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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/07/20 in tutte le aree

  1. Questi sono i volumi finora pubblicati. Di certo so che qualcuno è di difficile reperimento.
    6 punti
  2. Carissimi, la questione dei “ certificati (?) di lecita (?) provenienza” è stata discussa nel corso degli anni numerose volte, anche grazie al prezioso contributo di @Bizerba62. In primis, non sono certificati ma ATTESTATI, termini che spesso vengono confusi tra loro ma non esattamente equivalenti, perchè, volendo dare non solo un particolare accento all'etimo ma anche a quanto prescritto nel Testo unico della documentazione amministrativa (d.p.r. 28 dic. 2000 nr. 445), il certificato è un documento "rilasciato da un'amministrazione pubblica avente funzione di ricognizione, riproduzione e partecipazione a terzi di stati, qualità personali e fatti contenuti in albi, elenchi o registri pubblici o comunque accertati da soggetti titolari di funzioni pubbliche": ha valore di qualcosa di certo (e come origine è la parte pubblica che ne fa ricognizione) mentre assegnerei all'attestato un valore di testimonianza e di rimando a uno stato, a un fatto o una qualità, ma non necessariamente determinato da parte pubblica e neanche tanto certa. Sembra una quisquilia, perchè ben si potrebbe obiettare che lo stesso legislatore (e di conseguenza la pubblica amministrazione) non sempre ha chiaro il leggero distinguo ma, forse mai come in questo caso tale distinzione aiuta a capire la portata della previsione di legge dell'articolo 64, che riporto qui per comodità : ART: 64 Attestati di autenticità e di provenienza Chiunque esercita l'attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti d'antichità o di interesse storico od archeologico, o comunque abitualmente vende le opere o gli oggetti medesimi, ha l'obbligo di consegnare all'acquirente la documentazione che ne attesti l'autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza delle opere medesime; ovvero, in mancanza, di rilasciare, con le modalità previste dalle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull'autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell'opera o dell'oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi. Quindi il commerciante Attesta ( testimonia ) sulla Autenticità e sulla Provenienza, anche in forma probabilistica.... e in mancanza di dati completi una dichiarazione con tutte le informazioni disponibili... anche incomplete...... insomma niente di simile a una certificazione. Balza all'occhio che si parla di provenienza , ma NON di “LECITA provenienza”, quella semmai verrà verificata e accertata eventualmente e posteriormente nelle sedi opportune. Per capirci bene : potete avere tutti gli attestati che volete ma se a qualcuno gira storto quel giorno, un sequestro, una verifica e quant'altro non ve lo leva nessuno, e la pratica giuridica lo dice chiaramente quanto frequentemente sia accaduto e accada. Tutt'ora. Ho presente ben due casi fotocopia di cui uno è in cassazione : documentazione di acquisto completissima e minuziosa con fatture e cataloghi, molte di provenienza estera..... beh.... assoluzione, ma al momento “confisca/ restituzione allo stato”.... vedremo come andrà…. Peraltro è chiaro che più documentazione si può apportare ( ivi inclusi i famigerati attestati e anche dichiarazioni di cessione tra privati) più agevole sarà un esito positivo completo, cosa che succede nella stragrande maggioranza dei casi, a volte anche senza troppa documentazione (dipende da vari fattori... in primis chi ti trovi di fronte e chi hai mobilitato per la difesa... anche se ... non basta sempre). Quindi niente è scontato, tutto può servire, ma..... siamo in Italia! Un cordiale saluto, Enrico P.S.In grandissima sintesi è un Attestato, che riporta dati, anche parziali, inerenti all'oggetto in relazione alla sua autenticità e alla provenienza, ma non ne certifica la lecita provenienza.... però aiuta…. P.P.S. Faccio notare che la mancanza della consegna (e a maggior ragione l'inesistenza presso il cliente finale) del famigerato attestato non comporta ai sensi del codice Urbani niente dal punto di vista penale... al massimo una sanzione amministrativa... e l'articolo di riferimento era nato ben prima del Codice Urbani a protezione dell'acquirente per preservarlo da acquisti fraudolenti (falsi) e posto su un piano civilistico, non penale.... ben altro quindi e la mancanza non dovrebbe avere rilevanza in senso penale contro il malcapitato ( ci hanno provato, ma è andata buca a quanto mi risulta! Italia....)
    5 punti
  3. Mia moglie me lo dice sempre che non sono bravo a mantenere le promesse... ma tant’è. Sig. Bassi22, quanto lei scrive (in ogni caso fuori tema), come operatore del diritto mi impone di ricordarle che il nostro sistema giuridico non si basa sulle consuetudini, sulla prassi o sul capriccio. Il suo è un concetto pericoloso da far passare. In diversi anni di professione le poche sentenze che ho avuto il dispiacere di leggere fondate sull ‘“ovvietà” hanno fatto la fine che meritavano già in appello (senza scomodare la Cassazione). La disciplina del diritto societario (che per me è pane quotidiano) è tutt’altro che lacunosa (anche con riferimento alla posizione delle persone fisiche, o ai soggetti, come li chiama lei), glielo assicuro. Ma non voglio andare ulteriormente fuori tema quindi le dico che, se vuole, avrei tutto il piacere di continuare con lei questa conversazione in privato, nel rispetto reciproco. Ció posto, tornando al tema, cercherò di spiegare a @Sirlad con una storia di fantasia perché ho inteso focalizzare l’attenzione sul tenore letterale dell’art. 64. Non dobbiamo mai dimenticare che lo scopo di questo forum è anche divulgativo e non tutti coloro che leggono dispongono degli strumenti di avvedutezza tali da rendere ovvio che in un acquisto di moneta antica da privato si dovrebbe sempre richiedere la documentazione a corredo. Questo era lo scopo del mio intervento. “C’era una volta un signore ricco e facoltoso di nome Pollo Pavone il quale, dopo aver collezionato per anni monete contemporanee come passatempo, un giorno si appassionò alle romane antiche. Il sig. Pollo, che aveva tanti soldini da spendere, decise che la sua nuova collezione sarebbe iniziata col botto: la sua n. 1 sarebbe stata una moneta davvero speciale. Così il sig. Pollo conobbe il sig. Lupo, il quale gli propose di acquistare da lui un pezzo davvero ricercato a un prezzo a tre zeri. Il sig. Pollo, che nulla sapeva sulle modalità di circolazione dei beni ai quali si approcciava, concluse l’acquisto, con una stretta di mano, e pagando rigorosamente in contanti il sig. Lupo. A distanza di poco tempo, il sig. Pollo, che, ricordiamo, di cognome faceva Pavone, mostró la moneta a un suo conoscente, pure appassionato di monete, il sig. Iena. Il sig. Iena, invidioso dello splendido pezzo, decise di denunciare al Fattore il sig. Pollo che, quindi, un bel giorno si ritrovò i improvvisamente nei guai. Allora il sig. Pollo inizió a studiare la legge e capì (in parte) che aveva commesso una grave fesseria. Studiando studiando il sig. Pollo lesse l’art. 64 e si disse: “sono a cavallo!”. Contattó allora il sig. Lupo e pretese che questi gli fornisse il certificato di lecita provenienza. Ma il sig. Lupo gli rispose: “Di che parli? Io mica vendo monete di professione! E poi chi ti conosce?” Fu allora che il sig. Pollo decise che era ora di rivolgersi all’avvocato Benedetto (inventato anche lui ovviamente) che gli spiegó come era regolamento il terreno in cui aveva deciso di muoversi e che l’art. 64 non era lui d’aiuto: Pollo, infatti, non avrebbe potuto PRETENDERE alcun certificato da Lupo, nè prima nè dopo l’acquisto incauto. Così, Pollo tentò di spiegare la vicenda al Fattore, tirando in ballo il sig. Lupo, il quale a sua volta negó tutto. Dopo numerose tribolazioni e tante sculacciate dal Fattore, il sig. Pollo ricordó che lui e il sig. Lupo si erano scambiati alcuni messaggi in merito a quella compravendita. Fu così che il sig. Lupo non poté più negare e, quindi, fu punito dal Fattore. Il sig. Pollo se la cavó ma smise per sempre di collezionare. Il sig. Lupo non fu chiuso in una gabbia dello zoo ma fu obbligato a stare per un po’ in una riserva naturale, con l’obbligo di farsi trovare sempre presente ai guardiacaccia. Oggi si narra che il sig. Lupo abbia avuto la possibilità di tornare libero nel bosco e, da quello che si dice, non gradisce più il pollo. L’avvocato Benedetto fu benedetto anche dal sig. Pollo e tutti vissero felici e contenti (o quasi)”. Saluti
    5 punti
  4. 1 Peso del 1822 del primo Impero Messicano: La banconota è stata annullata con taglio sulla firma del Ministro delle Finanze (in realtà, su questo esemplare hanno mancato Medina e hanno segato un pezzo di Bartes...). Lo stato non più esistente è durato appena qualche mese, giusto il tempo di un piccolo colpo di Stato da parte di Agustin de Iturbide, che si auto proclama Imperatore il 19 maggio 1822 e viene costretto ad abdicare il 20 marzo 1823. Ma non è uno stato non esistente, direte voi, è sempre il Messico! In effetti no, perché si trattava in realtà del vecchio territorio del Viceregno di Nuova Spagna, colonia spagnola da secoli, che si era reso indipendente appena un anno prima, nel 1821, e comprendeva ancora i territori dell'attuale Centro America (fino a Panama tutta) e del sud-ovest degli attuali Stati Uniti su fino all'Alaska. La secessione del Centro America avviene giusto l'anno dopo, nel 1823, mentre quella dei territori nordamericani è successiva. Se volete, ho appena pubblicato un post sulle prime emissioni del Messico... https://www.orodicarta.it/curiosita/mexico1.html
    4 punti
  5. Per non tediarvi oltre con queste piccole e ''brutte'' monete, vorrei mostrarvi un pezzo del XV secolo, il denaro scodellato di Michele Steno (1400-1413). Fa parte dell'ultima serie di queste monete che in seguito verranno sostituite dai piccoli copoluti (vedi sopra) e dai bagattini dogali e anonimi. L'inizio della legenda è chiaro e così la fine. La legenda infatti è + MI STE DVX. Stranamente per questa ultima tipologia, anche al rovescio si possono chiaramente distinguere alcune lettere di S MARCVS. Rif.: Zub - Luciani 20.19. Arka Diligite iustitiam
    4 punti
  6. Mi dispiace ma forse dovrebbe rileggere con più attenzione l’intera discussione, compresi i miei post. Mi vedo costretto a ricapitolare i concetti da me espressi perché così sembra che io stia suggerendo di acquistare da privati una moneta antica come se si trattasse di una bottiglietta di minerale. Non è così. Tutto è partito dal quesito se il certificato di lecita provenienza sia OBBLIGATORIO PER LEGGE anche nelle compravendite tra privati: la mia risposta è stata NO. Non lo dico io ma il codice dei beni culturali (e stiamo dando per scontato, tra l’altro, che la moneta oggetto di compravendita sia sottoposta alla disciplina ivi contenuta). Ho aggiunto, poi, che il fatto che la legge non prescriva nella compravendita tra privati il certificato in questione NON esclude che un acquirente avveduto (e quindi dotato di BUON SENSO), ESIGA dal venditore una dichiarazione di contenuto equipollente al certificato di lecita provenienza e copia di tutta la documentazione attestante la legittima circolazione della moneta nel tempo (fatture, ricevute, foto ecc.). Ma che succede se il venditore (privato) si rifiuta o non è in grado? La legge glielo impone? La mia risposta è NO. Che possibilità ha allora l’acquirente? 1. Rinuncia all’acquisto (STRADA ASSOLUTAMENTE PREFERIBILE); 2. Acquista ugualmente esponendosi al rischio di commettere un reato e incorrere in tutti i guai connessi (opzione sconsigliata, ovviamente). Come vedete stiamo dicendo la stessa cosa ma con la differenza che mi sono permesso di puntualizzare che non c’è norma di legge che imponga al venditore privato di fornire la certificazione di cui parliamo. Documentazione che, in ogni caso, ha quale unico scopo (sia che si acquisti da privato che da professionista) quello di agevolare l’onere della prova (che può essere offerto comunque anche con altri mezzi) nell’ipotesi in cui venga contestata l’illecita provenienza della moneta acquistata e successivamente rivendicata dallo Stato. Mettiamola così: il buon senso, in questo caso, sopperisce a una lacuna di una legislazione che, pur prevedendo serie consegue per un acquisto incauto, nessuna prescrizione fornisce in merito alle cautele da adottare quando si compravende tra privati. E allora va pure bene dire che quando si compra da privato è OBBLIGATORIO farsi rilasciare tutta la documentazione dal caso a patto, però, che non si dica che detto obbligo sia codificato (ed è solo questo che stavo cercando di sostenere: l’assenza di codificazione). Spero di essere riuscito a spiegarmi questa volta. E mi si dica pure che non si condivide (argomentando) ma non che sono confuso... è una affermazione che trovo poco edificante. Vi prometto che ho chiuso davvero e non vi tedio più. Saluti
    4 punti
  7. https://www.cronacanumismatica.com/la-prima-rarissima-moneta-italiana-con-valore/?fbclid=IwAR2zp5IUrJZMTrgNTZjdDqhsbcNFW7XRzQeVm9ky067BSDTNGZKSLgJJAdo
    3 punti
  8. Avendo un po' di tempo, sono andato a guardare i risultati della NAC 108. Il grosso di Michele Morosini che partiva da € 1.600 ha realizzato € 2.500 che con i diritti d'asta arriva a € 3.030. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  9. Ciao, considerando che è riconosciuta la presenza dei numeri (come anche le lettere e i simboli) da almeno il 2 (l'1 non mi è mai capitato di vederlo) al 9 è lecito classificarlo come numero 7,anche perché ne detiene le caratteristiche visive, il timone lo immaginerei alquanto diverso, inoltre non mi è mai capitato di vedere un simbolo che fosse paragonabile ad un timone, anche se in numismatica niente deve essere dato per scontato...
    3 punti
  10. Da "La monetazione incusa della Magna Grecia" ( G. Gorini - 1975 ) due brani per ricordare le ipotesi di non pochi scrittori di fine Ottocento, che hanno visto in Pitagora una fonte quasi diretta per quella particolarissima monetazione .
    3 punti
  11. Ho mentito e mi perdonerete, ma con Banksy è difficile essere definitivi. Aggiungo l'ultima sua opera in solidarietà con il movimento Black Lives Matter per l'omicidio di George Floyd...
    3 punti
  12. Trovo le argomentazioni di Allek pertinenti e ben argomentate. Purtroppo la legislazione italiana ha molte lacune in questo campo. L’ideale sarebbe poter avere delle norme comunitarie - semplici dirette e chiare - valide per tutti i paesi europei. Si faciliterebbe cosi molto il commercio e si stabilirebbero chiaramente i confini del lecito senza tema di ritrovarsi nell’illecito senza saperlo perche le norme sono confuse, lacunose e moltissimo arbitrio viene poi lasciato al giudice di turno. Ma ovviamente questo e’ pura utopia...?
    3 punti
  13. Buongiorno a tutti, mi farebbe piacere leggere vostri pareri in merito alla conservazione di questo esemplare. Tornese con Tosone 1636 Filippo IV Simbolo 7 davanti al busto.
    2 punti
  14. Ciao Oggi ho fatto alcune foto, non sono il massimo ma spero siano abbastanza chiare. Questa moneta fine anni 60 è stata fino ad un anno fa nella confezione originale della Zecca ed ora riposa in un album (sempre in plastica). A mio parere la plastica non l'ha minimamente danneggiata. Il colore mi sembra simile alle 100 L. molto più giovani e non ha nessuna patina. Se alcune monete hanno cambiato il loro aspetto (patina opaca, macchie o quant'altro penso sia dovuto al fatto che sono state conservate in ambiente troppo umido. C'è anche da dire che ogni moneta per mille motivi ha una reazione diversa al tempo che passa. Saluti
    2 punti
  15. Credo che Venezia non sia proprio in previsione essendoci il Montenegro anche se del 2012. Inserirsi qui con i costi sempre alti potrebbe voler dire lavorare in perdita. Ma credo che l'unico che possa rispondere a questa domanda sia proprio Varesi.
    2 punti
  16. Salve Mi aggrego volentieri con il mio vissuto Grano Cavalli 1789 di Ferdinando IV Siciliae Rex Rame: 5,7 g, 25 mm
    2 punti
  17. Questa antica città della Tracia corrispondente all'attuale Kjustendil, in Bulgaria, situata nella fertile vallata della Struma, tra il suo affluente, il fiume Banštica, e la collina di Hisarlăka, nei pressi di fonti termali, su una deviazione di un'importante arteria stradale, la Via Egnatia, tra Serdica e Stobi. Caratterizzata da notevole fioritura economica e culturale a partire dagli anni di regno di Traiano, quando venne chiamata Ulpia Pautalia, la città si era sviluppata nell'area di un villaggio tracio (tribù dei Denteleti), la cui origine si fa risalire agli inizi dell'Età del Ferro. Il nome di Pautalia dovrebbe significare «fonti zampillanti» o «città delle fonti». Trasmesso in diverse varianti Παυταλία, Παυτά, Πανταλεία, esso si incontra su monumenti epigrafici e numismatici databili dal II alla metà del V secolo. In un'iscrizione d'epoca adrianea (135) si allude a una nuova basilica di P.; sulle monete coniate da Antonino Pio (138-161) a Caracalla (211-217) la città è ricordata come ουλπιας παυταλιας, mentre più rara è la leggenda παυταλιωτων «moneta degli abitanti di Pautalia». È menzionata dal geografo Claudio Tolemeo e, più tardi, nella Tabula Peutingeriana e nelle opere di scrittori del V-VI sec. (Ptol, Geog.,III, 2, 7; Tab. Peut.,19; Malchus, Byzantiaka; Hierok., Synek., 654, 4; Procop., Aed., IV, 1, 4; Marcellinus Comes, Chronikà, 516,). La città era munita di una cinta muraria. La prima, costruita in pietra in pianura, si data agli anni di regno di Marco Aurelio e di Commodo e fu innalzata per far fronte agli attacchi dei Costobochi (170), come a Serdica, a Filippopoli, ad Augusta Traiana e a Marcianopoli, città in cui la stessa datazione delle mura è confermata dalla presenza di iscrizioni edilizie. La superficie difesa (29,30 ha) ha la forma di un poligono allungato, quasi un rettangolo. Le mura sono realizzate in opus quadratura, opus vittatum mixtum, opus vittatum, opus caementicium·, hanno torri circolari e semisporgenti alle porte, circolari angolari e rettangolari mediane, in parte sporgenti dalla cortina. La porta orientale riportata alla luce è del tipo a trìpylon, con grande ingresso centrale per il passaggio dei carri, fiancheggiato su ciascun lato da uno per i pedoni. I quattro periodi costruttivi (III e VI sec.) testimoniano le situazioni tumultuose in cui vennero a trovarsi le terre tracie; le mura costruite nella tarda antichità sulla collina di Hisarlăka si mettono in relazione con le iniziative dell'imperatore Giuliano nell'Illiria. Di forma irregolare, si adattano alla configurazione del terreno e racchiudono una superficie di 2,17 ha. Sono costruite in muratura mista, con fascia di quattro e cinque mattoni, con torri rettangolari, triangolari e circolari sporgenti al di fuori della cortina, con due porte principali e alcune postierle. Si datano al IV sec., con restauri nel V e VI; furono utilizzate durante il Medio Evo, all'epoca del secondo stato bulgaro e nel periodo della dominazione ottomana. Nell'area della città antica sono stati riportati alla luce numerosi complessi architettonici pubblici e privati: terme, botteghe, una chiesa paleocristiana. Monumenti epigrafici ricordano che a P. furono attivi architetti di origine greca, i fratelli Laomedonte e Glaukias; e che esisteva qui uno speciale collegium, quello degli «epimeleti», al cui controllo era sottoposta l'edilizia. Nell'agorà si trovava una basilica civile dell'epoca di Adriano e nelle sue immediate vicinanze era un orologio solare, testimoniato da fonti epigrafiche. Ai piedi della collina boscosa, come suggeriscono le raffigurazioni su monete coniate nella stessa P., si innalzavano i templi di Asclepio, Igea e Telesforo, di Zeus e di Hera, di Apollo e di altre divinità, della cui ricca ornamentazione restano numerosi frammenti architettonici e mosaici pavimentali policromi. Placchette votive in terracotta e marmo e statuette in bronzo fanno luce sulle singole aree di culto e sull'esistenza di abili botteghe locali, che produssero anche raffinati balsaman, statuette e applicazioni di carri. La città possedeva preziose opere d'arte, tra cui repliche di statue di Prassitele (v.) (Hermes con Dioniso bambino e Satiro) e di Lisippo (v.) (Eracle che strozza un leone, Eracle tipo Farnese ed Eracle con clava sulla spalla) e repliche di opere d'epoca ellenistica (il famoso Gruppo delle tre Ninfe, la statua di Asclepio). Nella città-venne eretta anche una statua equestre di Lucio Vero. Iscrizioni attestano la presenza a P. di scultori, giuristi, retori, sofisti e di un ginnasiarca. http://www.treccani.it/enciclopedia/pautalia_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)/
    2 punti
  18. @Gianluca S. Ciao Gianluca : ognuno di noi è libero di collezionare ciò che lo interessa, che gli piace : ci mancherebbe. Quelle che hai mostrato sono una delle tante iniziative commerciali che soprattutto anni addietro sono state molto frequenti e che si rivolgevano non tanto a collezionisti con un po' di esperienza ma a neofiti o persone che pensavano di fare un affare redditizio, spinti dalla reclame che le aziende emittenti fornivano con certificati di garanzia sul titolo del metallo impiegato, nonché spesso l'elenco di sponsorizzazioni prestigiose, belle confezioni, garantendo "tirature limitate" , ecc. Tutto vero, ma chi poi ha provato a venderle spesso - quasi sempre - ha realizzato soltanto il controvalore del metallo, ove fosse Oro o Argento : una cifra molto più contenuta di quanto erano state pagate all'atto dell'acquisto. Il Valore commerciale di una medaglia lo stabilisce il mercato, cioè la richiesta, e questo tipo di "roba" non è ricercato dai collezionisti ed appassionati di medaglistica : ti basta recarti una volta ad una Mostra/Mercato del settore per verificarlo di persona. Tutto questo per fornirti un orientamento circa il prezzo che pagherai se procederai nell'acquisto. Buona serata.
    2 punti
  19. 2 punti
  20. E' uscito un libro dedicato alla normativa riguardante le monete. LA TUTELA DEI BENI DI INTERESSE NUMISMATICO, Atti del Convegno di Studi 18 maggio 2018 - Università di Roma ''Tor Vergata'' a cura di Arnaldo Morace Pinelli, G. Giappichelli Editore, Torino 2020. Ne consiglio la lettura a tutti. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  21. Seguo Litra nella scia delle Schede in cui la Telecom propagandava i propri servizi : in questo caso le chiamate all'Estero e quelle effettuate a prezzo scontato nei Giorni Festivi : incisivi ed efficaci i disegni al verso delle Schede.
    2 punti
  22. Lo zloty polacco é l'unica valuta che non ha cambiato denominazione nel corso degli anni, mentre tutte le altre nazioni attualmente adottano l'euro?
    2 punti
  23. Un'altra entità non più esistente, East Africa
    2 punti
  24. Condivido pienamente l'assunto di @Sirlad. In merito alla mancata chiara previsione civilistica lamentata da @allek rappresento, a semplice titolo di esempio anche se apparentemente inappropriato, che nell'ambito del diritto societario sono assai poche le disposizioni normative rivolte ai soggetti mentre è assai ampia la giurisprudenza di merito che, molto spesso, ha argomentato le proprie sentenze di condanna nell'ovvieta' dei comportamenti che i soggetti avrebbero dovuto tenere. Cordialmente
    2 punti
  25. Direi che Michele Morosini a 480 euro è regalato. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  26. Anassimandro di Mileto 610-546 a.C. Discepolo e forse parente di Talete, individuò il principio di tutte le cose nell'infinito (apeiron) da cui tutto nasce e in cui tutto ritorna. L'infinito è in movimento e dal suo muoversi nascono gli esseri, per separazione... nascono infiniti mondi. In essi si evolvono piante ed animali ; l'uomo - ad esempio - è un evoluzione di animali marini. Ogni nascita, ogni separazione dal tutto è una ribellione la cui colpa viene cancellata dalla morte che è il ritorno al tutto.
    2 punti
  27. Buonasera, certamente è una provinciale romana di Nerone (al diritto si legge chiaramente NEΡΩN). Se nel frattempo non l'avranno fatto altri, in serata penserò ad un classificazione precisa. HIRPINI
    2 punti
  28. Buonasera Gianfranco, in base alla tipologia del rovescio con VIRTVS EXERCITI, questo "AE4" può essere riferito a due imperatori romani, figli di Theodosius I Magnus e di Elia Flaccilla: Arcadius (383-408) e Honorius (393-423). In mancanza della legenda al diritto, non è possibile attribuire la moneta all'uno o all'altro, data anche la somiglianza tra i due; per il rovescio non è invece possibile individuare la zecca dove la moneta fu battuta (Heraclea, Constantinopolis, Nicomedia, Cyzicus, Antiochia, Alexandria). Quindi, un AE4 di Arcadio, o di Onorio. Ne posto uno di Arcadio a puro titolo di esempio: HIRPINI
    1 punto
  29. Medaglia devozionale , bronzo/ottone, della seconda metà del XVII sec.- D/ Busto Di Gesù volto a dx, con nimbo.- R/ Busto di Maria velata con nimbo, volta a dx, medaglia anepigrafe, tipologia molto diffusa. Ciao borgho
    1 punto
  30. Complimenti @miza è un ottimo esemplare.
    1 punto
  31. Ciao, esiste eccome ! Sarebbe il Muntoni 101, con firma TM, ma in aggiunta la tua moneta presenta anche la "V" in APOSTOLORVM, invece della classica "U". Una variante che a mio parere è RR, non presente sul Muntoni ma sui testi precedenti, CNI 350-355 e Serafini 483. Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  32. E lo sò purtroppo… ma a suo tempo ho fatto leva su i suoi difetti ed il prezzo finale è stato talmente piccolino (6 euro) che l'avrei presa anche se c'era del nastro adesivo
    1 punto
  33. Ciao Luca, sono confortato che la mia iniziale impressione, dopo avere visto le foto della moneta, sia stata confermata dagli esperti del forum e che ti sia ravveduto nell'acquisto prima di "buttare" non pochi soldi. Occhi aperti quindi e avanti sì con la nostra collezione di monete estensi ferraresi, ma come diceva quello... "adelante con juicio"! Un saluto. Antonio
    1 punto
  34. @nikita_ ecco nuove foto, spero vadano bene
    1 punto
  35. Sono convinto che i segni segreti fossero trascritti in qualche documento accessibile a pochi. La finalità di essi era quella di individuare i falsi (sia quelli di zecca che quelli di zecche clandestine) e particolari emissioni. Senza una trascrizione la capacità probatoria dei segni segreti sarebbe nulla, dato che fare appello alla memoria dell'alto funzionario di zecca sarebbe poco affidabile. Inoltre, le monete circolavano per decenni dalla loro coniazione e se nel frattempo il maestro di zecca (o altra persona custode dei segni segreti) morisse, che utilità avrebbero tali segni? Ricordo un articolo di Michele Cappellari dove è riportato un documento nel quale si indicano espressamente quali fossero i segni segreti apposti su alcune monete di Vittorio Amedeo III.
    1 punto
  36. Salve giacutuli in merito alle torrette io è parecchi mesi che faccio uno studio e sono arrivato ad una conclusione giusta o sbagliata che sia per me è quella. Allora leggendo una nota su un libro che faceva riferimento allo stemma del Portogallo precisava che i 7 puntini riguardavano le attinenze dei re del Portogallo con i re di Spagna e non le torrette che per me li hanno usate solo per contorno,se no non si spiega tutte le differenze di numero di torri ti faccio un elenco di monete controllate. Mezza piastra 1760=7 torrette piastra 1766=8 torrette mezzo ducato 1785=8 torrette ducato 1785=9 torrette ducato 1784=10 torrette mezze piastre e piastre dal 1786 in poi 10 torrette solo 1798 9 torrette 10-20-60- grana Ferdinando I=7 torrette 10 grana francesco I =8 torrette 20-60 grana francesco I =15 torrette 120 grana francesco I =11 torrette 10 grana ferdinando II =12-13-14 torrette 20 grana ferdinando II =14 torrette 60 grana ferdinando II =11 torrette 120 grana ferdinando II = 12 torrette con errori 10-11-13 20 grana francesco II = 14 torrette 120 grana =12 torrette Vedi tu quante differenze io sono di questa idea che erano messe solo per racchiudere il contorno giusto o sbagliato io lo tengo per me.
    1 punto
  37. Zecca di Brindisi, denaro per Corrado I https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CR1/3 Ciao Mario
    1 punto
  38. Sono sempre molto invidioso di quelli che sanno navigare nella baia. Io mi ci perdo subito e trovo solo ''ciofeche''.... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  39. Per le monete in acmonital (50 e 100 lire) non vi è alcun problema anche se inserite in taschine dei fogli di plastica. Per tutti gli altri metalli e tagli di monete (argento, alluminio, cupronichel, bronzital, italma) se vuoi preservare a lungo il lustro la soluzione ottimale per me rimane la capsula. Ti sconsiglio anche gli oblò (sia pinzati che adesivi) Insomma con le capsule risolvi il problema una volta x tutte e stai tranquillo x sempre.
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  40. condivido, seguo sempre ACM aste, spesso vi sono delle rarità a prezzi interessanti, nell'ultima per esempio con base 1 euro sono passati gli 8 tornesi del 1816 e 1818 . Vi era anche un 10 tornesi 1798 (..) punto punto, il 120 grana di Francesco I° 1859 aquilette rovesciate, (rimasti invenduti), tante devozionali a costi bassissimi ecc. ecc. Saluti Michele
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  41. La medaglia scelta per la giornata di oggi celebra il primo anniversario di fondazione della Città del Vaticano. Si tratta di una medaglia coniata di massimo modulo realizzata nel 1930 anno IX del pontificato di Pio XI. Con i limiti della foto d'archivio...propone al verso il medesimo soggetto della medaglia annuale anno IX: la vista aerea della Città del Vaticano sormontata da due Angeli che reggono uno stemma ovale contenente le insegne Papali, il triregno sulle chiavi decussate. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AF159/2
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  42. Lanfranchi di Lari (Pisa)? Solo un'ipotesi! https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjE5q3U2O3pAhUQuIsKHRwTCSwQFjAAegQIFhAB&url=https%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FLari_(Casciana_Terme_Lari)&usg=AOvVaw0S48aRB0CFhamQ9MG4oS3j https://it.wikipedia.org/wiki/Lanfranchi
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  43. 1938 Jugoslavia - Pietro II° - 50 Para + 1, 2, 10 Dinara
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  44. Antille olandesi, paradiso fiscale esistito dal 1954 al 2010. 5 gulden del 1967 Particolare del dritto: il ponte di barche negli anni '60 il ponte di barche oggi
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  45. Ho controllato sul CNI trovando corrispondenza solo per il D ( o R ? ) evidenziate in rosso, n 332 del vol XIX
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  46. E' un timore logico, ma secondo me non ci si può fermare solo per questo. Spero che la lezione greca l'abbiano imparata tutti... Nel caso della Bulgaria non è un problema dato che hanno da sempre il cambio fisso con l'euro: sono abituati a campare in ogni situazione senza intrallazzi vari con "fattura" da far pagare a chi verrà dopo, e di certo non rinunceranno alla sicurezza dell'aggancio all'Euro per rischiare di finire sbranati dalla speculazione. Va detto che l'azione speculatrice è stata comunque limitata grazie all'intervento della BCE, e tutto sommato alla solidità stessa dell'Euro come valuta. I vari John Paulson e Nigel Farage in giro per il mondo erano convinti che l'Euro sarebbe crollato dopo la crisi del 2008, ma hanno capito (troppo tardi per le loro scommesse finanziarie) che invece l'unione monetaria è solida e che attaccare stati che ne fanno parte non è impossibile ma sicuramente molto rischioso. Gli affezionati lettori di questa rubrica saranno i primi a vederli!
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