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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/06/20 in tutte le aree
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Unico caso in tutta la produzione di Piastre e mezze piastre dal 1831 al 1859, Il sottocorona rigato nella 1838 "variante" abbastanza rara da mettere in Collezione. Fu una prova di incisione rimasta incompleta, dato che se ne conosce una variante di conio ( di sicuro successivamente modificata ) con punteggiatura? Cosa ne pensate7 punti
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Vi faccio un Regalo: La mia ultima "variante" di conio appena scoperta. ( sempre che nessuno l'abbia scoperta e fatta conoscere prima ? In questo caso chiedo scusa). Ferdinando IV Pubblica 1792 Nel rovescio 7 bacche per ogni ramo, anziché le solite 8. Mancanza voluta per "segnare" il lavoro dell'incisore. @Asclepia che te ne pare?6 punti
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Buonasera a tutti cari amici, vi presento il mio recente acquisto, uno dei pochissimi di quest'anno sciagurato. Ormai le monete piccole non mi saziano più, le voglio sempre più grosse... Data la ristrettezza delle finanze, il tentativo di foro è l'amico che mi ha consentito l'acquisto di questo piccolo bisonte (76,53 grammi). Ogni commento è il benvenuto.5 punti
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Ciao Rocco ...un magnifico acchiappo e così sei a cinque!! In ottima conservazione per il tipo di moneta, con al solito il ritratto un pò debole ma sono nate così, e poi il color e l'aspetto del metallo sono davvero gradevoli...forse la tua Publica del 92 più bella, se la batte bene con quella con la V rovesciata al posto della A (A.ntonio @ P.lanelli ) (la @ vorrebbe essere la corona ) e visto che si parla di 3 tornesi posto la mia preferita 3 tornesi 1793, io la trovo incantevole ma sarà che ogni scarrafone e bello a mamma soja ...4 punti
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Io controllo sempre, quando possibile, che gli esemplari siano differenti. Quando trovo lo stesso esemplare lo riporto sotto l'asta più recente. Esempio: NAC XX, 2020, n. aa = Varesi YY, 2012, n. ee. E così via. Gli esemplari che ho segnalato sono tutti diversi. Altro discorso per una sigla uguale per due Massari differenti. Non sempre è possibile distinguere le emissioni dell'uno e dell'altro. Infine, mentre conosciamo l'inizio di attività dei massari, il più delle volte non conosciamo il giorno di dimissione. E spesso i Massari erano due o tre nello stesso periodo. Arka Diligite iustitiam3 punti
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caro @El Chupacabra, tu ci solletichi con queste graditissime incursioni sul rame e altri metalli di VEIII con tondelli al top e la tua competenza non è in discussione, pertanto, "pretendo" che tu insista con questo filone ? allora do un qFDC/FDC ad entrambe. graffietti ad entrambe e capelli non perfetti, rame più bello, parzialmente rosso, la prima. Nel momento in cui parli di 5 C 1913 prora "senza punto" devi aspettarti ex abrupto l'osservazione sulla autenticità e bene hai fatto a citare i punti salienti. io guarderei solo il bordo perchè onestamente il dettaglio della fogliolina mi sembra troppo complicato e pur spremendo la retina, mio limite , non riesco ad apprezzarlo anche se imparo dagli esperti che così è. mi permetto di postare la foto della mia, la fonte è da asta, poichè da lì l ho acquisita e la mia foto sarebbe meno bella. Ma se insistete mi cimento.. chiusa FDC Tevere.3 punti
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Ho chiesto un parere sulla conservazione, non sull'autenticità! A parte le battute, la moneta è autentica e quello che ti sembra d'intravedere sono fluttuazioni nel colore del metallo. Trascurando la perizia NIP che la giudica autentica, a riprova ti posto quest'articolo che trovai tempo fa e che dirime la questione sugli artefatti dei 5 Centesimi 1913 "senza punto". E qui ti ripropongo la mia ingrandita e con i particolari indicati nell'articolo:3 punti
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Fosse un giallo... il titolo potrebbe essere: "IL MISTERO DELLA CULLA", invece è parte della Storia anche se si può definire "controversa" o perlomeno soggetta a numerose interpretazioni. Il 14 Marzo 1820, regnante Vittorio Emanuele I°, , nacque il futuro Vittorio Emanuele II°, figlio di Maria Teresa e Carlo Alberto, Principi di Carignano ( ramo collaterale dei Re Sabaudi ). Il Principe Carlo Alberto, da giovane, era di idee liberali e per questo motivo inviso al retrivo Carlo Felice ( regnante dal 1821 ) e fu praticamente esiliato in Toscana a Firenze. Nella loro villa di Poggio Reale portarono al loro seguito anche il piccolo Vittorio Emanuele, che allora aveva circa due anni. Il 16 settembre 1822, la culla di Vittorio Emanuele prese fuoco, a causa di un movimento maldestro della nutrice, che teneva in mano una candela. Quest’ultima, per proteggerlo, si ustionò e morì. La culla fu avvolta dalle fiamme, ma il bambino, secondo la versione ufficiale, si sarebbe miracolosamente salvato ( senza ustioni !). Mistero: Vittorio Emanuele II morì in culla e fu sostituito con un altro bambino? Esiste infatti un’altra versione, sostenuta da fonti e personaggi più o meno autorevoli. Questa tesi sostiene che la morte del piccolo Vittorio Emanuele sia avvenuta durante l’incendio. Il piccolo, subito dopo, sarebbe stato sostituito con un altro bambino, verosimilmente il figlio di un macellaio fiorentino ( che dietro lauto compenso si sarebbe prestato allo scambio). Anche un altro personaggio molto vicino alla famiglia, Massimo D’Azeglio, ha rimarcato le sue perplessità. Le sue supposizioni hanno aumentato i dubbi su questo mistero: Vittorio Emanuele II non poteva essere il figlio di Carlo Alberto per i suoi tratti somatici: Il padre era alto, biondo ed elegante. Il figlio basso e bruno. Inoltre, ai tempi, i nobili si riconoscevano dalle esigue estremità corporee. Il piccolo Vittorio Emanuele aveva invece due mani molto grandi, “da macellaio” "modi rozzi e poco consoni al suo lignaggio" (3). Senza contare che il secondogenito Fernando era molto somigliante al padre Carlo Alberto e per nulla simile all’altro rampollo. Un disagio evidenziato anche dalla madre Maria Teresa, disperata per le enormi diversità tra genitori e figlio primogenito. A tutto ciò si aggiungono gli aspetti caratteriali. Carlo Alberto era una figura tormentata, silenziosa e di buona cultura. Al contrario, Vittorio Emanuele II era estroverso, sanguigno e grezzo. Insomma, una serie di indizi che hanno fatto (e che ancora oggi fanno) pensare alle origini umili del futuro sovrano del nuovo Regno d’Italia. (1) Nella sua biografia dedicata al re italiano, lo storico inglese Denis Mack Smith scrive che non solo Vittorio Emanuele non assomigliava al padre, ma che "Carlo Alberto lo trattò con poco affetto e mostrò una palese predilezione per Fernando, il duca di Genova, suo secondogenito".(2) Che il re non fosse figlio di Carlo Alberto fu convinzione di molti, anche di uno dei suoi più leali servitori, Il già citato Massimo d'Azeglio, che fu suo primo ministro poco dopo la sua ascesa al trono, dopo la sconfitta di Novara del 1849 ed abdicazione del padre. A quanto scritto sopra si aggiunge che: "Diceva con molta franchezza che Vittorio Emanuele non era il vero figlio di Carlo Alberto, ma di un macellaio di fuori Porta Romana, a Firenze". (3) Bisogna altresì dire, per non essere tacciati di "dietrologia", che numerosi Storici, come Alessandro Barbero, ritengono poco credibile la vicenda della sostituzione (4). ( P.S: Le monete postate sono della mia collezione ) 1- https://mole24.it/2018/03/14/mistero-vittorio-emanuele-ii-mori-culla-fu-sostituito-un-altro-bambino 2 - Vittorio Emanuele II, Collana Storia e Società, Bari, Laterza, 1972.- Collezione Le Scie, Mondadori, Milano, 1994 3 - Gaspero Barbera “Memorie di un editore”. Ed. Barbera ( 1883 ) 4- https://www.facebook.com/firenzepococonosciuta/videos/il-professore-barbero-sfata-la-leggenda-del-presunto-scambio-in-culla-di-vittori/753144215104682/ Saluti a Tutti, Beppe3 punti
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Ciao @Zenzero, La prima "Hemilitra con i sei globetti" e genuina, ha dei problemi di corrosioni e difetti di metallo, ma è del tutto naturale. La seconda , la litra e anch'essa genuina, ma ripatinata per cercare di attenuare le incrostazioni di natura corrosiva. Sarebbe stato opportuno lasciarle al naturale.3 punti
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Ciao, Intanto di che se li tenga lui queste patacche che ti allego. Già dalle foto parlano da sole, addirittura il sesterzio di Alessandro Severo, ha il codolo di fusione ancora intatto. Altre con foto migliori, si possono aggiungere alla lista.3 punti
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Esempio piuttosto noto è il marengo o 20 Lire di Vitt.Em. II° - 1855 TO - "Emmanuel H " la lettera è proprio una "H" come si può vedere dalla H di HIER che è uguale. Posto l'esemplare della mia collezione:3 punti
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Per quanto riguarda la prima domanda non è detto che LM abbia coniato scudi. Non tutti i massari hanno coniato scudi. Può essere che anche con una minore durata dell'incarico abbia coniato più scudi di un'altro massaro con incarico molto più lungo semplicemente perché non glieli hanno ordinati di produrre dato che i massari dirigevano la zecca ma gli ordini di coniazione arrivavano dal consiglio.2 punti
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Grazie a tutti per i commenti. Sono ovviamente consapevole dei difetti della moneta, ma i rilievi - il volto della Madonna in particolare - mi paiono davvero belli. @Parpajola e @ZuoloNomisma : tranquilli, è già libera2 punti
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Giusto per precisione Numismatica la Zecca di Napoli nel periodo del Regno delle Due Sicilie se non erro ha coniato 3 volte il numero di tondelli che sono stati battuti in tutte le altre zecche "d'Italia". Giusto per capire la mole di lavoro con i macchinari dell'epoca,oltre al fatto stranoto dei vari messaggi in codice.2 punti
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Buon pomeriggio @Acqvavitus Come sempre con puntualità e precisione @nikita_ ha risposto alla tua domanda. Quello di sinistra è proprio un Franco 1960 riconosciuto come 0 grande. Peccato che fra i due è quello più rovinato. Ora però, la ricerca continua. Ci sono alcuni franchi del 1960 con un errore raro, gli assi sono alla tedesca saluti2 punti
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Ciao Enrico, ben sentito. La buona fede per una , ci può stare. Ma con un sesterzio con un codolo da fusione ancora intatto.........non lo capisco che commerciante è. Come non capisco se compare un falso a fusione, perché dev'essere censito. L'asse di Nerone , non è un falso........ma una riproduzione a fusione per souvenir.2 punti
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Giustissimo Giovanni!! E adesso rimane da ponderare se la malafede del venditore supera la incompetenza o viceversa…. Enrico2 punti
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Grazie Alberto @Litra68per aver riproposto questa Discussione che avevamo un pò trascurato. Belle ed interessanti le storie postate da Te e da Raffaele @Raff82. Sto cercando di documentarmi su una storiella che riguarda Vitt.Em. II° e la sua nascita ( 1820 ), ma devo trovare i documenti nella mia biblioteca. A presto Beppe2 punti
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GENOVA E SAN GIORGIO: UN NOME UNA SFIGA Riporto qui sotto quanto scrive un quotidiano (libero.it) ricordando che il Banco di Genova e San Giorgio, nato nel 1987, a causa di una scriteriata politica di fidi, venne presto acquisito da Credito Agrario Bresciano che lo risanò, confluì infine nella BRE ma oggi esiste solo come gruppo di 60 filiali senza alcuna struttura di vertice autonoma. Il vecchio Banco San Giorgio nacque invece a Genova nel XV secolo ma fu spogliato da Napoleone di tutta l'enorme quantità d'oro custodita nei suoi forzieri. Adesso veniamo a una storia di oggi... Una buca nell'asfalto. A ventiquattr' ore esatte dalla cerimonia di inaugurazione col primo passaggio del viadotto fatto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il nuovo ponte San Giorgio di Genova, l'ex Morandi, è già da rattoppare. C'è da non crederci, ma purtroppo è quanto accaduto ieri pomeriggio. A pochi minuti dalla riapertura al pubblico - molti quelli che si erano messi in coda per prendere parte all'evento - sono cominciati i primi guai per il nuovo ponte, l'infrastruttura "modello" considerata il simbolo dell'Italia che si rimetteva in piedi dopo la tragedia del 14 agosto 2018 in cui - all'improvviso - il viadotto del Polcevera crollò su se stesso portandosi dietro ben 43 persone. Stando alle prime informazioni, l'avvallamento del manto stradale del nuovo ponte progettato dall'archistar genovese Renzo Piano, sarebbe stato causato dal peso di una delle strutture allestite per la cerimonia di inaugurazione. Ci sarebbe da ridere, ma pensare che da qui alle prossime ore - dopo aver riparato la buca e atteso il tempo affinché l'asfalto si asciughi - sul viadotto transiteranno quotidianamente centinaia di Tir che, di certo, pesano qualche tonnellata in più di una struttura provvisoria poggiata sul ponte per qualche ora, mette i brividi e fa pensare a quanto possa essere sicura la nuova infrastruttura. Realizzata sì in tempi da record, ma forse a ben vedere soltanto in fretta e furia. E senza nemmeno troppi controlli. Basta ricordare la polemica di qualche settimana fa quando si è scoperto che il nuovo viadotto si sarebbe dovuto attraversare a una velocità ridotta rispetto a quella in cui si viaggiava sul ponte Morandi. Passando dai 90 ai 70 km l'ora. E questo perchè, per ridurre i tempi di consegna dell'opera, si è scelto e preferito non modificare una curva del precedente viadotto. E nonostante gli addetti ai lavori fossero a conoscenza della situazione fin dall'inizio, la notizia è stata divulgata soltanto a pochi giorni dalle prove di collaudo. Insomma, a lavori più che ultimati. Una figuraccia che si somma a quest' ultima figuraccia e che è, inevitabile, varcherà i confini nazionali. Mettendoci ancora una volta alla berlina di fronte all'Europa e al mondo. Lo sberleffo finale è stata l'ispezione finale a pochi attimi dalla riapertura da cui è appunto emersa la necessità di una rifinitura della pavimentazione. Una buca da rattoppare. Lavori curati dalla struttura commissariale che sono stati ultimati dai tecnici della società PerGenova.2 punti
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Grazie @Rocco68 per questi tuoi piccoli gioiellini, e sono contento che si sia tornato a parlare di monete. Una cosa però mi permetto di dirla, io ho 23 anni, ovviamente non sono certo un esperto, sono soltanto un appassionato della monetazione della mia Terra, delle nostre radici culturali e socio-politiche. Penso che sia assurdo criticare una zecca che ha prodotto vere e proprie opere d’arte. D’altro canto come penso che l’utente @giacutuli sappia, abbiamo ben poche fonti riguardo al lavoro nella zecca, ma quelle che abbiamo certo non ci portano a credere che gli incisori fossero degli analfabeti o che dentro la zecca vigesse una sorta di anarchia lavorativa del “faccio come mi pare” Il tuo domandare è assolutamente lecito, farlo con modi diversi, risparmiandosi insulti verso ciò che sta intorno alle monete che collezioniamo sarebbe sicuramente visto meglio. Con ciò mi dispiace che in generale gli animi si siano scaldati. La mia di sicuro non è una “morale”, ma in questa sezione ci sono attivi grandi studiosi e grandi collezionisti, lo studio va avanti gradualmente, a meno che domani aprendo un baule non troviamo tutti i documenti che ci interessano riguardo a tale monetazione, con anche tirature e spiegazioni varie. Fin quando una cosa del genere non accadrà possiamo attenerci al lavoro e alla dedizione di chi ama davvero le monete. E passo dopo passo tante risposte verranno alla luce, così come è successo in passato, oppure ci forniranno le basi per fare ipotesi sempre più fondate. Buona serata2 punti
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Buonasera a tutti, Quattro tondelli... Tre regnanti, 13 anni di Storia del Regno di Napoli e delle Due Sicilie. E quanta abilità incisoria in pochi millimetri di diametro!2 punti
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Signori. Non avete ancora capito che state facendo soltanto il suo gioco? È evidente, dopo tutti questi mesi, che il “””buon””” giacutuli sia sostanzialmente un provocatore. Sono sicuro che goda profondamente nel leggere le vostre risposte risentite e cariche di livore. Penserà: “Oh! Anche stavolta sono riuscito a farli incavolare per bene!”. Sparisce per qualche giorno, ritorna con un profilo “basso” (nel senso che, dialogando normalmente, sembra aver messo la testa a posto) poi, sapendo benissimo quali nervi colpire, si scatena senza alcun preavviso. È un film che, come detto, va avanti da svariati mesi. Lui, ovviamente, dirà che esprime solo la sua opinione e che, come tale, merita lo stesso rispetto degli altri. Peccato che, coscienziosamente, la sua opinione finisca per risultare offensiva nei confronti di tutti i collezionisti e studiosi della monetazione napoletana. Come si può risolvere la situazione? Ignoratelo! Il suo scopo non è imparare, documentarsi, leggere libri ma attirare l’attenzione attraverso affermazioni volutamente provocatorie. So che è dura non cadere nella tentazione di rispondere ma vedrete che se non riceverà alcuna risposta, al secondo/terzo tentativo, la pianterà lui stesso. Dovete fare finta che non esista.2 punti
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@lacivettadiatena le foto della mia, comperata più di 10 anni fa.2 punti
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Buongiorno, @Klyde piuttosto che ricorrere sempre ai barbari (in senso latino e cioè "stranieri"), non direi "fake", ma "falso", visto che per fortuna abbiamo ancora una nostra lingua. Saluti HIRPINI2 punti
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Il timore che sia un clone deriva dal fatto che nei negozietti per turisti vendono un sacco di monete storiche e ho gia constatato che nel 99% dei casi si stratta di patacche. Se questa non lo è mi piacerebbe comprarla, mi affascina molto per il fatto che sia un oggetto legato ai tempi in cui i nostri nonni vennero qui in Etiopia. Solo che non saprei quale possa essere il suo giusto valore. Riuscireste a dargli un range di valore in modo da potermi orientare? Grazie.2 punti
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Quindi può essere che un massaro che ha lavorato in zecca 3 mesi abbia coniato più scudi di uno che ha lavorato per 2 anni. Ovvio che per massari che hanno lavorato veramente per brevi periodi c'è da considerare i tempi per approntare i coni. Anche se per MD mi sembra strano che in 14 giorni di lavoro sia riuscito a coniare così tanto. Mah... Sono domande a cui non avremo probabilmente mai risposta.1 punto
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C Rara e poco considerata. Per me è una variante a tutti gli effetti visto che è presente solo in questo millesimo per Ferdinando II. Complimenti Rocco è molto bella. Saluti Angelo1 punto
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adesso mi metterò a cercare quelle con l'uno perfetto ? grazie a tutti per le delucidazioni1 punto
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Bellissima, l'espressione del viso della Madonna è notevole, inoltre la particolarità della E di REIP come nell'esemplare del nostro catalogo è una simpatica curiosità1 punto
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Ciao @coinzh, complimenti, gran bel tetradramma. Di prima battitura e di grande conservazione. La cesellatura dell'incisione e impressionante.1 punto
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Un doveroso Grazie a tutti per il traguardo delle 140,000 visite in questa giovane discussione di appena quattro anni. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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In effetti sembra proprio questa: https://www.amazon.com/SARDES-Lydia-Genuine-Authentic-Ancient/dp/B07692NY5F Peso, diametro corrispondono. Le immagini anche. Voi che dite????1 punto
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Mi fa piacere, grazie al cielo andò tutto bene e ho continuato a coltivare la.mia passione con più forza di prima.1 punto
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1947 Banca d'Italia Titolo provvisorio da L. 5000 Einaudi-Urbini FALSO D'EPOCA RITIRATO ED ANNULLATO1 punto
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Ricordando Sergio Zavoli, “il socialista di Dio” e Padre Turoldo, la “coscienza inquieta della Chiesa”, mi viene spontanea questa riflessione: Siamo tutti cristiani o pensiamo tutti in modo cristiano, anche i comunisti, gli atei, Marx, lo scienziato, il finanziere... perché delle due matrici culturali presenti nel DNA dell'Occidente, quella greca e quella giudaico-cristiana, decisamente ha vinto quest'ultima perché ha detto all'Uomo: “tu non morirai”, ha donato all'uomo immortalità speranza e la possibilità di dominare anche la Natura (Genesi: tu dominerai...) metabolizzando anche il dolore che può diventare addirittura un bene. La matrice greca è stata sopraffatta, essa assume la Natura come lo sfondo immutabile che nessun dio, nessun uomo fece, così definita da Eraclito, “non pensare, uomo meschino, che questo universo sia stato costruito per te, tu sarai giusto se ti aggiusti all'Universo” dice Platone. L' uomo parte del tutto, non dominatore. Per parlare dell'uomo usa soprattutto la parola “mortale” perché l'uomo è inserito in un ciclo naturale. Natura è quel paradigma immutabile eterno regolato dalla NECESSITA'. La visione del greco è tragica: la morte è morte, è necessità naturale, il dolore è dolore, è male. “Dimmi Prometeo” chiede il coro “Oltre la tecnica quali cieche speranze hai promesso? “Ho promesso che non moriranno”1 punto
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Devo dire che, pur giudicando le monete da una foto, siete stati veramente bravi. Entrambe sono state analizzate dallo stesso perito (pignolo oltre misura...) che dopo diuturna osservazione è giunto alla seguente conclusione: q.FDC-FDC la prima e q.FDC la seconda. La prima paga per avere quelle "screpolature" evidenziate dai riflessi bluastri, la seconda per una lievissima, ma diffusa usura. Io le trovo entrambe molto gradevoli e ad occhio nudo non presentano differenze. Tuttavia, la prima torna al "Corpus", la seconda va ad arricchire la "collezione del ricordo".1 punto
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L'avevo notato anche io, ma non ho fatto offerte perchè pensavo avrebbe fatto ancora di più di quanto ha realizzato. La particolarità di questo gigliato stà a fine legenda del diritto, dove si legge "SICI ROI" invece che "SICIL REX". Per il fatto che la scritta "re" sia in francese, mi fa propendere che sia stato battuto proprio in Francia. Se fosse un imitazione orientale, la probabilità che scrivessero in francese questo particolare, sarebbe veramente troppo remota. Che ne pensi @eliodoro ?1 punto
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Giovanni Attardi, Giovanni Gaudenzi, Le monete italiane dal 1700 all'Unità d'Italia - Regno di Sicilia, Siracusa, Palermo 1734-1759, 2ª parte.1 punto
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Innanzitutto ringrazio calorosamente tutti i partecipanti. Grazie ai vostri interventi, infatti, ho avuto modo di osservare "con più occhi" questi due tondelli. Premesso che voi avete dato il contributo "solo" attraverso alcune immagini, vi dirò come appaiono le due monete avendole io in mano. Entrambe sono state chiuse FDC: la prima con un conio martello più stanco della seconda. Su entrambe sono presenti tracce di rame rosso. Hanno, però, avuto luoghi di "riposo" diversi: la prima è, probabilmente, rimasta in un sacchetto della zecca, mentre la seconda (anche qui il "probabilmente" è d'obbligo) ha subito nel tempo un "lavaggio" nella vaselina. Per quello che vedo, nessuna delle due ha segni anche minimi d'usura, solo qualche quasi impercettibile segnetto da contatto. Il peso, in queste monete di rame, è assai variabile e può discostarsi dal nominale di 5 g. Ora, dovendo scegliere, pur riconoscendo una maggior naturalezza nel colore al primo esemplare, sono propenso a mettere nel "Corpus" (la mia collezione...???) il secondo, per questi motivi: miglior definizione dei dettagli (ad esclusione dei capelli di V.E.III), minor presenza di segnetti da contatto e quasi equivalenza di lustro (nelle foto, il flash accentua il lucore dato dalla "probabile pulizia" nel secondo). Senza contare che, bene o male, tutti voi avete espresso un giudizio migliore su questo di primo acchito. Col tempo, dopotutto, anche questo esemplare recupererà il giusto grado di "opacità". Ed ora, per coloro che si domandano che fine farà l'esemplare "scartato", posso assicurare che non finirà nel "famigerato" album dei rottami. In questi giorni di pandemia ho avuto modo di "navigare" avanti e indietro negli album delle doppie e mi sono reso conto di poter mettere insieme una collezione secondaria di V.E.III riunendo tutte le monete che sono state nel tempo (mi accorgo di essere vecchissimo...) sostituite da esemplari migliori e non sono state vendute o scambiate. Se volete, potete anche chiamarla "collezione del ricordo" e comprende già un duecento esemplari ordinata questa, anziché per anno, per tipo di moneta (ovvero tutti i centesimo, i 2 centesimi, ecc.) Finito questo mio sproloquio, Vi invito a dare il vostro più che gradito parere sulla prossima discussione che posterò sui "5 Centesimi 1915" e che presenta, a mio modesto avviso, una maggior difficoltà di valutazione. Grazie ancora a tutti (ho finito, per oggi, i "mi piace": appena potrò rimedierò).1 punto
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Caspita!! Complimenti! Moneta sontuosa! Non colleziono il Regno, ma una moneta così è davvero un pezzo notevolissimo! Michele1 punto
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Volevo condividere con voi questa "ultima" pazzia fatta da me nella giornata di ieri... Con questa, ho concluso il giro delle aquile (non considerando lo scudo ?1 punto
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Ciao Francesco & Company anch'io avrei qualcosa da farvi vedere (anche se non della mia collezione) a riguardo della discussione “ interessantissima peraltro” su errori di conio o di punzonatura nelle monete del Regno di Napoli. Spero di fare cosa gradita per chi ancora non è a conoscenza di tale errore di conio. Fonte dell’immagine: XXII Asta Artemide del 14 dicembre 2008 lotto 346; Coronato di 2^ classe coniato dal 1472 fino al 1488 con il busto del sovrano al dritto e la croce di Calabria al rovescio sigle C al dritto dietro la testa e C al rovescio sotto la croce a caratteri latini “ al Dritto CORONATS Potrebbe essere considerato una variante al P.R. 16b ? Ciao.1 punto
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La piastra 1787 che prevede con quasi 200 anni di anticipo l'avvento di Antonio Gava (DC): Piastra 1794 SICILAR: Stesso errore su una piastra del 1798: 8 tornesi 1797 con SICL: e potrei continuare...1 punto
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Carissimo, perdona il ritardo con cui mi accingo a rispondere al tuo lusinghiero e gentilissimo invito. Ecco una piccola raccolta di errori (ahimé solo di punzonatura), alcuni ben noti e segnalati in letteratura, altri spero inediti: Gigliato con i punzoni delle S capovolti: Un carlino a nome di Alfonso D'Aragona con alcuni punzoni delle D capovolti al rovescio, del tutto simili a delle C gotiche chiuse, per cui si legge: CNS : M : ACIUT : E : EGO : DESP : IN : M : Un cavalluzzo di Ferrante con la lettera A e la legenda EQVITAS REDNI (già notato dal Rasile): Un ducato 1582 con HIERVSSA al posto di HIERVSA; Un carlino di Filippo II con la legenda PHILP (senza una I): carlino 1620 con SINGNO: Il ducato 1684 con la contrazione HISPNIAR: 3 cavalli 1678 con SIGNNO (errore scoperto da Fedafa):1 punto
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