al galoppo geloo. Chiaro che servirebbe un esame diretto della moneta.
    1 punto
  28. Dovresti acquistare una sfera di cristallo nuova mi sembra che la tua non funzioni più molto bene!
    1 punto
  29. Che ne siano stati coniati 73 pezzi, o 730, per una medaglia come questa il controvalore commerciale non cambierebbe in modo proporzionale. Sono medaglie che non trovano un grande riscontro sul mercato, come ho già detto : in compenso 34 grammi d'oro di per sé comportano già un esborso notevole. Il suo valore commerciale è pertanto quanto mai aleatorio, in quanto legato all'interesse dei pochi a cui possa interessare un bel bassorilievo dell'astuto Ulisse e pertanto lo acquistino come un "multiplo" , un piccolo oggetto artistico. Come medaglia - ove fosse stata realizzata in lega povera e qualcuno me la offrisse, non spenderei neppure un euro, il genere non mi interessa. Dovessi azzardare una scommessa, punterei sul fatto che alla fine sarà venduta a peso, a meno che si continui a cercarne un amatore dotato di mezzi, e non ponendo limiti temporali alla sua ricerca.
    1 punto
  30. Riprendo questa vecchia discussione in cui si è parlato molto del dollaro Sacagawea e della sua creatrice Glenna Goodacre, per comunicare che la scultrice americana è purtroppo venuta a mancare una settimana fa https://www.washingtonpost.com/local/obituaries/glenna-goodacre-artist-who-sculpted-vietnam-womens-memorial-dies-at-80/2020/04/15/38b6cd1a-7f1d-11ea-9040-68981f488eed_story.html Aveva 80 anni ed era malata da tempo, non sembra che la sua morte sia collegata al Covid-19. petronius P.S.: se l'articolo non compare subito, per leggerlo cliccate su FREE e poi accettate le condizioni
    1 punto
  31. da quando un franco vale più di un euro?
    1 punto
  32. Ciao, in questo link trovi la scheda relativa su questa moneta: https://en.numista.com/catalogue/pieces35982.html
    1 punto
  33. A mio giudizio non è brutta, racconta anche una pagina di storia molto importante
    1 punto
  34. http://www.romancoins.info/CMK-Varus-Debate.html Ciao Illyricum
    1 punto
  35. 3 meteore in un thread con 6 posts: se non è record poco ci manca ?
    1 punto
  36. Tornando sulla zecca di Padova, volevo fare notare le differenze nello stile, sui denaretti di Francesco I da Carrara. Zecca di Padova Francesco I da Carrara ( 1355 - 1388 ) Denaro cat. Perini 14 Zecca di Padova - come precedente, ma in lettere gotiche ( periodo piu' tardo ) mist. gr. 0,18
    1 punto
  37. Nel proseguo di di fare il basamento della pressa più grossa per poi renderla operativa...ho provato con il bilanciere più piccolo a fare qualche tondello con materiali diversi come rame e ottone. Il lavoro di trancia fino a ai medi diametri è risultato fluido. Vediamo appena possibile di impressionare un immagine sul tondello, un saluto a tutti.
    1 punto
  38. Complimenti! Bellissimo ducato Arthur! E senza dubbio il doge raffigurato è il Loredan, alla faccia di chi controllava che sulle monete non apparisse l'immagine del doge in carica!
    1 punto
  39. Giusto, le informazioni ci sono tutte per legge................fate andare le ditina!!!
    1 punto
  40. Secondo le mie ricerche, le banconote non si trovano spesso in asta online. Per un 100 in conservazione VG (MB in italiano) sono stati pagati circa 20€.Per quanto riguarda il 500, ho trovato un riferimento per una banconota in conservazione EF (SPL in italiano) venduta a circa 90€. Da qui puoi farti un'idea tua sul reale valore delle banconote proposte. Come dico sempre, il valore non lo dice un catalogo, ma la domanda/offerta (e naturalmente gli ultimi realizzi d'asta, in media).
    1 punto
  41. Zecca di Trieste Volrico De Portis ( 1233 - 1254 ) Denaro Prov. Num. " Giulio Bernardi " Trieste
    1 punto
  42. Oramai ho abbandonato il collezionismo numismatico ma fa sempre piacere vedere questi bei pezzi. Complimenti!
    1 punto
  43. Zecca di Aquileia Ottobono dè Razzi ( 1302 - 1315 ) Denaro - ag. - gr. 0,98 cat. Bern. 34 Prov. Numism. " Eugubium"- Gubbio ( PG )
    1 punto
  44. dimenticanze fatali… La moglie Martha Washington (1731-1802) su un 10 dollari oro del 2007
    1 punto
  45. Stiamo lavorando alla terza edizione della Lombardia, zecche minori, che dovrebbe uscire entro fine anno
    1 punto
  46. Buona domenica Molto belle le foto, hanno una bella tridimensionalità e rendono le monete molto piacevoli. Complimenti saluti miza
    1 punto
  47. Restiamo nel dogato del Foscari; ducato gr 3,56
    1 punto
  48. Buonasera, oggi finalmente ho completato il tris che desideravo. Saluti Alberto
    1 punto
  49. Ho ripescato la discussione.....che è stata un pò tralasciata.....ma dopo questa novità ...... uhmmmmm !! Al post 39 ci sono raffigurate una paio di stelle, di cui la prima foto sembrano essere proprio ...le stesse. Con l'amico @@Il*Numismatico, stavano cercando di ricostruire un pò la cronologia di queste Piastre, ma qui credo che con questa scoperta dovremmo rivedere la sequenza cronologica....anche perchè c'è poi l'ovale ......e l'ovale/stelle e presente pure su molti conii francesi (5 Franchi) cercare nel noto sito per vedere ...... chissà !! http://www.lamoneta.it/topic/125721-varianti-nel-ritratto-della-piastra-1818-1-tipo/page-2
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  50. Statere in argento (6,58 g) coniato a Taranto (Calabria) nel 280-272 a.C. D: guerriero a cavallo che procede verso sinistra armato di due lance e di un grande scudo rotondo ornato con una stella; nel campo a destra ZW. R: Taras che cavalca un delfino verso sinistra con un grappolo d’uva nella destra ed una conocchia nella sinistra; al di sotto del delfino la legenda TARAS, “Taranto”. Freeman & Sear, asta n.12 del 28/10/2005, lotto n.16 Alcuni opliti si servivano del cavallo per spostamenti più veloci: erano questi i cosiddetti hippikoi, “cavalieri”; proprio per aumentare la loro velocità e libertà di movimento col tempo si preferì alleggerirli di parte della pesante armatura oplitica. Un vero e proprio corpo di cavalleria fu creato solo dai re macedoni con i cavalieri hetairoi che utilizzavano le tattiche di combattimento dei cavalieri nomadi sciti ed erano dotati di proprie armi specifiche come la lunga lancia chiamata xiston.
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