Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/10/20 in tutte le aree
-
Ciao e buona domenica @Francesco1984, si, è stata una sorpresa, in effetti ero certo di trovare una o più stelle. Perché? Le mie ribattute, anche se non sono testa piccola, hanno entrambe le stelle.6 punti
-
Sempre per Candia, la cosiddetta "moneta Grimani", spesso (come in questo caso) frutto di ribattitura su pezzi da 2.5 soldini. Moneta picassiana ma a mio avviso di grande fascino. Ex Varesi 67. Moneta di necessità da 10 gazzette (terminazione 14 gennaio 1648), Paol. 880, Mont. 168., R3 "Nel 1645 i Turchi sbarcarono in Creta ed in breve posero assedio a Candia. Il rapido evolversi si queste operazioni causò quello stato di necessità che più volte nella storia ha portato ad emissioni di monete ossidionali o comunque totalmente fiduciarie (...) nel settembre del 1647 il Capitano della piazza Giovanni Battista Grimani autorizzò il Provveditore a coniare "ferlini" (tessere con segno di valore) per sopperire alla mancanza di moneta. Questa coniazione consistette in una ribattitura dei pezzi da 10 tornesi" (R. Paolucci). "La moneta Grimani è un pezzo da 2 1/2 soldini recuso, la cui recusione ha le forme più barbare sì né caratteri che nelle figure, e fu stampata da gente inesperta nel maneggio del martello monetario (...) l'altro lato ha un orrido S. Marco in soldo che tiene lo scudo Molin, insegna del doge allora regnante (...) nel 1652 correvano ancora in Candia siffatti pezzi, e sotto quell'anno i disordini moltiplicatisi obbligarono la signoria a totalmente bandirli: "E perché in essa città s'erano formate certe monete di rame dette grimani, le quali ogni giorno mancavano di stima in riguardo dell'accrescimento che facevano di numero, si vedeva chiaramente che la continuazione delle medesime haverebbe affatto divertito il commercio alla piazza, la quale una volta finalmente sarebbe perita per necessità; fu ordinato al generale Riva che totalmente le prohibisse e che inviaasse a Venetia tutte le stampe, per troncare una cosa tanto perniciosa; la quale, conforme l'ordinario, fu incominciata con un ottimo fine in un caso di estrema urgenza." (V. Lazari)5 punti
-
Non è certamente una piastra d'argento rara o una variante inedita e nemmeno una reimpressa. Si tratta di una bruttissima e piccolissima monetina in vile metallo, in bassissima conservazione. Ciò nonostante voglio condividerla con quanti (pochissimi) amano e apprezzano queste piccolissime, umili e snobbate monete Si tratta dell'ultimo mezzo tornese coniato a Napoli, (Rif. Magliocca 804) grado di rarità R3 Ovviamente il mio esemplare non è R3, ma CC (comunissima) vista la bassa conservazione.? Solo l'amico @Rocco68 può vantare un esemplare in R3 (davvero spettacolare). Sono curioso di vedere altri esemplari in conservazione simile al mio, dato che si tratta di una moneta molto molto comune.4 punti
-
I miei due 1853 Magliocca 803 Caratteristica di questi dritti sono i doppi punti dopo la G..3 punti
-
Buona domenica Alberto, ti ringrazio per aver apprezzato l ultima arrivata in collezione... i ramini sono comunque dei bei pezzi e anche molto rari in bella conservazione specie per Ferdinando lV...! Ho ceduto a malincuore questo bel 8 tornesi proprio qualche giorno fa essendo che non lo colleziono più il rame...3 punti
-
Ohh finalmente parliamo di cose serie Tra i miei vari 4 tornesi vi presento due varianti notevolmente rare (posto solo il dritto): T 4 (4 ruotato di 90°) e 4 T3 punti
-
Il tema del diritto e rovescio è molto complesso e meriterebbe studi approfonditi. Qual è il discriminante? In base a cosa decidere? Lato incudine e lato martello? Autorità emittente? Corso della legenda? Raffigurazione più complessa? A seconda del criterio le cose possono cambiare. Emblematico è il caso di Verona nel XII secolo: conia monetine con il nome della città su un lato e dell'imperatore sull'altro. Fino ad un certo periodo la scritta VERONA viene incisa sul lato di martello e poi passa su quello di incudine. Alla fine del Trecento poi si coniano i quattrini dei fratelli Antonio e Bartolomeo della Scala che hanno un nome da una parte e uno dall'altra!3 punti
-
Per gli interessati a questa civiltà abbiamo nel forum qualche bella discussione, ne evidenzio alcune:3 punti
-
DE GREGE EPICURI Questo bronzetto (con micro-goccia d'oro!) è molto malridotto, e pesa solo 0,35 g; diametro 12-15 mm. Ve lo mostro ugualmente, visto che quasi mai nel Forum sono state postate monete axumite. Al D, che è la parte più rovinata, si intravvede il busto reale verso dx, con una tiara sul capo e pochi residui di lettere (C..X..) Al rovescio: nella parte centrale, croce greca in un cerchio, con microscopica goccia d'oro. Attorno, la scritta nell'alfabeto axumita: TOV TO APECH TH XWPA, cioè: "questo segno sarà gradito al popolo". Il segno di cui si parla è la croce, che compare sulle monete axumite dal 330 d.C., anno della conversione del re Ezana. Questa moneta a mio parere va classificata fra le cosiddette anonime, ed è databile fra il 400 ed il 500 d.C.2 punti
-
Inizio questa discussione per far vedere il nuovo acquisto della mia collezione. Si tratta, come da titolo, di un Mezzo Soldo di Carlo Emanuele II del 1650. Mi sono lasciato tentare per la sua bella conservazione che, in questa tipologia, non mi era ancora mai capitato di poter vedere e, dal vivo, è ancora meglio che in foto.. Moneta veramente piccola ed anche un po' ridotta, con un peso di grammi 0,85 comunque nella media di queste monete. Quello che non sono mai riuscito a spiegarmi in questa tipologia è il fatto di avere due tipologie monetali, il mezzo soldo del I tipo e quello del secondo, con due impronte diverse e stesse date, 1649 e 1650. Fosse solo un anno lo capirei, l'accavallarsi di un cambio di impronta, fossero due zecche diverse anche, ma stessa moneta, stessa zecca, due diametri e due pesi differenti, due impronte diverse con gli stessi anni proprio non mi convincono! Non so se qualcuno può aiutarmi, probabilmente mi sono perso qualcosa... Ora le immagini della piccolina, sperando che sia cosa gradita.2 punti
-
Buongiorno a tutti, avendo una casa al pian terreno, sono sempre stato un pò preoccupato per il fattore umidità nella conservazione delle monete. Ho cercato in giro tra tutte le discussioni sul forum e ho trovato numerosi riferimenti in cui si diceva, riassumendo molto grossolanamente, che effettivamente l'umidità fa male. Tuttavia, da buon ingegnere, volevo aggiungere qualche numero a queste (in generale corrette) affermazioni. Mi sono basato sulla lettura di questo articolo: https://iopscience.iop.org/article/10.1149/1.2127403 Cerco di riassumere brevemente le conclusioni dello studio scientifico riportato sopra, che analizza per via sperimentale l'effetto di vari fattori (umidità relativa, presenza di H2S, acido solfidrico, O3, ozono, e altri inquinanti) che possono influenzare il processo di corrosione (ovvero "formazione di patine") dell'argento e del rame: - per quanto riguarda l'argento (che personalmente, al momento, è il metallo a cui sono più interessato), la rapidità di corrosione è sostanzialmente indipendente dal livello di umidità, ovvero resta praticamente costante al variare dell'umidità anche oltre 80%; - per quanto riguarda il rame, come si sa, è presente invece una sensitività molto maggiore della reazione chimica al livello di umidità. Tuttavia, un dato che mi sembra interessante è il seguente. La rapidità di corrosione resta abbastanza uniforme per tutti i valori di umidità fino al 60%, mentre poi ha un salto veramente notevole passando da 60% a 70%. Al 70% di umidità il rame si corrode più di 6 volte più velocemente che al 60%; - l'ammoniaca accelera notevolmente la formazione di patina su argento, mentre lascia abbastanza inalterata la reazione per il rame. L'ozono, che è anche sicuramente più facile da ottenere e gestire, aumenta (leggermente) la velocità di entrambe le reazioni; - (questa conclusione dovrebbe essere abbastanza ovvia). In un ambiente interno il rame si corrode 100 volte più lentamente che all'aperto; - (questa invece, forse, è interessante). L'argento si corrode più rapidamente (anche di un fattore 2 o 3) in un ambiente interno piuttosto che lasciato all'aperto. Spero che le conclusioni possano essere utili anche a qualcun altro! Saluti2 punti
-
Salve a tutti,prendendo spunto dal forum dedicato a Napoli-Sicilia invito chi come me ha la passione di collezionare Regno d'Italia a pubblicare i pezzi ritenuti più belli in collezione o che riteniamo importanti,così da poterli condividere e scambiare opinioni.2 punti
-
Buonasera, visto che si parla di ramini, posto anche il mio 53? Scusatemi come al solito per la qualità delle foto, io lo trovo delizioso, chiaramente sono di parte, assaiiii. ? Saluti Alberto2 punti
-
È stato il primo che ho trovato.... Ma per me i pezzi veramente rari vanno presi in qualsiasi conservazione sono. E il tuo mezzo tornese @pietromoney è un gran pezzo e a me piace.2 punti
-
Allora, chi rappresenterebbe San Colmano di Stockerau qualora fosse lui quello rappresentato sulla moneta con P - A ? Andiamo per esclusione. Non può rappresentare l'imperatore. E qui che è necessario specificare che gli imperatori all'epoca erano tedeschi. E quindi non prenderebbero un Santo locale per rappresentarli. Ai tempi di Massimiliano I sarebbe stato possibile, nel XII secolo no. Non può rappresentare il Vescovo di Salisburgo, perchè avrebbe usato un Santo di quella zona, così come lo avrebbe fatto il Patriarca di Aquileia, cosa che succede nel XIV secolo con Sant'Ermacora. Restano i duchi di Carinzia, di Stiria e dell'Austria. Tutt'e tre insieme no, perchè nel XII secolo sono tre ducati distinti. Quindi solo uno dei tre, ma quale? Se P - A significa Patronus Austriae sarebbe logico rispondere Austria. Restano da risolvere ancora alcune questioni. La moneta con P - A ha delle sorelle molto strette, ovvero quella postata con la sola lettera A e quelle postate senza lettere ma con l'iconografia identica. Queste due monete sono da tutti attribuite alla zecca di Friesach di proprietà dei Vescovi di Salisburgo. Tra l'altro c'è da esaminare un altro elemento ovvero il pastorale. Il pastorale è il bastone del Vescovo che è un pastore per il suo gregge di fedeli. Considerato anche che le emissioni dei successivi vescovi di Salisburgo mantengono questa iconografia direi che il personaggio rappresenta l'autorità emittente che è il Vecovo di Salisburgo per tutte le emissioni tralasciando quella con P - A. Quindi per la P - A restano due ipotesi: o è un emissione di Aquileia con il Patriarca o è un'emissione dell'Austria con San Colmano. Secondo me a favore di Aquileia ci sono alcuni fatti. Il primo che il Patriarca è sempre un pastore e il suo bastone può essere un pastorale, mentre San Colmano era un pellegrino e avrebbe un altro tipo di bastone. In secondo luogo i santi avevano l'aureola e il personaggio rappresentato non ce l'ha. E infine il fatto che i Patriarchi imitano per molto tempo le monete di Friesach tanto da provocare la protesta dei Vescovi di Salsburgo, risolta con l'editto di Enrico VI nel 1195. Comunque è sicuramente una materia che farà discutere per molto tempo ancora e in mancanza di documenti probabilmente non si raggiungerà mai una soluzione definitiva. Arka Diligite iustitiam2 punti
-
Questo è un doppio bagattino con la targa. La moneta purtroppo ha circolato molto. Comunque sul dritto è visibile il busto di San Marco e sul rovescio una targa con l'iscrizione VENE // TI. Peso teorico 0,35 g, diametro 13 mm, rif.: Zub-Luciani 129. Arka Diligite iustitiam2 punti
-
Questo è un quattrino da 4 bagattini. Sul dritto è rappresentata la Beata Vergine stante con il Bambino e la sigla che abbiamo già visto, R C L A e in esergo 4. Sul rovescio un leone in soldo. Peso teorico 2,82 g, diametro 21 mm, rif.: Zub-Luc 136. Arka Diligite iustitiam2 punti
-
Ciao a tutti, secondo me siamo un po' tutti accumulatori seriali.. ? Io amavo i Francobolli avevo una bella raccolta tematica soggetto farfalle, non disdegnavo poi quelli con i castelli. Vi dirò di più, avevo un bel vaso pieno di biglie di vetro colorate e anche quelle che chiamavano Americane in ceramica colorata.. ? I Francobolli li ho regalato ad un mio nipote il maggiore, e le biglie ai più piccoli, in verità qualche biglia la tengo da parte ?. Vado un attimo OT ve ne mostro qualcuna, però poi torniamo tutti all'oggetto della Discussione. Saluti Alberto2 punti
-
Proseguo: Come spesso scriveva qui nel forum il mio amico @Sanni, quando riusciva a scovarne e portarne a casa qualcuna: direttamente dall’Ungheria, Cinquina di Carlo V ricondotta nel Regno di Napoli; la moneta è estremamente rara, corretto @santone ?, a questo punto qualcosa andrebbe rivisitato. Io sono per la felice e concreta informazione sulle monete di Napoli ….. e non le tengo “nascoste” in attesa di … chissà che cosa !!2 punti
-
Nell'analisi di una moneta dobbiamo prendere in considerazione alcune cose. Fra queste dove, perchè e da chi è stata coniata. Il ''da chi'' è importante perchè ci dice chi è l'autorità emittente. Questa autorità è fondamentale perchè il potere liberatorio di una moneta è dato proprio dall'autorità di chi la emette. Nella moneta con P - A sul dritto abbiamo un busto rozzo una croce a globetti sopra la sua testa e un pastorale oltre alle lettere P - A. Sul rovescio un edificio a tre torri che probabilmente è un tempio. Da qui dobbiamo risalire all'autorità emittente. La figura potrebbe essere un'imperatore, un re, un duca o conte, un vescovo, un patriarca e, perchè no, un santo. Le lettere P - A hanno sicuramente un significato. Che potrebbe essere Patriarcha Aquilegensis, ma anche Patronus Austriae o altro. Per prima cosa dobbiamo tenere conto della massima autorità che nel nostro caso è l'imperatore. Questo perchè è a lui che spetta il diritto di zecca. Un esempio di questo potere è rappresentato dalle monete di Genova che portano per secoli il nome Corrado per ricordare che proprio l'imperatore corrado diede il diritto di zecca a Genova. Ma la figura rappresentata sulla moneta che stiamo analizzando non è l'imperatore , nè un re , nè un duca. Infatti la presenza di un pastorale ci indica che la figura è un rappresentante del clero. Quindi un patriarca, un vescovo o un santo. Se dovesse essere un patriarca, la moneta sarebbe battuta ad Aquileia, che deteneva un diritto di zecca fin dal 294 concessole da Diocleziano. Se dovesse essere un vescovo, la moneta sarebbe battuta a Friesach, zecca dei Vescovi di Salisburgo. La terza ipotesi se dovesse essere un santo per la precisione San Colmano di Stockerau, sarebbe battuta in una zecca carinziana, stiriana o austriaca. Ma un santo potrebbe rappresentare l'autorità emittente? Sì e ne abbiamo un esempio a Venezia dove proprio in questo periodo San Marco compare sulle monete della zecca lagunare. Ovviamente non è proprio il santo l'autorità emittente, ma la rappresenta. Ovvero San Marco rappresenta il doge poichè non era ancora giunto il momento per il doge di esporsi in prima persona. Quindi, tornando alla nostra moneta, chi rappresenterebbe San Colmano di Stockerau? Questa è la domanda alla quale dobbiamo rispondere. E per ora mi fermo. Arka Diligite iustitiam2 punti
-
@Gik82 direi che, sempre grazie al sito di @Orodicarta la tua banconota dovrebbe essere questa: 5 monme, feudo Hiroshima (Provincia di Aki-Geishū), 1764 RETRO: Tigre Bianca, uno dei quattro Siling (Guardiani Celesti delle Quattro Direzioni, ognuno dei quali rappresenta un punto cardinale e una stagione), rappresentazione dell'ovest e dell'autunno, in alto; subito sotto, cinque Hōjyu, gioielli propiziatori in grado di esaudire desideri, riportare la calma e dare la comprensione del Dharma (legge buddista), e che si crede contengano le ceneri del Buddha; denominazione al centro; timbro rosso circolare e nero; testo a caratteri tensho in basso.2 punti
-
Buongiorno e buona domenica, approfitto del fatto che vi piacciono e ne posto un' altra, con un simpatico Cammello? Saluti Alberto2 punti
-
.... mi resi anche conto quello che state per vedere: a sinistra Segovia a destra Napoli, queste 2 monete sono perfettamente uguali, stesso metodo di fabbricazione..... tranne qualche lieve dettaglio nella legenda.?2 punti
-
Interessanti le pagine di R. Giuffrida (La lunga crisi monetaria del Regno di Sicilia tra Settecento e Ottocento, pp. 44-46) dove l'autore narra con date, personaggi e leggi la nascita e l'epilogo della singolare monetazione di rame a nome di Ferdinando II. Personalmente molte informazioni a me erano sconociute.2 punti
-
2 punti
-
Che bella famigliola numerosa ? E' bellissimo vederli tutti assieme. E pensare che rappresentavano gli spiccioli più piccoli nelle tasche del popolo, al contrario di come avviene oggi con i bruttissimi 1 centesimo di euro che piu nessuno vuole tenere in tasca ed anche lo Stato ultimamente sta rinunciando a coniare. Per come ho impostato la mia collezione (tipologica), al momento ho solo 5 esemplari. Poi magari forse un domani potrò allargare la famiglia ?1 punto
-
Ti assicuro Pietro che sono in tanti che li apprezzano, magari non amano condividere..... Ma ci sono. La mia adorata famigliola dei mezzi Tornesi.1 punto
-
Per le origini, iI substrato scitico, i Sarmati, gli Alani e gli Xiongnu : "Siberia, gli uomini dei fiumi ghiacciati" e "i tesori della steppa di Astrakhan".1 punto
-
Grazie @Sirlad mi fai riaccendere la voglia di cercare e cercare ancora e ovunque, mi capulterò in chissà quale storia, ma credo che sarà bellissimo, rimango sempre con la speranza di sapere cosa sia, per il momento ringrazio di cuore. A presto1 punto
-
Anche questa ha circolato molto! Gazzetta per le isole di Corfù, Cefalonia e Zante - gr 4,38 Ricordo che queste monete non potevano circolare al di fuori delle isole nominate.1 punto
-
Buona domenica a tutti, io tra le mie reimpresse ne ho 2 con giglio nel taglio, 1818 testa piccola e 1818 8 su 7...! Mentre ho una 1817 con stelle e un altra 1818... per Ferdinando l diciamo che ho un debole, ho anche altre 2 1818 testa piccola una “normale” ma in alta conservazione davvero bella e poi ho la gigli invertiti in media conservazione ... testa grande oltre le Reimpresse ho la più comune e un altra bombetta molto molto bella e rara con stelle nel taglio e gigli rovesci...! Credo di non averne dimenticato nessuna ☺️☺️☺️1 punto
-
@ak72 chiama le diverse bandierine ''differenziazioni stilistiche''. E ha ragione. Questi particolari rientravano nella libera interpretazione dell'incisore. Quello bravo inseriva un piccolo leone, gli altri croci, globetti o altro... Quindi più che varianti sono diversità di conio. Possono essere oggetto di una collezione specialistica che, se completa, potrebbe portare a una sequenza di coni. Arka Diligite iustitiam1 punto
-
Teoricamente sarebbe questa: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-MA/1 Puoi indicare diametro e peso?1 punto
-
1 punto
-
Sono un appassionato della grafica nella sue tante accezioni : incisioni artistiche, manifesti pubblicitari, illustrazioni, ecc. , per questo mi piacquero le schede telefoniche nella loro grande varietà con vignette pubblicitarie policrome e aggressive, efficaci per attirare l'attenzione di chi le acquistava : le raccolsi come un bambino potrebbe fare incetta di figurine ! Con l'occasione ne mostro un'altra Cecoslovacca, dotata di microchip, che mostra una splendida LAGONDA del 1938 . La seconda invece è Francese, sempre con microchip che può darsi servisse alla loro contabilizzazione : forse qualcuno lo sa.1 punto
-
La tua moneta mi piace, ma al di là di tutto, quello che conta e' che piaccia a te?. Circa la rarità o la valutazione personalmente non sono in grado di esprimermi. Ti allego, se ti fa piacere leggere qualcosa (e a beneficio anche di altri), una discussioni sulle monete di restituzione: Poi c'e' questa che parla dell'aquila sul globo, del suo significato su una moneta di restituzione di Tito per Augusto, ma un po' diversa dalla tua: Buona domenica. Stilicho1 punto
-
Occorre rispettare anche il regolamento. Entrando nel merito, mi pare che nel messaggio in questione non fossi neanche stato nominato. Consiglio, pertanto, per evitare spiacevoli derive di scontri pregressi di usare la funzione "ignora utente": ne guadagneremmo tutti, in termini di serenità.1 punto
-
@gpittini abbiamo avuto una moneta da identificare un po' di tempo fa: Dovrebbe essere se non sbaglio della stessa tipologia, ma meglio conservata1 punto
-
si.... @demonetis, conosco. Tempo fa, mentre scrivevo il volumetto, mi ero preso la fissa per le monete di Segovia...ne misi da parte anche qualcuna...per studiarmele....da vicino.... Volumi comprati, compresi.1 punto
-
Nel falso il braccio della croce di destra è più lungo di quello di sinistra il braccio inferiore è più largo degli altri per esempio1 punto
-
Ciao ...infatti mi hai fatto ricordare di quelle straniere...ne recuperammo un po con mio padre?1 punto
-
Concordo con @enriMOe mi congratulo con Alberto Varesi per l'ottimo risultato conseguito dall'Asta 76 ( ho partecipato, ma considerato il trend ascensionale...ho desistito ). Ad una analisi attuale, quindi ognuno di noi è portato a pensare che il mercato Numismatico, non solo terrà, aumenterà la domanda e diminuirà l'offerta ( come espresso da @r.tino) Addirittura i prezzi delle tanto vituperate monete BB saliranno. Postando la discussione avevo ipotizzato un allargamento della forbice tra monete FDC e rare e quelle circolate. Nell'Asta Varesi ( ma anche in altre citate da Voi ) sono salite tutte, anche quelle che di solito erano invendute o spuntavano il Prezzo Base. E' (o sarà) un dato consolidato? A mio modesto parere assolutamente no. Innanzitutto una crisi grave e globale come questa, purtroppo farà sentire i suoi effetti con il tempo ed in maniera prolungata, creando delle problematiche economiche, sanitarie e sociali estremamente serie. Ma per attenermi al solo campo numismatico e cercare di spiegare l'anomalia delle ultime Aste on-line, bisogna anche dire che sono state favorite dalla chiusura dei tanti Professionisti che hanno un negozio, ma magari non vendono online ( ne esistono ancora ), dalla cancellazione dei vari convegni, luoghi dove molti di noi trovano dei Professionisti fidati che, dopo molti anni di frequentazioni, sono ormai diventati degli amici. Pertanto, siccome il collezionista ha bisogno di nutrire la propria passione con qualche moneta nuova in mano, è capitato quello che ha descritto @enriMO. Penso che dovremo aspettare almeno il 2021 per comprendere come sarà il mercato numismatico futuro. Ciao Beppe1 punto
-
a proposito di monete coniate per la Sardegna sabauda... ecco le ultime arrivate in collezione! Vittorio Amedeo III: E Carlo Emanuele IV:1 punto
-
Ci credi se ti dico che non ho lo smartphone, e il cellulare (d'epoca) con contratto a consumo lo tengo spento nella borsa da lavoro, per il solo uso in caso d'emergenza grave? Grazie alla mia scarsissima socialità, dal punto di vista della telefonia sono praticamente un fossile vivente ?1 punto
-
1 punto
-
Ho appena avuto una web call di lavoro col dott. Bisanti (giuro, uno dei miei capi si chiama così ahah) e devo fare una piccola rettifica al mio intervento precedente. Quella che vedevo come l'errore L su Y in realtà non è altro che la corruzione del punzone per la L, nella fattispecie il piccolo trattino orizzontale superiore. La stessa moneta era passata nel 2017 (allego quindi immagini migliori per una miglior valutazione dello stato di conservazione). Scorrendo il mio database, in effetti, ci sono pezzi con la L "corretta", pezzi in cui si inizia a vedere la progressiva rottura del punzone via via fino a questo. Devo ragionarci su, ma se la mia idea è corretta, ho trovato un nuovo marker per lo studio della successione dei conii, un'idea che mi ronza in testa da anni ma che mi fa un po' paura e infatti ancora non l'ho affrontata. Adesso però che ho a disposizione centinaia di immagini, ovviamente non tutte utilizzabili per i motivi che conoscete, potrei mettere giù qualcosa. Purtroppo il fatto che i punzoni si deteriorassero rapidamente e venissero sostituiti con frequenza rende il tutto ancora più maledettamente complicato. Nella fattispecie, per esempio, non posso dire che un bisante con L sia inequivocabilmente precedente a uno con L/Y, perché potrebbe benissimo essere stato sostituito dopo la rottura. In tal caso, questo nuovo marker non sarebbe tra i fondamentali (che sono, ad oggi, PRAFS invece di PRAES, le ali e l'inclinazione del genio, la posizione del 1570, i distanziamenti tra le lettere, numero e posizione dei trisceli e pochi altri, oltre ovviamente a quelli imprescindibili, ovvero le reali varianti I / I F e PRAESIDIO / PRESSIDIO). Insomma un lavoro immane e che forse non porterà a nessuna soluzione, ma che mi intriga molto e che prima o poi voglio seriamente affrontare.1 punto
-
Cari amici Lamonetiani, avevo già presentato questa strana moneta in un'altra discussione. Una sera la guardavo e mi ha raccontato la sua vera storia... LE MONETE NEL FORNO. PREMESSA: Mio nonno Giuseppe era chiamato “Pinotu” ( Pinotto in piemontese) per la piccola statura, invero piuttosto strana per la mia famiglia, caratterizzata da omoni alti e corpulenti. Vicariava questa modesta prestanza fisica con l'intelligenza e la prontezza di spirito. Era riuscito a frequentare la scuola a malapena fino alla 5° Elementare, ma aveva continuato a leggere e studiare e le sue passioni erano diventate la Storia e le monete. Chi gli avesse trasmesso la passione ad inizio '900 non si sa, a quel tempo la Numismatica era un campo d'elite, riservato a famiglie facoltose o a ricchi nobili. Eppure lui girava le campagne in cerca di quei tondelli luccicanti che raccontavano sempre storie meravigliose e diverse. ---------- Di mestiere era Panettiere, aveva comperato una casa del '600 con uno splendido forno in muratura che funzionava a legna. Dopo molti decenni di onorato servizio, negli anni '30 del secolo scorso, il forno cominciava a diventare inadeguato. Era indispensabile ristrutturarlo. Durante i lavori venne abbattuta un'intercapedine piena di fuliggine nel cui fondo mio nonno notò qualcosa di strano che sembrava un fagotto. Naturalmente non disse niente ai muratori ed a fine giornata riuscì a recuperare il contenuto. Era quello che restava di un sacchetto di tela bruciacchiato ed era pieno di monete: la maggior parte centesimi di Carlo Felice, Soldi in mistura, piccoli Denari in rame che il calore aveva deformato ( e probabilmente mio nonno buttò ), lo Scudo di Carlo Felice che mi regalò molti anni dopo, incrostato e quasi irriconoscibile e 3 marenghi: 1 di Carlo Felice e 2 di Vitt.Emanuele II "collo lungo" .L'oro è un metallo fantastico, viene intaccato solo da pochi acidi e questi 3 marenghi, puliti con acqua e sapone, diventarono una meraviglia. Sono datati 1825, 1850 e 1851 e pertanto i proprietari nascosero le monete dopo quest'ultima data. EPILOGO: Mio nonno Pinotu dopo aver ammodernato il forno, aveva sempre in mente questo strano ritrovamento, che era diventato una vera ossessione. Andò in Comune e recuperò delle antiche mappe catastali ed i vari passaggi di proprietà. Scoprì che la casa ad inizio '800 era abitata da una famiglia che svolgeva l'attività di Monte dei Pegni e soprattutto notò che la vecchia planimetria era incompleta e sbagliata e sembrava nascondere dei piccoli ripostigli. Sembrava animato da un sacro furore, cambiò abitudini e carattere: armato di pala e piccone, passò molto tempo a cercare e scavare nelle cantine molto estese della casa in cerca di altri tesori, ma non trovò mai nulla. O meglio...un giorno trovò mia nonna Assunta ( chiamata “Sunta”) che stava riempiendo il Baule da sposa, minacciando di ritornare a casa dai suoi genitori. Questo lo fece rinsavire e lasciò per sempre la ricerca del “Tesoro Perduto”. Conoscendo a fondo la sua personalità, sono sicuro che la motivazione che lo aveva spinto non fosse l'avidità, non voleva diventare ricco... semplicemente, gli piacevano le monete e la loro storia! ( L. 5 1826 – ZECCA DI GENOVA – TROVATA NEL FORNO ABBRUSTOLITA E POI PULITA ) Saluti a Tutti e Buon Weekend, Beppe1 punto
-
CICCI' ED IL REGALO DI NATALE PREMESSA: Ciccì era cambiato. Quell'uomo elegante, con i baffetti da sparviero, i capelli neri ed impomatati con la Brillantina Linetti, era improvvisamente invecchiato e sembrava un clochard. Barba di una settimana, capelli arruffati e quel sentore di Acqua di Colonia sostituiti da effluvi di sudore non proprio gradevoli. Nel quartiere tutti sapevano il motivo e cercavano di aiutarlo perchè era veramente una brava persona: chi lo invitava a pranzo, chi gli lavava la biancheria, chi cercava di distogliere quegli occhi fissi e lontani con battute spiritose. La luce si era spenta qualche mese prima, quando aveva trovato l'anziana Netina, governante, nonna e mamma adottiva, riversa sul letto, con il rosario in mano e gli occhi cerulei e spenti rivolti al cielo. L'arrivo di Rosita, che aveva affittato l'alloggio della povera Netina, ebbe lo stesso effetto della mitica “Bocca di Rosa” nel paesino di Sant'Ilario. Era lo stereotipo della vera spagnola: capelli lunghi e scuri, formosa e piena di vita, dotata anche di una simpatia debordante. Naturalmente tutte le donne del vicinato diventarono sue nemiche irriducibili e le voci, dapprima sussurri, divennero un fiume in piena. L'attività ufficiale di Rosita era quella di cuoca in una trattoria della zona, quella a tempo perso sarta, quella notturna era avere un certo movimento di uomini nella sua abitazione... Fumava con eleganza e assiduamente sigarette americane “Astor” e quindi era sovente nella nostra Tabaccheria, allietando con la propria “verve” i vari clienti che, con la scusa di dover compilare la schedina del Totocalcio, erano ormai diventati stanziali e aspettavano sempre la sua apparizione. Mia mamma comprese che la Rosita si stava “allargando” perchè sovente portava dei piatti prelibati e chiamava mio padre “Baffetto”. Risultato: piatti prelibati nell'immondizia e mio padre relegato nel retrobottega non appena la Rosita usciva di casa. Per Ciccì, la Rosita fu il miglior ricostituente. Ritornò più vivo e splendente di prima. Si era innamorato pazzamente. Nonostante i vari tentativi di “farlo ragionare”, niente da fare, Ciccì era un caso disperato, in quanto aveva deciso di fidanzarsi con Rosita. Il periodo era favorevole, mancava poco al Natale...quindi era inevitabile una puntata nell'Orificeria di “Rotella” per comperare un anello. “Rotella” era un numismatico, chiamato così perchè se gli portavi un orologio da riparare, lo guardava con la lente, lo scuoteva e invariabilmente diceva: “ Si è rotta una rotella!” Mio padre gli aveva spiegato il “caso umano” e gli aveva riferito che Ciccì ultimamente collezionava marenghi e quindi...tutto era pronto. Primo vassoio con anelli con diamante, secondo vassoio anelli con zirconi. Ciccì era completamente nel pallone. Quelli con diamante troppo cari, quelli con zirconi troppo da poveracci. “Rotella” tirò su il sopracciglio e fece un cenno a mio padre: “Poca roba, qualche moneta, qualche MARENGO (alzando la voce)...vieni nel retro! “ Ciccì abboccò come una trota all'amo. Nel vassoio vi era un florilegio di marenghi, tra i quali uno molto bello di Carlo Felice. Nella mente di Ciccì qualcosa si sbloccò. Comperò il Carlo Felice e poi...essendo quasi in bolletta, l'anello con lo zircone! Rosita non prese molto bene il regalino, il fidanzamento andò a monte e Ciccì ritornò in depressione. EPILOGO: Poco tempo dopo Ciccì, che era molto scaramantico, disse a mio papà che la moneta gli portava sfortuna e che se la voleva, gliela la cedeva al prezzo di costo. Conservava i marenghi a mollo in un vasetto di ceramica con fiori di plastica. Era un'altarino con alle spalle l'effige della Madonna, talismano adatto ( diceva lui) a tenere alla larga i ladri. E' cosi che la moneta è finita nella raccolta di famiglia. La Rosita sparì improvvisamente nottetempo. Qualcuno disse che aveva fatto innamorare un imprenditore che la portò con lui in una villa sul Lago di Como, altri che aveva perso la testa per un saltimbanco del Circo che sostò qualche giorno nel nostro Paese. Sicuramente lasciò molti rimpianti in quelle persone che mai avevano pensato di trovare “il Paradiso al primo piano” e grandi sospiri di sollievo “delle cagnette a cui aveva sottratto l'osso “. ( Grande Faber un modesto tributo nel ventennale della tua morte, da chi ti ha amato e ti considera il più grande poeta dei nostri giorni ) Questa è la moneta: Buon Anno a Tutti!1 punto
-
LA CASSAFORTE INVIOLABILE PREMESSA: è una storia famigliare che mi ha insegnato molte cose. Che bisogna badare più agli affetti che alle cose e che siamo dei granelli di sabbia sulla spiaggia e non sai mai dove ti porterà il vento. Lo chiamavano “Bugher”, né lui né i famigliari hanno mai saputo il perchè, forse era un suono onomatopeico che ricordava il ringhio dei mastini. Alto, tutto nervi, occhi a spillo penetranti che qualche volta diventavano cattivi, naso a punta e un modo di atteggiarsi brusco fino al limite dell'arroganza. Era fratello di mia nonna Assunta e nella vita ne avevano passati di tutti i colori. Mezzadri in una grande cascina di proprietà di un Marchese, pativano la fame, anche perchè ad inizio Novecento si diffuse la Filossera, un insetto che distruggeva le viti. Bugher aveva appreso che l'innesto della vite americana poteva salvare le viti autoctone e quindi, raccolti i pochi risparmi, si imbarcò per l'America. Dopo un lungo peregrinare, arrivò in California, dove grazie al commercio dei vitigni americani ( refrattari a questa malattia ), divenne ricchissimo. Però era solo e sentiva la nostalgia delle sue colline. Ritornò accolto dalla Banda del Paese, sia perchè aveva salvato i vitigni delle Langhe, sia perchè, un uomo ricco deve essere sempre blandito... Le prime cose che fece fu comperare tutta la Tenuta del Marchese e chiedere al Sindaco quale fosse la più bella ragazza del posto. Naturalmente la sposò e l'unione fu allietata dalla nascita di due figli: Gepìn ( che ho già ricordato in una storia precedente ) e Gilda. Però i soldi non comprano tutto, soprattutto gli affetti. Bugher girava in Paese con una macchina americana con le pinne sul retro, cappello da Texano e continuava a fare affari come commerciante di vini...intanto i soldi davano alla testa ai figli. Aveva fatto installare in cantina una cassaforte enorme, perchè aveva sempre bisogno di liquidità per i suoi affari. Nel frattempo, in famiglia il clima era sempre più teso: i due figli erano in aperto conflitto su ogni minima cosa. Gepìn si sposò, lasciò la casa di famiglia e rilevò l'azienda dello suocero. Gilda invece continuò a lavorare con il padre nel campo dei vini, sempre acida ed in conflitto con il fratello. Bugher morì ad inizio anni '60. All'apertura del testamento si scoprì che il Padre aveva lasciato quasi tutto al figlio maschio. Cominciò un contenzioso legale durato decenni, con tutte le proprietà poste sotto sequestro e soprattutto la cassaforte con i sigilli. La moglie di Bugher diceva che era strapiena di soldi perchè dovevano fare un grande affare in quei giorni. Finalmente ad inizio anni '90 (!), ci fu un accordo e si aprì la cassaforte. Conteneva 66 milioni di Banconote ( inizio anni '60 erauna cifra notevole). Tutte inservibili perchè ormai "fuori corso". EPILOGO: Mio padre arrivò dal cugino Gepìn prima che, in un impeto di rabbia, desse inizio al grande falò delle Banconote ormai inutili. Cercò di “ragionarlo” in tutti i modi, dicendo che potevano avere qualche valore. Niente da fare. Prima che Gepìn andasse a prendere la benzina, arraffò qualche manciata di banconote e le mise in tasca. Poi cominciò lo scempio: si levarono delle alte fiamme e un fumo spesso che avvolse tutto e soprattutto l'egoismo e l'avidità degli attori di questa commedia umana. Ciao Beppe ( scusate la lunghezza ed un po' di poesia! ) P.S: non so quali sono le Banconote arraffate da mio padre e la collezione di Banconote di famiglia devo ancora catalogarla, quindi posto due tipologie che potrebbero essere coerenti. Chiedo aiuto agli esperti quale tipologia di taglio alto fosse usata fine anni '50 - inizio '60. Dal web ho scelto queste:1 punto
-
1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.
Il network
Hai bisogno di aiuto?
