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  1. giuseppe ballauri

    giuseppe ballauri

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/28/20 in tutte le aree

  1. Posto il 5 Lire Quadriga 1914, ritornato in collezione con grande sacrificio, dopo che quello "di famiglia" mi era stato rubato con altre monete. Scuso l'autocitazione ma la storia l'ho descritta nella discussione: " La moneta racconta". Dopo molte ricerche e anni passati a "mettere da parte" i soldi per trovare una moneta che riuscisse a farmi dimenticare l'accaduto, finalmente ci riuscii, solo che le migliaia di Lire che avevo racimolato, non bastavano... L'anziano e stimato professionista, amico di mio padre, mi disse: "Non lasciartela scappare, che una moneta così non riuscirai più a trovarla". Non dormiì la notte, poi decisi di sacrificare l'intera annata 1947 della Repubblica e aggiunsi ancora una cifra di una certa entità. Rimpiango sicuramente il fatto di non avere più la collezione completa della Repubblica, ma le poche volte che riesco a vedere e toccare la "Miss Italia" ( che poverina dorme in una cassetta di sicurezza ) è un vero piacere estetico. E' la più bella mai coniata? E' una moneta sopravvalutata e non così rara? E' una moneta nata per i collezionisti e non per la circolazione? Sono tutte domande a cui non so dare una risposta e mi piacerebbe sapere la vostra opinione. Ciao Beppe
    8 punti
  2. Buonasera a tutto il forum. Vorrei parlarvi di coronati di don Ferrante i d'Aragona,re di Napoli. Era l'unico figlio mashio,peraltro illeggittimo, di Alfonso I.Egli sali' al potere alla morte del padre nel 1458 e regno fino al 1498,anno in cui mori',lasciando il trono al figlio Alfonso ii.Qui inizio col postare una delle piu' belle monete di tutti i tempi,non per niente scelta per rappresentare la nostra sezione del forum: il coronato del 1463 circa che reca sul dritto il busto di don Ferrante,appunto "coronato" e sul verso la figura dell'arcangelo Michele con scudo crociato, nell'atto di uccidere il drago. Zecca di Napoli, sigla incisore I. particolarieta' la moneta presenta al verso 4 rosette e 7 cerchietti in totale.A voi un giudizio
    7 punti
  3. Buona giornata Altra moneta specifica per l'uso nell'isola di Candia (Creta) dove, oltre a riportare il valore in valuta veneziana (2 1/2 Soldini) riportava anche il controvalore in Tornesi (10), preservando così il nome della monetazione candiota, al quale la popolazione era abituata. Questa deve essere una variante non censita dal Montenegro e devo ancora vedere sul Papadopoli e sul Lazari se è riportata. Le particolarità sono la presenza di un unico punto tra T e 10 e l'esistenza di 3 stelline in linea sotto SOLDINI saluti luciano P.S. Nel volume del Lazari sulle monete dei possedimenti, è citato l'esemplare uguale al mio; le 3 stelline che io ho definito in linea sotto SOLDINI, sono dallo stesso Lazari identificate come interpunzione tra le cifre del valore, benché poste in alto.
    5 punti
  4. Ciao a tutti, mi pare che il taglio da due non ci sia ancora, inserisco questo anche se la conservazione è quella che è.
    4 punti
  5. Buon pomeriggio, bel ramino @mariarosaria, come al solito e dove posso, partecipo per compagnia con il mio 6 Cavalli del 1791. Saluti Alberto
    4 punti
  6. After a month or so of being closed because of the COVID-19 pandemic, the area coin dealers have reopened. I was curious—I wondered if perhaps dealers would use any of the enforced down-time to clean out their cabinets. If yes—or so I reasoned—it would make junk-boxes mire interesting for a while…. Last week I found a junk-box into which a bunch of new stuff had been dumped. I guess the dealer was glad to see an old customer return, so his 5 for $1 junk-box became—for a while, anyway—a 10 for $1 junk-box. I picked 90 coins and had a terrific time. My two favorites were both small coins, this 1825 British farthing, And this 1893 1-double from Guernsey. v.
    4 punti
  7. Non vorrei si fosse risentita. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma se un oggetto ha stesso titolo e diametro e peso di una moneta ma non è coniata in zecca è un falso. Ha il suo valore come "pezzo d'oro" ma non ha valore numismatico.
    4 punti
  8. Curioso che su eBay si trovi la stessa moneta in vendita a 50 euro più spese di spedizione... Tra l'altro si tratta di un'inserzione risalente a novembre 2019 (quindi non proprio di "primo pelo"). @Jack44, potresti fornirci una delucidazione in merito? https://www.ebay.it/itm/Lire-5-1849-Genova-Carlo-Alberto-Re-di-Sardegna-moneta-in-argento/264457208111?hash=item3d92e0c12f:g:pkcAAOSwARhejbg~
    3 punti
  9. Rinvenuto nel 1896, è una delle rare sculture greche originali in bronzo, pervenuteci . Il giovane auriga indossa un chitone lungo fino ai piedi ed impugna le redini con le quali conduceva una quadriga andata persa : il gruppo risulterebbe un donativo al santuario di Delfi da parte di Polizelo, tiranno di Gela e poi di Siracusa, per una vittoria nella corsa dei carri ai giochi Pitici (478 / 474 A.C,) . E' forse coincidenza che Pausania (forse 110-180) racconti del fratello maggiore di Polizelo, il più noto Gelone anch'egli tiranno di Gela e poi di Siracusa. che avrebbe donato in Delfi il gruppo scultoreo di una quadriga, per una vittoria nella corsa dei carri ai giochi di Olimpia (488 A.C.) . Nello stesso periodo, il tiranno di Reggio e Messana, Anassilao, vince nei giochi di Olimpia (480 A.C.) la corsa con le bighe condotte da una pariglia di muli . Alcuni anni prima dell'avvento della dinastia dei Dinomenidi, Siracusa inizia la sua monetazione con rari tetradrammi arcaici (510 A.C.) che raffigurano al diritto una quadriga condotta al passo da un auriga anch'egli con lungo chitone, così come alcuni decenni dopo (480 A.C.) Messana inizia a porre come emblema della sua monetazione la biga di muli, anche questa condotta da un auriga vestito con il solito, evidentemente tradizionale lungo chitone .
    3 punti
  10. Buonasera posto anche le altre che ho....sui 10 tornesi dovrebbe esserci una discussione che illustrava tutte le varianti...(tante).
    3 punti
  11. Non mi ritengo così profondamente esperto da dare consigli in un senso o nell'altro... non mi tirare sul ghiaccio, avrai notato che se proprio il caso non è eclatante evito di sbilanciarmi... Ciao Illyricum
    2 punti
  12. Per me l'intruso è il 10 cent 2010 Finlandia. Unica moneta ad essere stata coniata per la circolazione. Infatti il 2€ Malta 2018 presenta i segni di zecca quindi non è la versione coniata per la circolazione in rotolini.
    2 punti
  13. Ciao, la prima è un 10 matonas (un decimo di birr) in nickel dell'era etiope 1923 (nostro 1931) con l'Imperatore Haile Selassie. https://en.numista.com/catalogue/pieces18686.html Se in foto la grandezza della seconda è proporzionale alla prima si tratta di un ghersh (1 sedicesimo di birr) in argento di Menelik II° https://en.numista.com/catalogue/pieces11934.html I caratteri etiopi numerici della data sotto il busto del sovrano sono piuttosto consumati, al limite fai un ingrandimento nitido solo di questo particolare: sembrerebbe essere del e.E. 1895 (nostro 1903) ma tu con la moneta in mano potresti vederlo meglio. ps: La data del calendario etiope si discosta dalla gregoriana di 7 anni e 113 giorni, per facilità di calcolo, alle varie date che si visualizzano sulle monete, si aggiungono otto anni.
    2 punti
  14. Posto il mio 10 TORNESI 1825 Peso: 29,09 Taglio con abbozzo di treccia ( come quello di @motoreavapore ) Mi sembra di aver letto che questa tipologia abbia una notevole variabilità per quanto riguarda il peso.
    2 punti
  15. Condivido 6 cavalli del 1791= 1 tornese di Ferdinando IV
    2 punti
  16. Beh ma Costantino ha delle caratteristiche nella ritrattisitica che consente di attribuire la zecca di origine con buona approssimazione. In questo caso sicuramente orientale poi c'era da decidere quale tra Nicomedia e Heraclea. Siscia ha spesso stili abbastanza difformi e non ben attribuibili. Lugdunum invece solitamente la distingui, così come le galliche. Arelate e Ostia spesso di assomigliano (ricorderai il post sul trasferimento delle maestranze a Arelate). Questione di pratica... e di occhio. Ciao Illyricum
    2 punti
  17. Come detto, descrizione assolutamente errata. Questo confronto per Nicomedia mi pare molto calzante come stile (osserva ad esempio la basetta con i riccioli, il rovescio [aquila]), mentre Heraclea è simile ma non uguale… Inoltre non mi risulta per questa emissione una sigla SMH bensì SMHT. Quindi direi piuttosto la RIC D/ IMP C FL VAL CONSTANTINVS PF AVG Testa laureata verso destra. R/ IOVI CONSERVATORI Giove stante verso sinistra con scettro e clamide regge una vittoriola che lo incorona, ai suoi piedi un aquila con una corona nel becco, nel campo Delta. Zecca di Nicomedia SMN. RIC VII Nicomedia 12. Rated R2, 313-317 d.C. Viene data generalmente come follis, è un AE3. Ciao Illyricum
    2 punti
  18. Ci riprovo!? Il 20 cent di Singapore è l'unica moneta che presenta dallo stesso lato anno, valore e stato emittente.
    2 punti
  19. Riguardando dopo parecchi anni queste Schede, le mie e quelle pubblicate da altri collezionisti, provo un certo rimpianto che siano praticamente scomparse in modo repentino dall'interesse dei collezionisti. Vedendone tante assieme, mi torna in mente lo spaccato della Società di vent'anni fa, già così diversa e lontana da quella di oggi. Una vera miniera di informazioni riguardanti la Storia, il Costume, ma anche i Servizi Sociali, le Associazioni, le Campagne promosse per tante cause. Resta poi la varietà grafica : molte di loro venivano realizzate da Studi che cercavano di rendere la comunicazione pubblicitaria incisiva, innovativa, capace di richiamare lo sguardo di chi aveva acquistato una tessera per servirsene per telefonare ma che spesso obbediva anche ad altre funzioni. Poi, soprattutto la speculazion ha determinato il rapido calo e infine la caduta dell'interesse per le Schede, come è accaduto anche per i francobolli moderni. Non più il gusto di staccare da una busta che proveniva da lontano un quadratino di carta che segnava l'importo pagato per la spedizione, ma che sollecitava anche e non poco la fantasia, il gusto della ricerca, lo scambio, insomma tutti quegli elementi che sono alla base del Collezionismo in generale. Mi chiedo perchè si dovessero raccogliere schede mai usate per la loro funzione, integre, e poi le troppe emissioni, anche quelle speculative, molte delle quali avevano ben poco da dire. In quel periodo, ad esempio, fiori, farfalle, personaggi dei comics furoreggiavano su lunghe serie di francobolli che non venivano quasi mai usati per la loro funzione, e questo avvenne anche per le Schede che finirono col diventare rettangolini di plastica, assai costosi e che alla fine nessuno volle più raccogliere. Stavano arrivando i cellulari e le schede divennero superflue : fu questo a provocarne la fine ma sono convinto che per quanto riguarda il totale disinteresse nei loro confronti abbiano contribuito anche quei fattori che mandarono in crisi notevole anche i settori più recenti e commerciali della Filatelia e della Numismatica. Peccato, perché furono e restano un bel documento della nostra Società di quei tempi. Oggi ne mostro due, una che ricorda il Servizio Antincendi per la salvaguardia dei nostri boschi, importantissimo, la seconda di cui non comprendo l'umorismo : un calendario con la sottilineatura di alcuni mesi e la scritta al verso "L'Ufficio può aspettare". Prendo a prestito la battuta di Carlo Verdone in uno dei suoi film : "In che senso ?". Un saluto a tutti.
    2 punti
  20. Buongiorno a tutti, posto un molto circolato 2 Cent. Vittorio Emanuele III ITALIA su Prora 1914. L'usura ha reso molto severa l'espressione e il Viso di Vittorio Emanuele III, non trovate? Saluti Alberto
    2 punti
  21. Non capisco perchè serva 1 settimana per una perizia. E' giusto non fare perizie al volo soprattutto su monete insidiose come la repubblica, ma una settimana mi sembra una esagerazione. Quanto poi alla caduta della moneta, io penso che chi è abituato a trattare moneta possa/debba usare i guanti solo per motivi particolari, perchè si perde sensibilità nel controllo dell'oggetto. Non so se sia stato fatto per abitudine o per precauzione per il Covid, ma quando cade una moneta è sempre un grosso problema e spesso infatti si ha un tappetto o qualcosa di morbido dove si lavora (anche se penso adesso sia vietato per il Covid). In ogni caso quando ti restituisce la moneta la puoi confrnotare con le foto che avevi fatto per verificare se abbia subito dei danni che sono in capo, eventualmente, al perito.
    2 punti
  22. Tra i recenti acquisti è arrivato l'Occasional Paper No 33 ovvero il vol. 3 della serie Coin Hoards from Roman Britain: The Blackmoor Hoard di Roger Bland, edito nel 1982 dal Department of Coins and Medals del British Museum. E, sorpresa!, al suo interno ho trovato l'ex libris di Simon Bendall e un talloncino su carta intestata del British Museum con la firma dell'autore, Roger Bland, e di Simon Bendall e con l'indicazione "for review", evidentemente doveva trattarsi di una copia destinata a essere recensita da qualche rivista di settore. Se volete avere qualche informazione su Simon Bendall vi rimando a questo link: https://en.m.wikipedia.org/wiki/Simon_Bendall E vi lascio qualche immagine della mia documentazione arricchita sul Blackmoor Hoard:
    2 punti
  23. Buonasera a tutta la Sezione Napoletane, stasera continuo con un altro grosso modulo in rame, 10 Tornesi 1825. Taglio non proprio liscio, diciamo forse un abbozzo di treccia.....? Fiore a 5 petali sotto il busto e lettere grosse al dritto.
    2 punti
  24. Buona sera, di seguito anche la mia triade cinquantenario, che spero si trasformi in tetrade non appena riuscirò a trovare un 5 L che mi piace ...
    2 punti
  25. Dubito che si riesca a capirci qualcosa Queste sono le foto ripulite ma non è servito a niente
    1 punto
  26. Senza apparente motivo poi. Almeno avessi il coraggio di dare una spiegazione...
    1 punto
  27. Dopo il blocco di mesi in cui mi era difficile reperire qualche nuovo tondello per la collezione sono riuscito ad aggiungere qualche moneta e riempire qualche buco.. Ultimo arrivato è questo soldo del II tipo del 1584 di Chambery con le sigle MG per Michele Grobert. Niente di straordinario, ma completamente leggibile.
    1 punto
  28. 2019 - Georgia Il dollaro della Georgia, quarto e ultimo del 2019, celebra la creazione dei Trustees' Garden di Savannah, Georgia, all'inizio del '700. Una "innovazione" non prettamente statunitense, poiché gli Stati Uniti non esistevano ancora, e che, a differenza delle due precedenti, universalmente note (chi non ha mai visto una lampadina? ), credo meriti qualche riga di approfondimento A creare il giardino, nel 1734, fu James Edward Oglethorpe (1696 – 1785) fondatore della colonia della Georgia. Nel 1714, lasciato il college, Oglethorpe era entrato nell'esercito del principe Eugenio di Savoia, di cui divenne aiutante di campo, e durante la Guerra austro-turca dal 1716 al 1718 si distinse nei combattimenti contro le truppe dell'Impero ottomano, particolarmente nell'assedio di Belgrado del 1717. Dopo il suo rientro in Inghilterra fu eletto nelle liste dei Tories (i Conservatori, anche oggi al governo) come deputato del Parlamento nel 1722. In tale veste propose la creazione di una colonia nell'America settentrionale che potesse ospitare i poveri debitori insolventi e i protestanti perseguitati nel Continente. La colonia avrebbe dovuto essere costituita fra la Carolina del Sud e la Florida spagnola. Oglethorpe salpò con la nave Anne nel 1732 e giunse 88 giorni dopo a Charleston, sistemandosi nei pressi dell'attuale Savannah in Georgia, il 12 febbraio 1733. Trattò con la tribù pellerossa locale dei Muscogee (Creek) per avere terre a disposizione ed eresse una serie di fortificazioni difensive, fra le quali Fort Federica, i cui resti sono a tutt'oggi visitabili. A Oglethorpe e ai suoi colleghi e soci, riuniti nel Georgia Trust, che divenne il primo organo di governo della colonia (dal 1732 al 1752), fu assegnata un concessione regale per la provincia della Georgia fra il fiume Savannah e l'Altamaha. E fu il Georgia Trust a promuovere, nel 1734, la creazione dei Trustees Garden, il primo orto botanico del Nordamerica. Il giardino di Savannah, della grandezza di circa 10 acri, doveva essere modellato sui giardini botanici di Oxford e Chelsea, ed era anche inteso come stazione di sperimentazione agricola per i prodotti semitropicali, principalmente seta e vino, che la Georgia doveva provvedere ai suoi sponsor inglesi e alla corona. Lo vediamo in una stampa dell'epoca. Le foglie di gelso bianco importato dovevano nutrire i bachi da seta e le viti, sempre importate dovevano produrre uva nobile. Anche altri prodotti semitropicali e mediterranei dovevano essere coltivati, dalle arance ai capperi, dal cotone alle olive. L'obiettivo di questo esperimento non era tanto quello di sviluppare un'economia indigena quanto di utilizzare manodopera locale per fornire le materie prime da trasformare e consumare in Inghilterra. Erano lì per soppiantare le costose importazioni dalla Spagna e da altre aree del Mediterraneo, secondo le politiche mercantiliste delle potenze coloniali del XVIII secolo. La produzione era di grande interesse per Londra, poiché i prodotti in seta e la seta grezza erano popolari tra la popolazione inglese sempre più benestante. Il giardino, come stazione sperimentale, doveva fornire grandi quantità di foglie di gelso fresche durante la primavera alle persone assunte come fabbricanti di seta. Ancora più importante, il giardiniere fiduciario doveva fornire piantine di gelso sufficienti per la distribuzione ai coloni, che erano tenuti a piantare alberi di gelso sui loro appezzamenti come parte delle loro concessioni di terra. Ma la coltura della seta era laboriosa e richiedeva una notevole esperienza e abilità nell'allevare i bachi, che dovevano essere alimentati continuamente durante la primavera, prima di trasformarsi in bozzoli. Gli amministratori quindi fecero arrivare fabbricanti di seta italiani, per insegnare ai coloni il loro commercio. La viticoltura venne promossa in particolare da Philip Miller, capo giardiniere del Physick Garden a Chelsea, ma le viti nobili non prospererarono, nonostante l'abbondanza di uva locale. E difficoltà furono riscontrate anche nella crescita di alberi da frutto, castagni e ulivi importati. Uno dei principali motivi della mancanza di successo fu il clima. Contrariamente alle ipotesi del governanti della colonia e dei loro consulenti, la Georgia non era subtropicale ma soggetta a notevoli sbalzi di temperatura, in particolare all'inizio della primavera. Inoltre, mancava manodopera qualificata. La fabbricazione della seta a Savannah fu assillata dal conflitto costante tra gli esperti italiani e le autorità locali; solo nell'insediamento tedesco di Ebenezer, con il suo governo e la sua economia centralizzati, i bachi da seta furono allevati in modo consistente. Ma sebbene la sericoltura sia riuscita a fornire seta filata per le reti da pesca fino al diciannovesimo secolo, nella colonia non si ottennero né vino, né utili e consistenti raccolti di lino e canapa. Nel corso di un ventennio, visti gli scarsi risultati, il giardino fu abbandonato, e ora solo una targa, simile a quella di tanti altri luoghi storici americani (ne abbiamo mostrate diverse in altre discussioni), lo ricorda, nel luogo in cui sorgeva. Ma ora, a ricordare una storia probabilmente ignota anche a moltissimi americani, arriva anche una moneta Disegnata da Emily Damstra e incisa da Michael Gaudioso, la moneta raffigura una mano che pianta semi nell'iscrizione Trustees 'Garden, da cui cresce una varietà di specie che rappresentano la varietà di piante coltivate nel giardino: una piantina di arancio, sassofrasso, uva, gelso bianco, lino, pesche, olive e un virgulto giovane troppo piccolo per essere identificato. Le iscrizioni UNITED STATES OF AMERICA - TRUSTEES’ GARDEN - GEORGIA, unitamente alle iniziali degli artisit che hanno disegnato e inciso la moneta, completano il tutto. Tiratura di 399.900 esemplari per Philadelphia e 368.475 per Denver, tutti con finitura FDC, mentre a San Francisco sono state coniate 85.839 monete con finitura proof su entrambe le facce. Non conosco, al momento, la tiratura delle monete con finitura proof solo al rovescio. Questa discussione, per ora, termina qui. Nulla ancora si sa delle emissioni del 2020, e la cosa non deve stupire più di tanto, poiché lo scorso anno i dollari furono emessi a partire da settembre, al ritmo di uno al mese fino a dicembre (anche il dollaro inaugurale del 2018 fu emesso a dicembre). Sarà con ogni probabilità così anche quest'anno, e dunque a me non resta che darvi appuntamento all'autunno, ringraziandovi per aver avuto la pazienza di seguirmi fin qui petronius
    1 punto
  29. Mi auguro di trovarne anche io uno, non ho fretta, anche perchè a volte ho improvvisamente trovato ciò che non speravo, anzi devo dire che in più occasioni mi sono venute incontro, certo alcune in conservazione da rottamazione direi. Ma io non scarto niente.. ? Saluti Alberto
    1 punto
  30. Fortunatamente è visibile l'anno islamico 722 ٧٢٢ Ma in ogni caso sono indeciso tra queste due https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=135164 https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=116819
    1 punto
  31. Esatto, in genere non sono tante le monete che hanno questi tre dati in un'unica faccia
    1 punto
  32. Ciao @sandokan, a volte viene da pensare che noi del Forum e tanti altri siamo una specie in via di estinzione, ma poi basta una ventata d'aria per riaccendere in ognuno di noi quel fuoco mai spento (ovviamente con il fuoco non si scherza, come giustamente riportato sulla scheda che hai postato, riguardo ai boschi) ma il fuoco delle passioni va alimentato e ben vengano queste ventate. In Economia politica si parla di fluttuazioni cicliche che secondo me ben si adatta alle forme di collezionismo. Riguardo al messaggio dei 112 giorni senza ufficio, creda si riferisca ai giorni festivi e domeniche dell'anno e i sabato, ho fatto una media di 8 giorni al mese tra sabato e domenica e si arriva già a 96 giorni, da lì a 112 il passo è breve. ? Saluti Alberto
    1 punto
  33. Il 30 ottobre del 1873, nella contea di Selborne, a metà strada tra Alton e Petersfield, nel Blackmoor Park , vennero alla luce due vasi in terracotta (ollae) contenenti ben 29788 monete - prevalentemente antoniniani - da Gordiano a Costanzo Cloro. Il ripostiglio sarà noto con il nome di Blackmoor Hoard ed è il quinto in ordine di grandezza tra quelli rinvenuti in Gran Bretagna. Il ripostiglio venne inizialmente studiato dall'allora conte di Selborne che ne pubblicò un report preliminare catalogando il tutto sulla base del Cohen nel numero 17 di Numismatic Chronicle del 1877. Lla famiglia dei conti di Selborne ne detenne la proprietà dalla data della sua scoperta fino agli anni '70 quando il quarto conte di Selborne non lo vendette tramite la casa d'aste Christie's: L'asta fece realizzare prezzi molto elevati per l'epoca e fece un discreto clamore. Successivamente fu definita da alcuni numismatici come un "enormous hoard of horribly cleaned junk, which made crazy prices". Successivamente nel 1982 Roger Bland pubblicò un nuovo studio sul deposito, dandogli la giusta inquadratura e importanza storica: Ciclicamente alcune monete provenienti da questo ripostiglio, riappaiono in commercio. Si tratta per lo più di antoniniani in cattivo stato di conservazione e piuttosto comuni, dato che la stragrande maggioranza di monete apparteneva all'Impero Gallico e soprattutto agli ultimi imperatori Tetrico I e II. Il report preliminare che ne fece il conte Selborne è il seguente: Nella mia collezione, durante gli ultimi anni (e con alcune recenti acquisizioni fresche di questi giorni), sono riuscito a radunare un piccolo gruzzolo proveniente dal Blackmoor hoard: poca cosa, solo 6 monetine su 29.788, ma comunque un discreto frammento di uno dei principali (se non altro per dimensioni) ripostigli britannici. In aggiunta, un fascino particolare a queste monete di per sé davvero umili, deriva dalla documentazione di corredo che fortuitamente e in maniera davvero eccezionale, sono riuscito a reperire e che vorrei condividere con voi. La moneta più pregiata del mucchio è un antoniniano di Postumo che ho trovato accompagnato dal suo tag (cartellino) originale e risalente molto probabilmente alla fine degli anni '80, primi '90 con un uso misto di stampa, macchina da scrivere e penna biro: D\ IMP C POSTVMVS PF AVG R\ IMP X COS V RIC 289 Arrivano poi un gruppetto di quattro esemplari che sono invece accompagnate da bustine d'epoca appositamente create alla fine degli anni '70 dal negozio numismatico londinese posto di fronte al British Museum di Londra, il "Museum Galleries": D\ IMP C TETRICVS PF AVG R\ LAETITIA AVGG RIC 87 D\ IMP C TETRICVS PF AVG R\ PAX AVG RIC 100 D\ GALLIENVS AVG R\ AETERNITAS AVGG, Γ Goebl 577/a D\ GALLIENVS AVG R\ ORIENS AVG, Z retrograda Goebl 616/a Infine, l'ultimo pezzo del gruppo e quello fresco di questi giorni, accompagnato dal cartellino del precedente collezionista oltre che dalla ricevuta originale d'acquisto del 1977 in cui viene indicata la provenienza dal ripostiglio in questione: D\ IMP C TETRICVS PF AVG R\ LAETITIA AVGG RIC 87 E questo, per il momento, è tutto dal Blackmoor Hoard: un bel connubio tra "storia numismatica" e "storia del collezionismo", quel mix che fa tanto impazzire il sottoscritto e che arricchisce di valore - simbolico ed emozionale - dei tondelli che altrimenti, presi singolarmente, risulterebbero anonimi e snobbati dai più. Spero di non avervi annoiato troppo... e soprattutto mi auguro di essere riuscito a condividere le emozioni che provo nel maneggiare questo materiale!
    1 punto
  34. Trova l'intruso soluzione "numismatica" e non da pescheria
    1 punto
  35. Questi i dati ponderali. Saluti.
    1 punto
  36. Buonasera..tre schede della serie insieme per il grande giubileo dell'anno 2000.. LE OPERE DI MISERICORDIA
    1 punto
  37. Ciao Eric Erano monete coniate nelle zecche piemontesi, probabilmente circolavano anche nelle prime zone d' oltralpe, dove abita Alain, ma probabilmente nella tua zona erano meno presenti.
    1 punto
  38. Buongiorno @aratro ti posto un soldino del Contarini con massaro B ovvero Bianco Da Mosto. Quello che è interessante è la x alla base dello stendardo, che per me segnala la presenza di un secondo massaro proveniente dalla zecca dell'oro (vedasi articolo su Venier). Ciao e buon elenco.
    1 punto
  39. e tre! Spero vi piacciano Enr
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  40. 1937 Impero anglo indiano (sino al 1947) - Giorgio VI° - 5 Rupie Dal 1927 fino al 1966 il tasso di cambio con la valuta inglese era di 13⅓ rupie per 1 sterlina.
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  41. Partecipo anch'io con questa umilissima apetta del 1924, avrei potuto portare pezzi un po' più nobili ma alla fine ho scelto questo umile rappresentante per la mia collezione...la cosa che la rende speciale a mio avviso è la patina che si è formata nel tempo; davvero molto particolare. La foto forse non rende molto la vivacità dei colori ma dal vivo quest'ape sembra una tavolozza praticamente. Viene da un "piccolo" (poco più di 300) deposito di pezzi da 10 centesimi ape ordinati da mio nonno in rotolini di carta da giornale insieme a molte altre monete comunissime di quegli anni e di cui da ragazzino ho fatto una gran catalogazione. Probabilmente la particolare condizione di conservazione ha dato origine a queste patine particolari a molte di queste monete; questa è solo un esempio particolarmente degno di nota a mio avviso:
    1 punto
  42. buongiorno, stamattina vorrei condividere due monete da 8 tornesi di Ferdinando IV: una del 1796 e l'altra del 97
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  43. Ciao! La povera gente non era soggetta al pagamento di tasse dirette (decime). Nella Serenissima le tasse le pagavano le famiglie nobili (contrariamente a ciò che accadeva nelle mornarchie europee dove i nobili e cavalieri erano spesso esentati dal pagamento) ed i mercanti. Come saprai a Venezia le due figure, spesso, coincidevano ed anche questo aspetto è peculiare della Repubblica; altrove i nobili non si "sporcavano le mani" con le attività industriali e/o commerciali .... In definitiva erano soprattutto le grandi famiglie nobili ad avere le maggiori proprietà terriere, quelle che organizzavano i commerci più redditizi, quelle che avevano le proprietà immobiliari affittate a terzi o che avevano la proprietà di alberghi, ostelli e trattorie o attività industriali; oltre a loro c'erano naturalmente anche famiglie "borghesi", spesso forestiere, che negli ultimi secoli di vita della Serenissima crearono veri imperi familiari. Quindi le decime (decima parte degli utili) venivano conteggiate sui profitti che venivano dichiarati volontariamente da queste famiglie (fuochi); soggetti che avevano beni fondiari, beni immobiliari che generavano reddito, attività commerciali cospicue (non il bottegaio che vendeva la verdura) ed essendo dichiarazioni volontarie, stai pur certo che il loro ammontare era ben inferiore al valore reale. Semmai stava alla magistratura preposta verificare questi dati dichiarati. Intorno alla fine del 1500, ai proprietari fondiari, venne data la facoltà di pagare i 2/3 delle decime in frumento; si trattò di una vera e propria facilitazione fiscale che generò anche parecchie malversazioni. Facilitazione fiscale che derivava dall'attribuzione al frumento di un valore, a seconda della qualità, comunque inferiore a quello di mercato e su quel valore veniva calcolata la decima. Le malversazioni venivano compiute grazie alla corruzione di coloro che dovevano certificare la qualità ed il valore del frumento; un frumento di ottima qualità veniva dichiarato di qualità mediocre e quindi il suo valore veniva ridotto e su questo valore veniva calcolata la decima. Lo stesso frumento veniva poi venduto per il suo reale valore. saluti luciano
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  44. L' AMICO FRITZ Una vecchia foto ingiallita dal tempo e piegata in metà, una serie di bambini schierati su una scalinata, con varie espressioni, quelli imbronciati che guardano in giù, quelli birichini che accennano ad un sorrisetto, tutti vestiti con una giacchetta nera sgualcita, quasi tutti con ai piedi gli zoccoli di legno, pochi con una parvenza di scarpe nere ed un fiocchetto girocollo. Alla sinistra un prete allampanato che li guarda severo. Giro la foto: i nomi di tutti i compagni scritti con lapis viola e calligrafia incerta e senza cognomi, solo qualcosa che li identifichi, il lavoro svolto dal loro Padre: “Carlìn Minisiè” ( Carlino Falegname ) “ Cesco Panatè” ( Francesco Panettiere ) “Giuanin Frè” (Giovannino Fabbro) etc... Questa è la I° Elementare di “Cesco”, mio padre, nel 1933, Anno XI° dell'Era Fascista e da questa foto inizia la storia di un'amicizia. ----§----- Il Maestro, nonché Parroco del Paese, era Don Umberto, un uomo alto e segaligno con degli occhi grigi pungenti con i quali squadrava severamente sia i parrocchiani, sia la scolaresca. A rendere più inquietante la sua figura era la canna di bambù onnipresente nella sua mano destra, che serviva, sia ad indicare gli scritti sulla lavagna, sia come arma impropria per punire gli alunni più indisciplinati. Quel mattino di Novembre ogni cosa era avvolta dalla nebbia, gli spifferi di vento si insinuavano nelle finestre sgangherate ed i bambini erano così intirizziti nei loro vestiti troppo leggeri, che erano stranamente disciplinati. Proprio per questo motivo, il ticchettio incessante sulla porta dell'aula, fece trasalire Don Umberto che si precipitò a vedere chi era il disturbatore. Uscì con fare deciso e dallo spiraglio della porta si stagliò l'immagine di una giovane donna bionda e di un bambino ben vestito che sporgeva il testone per vedere con quali compagni avrebbe dovuto condividere le sue giornate. Il Maestro entrò nell'aula seguìto dal nuovo alunno, ingrugnito e con lo sguardo basso: “ Ecco il vostro nuovo amico. Come ti chiami?” “ Frrankesko..” con pronuncia inequivocabilmente tedesca. La scolaresca rumoreggiò e tutti si voltarono verso gli altri 3 “Franceschi” che popolavano la classe, chiamati per distinguerli Francesco, Franco e “Cesco” mio padre. Don Umberto comprese la situazione conflittuale e con fare assorto esclamò: “ Come lo chiamiamo...?” Mio padre si alzò dal banco: “Fritz !! L'amico Fritz!!!” Aveva preso l'ispirazione dall'Opera di Mascagni “L'amico Fritz”, che il nonno sentiva alla sera su un grammofono con una tromba enorme. La scelta del nome non fu presa bene dal nuovo arrivato, che durante l'ora di ricreazione si azzuffò ferocemente con mio padre. Ma ormai era stato battezzato Fritz e Fritz rimase per sempre. La situazione ormai si era chiarita e la baruffa sancì un'amicizia che sarebbe durata una vita. Fritz era un bambino di un'intelligenza prodigiosa, soprattutto in Matematica e mio padre, che invece zoppicava parecchio in questa materia, cominciò a copiare i suoi compiti ed a invitarlo a casa sua per avere delle “ripetizioni”. Praticamente il bambino venne adottato dai miei nonni. Fritz in effetti aveva una situazione familiare particolare: il padre era Dirigente della Banca d'Italia, di religione ebraica e viveva a Torino separato dalla moglie, una “svizzerotta” ricca di famiglia, con le guanciotte perennemente rosee ed i biondi capelli raccolti in due trecce di cui andava particolarmente orgogliosa. Praticamente una Heidi “ante litteram”. Era un donnone pieno di vita che ad ogni battuta scoppiava in una fragorosa risata, contagiando tutti i presenti, ma ahimè... era totalmente negata in cucina. Quando Fritz scoprì che mia nonna ogni giorno proponeva un piatto prelibato e dei dolcini meravigliosi, cotti nel forno della Panetteria, praticamente non si schiodò più da casa nostra. Gli anni passavano e Cesco e Fritz crescevano assieme, giocando, bisticciando e scoprendo nuovi posti che diventavano immediatamente il teatro delle loro avventure. Un bosco particolarmente selvaggio diventava “L'Antro dei Lupi”, una casa di legno diroccata era il “Vascello dei Pirati”, un palo conficcato nel terreno un “Totem degli Indiani”. Ma quando mio padre portò Fritz nelle cantine di casa nostra, questo diventò il “set cinematografico” preferito per loro. Erano un dedalo di camere, corridoi, anfratti, “infernotti”, dove il nonno teneva i propri attrezzi e macchinari, perchè non era mai fermo un istante ed, oltre a svolgere l'attività di Panettiere, era anche falegname, meccanico, elettricista, muratore. La parte più intrigante era un piccolo locale sbarrato da una porta di legno massiccio con chiodi a testa larga e chiusa da un gigantesco lucchetto. Per i bimbi era lo “Scrigno dei Tesori”, per mio nonno il posto dove metteva le vecchie monete che trovava girando per i Paesi vicini. Un giorno il nonno aprì la porta e mio padre e Fritz contemplarono una serie di cassette di legno ( costruite con i suoi macchinari ) ripiene “alla rinfusa” di monete antiche. Fritz era come ipnotizzato, come fosse davanti al Tesoro dei Pirati. Il nonno, notando il suo interesse, prese una moneta d'argento e disse: “ Ti regalo questa moneta e spero che sia la prima di una collezione, poi ti farò anche una cassetta come ho fatto per mio figlio Cesco”. Gli anni dei giochi e della spensieratezza, finirono presto. Il Governo Fascista promulgò le inique “Leggi razziali” e Fritz con la sua famiglia dovettero riparare in Svizzera dai parenti della mamma. L'addio fu straziante per tutti perchè Fritz era ormai diventato un fratello per mio padre ed un figlio per i miei nonni ed il commiato fu allietato solo dal regalo di una cassettina ripiena di monete che mio nonno aveva costruito per lui, come da promessa. Passarono anni terribili, la Guerra, la Guerra Civile, la lenta ripresa del dopoguerra. Nonostante le ricerche di mio padre, Fritz e la sua famiglia sembravano spariti nel nulla. ----§------- Metà Anni '50 Nel paese non si era mai vista un'auto come quella: linee sinuose, color grigio argento, motore rombante che emanava l'inconfondibile profumo della ricchezza. I bambini vocianti si avvicinarono all'uomo distinto che era alla guida e lui li ricompensò con qualche caramella. I vecchi seduti sulle panchine di pietra si ammutolirono e lo guardarono sottecchi e curiosi. L'uomo scese dalla macchina, si sgranchì le gambe, respirò profondo per sentire i vecchi profumi e lentamente si incamminò. L'andatura era decisa ma lenta, ogni tanto si fermava ed i suoi occhi si riempivano di quegli scorci che tante volta aveva visto da bambino. Entrò nella Panetteria dove mia nonna Sunta era al bancone indaffarata con altri clienti. “ Signora Sunta i mie omaggi! Per favore mezzo chilo di quei fantastici grissini “rubatà”, un pezzo di quella focaccia straordinaria e...” A mia Nonna quasi prese un coccolone: “Ma...ma... Tu sei Fritz! Il mio Fritz!!!”. Seguirono abbracci, baci e lacrime da parte di tutta la famiglia. Mio padre trattenne a stento la commozione, poi prevalse il suo carattere rude e sbottò: “ Ti abbiamo cercato per anni.. e Tu niente! Mai una lettera, una cartolina...”. Gli anni della guerra erano stati duri anche per Fritz, in seguito spiegò che aveva quasi rimosso il suo passato, aveva cercato di mettersi in contatto con loro, ma ogni cosa era cambiata ed infine aveva dedicato tutte le sue energie per diventare “qualcuno” (a 30 anni era diventato un'alto Dirigente della Banca Nazionale Svizzera), sacrificando la propria vita ed i sentimenti. La cena che seguì fu memorabile ed al termine Fritz si assentò un momento per parcheggiare la splendida auto nel cortile. Ritornò con un mazzo di fiori ed un valigione. “ I fiori sono per Mamma Sunta...ti posso chiamare Mamma, vero?” Lei rispose con un cenno del capo perchè non riusciva a parlare ed aveva le guance rigate dalle lacrime. “ E questo è per gli uomini di famiglia!” Posò il valigione sul tavolo, lo aprì lentamente e comparve la cassetta. L'interno era a scomparti, ripiena di monete Svizzere. “La cassetta la riporto a casa...ma le monete sono un modesto regalo per tutto quello che avete fatto per me, soprattutto perchè mi avete fatto conoscere la passione per la Storia e le monete che mi sono state di grande conforto in questi anni”. EPILOGO Fritz, anche grazie al suo lavoro ed alle conoscenze, era diventato un collezionista di alto livello e non mancava mai di ritornare in paese un paio di volte all'anno. Portava sempre delle monete notevoli e qualcuna le regalava a mio padre che, senza volerlo, si ritrovò dopo un po' di tempo ad avere una bella collezione di monete Svizzere. Le ritrovai in cantina, in una delle tante cassette di legno costruite dal nonno. Posto una moneta della Collezione: 5 Franchi 1926, anno di nascita di Cesco e Fritz.
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  45. Ciao a me pare questa: Aurelian and Vabalathus BI Tetradrachm of Alexandria, Egypt. Dated RY 1 and RY 4 = AD 270/1. AVT K Λ Δ AVPHΛIANOC CЄB, laureate, draped and cuirassed bust right; L-A (date) across fields / I A C OVABAΛΛAΘOC AΘHNO V AVT C PѠ, laureate, diademed, draped and cuirassed bust right, L-Δ (date) across fields. Emmett 3914; Dattari (Savio) 5422. 8.71g, 21mm, 12h.
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  46. Si proprio questo. In originale un’opera magnifica su una delle piu’ interessanti zecche Del Piemonte che ha prodotto monete affascinanti e riserva ancora molte sorprese. proprio recentemente e’ stato ritrovato un testone inedito di Pietro Berard, non descritto nemmeno nel CNI.
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  47. È impressa benissimo. Si vede ogni particolare. I miei complimenti.
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  48. Buon pomeriggio e buona domenica, Beppe, @giuseppe ballauri, trovo veramente stimolante questa discussione che hai aperto, e devo frenarmi molto per non riempirla delle mie storie, ma ogni tanto mi piace farlo, il racconto che segue mi riaffiorava spesso alla mente e nella mia quotidiana visita alle mie monete, ho trovato l'ispirazione per farvela raccontare, è una storia che conosco a memoria ed è veramente bella, spero piaccia anche a voi che la leggerete. ? Questa è la Storia di Giovanni e Taliana (il vero nome era Giuseppina). Tutto ha inizio in un assolata giornata di Luglio dell'anno 1907 era da qualche giorno passata la festa della Madonna del Carmelo e il piccolo Carmine aveva da poco compiuto 3 mesi. Giovanni stava imbarcandosi sulla Nave che lo avrebbe portato in America, si, era uno dei tanti emigranti che in quegli anni lasciavano il nostro meridione, per andare a cercare la fortuna, il programma era quello di trovare un lavoro e una sistemazione e poi richiamare moglie e figli. Un bel viaggio di 6 giorni per mare, un mare che in alcuni momenti metteva paura, per le improvvise tempeste, e per il continuo ondeggiare, molti pregavano, anche Giovanni lo faceva, pensava alla giovane moglie, ai cinque figlioletti di cui il più grande non aveva più di 11 anni e il piccolo appena 3 mesi, pensava a quanto gli mancassero e gli sarebbero mancati, e pensava al futuro che voleva regalargli. Lo rincuorava il fatto che Giuseppina e i figli non erano completamente soli, avevano una grande e numerosa famiglia intorno. I giorni di viaggio passarono in questo modo e fu un sollievo scorgere la terraferma, il primo avamposto Americano si chiamava '' Ellis Island'' un piccolo isolotto artificiale nella Baia di Manhattan, adibito allo “smaltimento” immigrati, dal 1892 al 1954. Una volta sceso subì la trafila alla quale chiunque arrivasse in America doveva sottoporsi, visite mediche, psicologiche, interrogatori sulla loro posizione nei confronti della legalità, e se avevano un posto dove stare, Giovanni andava a stare con un vecchio Zio che viveva a New York già da una 20 di anni, e che gestiva uno Store, tipo un emporio nella Little Italy. I primi tempi furono abbastanza duri, non tanto per il lavoro (aveva trovato un impiego per una ditta delle ferrovie) ma per la lingua, l'avere a che fare con tante persone di posti diversi, per fortuna aveva legato con dei '' paesani'' di Milano.. ? La sera dopo il lavoro ed aver cenato era un altro momento particolare, era il momento che passava in rassegna le foto che ritraevano la moglie e i 4 figli più grandi, per il piccolo Carmine non avevano fatto in tempo, allora i fotografi oltre ad essere un lusso avevano la loro tempistica, e benché avesse fatto le foto al Battesimo proprio qualche giorno prima della partenza, non aveva fatto in tempo ad averle con tutta la famiglia al completo, aveva però portato con sé e conservato a posta una moneta del 1907 che in un certo qual modo gli facesse ricordare del Piccolo. Nei mesi che seguirono amava scrivere almeno ogni 15gg una lettera alla sua Giuseppina, che ormai chiamava affettuosamente '' Taliana che stava per Italiana''. Per una serie di motivi ed accadimenti familiari e di salute di Giovanni passarono 5 anni senza riuscire a realizzare il sogno di ricongiungere la famiglia li a New York, il suo fisico era compromesso da dei malanni e si rese necessario il suo rientro in patria, intanto Giuseppina con l'aiuto di alcuni familiari riuscì a mettere in piedi una piccola attività artigianale, e la mandava avanti con l'aiuto dei 4 figli maggiori. L'arrivo di Giovanni a casa in Italia fu una festa, fu commovente, le prime parole che disse alla moglie furono..'' Taliana.. sono qui''. Mentre tutti facevano un gran baccano, spunto' da dietro le vesti di Giuseppina il piccolo Carmine un ometto di quasi sei anni, che guardava con timore il papà, grande commozione per entrambi, un abbraccio intenso, poi Giovanni mette le mani in tasca e tira fuori 1 Lira di Vittorio Emanuele III del 1907 e la mette nelle mani e di Carmine. Ormai a Giovanni non serviva più.. ? Eccola Saluti Alberto Ps. Scusatemi in anticipo per qualche eventuale piccola incongruenza, sono accadimenti di oltre 100 anni fa. ?
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  49. Viene per caso dal mercatino di Genova Pegli? Te la sei legata al dito l'ipotesi azzardata :rofl: La mia pesa 3.78
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