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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/28/20 in tutte le aree
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Ravvivo la sezione con l'ultima arrivata, presa in asta su ebay dal buon Luca Iacovino Non rara ma affatto male, e decisamente migliore dal vivo che in foto5 punti
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In tempo di chiusura in casa magari a qualcuno interessa leggere un articolo sulle monete del Vescovo di Trento Nicolò di Brno. Mi permetto di mettere il collegamento ad un articoletto che ho scritto nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche. https://www.academia.edu/42880410/Le_coniazioni_del_vescovo_di_Trento_Nicolo_Alreim_di_Brno Buona lettura!5 punti
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Visto che si parla del Vescovo Nicolò di Brno mi permetto di mettere il collegamento ad un articoletto che ho scritto sulle sue monete nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche. https://www.academia.edu/42880410/Le_coniazioni_del_vescovo_di_Trento_Nicolo_Alreim_di_Brno Buona lettura!5 punti
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Buongiorno a tutti. Le combinazioni dritto/Rovescio nei 10 Tornesi 1840 di Ferdinando II mi fanno impazzire ? Questo che condivido oggi presenta il dritto con ancora il busto del 1839, ma con simbolo diverso della stellina a 5 punte. Il rovescio ha la Corona Reale come nei 1839 senza rigature verticali, la dicitura TORNESI stretta, la barra grossa e la data 1840 grande. Riusciremo a classificare tutte le varianti?5 punti
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Da appassionato di foto, almeno allo stesso livello del trekking in alta quota e forse anche del collezionismo di monete posso dirvi che per fare una foto... la macchina fotografica non è mai la cosa più importante Tralasciando la composizione (nel caso di una moneta... non è che si può inventare) nella fotografia di nummi la cosa più importante è senza dubbio l'illuminazione, che deve essere uniforme ma allo stesso tempo puntiforme per poter risaltare le tonalità e i rilievi della moneta. In secondo ordine l'obiettivo che deve avere una buona luminosità e capacità macro (poter cioè riprodurre 1:1 il soggetto. Ho iniziato a scattare con una canon 450D e un canon 100mm macro... la lente che uso oggi è la stessa, il corpo macchina è cambiato in una 5D IV ma solo perchè la macchina fotografica la uso principalmente in foto di paesaggio... notturno, dove oggettivamente il sensore fa la differenza (*). Il mio set up per l'illuminazione invece è autocostruito, ho preso spunto da un aggeggio in vendita (a carissimo prezzo) e devo dire che funge per lo scopo. Ho costruito e uso una cosa simile a questa http://www.quickpx.com/ Per chi vuole approfondire l'argomento "fotografia numismatica" consiglio un sito fatto bene, http://coinimaging.com/photography.html e il libro dell'autore (in lingua inglese) Numismatic-Photography-2nd-Mark-Goodman * Non vi posto foto di mie monete (che potete trovare nelle diverse discussioni che ho avviato) ma una foto di una indimenticabile serata di un bivacco in quota nel settembre scorso, scattata a 2800m sopra alla Forcella de Miel (Pale di San Martino, tra Veneto e Trentino), davanti alla luna che sorge dietro l'Agner e illumina la Valle d'Angheraz (1500m di dislivello con uno zaino da 15kg per arrivarci, solo per questo sarebbe stato indimenticabile :P) @ilnumismatico vi saprà illuminare su tutti i segreti della fotografia numismatica4 punti
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Visto che Marco @DOGE82 ha aperto le danze, e il gioco si fa "pesante", posto questo Scudo del Donà. A Luigi @gigetto13 promettiamo di non superare uno scudo a settimana..... ??..... a testa ovviamente. Paolo4 punti
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Buonasera, approfittando di questo periodo di quarantena ho ripreso in mano l’intera collezione, e mi sono messo a guardare tutte le monete che non vedevo da un po’. Osservando attentamente questa lira del 1902 presa qualche hanno fa ho notato che la “N” di regno sembra ribattuta: non ho trovato niente in proposito, e volevo chiedervi se eravate a conoscenza di questo particolare e se qualcuno possiede un esemplare di questo tipo. Grazie a tutti Giacomo3 punti
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Ciao @Arka, di tanto in tanto aggiungo volentieri le monete che ho e che mancano. Posterò tanti scudi per fare un dispetto a @gigetto13, scherzo ovviamente... ?3 punti
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Scudo della croce Nicolò da Ponte. Il primo doge a coniare questa tipologia di moneta. Esiste anche senza le iniziali dei massari. Questo è la versione con massaro. In questo caso AD cioè Andrea Dolfin o Andrea Diedo.3 punti
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Buonasera a tutti. 120 grana 1834, variante 4 torrette+11 torrette nello stemma del Portogallo. Stesso conio di quella segnalata da Pin al cod. P481. Rovescio.3 punti
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Torniamo a Trento. Qualche pagina fa abbiamo visto il denaro piccolo di Nicolò da Brno (1338-1347) postato da @ak72 . Qui è illustrato il quarto di grosso. Sul dritto è rappresentato il busto del Vescovo e sul rovescio un'aquila ad ali spiegate. Questa emissione ha delle varianti che si distinguono dai simboli che dividono le legende. Il peso è di circa 0,50 grammi e il diametro di 15 millimetri (Rif.: Rizzolli T 79; MIR Triveneto 246). Una curiosità personale. Sul Corpus, ma anche sul MIR, il nome del Vescovo è Nicolò da Bruna. Per parecchio tempo ho pensato che Bruna fosse un paese nel trentino. Solo dopo parecchi anni ho scoperto che Bruna corrisponde a Brno, capitale della Moravia, dove tra l'altro ebbe le sue prigioni Silvio Pellico... Arka Diligite iustitiam3 punti
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Buon Lunedì a tutti!! Sta mattina condivido quest'altra monetina in rame. Vorrei sentire i vostri pareri sulla conservazione di sto tondello... 4 quattrini del 91 D _ FERDINANDVS.IV.D.G.SICILIAR.REX sotto il busto P. R _ REALI/PRESIDI/QUATTRINI/17IIII91 A.P. ai lati della corona 5,96 grammi 25mm taglio con treccia in rilievo caratteristica dei 4 quattrini del 91, la corona più alta e bombata. Grazie!2 punti
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Avendo recentissimamente perso un paio di aggiudicazioni di lotti su diverse piattaforme... mi sono chiesto: "Quali sono le "sconfitte" alle aste che più rimpiango?" Credo che a tutti quanti noi sia capitato, vuoi per dimenticanza (la scadenza del lotto), vuoi perché qualcuno è andato oltre al nostro budget, perché c'era la moglie col randello che vedeva quello che facevate... Le mie più recenti sono queste: una perché la banconota ha raggiunto una cifra eccessiva per i miei gusti/tasche, l'altra perché (idiota io) sono arrivato tardi al pc (poi magari l'avrei persa comunque). Quali sono le vostre?2 punti
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La vedo veramente dura. Il mio attuale "capitale" di 32 monete arriva si e no al valore della lira in condizioni medie, E ormai ho il fiatone. Speriamo nel proverbiale colpo di cu.fortuna.2 punti
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American Indians in the Space Program La moneta da un dollaro del 2019 è dedicata agli indiani d'America nel programma spaziale, I Nativi americani hanno partecipato al programma spaziale sin dal suo inizio. Il loro contributo è culminato nelle passeggiate spaziali di John Herrington, membro della Nazione Chickasaw, sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2002. Herrington, nato nel 1959 in Oklahoma, dopo aver conseguito la laurea in matematica, è entrato nella Marina degli Stati Uniti, e nell'aprile 1996 è stato selezionato come astronauta dalla NASA, seguendo per due anni l'addestramento al Johnson Space Center, dopo di che è stato qualificato come specialista di missione. Ha volato con lo Shuttle nella missione partita il 24 novembre 2002 e diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale nel corso della quale ha compiuto tre passeggiate spaziali per un totale di 19 ore e 55 minuti. È rientrato sulla Terra il 7 dicembre 2002, primo Nativo americano ad aver volato nello spazio. Questo e altri risultati pionieristici sono dovuti anche all'opera di Mary Golda Ross (1908-2008), della Nazione Cherokee. Considerata il primo ingegnere Nativo americano nel programma spaziale statunitense, la Ross ha contribuito a sviluppare la navicella spaziale Agena per i programmi Gemini e Apollo. Il dollaro del 2019, disegnato da Joseph Menna e inciso da Emily Damstra, li onora entrambi, presentando in primo piano Mary Golda Ross intenta ai suoi calcoli, alle sue spalle un razzo Atlas-Agena che si lancia nello spazio, con un'equazione inscritta nella sua nuvola di fumo. L'equazione, che indica l'energia necessaria per lasciare la Terra e raggiungere l'orbita di un pianeta distante, rappresenta gli importanti contributi della Ross al programma spaziale. Un astronauta, attaccato al bordo della moneta, simbolicamente John Herrington (Herrington è vivo, quindi non credo possa essere ritratto esattamente su una moneta, come invece la Ross), passeggia nello spazio, mentre un gruppo di stelle nel campo indica lo spazio esterno. Valore e UNITED STATES OF AMERICA nel giro completano il tutto. Tiratura di 1.400.000 per Philadelphia, 1.540.000 Denver, e 1.027.462 per San Francisco. Da notare l'incremento delle coniazioni proof di San Francisco, che tornano a superare il milione (non accadeva dal 2013), probabile segno di un rinnovato interesse dei collezionisti per questa tipologia. Ricordo che tutti questi dollari, sia "normali" che proof, sono coniati per i collezionisti e non per la circolazione. petronius2 punti
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Mi sono espresso sicuramente male io, e ne chiedo scusa. Siccome si parlava che ci fosse su quell'asta una cifra minima da raggiungere per la Lira Tron in questione attorno ai 900 euro suggerivo di aspettare di meglio e se uno ne ha la possibilità e proprio ne può spendere. Tutto qui. Mi scuso per l'incomprensione. Non volevo fare i conti in tasca a nessuno, anche perchè sono proprio l'ultimo che può permetterselo, lo assicuro. Il mio discorso sulla moneta da sogno come la lira in condizioni migliori rimane, appunto, un sogno nel cassetto sapendo che dovrei spendere attorno alla cifra che dici tu (e anche anche) visti gli attuali prezzi visti, ad esempio, all'ultimo Veronafil per questa tipologia. Spero di aver chiarito @Faletro782 punti
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La moneta postata sopra da Arka è storicamente importantissima per la regione trentina: infatti raffigura l'aquila di San Venceslao, che venne concessa dal re Giovanni di Boemia al principe vescovo Nicolò da Brno (Brünn in tedesco, italianizzato in Bruna/Bruno), di origine appunto morava, come stemma del vescovado trentino. Abbiamo ancora il diploma, datato 9 agosto 1339. L'aquila è arrivata fino a noi come stemma della Provincia autonoma di Trento.2 punti
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Buongiorno a tutti Dicono che quando qualcuno è giù di morale ( e solo Dio sa quanto lo sono) bisogna concedersi qualche sfizio e allora mi sono fatto un regalino: questa bella emidracma di Argos ( ed il prezzo era anche molto buono). Peso e misure tuto giusto. Volevo solo sapere qualcosa di più: magari l'epoca di coniazione o il magistrato sotto cui è stata coniata. La polis di Argos mi ha sempre affascinato per la sua scelta di rimanere sempre fuori dai conflitti (Atene-Sparta o Greci-Persiani). Grazie.2 punti
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@ARES III Di nulla, figurati. Nell’identificazione mi hanno soccorso in primo luogo la mitologia in quanto dall’Argolide proveniva Perseo, l’eroe greco figlio di Zeus e di Danae, la figlia del re di Argo Acrisio. Perseo viene ricordato soprattutto per l'uccisione della Gorgone Medusa e per realizzare questa impresa ebbe in dono da Ermes un falcetto di diamante affilatissimo col quale l'eroe avrebbe decapitato il mostro. In secondo luogo alcuni tetradrammi di Alessandro Magno della zecca di Argo che nel campo a sinistra del rovescio raffigurano questo falcetto che il Price illustra così tra i simboli particolari. Il falcetto è stato identificato come l’arma usata da Crono per castrare e deporre suo padre Urano e Perseo, nipote di Crono, è anche raffigurato in statue e sculture armato di un’Harpa a memoria della sua impresa. apollonia2 punti
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Purtroppo piaccia o non piaccia c'è un interesse a dividere le nostra comunità e a rendere più deboli i governi che pian piano si avvicendano in Italia e più in generale in Europa. Tra l'altro questo metodo di indebolire l'avversario l'abbiamo inventato noi, o meglio i nostri antenati Romani: Divide et impera. Dato che non si può parlare di attualità, sarebbe interessante iniziare una discussione sull'argomento in Agora. La storia del divide et impera. Magari inserendo qualche monetina a riguardo. Non sia mai che leggere come il divide et impera ha agito in passato possa costituire un monito per il presente. Cosa ne pensate? Se l'idea piace posso cominciare una nuova discussione sull'argomento.2 punti
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Argos, AR Triobol, c. 260s-250s BC Argos , Argolis. AR Triobol (12-14 mm, 2.58 g), c. 260s-250s BC. Obv. Forepart of wolf at bay left, Θ above. Rev. Large A; above, Π - Y; below, eagle standing on harpa; all within incuse square. BCD Peloponnesos 1111; BMC 79-80. Nicely toned. Extremely fine. From the De La Tour collection; ex Hess-Divo AG 307 (2007), 1183 and Münzen & Medaillen AG Basel, Fixed Price list 424 (1980), 29 (380 CHF).2 punti
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Buongiorno a tutti, Mi piacerebbe approfondire con voi le possibili cause della mancanza in SICILIARVM della lettera M nel 5 Tornesi 1819. Errore? Segnatura della partita di metallo? Altri possibili motivi? Grazie a chi vorrà intervenire.2 punti
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Buongiorno a tutti, oggi vi presento la mia normalissima Piastra del 54, mi mancava come millesimo, avevo solo il falso moderno. Magliocca 564 Noto delle differenze rispetto al modello base come direbbe Fratello Sergio @motoreavapore. Ho notato un differente carattere per la R di REX rispetto al resto della leggenda. Anche la punteggiatura non è completa. Ho fatto foto del diritto e rovescio con inquadratura e luce diversa. Aspetto vostri commenti. Saluti Alberto2 punti
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1933 Regno d'Italia Banca d'Italia - 50 Lire Azzolini/Cima tipo Barbetti (matrice-fascio) FALSO D'EPOCA La datazione di un biglietto falso è imperfetta, in questo specifico caso, se la banconota fosse stata autentica, la data da prendere in considerazione è il 1933, la più recente delle cinque presenti sul biglietto (tre al fronte e due al retro), ma non è detto che lo sia anche per le banconote contraffatte che riportano la stessa data. I falsari hanno sicuramente utilizzato un biglietto DECR. MIN. 21 novembre 1933 autentico a "modello", possibilmente l'avranno avuto alla fine del '33, ma molto probabilmente ne sono entrati in possesso nel 1934 se non oltre. In buona sostanza le banconote contraffatte DECR. MIN. 21 novembre 1933 sono state prodotte negli anni successivi.2 punti
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1933 New Zealand, Giorgio V, 3 pence, arg. 500.2 punti
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Buonasera a tutti, ho recentemente acquisito una Piastra di Ferdinando II millesimo 1848, mi ha molto colpito per una particolarità, sembra avere la cifra 1 ribattuta, ed è in fase di accertamento nella sezione Napoletane. La mia prima esclamazione vedendola è stata... qui c'è stato un 48..? Mi sarebbe piaciuto postarla in una mia vecchia discussione, ma ogni tanto bisogna rinnovarsi. Da qui la mia idea, propongo che ognuno di noi posti qui la sua 48, indipendentemente dal regnante e dal valore nominale , non devono essere per forza Napoletane, anzi facciamo una cosa senza confini, purché siano del 1848. Sarebbe carino se ognuno accompagnasse la moneta ci qualche notizia o aneddoto del 48 e perché no, un modo di dire facciamo un quarantotto nel proprio dialetto per esempio. Inizio io con la mia Piastra, buona partecipazione. Piastra 120 grana 1848 Ferdinando II. La Rivoluzione in Sicilia Tra 1837 e il 1847 in Sicilia si manifestarono segnali di un malcontento popolare che poi sfociarono con prepotenza nei moti rivoluzionari del ’48. Nel 1837 una gravissima epidemia di colera aveva causato in Sicilia quasi 70 mila morti che avevano provocato nella popolazione un sentimento di diffidenza e di recriminazioni nei confronti del potere, accusato di avere diffuso volontariamente la pestilenza inquinando l’acqua e l’aria. La tensione sociale sfociò in una rivolta popolare scoppiata a Siracusa e a Catania. L'ostilità dei Siciliani nei confronti del dominio borbonico era dovuto ad un complesso di ragioni, che comprendevano la soppressione d'ogni forma d'autonomia ed il predominio degli elementi napoletani, la condizione di povertà dell'isola, il duro regime poliziesco e le violazioni degli impegni presi da parte dei governi di Napoli. A queste proteste Re Ferdinando rispose in maniera rapida e spietata: inviò in Sicilia, con poteri straordinari, il marchese Francesco Saverio Del Carretto, ex-liberale famoso per aver stroncato i moti del Cilento del 1828, che ripristinò l'ordine con metodi brutali e oppressivi. Inoltre mise in atto una politica di repressione che non si limitò a colpire soltanto le persone, ma anche le istituzioni: la proclamazione della legge della promiscuità, la quale sancì l’abolizione dell’attribuzione di cariche pubbliche riservate rispettivamente ai sudditi dei due regni, costituisce un esempio emblematico. In seguito a questo provvedimento, i funzionari napoletani che furono spostati in Sicilia andarono a ricoprire le cariche amministrative più importanti, mentre i siciliani, furono obbligati a spostarsi nelle provincie di minore importanza. Oltre ai provvedimenti punitivi, contribuirono a creare tensione, anche le profonde contraddizioni presenti tra lo sviluppo delle società e l’assetto politico del sistema borbonico, esasperate dalla crisi dell’industria zolfifera, e dalla ripartizione delle terre demaniali municipali che provocarono una diffusa conflittualità tra nobiltà e borghesia, contadini ricchi e poveri. Da questa conflittualità sociale scaturì la politicizzazione di larghi ceti popolari e borghesi che precedentemente non si erano schierati.Lo storico Gaetano Cingari sostiene che la politica borbonica nei confronti della Sicilia durante la Restaurazione fu guidata da tre linee guida: l'avversione al costituzionalismo, all'autonomismo ed alla nobiltà siciliana.Non si deve poi trascurare il ruolo della tradizione culturale ed intellettuale dell'autonomismo siciliano, che affermava una specifica identità regionale in contrasto a quella di Napoli. L'opera del ministro della polizia e capo della gendarmeria di Ferdinando II, il cavaliere dell'Ordine di S. Giorgio e marchese Del Carretto, contribuì ulteriormente a destare l'odio dei siciliani nei confronti del governo napoletano, poiché questi alle misure poliziesche in senso proprio «aggiunse per malvagio animo gli atti della più bestiale ferocia, permettendo, ordinando uccisioni inutili, arsioni, stupri, saccheggi, banchetti empii, in cui le superstiti fanciulle, disonorate, dovevano celebrare la morte dei propri i parenti e il trionfo della regia autorità, rappresentata da un'orda ladra e sanguinaria di sgherri e di birri napolitani. Alle rappresaglie, ai balordi rigori della censura ed ai polizieschi atti di ferocia, rispose il più intenso odio del popolo Siciliano.» La rivoluzione siciliana del 1848 iniziò il 12 gennaio 1848. Il moto siciliano fu il primo a scoppiare in un anno colmo di rivoluzioni e rivolte popolari, avviando quell'ondata di moti rivoluzionari che sconvolse l'Europa e che viene definita primavera dei popoli. La rivoluzione siciliana portò alla proclamazione di un "nuovo" Regno di Sicilia. indipendente, che sopravvisse fino al maggio del 1849. In Campania si usa dire '' È succiess nu 48'' Saluti Alberto2 punti
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Ciao Fabrizio. A volte le soluzioni più complicate necessitano di una semplice intuizione, mentre altre volte ragionamenti complicati partoriscono soluzioni scontate. Personalmente non disponevo dei numeri che tu presenti qui, ma il ragionamento che fai è alquanto intrigante e, al di la del semplice fascino che sottintende, credo possa avere delle basi oggettive a sostegno, e mi riferisco ai potenziali concambi rilevabili nel periodo considerato. Poi Luciano o Arthur magari dispongono di altri elementi che possono scontrarsi con questa ipotesi (es. documentazione che questi "venetiani" sono stati prima raccolti e successivamente fusi). Però mi piace pensare che tu ci abbia visto giusto. Buona serata intanto; e rimango in attesa di chi saprà certamente prendere buon spunto per rilanciare questa tua considerazione. Paolo1 punto
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Non ci sono monete di Arnolfo per pavia ci sono: perctarito liutprando carlo magno lotario ugo e lotario otto corrado enrico III enrico VI federico UI galeazzo II visconti francesco sforza1 punto
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Come ho già scritto nell'altra discussione, se venisse fatto uno studio statistico rigoroso sui pesi delle monete in metallo vile del regno, ne troveremmo delle belle. Pur non facendo mai nulla del genere, nel tempo ne ho viste spesso di tutti i colori su parecchie tipologie del regno, sin dai tempi di VE II. Sui metalli preziosi la tolleranza legale era ovviamente rispettata in modo rigoroso, sui metalli vili c'era molta meno attenzione. Parlando nello specifico delle monete in acmonital coniate a cavallo tra gli anni '30 e '40 il discorso è ancor più valido: trattandosi di una lega mutevole, che nei primi anni era ancora legata al nichelio usato negli anni precedenti, anche i pesi sono molto variabili. Ne consegue che per questo tipo di monete il peso non è un parametro certo per individuare esemplari falsi, come lo è invece quando si parla di oro o argento.1 punto
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Una volta le foto, soprattutto i ritratti, venivano fatti presso gli Studi fotografici che quasi sempre li "firmavano" apponendo al verso il timbro in gomma della loro Ditta, o anche un più raffinato sigillo "a secco". Non credo che la riga illeggibile possa inficiare questa ipotesi....Saluti. @littleEvil1 punto
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Fu Pasquale Cicogna (1585-1595) a coniare il nuovo ducato da 124 soldi. Al dritto è rappresentato il leone di San Marco con il dode inginocchiato di fronte con il vessillo in mano. Sul rovescio la prima emissione ha la Santa Gistina stante come nel 40 soldi. La seconda emissione, qui illustrata, aggiunge il mare e due galere a far da sfondo alla Santa. Le galere hanno uno o due alberi e sullo sfondo si vedono le isole che sono visibili nel mare di Lepanto. La moneta pesa 27,94 grammi e misura 40 millimetri (rif.: Zub-Luciani 109.1; CNI VIII, 237). Arka Diligite iustitiam1 punto
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Credo che qualsiasi ipotesi sulla nascita della moneta (in Occidente) rimanga una speculazione, considerati i pochissimi dati di cui disponiamo. Sostanzialmente abbiamo un paio di ripostigli in Asia Minore (Artemision e Gordion, ma quest’ultimo successivo al primo) e qualche prova epigrafica, in primis quella di Erodoto, ma di per sè abbastanza confusa. Un altro dato di fatto di cui disponiamo è che, una volta introdotta, la moneta si è diffusa a macchia d’olio nell’arco di un secolo, quasi come fosse un bisogno essenziale, e comparvero sin da subito monete molto piccole in elettro (anche se di valore comunque relativamente elevato) e, in seguito, in argento; utili per essere impiegate in acquisti via via sempre più piccoli. Penso che oggi una domanda a cui non si sia ancora data una risposta soddisfacente sia perché la moneta sia stata introdotta soltanto nel VII sec. a.C. Apporre un sigillo di garanzia di peso e titolo su un pezzo di metallo non avrebbe dovuto richiedere secoli di ingegno. Popoli evoluti ne hanno fatto a meno fino ad allora e altri, forse ancor più evoluti, ne hanno fatto a meno per altri secoli ancora (Egitto e Mesopotamia). C’é chi cerca di spiegare la storia della moneta secondo un’evoluzione lineare, dal metallo a peso, al lingotto marchiato alla moneta, ma credo che questo approccio vada inevitabilmente a scontrarsi con la domanda di cui sopra. Senza contare che l’idea del metallo garantito da un sigillo per titolo e peso (?) esisteva già in Mesopotamia: parlo dei “sacchetti” contenenti argento, sigillati, che sembrerebbe circolassero in operazioni commerciali sulla base della fiducia (o della paura) nell’emittente. Abbiamo prove archeologiche ed epigrafiche al riguardo e spero di parlarne presto in un prosieguo di questa discussione: https://www.lamoneta.it/topic/187042-lingotti-marchiati-prima-della-moneta/ In conclusione, sarei incline a pensare che l’idea della moneta fosse nota già da secoli, ma per qualche ragione è stata volutamente osteggiata da qualche forma di autorità (Leslie Kurke ha provato a portare prove epigrafiche in tal senso di recente. P. Ure ne ha parlato agli inizi del ‘900, invece). Qualche altro spunto è stato fornito in questa discussione: https://www.lamoneta.it/topic/169386-prime-monete-e-commercio-al-minuto/1 punto
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sono d'accordo con @matteo95 , sembrerebbe proprio un 3 cagliaresi di Filippo III, riporto la tipologia sul Sollai e sul Piras:1 punto
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Buonasera a tutti... posto anch io la mia 1840 con taglio del collo del 30 ducati o 10 tornesi 1839/1840...! Comunque @Rocco68, dopo aver visto la foto con tutti quei mostri messi assieme, mi viene voglia di non postare nulla più ☺️☺️☺️... una buona serata a tutti...!1 punto
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Rocco ti faccio i complimenti in quanto questa sezione l'hai resa vivace tu, postando pezzi memorabili, sempre con un bagaglio di studio dietro ad ogni moneta, invogliando gli altri utenti a condividere i propri magnifici pezzi, tutti, dal modello base a pezzi in conservazioni eccellenti, che hanno reso questa discussione un modello da seguire. Poi per le piastre del 34, tra quelle postate qui e quelle condivise nella sezione "Le varianti delle piastre di Ferdinando II, penso che si sarebbe potuta aprire una discussione solo su quelle.1 punto
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Nuova banconota del Ghana da 100 cedis del novembre 2019. tre mesi dopo..1 punto
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https://www.interno.gov.it/sites/default/files/modulistica/circolare_festa_liberazione_2020.pdf Non mi soffermo sul merito: il Viminale, d’intesa con Palazzo Chigi, ritiene che, nonostante l’emergenza, siano consentite le celebrazioni dell’anniversario, e che a esse prendano parte anche le Associazioni partigiane e combattentistiche, col doveroso rispetto delle regole del distanziamento. La Presidenza del Consiglio peraltro, con un comunicato sempre del 22 aprile, rispondendo all’ANPI-ass.partigiani d’Italia, ha voluto rimarcare che dalle cerimonie l’Associazione non è in alcun modo esclusa. Non mi soffermo sul merito, pur se vi sarebbe da osservare che ai cattolici italiani è stata preclusa pochi giorni fa qualsiasi memoria pubblica della loro festa più importante, la Pasqua, senza tentare di conciliare la partecipazione alla Messa col possibile rispetto delle regole di distanziamento e di igiene (per non dire delle celebrazioni interrotte dalle forze di polizia). E che non solo ai cattolici ma a tutti gli italiani è preclusa da due mesi, a norma di decreto legge e di dPCM, di assistere alla cerimonia cui ogni civiltà collega il commiato con un proprio caro: per un funerale non sono permesse neanche dieci persone in una chiesa che ne contenga trecento. È vietato e non si discute! Mi soffermo su due aspetti non di merito, ma non per questo non marginali del provvedimento. Il primo. Una circolare di un Ufficio di Gabinetto deroga a due chiarissime norme a essa sovraordinate, che prescrivono il contrario. L’art. 1 comma 2 lett. h) del decreto legge 25 marzo 2020 n. 19 include espressamente fra le misure di contenimento la “sospensione delle cerimonie civili e religiose”. In attuazione di tale disposizione l’art. 1 comma 1 lett. i) ultimo periodo del dPCM 10 aprile 2020 conferma che “sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. La parola chiave è “cerimonie”; non vi è eccezione fra “civili” o “religiose”: sono tutte inderogabilmente “sospese”, al punto che – come è accaduto – se un prete celebra la Messa davanti a 13 persone distanziate metri l’una l’altra intervengono i Carabinieri. La medesima parola chiave “cerimonia” compare nella circolare del Viminale: “si potranno (…) ritenere consentite forme di celebrazione della tradizionale cerimonia di deposizione di corone ecc.”. Quelle “cerimonie”, che un atto avente forza di legge e un dPCM espressamente “sospendono”, una circolare del Gabinetto del ministro dell’Interno consente, con l’avallo della Presidenza del Consiglio. Secondo aspetto. Riprendo il passaggio appena riportato senza saltare alcun termine: “si potranno, in qualche modo, ritenere consentite forme di celebrazione della tradizionale cerimonia ecc.”. “In qualche modo”? Qual è il senso giuridico dell’espressione “in qualche modo”? Una condotta o è permessa, o è vietata, o è permessa nel rispetto di condizioni che però vanno esplicitate: “in qualche modo” pare rientrare nella terza categoria, ma qual è il “modo”? Ciascun prefetto viene delegato a far svolgere cerimonie vietate da una norma di legge, secondo modalità che – certo col necessario distanziamento – potranno variare per ognuna delle cento province d’Italia.https://www.centrostudilivatino.it/liberazione-in-qualche-modo-come-una-circolare-del-viminale-sul-25-aprile-libera-dal-diritto/ https://live.sloode.com/Video/rete7/49a71a1e-bd36-4d5d-b04d-46b6402bae3e_16_9.mp4 L’inerzia del carabinieri di ieri stride terribilmente con l’arroganza del militare che sale sull’altare per impedire a don Lino Viola di celebrare Messa. È evidente che il problema non sono i carabinieri, ma gli ordini di scuderia che essi hanno ricevuto ed è evidente che la tolleranza rispetto all’inosservanza della legge è stata decisa per via politica. L’effetto è sgradevole: nel giorno della libertà si certifica che c’è qualcuno più libero di altri. Conte, Zingaretti, Renzi, Di Maio… c’è qualcuno che dopo aver finito la spaghettata antifascista ha voglia di dirci qualcosa? https://lanuovabq.it/it/loro-in-piazza-noi-a-casa-senza-liberta-prove-di-regime Nel giorno della libertà si certifica che c’è qualcuno più libero di altri.Cruda verità1 punto
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DE GREGE EPICURI Direi che le prime 3 foto vanno rovesciate, mentre l'ultima va bene. Credo siano della stessa zecca, e sono abbastanza simili. Penso si debba cercare in India, ma di più non ti so dire.1 punto
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TAGLIO: 1 euro NAZIONE: Monaco ANNO: 2018 TIRATURA: 1.000.000 CONDIZIONI: qSPL CITTÀ: Muggiò (MB)1 punto
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Il rovescio fa capovolto, confrontala con questo dirhem del XIII secolo. https://www.ma-shops.com/linnartz/item.php?id=201154&lang=it oppure: https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=946571 punto
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Ferrara Ercole I d'Este, 1471-1505. Quarto o idra, AR 7,67 g. HERCVLES FERRAR DVX II Testa a d. Rv. Idra dalle sette teste su tizzoni ardenti. CNI 20. Ravegnani Morosini 4 (testone). MIR 255. Affrontare l’idra di Lerna fu la seconda fatica di Ercole. Questo mostro aveva corpo di cane e molte teste a forma di serpente, da cinque a cento, a seconda delle versioni del mito. Viveva in una tana sotto un platano presso la sorgente del fiume Amimone e si aggirava nella palude di Lerna nei pressi di Argo. Era l’aveva addestrato appositamente per uccidere Ercole e gli aveva dato un gigantesco granchio che gli doveva servire come diversivo nello scontro. L’eroe cercò di uccidere l’idra con la spada, la colpì e poi chiese l’aiuto del nipote Iolao, il quale con un tronco infuocato bruciò i monconi in modo che non nascessero nuove teste su quelle mozzate. Dopo aver reciso tutte le teste mortali, Ercole tagliò l’unica immortale e la seppellì sotto una roccia nella strada che da Lerna conduceva ad Elea. Questo mostro è il simbolo delle molteplicità del male e del suo perpetuarsi, ma indica anche l’invidia e la malignità. Le sette teste con le quali l’idra era solitamente rappresentata potevano in epoca tardo-medioevale raffigurare anche i sette peccati capitali. Il Ravegnani Morosini dà una diversa interpretazione di questo rovescio, ritenendo che l’idra “… sia stata riesumata indubbiamente per simboleggiare la malaria che sarebbe stata debellata attraverso il risanamento voluto dal duca, così come l’uccisione dell’idra era stata una delle fatiche del mitologico Ercole che aveva sgominato il serpente dalle sette teste nella palude di Lerna”.1 punto
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Io personalmente sono incappato in vari falsi (come molti di voi sanno) ma la mia reazione non è stata quella di disamorarmi della numismatica ma di attaccarmi ancora di più a quelle monete autentiche che ho: è come rivalutare tua moglie che non ti fa le corna in un mondo di fedigrafi...1 punto
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Concludo con un'opera (olio su tela) del 1893 di Victor Dubreuil, Money to Burn.....vorrei proprio vedere quanti lamonetiani avrebbero il coraggio di appiccare il fuoco a quei barili :lol: petronius B)1 punto
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