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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/27/20 in tutte le aree
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e sì... “domani (21 maggio) mattina avrò un incontro con un esperto e può darsi che abbiate ragione voi. Vedremo. Incrocio le dita”. e sì... oltre un mese di vuoto, la sentenza sull’identificazione è stata emessa. O meglio penso che il signor Zappa già conoscesse tutto di questa moneta importante in oro certo. Non capisco come abbia potuto, con la sua richiesta, coinvolgere esperti lamonetiani di grosso calibro chiudendo il tutto senza dare, doverosamente, la risposta. Mi sa che la moneta non fosse neppuro d’oro. Un leggero microm di materiale nobile a copertura di un tondello di ferro. Io, per natura, non sono una prevenuta. Leggo, analizzo, sintetizzo, dico la mia. Non si gioca con chi, con esemplare altruismo, dona il suo tempo a beneficio di chi fa una richiesta di identificazione. Buona serata a tutti.2 punti
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Da uomo libero, tu puoi spendere il tuo denaro come vuoi. Ma in questo sito si parla di collezionare monete : monete antiche e moderne che sono tutt'altra cosa dalle patacche in purissimo argento che a te piacciono, ma che pagherai un prezzo sprositato e che non recupererai mai nel caso un domani volessi venderle, perché si tratta di robaccia che non interessa a nessun collezionista serio. Poi, de gustibus .2 punti
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SVIZZERA - ANNIVERSARIO DELLA CONFEDERAZIONE - 1291 - 1941 - 5 FRANCHI2 punti
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E ancora, tornando al classico Achille, ecco il dio metallurgo Efesto che sotto lo sguardo attento della Pallade Athena, lavora di tenaglia e martello all'elmo che sarà dell'eroe: su questo bronzo - un medaglione di Settimio Severo - l'artista ritrae il dio mentre applica all'elmo corinzio uguale a quello che indossa la dea, la cresta imponente. In realtà più spesso vediamo la dea che porta sul capo il κάσκα κορινθιακή, il kaska korinthiakè di Pericle e dei trecento spartani che si immolarono alle Termopili, privo di quello spettacolare ornamento che è la cresta. Come si usava in tempo di pace, anche qui Athena porta l'elmo ruotato indietro sulla nuca (in tempo di guerra invece il coppo veniva calato sul viso e lo proteggeva pressoché interamente: la fronte era coperta fin sugli occhi; sul lungo nasale convergevano i paraguance che poi scendevano giù fino al mento; una proiezione ricurva copriva la nuca, come nella "galea" romana, nel "morione" dei conquistadores spagnoli e nello "stahlhelm" tedesco. Ecco l'artistico bronzo: non essendo registrato nei maggiori cataloghi, mi aspetto che i più esperti dicano qualcosa in proposito Moesia Inferior, Marcianopolis, Septimius Severus (AD 193-211). Medaglione, 42 mm, 52.54 g.. Magistrato Aurelius Gallus. ΑV K Λ CEΠ CЄVΗΡΟC Π, busto di Settimio Severo laureato, drappeggiato e corazzato a ds. / V AV ΓAΛΛΟ • MA-PKIAN, Efesto seduto a destra su un cippo marmoreo, impugna il martello e applica la cresta all'elmo corinzio forgiato per Achille; di fronte a lui Athena in piedi a sn. con lancia e scudo, approva il lavoro del dio metallurgo, il braccio destro poggiato sulla colonna. All'esergo: OΠOΛΙΤΩΝ. Varbanov -. AMNG -. BMC . ......... ACSEARCH.info presenta poi un secondo esemplare all'asta di Heritage Auktions Inc., 3040 del 9.04.2015, lotto 29165 (anche su questo mi aspetto i pareri dei più esperti): LYDIA. Thyatira. Septimius Severus. 193-211 AD. AE Medaglione (46mm, 53.68 g). Asiaticus Hermogenes, stratega. Busto laureato, drappeggiato e corazzato a ds. /EPI CTPA•A-CIATIKOV EPMOGEN(OVC), Efesto seduto su un cippo marmoreo a ds. rifinisce col martello un elmo corinzio poggiato su una colonna; gli sta di fronte Athena armata di lancia e scudo, il braccio destro poggiato sulla colonna. In esergo: QVATEIPH•/NWN in due linee. Estremamente raro, secondo esemplare conosciuto. Dalla Garth R. Drewry Collection. Ex Marcel Burstein Collection (Peus 366, 25 October 2000), lot 738. ...... E ancora: Perga, Pamphilia, Philippus II, 244-249, AE (g.6,29. mm.23). AU K M IOU SEOU FILIPPOS S, busto drappeggiato e laureato di Filippo II a ds., sotto un globo / PERGA-I-WN, Efesto metallurgo seduto su un cippo a ds. lavora allo scudo di Achille. SNG BN 520 f.; SNG PfPs 405. ......... Dal bronzo alla tela: Giulio Romano, 1492-1546, "Efesto forgia le armi di Achille" Felice Giani, 1802 ca, "Vulcano mostra a Teti le nuove armi di Achille". ........ Alla prossima HIRPINI2 punti
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Ma si ... la penombra di una osteria ... l'ora tarda, ... l'oste distratto che spera di trombarsi la cameriera prima di chiudere, ... quella che spera di evitarlo, ... la moglie che li tiene d'occhio .... tutti e tre avrebbero potuto accettare quella monetina dall'ultimo avventore. Monetina poi che il giorno dopo sarebbe stata eventualmente data come resto a un "chioc".2 punti
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E' spuntato fuori nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas in via Ponte Romano. Quando a Porto Torres si scava nei pressi del cuore dell'antica Colonia Iulia Turris Libisonis le sorprese sono sempre dietro l'angolo. O meglio, sotto qualche metro, decimetro di terra, di asfalto. E' così anche stavolta. Un raffinato mosaico policromo caratterizzato dalla presenza di motivi decorativi geometrici complessi, da una fascia a trecce da un lato e da un ampio spazio bianco dall'altro, è spuntato fuori nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas in via Ponte Romano, nel tratto prospiciente il palazzo della Soprintendenza ABAP, dall'impresa specializzata "Luciano Sini srl" sotto la direzione scientifica della referente della sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza Nadia Canu, con responsabile archeologo Antonella Pandolfi e archeologo-addetto ai rilievi Vincenzo Nubile. Il mosaico realizzato attraverso l'utilizzo di tessere di mille colori, dal rosa all'amaranto, dal rosso al nero, dal bianco all'azzurro al bruno, ricorda altri già scoperti in passato a Porto Torres. Quella riemersa finora è solo la porzione di un pavimento che forse prosegue anche nelle parti limitrofe ancora da scavare e decorava un grande ambiente di un edificio di media età imperiale, la cui estensione è ancora solamente ipotizzabile. Costruzione sulla quale in epoca successiva, in una fase tardo-imperiale/altomedievale, venne tirato su un nuovo edificio riutilizzando con ogni probabilità materiale della costruzione precedente e basoli di strada. Il mosaico è infatti venuto in luce all'interno di un vano dopo la rimozione di un potente crollo dove spiccavano diversi elementi strutturali e grandi blocchi quadrangolari. Soltanto la prosecuzione delle indagini potrà chiarire le dimensioni del mosaico e della stessa costruzione. Questo pavimento era parte di un edificio fisicamente vicino al cosiddetto quartiere Maetzke, un'area caratterizzata dalla presenza di abitazioni di grande pregio edificate su terrazzamenti sfruttando il dolce declivio del colle del Faro, come la Domus del Satiro e la Domus degli Affreschi. Zona caratterizzata da edifici importanti, collegata da strade i cui resti sono riemersi anche nel corso dei lavori per la realizzazione dei parcheggi de La Piccola, una quindicina d'anni fa, quando riemersero resti di edifici con funzione pubblica forse legata all'attività portuale e, più in alto, dalla presenza di una monumentale costruzione con carattere verosimilmente pubblico, scoperta nel 2006 e scavata nel 2009 tra Via delle Terme e Via Petronia, quindi a pochi metri dal nuovo ritrovamento, una campagna quella del 2009, che regalò straordinarie scoperte come le statue di Ercole e di due personaggi che indossano le corazze da parata, probabilmente due imperatori o comunque personaggi di alto rango. Un'area, nel complesso, che si affacciava sul porto della Colonia Iulia, e con la sua magnificenza costituiva il manifesto della politica di comunicazione della grande potenza della Roma imperiale. https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2020/06/25/news/archeologia-a-porto-torres-riemerge-un-prezioso-mosaico-romano-1.39008180/amp/ Porto Torres, il mosaico scoperto a "Turris" risale al III secolo Il mosaico policromo rinvenuto in via Ponte Romano nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas ora ha una datazione: risale alla metà del III secolo, di chiara età imperiale. Si tratta di una porzione di pavimento, parte di una lussuosa abitazione privata paragonabile a quelle scoperte nel corso delle indagini effettuate dalla Soprintendenza in passato, quali la domus di Orfeo e la domus dei Mosaici marini caratterizzate dall'influenza della scuola africana. Secondo alcuni studiosi il nome "Turris" dell'antica Colonia Iulia Turris Libisonis deriverebbe dalla presenza di una torre nuragica, collegabile ad una popolazione conosciuta dagli antichi come "libica" che stabiliva quindi un legame antico del Nord Africa (Lybia) e la seconda parte del toponimo (Libisonis). In età romana, era uno dei centri urbani più importanti in Sardegna, l'unica Colonia dell'isola citata dalle fonti storiche, popolata con cittadini romani e fulcro di fiorenti traffici e rapporti con Ostia e gli altri principali porti mediterranei. La scoperta che rivela elementi decorativi mai documentati a Porto Torres rappresenta un patrimonio storico e culturale ben conservato e di alta qualità che merita di essere musealizzato e reso fruibile. I suoi colori tra figure geometriche e clessidre, emergono in tutta la loro bellezza, e nei prossimi giorni il soprintendente Bruno Billeci fornirà ulteriori dettagli di una scoperta fatta a seguito dei lavori dell'impresa specializzata "Luciano Sini", sotto la direzione scientifica della referente della sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza Nadia Canu, con responsabile archeologo Antonella Pandolfi. https://webapi.unionesarda.it/articoloamp/cultura/2020/06/26/porto-torres-il-mosaico-scoperto-a-turris-risale-al-iii-secolo-8-1033430.html2 punti
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Buonasera, mi scuso in anticipo se sto abusando della vostra gentilissima disponibilità intasando la sezione ultimamente Fortunatamente per voi, la mia collezione è ancora piccolina avendo iniziato da poco. Questa volta mi sono cimentato fotograficamente con la sfida di un diametro da 23mm con la mia ottica di base (18-55). Per quanto riguarda la moneta, vorrei conoscere il vostro parere più esplicito possibile sullo stato di conservazione. Avendola acquistata online con la sola garanzia offerta dal mio occhio e la mia "esperienza", vorrei capire se mi devo bacchettare le mani oppure no. Il colpo ad ore 3 del dritto è più evidente in foto che dal vivo, inoltre è limitato esclusivamente allo spigolo vero e proprio della moneta (mettendo la moneta perfettamente perpendicolare di fatto non si vede). Grazie in anticipo a chiunque vorrà contribuire!1 punto
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Buonasera a tutti i lamonetiani...sta sera condivido questa: 12 cavalli 1797 legenda al dritto con caratteri più piccoli (Magliocca 319a)...moneta con il suo "patinone" originale che presenta un gran bel rovescio a gusto mio! Rara due volte. E' in arrivo anche la sorella FEDINAN!! D : FERDINAND .IVSICILIAR.REX / P. sotto il busto R : UN GRANO CAVALLI R.12 C. Contorno con treccia in rilievo Graditi i pareri e anche la visione dei vostri tondelli. Buona serata.1 punto
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Voglio condividere l'arrivo in collezione di questa "enorme" moneta sabauda, 11/13 mm di diametro per un peso di ben 0,36 Gr. Si tratta di un obolo di viennese del II tipo di Amedeo IX, purtroppo le sue piccole dimensioni non permettono di riconoscere il segno di zecca, dovrebbe essere dopo il nome del Duca, ma il tondello è stretto in quel punto. Sulle ordinanze di coniazione viene chiamato mezzo viennese, è indicato invece come obolo nei rendiconti di battitura, venne coniato a Bourg (10 marchi) ed a Torino (200 marchi) a 516 pezzi al marco ed ad un titolo di denari 0,22 . Questo secondo tipo si differenzia dal primo per avere le impronte inverse, il diritto con la croce ed il rovescio col nodo. Monetina difficile da rintracciare, anche se le foto non rendono la conservazione è molto bella, cosa difficilissima su questa tipologia.1 punto
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Allora l'unico consiglio che mi sento di darti è questo: compra MONETE, di quelle vere, che venivano utilizzate come strumento di pagamento, non ciofegate.1 punto
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Buonasera, se può essere di aiuto, per farsi un idea con un altro esemplare. Questo è il mio napoletano. 10 Tornesi 1859 Francesco II. Saluti Alberto1 punto
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Boh, è già il secondo utente in poco tempo (o è sempre lo stesso?) che si fa queste fisime mentali sul titolo dell'argento di queste monete per collezionisti... potrei forse capire il discorso se fossero in oro, ma l'argento vale 50 centesimi al grammo e in queste monete il fino contenuto è, quando va bene, il 10% del prezzo a cui vengono vendute. Che senso avrebbe per una zecca speculare per qualche decina di eurocentesimi di metallo quando la moneta viene poi venduta a svariate decine di euro??1 punto
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…. sorellastra…. quella cattiva che entra a gamba tesa ( meglio… a stinchi tesi… ) Questo mi fa venire in mente che devo ancora pubblicare qui quel piccolo studio in merito… in modo che sia tutto chiaro. un cordiale saluto, Enrico P.S. adesso mi ricordo perché non l'ho più pubblicato… avevo chiesto, anche in qualità di autore di pubblicazioni e libri , più spazio per poter inserire molte foto in uno o pochi post, ma.…. niente1 punto
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A peso pieno fanno € 4.65. Considerando che di solito vengono comprate ad un 20% in meno circa saremmo a 3.74, per quello dicevo circa 4.1 punto
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Un po' sottopeso e in questo stato di conservazione, credo una 50ina di euro, ma sulle quotazioni mi rimetto sempre ai più esperti. In ogni caso il discorso del valore affettivo per noi è il più importante e ti fa onore. Ti saluto1 punto
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Sorelle o no? @gionnysicily@babelone @vitellio@odisseo@acraf@deadhead@ponziopilato Questo sotto è il lotto 63 della Nomos 20: Ciao a tutti ES1 punto
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Anche io lo credevo, onestamente. Da un rebus si impara sempre qualcosa. Buona giornata. Stilicho1 punto
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? Perfetto e alla velocità della luce (non ti dico il tempo impiegato da me). Pensavo che lo stile dorico, ionico e attico ci fosse solo nei capitelli, ma invece anche nelle porte (architettura antica). Al prossimo "umoristico"... ?️ da apollonia PS. Il mio messaggio ha ora il n. 17071 (palindromo)1 punto
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Ricordi bene @Stilicho : in quel 490 A.C. Platea era alleata e protetta di Atene ed inviò immediatamente i suoi opliti in vista della battaglia di Maratona . Ateniesi e Plateesi decisero di non attendere l'esercito spartano, che sarebbe arrivato in ritardo per le festività sacre delle Carnee, ed attaccarono battaglia pur in inferiorità verso i Persiani . Leggendo la vicina discussione sulla battaglia di Canne, si potrebbero notare le 2 novità tattiche di combattimento impiegate dai Greci a Maratona, quasi 3 secoli prima . Come racconta Erodoto ( VI , 112 , 113 ) i Greci ( privi della mobilità e velocità della cavalleria ) attaccorono con la fanteria in formazione ma a passo di corsa per meglio 'piombare' sul nemico : e quando l'esiguo centro dei Greci dovette arretrare sotto la spinta preponderante dei Persiani, le 2 ali greche con una manovra a tenaglia conversero sui Persiani, circondandoli e facendone strage . una buona giornata a Te1 punto
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Ritorno in questa discussione per mostrarvi il mio ultimo acquisto. Vittoria Sovereign "shield type" 1874 Melbourne Tiratura: 1.373.298 pz. Marsh: 60 Purtroppo non riesco a fare due foto come vorrei.1 punto
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Ma anche pagare un pezzo d'argento (sia pure ben confezionato) il decuplo per avere poi in mano il solo valore della materia prima... penso darebbe fastidio. E' solo un affare per chi lo propone. Per quanto affascinati da queste "porcherie", alla fine, ci si pente sempre.1 punto
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Buonasera, in questa discussione che è un amalgama di molti ingredienti diversi di pensiero, un vero e proprio zibaldone insomma, personalmente mi sono ispirato alla numismatica celebrativa dei miti e degli eventi storici più suggestivi dell'antichità classica. Dopo avere parlato attraverso le loro monete della Pallade Athena, del suo protetto Odisseo, delle sirene e di quant'altro è scaturito dalla prima moneta con la quale la nostra @Lucreziamaria ha aperto questa discussione che intitolò "Minerva testa", ho pensato all'Iliade... Perciò ho postato una prima moneta che ci ha presentato il pelide Achille nel momento drammatico della uccisione dell'eroe troiano Ettore. Ora, ancora pensando a lui posto un'ancora più suggestiva moneta, un bronzo che sicuramente molti di noi conoscono, ma che merita di essere rivisto. Questo è l'antefatto: Achille, non sapendo della morte dell'amico Patroclo, si aggira inquieto davanti alla tenda quando giunge Antiloco e lo informa sui fatti: Patroclo giace esanime e si combatte ormai per il suo cadavere. La disperazione di Achille giunge alle orecchie della madre Teti, la più bella delle Nereidi, che corre a rincuorare il figlio: vedendo che egli è irremovibile nel suo intento di vendetta, a costo di pagarlo con la morte, annunciata dalla profezia, si reca da Efesto, dio del fuoco, delle fucine, dell'ingegneria, della scultura e della metallurgia. Là chiede che le vengano forgiate armi divine: il dio si mette subito al lavoro e forgia armi bellissime, tra le quali uno scudo d’oro intarsiato con figure rappresentanti le varie attività umane. In questo bronzo di Filippo I Arabo a dir poco stupefacente, creato certamente da un grande artista, è ritratto il momento fatale della forgia di quelle armi. Davvero sembra di vedere i metallurghi dalle forti braccia muoversi plasticamente nel battere il ferro poggiato sull'incudine: Philippus I Arabus, AE 35, Ancyra, Phrygia. 244-249, g. 16,63. Magistrato P. Aru. Zoilos, primo arconte di Ancyra. AVT K M IOVΛ ΦIΛIΠΠOC, busto laureato, drappeggiato e corazzato a destra. / EΠO AΡ ZΩYΛOY AΡX A TO B, Efesto seduto a ds., tiene tenaglia e martello, il Ciclope stante a sn. col martello, tra di loro un incudine; sul fondo Athena elmata stante a sn. All'esergo: . . (Winterthur G6997; ANS 1974.226.101) HIRPINI1 punto
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Non è il primo, e non sarà neppure l'ultimo sistema per buttare soldi dalla finestra ( o meglio buttarli in tasca ai soliti "noti") saluti TIBERIVS1 punto
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Buonasera okt, cercherò di non sbagliare più, conosco bene la lingua italiana, non è così facile come sembra, anche per gli italiani e difficile, in particolare i verbi, ??????1 punto
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A mio parere, è una bella moneta. SPL. La patina originale ritornerà. Chissà se si vedranno meno i micrograffi.1 punto
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In questo caso ti perdono! ? E' che soffro moltissimo quando vedo o sento storpiare la nostra bella lingua o inquinarla, come fanno molti, con barbarismi inutili !1 punto
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@Adelchi66 cosa intendi per “un pezzo di metallo molto triste”? dalla foto pare un lavoro eseguito a titolo personale a imitazione di due classiche figure che vediamo frequentemente su molte monete greche. Se non fosse stato classificato come presunto bronzo, avrei detto su pietra. Non avendo nulla della moneta, forse era da postare in Altre Sezioni ad es. arrcheologia. Però... un giorno mi mostrarono, un anello tondo, di circa 6/7 centimetri di diametro dicendoni che si trattava di una moneta africana, autenticata (di recente mi sono beccata una cordiale girata -osservazione- da Hirpini, frenandomi per un mio affrettato giudizio). Spero che le nostre supposizioni siano ribaltate. Una domanda @mimmo canino. Che spessore ha questo oggetto?1 punto
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Afrodite rinfrescata dopo il bagno [Bronze objects] ROMAN. Bronze statuette of Aphrodite. Circa 1st-2nd century AD. Height 145mm. A solid cast figurine of Aphrodite, after the 4th century BC Greek original. Aphrodite stands fresh from her bath, nude, controposto with her right knee forward, while wringing out her wet braids. Her facial expression somewhat vacant, but the body beautifully modeled. A well preserved specimen of a popular Roman bronze statuette. Cf. Collection Dutuit, 28. Variegated green patina, worn down to red in spots, a few areas of heavier corrosion, especially the left foot. Sale: CNG 72, 14 June 2006, Lot: 2890. Estimate $2500. Sold For $2200.1 punto
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Buona serata Non appartengo a coloro che apprezzano questo tipo di emissioni Certo hanno un valore, dal momento che sono in argento e per di più rappresentano una valuta ma, a conti fatti il costo di acquisto è ben superiore .... sia al valore dell'argento e non parliamo della valuta che, ovviamente, è solo figurativa. Chi mai spenderebbe come moneta quella da 2 pound inglesi, in argento del peso di un'oncia, che ricorda 007 se l'ha acquistata a €. 129,95? Non mi esprimo su quelle colorate. Sono, a mio avviso, semplicemente il frutto di una operazione commerciale-speculativa fatta da zecche che sfruttano i più svariati temi (alcuni improbabili) e ricorrenze varie, per attirare acquirenti, facendo leva su iconografie piacevoli (talora) o artistiche (talora). Se piacciono a qualcuno che le acquista, tanto meglio, ma di numismatico - per me - hanno nulla ... potrebbero fare dei lingottini e sarebbe lo stesso. Possono appagare qualcuno attratto da un personale lato estetico, ma nemmeno tanto. saluti luciano1 punto
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Io vidi lo spot in tv. Molto accattivante. Se non ricordo male promettevano libri in omaggio già solo se richiedevi informazioni. Ed io, giovane e ingenuo, ho chiamato per chiedere informazioni. Durante la chiamata non solo non ho avuto informazioni ma hanno tentato solo di farmi fissare un appuntamento. Sarebbero venuti a casa a parlarmi di persona "dell'affare". Ma anche se ero giovane e ingenuo, ho capito l'antifona e ho declinato. Ovviamente nessun omaggio. Da quell'esperienza ho imparato a diffidare dai facili affari o comunque ad avere sempre dubbi. Ho trovato questo articolo al riguardo --> https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2018/05/10/pordenone-il-bluff-delle-monete-da-collezione-sono-medaglie-non-un-investimento-16.html1 punto
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Buongiorno, nel periodo Covid ho aggiunto anche questa in collezione...anche questa scovata in un altro continente, ora tornata a casuccia FEDINAN 1797...il dritto sempre deboluccio il rovescio è già meglio...ecco le foto: Saluti.1 punto
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Buongiorno a tutti, a prima vista sembrava un marziano.. ? Sono d'accordo con @Asclepia potrebbe essere un fiore ? impresso male. Saluti Alberto1 punto
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PREMESSA Pedroni ritiene che le prime iconografie valessero a identificare l’origine della ricchezza monetata, tenuto conto che le prime monete romane nacquero per redistruibuire la preda bellica secondo due canali differenti: - i fusi, a cura dei censori (in anni censorî, quindi), per restituire ai cittadini almeno in parte il tributum; - le monete coniate, a cura dai comandanti militari, per gratificare le truppe. Probabilmente le zecche erano vicino ai luoghi ove era stato reperito bottino (ma quello di Taranto fu monetato ad Alessandria per Cr. 21/1). Per penetrare mercati allogeni fu adottata la metrologia magno-greca e tipologie “ibride”, con tipi “romani” su una faccia e “locali” (spesso, il fondatore mitico della città debellata) sull’altra. Nel 269 fu attivata la zecca urbana (Zonara collega l’evento con l’afflusso di ingenti ricchezze, che un passo di Dionigi di Alicarnasso permette di identificare nel bottino di Reggio); nell’occasione la legenda cambiò da ROMANO a ROMA (a decorrere da Cr. 25/1) e furono restituiti alcuni tipi tradizionali, sui quali la funzione identificativa fu assolta da un simbolo (falcetto, clava, ghianda). Da quella data il tributum fu restituito anche con l’argento. Tanto premesso, la cronologia deve essere compatibile con tre considerazioni: - le tradizioni storiche datano l’argentum signatum del populus Romanus al 275 (Plinio 42), il primo nummus argenteus di Roma al 272 (fonti derivate da Eusebio di Cesarea) e l’argentum signatum al 269 (Plinio 44, Livio e Zonara); - le riduzioni ponderali del bronzo non potevano non cadere in anni censorî (perché le svalutazioni comportavano ineluttabilmente la revisione delle liste di censori); - lo standard della didracma varia da 6,5 scrupoli (Cr. 13/1) a 5,75 (Cr. 22/1) e infine 6 (Cr. 25/1). L'AES GRAVE E LA MONETAZIONE ROMANO-CAMPANA Per Cr. 1/1 la data proposta da Mommsen e Sambon (338) appare preferibile: la moneta sarebbe stata emessa da Campani che avevano appena ricevuto la civitas, probabilmente sine suffragio, per commerciare con Neapolis. Nel medesimo contesto si inserirebbe il lingotto Cr. 3/1. Nel 289, con l’istituzione dei tresviri monetales, furono emesse le prime serie fuse su standard di 300 scrupoli. Che tale fosse lo standard romano dell’epoca è confermato dalla sua riproposizione nelle serie fuse delle colonie di Luceria (fatta colonia nel 313) e Venusia (dedotta nel 291), seppur frazionate su base decimale[1]. La prima in assoluto potrebbe essere stata Cr. 19, perché la raffigurazione di Castore sull’asse (che ricorda la battaglia del Lago Regillo) e del Tevere sul semisse potrebbero alludere alla conquista, nel 290, dell’Alta Sabina, dalle cui ricchezze quindi potrebbe derivare il metallo monetato. Cr. 18 sarebbe successiva al 289 e precedente al 275. Si potrebbe datarla al 277, quando fu presa Crotonem, cui i tipi apollinei potrebbero alludere, ma non fu anno censorio. Appare allora più probabile il 282, quando i consoli C. Fabrizio Luscino[2] e Q. Emilio Papo sconfissero, rispettivamente, città sannite e lucane e i Galli Boi, anche se risulta arduo individuare una connessione con i tipi delle monete. La didracma Cr. 13/1, con standard di 6,5 scrupoli viene datata al 275 e attribuita alla zecca di Metaponto. È coniata sul piede campano di circa 7,30 g per renderla accettabile al mercato, benché forse fosse già in vigore quello magno-greco ribassato di 6,6 g. Contemporaneamente furono emesse la litra argentea Cr. 13/2 (0,65 scrupoli) e la mezza litra enea Cr. 17/1 (4,5 scrupoli); di quest’ultima esiste un riconiatura su moneta siracusana databile al 280, nonché l’identità stilistica con i bronzi (HN Italy 210-211) di Cosa, colonia dedotta nel 273, per la quale è plausibile che la colonia abbia copiato l’emissione della metropoli, precedente di due anni, in segno di devozione politica. Contemporaneamente, nel 275, fu emessa la serie fusa Cr. 14, con standard di 288 scrupoli[3]. I tipi adottati, Giano e Mercurio, sono gli dei tutelari dei patti e del commercio, riferimento coerente a una tematica nazionale; potrebbe significare che per questi bronzi fu monetato il metallo dell’Erario. È probabile che in quest’epoca fosse fissata una parità metallica (con rapporto 1:132) per cui la didracma (da 6,5 scupoli, suddivisa in 10 litre argentee) valeva 3 assi oppure 96 litre enee (forse corrispondenti a 480 chalkoi); da ciò deriverebbe la riduzione dello standard da 300 a 288 scrupoli. È significativo che i nominali più bassi pesino, in proporzione, di più dell’asse: forse la riduzione non fu applicata ad essi per non svantaggiare i ceti meno abbienti e i commerci più minuti. Per la didracma Cr. 15/1, con standard di 6,4 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene proposta la data del 274 e la zecca di Arpi (anticamente Argo Ippio), forse evocata dal tipo del R/, che peraltro emise argenti proprî di peso medio analogo (6,92 g secondo Thomsen). Si collocherebbe in serie con la litra in bronzo, Cr. 2/1. Contemporaneamente fu emessa la litra enea Cr. 2/1. La didracma Cr. 20/1, con standard di 6,25 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene datata al 273 supponendosi che fossero monetarî Q. Ogulnio Gallo e N. Fabio Pittore, componenti (forse proprio per la carica rivestita) dell’ambasceria ad Alessandria, e abbiano commemorato la statua della lupa collocata nel 296 dai fratelli Q. e Cn. Ogulnio e il dio ritenuto antenato dei Fabii. Viene attribuita alla zecca di Eraclea, richiamata dal tipo del D/ (Cicerone accenna a un trattato tra le due città, che potrebbe datarsi proprio al 273). Fu anche emessa la litra enea Cr. 16/1. Nel 273/272 non furono emesse monete fuse, per cui probabilmente il cambio teorico rimase fissato nel rapporto di 1:3 con l’asse Cr. 14/1. La didracma Cr. 22/1, con standard di 5,75 scrupoli (pari a 6 ribassati) presenta peculiarità stilistiche e marchi di controllo mai più presentatisi sulle monete di Roma, ma affini a quelli in uso alla zecca di Alessandria, cui pertanto viene attribuita. Peraltro, il piede tolematico era compatibile col peso di queste monete. Mattingly ha proposto la data del 273, in occasione dell’ambasceria romana a Tolomeo Filadelfo, ma è più probabile il 272 (data per questo tramandata da Eusebio di Cesarea), dopo la presa di Taranto (probabilmente ricordata dal tipo al R/) che averebbe fornito il metallo da monetare. L’aggio elevato (0,25 scrupoli) si spiegherebbe con le spese di trasporto per e dall’Egitto. Contemporaneamente fu emessa la doppia litra enea Cr. 23/1 e probabilmente la serie fusa Cr. 21, che presenta la medesima, peculiare raffigurazione della dea Roma. Il peso medio dell’asse, 240 scrupoli, malgrado fosse in vigore uno standard di 252 scrupoli (meglio che 250 scrupoli, valore riconosciuto dagli studiosi per quest’epoca) si spiegherebbe per mantenere il rapporto di cambio 1:3 pur adottando la parità di 1:126, affine a quella tolemaica di 1:125. Alla zecca di Roma e, quindi, alla data del 269 va attribuita la serie Cr. 25, la prima a legenda Roma, comprendente tanto la didracma (su standard di 6 scrupoli) che i fusi (su standard di 252 scrupoli). Fu probabilmente coniata monetando il bottino di Reggio (cui il falcetto alluderebbe, essendo stata Reggio fondata da coloni di Messina-Zancle). È significativo che vengano riproposti i tipi della prima didracma (Cr. 13/1) e dell’asse Cr. 14/1, a conferma che anch’essi erano contemporanei. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 25/3. Sempre nel 269, a fini commemorativi, le zecche esterne all’Urbe emisero, sempre sullo standard di 252 scrupoli, l’asse Cr. 37/1. Nella serie Cr. 26 il simbolo è presente esclusivamente sui fusi: potrebbe dedursene che argento e bronzo avessero provenienze diverse. Il simbolo (ghianda, connessa con il culto di marte) rimanda alla liberazione di Messana (264/263), sottratta appunto ai Mamertini. Lo standard del bronzo è ancora di 252 scrupoli. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 26/3. Tra il 263 e il 258 lo standard del bronzo fu abbassato a 240 scrupoli, presente nelle emissioni Cr. 24, 27, 35 (con significativi ribassi) e 36 (con ribassi ancora più sensibili). Nel 258, quando era censore C. Duilio, fu emessa la serie fusa della prora (Cr. 35) per commemorare il primo trionfo navale, da lui stesso conseguito nel 260 dopo la vittoria di Mylae: tipi innovativi per un evento unico. Giano richiama il tempio che egli fece erigere nel Foro Olitorio. Sappiamo peraltro dal suo elogio funebre[4] che “praedad popolom (donavet)”, verosimilmente quindi proprio con questi bronzi. La serie Cr. 27 presenta una clava e, quindi, rinvia alla conquista di una città chiamata Eraclea: forse Drepanon (nella Sicilia occidentale), conquistata nel 242, supponendo che possa essere la prima “Eraclea” fondata da Dorieo di cui parla Diodoro Siculo (IV, 23, 3). La serie va allora datata al 242/241 e comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 27/2, e due monete di taglio anomalo (forse 1/40 e 1/80 di asse), Cr. 27/3 e 27/4, probabilmente emesse per supplire all’esigenza di numerario in terre sottratte ai Punici (fra cui Lilibeo ed Erice). La serie con la ruota (Cr. 24) presenta una struttura analoga, con un tipo innovativo e fisso al retro. Potrebbe riferirsi all’inaugurazione della strada militare Agrigento-Palermo, che un miliario rinvenuto nel 1958 attribuisce a C. Aurelio Cotta. Questi fu console nel 252 e nel 248; nella prima occasione (anno censorio) celebrò un trionfo de Poenis et Siculeis dopo aver conquistato Lipara e Thermae e forse avviato la realizzazione della strada. Notevole l’emissione straordinaria del tressis (Cr. 24/1), a indicare che era ancora in essere il cambio 1:3; si tratterebbe pertanto di una “didracma di bronzo”. A questa serie va probabilmente collegato il piccolo bronzo di taglio anomalo Cr. 26/4, che ne riprende l’iconografia sia al dritto che al retro; forse si trattava di un terzo di quartoncia (peso teorico 1,66 scrupoli, peso medio degli esemplari censiti 1,46 scrupoli). __________________ [1] Pedroni osserva che furono tuttavia emesse monete su standard di 336 scrupoli e suddivisione decimale, con legende in lettere latine, da Hatria (colonia dedotta nel 289) e dai Vestini (alleatisi con Roma nel 301), nonché - senza legenda - da Ariminum; quest’ultima serie deve essere precedente alla costituzione in colonia (datata al 268) perché una semioncia è stata rinvenuta in strati relativi alle mura della colonia stessa (come riferito da Balbi de Caro). Lo studioso ne deduce che nel medesimo periodo (inizî III secolo) Roma spingeva le colonie apule a monetare con il proprio standard per occupare un mercato ove i fusi non erano ancora presenti, quella adriatica e gli alleati Vestini con lo standard gallico (autonomamente in uso ad Ariminum) per indebolire l’economia gallica in vista dello scontro decisivo (al lago Vadimone nel 284/283). [2] Secondo Dionigi di Alicarnasso, egli si vantò con gli ambasciatori di Pirro che da console (nel 282) con il bottino sottratto a Sanniti e Lucani aveva non solo arricchito l’armata, ma anche restituito il tributum. [3] Una glossa di Festo ci riferisce che quell’anno una legge o plebiscito diminuì il librario (misura dei liquidi), e quindi probabilmente la libbra, da 480 a 288 scrupoli: potrebbe trattarsi di un ultimo tentativo di mantenere l’aggancio tra libbra e asse, malgrado le progressive svalutazioni di quest’ultimo. [4] Tramandatoci dall’iscrizione ILLRP 319, di età imperiale.1 punto
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Altro esemplare del bronzo di Massimino I con il giudizio di Paride (da Wildwinds). Cilicia, Tarsos. Maximinus I. 235-238 AD. AE, Bronze 36mm. "Judgement of Paris". SNG Levante -; SNG Paris -; BMC Cilicia pg. 205, 223. VF, dark brown patina. Extremely Rare. $1,250.00. Item # 62823. Currently 750 USD; First Bid 750 USD - Time Left 11 hours, 23 mins + Location Mon, 04 Jun, 2001. Seller: CNG on ebay Cilicia, Tarsos. Maximinus I. 235-238 AD. Æ 36mm (18.38 gm). "Judgement of Paris." AUT K G IOU OUH MAXIMEINOC, P-P, radiate draped bust right / TARCOU [MHTROP] AMK [G B], Paris seated on rock, holding apple and lagobolon, before him Athena, holding spear and shield, Hera enthroned, and nude Aphrodite. SNG Levante -; SNG Paris -; BMC Cilicia pg. 205, 223. VF, dark brown patina, roughness and a couple reverse pits. Extremely Rare mythological type. Estimate $1250. Used by permission of CNG, www.historicalcoins.com1 punto
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Perdonatemi il "salto in avanti" nel tempo, ma mi sembra giusto che l'abbandono di questo sistema iconografico fu avviato da Silla. In primo luogo egli adottò iconografie innovative, come nel denario con la doppia cornucopia: Ma soprattutto iniziò non solo ad alludere a fatti contemporanei, addirittura a rappresentare se stesso, sia pure (forse) solo sotto forma di statua: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G257/11 punto
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anni fa... anni fa esisteva il convegno di Riccione...1 punto
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L'avanzamento della scienza ha cancellato la pulcritudine. Ci resti tu, Lucrezia, ecco una poesia..molto OT LUCREZIA Lucrezia, tu sei ghiaccio al Grand Marnier sei un tango ballato sulla luna... sei un bacio accennato sei abbraccio dolcissimo e sfiorato... sei nuova giacca antica e vaporosa sei Otto Marzo e fiori di mimosa... sei tempesta di sguardi e sei rosa selvaggia in mezzo ai cardi... mangi solinga pizza e patatine e sogni il sole e il vento e la pelle e la sabbia e un nuovo amore che si tuffi d'incanto fra i ventricoli e gli atri del tuo cuore.1 punto
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