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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/20/20 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti. Filippo II 2 Cavalli del primo tipo. D/ testa nuda volta a destra, in basso fiore, intorno PHILIPP ARAGON VTR (senza punteggiatura) Dietro la testa monogramma IBR Giovan Battista Ravaschiero. Il tutto entro cerchio perlinato. R/ Corona Reale con tre globetti, intorno SICIL. ET HIERVSAL chiusa da una croce potenziata, il tutto entro un cerchio perlinato. Peso grammi 2,73 La moneta è tutta leggibile e in alta conservazione per la tipologia. Un caro saluto, Rocco.
    6 punti
  2. Passato come un fulmine sul noto sito, un paio di giorni trascorsi, il tanto atteso 2 Cavalli di Filippo IV di Spagna; era da anni che mi chiedevo come mai, nella monetazione di Michele Cavo, del periodo, mancasse il conio del nominale da Due Cavalli. Quando misi su carta, nel lavoro sulla monetazione di Napoli degli 1616-1623, tutta la serie delle monete battute dal Cavo, mi saltò all’occhio questa mancanza, ma speravo che il tassello mancante, prima o poi, venisse fuori. Eccolo arrivato: confermo quello che poi si dice, Napoli ha sempre qualcosa ancora da rivelare. Chissà se gli studiosi del passato, compreso il Re Vittorio Emanuele, l’abbiano sempre cercato….e mai trovato. Taglio assolutamente Inedito.
    5 punti
  3. Spero di averla presto sotto la lente:
    5 punti
  4. Ciao Rocco @Rocco68 complimenti è un vero piacere quando condividi le tue monete perchè sono sempre eccellenti ed interessanti. Complimenti anche a @andreademariper le monete postate. Quindi questo millesimo - 1798 - è una vera miniera di "varianti". La rigatura della corona può essere "sinistrorsa" , "destrorsa" o mancare. Lo Scudo nella parte superiore varia notevolmente ( aperto, chiuso, chiuso con appendice ). La variante "maggiore" con 9 torrette è descritta dal Magliocca a pag. 185 senza valutazione. Bisognerebbe chiedere un parere a @Rex Neapper sapere la valutazione. La moneta che ho in collezione (periziata) presenta un'imperfezione sul bordo ( il perito non ha scritto niente ? ) una mancanza di conio ad ore 1 - 2. Ho pensato alla rimozione di un appiccagnolo, ma non mi sembra tale, sia per la posizione, sia perchè sarebbe stato riparato. Potrebbe essere un saggio per scoprire se la moneta aveva una lega d'argento in regola ? Oppure è semplicemente una mancanza del conio? Inoltre nel settore dei 10 gigli del Reame quelli inferiori sembrano "malformati". Posto le immagini e mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni. Ciao Beppe
    4 punti
  5. Ciao a tutti, Stupende piastre! Ecco le mie 98 con 9 torrette, differiscono tra loro per il verso della rigatura del sotto Corona e per la chiusura dell'arco. Una ha patito l'usura più sui riccioli, l'altra più sui festoni. Sarei curioso di poterle attribuire un grado di rarità.
    4 punti
  6. Devo dire che ci sono rimasto male ?, pensavo a qualche tesi suggestiva e invece....
    3 punti
  7. Buonasera a tutti, riporto su questa bellissima discussione postando un falso d'epoca della piastra del 1858, a mio avviso il falsario è riuscito a ottenere un ottimo risultato , unica mancanza sono le due aquilette nell'arme degli Aragona.
    3 punti
  8. Scusa se sollevo dei dubbi, ma qualcosa non mi convince. Guardo al segno di zecca e sembra abbiano ricavato la "T" da una "M" di cui si vedono ancora i tratti verticali (sempre che non sia un artefatto fotografico). Per nascondere la manomissione potrebbero aver danneggiato volontariamente tutta la superficie ...
    3 punti
  9. Buongiorno a tutti, recentemente ho preso degli altri Cavallini, purtroppo non riesco a salire con la qualità di conservazione e devo dire che anche le foto sono disastrose.. ? Tutto sommato li trovo comunque interessanti, studiabili e piacevoli da tenere in collezione. Voi cosa ne pensate? Saluti Alberto
    3 punti
  10. Mi piace vedere la storia come una continua lotta fra classi sociali, e la presa di potere di Massimino Il Trace segna il vero inizio per Roma dell'Anarchia Militare, inoltre sono un appassionato dello scontro fra Massimino, Balbino e Pupieno che andrà a culminare nella figura di Gordiano III. Credo poi che l'incendio di Roma di quegli anni debba essere più artisticamente rappresentato, perché ricco di intrighi affascinanti. E poi non so, questo omone così enorme, crudele, poco istruito, ma così influente credo eserciti su di me un certo potere primitivo. Grazie mille!
    3 punti
  11. Tutti i paesi che producevano schede ad argomento militare di solito ci mettevano sopra immagini di soldati, armamenti, stemmi o luoghi simbolici, ma lo facevano con una certa discrezione, nel senso che le schede avevano quasi sempre una grafica da manifesti di promozione. Un'eccezione è il Giappone, che non si è mai fatto problemi a mostrare l'aspetto "nudo e crudo" delle sue forze armate, con prevalenza assoluta di sistemi d'arma a volte mostrati anche in azione durante le esercitazioni. Eccone qualche esempio: Carri armati Type 61 e Type 90, di produzione locale. Formazione di caccia F-15 ed elicotteri da combattimento AH-1 Un vecchio cacciatorpediniere classe Haruna e una LST (categoria di nave da assalto anfibio) classe Ohsumi.
    3 punti
  12. Apro questa discussione per parlare di un aspetto ben noto agli estimatori del periodo ma che al tempo stesso, per chi inizia ad affacciarsi alla monetazione romana repubblicana, può rappresentare una sorta di barriera che non consente di inquadrare correttamente valenze e significati di innumerevoli iconografie tipiche del periodo. Possiamo iniziare dicendo che nella più nota monetazione imperiale l'iconografia è ovviamente allineata al periodo di emissione; tranne che per alcune eccezioni quali ad esempio le emissioni di restituzione, possiamo genericamente affermare che l'iconografia monetale imperiale racconta il tempo dell'imperatore che l'ha voluta. In ambito repubblicano invece, in riferimento al periodo di emissione, la moneta non racconta il presente. Inizierà a farlo poco a poco in fasi successive, prima sfruttando il passato e la tradizione, per poi giungere, in taluni casi, a quell'allineamento cronologico non velato tra periodo di emissione e diretto significato iconografico. Sostanzialmente la lettura di un denario repubblicano può rivelarsi a tratti maggiormente complessa ed è questo l'ostacolo più grande che parrebbe esserci nello studio delle iconografie del periodo, ma man mano che ci si addentra nella questione, l'ostacolo svanisce e si tramuta in fascino. Tempo fa su questo forum ci si interrogava sul perchè la monetazione repubblicana risultasse meno seguita e meno compresa rispetto a quella imperiale; a mio parere quello della piena comprensione delle iconografie, meno diretto e più ostico, è uno dei motivi per i quali il periodo della Repubblica parrebbe avere meno seguito, ma come vedremo basta poco per riuscire ad apprezzarlo in tutta la sua ricchezza. Veniamo ora ad un altro presupposto fondamentale, i denari repubblicani non sono tutti uguali, non vanno letti tutti nello stesso modo, ma vanno messi in stretta relazione sia al periodo di emissione che al monetale che li ha emessi. La cosa parrebbe ovvia, ma è bene soffermarsi un attimo su questo aspetto poiché le fasi del denario della Repubblica non devono esser viste come evoluzioni (o involuzioni) prettamente stilistiche e tipologiche, ma al contrario vanno inquadrate e comprese soprattutto a livello storico. Banalmente, se non so cosa stesse succendendo a Roma nel 78 a.C., se non sapessi genericamente i trascorsi della gens Cassia, se non conoscessi le vicissitudini di Spurio Cassio Vecellino, mai riuscirei a comprendere davvero il significato politico e sociale del bellissimo denario di Lucio Cassio Longino con Libero e Libera. Ma siamo nel periodo più complesso da inquadrare, un periodo di esplosione iconografica anche in termini di potenza dei messaggi rappresentati, un periodo che raccoglie l'eredità sillana anche a livello monetale, ma siamo prossimi al punto d'arrivo, prima di giungere e come vedremo anche di superare tale concezione dello strumento iconografico monetale, i passaggi saranno più d'uno. Dalla sua introduzione il denario mantiene congelato il tipo Roma/Dioscuri al galoppo fino ai primi anni del II secolo. Nel periodo 194-170 a.C. (RRC) o 196-173 a.C. (BMCRR) compare un nuovo tipo di rovescio, caratterizzato dalla personificazione della Luna in biga. Tralasciando in questa sede teorice che vedono nei simboli delle serie anonime Roma/Doscuri riferimenti familiari, è dai tipi con Luna in biga che parrebbero fare la loro prima comparsa i così detti “simboli parlanti”. Può essere un esempio il tipo RRC 141/1, con uccellino e legenda TOD http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/64 La legenda TOD associata al simbolo dell'uccello potrebbe riferirsi al todus e quindi al nome del monetario, Todus (purtroppo non noto in altre fonti). Discorso analogo per il tipo a legenda PVR e simbolo murex (RRC 187/1, 169-158 a.C.). http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G61/2 Gia' nella prima metà del II secolo i nomi tuttavia iniziano a diventare maggiormente comprensibili, i monogrammi lasciano il posto a sempre più chiare abbreviazioni del nome della gens ed inizia a farsi strada una tendenza che prenderà, nei decenni successivi, sempre più vigore ed incisività: la celebrazione dello posizione sociale della famiglia ed il riferimento a fatti storici o leggendari utili a decantare una gloriosa o mitica discendenza. Probabilmente il primo esempio di tale intenzionalità commemorativa ed autocelebrativa lo si può trovare nella serie enea di Lucius Mamilius (RRC 147), datata dal Crawford tra gli anni 189-180 a.C., ove sopra i tipi fissi della prora al rovescio compare una figura comunemente identificata con Ulisse. In tal modo il magistrato millanta una sua discendenza da Telegono, figlio di Circe ed Ulisse, fondatore di Tuscolo, città di provenienza del monetario. http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-G81 La conferma a tale interpretazione ci arriverà un secolo dopo, col bellissimo denario di Mamilius Limetanus dell'82 a.C., ove al rovescio appare Ulisse riconosciuto dal suo fedele cane Argo. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G254/1 Dalla seconda metà del II secolo a.C. la rottura dei tipi fissi al rovescio diviene ormai la norma, bighe e quadrighe vengono guidate da varie figure divine o semidivine e il conduttore o gli animali trainanti non di rado vengono scelti per motivi che vanno al di là del gusto estetico. E' in questa fase che, ad esempio, l'elefante su scudo macendone o gli elefanti che trainano la quadriga di Giove altro non fanno che ricordare questa volta fatti prettamente storici, come la vittoria di Q. Cecilio Metello su Andrisco, figlio di Perseo, nel 148 a.C. o quella di L. Cecilio Metello su Asdrubale a Panormus nel 250 a.C. E' qui che inizia ad emerge nitidamente la funzione dello strumento icongrafico che caratterizzerà nei decenni successivi buona parte della produzione denariale repubblicana. Facendo nuovamente un raffronto con le produzioni imperiali, il Traiano di turno ad esempio vince in Dacia ed emette serie monetali che celebrano le sue vittorie contro Decebalo. In ambito repubblicano invece C. Metellus intorno al 125 a.C. emette un denario ove al rovescio vi è un chiaro riferimento al trionfo seguito alla vittoria di Panormus del console L. Cecilius Metellus, avvenuta più di un secolo prima. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G174/1 Poco prima, intorno al 127 a.C., fu M.Metello a celebrare questa volta una grande vittoria del padre, che valse a quest'ultimo il titolo di Macedonico. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G173/1 Va da sé che anche su emissioni anonime di poco precedenti elefante è sinonimo di Metelli http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G172/1 Questi non sono che piccoli esempi, ma che ben ci fanno capire lo scopo dell'iconografia monetale repubblicana posteriore alle fasi anonime: il monetale, attraverso le immagini impresse sulle sue produzioni, non comunica messaggi del tipo “io sono, io ho fatto”, ma invece, in piena attinenza con la struttura sociale gentilizia propria del periodo, comunica un messaggio del tipo “la mia famiglia è, la mia famiglia ha fatto”. C'è chi può annoverare antenati che hanno realmente contribuito a rendere grande Roma, c'è chi invece non è provvisto di tali ascendenze e fa un po' come Virgilio nell'Eneide, crea il proprio mito. Così fanno gli esponenti dei Mamilii, così fa Sex. Pompeius Fostlus intorno al 137 a.C. con un altro noto denario ove, per assonanza, parrebbe suggerirci una discendenza dal pastore che salvò Romolo e Remo. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G109/1 Fino a qui e per buona parte degli anni successivi il denario repubblicano non è, come spesso si sente dire, uno strumento propagandistico, non è ancora uno “strumento individuale”. A mio parere la sola formula per descrivere correttamente le sue finalità iconografiche è la seguente: è un “monumentum gentilizio” (monumentum – che fa ricordare). Possiamo magari portare altri esempi di questa fase, per poi passare al periodo successivo.
    2 punti
  13. Quello che ti si voleva dire è che per leggere la risposta non è necessario connettersi al forum. Noi diamo la cosa per scontata perchè siamo ormai pezzi di arredamento di questo forum, ma chi si iscrive solo per avere una risposta su un determinato tondello, poi non ha la necessità di loggarsi per leggere le risposte. E non loggandosi non rimane alcuna traccia del fatto che si è letta la risposta ne tantomeno che si è tornati sul forum. Detto questo, credo che, molto più prosaicamente, questa utente si è semplicemente dimenticata della discussione. E onestamente parlando, non gliene faccio certo una colpa. La vita delle persone non deve certo necessariamente ruotare intorno a un forum di numismatica, e sono abbastanza sicuro che per buona parte degli utenti mordi e fuggi (o meteore che dir si voglia) quelli strani siamo noi, e non loro.
    2 punti
  14. Ti cito nuovamente perchè avevo inteso male, scusami. Non credo però che sia possibile questo, perchè la posizione del mdz deve necessariamente essere li (al posto giusto), se fosse spostata di "così tanto" (in alto o in basso) si noterebbe subito. A giudicare dalla foto la posizione della T è perfettamente in linea con la posizione del mdz della tipologia centesimo
    2 punti
  15. Mi sembra che una lira "briosa" non sia stata ancora rappresentata negli interventi precedenti. Ci provo...
    2 punti
  16. Citati da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, sono un gruppo dei Liguri che anticamente occupava parte del Piemonte sud-occidentale . La loro area, conquistata dai Romani attorno alla metà del II sec. A.C., diviene poi parte della regione IX-Liguria : in prossimità della loro antica capitale viene costruita, probabilmente al tempo di Augusto, la città di Augusta Bagiennorum, tra i centri più importanti dell'area con Alba Pompeia e Pollentia . Abbandonata, anche in seguito a distruzioni, verrà ricostruita verso il VI sec. a circa 2 km. di distanza con il nome di Bene ( poi Bene Vagienna, tuttora esistente), città che avrà una certa importanza per buona parte del Medioevo . E' conservata tra i reperti del locale museo la 'stele dei Bagienni' , una grande pietra fluviale rinvenuta nel 1883 nell'area : la pietra impiegata in epoca romana come segnacolo per la sepoltura di tale 'Domitia Tertia', per la presenza di segni incisi attorno alla scritta latina, è da alcuni ipotizzata come collegabile ad una precedente più antica cultura . Essendo la città di probabile fondazione del periodo augusteo, si può immaginare che vi abbiano circolato, ad esempio, monete della non distante zecca transalpina di Lugdunum .
    2 punti
  17. Ciao @.Pino. c'è una domanda che volevo farti da tempo : quanto spazio occupa la tua collezione di ritrovamenti? no perchè io ti immagino in una stanza stile zio paperone ?
    2 punti
  18. Buongiorno a tutti, posto foto quasi decenti, del mio 50 Cent. 1939 Vittorio Emanuele III Non trovate che L'Aquila sia veramente bella.? A cosa starà pensando, sembra pronta ad alzarsi in volo.. con l'ascia tra gli artigli, sembra guardarsi alle spalle prima di farlo.. ? Saluti Alberto
    2 punti
  19. Salve a tutti. Ho aggiunto nella mia collezione questa monetina di VAM III, 1780. Non avevo ancora questa data, e mi ha piaciuto per ché tutta la leggenda del dritto è leggibile. Buonasera. Alain.
    2 punti
  20. Salve Gianni e Silvio e grazie per le vostre gentili risposte. Sono sempre contento di potere aaggiungere nella mia collezione queste monetine "del popolo".Con la 1780, ho anche acquisto questa, da 1777, sempre di VAM III. Buono fine-settimana a voi. Alain.
    2 punti
  21. Non servono esperimenti ... quel filato rosso è moderno.
    2 punti
  22. Passando attraverso le scuderie, ha anche perso qualche decina di migliaia di euro... tanto meglio per i collezionisti che sono poveri ma innamorati degli artisti
    2 punti
  23. Buonasera Amici. Ultimo acquisto per Ferdinando IV Piastra 1798 , variante con 9 torrette nello stemma del Portogallo, arco continuo e rigatura nel sotto Corona. FERDINAN. IV D. G. SICILIAR. ET HIE. REX P. Taglio : treccia in rilievo. Che ve ne pare?
    2 punti
  24. La leggenda del Volto Santo di Lucca e la "luminara" Scritto da Team LeonardoUno.net il 02 Settembre 2009. Il Volto Santo, è la statua-reliquario in legno, che dal 742, viene venerata a Lucca. Si trova nella navata sinistra della cattedrale di San Martino, dentro la cappella, che fu costruita da [[Matteo Civitali]] con marmo di Carrara nel 1484. Nel secolo XII, fu redatta una Relatio de revelatione sive inventione ac translatione sacratissimi vultus (Racconto della creazione, scoperta e traslazione del santissimo volto). Secondo l'antica leggenda di Leobino, il Volto Santo è stato scolpito da Nicodemo che, con Giusepped'Arimatea, depose Cristo nel sepolcro. Nicodemo, aiutato più dalla grazia divina che dall’arte sua, scolpì il busto del Volto Santo. La sera, si addormentò, lasciando da scolpire la testa; al suo risveglio, però, il crocifisso era stato completato dagli angeli durante la notte. Durante il periodo delle persecuzioni, Nicodemo ormai in punto di morte, affidò questa scultura a Isacaar, il quale la nascose nel sotterraneo di una grotta attigua alla casa di Seleucio per evitare che venisse danneggiato o rubato dai giudei. Di generazione in generazione il Volto Santo fu sempre oggetto di venerazione, fino a quando il Vescovo Gualfredo lo ritrovò all’interno della grotta e decise di porlo dentro una nave adornata di molti ceri e lampade accese. Lo ricoprì di bitume, affidandolo alla Provvidenza e sperando che raggiungesse un paese dove molti popoli sarebbero accorsi per venerarlo. La nave miracolosa senza vele e opera umana arrivò al porto di [[Luni]]. Nel frattempo, un angelo apparve al Vescovo Giovanni di Lucca, dicendogli che doveva recarsi al Porto di Luni assieme ai suoi fratelli perchè lì avrebbe trovato una scultura molto importante raffigurante il vero Cristo in croce. La nave avrebbe resistito ad ogni tentativo di abbordaggio da parte dei lunensi. Quando il vescovo di Lucca arrivò sul posto, "la nave si offerì spontanea ai pietosi fedeli ed a loro esibì il prezioso, inestimabile tesoro, destinato ad essi per beneficio celeste." A quel punto però nacque una diatriba fra lunensi e lucchesi su chi avesse maggior titolo per conservare la scultura. Qui le narrazioni si dividono, secondo una versione, il Vescovo di Lucca Giovanni avrebbe donato ai lunensi un'ampolla di vetro piena del sangue di Cristo in cambio della figura. Un'altra versione parla invece di un carro sul quale fu deposta la scultura e i cui buoi furono lasciati liberi di prendere la direzione che preferivano. Quando gli animali puntarono senza esitazione verso Lucca, "a quella vista rimasero tristi quei di Luni, ed i lucchesi giubilarono, intonando un cantico di letizia e di benedizione al Signore". L’ingresso trionfante del Volto Santo a Lucca avvenne nel 742. I lucchesi accolsero immediatamente con grande venerazione il crocifisso del Volto Santo, il quale fu posto nella chiesa di S.Frediano. Al mattino seguente però, il Volto Santo era sparito: esso fu ritrovato in un orto nelle immediate vicinanze della chiesa di S.Martino: individuato come un "segno" miracoloso, il Crocifisso del Volto Santo resta tutt'oggi nella cattedrale di Lucca.Poco importa quanto c'è di vero o di fantastico nella storia dell'oggetto più caro ai noi lucchesi. Il fatto è che sta con noi da più di un millennio. Ne ha parlato anche [[Dante Alighieri]] nella Divina Commedia, e più precisamente nel canto XXI dell'Inferno: "Qui non ha luogo il Volto Santo; qui si nuota altrimenti che nel Serchio." Ancora oggi, sulla falsariga di quello che è stato fatto per secoli, la sera del 13 settembre le strade percorse dalla processione (Luminara), vengono illuminate con migliaia di ceri a formare una scenografia assai suggestiva. https://www.leonardouno.net/lucca-e-dintorni/storie-racconti-leggende/138-la-leggenda-del-volto-santo-di-lucca-e-la-qluminaraq
    2 punti
  25. Direi che gli impeccabili interventi di @L. Licinio Lucullo hanno ottimamente evidenziato e motivato le prime "rotture" iconografiche portandoci alla data del 137 a.C. (secondo la ricostruzione crawfordiana). Per gli anni immediatemente successivi riterrei degne di nota le emissioni della Minucia, nelle quali prima C. Minucius Augurinus (135 a.C.) poi Ti. Minucius Augurinus (134 a.C.), portano sul rovescio una vera e propria storia familiare, ben riassunta qui: Ricordando sia Publio e Marco Minucio che Marco Minucio Feso, ecco emergere un aspetto di primaria importanza che interesserà un elevatissimo numero di emissioni successive: richiamare al passato per denunciare le problematiche del presente. Questi due denari infatti rimandando limpidamente al problema agrario, ben vivo oltre due secoli prima, ma nondimeno attuale anche sul finire del II secolo. Il prefetto dell'annona è una carica istituita ufficialmente da Augusto ma non totalemnte estranea al periodo repubblicano ove, normalmente, tale ruolo veniva ricoperto dagli edili curuli. In casi particolarmente critici tuttavia poteva avvenire l'elezione di un magistrato straordinario, con il preciso incarico di sopperire alla scarsità di grano nell'Urbe. Questo accadde per la prima volta nel 493 a.C. ed il magistrato dell'annona, eletto dai tribuni della plebe, fu un esponente della Minucia, Lucio Minucio Augurino che, tramite il suo impeccabile operato, evitò lo scatenarsi di una nuova secessione. E' bene ricordare che la prima grande secessio plebis avvenne l'anno precedente e portò all'istituzione della carica del tribunus plebis. E i conservatori patrizi che non sposavano la causa plebea se ne stavano immobili a livello monetale? Naturalmente no. Qualche anno dopo, intorno agli anni 126-125 a.C. ecco apparire un denario voluto da Numerius Fabius Pictor, del quale si è ampiamente parlato qui: Ecco quindi che il denario, richiamando le gesta di illustri antenati e conseguentemente proponendo una mirata narrazione gentilizia, può anche essere specchio delle vicende sociali e politiche coeve al periodo di emissione, ecco la doppia chiave di lettura. Non tutti i denari emessi da qui in avanti ci possono raccontare storie di questa portata, ma buona parte delle successive produzioni difficilmente non avranno nulla da dirci. Come vedremo poi, i messaggi si faranno in taluni casi ancor più efficaci e diretti.
    2 punti
  26. Taglio: 2€ Nazione: Vaticano Anno: 2012 Tiratura: solo in divisionale Condizioni: BB Città: Milano Note: NEWS!!!
    2 punti
  27. Buon giorno. Voglio condividere un pezzo accettabile per la tipologia, che finalmente ho appena aggiunto in collezione. Si tratta di un 10 tornesi 1841 testa grande (o testa grossa) R3 - Rif. Magliocca 684 Rilievi buoni a mio avviso (meglio al rovescio) e soprattutto bordi messi bene e non martoriati come spesso invece capita di vedere su questa tipologia. Bel colore di metallo. Aspetti vostri commenti e vi auguro una buona domenica.
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  28. forse non avrà un valore numismatico alto, ma certamente ha un elevato valore affettivo avendo la mia età ?
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  29. ecco il post di @avv.cesaredeletteris ha sollevato un punto su cui più volte ho riflettuto e non ho mai trovato una risposta... per esperienza ho notato che molto spesso i numismatici più anziani tendono a prendere per "oro colato" gli scritti di numismatici dell' Ottocento o primi Novecento mentre guardano sempre con grande sospetto le ipotesi più recenti : non per togliere niente ad i primi, spesso veri pionieri dotati di grande intelletto ma, molto di frequente le loro teorie erano puramente delle supposizioni personali senza numeri solidi alla base... non esistevano strumenti per fare analisi come le XRF e gli studi sui ripostigli archeologici venivano fatti con un approccio poco scientifico. posso capire che quando si colleziona per 40-50 anni con delle attribuzioni date per certe, si possa far fatica ad accoglierne delle nuove ma, penso anche serva una maggiore elasticità mentale ed essere sempre aperti al confronto
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  30. Ne ho viste altre di queste intacche sul bordo di piastre e credo siano state fatte più per un saggio profondo del metallo ma non me la sento di escludere del tutto un appiccagnolo. Quello che mi fa più pensare sono i due colpi che si vedono al R/ ad ore quasi 12 e a quasi 6 in perfetta diagonale e l'usura omogenea di tutto il D/..........
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  31. Da questa foto, che ho provato a migliorare, si dovrebbe " scorgere " la traccia della sigla.
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  32. Si, mi sono espresso male.. era riferito al contesto di quello che hai scritto e alla segnalazione. Comunque, per quanto concerne la sigla, penso che la "traccia" della C si intravede sotto la M e che quest’ultima sia, quantomeno, insolita come carattere.
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  33. Ho detto che potrebbe essere di Cattaro, ma anche di Scutari o qualcosa di simile. Comunque sempre una zecca della Dalmazia e Albania. Poi se sbaglio... pazienza.
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  34. Ciao a tutti, Io non sono un esperto e magari mi sbaglio ma vedo un simbolo a 7 punte.. Saluti Raffaele
    1 punto
  35. Certo, è preferibile leggere più libri su un argomento, ma quando si tratta di consigliare un libro sulle prove e progetti, almeno oggi chi colleziona seriamente queste monete indica senza dubbi il Pagani come unico riferimento. Non è un caso che alle aste raggiunga non meno di 300/350 euro. Di certo non è così considerato perchè (come ho sentito dire) i numismatici sono restii ai cambiamenti o perchè si vogliono fare torti agli autori moderni. Si tratta di un libro fatto con criterio e per questo le aste lo usano per classificare le prove, poi magari se hanno tempo aggiungono qualche altro riferimento ad altri libri.
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  36. POST SCRIPTUM: per curiosità, ho portato il Centesimino a periziare dal mio NIP di fiducia (che - a mio avviso - ogni giorno che passa diviene più severo nel giudizio). Ebbene, ha sentenziato che la conservazione è q.FDC-FDC con "debolezze di conio". Un successone per questa monetina... Qui sotto, il titolare del posto in collezione:
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  37. Il tutto condito con una bibliografia: ma attenti al lupo, perché quelli di queste zone sono un po' più aggressivi di quelli nostrani....
    1 punto
  38. Essendo proprio di Cascia, volevo aggiungere un breve pensiero. Intanto grazie per aver rispolverato un argomento che riguarda il nostro territorio e su cui localmente abbiamo tanto dibattuto. Persino il luogo, indicato erroneamente nello studio, comunque utile, del Bignami è incerto. Grazie alla paziente rilettura dei documenti e dei disegni, pur con i loro limiti, siamo riusciti ad individuare un posto più "probabile", rispetto a quello indicato nel libro. Sono state utili anche le testimonianze di abitanti della zona, che riportano notizie di nonni e bisnonni, a loro volta informati precedentemente nell'ambito della famiglia. Sono state anche acquisite donazioni di oggetti, probabilmente riconducibili al "tesoro", ora al museo. È probabile che un nuovo scavo archeologico possa confermare il luogo e, chissà, rinvenire qualche oggetto sfuggito alle ricerche effettuate oltre due secoli fa. Non avevo mai visto la foto del "nostro" pezzo da 100 unità e l'ho già passato ad altri appassionati locali. Stiamo cercando di spingere affinché il comune, insieme ai Musei Vaticani, possa in futuro organizzare una mostra temporanea di reperti provenienti da Valle Fuino, unitamente a quelli recuperati localmente. Infine, so ovviamente dei ritrovamenti di Forca di Ancarano, altro luogo del territorio, ma non sapevo che anche lì vi fosse stata rinvenuta una moneta etrusca. Grazie ancora a tutti.
    1 punto
  39. Ciao Alain , fa sempre piacere aggiungere una moneta nella propria collezione... se poi è bella, meglio.
    1 punto
  40. Yemen del Sud (o South Arabian), anch'essa come la precedente inglobata nel nell'attuale Repubblica dello Yemen. 1 dinar del 1965/67
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  41. Dovevo farcela ! Nel dopoguerra era lo stemma degli Agenti di Custodia, che venne smilitarizzato il 15.12.1990 e fu sostituito dal Corpo di Polizia Penitenziaria. Lo stemma restò inalterato, variò invece il motto. Quello degli Agenti di Cutodia era "Vigilando redimere" , mentre quello della Polizia Penitenziaria è "Despondere spem munus nostrum" (Garantire la speranza è il nostro compito). Allego la foto del fregio attuale che figura anche sul tuo bottone, quasi certamente appartenuto ad un Agente di Custodia. Un saluto cordiale @dareios it
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  42. Indipendentemente dall'epoca, che sarà quella che tu dici, non avevo parlato di "ribattitura", ma di "doppia battitura". Questa poteva verificarsi quando per errore dell'addetto alla coniazione, il colpo inferto dal conio di martello non era dato a perpendicolo, sicché il tondello slittava lateralmente e veniva colpito due volte (generalmente era il conio di martello a lasciare due impronte sul tondello, ma a volte lo slittamento si ripercuoteva sul conio di incudine). La doppia battitura si presenta fin dai primordi della coniazione a martello e quindi se ne riscontrano in età classica, greca e romana, e più raramente bizantina, ma anche in epoche successive. Per ultima mi è passato per le mani un aureo di Carlo V re di Napoli (sec. XVI) con doppia battitura al dritto, che ne deturpava irrimediabilmente la legenda. Ti saluto
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  43. Concordo con @ilnumismatico. Purtroppo tutte e 4 le monete sono state pulite in modo abbastanza maldestro e ciò ne inficia, oltre che la bellezza, anche il valore collezionistico. Spero anch'io che tu non abbia speso troppo per comprare l'intera serie (già più di 20-25 euro sarebbero tantini). Si tratta, comunque, di una serie meravigliosa e in grado di dare soddisfazione anche a fronte di una spesa non particolarmente esosa. Ovviamente non potranno mai eguagliare il fascino trascendentale della famigerata 5 lire quadriga briosa ma possono almeno farcela ricordare in formato "mignon" Io stesso, qualche settimana fa, ne ho comprata una da regalare ad un carissimo amico che a breve finirà la triennale d'ingegneria. Lui ama i cavalli, mentre io amo la Storia e le monete... Quale migliore idea, allora?
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  44. Caro Alberto @Litra68 a mio modesto parere la tua è una moneta originale. Il peso ( considerata la bilancia "di fortuna" ) ci può stare ed il taglio con le lettere un po' pasticciate è piuttosto comune. La moneta è sicuramente d'argento 833/x mille. Come rilevato da @paoloilmarinaio esistono monete in altra lega ( ottone ricoperte da argento ) ma in questo caso ( a parità di diametro e spessore ) per avere lo stesso peso dovrebbe essere più larga o più spessa. L'ottone ha una densità tra 8,4 e 8,7, aggiungendo un pò d'argento al massimo arriva a 9. l'argento ha una densità di 10,4, calcolando che la moneta è in lega 833/mille si può approssimare a 10. Quindi una lega diversa non potrebbe mai arrivare a 27 e rotti grammi ( con le stesse dimensioni della moneta originale ). Infatti i "famosi" falsi del 1834 ( quelli del FERT ) arrivano a malapena a 23 grammi. Condivido quello che ha scritto @giacutuli; il problema della tua moneta è che è stata pesantemente lucidata ( almeno a vedere le foto ). Ciao Beppe
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  45. Fatta questa lunga digressione, è possibile discutere dell'interpretazione della scena del giuramento. Infatti, le relative teoria si incrociano con quelle sulla datazione dell'aureo ove per la prima volta apparve. ‒ Generalmente, l’emissione viene datata tra il 217 e il 216, poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra Punica. Il R/ ricorderebbe un singolare giuramento effettuato dall'esercito di Roma dopo le disastrose e ripetute sconfitte romane contro Annibale, oppure quello imposto ai socii italici perché mantenessero fede al patto che avevano precedentemente stipulato contro Cartagine (episodi entrambi citati da Livio). L’occasione sarebbe stata un invio di oro a Roma da parte di Gerone II di Siracusa. ‒ Per Mommsen la scena ricorderebbe la concessione del diritto della cittadinanza romana ai Campani e a una parte dei Sanniti, avvenuta nel 334 sotto il consolato di T. Veturio Calvino e di Sp. Postumio Albino: in tale modo il discendente del primo console avrebbe successivamente ricordato la vicenda nel suo denario del 137 (Cr. 234/1). ‒ Secondo Crawford (che colloca l’aureo al 217), è qui riprodotto il foedus Caudinum, stipulata nel 321 dal console T. Veturius Calvinus (per questo, l’iconografia sarà ripresa in seguito da un altro Veturius, con il denario Cr. 234/1, essendo la pax Caudina il prototipo, mitico e non storico, della pax Numantina). Viene tuttavia opposto che appare improbabile che Roma abbia commemorato una tale umiliazione. ‒ La Breglia ha collocato gli aurei al 290-289 alla fine delle guerre sannitiche: in tal modo il giuramento avrebbe simboleggiato la riappacificazione tra i due popoli. ‒ Per Mattingly il giuramento indicherebbe il trattato concluso nel 263 tra Roma e Ierone di Siracusa. L'incertezza è dovuta al fatto che mentre il guerriero di destra è indubbiamente un romano, quello di sinistra, barbato, non avrebbe le sembianze di un greco ma piuttosto di un italico. ‒ Altra ipotesi è che le monete d'oro siano state battute nel 209 utilizzando una parte delle riserve auree dello Stato romano (l’aurum vicesimarium, ottenuto dalla tassa sulle manumissioni, che “ad ultimos casos serbabatur” - Livio, XXVII, 10). Questa teoria è tuttavia oggi superata, perché l’aureo è paplesemnete connesso, sul piano ponderale e stilistico, con il quadrigato, che Thomsen ha dimostrato essere anteriore al denario. ‒ Per Alföldi e Thomsen (che data l’emissione prima del disastro di Canne del 216) la scena rievocherebbe la fondazione di Roma: i due personaggi in piedi sarebbero Latino ed Enea nell'atto di giurare alleanza e concordia (Virgilio, Eneide, XII, 161-215) oppure Tito Tazio e Romulo, a conclusione dello scontro fra Romani e Sanniti (Virgilio, Eneide, VIII, 639-41; in questo senso, l'Alföldi). L'occasione storica per tale richiamo mitologico sarebbe il giuramento che i soldati, sia romani che i loro alleati latini, dovettero pronunciare nella primavera del 216 (da un passo di Livio) di fronte ai loro tribuni. ‒ Pedroni collega invece l'emissione aurea all'eccezionale arruolamento dei Romani e degli alleati avvenuto nel 225, la “leva tumultuaria” considerata epocale già dagli storici antichi. In quell'anno, con il pretesto della minaccia dei Galli, i Romani conteggiarono tra tutti gli alleati il numero degli uomini in grado di essere mobilitati in caso di guerra. Un avvenimento che ha coinvolto i romani ed i loro alleati italici, un'occasione quindi che avrebbe spinto il Senato per un'emissione aurea di carattere straordinaria e di grande valore propagandistico. ‒ Campana, considerando l'elevato livello stilistico e l'accurata tecnica di coniazione, la data al 225. Secondo Crawford la moneta da 6 scrupoli varrebbe 40 assi semilibrali, quella da 3 scrupoli 20 assi (l'aureo da 30 assi, se autentico, sarebbe successivo a queste monete). ‒ Un’ulteriore interpretazione in chiave mitologica del gioramento potrebbe essere un richiamo al patto di alleanza tra i capi di Alba Longa e Roma, prima dell'ordalia tra Horatii e Curiatii (Livio I, 24). ‒ Coarelli evidenzia che, secondo Plinio, il primo aureo romano fu coniato 51 anni dopo l’argento (dopo il 269): si tratta, per l’autore, di questo aureo, che egli data appunto al 219. Infatti, al R/ è riprodotto un foedus, che veniva stipulato da due feziali, il pater patratus e un gregario, verbenarius. In effetti, le due figure di sinistra portano una veste particolare, che lascia il corpo nudo e presenta un elemento globulare alle spalle: probabilmente il cinctus Gabinus, di cui si servivano i sacerdoti, e quella in piedi è raffigurata come uomo anziano, che regge una lancia, prerogativa del pater patratus, antenata (secondo l’Alföldi) dello scettro e quindi simbolo dell’imperium. La figura di destra invece, staccata dalle altre due, è giovane e veste una corazza anatomica. Si tratta del foedus tra Romolo e Tito Tazio (peraltro, in sabino cures era il nome sia della città di Tito Tazio che della lancia), di cui esisteva un gruppo scultoreo, verosimilmente qui riprodotto, lungo la sacra via. L’aureo potè essere emesso grazie alle prime miniere aurifere cadute in mano ai Romani, ovvero le miniere di Victimulae, presso Vercelli, che sappiamo furono sottratte a Roma, da Annibale, alla fine del 218. Sappiamo da Zonara che nel 220 i due consules suffecti, Lucio Veturio Philo e Gaio Lutazio, a completamento della guerra contro i Celti della Gallia Cisalpina (conclusasi nel 222 con la presa di Milano) spinsero le conquiste di Roma “fino alle Alpi”: probabilmente è questa la data di conquista delle miniere. Quindi, nel 219, con l’oro acquisito grazie alle operazioni di Lucio Veturio Philo, fu commemorata la fine delle operazioni militari iniziate nel 225, quando i Galli cisalpini Boi e Insubri e transalpini Gesati, avevano invaso l’Italia, creando grande preoccupazione e causando una spontanea adesione degli Italici a Roma: evento cui allude la citazione dei foedus originario tra Tito Tazio e Romolo. ‒ Bernard contesta lo studio di Coarelli e sostiene la necessità di datare l’emissione del quadrigato alla Seconda Guerra Punica sulla base di tre considerazioni: gli studi metalloscopici, che hanno dimostrato come in massima parte di tratti di monete coniate con argento spagnolo; la distribuzione dei ritrovamenti (Italia meridionale, Sicilia orientale e Spagna), coerente con il teatro di guerra e la loro inusualità (spesso si tratta di teosretti conteneti solo quadrigati e in consistente numero).
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  46. Medaglia coniata, opera spettacolare di Carl Radnitzky, emessa per ricordare l'amnistia concessa da Papa Pio IX, ad un mese dalla sua elezione, per i reati politici. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE91/23
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  47. Stato della Città del Vaticano, 5 centesimi 1940
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  48. Buongiorno, in effetti questa moneta ha tutto l'aspetto di una cartaginese o forse siculo-punica. La testa di Tanit/Persephone/Arethusa e la palma con due datteri infatti sono una costante nella monetazione punica, ma non le conosco come due facce di una sola moneta. Tanto sulle monete di bronzo quanto su quelle d'oro o d'argento, sia la testa di Tanit che la palma sono in genere affiancate al cavallo o alla testa del cavallo con o senza la palma con i due datteri, come in queste: Sia sull'attribuzione che sull'autenticità aspettiamo il parere degli esperti nella specifica materia, in particolare chiederei a @DAVIDE1982 di darci una mano. Buona domenica HIRPINI
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