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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/30/20 in tutte le aree
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Eccole le schede con premio col giubbino arancione..ci sono anche col cappellino e marsupio invicta4 punti
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Gli scavi hanno inoltre portato alla luce un'interessante messe di materiale, fra cui si segnalano alcuni sigilli rinvenuti nell'area della cattedrale, un polykàndelon completo, un coperchio di avorio pertinente probabilmente a un reliquiario decorato con la scena dell'Emorroissa, fibule e monete. Riguardo poi alla cronologia, sono state individuate grosso modo tre fasi principali, concentrate in un esiguo spazio temporale, fra il 530 e il 614 c.a, data quest'ultima fissata dal ritrovamento di una moneta. Alla prima e più significativa fase (530-40 c.a), in sincronia con la nascita della città, appartengono l'acropoli con i suoi edifici, la città alta, la basilica c.d. a transetto, in origine extra moenia poi racchiusa entro le mura della città bassa, le terme e la chiesa triconca esterne, e probabilmente l'acquedotto. Alla seconda fase, dalla metà circa del secolo alla fine del regno di Giustiniano, sono legate le mura della città bassa, le terme interne, la prima fase della «basilica doppia» e forse la cisterna, mentre alla terza fase, che coincide più o meno con il periodo che va da Giustino II (565- 78) ai primi anni del regno di Eraclio (615 c.a, quando la città fu distrutta dagli Avari) (https://www.lamoneta.it/topic/188194-avari/ ), vanno riferiti lavori minori, in genere riadattamenti e restauri degli edifici già esistenti, che talvolta mutano la loro funzione. In questa fase di decadenza della città si registra la presenza, non ancora sufficientemente provata, di nuclei slavi. Si assiste dunque a un processo di progressiva ruralizzazione del sito, iniziato poco dopo la morte del suo fondatore, Giustiniano (565). La città, negli intendimenti di Giustiniano, non era solo concepita in funzione del riassetto militare di un'area così significativa: fu anche la metropoli ecclesiastica dell'Illirico settentrionale, destinata a divenire anche la sede della prefettura dell'Illirico, un progetto questo mai portato a termine. Nel disegno della città, cristiana per eccellenza, ma ben fortificata, si colgono dunque gli aspetti principali legati alla sua fondazione, una fondazione effimera di cui la morte di Giustiniano segna già la decadenza, anche perché qui non era radicata la venerazione di un santo - come p.es. S. Demetrio a Tessalonica - che avrebbe forse rallentato il declino della città. L'analisi dei suoi resti e di ogni aspetto (dall'architettura alla scultura al mosaico e alla liturgia stessa) rivela una certa tensione, generata proprio dal suo porsi, mai pienamente risolto, fra polarità locali e committenza aulica. Sotto il regno di Giustiniano la città divenne una fucina in cui si sperimentarono e si fusero, in sintonia con la sua «latitudine», esperienze culturali diverse; si avverte con evidenza l'esigenza di creare qualcosa di nuovo, di diverso, ma questa tendenza subisce il condizionamento dei materiali e delle maestranze indigene, che tradussero l'ambizioso progetto definito a Costantinopoli con mezzi in parte inadeguati e oltretutto con un tempo relativamente limitato a disposizione. Il destino di Iustiniana Prima era già segnato al momento stesso della sua fondazione. Tratto da : http://www.treccani.it/enciclopedia/caricin-grad_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/ Ciao Illyricum4 punti
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Ciao ragazzi, mi servirebbe un vostro consiglio. Ho acquistato praticamente assieme Queste due banconote rarette che mi mancavano e non so decidere quale delle due tenere per me. Una (la G308) ha qualche taglietto ed è più rovinata ai margini ma è più pulita dell’altra ed i colori sono meglio definiti. L’altra (la U308) si presenta meglio (a prima vista). Ha molti meno taglietti, ma poi quella macchietta e soprattutto la piega centrale in controluce si nota molto. Io pensavo di tenere la G. Provo a mettere qualche foto, magari voi vedete cose che a me sfuggono...2 punti
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1937 Spagna, Repubblica - Consejo de Santander, Palencia y Burgos, 1 Peseta Altra moneta che ci riporta al drammatico periodo della Guerra Civile spagnola, a questo link si può trovare una descrizione: https://www.imperio-numismatico.com/t68237-1-peseta-1937-consejo-de-santander-palencia-y-burgos-guerra-civil e qui la descrizione di alcune varianti: https://www.imperio-numismatico.com/t124960-1-peseta-1937-consejo-de-santander-palencia-y-burgos-variantes2 punti
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Buonasera, @El Chupacabra sarà il tuo unico Grano, ma di tutto rispetto, ha anche il punto dopo 12. c. 12.c. Posto il mio del 1788 senza il punto dopo 12 c. 12 c. Saluti Alberto2 punti
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rimanendo in tema di varianti di conio, segnalo questo denaro per Verona, che per variante ha un punto ( al posto della lettera E ) dopo la V di Verona. - ZECCA DI VERONA - Dominio degli Scaligeri Denaro Met. mist. gr. 0,302 punti
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I Balcani sono una fonte inesauribile di resti archeologici. Oggi vi propongo quelli di una città bizantina. Bizantina? Sì. Fondata nel 530, abbandonata nel 615 dopo la conquista da parte degli Avari. E mai più ri-abitata. Per cui “sigillata” com’era… IVSTINIANA PRIMA Giustiniana Prima è l’odierna Caricin Grad, nella Serbia Centrale. Indagata per la prima volta nel 1936, citata peraltro nel De aedificiis (IV, 19-27) da Procopio, che la colloca (in un passo che non rende giustizia all'importanza del sito) presso il villaggio di Taurision, luogo di nascita dell'imperatore Giustiniano, in una importante posizione a S di Naisso, al confine fra la Dacia mediterranea e la Dardania: siamo dunque in presenza di uno dei pochi casi di città fondate ex novo nel VI sec. d.C. Gli scavi ripresi recentemente hanno portato alla luce nuovi edifici: nello stesso tempo sono stati riesaminati i monumenti già noti, per alcuni dei quali si è proceduto a nuovi e più attenti rilievi, mentre è stata precisata la cronologia dei principali nuclei urbani e degli edifici di culto. La posizione strategica, anche se non era in senso stretto da porre in relazione con l'asse viario più importante (che correva poco più a N), era tuttavia notevole, tanto da condizionare la scelta di Iustiniana Prima quale metropoli ecclesiastica dell'Illirico settentrionale indipendente da Tessalonica, nel quadro della riorganizzazione voluta da Giustiniano nel 535 (cfr. Corpus Iuris Civilis, Novella XI, 15 aprile 535). Il testo della Novella XI prevedeva inoltre di spostare qui da Tessalonica la sede della Prefettura dell'Illirico, fatto che però non si verificò. L'autoritario intervento di Giustiniano a favore di questa fondazione artificiale ed effimera fu però contrastato, specialmente in ambito ecclesiastico, poiché la nuova metropoli veniva a soppiantare sedi ben più antiche.2 punti
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Pasquale Ciconia. Conferma la non rarità tra i sesini, ma alcuni si possono classificare come non comuni. Sembrano monetine facili, ma come escono vanno via spediti a prezzi anche abbastanza alti. Tra i più comuni, proprio il Ciconia, il Mocenigo ed il Grimani. Del Mocenigo esistono ben 14 disegni differenti. Moneta utilizzatissima a partire dalla propria creazione. In un primo periodo vengono coniati solo per i territori di confine come Brescia, Bergano e Verona per poi essere adottati anche nella città di Venezia. Subiscono una svalutazione con Pietro Loredan quando passano dai gr. 1,76 ai gr. 1,32. Ciao Fabry2 punti
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Da queste foto è difficile dire qualunque cosa; lo stile del diritto ci starebbe, del rovescio non si vede nulla (fra l’altro, ho difficoltà a vedere anche la stella). Il diametro è compatibile, il peso è effettivamente leggero.2 punti
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Condivido pienamente caro Pietro, sia le collezioni che le biblioteche scientificamente impostate necessitano di tempo e pazienza per essere assemblate in maniera appagante e quanto più possibile completa... io ormai da quasi vent'anni dedico gran parte delle mie energie e risorse alla mia biblioteca numismatica ed è gratificante procedere con calma, un tassello alla volta, andando a caccia dei titoli mancanti sia nel mondo reale delle librerie e bancarelle che in quello virtuale dei negozi ed aste in rete. Di seguito posto un'immagine di una porzione del settore dedicato ai volumi di interesse storico economico, monetario ed amministrativo della Napoli spagnola...ritengo che in una biblioteca numismatica scientificamente impostata accanto ai volumi specificamente trattanti le monete debbano figurare anche opere "collaterali" che illustrino il contesto storico ed economico in cui le varie monete si trovavano a circolare...2 punti
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Come sempre la RIN presenta dei contributi di buon livello che spaziano nei vari settori della Numismatica. Personalmente ho trovato molto interessante l'articolo di G. Galeazzi per quanto riguarda la circolazione monetaria di quella zona. Segnalo anche i 2 articoli sulla zecca di Firenze: quello di M. De Benetti e l'altro di W.R. Day. Mentre i cultori della monetazione dell'età tardoantica apprezzeranno il volume della Marani inviato insieme alla RIN. Buona lettura!2 punti
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Aggiungo anche queste due monetine di cui mi sono ricordato solo ora, trovate in un mercatino a fine 2019 a 50 cent ciascuna. 5 soldi Regno di Sardegna Vittorio Amedeo III 3 centesimi Regno Lombardo Veneto2 punti
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1937 Olanda, 10 Centesimi. Diametro di 15 mm. Ritratto della Regina Guglielmina2 punti
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ciao, anche io possiedo un 10 centesimi che presenta un colore rosso arancio bello vivo, rilievi e lustro perfetti .. ad esempio il seno e la veste al rovescio senza la solita leggera usura.. come anche i campi che spiccano brillanti sotto la luce.... però, dopo un confronto di opinioni con chi ne sa più di me, e dopo un confronto con altri 10 centesimi che presentano stesso colore ma non hanno lo stesso lustro sono arrivato alla conclusione che anche il mio è lavato.. ciò non toglie che è perfetto.. lo puoi notare in questo quadretto di famiglia2 punti
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Due Schede rivolte ad Associazioni umanitarie che si occupano dei bimbi : quella importantissima del Filo d'Oro che è stata spesso ricordata in TV da Renzo Arbore e l' Ai.Bi che organizza il Sostegno a distanza.2 punti
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Talmente tanto che è difficilissimo trovare un 6 Tornesi dal BB in su. Ciao Paolo, Chi colleziona le monete Napoletane per tipologia, anno e varianti ha pezzi che variano dal FDC al D.... E ti assicuro che le ama allo stesso modo tutte.....nonostante le conservazioni? Un caro saluto, Rocco.2 punti
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Ciao e benvenuta sul forum. Certamente le zecche da te menzionate sono quelle che vengono subito in mente per il tripode come raffigurazione principale. A queste, e limitandomi al mondo greco, aggiungerei la tipologia delle 50 litre in elettro di Agatocle, piuttosto diffusa e oggetto di un breve studio di Jenkins (G.K. Jenkins. “The Electrum Coinage at Syracuse,” in Essays Robinson): E anche gli stateri e i tetradrammi (rari) Macedoni coniati sotto Filippo, il padre di Alessandro: Un’ulteriore tipologia dove ritengo che il tripode abbia una sua dignità autonoma nella raffigurazione complessiva credo che possa essere il tetradramma di Leontini. Qui il tripode guadagna spazio al rovescio pur senza riuscire a sostituire l’onnipresente tripode leonina, vero e proprio simbolo parlante della città: Poi vi sono innumerevoli casi in cui il tripode diventa un simbolo secondario per differenziare diverse serie di una stessa emissione. Per avere una carrellata di questi puoi fare una veloce ricerca su Acsearch. E chiaramente se vuoi condividere in questa discussione degli spunti o delle riflessioni che hai fatto sulla raffigurazione del tripode, ben venga... ES2 punti
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buona sera. Questa e' un coronato di Ferdinando I d'Aragona che non reca iniziali dello zecchiere2 punti
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Buonasera, Minerva e Pegaso. Corinto? Siracusa? (Mi scuso della lunga assenza e mando i più cari saluti a tutti gli amici del Forum) HIRPINI2 punti
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Buonasera a tutta la sezione... vi mostro uno degli ultimi arrivi in collezione...! ferdinando lV, piastra da 120 grana 1815, a mio avviso più che buona la conservazione... Saluti, Francesco...2 punti
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salve volevo invitare tutti a postare i vostri 12 cavalli di Ferdinando iv Inizio con uno del 17891 punto
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buongiorno. Le monete da due tornesi di Ferdinando II presentano diverse varianti,nella grandezza della data, delle iscrizioni, della punteggiatura.Condivido intanto quelle del 39, del 42 e del 481 punto
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DE GREGE EPICURI Cari amici, ci avviamo ormai all'inizio della "seconda fase" e ci chiediamo tutti quali saranno i reali cambiamenti. Ovviamente, ci interessano anzitutto gli aspetti della salutre e del lavoro; però, non possiamo negare che anche la nostra passione numismatica desidera risvegliarsi. Ma come e quando? Circolano voci incontrollate su una possibile riapertura del mercatino del Cordusio nella seconda metà di maggio, ma io non ho nessun elemento certo. Diciamo che, se tra poco riprenderanno i mercati alimentari rionali all'aperto, non molto tempo dopo è probabile la riapertura degli altri mercati. Questo, a rigor di logica; e anche per il fatto che l'affollamento maggiore è proprio quello degli "alimentari". Se devo esprimere un parere personale, scommetto per il mese di giugno.1 punto
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Se non sbaglio il segno più raro era quella della zecca di aquileia. Comunque quello che dovrebbe esse il dritto rappresenta un tosone, il rovescio le 2 colonne d'ercole.1 punto
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Buonasera, continuando con i servizi e gli accessori pubblicizzati sulle Schede Telefoniche, primi interfoni? Saluti Alberto1 punto
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Buona sera a tutti, Contribuisco anche io condividendo qualche mio 2 Tornesi di Ferdinando II in questa bella discussione di Mariarosaria. Inizio con il 1838, successivo ai due millesimi precedenti avente il busto giovanile del Re. Questo ritratto presenta dei rilievi molto bassi, successivamente venne modificato con uno avente i rilievi più alti. Fu usato fino alla fine della produzione dei 2 Tornesi avvenuta con data 1859.1 punto
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Di nulla magari quando ti arriva fai delle foto più dettagliate e controlla bene il contorno, quell'immagine che hai postato, nonostante sembri ben definita, non è proprio il massimo.1 punto
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Il Presidente effigiato potrebbe essere Chester Alan Arthur 1881-1885 o il suo successore Stephen Glover Cleveland 1885-1889. @Maillantpuoi fare qualche ricerca in questo catalogo di medaglie USA consultabile in rete (li trovi a pag 45-50) https://books.google.it/books?id=tBeoA8EgbUEC&pg=RA2-PA255&lpg=RA2-PA255&dq=the+capitol+series+medal+president+usa&source=bl&ots=fqVf0_DnXT&sig=ACfU3U2CGpNW2f2mGijkPtXZwZxE1Shk-w&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwityZXz6dvpAhVDl4sKHUrLCPEQ6AEwAHoECAsQAQ#v=onepage&q=the capitol series medal president usa&f=false Per la seconda medaglia Devozionale all'esaustiva illustrazione di @sandokan voglio solo aggiungere che è stata realizzata nella seconda metà del '800, forse in epoca molto vicina alla prima (1880-1890 circa): il dritto infatti è stato utilizzato come verso di medagliette Papali sia alla fine del Pontificato di Pio IX che all'inizio di quello di Leone XIII.1 punto
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e per tornare al tema monete estere una moneta argentina1 punto
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Eh sì, purtroppo non ricordo ci sia un doge R tra i sesini. Però sono monetine piacevoli. Se vuoi informazioni dettagliate, il massimo esperto qui sul forum è Fabrizio @fabry611 punto
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Mi sembrava di averla già vista... Era di un altro utente di questo forum1 punto
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Le considerazioni sul falso che sarebbe "costato più a coniarlo che altro" sembrerebbero condivisibili, ma: - il mercato dell'oro è strano e sono state coniate negli anni '50 monete d'oro false a titolo superiore a quello legale perchè comunque "convenienti" a vendersi. Un esemplare non conviene, molti sì! - resta da dimostrare che l'esemplare prodotto sia d'oro (e non, ad esempio, dorato o placcato) - sul fatto che sia falso direi che non sussistano dubbi ma certezze, il tondello stretto e la superficie non piana sono attestazioni incontrovertibili; tra l'altro il tondello potrebbe essere stretto proprio perchè portato a peso corretto a prescindere dalla dimensione effettiva Sul significato e vendibilità è un po' come per un quadro falso di un autore importante ... per alcuni conta solo come elemento decorativo, per altri il significato della mano d'artista che l'ha dipinto è sostanziale!1 punto
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La fondazione della città intorno al 530, in un'area per altro densamente fortificata da Giustiniano, risponde dunque a esigenze di tipo strategico-militare legate appunto alla difesa di un'area chiave per l'impero. Nel contempo, per l'inevitabile vocazione cristiana della città, nella configurazione della sua stessa pianta si coglie la predestinazione al ruolo di metropoli ecclesiastica già noto probabilmente ai suoi progettisti. Se i lavori iniziarono intorno al 530, nel 535 erano già a buon punto poiché la Novella XI stabilisce proprio i privilegi e il territorio della sua sede arcivescovile. Sotto il profilo della topografia, la città venne articolata in tre distinte entità urbane, l'acropoli, la città alta e la città bassa. L'acropoli, vera cittadella fortificata, è chiusa da mura di forma irregolare; una via porticata separa l'area della grande basilica con battistero, probabilmente la chiesa episcopale, da un complesso di ambienti in parte identificati - l'ipotesi è però da verificarsi - con la residenza vescovile. L'unica porta aperta nelle mura, verso E, collega l'acropoli con la città alta, il cui fulcro è costituito da una piazza circolare porticata in cui convergono le due strade principali, anch'esse porticate. La strada in direzione N-S conduce alla porta S della città alta, monumentale, fiancheggiata da due torri pentagonali. All'interno della città alta si incontrano alcuni edifici di culto, la basilica C a Ν della piazza circolare, e le basiliche Β e F a S: presso la basilica F sono ubicati gli ambienti afferenti alla c.d. villa urbana, mentre intorno alla piazza sono disposte botteghe e magazzini con abitazioni. Il terzo nucleo, la città bassa, di forma trapezoidale, con torri negli angoli, è racchiuso da mura che costituiscono il prolungamento delle mura della città alta, nelle quali si aprono due porte a S e a E, inquadrate da torri quadrangolari. All'interno di questo spazio sono ubicate la grande basilica c.d. a transetto (basilica D), la c.d. basilica doppia (basilica G), terme, cisterne e altri edifici non ancora scavati, nonché un quartiere di abitazioni a SO. Importanti monumenti si trovano anche all'esterno della cinta: presso la porta E è un complesso termale; 100 m c.a a S si trova la necropoli; a SE è la c.d. chiesa triconca (basilica E); a SO sono i resti dell'acquedotto; più lontano, sempre a SO, è la c.d. chiesa a una navata (basilica J). E all'esterno, inoltre, che viveva la maggior parte della popolazione, prevalentemente rurale. La forma civitatis di Iustiniana Prima ricalca dunque quella di una città antica, nella quale però predominano gli edifici di culto cristiano: per contro, va rilevata l'assenza di edifici per i ludi. Il numero delle chiese e la loro distribuzione quasi ritmica, a seguire un disegno preordinato, ha fatto pensare a una sorta di liturgia stazionale, durante la quale, nella Settimana Santa, ogni chiesa svolgeva un ruolo preciso, sull'esempio di Gerusalemme . Per ciò che concerne la tecnica edilizia, è ampiamente attestata la c.d. opera listata, costituita dall'alternanza di blocchetti di pietra locale e ricorsi di laterizi; essa è impiegata sia per le mura sia per gli edifici, mentre volte, calotte e ghiere sono costruite in opus latericium. L'uso del laterizio per la pavimentazione è ben documentato, in ispecie all'interno degli edifici, mentre gli spazi aperti (p.es. gli atrî) sono pavimentati da lastre di scisto. Le tipologie architettoniche sperimentate per gli edifici di culto sono assai varie, talvolta caratterizzate da soluzioni desuete. La forma basilicale a tre navate, p.es., qualifica la cattedrale sull'acropoli (basilica A), che è poi la chiesa più vasta e imponente della città, e le basiliche C, F e D. Una sola navata presenta la basilica J, all'esterno delle mura, mentre la basilica E, anch'essa extra moenia, è a pianta triconca preceduta da un atrio. Compaiono anche una chiesa a due absidi, la basilica G, e una a pianta cruciforme, con atrio e nartece (basilica B): per il battistero fu invece adottata la pianta a croce greca inscritta. Nella maggior parte dei casi gli edifici sono preceduti da un atrio porticato e da un nartece, talvolta con tribèlon (basiliche A, D e G); di norma, con l'eccezione della basilica A (che ha tre absidi), le chiese presentano un'unica abside, sia poligonale all'esterno (basilica A, C, D, E e J), sia semicircolare (basiliche B, F e G: in quest'ultima le absidi sono due, e inscritte). Circa i supporti, sono attestate colonne, in genere costruite con blocchi di pietra locale, e pilastri di muratura. Le coperture sono in genere a capriate lignee coperte da tegole: l'area centrale del battistero era invece sormontata probabilmente da una cupola di laterizi. Nella maggior parte dei casi questi edifici presentano internamente una pavimentazione a mosaico: tracce di mosaico si sono conservate anche nelle terme e nel c.d. palazzo episcopale. Anche il mosaico parietale era largamente impiegato, e così l'affresco. L'uso dell’opus sectile per i pavimenti è raro, e compare di consueto per rivestire lo zoccolo degli edifici.1 punto
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½ soldo Maria Teresa d’Austria 1779: esemplare a Rame: 3,0 g, 20 mm1 punto
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Buonasera a tutti, posto il mio Aquilotto. 5 Lire 1927 Vittorio Emanuele III Saluti Alberto1 punto
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Nella vita tutto si può costruire.... caro @demonetis, un mattoncino alla volta ...... Ognuno di Noi deve solo avere la consapevolezza di ciò che vuole fare....fretta per questa Nostra passione non c'è......1 punto
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È la stessa tipologia che a un certo punto cambia nome a causa del peggioramento della lega d'argento. Se posso permettermi, la storia spiegata nel dettaglio è qui https://www.academia.edu/37593745/I_piccioni_di_Gian_Galeazzo_Visconti1 punto
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i "gobbini", mi raccontavano i miei nonni, venivano appoggiati sull'ombelico dei neonati sia come portafortuna .......e per dare "forma" all'ombelico fasciando il ventre.....chissà se era vero....1 punto
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Una moneta che tutti vorrebbero avere......ma è un solo pezzo !!?....e che prezzo !!1 punto
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Intanto facciamo i complimenti al nostro Arka ora ai "piani alti" della N. I. P. [emoji6] [emoji122]?1 punto
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Tra i recenti acquisti è arrivato l'Occasional Paper No 33 ovvero il vol. 3 della serie Coin Hoards from Roman Britain: The Blackmoor Hoard di Roger Bland, edito nel 1982 dal Department of Coins and Medals del British Museum. E, sorpresa!, al suo interno ho trovato l'ex libris di Simon Bendall e un talloncino su carta intestata del British Museum con la firma dell'autore, Roger Bland, e di Simon Bendall e con l'indicazione "for review", evidentemente doveva trattarsi di una copia destinata a essere recensita da qualche rivista di settore. Se volete avere qualche informazione su Simon Bendall vi rimando a questo link: https://en.m.wikipedia.org/wiki/Simon_Bendall E vi lascio qualche immagine della mia documentazione arricchita sul Blackmoor Hoard:1 punto
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Ok con la didascalia: Bronzo serrato di Seleuco IV Filopatore, 187-175 a. C., zecca di Antiochia. Testa laureata di Apollo rivolta a destra / Apollo in piedi nudo, a sinistra, con una freccia nella mano destra e appoggiato a un tripode con la sinistra: BAΣIΛEΩΣ ΣEΛEYKOY1 punto
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Secondo me è oro. Facile che anche il titolo sia vicino a .916. Ci sono tanti esempi in questo senso anche di millesimi comuni destinati al mercato dell'investimento. A maggior ragione questa, destinata a frodare il collezionista dovrebbe avere dati ponderali verosimili. Attendiamo da @menio92 peso, diametro e spessore preciso.1 punto
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Trovo molto interessante questa discussione iniziata da @Illyricum65, cerco di dare il mio piccolo contributo postando un interessante articolo trovato in rete. Prezzi, stipendi ed inflazione nel Mondo Romano Probabilmente per il lettore medio e non particolarmente appassionato di storia o di numismatica, questo sarà il capitolo più interessante. Sapere quanto guadagnava un legionario, quanto costava un chilo di pane o un litro di vino, ci permette una più facile immedesimazione e confronto tra noi e i nostri antichi antenati. Su questo argomento siamo informati a sprazzi e in modo incompleto, Soprattutto per quanto riguarda le classi meno abbienti della popolazione che dovevano vivere in modo miserando. E’ invece più nota la condizione economica dei soldati, oggetto di leggi dello Stato, di decreti e di annotazioni di storici ed economisti, il salario del legionario va quindi considerato il riferimento tipo. La paga era modesta, ma permetteva di vivere dignitosamente ad una famiglia di quattro persone. Un soldtato romano è grossomo modo paragonabile come collocazione sociale e trattamento economico ad un impiegato moderno. Andamento delle paghe nell’esercito dal II sec aC al IV secolo dC Età Paga giornaliera Note III° sec. a.C. Legionario 120 Denarii/anno Centurione 360 Denarii/anno Cavaliere 550 Denarii/anno i soldati ricevevano anche integrazioni in beni naturali (es: sale, grano) I° sec. a.C. Cesare Legionario 225 Denarii/anno I° sec. a.C. Augusto Legionario 225 Denarii/anno Pretoriano 375 Denarii/anno Centurione 3750-15000 Denarii/anno (10 Assi/die) I° sec. d.C. Domiziano Legionario 300 Denarii/anno Pretoriano 1000 Denarii/anno Centurione 5000-20000 Denarii/anno II° sec. d.C. Settimio Severo Legionario 459 Denarii/anno Centurione 8300-33000 Denarii/anno fine II° sec. d.C. Caracalla Legionario 600 Denarii/anno corrispondenti a 1200 Antoniniani inizio III° sec. Gordiano Legionari: 1200 Antoniniani/anno fine III° sec. d.C. Legionario 1800 Nummi/anno oppure 360 Argentei/anno l'Argenteo di Diocleziano è di buona lega ed è paragonabile ad un Denario IV° sec. d.C. Valentiniano I° Fante 5 Solidi aurei Cavaliere 9 Solidi aurei Ricordiamo il rapporto tra i vari nominali romani: 1 Denario = 4 Sestertii = 16 Assi. 1 Aureo = 25 Denarii. 1 Antoniniano = 2 Denarii Costo annuo di una legione per l’erario nel III secolo aC: 600.000 denari Costo annuo di una legione per l’erario al tempo di Cesare: 3.000.000 denari Andamento dell’inflazione L’inflazione, per tutto il tempo durante il quale il denario ha mantenuto una buona lega, è rimasta bassissima, meno dell’1 % l’anno. Lo si vede chiaramente dal lentissimo aumento della paga del legionario, che è congrua con una sostanziale stabilità dei prezzi. La stabilità dei prezzi protratta per lunghi periodi significa un grande beneficio per il potere d’acquisto dei cittadini delle classi più deboli. Questo periodo di stabilità monetaria ad inflazione molto ridotta perdura, con fasi alterne relative ad limitati episodi acuti, per quattro secoli ed accompagna la grandezza di Roma: dalla vittoria nella seconda guerra punica al tempo di Settimio Severo. Il denario comincia a corrompersi con la riforma di Caracalla, si alzano i prezzi ed aumentano gli stipendi dei soldati. Caracalla emette monete svalutate a basso tenore d’argento, provocando l’inizio di una spinta inflattiva in cui l’aumento dei prezzi provocava la richiesta di maggior quantità di denaro che a sua volta faceva ancora aumentare i prezzi. Il sistema ha un tracollo a metà del III secolo quando scompare la moneta d’argento. Non avverrà alcuna ripresa, le inutili riforme degli imperatori successivi, da Aureliano, Diocleziano, Costantino, non otterranno nulla. Accresceranno però la confusione, riempiendo le tasche dei romani di inutili monete-truffa, di rame e variamente ricoperte di sottilissime pellicole d’argento. Il denario non risorgerà più e nemmeno la grandezza di Roma, dimostrazione che la grandezza di uno stato necessita di strumenti finanziari adeguati. Con il IV secolo infine si arriva al monometallismo aureo, una condizione che deprime i commerci al minuto e costringe i poveri al baratto. Di fatto il solido era solo una moneta per i ricchi e i loro commerci di alto livello. Il medioevo era oramai alle porte. Il Costo della Vita Per fare questa indagine confronteremo i prezzi dei generi di prima necessità in due date. Necessità alimentari di una famiglia di 4 persone per 1 anno nel II secolo a.C. bene fabbisogno annuo costo farina 800 kg 60 Denarii olio 68 litri 10 Danarii vino 400 litri 15 Denarii Totale 85 Denarii Stipendio legionario 120 denari 1 Asse = 1 pagnotta di pane Questa estrapolazione permette di capire che, tolte le spese vive per l’alimentazione, non rimane molto da spendere ad un legionario, tenuto conto che la famiglia ha necessità di affitto e vestiario. Tuttavia i soldati venivano anche pagati in beni di consumo, godevano di frequenti elargizioni e al momento del congedo, se vi giungevano, ricevevano una cifra consistente che permetteva a taluni di mettersi in proprio nel commercio o di rilevare una piccola attività agricola. Adesso per vedere quello che oggi chiamiamo “aumento del costo della vita” prendiamo i prezzi dei medesimi generi in una altra data, due secoli dopo. Necessità alimentari di una famiglia di 4 persone per 1 anno nel I secolo d.C. bene fabbisogno annuo costo farina 800 kg 130 Denarii olio 68 litri 25 Danarii vino 400 litri 35 Denarii Totale 190 Denarii lo stipendio di un legionario era di 365 Denarii (un Denario al giorno). Ricordiamo che un Aureo è pari a 25 Denari e che all'epoca pesa circa 6 grammi. Questo significa che un legionario riceve in un anno l'equivalente di 87,6 grammi di oro. E' curioso confrontare questa paga con quella di un soldato di Ciro di Persia nel VI° sec. a.C. che riceveva un Daride (d'oro) al mese. Il Daride pesava circa 8 gr. quindi un soldato Persiano riceveva in un anno 96 grammi di oro. Sei secoli prima i soldati persiani erano meglio pagati dei legionari romani...!!!!! Quello che possiamo osservare nel confronto con i prezzi di due secoli prima è un aumento dei prezzi molto modesto (pari ad una inflazione inferiore all’1% annuo). Le paghe aumentano in modo corrispondente in modo che la situazione di un dipendente tipo è di poco migliorata due secoli dopo. Sbarcare il lunario per un legionario rimaneva quindi problematico. Lo stipendio era calcolato in modo da bastare alle necessità di sostentamento dell’individuo. In età imperiale i soldati potevano però contare sui frequenti donativi elargiti alle truppe in occasione di ogni cambio al vertice. Inoltre in questo periodo il mestiere di legionario era relativamente poco pericoloso, data la condizione di stabilità alle frontiere nel I secolo dC. Dall’altra parte chi si arricchisce guadagna cifre stratosferiche. La forbice tra ricco e povero è enorme. I patrizi, ed anche i liberti arricchiti come il Trimalcione del Satyricon di Petronio, vivono esibendo lussi sfrenati. Citiamo un Passo del Satyricon (XXXVIII) per dare un'idea della fantasia nello sperpero del romano arricchito. Lo stesso Trimalcione ha possedimenti che si estendono per quanto è lungo il volo dei nibbi: e soldi a palate. C'è più argenteria nella casupola del suo portiere di quanta ve ne possa essere nel patrimonio di qualcuno. E i servi, poi, cavolo! Per Ercole, credo che nemmeno un decimo di loro conosca il padrone. Per farla breve, tutti questi cretini spacconi al suo confronto possono andare a nascondersi. E non ti credere che compri qualcosa. Gli cresce tutto in casa: lana, cedri, pepe. E se gli chiedi latte di gallina, lui te lo trova. Per fartela breve, visto che la lana di sua produzione non era un granché, ha acquistato a Taranto dei montoni fuoriclasse e li ha messi a montare il gregge. Un'altra volta, per avere miele dell'Attica in casa, ha ordinato che gli portassero le api dall'Attica, in modo che le api nostrane migliorassero un po' stando insieme alle greche. Addirittura in questi giorni ha scritto in India che gli spediscano il seme dei funghi. Non ha una sola mula che non sia figlia di un onagro. Guarda quanti cuscini: ebbene, sono tutti imbottiti con porpora o scarlatto. Questa sì che è fortuna! Gli altri suoi compagni di schiavitù di un tempo, occhio a non prenderli sotto gamba. Si son fatti i soldi anche loro. Lo vedi quello, seduto fra i liberti? Come se l’è passata bene! Non lo rimprovero. Si è visto il suo bel milioncino di sesterzi, ma è andato in rovina. Penso che nemmeno i capelli gli rimangano senza ipoteca. Per un pranzo Lucullo poteva spendere un milione di sesterzi (circa 250.000 denari) cifre inimmaginabili per il povero legionario. Ho trovato valori completamente diversi su una pubblicazione museale inglese della WestAir Reproduction di Birmingham allegata a riproduzioni di monete romane e riferiti seconbdo la fonte all'anno a.D 1. Da questa tabella risultano prezzi alti e stipendi bassi... una situazione poco felice che mi ha stupito. Possibile che la vita ai confini dell'Impero fosse così cara? Prodotto Prezzo Paga annuale di un insegnate 180 Denari Un paio di scarpe alla moda 150 Denari Un paio di scarpe da donna 60 Denari Seta bianca 12.000 Denari alla libbra Uno Schiavo generico 500-1500 Denari Una bella ragazza schiava 2000-6000 Denari Una schiava musicista 4000 Denari Uno schiavo vignaiolo esperto 2000 Denari Un anfora di vino 300 Sesterzi Un Modius di grano 100 Denari Un Modius di orzo 60 Denari Un Sextarius di vino 30 Denari Un Sextarius di Olio d'oliva 40 Denari Un Sextarius di sale speziato 8 Denari Un Modius di sale 100 Denari Una Libbra di maiale 12 Denari Una Libbra di vitello 8 Denari Non è possibile che lo stipendio di un maestro (un medio borghese) corrisponda a 22 libbre di vitello! All'epoca un legionario guadagnava un denario al giorno... non era possibile che guadagnasse tre volte un insegnante! Non è possibile che un Modio di farina a Pompei nel 79 d.C, costasse un Denario e un secolo prima in Inghilterra un Modio di Grano ne costasse 100 (che razza di calo dei prezzi c'era stato???). In questa tabella sopra riportata c'è qualcosa che non va'... l'ho riportata perchè non ci sono molte tabelle del genere e questa ha una fonte autorevole, ma non quadra... almeno secondo il mio parere! Diversificazione geografica del prezzo di un modio di farina nel primo secolo dC Luogo Prezzo in Assi Roma 32 Italia del Nord 16 Africa da 9 a 16 Asia Minore da 8 a 16 Palestina da 10 a 12 Egitto da 7 a 9 Dalla tabella sopra riportata si evince che la vita a Roma era molto cara, avendo prezzi più che doppi rispetto alle altre parti d’Italia. Rispetto alle Province Africane era ben 4 volte più cara. Effetto "Capitale" e conseguanza della ricchezza che affluiva a Roma da ogni angolo dell'Impero. Ancora oggi una grande città, ed una capitale in particolare, è più cara delle citta di provincia. Ecco perché molti legionari in congedo si ritiravano non in Italia ma nelle Provincie d’Africa, dove godevano di un clima migliore e un costo della vita che li rendeva se non ricchi, almeno benestanti e concedeva loro una vecchiaia serena ed agiata. Prezzi a Pompei nel 79 dC Questi li conosciamo molto bene perché l’eruzione ha congelato anche i listini prezzi dipinti sui muri… e si sono salvati anche libri contabili, fatture e bolle di consegna in quantità e varietà. Prodotto prezzo 1 modio farina 1 Denario 1 kg di pane 1/8 di Denario 1/2 litro di vino 1/4 Denario (1 Asse) 1 piatto 1/8 di Denario Prostituta 1/2 Denario Lamapada a olio 1/8 di Denario Una tunica 3 Denarii un mulo 125 Denarii uno schiavo 625 Denarii Multa per piccolo crimine 6 Denarii Ricordiamo che un modio corrisponde a 6,5 Kg. Il consumo medio di farina a persona era di circa 4 modii al mese, molto elevato, ma il pane costituiva la parte principale della dieta. Da un modio di farina si facevano 15/20 pani dai kg (dipendeva dalla mistura che poteva essere aggiunta) e che venivano venduti a un 1/8 di denario. Quindi il mestiere del fornaio in un mondo dove il pane era l’alimento principale e ra molto remunerativo dato che a 1 denario di spesa corrispondevano almeno 2 denari di ritorno. Possiamo tentare un parallelo Denario/Euro sulla base del prezzo del pane. Prendiamo come base un prezzo di 3 Euro al chilo (alto ma reale) e ricaviamo che un Denario corrisponde a circa 24 Euro. A Pompei 4 kg di pane corrispondevano a una prestazione sessuale… interessante… con il pane a 3 Euro al chilo ancora oggi il rapporto è quasi il medesimo (se ci accontenta di cosa si trova lungo le strade). Passando alle vecchie lire si trrova che 1 Denario = 50.000 Lire. Facciamo una rapida verifica, 50.000 lire al giorno di paga fanno 18.000.000 all'anno di stipendio per un legionario, che era una buona paga solo vent'anni fa'. In Euro sono poco più di 600 Euro al mese... l'importo delle pensioni minime con cui i vecchietti campano a fatica ma campano. In Africa è una cifra di tutto rispetto ed equivale a 4 stipendi base in Tunisia o in Egitto. Con questo valore una tunica costa circa 75 Euro (non c'erano i cinesi a produrre vestiario sottocosto) ed il vino 12 Euro al litro (un po' caro ma non fuori mercato), quindi apparentemente sembra funzionare. Possiamo quindi, per quanto riguarda solo il 1 secolo d.C., azzardare di dare per buona questa equazione: 1 Denario = 25 Euro = 50.000 lire 1 Sesterzio = 1/4 di Denario = 6 Euro = 12.000 lire E quindi sbizzarrirci a fare il nostro shopping nei negozi di Pompei! Da Pompei sono anche riemersi i registri di un bancario, Iucundus, dal quale abbiamo appreso molte informazioni interessanti sull’andamento dell’economia e degli scambi nel I secolo dC. Il reddito di un’azienda agricola di medie dimensioni (100 jugeri) era di 10.000- 20.000 sesterzi l’anno. Il valore di un terreno agricolo per compravendita era di 5.000 sesterzi a jugero. Dall’archivio di Jucundus è anche emersa una rilevante attività di prestito così suddivisa per fasce di valore: il 12% prestiti per cifre inferiori a 1000 sesterzi il 48% prestiti compresi tra 1000 e 5000 sesterzi il 24% prestiti compresi tra 5.000 e 10.000 sesterzi il 16% prestiti per cifre superiori a 10.000 sesterzi Iucundus, prestava danaro o anticipava soldi a mercanti. I beni scambiati: partite di lino, legnami, schiavi. Il costo del danaro Il tasso d’interesse annuo per un prestito era del 12% (ridotto al 4% per persone illustri) mentre il semplice deposito non fruttifero non era soggetto a tassazione. Costi di alcuni generi di consumo nella metà del III secolo dC Prodotto prezzo in Antoniniani rete da pesca 14 nassa 6 barca da pesca 186 pentola di terracotta 3 lampada a olio 1 un sextarius di vino 4 un capo di abbigliamento pesante 75 stivali in pelle 20 sandali/caligae 12 una spada 60 un asino 145 un cavallo 250 Prezzi nel 6° secolo dC Prodotto Costo uno schiavo 20 Solidi 1 libbra di pesce 6 Follis verdura per minestra 5 Follis 1 pagnotta 3 Follis una coperta di lana 1/25 Solidus un mantello usato 1 Solidus un asino 3-4 Solidi una copia del Nuovo Testamento 3 Solidi. Saluti1 punto
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Nessuno colleziona Liangpiao (粮票) cinesi? Beh, prima di tutto, cosa erano i Liangpiao? Forse quasi tutti voi ne avrete visto almeno uno.. sono quei biglietti piccoli piccoli cinesi, con immagini di contadini, ponti, opere agricole, treni, operai.. spesso confusi con banconote ma in realta’ sono dei buoni di razionamento emessi fino ai primissimi anni 2000. I Liangpiao hanno una storia molto lunga, esistevano gia’ in epoca Qing a causa delle varie carestie che rendevano necessario il razionamento degli alimenti, soprattutto riso, cereali, olio e carne di maiale o pollame. Ritornano in auge negli anni 20 a causa delle devastazioni causate dalla guerra civile tra i vari signori locali, soprattutto nel nord e nord est, poi di nuovo a causa dell’invasione giapponese. Ma e’ dagli inizi anni 50 in poi, a causa dei disastri economici causati dal “balzo in avanti” , dalle carestie, e dalle centinaia di migliaia di morti, che vengono usati massicciamente, e anche forzatamente. Se all’inizio i liangpiao erano simili a tessere razionarie personali, dove il possessore era intitolato a una determinata razione di questo o quel bene in questi o quei determinati giorni, col tempo assumono un valore piu’ generico (non vengono piu’ emesse a titolo personale, ma ognuno puo’ usarli) e l’aspetto di piccole banconote, curate graficamente e molto colorate. Molti neofiti infatti li scambiano per banconote, ma in realta’ i valori indicati non sono monetari (in alcuni casi pero’ si), ma quasi sempre espressi in jin (1 jin = 0.5 kg), mi (metri), litri, o numero di polli, maiali, o di ogni altro bene ottenibile. I piu’ famosi esempi sono i “buoni del riso”, quelli esteticamente piu’ belli e diffusi, espressi, come detto, in Jin o anche in Kg. Ma furono emessi anche per l’acquisto di stoffa (in genere di dimensioni piccole e poco attraenti), carburante, olio da cucina, bestiame, ecc. Insomma, per l’acquisto di TUTTI i beni necessari alla sussistenza. Ne furono emessi a decine di migliaia di tipi e tipologie diversi. Ogni provincia, citta’, o villaggio li emetteva ed erano validi soltanto sul territorio di competenza di dove venivano emessi. Esistevano anche quelli validi su tutto il territorio nazionale, o quelli validi solo per l’esercito o la marina. Insomma, tantissimi, e ancor oggi nessuno sa esattamente quanti (poi vedremo il perche’). Il funzionamento e lo scopo e’ variato parecchio da zona a zona e da periodo a periodo. All’inizio, come dicevo, servivano per razionare beni di consumo come il riso, cereali e stoffe, limitati a causa della guerra contro il Giappone prima, e la guerra civile coi Nazionalisti poi. Circolavano a fianco della moneta ufficiale, lo Yuan, e soltanto nelle provincie piu’ disastrate o economicamente svantaggiate. Con l’inizio del “balzo in avanti” e la creazione delle comuni agricole, l’uso si diffonde in tutta la Cina. La qualita’ della vita peggiora giorno dopo giorno e i beni diventano sempre piu’ scarsi e inaccessibili. Il razionamento forzato diventa quindi obbligatorio in molte zone, anche per ragioni “politiche”: chi ha piu’ degli altri viene accusato di essere un imboscatore, borghese, e capitalista. Lo scopo delle comuni e’ quello di rendere tutti i cittadini uguali, con lo stesso ammontare di beni strettamente necessari, senza creare persone che hanno piu’ o meno degli altri. Insomma, tutti si devono accontentare della solita razione o della solita’ quantita’ di beni decisa dalle varie sezioni locali del partito, dai quadri, e dalle comuni. Comunque, dopo la fine del balzo in avanti, che tanta miseria e morte ha causato, si passa a un periodo transitorio dove viene premiata la produttivita’, fedelta’, e correttezza morale. I liangpiao vengono quindi usati, oltre a controllare il razionamento, anche come “buoni fedelta’”. Chi ha lavorato meglio e di piu’ ha diritto a avere razioni extra di questo o quel bene. Ricordiamo comunque che la moneta ufficiale circola ancora, anche se sempre piu’ limitatamente e accessibile a sempre meno persone. Le cose peggiorano con la rivoluzione culturale, quando in molte comuni viene de facto abolito il denaro, soprattutto in quelle piu’ radicali e estremiste del nord-est. Da interviste e racconti che ho raccolto da chi ha vissuto quell’epoca, pare che in molte zone i liangpiao venivano quindi usati adesso come unico pagamento e unico mezzo per ottenere beni e servizi, diventando de facto moneta circolante. Non che il denaro vero servisse a molto in altre comuni, dato che veniva razionato quasi tutto per creare cittadini perfettamente uguali in ideologia, fede e possesso di beni. Anzi, la frase “possesso di beni” risulta fuori luogo dato che tutto apparteneva alla comunita’, e quindi le uniche cose personali che uno poteva ottenere erano il cibo, vestiti, medicinali. Ma anche questi erano razionati in modo che nessuno non potesse averne piu’ del necessario o piu’ di altri. Soltanto nelle citta’ o centri piu’ sviluppati, come Shanghai, Pechino, Qindao, Tianjin ecc o nelle regioni avvantaggiate economicamente, esiste ancora un uso ampio e diffuso della moneta, ma si tratta di posti dove le guardie rosse hanno meno controllo, e la vita, anche se comunque ancora precaria e con molte limitazioni, continua con un’apparenza di quasi normalita’, se di normalita’ si puo’ parlare nella Rivoluzione Culturale. Dopo la fine della rivoluzione culturale, e con il boom demografico voluto da Mao, la timida apertura a forme di economia privatizzata, l’apertura al “capitalismo”, l’inizio del progresso economico cinese, le migliorate condizioni di vita e la richiesta sempre piu’ alta di beni alimentari e di sussistenza, fanno si che i razionamenti diventino ancora piu’ intensi, a causa della scarsa disponibilita’ dei beni stessi e dell’aumento demografico. La moneta ufficiale torna a circolare nei posti dove era stata –piu’ o meno ufficialmente- abolita, ma la situazione rimane precaria: stipendi troppo bassi, prezzi dei beni troppo alti, diffusione di beni alimentari o di necessita’ a macchia di leopardo, e fenomeni di mercato nero molto diffusi. Sono anni difficili per la Cina, di anarchia sociale e malcontento, che precedera’ l’apertura economica che portera’ alle conseguenze che tutti conoscono. I liangpiao vengono ancora massicciamente usati fino all’inizio degli anni 90, soprattutto in quelle provincie ancora molto sottosviluppate rispetto alle zone costiere, mentre nelle zone gia’ sviluppate o in via di sviluppo, scompaiono gradualmente nei primi anni 80. Comunque, tra alti e bassi economici, terranno botta nelle ultime localita’ “povere” fino ai primissimi anni 2000 (mi pare il piu’ recente che ho sia del 2003). Con la mutata situazione economica cinese e un maggiore benessere diffuso, il loro uso diventa inutile e anacronistico e scompare, anche con sollievo di tutti, senza troppi clamori o troppi rimpianti verso il 2002-2003. Le nuove generazioni cinesi non hanno mai visto o sentito parlare dei Liangpiao. Quando li faccio vedere ai miei studenti universitari, mi accorgo che non ne hanno la minima idea di cosa erano stati o di cosa avevano rappresentato. Relegati per molto tempo al rango di carta straccia, distrutti a carrellate piene, venduti a chili per pochi centesimi, snobbati, ignorati e anche dimenticati, adesso sembra che stiano tornando di moda tra i collezionisti. Se fino a pochi anni fa si trovavano a prezzi infimi, roba tipo 1 euro per un centinaio di pezzi, adesso le quotazioni stanno andando su, soprattutto per esemplari della Rivoluzione Culturale con le citazioni del libretto rosso di Mao. Gli esemplari precedenti, quelli del “balzo in avanti” cominciano ad avere prezzi notevoli, soprattutto se in buone condizioni (difficilissimi da trovare a causa anche della carta poverissima su cui erano stampati che si sbriciola letteralmente). Ci sono anche molti collezionisti che collezionano soltanto i liangpiao emessi nelle province a forte minoranza etnica (Tibet, Xinjiang, Qinghai, Gansu, Inner Mongolia), graficamente molto belli e con scritte in arabo, mongolo, tibetano che ne impreziosiscono l’aspetto (e il valore). Purtroppo, come dicevo prima, i giovani non sono interessati a queste cose. I “vecchi” sono relativamente pochi, e i piu’ esperti ormai sono nel mondo dei piu’. Dato l’enorme numero di liangpiao emessi, in un numero spropositato di localita’, spesso difficili da identificare, il grandissimo numero di tipologie e usi diversi, la difficolta’ di reperire esemplari a causa della carta di qalita’ pessima ecc… e’ quasi impossibile farne una catalogazione completa. Qualche anno fa furono pubblicati cataloghi.. il meglio forse era quello dedicato ai “buoni del riso”. Anche se non completo (mancavano moltissimi esemplari) dava comunque una prima catalogazione “generica” dei buoni del riso. Lo stesso era stato fatto per i “buoni della stoffa”, ma purtroppo cio’ non era stato seguito dalla catalogazione degli altri tipi di liangpiao (olio, carburante, carni, ecc…) Purtroppo questi cataloghi, oltre ad essere lacunosi come quasi tutti i “pionieri”, non elencavano le emissioni locali, ma solo quelle a livello nazionale, provinciale o di citta’ consistenti. Le piccole localita’ erano ignorate. Esistono anche altri cataloghi piu’ specialistici, ma tutto sommato sono pochi e si limitano a una ristretta area geografica, come per esempio tutti i liangpiao della sola citta’ di Shanghai, o della sola provincia del Fujian, o soltanto della provincia del Henan. Insomma, non una panoramica completa. Inoltre, questi cataloghi pubblicati quasi 15 anni fa riportavano valutazioni molto basse, ma adesso sono aumentate anche del 300-1000% in piu’. Purtroppo questi autori sono ormai vecchi (se non gia’ defunti) e non sono stati pubblicati ulteriori cataloghi o aggiornamenti. Esiste un bollettino in formato tabloid diffuso tra i collezionisti, che e’ solo una una sale list e “listino di borsa” con aumenti e diminuzioni, ma senza foto o articoli di approfondimento. Sebbene la stragrande maggioranza si trova ancora a prezzi molto bassi, e’ difficile trovarli al di fuori della Cina. Ovviamente la preferenza va a esemplari FDS, ma essendo i cataloghi non aggiornati, i prezzi possono essere molto ‘elastici”, giungendo fino a propri esempi di sciacallaggio. Quel che si trova al di fuori della Cina sono gli esemplari piu’ economici esistenti, ma quasi sempre in serie incomplete (una serie poteva avere fino a 12-15 esemplari, come i francobolli o le notgeld). Trovare serie complete non e’ difficilissimo, ma bisogna innanzitutto sapere di quanti pezzi e’ composta tale serie, e qui incominciano le difficolta’ a causa proprio della mancanza di una catalogazione accurata. Io ne ho un 7000-8000 pezzi.. non li colleziono tutti ovviamente perche’ richiederebbe troppo tempo, e poi molti sono esteticamente brutti. Mi limito soltanto a qualli graficamente piu’ belli, in particolare a quelli incisi e illustrati dagli artisti di stato che hanno illustrato anche le banconote ufficiali. Beh, che dire, posto qualche immagine!1 punto
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