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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/24/20 in tutte le aree

  1. Bene, in realtà non è una crepa in senso stretto, cioè del tondello, ma in realtà è del conio che si è fessurato... a titolo di comparazione posto un altro esemplare che nella sequenza di sfondamento è lievemente anteriore e anche il conio intatto, che è collegato ad altro conio del diritto ( si legittima così anche la reale esistenza del conio di rovescio) Credo quindi di aver spiegato uno dei punti deboli della coppia di monete, la stessa impronta della "crepa" nel rovescio, che certamente faceva impensierire.... è invece logico che ci sia perché è nel conio come nel terzo esemplare. Tra l'altro a ben vedere il primo pezzo Nac ha una lieve ribattitura proprio sul punto ( la rottura stessa e la lettera vicina, e altri dettagli), il che tende a far escludere una semplice copia dall'altro pezzo. anche la perlinatura è differente come coniazione tra i due esemplari ma è coerente con gli altri esemplari …. Il secondo Nac al di là di alcune spatinature e salti di patina, non ha nessuna discrepanza con i pezzi legittimi, anzi proprio la patina da un senso di reale in maniera convincente. Mi dovrei soffermare su altri dettagli come il bordo e lo stato di avanzamento del deperimento dei coni, ma già il mio intervento è stato troppo esteso. In definitiva, e con i dubbi da foto, sono per me pezzi genuini, maltrattati ma genuini.... come dice anche art74 ( Arturo Russo) , la certezza assoluta si ha solo con la moneta in mano e "smontandola", però i principali dubbi direi che sono stati sciolti... Un cordiale saluto, Enrico P.S. sebbene non sia questo il topic giusto, aggiungo un altro esemplare di Vespasiano ( foto 7 ) con il rovescio perlinatura a cerchietti, volutamente tralasciato sopra, perché piuttosto criticato/ criticabile e ragionevolmente spurio, cosa che un attento esame comparativo del rovescio con l'altro pezzo, foto 2 di cui condivide l'impronta del rovescio, dovrebbe confermare abbastanza agevolmente.
    8 punti
  2. 5 punti
  3. Buongiorno, volevo rendervi partecipi della mia ultima acquisizione, non sono un bibliofilo nel senso stretto poiché preferisco i contenuti al semplice possesso del "bel" libro ma non potevo lasciarmi scappare questa occasione.
    4 punti
  4. E tre! Ecco la mia 1825, Peso grammi 27,50 Taglio PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS al rovescio.
    4 punti
  5. Ciao a tutti, in un suo nuovo articolo su Cronaca Numismatica il sempre ottimo Ganganelli commenta un vecchio articolo del 1902 riguardante la Regia Zecca di Roma in pratica il resoconto di un giornalista dell'epoca in visita appunto alla Zecca del Regno (che altro non era se non la vecchia Zecca Pontificia). L'articolo era già conosciuto a chi si interessa delle vicende monetarie del Regno d' Italia, infatti potete trovare e leggere l'originale nella sezione biblioteca del forum: Però tra le varie considerazioni ho trovato molto interessante il paragrafo sul “signoraggio” (ossia la differenza tra il valore nominale di una moneta e il suo valore intrinseco e costo effettivo di produzione: ciò che, in sostanza, costituisce il margine di profitto dell’autorità emittente, in questo caso il Regno d’Italia.) Alla data in esame (1902) Se, si legge nell’articolo de Il Secolo XX, “in un pezzo da 20 lire c’è un valore effettivo di 19 lire e 70 centesimi”; un pezzo da una lira d’argento ha un valore effettivo di appena 45 centesimi (il 55% di signoraggio!) le cose vanno un po’ meglio, ma non molto, per lo scudo da 5 lire che è coniato a 900 millesimi e non a 835. Boccanegra tace, invece, sulle monetine fatte di nichel e di rame, quasi del tutto “fiduciarie”. Sarebbe interessante capire durante il Fascismo con la ripresa delle coniazioni in oro e argento a quanto ammontasse questo signoraggio. Sulla monetazione in oro è sicuro che la cifra di vendita fosse già molto più alta del nominale (in questo momento non ricordo quanto di preciso). Però riguardo la monetazione circolante da 5, 10 e 20 lire (con oltretutto il cambio del titolo dal 20 lire "Littore" all' "Elmetto") il discorso si potrebbe fare più interessante. Qualcuno si vuole cimentare o ha già dati a disposizione? Saluti Simone PS Qui potete leggere l'articolo di Ganganelli: https://www.cronacanumismatica.com/in-regalo-per-voi-un-viaggio-nel-tempo-alla-zecca-di-roma/
    4 punti
  6. Buonasera, oggi non vi tedio con tante parole scritte ma voglio utilizzare molti video trovati in rete. La decadenza dell’Impero Romano e il sopraggiungere delle popolazioni barbare portò nel periodo Tardo Antico insicurezza e preoccupazione nelle popolazioni dell’arco alpino orientale: la loro esistenza era minacciata dall’arrivo di gruppi più umani o meno numerosi di ceppo barbarico. Nemmeno il sistema di fortificazioni del Claustra Alpium Iuliarum ( https://it.wikipedia.org/wiki/Claustra_Alpium_Iuliarum) riusciva più a bloccare il loro transito. Di seguito posto alcuni link relativi a ricostruzioni di questo sistema di difesa e di alcuni forti. Fu così che nell’area delle Alpi Giulie (versante italiano sloveno e austriaco) si assistette allo sviluppo di insediamenti fortificati su colli più o meno elevati ed erti e quindi facilmente difendibili, che assicuravano protezione alla popolazione della zona e controllo strategico della viabilità locale. Uno di questi siti era quello di Ajdovski Gradec (Slovenia). Insediamento sorto su un colle isolato alto 585 m. Già occupato da popolazioni dell’Età del Ferro (700-300 a.C.) fu nuovamente occupato in epoca romana verso il IV secolo d.C.. Ben presto si sviluppò un insediamento fortificato con mura e torri e divenne uno dei maggiori centri paleocristiani dell’area: vi sono resti di una chiesa a pianta rettangolare con l’abside semicircolare, di un battistero con al centro lo scavo della fonte, nonché di un cimitero e di altri edifici religiosi e civili. Sono state rinvenute anche le tracce di una profonda cisterna che poteva contenere mille ettolitri d’acqua. Alcuni resti sulla sommità dell’altura. Ciao Illyricum
    4 punti
  7. Buongiorno a Tutti, lo studio della monetazione bronzea di Vitellio, che mi appassiona intensamente da alcuni decenni, presenta delle notevoli difficoltà, in quanto spesso ci sono elementi spuri, anche molto sedimentati nel tempo… è stato preso di mira dai falsari di sempre, essendo monetazione di una certa rarità (quella bronzea) e ambita dai collezionisti di ogni secolo, come pure dai vari restauratori, spesso maldestri. La prima conseguenza di questa situazione è che le monete false nel tempo hanno acquisito maggior credibilità o apparenza, e la esclusione dei falsi, con dimostrazione, non è sempre agevole. Come procedere, allora? La risposta che mi sono data negli anni è stata di ricostruire l'intera emissione con studio dei conii con quanti più esemplari possibili, in modo di riuscire a dare una concatenazione e un senso a tutto il complesso, in modo da eliminare gli elementi spuri …. cosa che penso e spero di fare anche in questo caso. Comincerei dall'interessante questione di quella perlinatura così peculiare : sia Nerone che Vespasiano hanno avuto monete ( indiscutibilmente autentiche ) con tale tipo di perlinatura, tra l'altro in tempi molto vicini all'epoca di Vitellio…. sono coni particolarmente curati e speciali ( e rari, solo un conio per tipo, per quanto ne so)…. ne riporto due esemplari ( foto 1 Nerone e foto 2 Vespasiano ). Direi, quindi, che non ci sono dubbi che la legittimità della particolare perlinatura sia in sé ammissibile... Ma tra ammissibile e sicura... ne passa... Come fare? Semplice... vediamo se esistono altri esemplari con questo conio di Vitellio ... magari con altri rovesci e che si incatenino nella complessa serie di coni legittimi, quindi scartando la possibilità di una invenzione, magari plausibile, ma sempre invenzione... Bene, ne esistono parecchi e collegati con vari rovesci, a loro volta collegati con altri diritti e così via, quindi si inserisce nella linea delle concatenazioni di conio dell'intera monetazione vitelliana : a titolo di esempio ne metto uno, foto 3 Resta quindi confermata la legittimità del conio del diritto, la cui impronta è condivisa da entrambi i pezzi Nac però con una differenza importante tra i due : la veste che passa sulla spalla ( foto 4 ) nel primo esemplare presenta un improbabile drappeggio continuo, senza il " bottone" ( fibula ) che invece fa da chiusura della veste, come si vede negli altri esemplari ... ma la cosa è coerente con lo stato di " manutenzione " del pezzo, ripatinato in spessore, fondi spianati, forse stuccature leggere, con sottostanti corrosioni verosimilmente da fiume ( molti sesterzi di Vitellio vengono da fiume), e a ben vedere si vedono chiare le tracce del bulino proprio su quella parte di manto, più netta, in particolare più a valle a destra si vede bene il solco. Il bulino non esclude di certo la clonazione, ma è un po' in contrasto se tesa a ricreare dei particolari in una moda restaurativa degli anni '50 ( e forse prima ) infatti il pezzo ha tale datazione sul mercato ( Asta ratto 1955). Quindi copia siliconica tende a essere un po' improbabile, almeno in senso stretto. Rimane il discorso della crepa del rovescio, nello stesso punto in entrambi gli esemplari, che già Filippo1( Giuliano Russo ) ha anticipato continua….
    4 punti
  8. Caro Giovanni, mio fratello mi ha segnalato questa discussione. Onestamente non credo possa trattarsi di due cloni. Come ti mi insegni un clone è la riproduzione perfetta di un’altra moneta. In questo caso la centratura delle due monete è leggermente diversa al rovescio e al dritto le monete hanno un diverso grado di usura. Escludendo pertanto che si tratti di due cloni. Esaminerei le monete in maniera singola ti vorrei suggerire un paio di considerazioni. La prima moneta ha una patina falsa (di quelle che si facevano negli anni 50), ma sotto pagina ha quelle fessure nel metallo che sono tipiche delle monete con patina Tevere. Per darne un giudizio definitivo andrebbe spatinata. Non ti nascondo che sono stato a lungo in dubbio se inserirla in asta e alla fine mi sono fatto convincere proprio da questa caratteristica che mi sembrava coerente con una moneta autentica. Sulla seconda con tutto l’affetto non ho molti dubbi. La corrosione è assolutamente convincente. Un saluto affettuoso. Arturo
    4 punti
  9. Al contrario che nella numismatica nelle schede telefoniche abbiamo la presenza di uno dei più vecchi paesi non riconosciuti del mondo: la "Repubblica Turca di Cipro Nord", ovvero la parte di Cipro occupata dalla Turchia nel 1974. Lo stato-fantoccio messo in piedi dai turchi nel nord di Cipro usa la lira turca (anche se l'euro è ben accetto) e ha un servizio telefonico autonomo con le sue carte. Il lato con la banda magnetica (nei primi modelli) e poi quello col chip era lo stesso in tutte.
    4 punti
  10. Prendendo spunto da @gixxer che, in un'altra discussione, poneva l'attenzione sui denari e sperando di interessare anche altri, qui vi vorrei mostrare due denari di Orio Malipiero (1178-1192) con una sostanziale differenza. A prima vista sembrano uguali, ma il primo ha la legenda + AVR DVX e il secondo AVRIO DVX. + AVR DVX è molto simile a + SEB DVX, legenda del primo doge che ha coniato questa tipologia, Sebastiano Ziani. Il secondo, invece, si avvicina al nome quasi completo di Enrico Dandolo, la cui legenda è + ENRIC' DVX. E' una possibile ipotesi per una sequenza temporale dei due coni. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  11. Buon giorno, dopo una veloce ricerca ho trovato un sesterzio dalla stessa coppia di conii che evidenzia la stessa perlinatura. Il sesterzio in questione è stato venduto da Noble Numismatics nel 2019 ma con il cartellino originale di Spink and Son. Credo che sull'autenticità di questa moneta non ci sia alcun dubbio! Questo dimostra, prima di tutto, che il perlinato, seppur inusuale, è plausibile ed è effettivamente una caratteristica nel conio e che la teoria espressa in questa discussione che si tratti di matrici "siliconiche" (sic!) incise a mano dalle quali sono stati prodotti una seria di cloni identici è impossibile. Questo non è certo un elemento conclusivo per definire l'autenticità delle monete ma esclude i due maggiori dubbi espressi in questa discussione. Mi permetto di aggiungere che la "crepa" che segnala Tinia Numismatica è infatti una rottura di conio quindi è molto più che plausibile che sia presente su entrambe le monete. Cordiali saluti, Giuliano Russo
    3 punti
  12. Buona domenica a tutti....posto pure il mio, debole di conio nella legenda ma il fascio si vede ancora bene. E' sempre bello ammirare sti tondelli, un pò rustici ma che non possono mancare in una collezione di monete napoletane del periodo!! Saluti!
    3 punti
  13. In 20 anni e passa di sterline del 1917 Londra autentiche ne ho vista 1 della collezione Commonwealth. Le altre erano sempre false come quella sopra.
    3 punti
  14. 3 punti
  15. 1936 Australia - Giorgio V° - 1 Florin = 2 Shillings Ag.925 12 Pence = 1 Shilling 20 Shilling = 1 Pound
    3 punti
  16. Molto strano il mercato numismatico in questi ultimi tempi. Sembra quasi "dopato". Mi sono permesso di rendere più leggibile la moneta: Questa era una splendida moneta, ma è stata deturpata (probabilmente spazzolata con una spugnetta abrasiva ) tanto da renderla difficilmente classificabile come conservazione. Anche il fatto che sia stata fotografata con luce radente ad ore 12 non è che peggiori la situazioni. Semplicemente le righe ci sono ed anche una foto con luce "diffusa " non le avrebbe fatte scomparire. Mi chiedo quanto l'acquirente potrebbe ricavare da una vendita... forse la metà ad essere ottimisti. Se il mercato è questo, meglio aspettare qualche mese a fare acquisti. Ciao a Tutti
    2 punti
  17. Il verso non ne aumenta la rarità. Spero di far cosa gradita nel riproporre la mia 1826. Riferimenti: Pagani 111 D'incerti 101/a Taglio inciso al rovescio.
    2 punti
  18. Intanto Buona domencia a tutti..... Inizio con il dire che la scheda che ho postato è solo 1 (una) delle tante tipologie di questi Tornesi..... ci ho lavorato su circa 20 gironi per sistemarli tutti. @Rocco68, il Tornese che hai postato non è parte di questa scheda e quindi di questo tipo, ma del tipo data dritto e rovescio, anche se la gran parte di questi hanno quasi sempre la data del dritto che non è come quella del rovescio...il Bovi scrisse qualcosa....e metto ritaglio. Quello che hai messo sembra essere 1577/1579. La data sotto non è mai abbinata a quello che stiamo chiamado "scintilla", ma quasi sempre alla VP (del Porzio), in alcuni casi, mi sembra di averlo già postato solo data (parliamo del dritto ovviamente). La scintilla è anch'essa abbinata alle VP (per quelli senza data al dritto), ma ci sono anche e solo quelli con la scintilla e senza VP, insomma un bel pò di coniazioni. Ma non è nemmeno tutto...qui siamo solo alla metà. Riguardo a quello che definisci un quadrifoglio in alto alla cornucopia al rovescio..... è una Croce Biforcata....questa la troviamo inserita nei Tornesi degli ultimi anni..... La corce biforcata è ampiamente utilizzata anche su altre monete, anche la scintilla; sui mezzi Carlini ad esempio...ci sono croci biforcate, croci semplici, fiore a 4 petali, ecc. ecc. sia sotto il busto che al rovescio..... Anche il 2 cavalli nell'altra discussione, ad esempio ha la scintilla al rovescio, sia sopra che sotto la corona..... altre monete la hanno al dritto: è evidente che sono dei marchi.
    2 punti
  19. Caro Giovanni, non ho difficoltà ad ammettere che sono stato in dubbio fino all’ultimo minuto se inserire o meno questo sesterzio in asta. D’altronde la mia non è stata una reazione stizzita. La moneta era chiaramente bulinata e la patina falsa rendeva molto difficile fare un analisi esaustiva della superficie. La soluzione migliore sarebbe stata spatinarla, purtroppo non ho avuto il permesso del consegnatario. Sono perfettamente d’accordo con te che la moneta è bulinata, ma questo lo abbiamo scritto nella descrizione (traces of tooling). Forse ci saremmo potuti spingere ancora di più descrivendo la moneta come reincisa, ma tooling che in inglese è bulinato mi sembrava sufficiente anche in considerazione del fatto che abbiamo parlato di tracce di bulinatura lasciando intendere che queste non erano limitate ai campi. Quello che mi ha convinto sono proprio le screpolature o corrosioni del metallo proprie delle monete di fiume che mi sembravano molto convincenti. Quando gli argomenti vengo posti con garbo e desiderio di confronto sono sempre felice di scambiare idee. Mi complimento con Vitellio che ha fatto un’analisi veramente notevole.
    2 punti
  20. buon giorno voglio condividere questa mezza piastra del 1750
    2 punti
  21. Sicuramente in questa discussione vi è pubblicato almeno un Ducato di "Don"Ferrante d'Aragona,ma altrettanto sicuramente quello o quelli pubblicati differiscono da questo.Infatti i Ducati emessi per Don Ferrante hanno molteplici conii ed una collezione che potrebbero intraprendere gli appassionati di Numismatica abbienti potrebbe essere quella di collezionare tutte le varietà di Ducati che si riesca a reperire di questi Ducati napoletani . Da asta n°35 di Bolaffi lotto n°617 Ducato:Ferdinando I d’Aragona ( 1458-1494 ) emissione della Zecca di Napoli Au. D/FERDINANDVS:D:G:R:SI:V Stemma coronato, inquartato di Napoli al 1° e 4°, d’Aragona al 2° e 3° R/ · RE – CORDATVS:MISERICORDIE:SV Busto adulto coronato e corazzato a destra;dietro la nuca lettera T(Maestro di Zecca Giancarlo Tramontano) Riferimenti:CNI 78-94;Bernareggi 171;Pannuti e Riccio 9b;MIR 64/7 Salutoni odjob
    2 punti
  22. L'ultimo post mi ha ricordato letture e curiosità di giorni lontani . Aggiungo, allora, da un vecchio libro, una stampa di Kobayashi Kiyochika (1847-1915) , contemporaneo di Ogata Gekko, che mi pare una delicata immagine di quel 'mondo fluttuante' .
    2 punti
  23. salve, stasera volevo proporvi questa interessante moneta da 6 tornesi della II repubblica Napoletana esistita dal 23 gennaio al 13 giugno del 1799,a seguito della rivoluzione francese e dell' avvento napoleonico, Ferdinando iv dovette fuggire a Palermo, lasciando lo stato al conte Pignatelli che concluse l'armistizio col generale francese Championnet il quale proclamo appunto decaduta la monarchia borbonica e proclamo' la repubblica(che ebbe brevissima durata)
    2 punti
  24. Caro Giovanni, Siamo tutti d'accordo che le due monete provengono dalla stessa coppia di coni, anche se dovremmo parlare di tre monete dal momento che ho postato un altro esemplare che tu però ignori. Il tuo post è poco chiaro e ti chiedo cortesemente di spiegare alcuni punti ambigui. Cosa intendi per spiegazione tecnica dell'esecuzione dell'incisore su conii con perlinato imperfetto? Forse stai mettendo in discussione la possibilità che questo perlinato esiste e che le monete postate da "Vitellio" con questa caratteristica sono tutte false? Forse ho capito male. Per quanto riguarda le differenze e le analisi delle superfici bisogna fare attenzione perché stiamo parlando, come da descrizione, di una moneta con patina "falsa" e "bulinata" e di una "fortemente corrosa", pur restando importanti considerazioni vanno ponderate. Questa sera in ogni caso saremo in ufficio e avremmo ancora una volta la possibilità di esaminare le monete in mano. Sono d'accordo con te che il nostro interesse è quello di eliminare possibili falsi dall'asta, nonostante tutto, il nostro guadagno è una percentuale del martello ma in caso di falsi ci rimettiamo il 100% del prezzo pagato e non credo ci sia nessuno che puoi dire di non essere stato rimborsato dalla NAC. Grazie della interessante discussione, Giuliano
    2 punti
  25. Mancano all'appello per la zecca di Merano i simboli dei grossi di Margaretha Maultasch (1335-1363). Ecco due esempi. Il primo grosso ha come simbolo una stella, il secondo due rosette. Entrambi presentano parecchi globetti intorno alle lettere della legenda come di consuetudine in quest'epoca. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  26. Sono d'accordo con Allek sulla fruibilità dei libri, siano essi antichi o ristampe. Il mio Riccio e Pannuti comprato poco dopo essere stato stampato, l'ho dovuto far rilegare di nuovo a forza di rivederlo centinaia di volte. Ultimi arrivati da appena due giorni.
    2 punti
  27. @gixxer Alcuni automatismi del tuo discorso in realtà non sono tali. È vero che spendendo poco poco ci si rimette. Ma non è detto che spendendo tanto si rimette tanto. Anzi a volte si guadagna. Tutto dipende da come si spende. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  28. Buongiorno e Buona domenica a tutti, @mariarosaria, altro pezzo di Storia. Posto anche il mio per compagnia. ? Saluti Alberto
    2 punti
  29. Un poveretto. Si sta arrampicando sui vetri per rimediare alla caz..... fatta. Questo è uno dei mali della numismatica: gente che si sveglia la mattina e, con un mirabolante software, spara sentenze. Bisogna individuarli e denunciarli.
    2 punti
  30. Ciao a tutti! Proseguendo nella mia ricerca sulle medaglie dell'inflazione tedesca del 1923 ho trovato alcune immagini semiserie che posto qui di seguito: Gutemberg (quello della bibbia): "La stampa non l'avevo inventata per questo!" Due mendicanti: "Prima gli chiedevi soldi e ti davano del pane, adesso vuoi del pane e ti danno dei soldi!" Tappezzeria economica: Le riserve bancarie Il peso del denaro!!! e la fine dello stesso: Macinato... macerato... bruciato... la crisi del '23 ha spedito direttamente la Germania verso la famigerata dittatura che tutti noi conosciamo, che ha portato l'Europa sull'orlo del baratro - anzi, forse oltre... Adesso - confidando sulle basi democratiche dell'Europa di oggi che io sostengo - mi permetto di fare una battuta: State in salute! Servus, Njk
    2 punti
  31. 2 punti
  32. Nella monografia di Lefevre, "La circolazione metallica nel Regno d'Italia 1862-1930", viene chiaramente detto che alla data che a noi interessa , il 1908, effettivamente esisteva una circolazione di scudi argentei, anche se sottoposti a un graduale ritiro . Inoltre, conferma una "dignitosa e onorevole" circolazione di moneta metallica nel Regno, aurea e argentea, che cesserà soltanto a causa della grande Guerra.
    2 punti
  33. All'attenzione dei cari amici @Tinia Numismatica, @vitellio, @babelone, ed altri che vogliono intervenire. Non sempre capita di avere dei dubbi su qualche moneta che viene pubblicata, ma addirittura due con lo stesso conio. Vi chiedo.......se avete mai riscontrato di osservare una perlinatura, come questi due sesterzi; il lotto 926 ed il lotto 927, della prossima vendita NAC del 25 maggio 2020.
    1 punto
  34. Nel frattempo ho aggiunto una Piastra 1840 Busto diverso e una splendida 1848 reimpressa.
    1 punto
  35. Sulla W invece concordo con Te. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  36. Nessuno di voi si sbilancia a dare la sua opinione? Io le darei NC, ma gradirei dei pareri più esperti. Grazie. Saluti
    1 punto
  37. Sì. Anch'io lo seguo con interesse. Il buon @rada sta riuscendo a creare una bella opera divulgativa. Sono certo che, proseguendo sempre con l'entusiasmo che lo contraddistingue, riuscirà ad avvicinare molte persone al mondo della numismatica. Perciò non posso far altro che porgergli i miei più sentiti complimenti, augurandogli successo su youtube (e non solo)! P.S. Un bravo aggiuntivo anche per il fatto di aver corretto il lapsus sull'isola d'Elba/di Sant'Elena nel video sugli scudi di Napoleone! ?
    1 punto
  38. Ottima osservazione, penso con ottime probabilità si tratti di un falso. Saluti TIBERIVS
    1 punto
  39. Ciao @Gianluca1973, Le riproduzioni per studio o per souvenir, solitamente hanno una (R) o a livello internazionale ( COPY ). Tempo fa, alcuni Musei , come il BRITISH MUSEUM facevano creare delle copie e che ancora oggi circolano per studio. Vengono chiamati GalvanoCopy. Chi ha prodotto il tuo denario, probabilmente aveva altre intenzioni.
    1 punto
  40. DE GREGE EPICURI Troppo leggera per essere un "Genio Populi Romani", anche degli ultimi tempi.Io penso più probabile una SPES REIPUBLICE di Costanzo 2° (l'imperatore regge un globo). Meno probabile IOVI CONSERVATORI oppure SOLI INVICTO COMITI.
    1 punto
  41. Comunque fidati di noi comuni mortali, il tuo sebeto è originale e in buona conservazione... E lascia stare Facebook...
    1 punto
  42. Torniamo a Merano con due simboli differenti sui grossi tirolini dell'epoca di Enrico (1295-1335). Il primo simbolo è un bottone, il secondo una foglia. Nel secondo esemplare vorrei anche far notare un particolare, ovvero le due piume ai lati del collo dell'aquila. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  43. Aggiungo il nuovo arrivo, preso in Inghilterra, cerchietto T.
    1 punto
  44. Buona sera a tutti, ciao Valerio i falsi enriciani d'epoca mi hanno sempre affascinato e spero di farmi venire la voglia (è tanto che lo dico) per aprire una nuova discussione al riguardo, il punto fermo oltre ovviamente ai "crateri" di rame e il residuo d'argento ossidato ed ingrigito, è proprio la pseudo legenda che credo sia una caratteristica per questo periodo (2°/3° quarto XI sec . ) il periodo è propizio per le falsificazioni dato il buon fino contenuto e mi pare che più avanti con lo svilimento della lega si riduca sensibilmente sia il fenomeno della falsificazione che quello delle pseudo legende, rendendo anche più difficile il loro riconoscimento.
    1 punto
  45. ciao a tutti! sarà stato un caso, ma io proprio questa domenica (primo io!!! ) avevo postato questa immagine: qui: sono gli stessi bambini - vedi l'edera a sx - presi da un'altra angolazione. Adesso vedo di dare una contributo utile alla discusisone... Intanto la mia bankonota poi un aneddoto: Il problema di questi biglietti fu - oltre al valore irrisorio - quello di eliminarli! Fino all'ultima revisione del 4 febbraio 1926, l'Amministrazione del debito del Reich aveva emesso e consegnato all'amministrazione centrale delle società di credito certificati di credito per un totale di 9.755.549.998.210.805.000 Marchi. Tra questi, 3.667.500.000 Marchi sono stati restituiti in cambio di pezzi più piccoli e 9.755.550.550.550.001.878.305.000 Marchi sono stati distrutti. Soltanto 600.768.000 Marchi sono rimasti in circolazione. Prima li hanno bruciati, poi si cercò di riciclarli ed infine - sopraffatti dalla mole - furono venduti come carta vecchia. Buona inflazione e tutti! Servus, Njk PS: qui un'altra chicca: il mittente (tedesco) era in Austria arrivando dall'Ungheria e trovandosi in tasca dei biglietti che non poteva più usare, li ha spediti verso la Germania come cartolina. In basso a sx c'è scritto "Korruptionstest" (test di corruzione) - ma anche lui dice che il valore della banconota era così esiguo, che un postino tedesco non sarebbe caduto in tentazione!
    1 punto
  46. Se si collezionano libri è ovvio che si cerca l'originale. Se si collezionano monete (o le si studiano) ci si "accontenta" anche di una copia anastatica. Non esiste il giusto o sbagliato in questo caso. Ognuno segue la sua regola o passione. Io personalmente non spenderei mai 500 € per un testo se posso averne la copia anastatica a 20. Perchè a me quel libro serve aprirlo, leggerlo, studiarlo (qualcuno si accontenta anche solo di sfogliarlo) e domani tornare a riprenderlo, riaprirlo e rileggerlo di nuovo. Tutti passaggi che su un testo originale fanno venire i brividi ma i libri sono nati per questo. Nonostante tutto qualche testo originale lo possiedo e non nego che molti di loro sono pieni di sottolineature, appunti e note a margine. Sono i miei preferiti perchè significa che chi li ha avuti prima di me li ha usati e non messi su uno scaffale a raccogliere la polvere. A mio avviso è solo una questione di gusti e di esigenze e per fortuna ognuno è ancora libero di scegliere. Mia opinione ovviamente e, pur non condividendo alcuni paragoni letti, massimo rispetto per le opinioni altrui.
    1 punto
  47. Appena arrivato
    1 punto
  48. Non c'è progresso numismatico senza basarsi su studi precedentemente effettuati da altri . Il sapere deve essere fruibile odjob
    1 punto
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