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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/11/20 in tutte le aree
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È indubbiamente una bella medaglia, il mercato per queste medaglie è però molto di nicchia, bisogna trovare il collezionista giusto..., di conseguenza se trovassi qualcuno che ti offre 40-50 euro, ti consiglio di dargliela subito.3 punti
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Per gli amatori, aggiungo l'abstract: Abstract: This study documents the minting of the carlino outside the mint of Naples but into the Kingdom, at the time of Robert the Wise, offering a further contribution to the cataloging of the immobilized robertini. In addition, it contains an anticipation of the modalities through which the Florentine bankers minted coins in the Kingdom of Naples. Riassunto: Questo studio documenta la coniazione del carlino al di fuori della zecca di Napoli e nell’ambito del Regno, al tempo di Roberto d’Angiò, offrendo un ulteriore contributo alla catalogazione dei robertini immobilizzati. Inoltre, contiene un’anticipazione delle modalità attraverso le quali i banchieri fiorentini battevano moneta nel Regno di Napoli.3 punti
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Carissimi tutti, Apro questa discussione per mostrarvi un recente acquisto: si tratta di gettone Olandese del 1603. Il gettone è descritto da Maurice Cammarano nel suo lavoro sulla Storia degli Spinola in Fiandra nei gettoni olandesi del XVII secolo: 1603: Editto dell'Arciduca Alberto per far rientrare i fuoriusciti Olandesi A seguito di alcuni episodi di ferocia inaudita effettuati da ambedue parti, l'Arciduca emise un editto che garantiva ai fuoriusciti Olandesi, rientrati sotto la bandiera spagnola, la restituzione del loro rango e delle loro proprietà purchè rinunciassero ad alienare i loro beni. Gli Stati Generali fecero emettere il seguente gettone satirico, per deridere la finta clemenza dell'Arciduca o forse per il mancato rispetto dell'editto stesso. D/ ALIVD IN LINGVA ALIVD IN PECTORE, Un gallo su un albero, sotto una volpe R/ IN ADVERSIS VIRTVS 1603, La piazzaforte di Ostenda3 punti
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Elagabalo, imperatore e nipote di quella nonna tanto devota alla Pudicitia, era uomo di grande delicatezza d'animo, tanto da amare alla follia non solo l'impero e i suoi due amanti, ma cosa? I fiori. Già, sembrerà strano a molti, specie a quelli di noi non troppo amanti della pittura, che l'imperatore prediligesse le rose. In un suo famoso dipinto, il grande pittore olandese Sir Lawrence Alma-Tadema volle trasferire su tela, con i suoi magici oli, la rappresentazione di una scena inverosimile, tanta è la meraviglia cromatica che è capace di sprigionare: "The Roses of Elagabalus", ovvero "Le Rose di Elagabalo". Tanti, tantissimi fiori cascanti su un banchetto, ma tanti da non poter capire, ad uno sguardo sprovveduto, cosa stia succedendo. Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), "The Roses of Elagabalus", 1888 Rosei e leggeri, i petali cadono come farfalle su splendide donne e giovani romani incoronati di serti di lauro, mollemente sdraiati sui triclini. Più in alto, una suonatrice di flauti intona melodie; in un braciere bruciano incensi profumati; in secondo piano l'imperatore con diadema d'oro contempla estasiato, o forse commosso, o forse divertito, la scena; accanto a lui la nonna Giulia Mesa, la madre Giulia Soemia, la moglie Annia Faustina, le donne di corte e un generale fedele, quello con il viso rubizzo e il bicchiere alzato, Publio Valerio Comazone Eutichiano, comandante della Legione Gallica, di stanza a Tiro; sulla destra, in basso con la tunica verde, il biondo Hierocle, amante dell'imperatore insieme all'altro, ma assente, il famoso Zotico, noto a Roma per la grandezza del suo membro. In fondo a tutto, una statua bronzea di Bacco. Il pittore di sua fantasia vi pone poi una fanciulla con qualcosa tra le mani, una melagrana: frutto di morte per i Romani, mangiato da Proserpina prima di scendere agli Inferi. Una nota dissonante in quella festa dei fiori? No. Se Alma-Tadema ci rappresenta quella festa a colori, lo storico Erodiano, contemporaneo dell'imperatore, ce ne tramanda il ricordo scritto. Un banchetto, insomma di questo si trattò, un delizioso convivio che però non aveva niente di romano, perché l'imperatore amava organizzare feste e banchetti sempre più sorprendenti e diversi, tali che dovessero ogni volta lasciare sorpresi gli amati ospiti. Gli ospiti di quella speciale festa delle rose restarono infatti molto molto stupiti, ma fino a un certo punto, oltre il quale tutto cambiò. Ci narra Erodiano: "Oppressit in tricliniis versatilibus parasitos suos violis et floribus, sic ut animam aliqui efflaverint, cum erepere ad summum non possent". In pratica Elagabalo "sommerse i suoi ospiti, sdraiati sul triclinio mobile, con viole e altri fiori, così che alcuni non riuscendo a liberarsi, morirono soffocati". Ecco come si svolsero i fatti: l'imperatore aveva fatto preparare in quella sala un falso soffitto, che reggeva una enorme quantità di petali di rosa, rose, viole e altri fiori profumati. A un certo punto il Velarium si staccò e in uno schiocco sordo una inverosimile cascata di petali e fiori inondò i convitati. La marea li coprì e li sommerse a tal punto che alcuni finirono all'Ade. Credo che quello insomma fu per Elagabalo un banchetto molto ben riuscito. - - - Erodiano, Historia Augusta, libro XXIX. "Passioni, Intrighi, Atrocità degli Imperatori Romani", F.Sampoli, Newton Compton Editori, 20073 punti
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hola; les dejo la dirección de mi blog, que trata sobre limpieza de monedas, felipes de busto y circulante de los Austrias. www.monedaslimpias.com Saludos3 punti
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Buongiorno, come acquirente lei potrà stare certamente tranquillo dal punto di vista della responsabilità penale. La moneta, invece, come detto, non potrà mai essere totalmente al riparo da rivendicazioni dello Stato. Non è da escludere, infatti, che in un secondo momento ne venga accertata una provenienza illecita. Unico dato certo è che nel momento in cui lei ha acquistato c’erano tutti gli elementi di fatto per ritenere che chiunque avrebbe potuto fare legittimo affidamento sulla bontà della provenienza (vista la natura del venditore e lo “storico” della moneta). Saluti3 punti
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Buongiorno a tutti, riflettevo sul dramma che molti hanno nel momento che realizzano che quello che hanno sempre ritenuto essere un tesoro si rivela tutt'altro. Qui sul Forum ne ho letto tante di discussioni in cui si chiedeva che valore ha, di cosa si tratta, che conservazione ha, per poi sentire l'amaro responso, che nella stragrande maggioranza dei casi è.. Patacca!!! Se va bene, riproduzione, gadget di una nota azienda dolciaria. Ecco vi siete mai calati nei panni di uno di noi che subisce un dramma del genere, credo che almeno una Patacca tutti l'abbiamo presa non solo, sono convinto che la conserviamo anche in raccolta, per carità lontano da quelle buone.. ? Intanto vi presento una delle mie, riconoscibilissima, per due motivi, primo perché rappresenta una moneta rarissima, e secondo perché porta la sigla R che da profondo ignorante in materia avevo attribuito alla zecca di Roma. Ovviamente tutto questo è successo quando ero completamente a digiuno di monetazione antica e pescandola in una ciotola al mercatino, avevo immaginato chissà quale tesoro. Ecco mi piacerebbe sentire le vostre esperienze al riguardo. Saluti Alberto2 punti
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1939 Cina - 5 Yuan Vi è raffigurato Sun Yat-sen (1866-1925) padre della rivoluzione cinese che portò alla fine delle dinastie imperiali.2 punti
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Mi ero scordato di aggiungere un'osservazione: per il fregio si ipotizza che sia un sacerdote etrusco quindi anche il bronzetto potrebbe esserlo ugualmente. Naturalmente sono solo congetture in attesa di qualche conferma esterna. Inoltre cosa interessante, ma non collegata direttamente (l'arco temporale è troppo ampio per poter avere qualche appiglio, in virtù dei cinque secoli di distanza), ho scoperto che nell'Italia centrale si era diffuso il culto di Iside e che i suoi sacerdoti erano soliti radersi il capo, come risulta anche da una testa in pietra di sacerdote isiaco proveniente proprio dall'Italia centrale, precisamente da Gubbio. Vi posto un articoletto su questo: "Uno scavo archeologico condotto in località Vittorina a Gubbio, nei primi anni ’80, sembra dimostrare la diffusione di culti orientali (in particolare di quello isiaco ) in questa zona impervia e montuosa del centro Italia, dove un tempo sorgeva l’antico centro umbro di Ikuvium, divenuto nel 82 a.C. municipio romano. Il ritrovamento di due interessanti reperti archeologici, riconducibili alla tradizione egizia e al culto di Iside, sono la prova che nell’entroterra dell’appennino umbromarchigiano vi furono devoti e sacerdoti di Iside fin dal II secolo d.C.. All’interno del museo civico locale si possono ammirare i due reperti: un bronzetto raffigurante il dio bambino Arpocrate (Horus), e una testa scolpita nel marmo risalente al 300 d.C., identificabile con un sacerdote di Iside grazie alla croce distintiva che risulta incisa sopra la tempia destra, a riprodurre la cicatrice a forma di tau semitica che i sacerdoti isiaci erano soliti procurarsi per motivi rituali. Come spesso purtroppo accade, vuoi per mancanza di fondi vuoi per mancanza di volontà, gli scavi archeologici, per quanto interessanti, non sempre conducono ad ulteriori ricerche. Ed è davvero un peccato, perché uno scavo come quello effettuato in località Vittorina, a sudest dell’abitato di Gubbio, ha riportato alla luce una necropoli di età imperiale in cui erano stati sepolti sia schiavi che liberti, ed ha permesso di scoprire che tra queste classi sociali che frequentavano l’Ikuvium romana era praticato il culto per la dea egizia Iside. Il primo aspetto interessante è che tutte le sepolture scoperte nella necropoli eugubina presentano lo stesso tipo di orientamento nordovest – sudest. Tutte, tranne una. La tomba classificata con il n. 117, databile tra il 112 e il 140 d.C., si differenzia infatti dalle altre perchè è l’unica ad essere orientata lungo la direttrice nordest – sudovest, cioè esattamente perpendicolare rispetto alle altre. Al momento dell’apertura della tomba a fossa, giaceva supino al suo interno lo scheletro di una devota di Iside, forse una sacerdotessa della dea, che al momento della morte poteva avere tra i 35 e i 45 anni. La testa della defunta era orientata verso nord-est e le sue braccia erano in posizione conserte. Nella mano sinistra la defunta teneva un piccolo sistro bronzeo, antico strumento musicale ad uso rituale che troviamo spesso rappresentato tra gli attributi di Iside. Accanto al sistro era visibile anche una strana macchia grigia all’altezza del ventre. Sempre al momento del ritrovamento, due unguentari di vetro erano collocati lungo il lato destro del corpo, vicino all’anca e accanto al ginocchio. Nella tomba vennero trovati anche due recipienti per unguenti, un bicchiere, un chiodo di ferro e un sesterzio di Traiano, che ha consentito peraltro di datare la sepoltura all’epoca traianea permettendo così di ipotizzare che nel corso del II secolo il culto di Iside si era già diffuso da Roma al territorio eugubino. La descrizione della tomba n. 117 rivela inoltre la presenza di interessanti tracce lasciate nel corso dell’ultimo rito funerario che fu riservato alla defunta: ai quattro angoli della sepoltura erano stati collocati quattro tymiatheria in ceramica, ovvero quattro incensieri ad uso rituale. Considerando l’orientamento nordest – sudovest della tomba, è evidente che gli incensieri si trovavano esattamente in corrispondenza dei quattro punti cardinali. Presso l’incensiere posto a nord della fossa c’era una lucerna a disco con tanto di bollo. Mentre l’incensiere posto all’angolo sud era provvisto di un frammento di bacino fittile su un lato, fissato verosimilmente per proteggere la fiamma dal vento che forse durante il rito funerario soffiava proprio da quel versante. Sorprendente è anche la presenza di alcune tracce di tessuto di lino nero, rinvenute al momento dello scavo in uno dei quattro incensieri. Analizzando il frammento di tessuto che si è conservato fino a noi, si è potuto notare che esso presenta ancora i resti di una cucitura servita ad unire due teli di lino nero. Torna in mente la famosa descrizione della dea che Apuleio fa nell’episodio de L’Asino d’Oro, laddove Iside appare a Lucio sotto queste sembianze: “Indossava una tunica di bisso leggero, dal colore cangiante, che andava dal bianco splendente al giallo del fiore di croco, al rosso acceso delle rose, ma quello che soprattutto confondeva il mio sguardo era la sopravveste, nerissima, dai cupi riflessi, che girandole intorno alla vita le risaliva su per il fianco destro fino alla spalla sinistra e, di qui, stretta da un nodo, le ricadeva sul davanti in un ampio drappeggio ondeggiante, agli orli graziosamente guarnito di frange” (L’asino d’Oro, XI, 3). L’autore descrive così il nerissimo mantello a frange della dea, caratterizzato tra i due seni dal cosiddetto nodo isiaco. Questo simbolo, derivato da un antico amuleto egizio detto tjt, aveva una funzione magica che assicurava, a chi lo indossava, protezione sia in vita che durante il viaggio nell’aldilà. Per creare il nodo isiaco si usavano gli angoli superiori di una stola, in modo tale da formare un cappio che doveva posizionarsi esattamente al centro del petto tra i due seni. Forse il simbolismo di questo nodo, in ambito funerario, rappresentava come i legami allacciati su questa terra non si sarebbero potuti sciogliere neanche nella vita ultraterrena che attendeva il defunto. Bibliografia di riferimento: M.CIPOLLONE, Necropoli in località Vittorina a Gubbio in Notizie degli scavi di Antichità Serie IX vol.XI-XII 2000-2001" http://www.evus.it/it/index.php/news/reportage/in-italia-sulle-tracce-di-iside/ PS: vi allego la foto della testa di sacerdote isiaco proveniente da Gubbio e quella del bronzetto raffigurante Arpocrate - Horus , ritrovato nella necripoli della Vittorina entrambe conservati nel museo civico di Gubbio2 punti
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Come ben noto ai loro collezionisti, prima delle schede molti dei nostri gettoni del telefono erano prodotti dalla ditta IPM (Industrie Politecniche Meridionali) di Arzano (NA) la quale propose in via sperimentale alla SIP il particolare sistema di scheda "a dot". Man mano che veniva usata i dot erano bruciati da un arco voltaico, che però a volte funzionava male e azzerava il credito. Anche se questa sfortunata tecnologia non ebbe seguito la IPM cercò di buttarsi ancora nel campo e produsse schede a chip per l'Italia (per la Albacom), proponendole anche a Cuba con una sperimentazione in una scuola militare. Ma ciò non bastò e questa storica ditta fallì nel 2013.2 punti
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@Der Kaiser, mi spiace trattarti male, ma vorrei aiutarti a rimettere i piedi per terra: il feticismo, in tutti i campi (numismatica compresa) è deleterio. La tua moneta, un 3 marchi dell'impero tedesco che commemora il secolo dalla nascita dell'università di Breslavia (Universitas Litterarum Vratislaviensis) è abbastanza facilmente reperibile sul mercato a costi molto abbordabili (per 59 Euro la si può trovare in vendita in condizioni, permettimi di dirlo, molto migliori della tua https://www.ma-shops.com/weller/item.php?id=15334&lang=it ). E allora, perchè rivolgersi ad un negoziante per asportare le tracce di colla (asportazione che, molto probabilmente, il negoziante farà nel suo retrobottega utilizzando straccio ed acetone, ma facendosi pagare come fosse un guru) invece che farlo da soli, seguendo i consigli già datiti (dati a te: si può utilizzare questa struttura verbale?), con la certezza (esperienza personale) che la moneta non ne avrà alcun danno? E' già BB, con l'acetone può solo migliorare. Capisco che, nel tuo entusiasmo, riterrai offensivi i consigli che sto dandoti, ma, santiddio, è solo un disco di argento! e già passato per centinaia di mani2 punti
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Carissimi amici , mi sono mancati i vostri utilissimi giudizi sulle mie monete. Detto ciò vi faccio vedere un gran pezzo(almeno lo spero) che ho nella mia collezione privata. LoLL )) Non badate al LoLL )) scritto in modo scorretto.Oggi sono molto euforico. Bando alle ciancie che cosa ne pensate di codesta moneta da 100 lire 1960? Grazie a tutti quelli che interverranno. (i graffietti sono impercettibili ad occhio umano) ciaoo see us soon baby1 punto
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Inizio con l'allegarvi questa immagine: Si tratta di alcune monete di Postumo beccate per la rete. I rovesci sono differenti quindi si tratta di emissioni non di un solo tipo il che può tranquillamente accodarsi con alcune differenze nello stile dei vari busti. Tuttavia mi ha sempre incuriosito un tipo di busto presente in Postumo e che è riconducibile agli inizi del suo regno. Nello specifico in questa foto è rappresentato da questo: il rovescio non ve lo posto in quanto ininfluente ai fini del discorso, tuttavia, per la cronaca, si tratta di un normale VICTORIA AVG con la vittoria in corsa verso sinistra con un prigioniero ai piedi. Ora, del tipo citato (victoria) esistono versioni che hanno questo particolare busto e versioni con il busto più "classico" di Postumo (similare agli altri esemplari della prima foto). Ecco alcuni esempi: 1) Tipo "busto non usuale" 2) Tipo "busto usuale" Il busto del primo tipo si riscontra anche in altre tipologie di rovescio, la più "comune" è questa: Elmer raggruppa queste emissioni caratterizzate da questo busto tra le prime coniate da Postumo. In particolare, la prima emissione è caratterizzata dalla legenda completa al dritto: "IMP C M CASS LAT POSTVMVS P F AVG" e contempla, per gli antoniniani proprio i due tipi "SALVS PROVINCIARVM" e "VICTORIA AVG". La seconda emissione è caratterizzata dalla legenda abbreviata "IMP C POSTVMVS•P•F•AVG" e ai tipi del rovescio "SALVS PROVINCIARVM" e "VICTORIA AVG" si aggiungono anche "VIRTVS AVG" e "HERC DEVSONIENSI". Infine, dalla terza emissione, il busto diventa quello consueto e viene mantenuta la legenda abbreviata al dritto. Il RIC sul tipo "VICTORIA AVG" non fa particolari distinzioni sullo stile del busto, li attribuisce alla zecca di Lugdunum e distingue tra la versione con prigioniero ai piedi (n. 89) e quella senza (n. 90). Quello che mi chiedo e vi chiedo è: quale potrebbe essere la zecca di questi pezzi? Tenendo conto che la prima emissione Elmer la suddivide in due fasi: una prima fase, a cui attribuisce solo gli antoniniani, e una seconda fase successiva a cui attribuisce le emissioni auree. Possiamo ricondurre il tutto a Treviri? Postumo si ribella a Salonino mentre si trova a Magonza. In quel frangente Salonino ha ancora il controllo della zecca di Treviri e batte repentinamente moneta assumendo il titolo di AVG. Con l'avanzare delle truppe di Postumo, Salonino si rifugia a Colonia portando con sé quanto fino a quel momento coniato a suo nome per pagare i propri uomini. Nel mentre viene occupata Treviri dalle truppe di Postumo e la zecca inizia a battere monete a suo nome. Si inserisce la prima fase con i soli antoniniani della prima emissione con la legenda estesa al dritto e il busto approntato con vaghe reminiscenze di Salonino (apprezzabile in alcune versioni del tipo SALVS) e forse di Gallieno (vaghissimamente nel tipo VICTORIA) perché le maestranze ancora non avevano presente le sembianze dell'usurpatore. Postumo espugna Colonia e pressoché in contemporanea si inserisce la seconda fase sempre della prima emissione e quindi a Treviri si battono gli aurei. Subito dopo la conquista di Colonia e la morte di Salonino si passa alla seconda emissione con legenda al dritto abbreviata, ma ancora il ritratto ha solo vaghe sembianze di quella che è la reale immagine del nuovo imperatore delle Gallie con l'introduzione di nuovi tipi di rovescio e la contemporanea emissione di argento e oro: all'interno della zecca hanno quindi dato per assodato che il loro nuovo "datore di lavoro" sarebbe stato Postumo e le emissioni iniziano a regolarizzarsi (nel novero della prima emissione infatti, sono da ricondurre anche le errate legende del dritto che portano il nome storpiato dell'imperatore: "POSTIMVS"). Possiamo ricondurre il tutto a due differenti zecche? Postumo si ribella a Salonino mentre si trova a Magonza. In quel frangente Salonino ha ancora il controllo della zecca di Treviri e batte repentinamente moneta assumendo il titolo di AVG. Postumo appronta una zecca da campo e con mezzi approntati repentinamente battono gli antoniniani della prima emissione - prima fase compresi quelli con il nome storpiato (maestranze non propriamente abili e/o avezze abitualmente alla coniazione, una sorta di pseudo zecca locale). Con l'avanzare delle truppe di Postumo, Salonino si rifugia a Colonia portando con sé quanto fino a quel momento coniato a suo nome per pagare i propri uomini. Nel mentre viene occupata Treviri dalle truppe di Postumo e la zecca inizia a battere moneta d'oro (seconda fase sempre della prima emissione). Subito dopo la conquista di Colonia e la morte di Salonino si passa alla seconda emissione con legenda al dritto abbreviata, ma ancora il ritratto ha solo vaghe sembianze di quella che è la reale immagine del nuovo imperatore delle Gallie con l'introduzione di nuovi tipi di rovescio e la contemporanea emissione di argento e oro. Successivamente, con l'utilizzo delle maestranze esperte precedentemente impiegate presso l'atelier di Treviri iniziano le coniazioni con il busto "ufficiale" del nuovo imperatore. Quale dei due scenari secondo voi è più probabile? A prescindere da tutto, rimane comunque interessante notare l'evoluzione del busto dell'imperatore in queste prime emissioni che, nell'ambito gallico, sarà un po' il motivo ricorrente quasi a ogni cambio di imperatore.1 punto
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E' una bella medaglia, sia per stile che per "peso" si rifà al vescovo di Pavia Carlo Allorio, https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Allorio è da considerarsi una medaglia di "nicchia" in quanto potrebbe avere un limitato interesse collezionistico, sicuramente potrebbe interessare tra chi colleziona medaglie "religiose" o relative a personaggi pavesi, il valore economico, potrebbe aggirarsi tra i 50 e 100 euro, trovato l'amatore. saluti TIBERIVS1 punto
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Penny UK 'unica con la scritta abbreviata in latino? e se non lo è ne propongo io uno facile facile…. Trova l'intruso1 punto
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Buonasera a tutti, @El Chupacabra, ti ringrazio, ma credo che nel caso del l'esemplare postato, si tratti di conio sporco, le stecchette sono appena accennate all'altezza consueta ai lati delle due gambe. Chiaramente potrei sbagliarmi, sentiamo altri pareri. Saluti Alberto1 punto
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Leggo ora con più attenzione. Mi sembra di capire che ricerchi Piastre che nella legenda hanno le "A" prive di barretta orizzontale. Penso di averne una, non è un 1858, ma un 1854. Anche qui la foto lascia a desiderare, ma penso sia possibile vedere il "difetto".1 punto
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Buonasera, come tutti anche io sono passato dalla patacca, nel mio caso uno scudo 1901, ma almeno veniva dal famoso “cassetto del nonno” e non ci ho speso nulla? Era un falso davvero pessimo ma io praticamente non collezionavo ancora; ricordo che la delusione fu davvero grande, ma mi ci sono affezionato e continuo a conservarlo gelosamente tra le monete autentiche. P.s. faccio anch’io i complimenti a @Litra68 che propone sempre discussioni interessanti. Giacomo1 punto
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Ciao. Io ho quasi sempre acquistato da aste e negozi di numismatica, ma anche cosi' una volta mi hanno rifilato una moneta non buona.. ma grazie alla perizia di un noto numismatico, ho avuto indietro i soldi spesi. Comunque anche nel negozio a volte puo' capitare l'errore, ma se la persona che ti vende la moneta e' seria, di solito riconosce l'errore. A volte non sempre si riesce a fare l'affare.. a meno che non si e' esperti di quel tipo di monetazione ( sempre meglio specializzarsi su un ristretto campo ) oltretutto da' anche piu' soddisfazione.1 punto
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Date le condizioni della banconota direi che la guerra d'Africa se l'è fatta veramente…. * Il biglietto di poc'anzi (post 1292) anche se quasi identico a quello circolante in Italia * , era destinato ad essere utilizzato esclusivamente nei territori del corno d'Africa.1 punto
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Salve aggiornando la situazione delle 2 dracme in asta CNG, la situazione è la seguente: è stata ritirata la dracma di colore più chiaro quella del post n. 2 che essendo di produzione un po' più vecchia è pubblicata su un bollettino ufficiale dei falsi, mentre quella al post n. 1 fa parte di una sfornata di falsi successiva e non è stata pubblicata sul bollettino ufficiale in quanto il bollettino stesso da tempo non viene aggiornato. Quindi la dracma trattata al post n. 1 di questa discussione, che ora ha raggiunto i 225 dollari credo che verrà venduta.1 punto
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1939 Africa Orientale italiana - 50 Lire L'A.O.I fu un possedimento coloniale italiano dal 1936 al 1941 (ufficialmente la perdita del possedimento si svolse nel 1947)1 punto
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Il penny inglese è l'unica che ha un'iconografia che fa parte integrante di una composizione?1 punto
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Il dritto di questo gettone si riferisce alla favola di Esopo del Corvo e la Volpe (anche se è raffigurato un galletto), ripresa poi da Fedro e successivamente da Jean de la Fontaine. La morale ci mette in guardia dal prestare ascolto all'adulazione. Ai Royal Museums Greenwich è conservata una versione del gettone in argento.1 punto
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Buona sera, ho appena ricevuto il testo da lei indicato. Mi piacerebbe riprendere la discussione all'esito della completa lettura del volume, nei prossimi giorni. Nel frattempo grazie per il prezioso suggerimento. Saluti.1 punto
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In effetti una serie speciale bisognerebbe considerarla una sorta di specializzazione, tipologicamente ne basta una, se si vogliono fare le varie emissioni ne bastano cinque esemplari (A-B-C-D-E). Come per chi colleziona le varie date di una specifica moneta, quando intende specializzarsi alle diverse date va ad aggiungere falsi d'epoca, diversi allineamenti, varianti, prove ecc. Se di una specifica moneta esiste una data molto rara, questa sarà ambita e ricercata, ma fa parte di quell'intera emissione che un collezionista vorrebbe nella sua raccolta completa, si tratta del classico tassello mancante che uno si prefigge di possedere (avendone la possibilità economica) o prima o poi. Sempre della stessa tipologia di moneta esiste pure la 'prova' ed è costosissima? ok, ma credo che non sia necessario possederla a completamento dell'intera serie. Ritornando alla 50.000 Bernini primo tipo: questa banconota, per esempio, ha di raro la normalissima serie E , dato il costo in FDS è già un obiettivo per chi colleziona le varie emissioni. C'è chi vuole integrare la serie con sostitutive, specimen, radar, tripla A, numeri bassi ecc.? perché no? sono io che non li reputo necessari, in ogni caso essendo gli interessati in minoranza il futuro di queste banconote "diverse" è incerto, e dato l'elevato costo le conseguenze potrebbero essere spiacevoli. Il piacere di possedere una R5?.... può darsi che sia importante per qualcuno… personalmente penso sempre a quel 25 lire in qFDS di egual valore.1 punto
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Quanto a Efeso ricordiamo anche l'importanza fondamentale ritrovamento del tesoro nel sito del Tempio di Artemide per le monete primitive in elettro. Occasione, questa, per dire che nell'antichità le monete delle epoche precedenti non andavano affatto "fuori corso", essendo ancora rilevante (ma non esclusiva) la componente del metallo fisico contenuto. Per cui ognuno di questi illustri filosofi entrò in contatto non solo con le monete sue coeve, ma anche con quelle precedenti (che restavano usate per secoli) ed anche con alcune più "internazionali": queste ultime caratterizzate da un tipo costante nei secoli: tartaruga di Egina, civetta di Atene, etc...1 punto
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Buongiorno a tutti, cosa c'è di meglio per iniziare la giornata, di essere accolti da un bel sorriso. A quanti sarà capitato di stare in fila davanti alla cabina telefonica, magari con dentro una bella Ragazza.. ? Le mitiche cabine salva pioggia. Saluti Alberto1 punto
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Io mi sono sempre chiesto se il valore delle serie sostitutive si conserverà nel tempo. In fin dei conti si tratta di una particolarità. L'interesse è riservato a chi colleziona ogni emissione (lettera finale A - B C, ecc. ), comprensiva delle serie sostitutive. Il collezionista tipologico non è interessato, e spende 25 euro per il tipo più comune in FdS. Il vantaggio di questo tipo di collezionismo è che è rappresentativo del collezionismo delle banconote repubblicane (con gli euro se non erro le sostitutive non sono più riconoscibili). Lo svantaggio è che tra una generazione, un certo tipo di collezionismo tanto di nicchia non attecchisca più tra i nuovi collezionisti, con tutte le conseguenze del caso. Che ne pensate?1 punto
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E' Cuba, 50 centavos. L'unico Stato non appartenente all'America Meridionale e, inoltre, è uno Stato insulare…...1 punto
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Buongiorno @ARES III, frammento interessante, ammettendo un posizionamento geografico in area centro Italica, ammettendo l'appartenenza alla facies etrusca, ipotizzerei essere un generico bronzetto votivo, nella migliore delle ipotesi potrebbe trattarsi del frammento di un "ombra della sera", enigmatiche statuette non del tutto comprese dagli studiosi. Da quello che posso intuire dalla foto la testa non mi pare calva, anzi, la depressione che attraversa la fronte potrebbe indicare una sorta di capigliatura con frangia e le ondulazioni sula cima del capo eventuali ricci. Tralascerei tutto iI discorso isiaco, la situazione del "pezzo" è troppo aleatoria per poter trarre conclusioni definitive, naturalmente questa considerazione riguarda anche le mie di... considerazioni. ? Saluti Adelchi. P. S. @ARES III sempre stimolante, complimenti.1 punto
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Hallo Kaiser, anche il mio metodo sarebbe acetone puro + cotton fiock e poi bagnetto in acqua distillata, asciugandola tamponando. Potresti poi fare delle foto più a fuoco e di entrambi i lati, e magari anche a qualche dettaglio (scudo, corona, etc.)? L'hai pesata? Servus, Njk1 punto
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Certo, mi piace lo stile di G. Aulisio ed è anche molto competente su queste dracme. Conosco cmq anche @gpittini, ma credo che ognuno di noi possa evolvere studiando fino ad arrivare ad una buona conoscenza.1 punto
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Buon giorno, Lire 5 1939 Città Del Vaticano Moneta che Amo e conservo da tantissimi anni.. ?1 punto
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Eh eh eh...ciao Dani @DARECTASAPERE! Avevamo già chiacchierato insieme di questa tua strepitosa aggiunta. Moneta mai vista in nessuna asta "di riferimento" (manca anche nella collezione Rossi del 1880), e già questo la dice lunga. Alla sua eccezionale rarità si associa una conservazione davvero fuori dal comune per questa tipologia di moneta. Ti aggiungo un piccolo dato relativo come dici tu ai "non passaggi d'asta". Ho da pochissimo aggiunto alla mia biblioteca specializzata, il listino della celeberrima asta Finarte 1970 (curata da DeFalco) e il raro listino Ratto "Monete Papali – Parte I-II-III" del 1932-1933: beh questa lira manca pure lì! Complimenti ancora Michele1 punto
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Buongiorno a tutti, 1 LEK Albania 1939 Vittorio Emanuele III1 punto
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Vi propongo la mia coppia di "Aquile rovesciate". Le foto non sono un granché, ma a mia discolpa sottolineo che le feci tempo fa quando ancora stavo prendendo le misure con le apparecchiature.1 punto
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Buonasera, alcune case d'aste italiane "minori", guardando su Dea Moneta, hanno il costo delle commissioni al 15% , spese di spedizione con plico assicurato a 10 euro. saluti Michele1 punto
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Commissioni ‘oneste’ al 20% ? ricordo quando erano al 13%—15%... ho sempre piu’ l’impressione che i costi di ‘handling, insurance, shipping’ includano una commissione suppletiva mascherata. poi certo tutti dipende da cosa ho acquisito. Se la moneta acquisita vale 2x il prezzo pagato avro’ comunque fatto un affare..1 punto
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Aggiungo alla discussione un crocefisso medievale in piombo da pellegrino facente parte della mia collezione. L’iconografia, se non sbaglio, è quella del volto santo di Lucca. ?1 punto
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Ciao, tra i vari acquisti del 2019, direi che questo va al primo posto: CLEMENTE VII, Quarto di Ducato ossidionale del 1527, battuto durante il "Sacco di Roma". Michele1 punto
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