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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/30/20 in tutte le aree
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Di nuovo un bel "Ciao a tutti!" Essendo questo un forum di numismatica, direi che adesso posso iniziare a far le cose sul serio, partendo con le serie reale dele vecchie "króna" - non che fossero fittizie, parlo di Re Christian X Queste furono coniate a partire dal 1922 e praticamente fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando l'Islanda era ancora più o meno una territorio danese. Prima di queste ci furono i Rigsbankdaler (1813-1854) [RIG = REICH= REGNO / BANK / DALER = THALER = TALLERO] e - con la nascita della banca islandese e la rispettiva corona - le Krone (1874-1918) , ma questo è un altro discorso. Il Regno d'Islanda nacque il 1º dicembre 1918, a seguito di un referendum che sancì un'unione particolare tra la Danimarca e Islanda: il re di Danimarca rimase re d'Islanda, ma i due paesi divennero formalmente distinti, cosa ancora oggi comune con alcuni vecchi territori inglesi. La moneta di bronzo più piccola è un EYRIR seguita da i due e cinque AURAR di cupro-nichel sono i 10 e 25 AURAR anteguerra segno della crisi bellica sono i 25 AURAR di zinco del '42, che con neanche due grammi di peso, sono delle piume a confronto delle... ... Corone in lega di alluminio e bronzo, qui una e due corone: Il 9 aprile 1940 la Danimarca venne invasa dai nazisti e cadde sotto il dominio della Germania; gli inglesi a loro volta occuparono l'Islanda, e l'Althing (il parlamento islandese) proclamò così l'indipendenza dalla Danimarca nel 1944, dopo un referendum in cui oltre il 90% degli islandesi votò per la secessione. Il 17 giugno 1944 (133º anniversario della nascita del patriota Jón Sigurðsson 1811-1879), il Parlamento islandese proclamò la repubblica a Þingvellir. Il re di Danimarca Christian X, ancora sotto occupazione, non potè che prendere nota del fatto. Dal 1946 in poi vennero coniate altre Corone, ma questa è un'altra storia... che continuerà nella prossima puntata! Servus, Njk PS: purtroppo queste monete erano proprio sporchine: hanno fatto un bel bagnetto in acqua demineralizzata e sono state trattate solo con stuzzicadenti e cotton fiock, ma il brutto alone da pulitura è senza pietà ed è subito comparso su alcune di esse!4 punti
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Amo molto il rame, anche del Vicereame, scusate per la rima, ma ogni tanto faccio incursioni negli argenti. In attesa di recuperare i miei Tornesi di Filippo II con cornucopia, vi presento il mio Tarì di Carlo V. ? Aspetto vostri commenti. Saluti Alberto4 punti
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Buonasera a tutti, oggi festeggio 4 anni di Forum, e voglio farlo con il mio primo 9 cavalli di Ferdinando IV entrato in Collezione Litra68. Millesimo 1790 Torre Lati Curvi Riporto una breve nota presa dal Web. Era un abilissimo spadaccino, ottimo cavaliere e tiratore infallibile e grandissimo cacciatore e pescatore non di meno. Infatti, per la maggior parte del suo tempo si divideva tra le sue riserve di caccia e le rive del lago Fusaro. Saluti Alberto3 punti
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Sulle spighe lunghe e corte la vicenda è più complessa. Hanno rifatto il modello del rovescio (non so il perchè) con le spighe lunghe e sono arrivati fino alla matrice. Poi il punzone riproduttore lo hanno fabbricato incrociando una matrice "spighe lunghe" con una matrice "spighe corte". Quindi la zecca aveva a questo punto un residuo di punzoni solo spighe corte e un nuovo punzone spighe lunghe "ibrido". Un punzone era sufficiente per il quantitativo residuo che mancava (negli ultimi anni hanno battuto qualche milione di pezzi). Il punzone vecchio lo hanno continuato ad utilizzare fino ad esaurimento principalmente per le monete destinate alla circolazione, per le divisionali hanno usato il nuovo punzone "ibrido" probabilmente pensando che fosse di migliore qualità. Quando si è consumato il punzone riproduttore vecchio hanno usato solo il nuovo ibrido. Prendi le divisionali dal 1996 al 2001 e guarda la R di Romagnoli e vedrai l'incrocio dei due punzoni. Su questo tema ho partecipato alla predisposizione di un articolo sulla rivista Coin World.3 punti
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1950 Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia 1 Somalo 19503 punti
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Lamoneta è un Sito che si occupa da tanti anni principalmente - e seriamente - di Numismatica e di altri settori affini del collezionismo, non una chat di chiacchiere e battute che non costituiscono risposte - più o meno esaurienti quando non esaustive - alle domande che ci vengono poste. Nella fattispecie, è stato chiesto un qualche lume su un frammento di metallo che nessuno, a cominciare da me, è riuscito ad identificare o su cui avere una qualche intuizione. Trovo non consono allo spirito ed allo stile che hanno sempre uniformato il Sito il dare luogo ad un chiacchiericcio da chat generica che non serve ad alcunché. La seriosità non piace neppure a me, la serietà invece sì. Buona giornata.3 punti
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Sono 2, la "marina" e la "vecchia" , entrambe borghi prossimi al fiume Noce nel tratto finale che marca il confine tra Lucania e Calabria : la marina centro rivierasco popoloso e moderno, la vecchia piccolo centro in lento spopolamento, disteso sulle pendenze dell'impervia falesia che, non lontana dal mare, affaccia sul vallone della Fiumarella . La presenza umana è attestata nell'area già dal Paleolitico, poi in epoca storica, vicinissimo a Tortora vecchia sul colle del Palecastro si raccoglie verso il VI sec. A.C. un insediamento urbano degli Enotri, ai quali si sovrappongono verso fine del V sec. A.C. genti Lucane : le necropoli di quei periodi restituiscono interessanti corredi con oggetti e ceramiche locali spesso integrate con ceramiche greche di importazione . Importante il blocco in pietra da S. Brancato che riporta un lungo testo in paleo-italico, reso con l'alfabeto greco-acheo . Fonti antiche tra le quali T. Livio, ci dicono che durante la II guerra punica nel 214 A.C. , la città sul Palecastro, chiamata Blanda, è conquistata dai Romani : e da allora sarà città romana fino a tutta l'epoca imperiale, per vedere successivamente transiti Bizantini e Longobardi . Lentamente abbandonata, probabilmente anche per cercare miglior difesa dalle incursioni dal mare, Blanda vede gli abitanti transfughi, avviare in periodo altomedievale sulla vicina più sicura falesia, l'insediamento del quale in documento del 1079 compare per la prima volta il nome Tortora . Ed in Tortora vecchia, dedicato agli scavi archeologici di Blanda, è presente un piccolo museo dotato di buon corredo modernamente ben illustrato ed esposto : le monete rinvenute negli scavi non sono ad oggi note ed esposte . In calce alcune immagini tratte da "Il museo di Blanda" edito da Comune di Tortora ed alcune fotografie da VALTERI .2 punti
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Buon giorno. Ho trovato, con piacevole sorpresa , mentre facevo ordine, mischiata ad altre di scarsa conservazione questa monetina. Ha attirato subito la mia attenzione appunto per la conservazione che mi sembra ottima. Cosa ne dite ? Che conservazione le attribuireste? Gabriella2 punti
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Credo che Gaudenzi sia un professionista serio e preparato su questa tipologia di monete (i.e. errori/varianti), quindi se ha attribuito un grado di rarità R2 avrà avuto le sue buone ragioni e non mi pare che ad oggi ci siano elementi certi per stabilire che questa terza "variante" abbia una rarità diversa da quanto lui ha riportato. In tutta onestà, io ne sono venuto a conoscenza di recente e da prime verifiche e in base a quello riportato da te e da Cosi70 sembra evidente che non è una moneta di facile reperibilità. La mia opinione personale è che in questo campo il grado di rarità nella sua concezione classica basato essenzialmente sulla tiratura e sulla reperibilità della moneta (C, NC, R, R2, etc.) ha un'importanza meno significativa rispetto ad altri elementi, soprattutto per stabilirne il valore. In primo luogo, perchè non si hanno dati certi e il grado di rarità viene attribuito sulla base di un giudizio personale basato sugli elementi disponibili in quel momento. Tuttavia, le cose possono evolvere alla luce di nuove informazioni. Per fare un esempio, ricordo che la lira impero 1940 con le 4 stanghette inizialmente veniva periziata R3, poi sono usciti numerosi pezzi ed il grado di rarità è stato rivisto. Il Montenegro 2020 la riporta come R2 e credo sia destinato ad essere rivisto ulteriormente a ribasso in futuro. Infatti, da mie statistiche vedo più facilmente reperibile una lira 1940 XVIIII (rarità R2 Montenegro 2020) rispetto ad una 100 lire 1972 / (grado di rarità R). Questo solo per dire che il grado di rarità è relativo in questo settore (errori/varianti) soprattutto nella fase iniziale di scoperta dell'errore in cui lo stesso è poco noto presso il mercato. Si possono trovare benissimo degli errori pezzi unici (R5) poco conosciuti che hanno un valore e appetibilità nettamente inferiore ad un errore classificato come R nei cataloghi. Da studioso quello che mi premerebbe approfondire, e che è prodromico al fine di confermare un certo grado di rarità, è la genesi di come si è originata questa moneta. In tutti i libri o riviste che ho letto viene sempre detto che si è passati dalla testa piccola alla testa grande a causa di una rottura del conio. Questa affermazione non convince in quanto la rottura di un conio è un evento "normale" e che accade spesso in un processo di coniazione massivo di una moneta con una tiratura di milioni di esemplari. Per coprire una tiratura di svariati milioni di pezzi servono centinaia di coni. Il processo di fabbricazione dei coni prevede vari passaggi che sono atti a garantire la produzione di centinaia o migliaia di coni tutti uguali. Se un conio si rompe può esserne facilmente fabbricato un altro identico dal punzone riproduttore, quindi la rottura di un conio del dritto non può giustificare di per sè la modifica delle impronte. Al riguardo cito quanto scritto da Nicola Jelpo (ex Direttore della Zecca) nel suo libro: “L’esistenza del punzone riproduttore e della matrice serve a garantire l’uniformità e la costanza delle impronte delle monete; infatti una coppia di conî è in grado di coniare un certo numero di monete dopo di che si deve procedere alla loro sostituzione. I conî vengono ricavati dai punzoni riproduttori da ognuno dei quali possono essere ricavati circa 150 conî. Quando il punzone riproduttore si danneggia se ne possono ricavare altri dalla matrice e, se per avventura, si dovesse danneggiare anche questa, se ne può trarre un’altra dal punzone originale". Poi se si è rotto il conio del dritto, perchè modificare (con piccole modifiche) anche il rovescio? Probabilmente la vera motivazione che ha giustificato così prematuramente la modifica delle impronte sia del dritto che del rovescio deve essere un'altra (non certo la rottura di un semplice conio) e che al momento non sappiamo. Ciò posto quella di cui stiamo parlando è una "variante" od un "errore"? Con il termine variante si intende comunemente una modifica volontaria delle impronte da parte della Zecca per determinati motivi. E' chiaro che la testa "testa piccola" rispetto alla "testa grande" (in verità, come ricorda Luppino nel suo libro, la variante sarebbe la "testa grande" visto che è il frutto di una modifica successiva) sia una variante perchè la modifica è stata scientemente voluta ed autorizzata dalla Zecca. Il fatto di battere una moneta con il dritto della "testa grande" ed il rovescio della "testa piccola" siamo sicuri che è un qualcosa che è stato ufficialmente voluto dalla Zecca? Ci possono essere varie teorie (che influiscono sul grado di rarità della moneta) sulla genesi di questa moneta. Secondo una prima teoria: la Zecca aveva esaurito i coni di dritto perchè l'ultimo disponibile si è rotto in fase di coniazione e invece il conio di rovescio (vecchie impronte) montato in quella pressa era ancora in buono stato e quindi è stato utilizzato in abbinata ad un conio di dritto "testa grande" per fargli esaurire la sua vita utile (il conio di rovescio normalmente dura di più del conio di dritto perchè viene generalmente montato sul conio di incudine che è soggetto a minore stress). Se questa teoria si dimostrerà vera allora è probabile che questa terza "variante" sia più rara della più famosa "Testa Piccola". Seconda teoria: la Zecca ha deciso di interrompere la coniazione con i due coni "testa piccola" e di passare ai due coni della "testa grande" (pur avendo dei residui in magazzino di coni testa piccola). Per errore l'addetto alla pressa monta al rovescio un conio testa piccola (in abbinata con un conio di dritto testa grande) e batte un'intera tiratura (una coppia di coni batte circa 150.000/200.000 monete). Questi errori succedono, basti pensare ai quattro casi avvenuti con l'euro con il passaggio dalla vecchia alla nuova cartina geografica. In Germania, Finlandia e Portogallo hanno montato coppie di coni non corrette (siamo nel 2007/2008). In questo caso saremmo difronte ad un errore denominato "mulo" e non ad una variante e il grado di rarità sarebbe inferiore alla prima teoria. Probabilmente ci possono anche essere altre teorie, ma per poter stabilire con certezza la genesi dell'errore/variante ed avere un'idea più certa sulla sua rarità andrebbe studiata la moneta. In particolare, sarebbe interessante trovare dei marcatori (es. micro fratture) che riconducano in modo inequivocabile il rovescio della terza variante ad un rovescio della variante "testa piccola", ciò dimostrerebbe la prima teoria. Appena avrò modo di analizzarla personalmente vi terrò aggiornati. Buona domenica.2 punti
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Sarebbe anche utile sapere se i ladri erano a caccia delle monete o l hanno trovata casualmente mentre rubavano in casa, questo per capire se sono consapevoli dei valori e dell ambiente numismatico2 punti
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@Litra68, se entro 15 minuti a partire da adesso, mi metti qui una moneta Borbonica con lo stesso dettaglio, al prossimo convegno di Capua avrai in omaggio una monetaina vicereame. Promesso. Intanto io scrivo, stasero sto in vena......ah...ahahahah1 punto
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Buongiorno, è il 24 agosto 410. Alarico, re dei Visigoti, dopo esser stato attaccato a tradimento dalle truppe romane di Onorio nei pressi di Ravenna, si è diretto verso Roma: l’ha cinta d’assedio per lungo tempo e attraverso la Porta Salaria (attualmente scomparsa in quanto abbattuta nel 1871) entra con le sue truppe e si dà al saccheggio. Esistono più versioni sulla dinamica dell’evento che coincidono però sul fatto che qualcuno aprì la Porta urbica dall’interno, consentendo l’ingresso ai Goti. Posto di seguito un buon video: Ciao Illyricum1 punto
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Belle foto! Io continuo a vederla comoda nella conservazione di qFdC... Afflitta da molte debolezze, con un bordo e macchie da indagare, però mi sembra in alta conservazione, con bel lustro e campi che in foto sembrano molto ben conservati1 punto
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Dallo stile potrebbe essere un’emissione imitativa di un quadrante repubblicano.1 punto
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Non è altro che la continuazione del movimento no-vax che ci ha funestato a lungo prima del Covid. Sembrava che, a seguito di questa malattia, fossero spariti (o forse, semplicemente, non se ne parlava più), ora che il vaccino contro il Covid sembra a portata di mano, rialzano la testa. Il discorso è sempre quello, si tratta di un'ignoranza con la quale è impossibile, e quindi inutile, cercare di ragionare. petronius1 punto
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Ciao, ti ringrazio, in verità è il primo di ben 24 esemplari di 9 Cavalli di Ferdinando IV. È una tipologia che amo molto. Saluti Alberto1 punto
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golf, odi, bot NI a' GOLFO DI BOTNIA Mi stavo focalizzando troppo sulla posizione del grafema NI.... Ancora buona domenica da Stilicho1 punto
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Può essere che il dritto delle due versioni sia differente per una diversa "impostazione" del pantografo. Il tema è che col pantografo non si produce direttamente il conio o il punzone riproduttore, ma ci sono quattro passaggi intermedi prima di arrivare al conio. Dal modello col pantografo si ottiene il punzone tipo o punzone originale (questo ha già la dimensione della moneta), dal punzone tipo (impronte in positivo e rilievo) si ottiene la matrice (impronte in negativo ed incuso). Dalla matrice si ottiene il punzone riproduttore (impronte in positivo ed in rilievo) e dal punzone riproduttore si ottiene il singolo conio (impronte in negativo ed in incuso). Dal singolo conio si ottiene la moneta (impronte in positivo ed in rilievo). Normalmente vengono prodotti subito più punzoni riproduttori e centinaia di coni (soprattutto del dritto che è uguale nei vari anni). Può essere, che dopo un intero ciclo di battitura (con tanti coni prodotti) si siano resi conto che non piaceva la legenda così distante dal bordo e hanno deciso di rifare il punzone tipo impostando il pantografo con una grandezza maggiore e al contempo hanno anche deciso di rivedere il rovescio (tutti i coni prodotti dritto e rovescio vecchi sono stati rifusi). Magari il rovescio di quel primo ciclo era ancora buono e lo hanno continuato ad utilizzare ancora un po' con il nuovo dritto...tutte ipotesi da dimostrare1 punto
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Grazie e complimenti per la qualità di conservazione delle due teste piccole ?1 punto
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Ho letto: "Poi si è rotto il conio del dritto", invece di: "Poi se si è rottolil conio del dritto" E da li, erroneamente, ho pensato che tu avessi inteso che prima ci fosse stata la rottura del /R.e poi del /D. Scusami. E stasera a nanna presto. Promesso ? Forse che con qualche ora di sonno in più, connetterò meglio.1 punto
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Quella che descrivi è la prima teoria che ho esposto vale a dire che il retro originale sia stato utilizzato "volutamente" ( e non per errore) in abbinata al "nuovo" dritto, magari per finire il o i coni ancora disponibili (siccome i coni di dritto sono soggetti a maggiore stress si rompono più facilmente e quindi è normale che finiscano prima dei coni del rovescio). Quello che è strano è che la Zecca non produce un conio alla volta come si può facilmente immaginare, quando si appresta a fare una tiratura di milioni di pezzi produce subito decine di coni sia del dritto che del rovescio (perchè è fisiologico che dopo un certo numero di battiture il conio va sostituito). Siccome le "teste piccole" sono relativamente poche (si stima dai 100.000 ai 400.000 pezzi) significa che per produrle hanno utilizzato una o due coppie di coni al massimo. Gli altri coni dove sono finiti? Quando ho usato il termine "piccole modifiche" intendevo quelle differenze (i 9 aperti, il gabbiano più piccolo, la gambetta del sdz, etc.) che distinguono il rovescio vecchio (testa piccola) dal nuovo rovescio (testa grande). Sono piccole modifiche e normalmente le piccole modifiche "volute" nascono quando l'incisore deve rifare lo stesso modello il più possibile fedele al primo. Ciò è accaduto anche con le 10 lire spiga quando è stato rifatto il modello del rovescio (spighe lunghe vs spighe corte). Quindi per capirsi, secondo me, esistono solo due tipi di rovesci: (i) rovescio originario testa piccola e (ii) rovescio originario testa grande. Per qualche motivo da scoprire il rovescio originario "testa piccola" è stato abbinato al dritto "testa grande" in modo volontario (variante) oppure in modo involontario (errore).1 punto
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Psidia - Termessos AeBronze (71 - 36 a.C.) Laureate head of Zeus right/R horse rampant to left TEP below (Foto presa dal Web)1 punto
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Buongiorno @Regium Si, la tua banconota è una serie sostitutiva. Crapanzano la cataloga come R2 mentre il Gigante R3... le solite discrepanze niente di nuovo. Da quello che riesco a vedere mi par di notare diverse ondulazioni soprattutto sul R del biglietto, quindi, come grado di conservazione starei su un qSpl. Prendi la mia valutazione con beneficio d'inventario è sempre complicato esprimersi vedendo a monitor delle foto. Saluti.1 punto
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Vuoi sapere se la legenda al contorno si presenta orientata nello stesso modo rispetto ad una delle due facce? Tenendo la moneta orizzontale con il D/ rivolto in alto, tutt'e tre le legende sono leggibili normalmente. Ho un'altra Piastra del 1834 (che posterò) che, messa nella stessa posizione di queste, presenta invece la legenda capovolta.1 punto
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Ed ecco l'evoluzione del contorno delle tre Piastre nell'ordine in cui le ho presentate (dall'alto verso il basso). Si vede il decadimento della virola nell'incisione di PROVIDENTIA dove la parola perde piano piano le lettere:1 punto
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Io attenderei di avere a disposizione le foto delle monete, poi si cercherà di farle visionare ad un numero maggiore di persone..1 punto
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Quest’oggi ho potuto finalmente tagliare un piccolo traguardo che mi ero prefisso: completare la serie VIERTVS EXERCIT a nome di Costantino l per ogni zecca. Per l’occasione propongo un giochino rivolto in primis ai più esperti, ma che potrebbe risultare formativo per chi si sta avvicinando a questa monetazione. Associa il ritratto alla zecca! ? (altre foto a richiesta)1 punto
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La numismatica della Magna Grecia e della Sicilia antica si abbina ottimamente alla bibliofilia, l'ambito è pieno di testi rari e costosi, non bisogna neanche andare molto indietro nel tempo, già nel solo novecento sono state pubblicate alcune delle opere più importanti ed ambite, per la sola Sicilia penso alla famosa opera del Rizzo, che quando la si trova in originale, quasi sempre un pò malandata, supera i 2000 euro, come anche al Corpus Nummorum Siculorum del Calciati, altra opera importante e costosa, attorno ai 1000 euro, un'altra opera importante del Calciati è Pegasi, pure questa bisogna sudarsela attorno ai 500 euro... Poi vi sono alcune rare opere di studiosi stranieri, Jenkins, Boehringer, Regling, tutte introvabili e assai costose in originale, quella di Boehringer su Siracusa, in tedesco, è ancora il testo di riferimento per la monetazione siracusana più antica, più reperibili le opere della Caltabiano su Messina e di Fischer Bossert su Taranto, ma siamo comunque attorno ai 200 euro... E sono tutte opere molto recenti, la maggior parte di pieno novecento, anche chi voglia solo studiare queste monete, senza collezionarle, deve mettere in conto un impegno economico notevole e avere un certo gusto bibliofilo per i bei volumi...1 punto
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Io, infatti, ho parlato di "moneta di dimensioni simili" (allo Scudo di V.E.II), altri hanno ipotizzato che fosse il 5 Franchi. Non avendo idea di che moneta fosse (e non avendo riconosciuto alcun profilo) mi sono tenuto sulle generali. Tuttavia, non mi sento di escludere nemmeno il tondello ipotizzato, poiché il colpo avrebbe potuto causare uno "slittamento" dell'esemplare "coniatore" lasciando un'impronta deformata non facilmente riconducibile ad un 5 Franchi. Tu, comunque, continua a fare "l'avvocato del Diavolo" (in senso buono), perché contribuisce a chiarire le cose ed - eventualmente - a riflettere sull'argomento e a cambiare pareri che sembrano assodati.1 punto
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Ciao, OSTROGOTI, mezza siliqua, Teodorico, in nome di Anastasio, Ravenna, inizi VIsec. R2. Peso, gr. 1,41 circa.1 punto
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Buongiorno, volevo chiedere se qualcuno ha qualche informazione su un particolare del dritto delle 500 lire 1957 prova caravelle. Normalmente, il dritto presenta una breve linea di congiunzione degli scudetti posti ad ore 11 (cfr. prima immagine a sinistra). Altre (meno numerose) presentano delle differenze (totale assenza della linea ovvero linee più lunghe). Il dritto a destra dell'immagine è di una 500 lire attualmente in asta (non so se si può menzionare l'asta) con una linea di congiunzione molto più lunga. La stessa linea in posizione diverse si può notare anche nelle prove tecniche e nei vari progetti della 500 lire conservati al museo della Zecca (non è invece presente nelle caravelle entrate in circolazione). Presumo sia una sorta di segno circolare fatto per agevolare l'incisore nel disporre gli scudetti in modo regolare che poi doveva essere "cancellato" nella versione finale. Pare che questa linea sia stata gradualmente cancellata in fase di coniazione della 500 lire prova. Cosa ne pensate? Avete informazioni al riguardo? Grazie!1 punto
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Ho la prova! I templi in Sicilia sono recenti, sono stati costruiti con il Lego...1 punto
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Si tratta di Mongolia, vedi qui : https://en.numista.com/catalogue/pieces6496.html1 punto
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E' una domanda complessa. In primo luogo andrebbe definito cosa si intende per metodo scientifico, che ha applicazione differente sulla base della disciplina su cui si fa un esperimento. A rigore considero metodo scientifico il metodo deduttivo. La numismatica è un settore scientifico a cavallo tra più discipline. l'approccio chimico/fisico segue ovviamente totalmente il metodo scientifico, così come l'approccio archeologico (uso di stratigrafia, studio delle ribattiture per datare le monete, ecc.). L'approccio più squisitamente letterario alla numismatica spesso è al limite del metodo scientifico, facendo spesso uso di schemi interpretativi di testi letterari che spesso dipendono dal contesto culturale del momento più che si solide basi scientifiche. In generale su una data moneta o monetazione è noto un numero limitato di informazioni, per cui l'applicazione del metodo scientifico può non portare a conclusioni certe, ma esclusivamente ad ipotizzare ipotesi di lavoro, in attesa che ulteriori informazioni chiariscano il quadro. La mancanza di alcune di queste informazioni rischia di non poter arrivare a conclusione certe su quella data moneta. Ci sono monete note esclusivamente a livello letterario: Possiamo dire che esistono (e non sono arrivati esemplari a noi ) oppure non esistono nè sono mai esistite? Di alcune monete al contrario mancano riscontri letterari, e così non abbiamo idea del loro valore o addirittura dell'autorità o zecca emittente. In definitiva, il metodo scientifico si applica, si fanno ipotesi, ma non è detto che le informazioni in nostro possesso permettano di arrivare ad una conclusione univoca.1 punto
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Grazie @Rocco68, per l'ultima postata avevo preso già appunti....e se non sbaglio è ancora in vendita; per me la 34 è postuma, le altre due....buone. Prendo nota.1 punto
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Apparso su un sito di vendite online anche questo esemplare del 1845 con OLIM-BOMBA ... Magliocca manca.1 punto
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Altra donna fu Bona di Savoia nata ad Avigliana nel circondario di Torino nel 1449, 11ma figlia di Ludovico di Savoia e di Anna Lusignano di Cipro Bona rimasta orfana della madre nel 1462 , crebbe alla corte di Luigi XI di Francia poiché la sorella Carlotta di Savoia aveva sposato nel 1451 l’allora delfino di Francia Luigi . Negli anni '60, il Duca di Milano Francesco Sforza propose a re Luigi il matrimonio del primogenito Galeazzo Maria con Bona, e dopo lunghe trattative i Savoia, anche per le pressioni francesi, acconsentirono al matrimonio che avvenne per procura ad Amboise nel 1468 Nei primi otto anni di matrimonio, Bona non si intromise mai negli affari di stato dedicandosi solo ai figli, ma con l’assassinio di Galeazzo Maria, nel dicembre del 1476, dimostrò un gran carattere nel proteggere i figli e divenuta reggente nel 1477 del primogenito Gian Galeazzo Maria, con l’aiuto di Cicco Simonetta riuscì a governare fino al 1480, quando il cognato Ludovico Sforza, detto Il Moro, volle portare il giovane Gian Galeazzo presso di se, nel Castello Sforzesco. Gian Galeazzo Maria, che aveva solo 11 anni, sotto la pressione dello zio, firmò una carta che nominava tutore Ludovico il Moro a discapito della madre che fu costretta ad andare quasi prigioniera nel Castello di Abbiategrasso, da dove uscì solo in occasione del matrimonio della figlia Bianca Maria con l’imperatore Massimigliano I d’Asburgo avvenuto nel 1494 nello stesso anno fu poi assassinato Gian Galeazzo e Ludovico riuscì a farsi eleggere Duca di Milano. Nel frattempo grazie all’aiuto di Carlo VIII si Trasferì in Francia presso la corte francese ad Amboise e successivamente grazie al nipote Filiberto di Savoia le fu concesso un piccolo feudo a Fossano ove visse fino al 1503, ormai dimenticata da tutti. dipinto di Bernardino Luini – Museo d’Arte Antica Castello Sforzesco di Milano1 punto
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Prendendo lo spunto dall'interessante libro di Mario Limido "Milano raccontata dalle sue monete e medaglie", volevo dimostrare che Milano nelle sue monete non è mai stata maschilista, infatti due donne in epoche diverse, sono state rappresentate su coniazioni della zecca di Milano La prima fu Solanina moglie dell’imperatore Gallieno che sposò nel 241 d.C: era nata tra il tra il 222 e il 225 d.C. e condivise con Gallieno il periodo da 253 a 268 , lei stessa nel 254 fu proclamata Augusta, ereditando la dignità elo status della suocera Egnatia Mariniana moglie del co-Imperatore Publius Licinius Valerianus, ebbe tre figli Valentiniano, Saloninus e Marinianus. Salonina oltre che moglie e madre, ebbe anche un ruolo politico, fu fin dagli inizi e lungo tutta l’esperienza imperiale del marito al suo fianco e quando nel 268 alle porte di Milano Gallieno fu ucciso, di lei non si seppe più nulla, molto probabilmente morì con l’ultimo figlio Marinianus che aveva solo tre anni. Essa fu rappresentata su ben 19 monete coniate a Milano antoninianus (RIC V, 58 della zecca di Mediolanum (261-8) con legenda «AVGVSTA IN PACE» sul rovescio1 punto
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Ciao sku Hai perfettamente ragione. Nella didascalia m’era scappata la a finale di harpa, termine che non ha nulla a che vedere con harp (arpa) ma ha il significato di un attrezzo agricolo con estensione uncinata, utilizzato come falcetto o falce fienaia. Devo evitare ormai di intervenire sul forum dopo la mezzanotte, alla mia età! :silly: E magari un po' anche prima. L’attrezzo era usato da Saturno ed è raffigurato con lui sulle monete repubblicane e su una moneta di Gallieno. Inoltre può essere adattato ad arma e come tale è stato usato da Perseo per uccidere Medusa. apollonia1 punto
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