Vai al contenuto

Classifica

  1. Rocco68

    Rocco68

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      10835


  2. Raff82

    Raff82

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      1246


  3. vickydog

    vickydog

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      2708


  4. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      24058


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/02/20 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti amici, Voglio condividere con voi l'ultima arrivata in collezione. Spero piaccia anche a voi. Un saluto Raffaele.
    5 punti
  2. Primo, non sappiamo se sia una moneta o una riproduzione. Secondo, non mi sembra - per quel che si vede - fusa con il ciondolo, ma solo incastonata in esso. Terzo, ammesso e non concesso che una moneta sia stata rovinata, non sappiamo chi l'abbia rovinata. Quarto, mi sembra comunque un modo troppo scortese di apostrofare una signora. Quinto, l'esortazione in Italiano si esprime col congiuntivo presente ("vergogni"); l'uso dell'imperfetto ("vergognasse") è vernacolare.
    4 punti
  3. Quella che ho riportato sopra è apparsa in asta ultimamente. La mia ha nel rovescio i graffi appena accennati.
    4 punti
  4. Segnalo questo mio articolo apparso sull'ultimo numero di OMNI uscito pochi giorni fa. L'articolo verte sul tema dei monogrammi riportati sulle monete greche che in alcuni casi, nella mia interpretazione, sono numeri. https://www.academia.edu/43928354/F_De_Luca_Le_notazioni_numeriche_sugli_stateri_aurei_di_Tolomeo_I_Sotere_Versione_italiana_dellarticolo_pubblicato_sulla_rivista_numismatica_OMNI_n_14_08_2020_pagg_31_69_ Questo il testo originale inglese apparso sulla rivista: https://www.academia.edu/43928165/F_De_Luca_Numerical_notations_on_Ptolemy_I_Soter_s_gold_staters_Revue_Numismatique_OMNI_no_14_08_2020_pp_31_69
    3 punti
  5. Posto la mia Piastra 1840 "modello base" (penso ). Buona serata a Tutti, Beppe
    2 punti
  6. E dulcis in fundo, la terza: - Piastra 1834 con al D/ assenza di punto dopo "FERDINANDVS II", mentre al R/ assenza di punteggiatura in "SIC ET HIER", un leone senza coda e stemma del Portogallo con 11 torrette nel giro esterno e 4 torrette nella parte centrale.
    2 punti
  7. @littleEvil. Chi ha coniato / copiato / riprodotto lo scudo di Carlo Felice, qui rappresentato, ha inserito quel simbolo a forma di L riflessa. Forse per dire senza dirlo: "guardala bene, è una copia. Invece della R io chi ho messo una L ribaltata. Pura creatività. Tutte le copie che sono passate su queste pagine della nostra community hanno questa particolarità che la contraddistingue al primo colpo d'occhio senza ricorre a tutto il resto... metallo.. peso... FERT... bordo... perlinatura... Parecchio tempo fa pure io ne ho postata una di un mio amico (come se fosse mia per non influenzare nessuno. E chi devevo suggestionare presentando ai nostri esperti una moneta palesemente falsa) uguale, uguale, uguale tre volte che la menava affermando che era originale (ereditata dal nonno eccetera) per essere smentito ripetutamente. Ho detto tutto. Mi auguro di aver esposte bena la mia ragione, augurandomi che qualcuno dei nostri esperti confermi il mio scritto. Ciao. PizzaMargherita.
    2 punti
  8. La Dr. Graham, mi ha gentilmente subito risposto al nostro interrogativo svelandone il mistero, che qualcuno come Silvio aveva già abbozzato, e in modo ben articolato. La ringrazio di cuore anche qui dalle pagine del nostro forum per la sua collaborazione e cortesia. Vi allego la risposta, parte della quale, nella pagina che segue, è di una discussione precedente sulla stessa moneta: Thank you! I've tweeted re: the necklace (below). Dates (167- 148 BCE) are debated: acc. to Livy, mines were 'banned from exploitation' until 158: does this mean they were not used? 'First' refers to the 'meris' Amphipolis, where it was minted. Cf. K Dahmen's chapter (below) Lingua originale: inglese. Traduzione di Grazie! Ho twittato re: la collana (sotto). Le date (167-148 a.C.) sono dibattute: acc. per Livio, le zecche furono "bandite dallo sfruttamento" fino al 158: questo significa che non furono utilizzate? "First" (primo) si riferisce alla 'zecca' di Amphipolis, dove è stato coniata. Cfr. Capitolo di K Dahmen (sotto) - - - - - - - In terms of reference, I struggled to find a conventional reference for typology (e.g. CRR, RRC). As Rome's early foray in Greek coinage, I'm not sure where this falls Greece vs. Rome catalogues (still seems Greek to me): have seen "SNG Copenhangen 1310-1", and "HGC 3, 11-3". Lingua originale: inglese. Traduzione di In termini di riferimento, ho faticato a trovare un riferimento convenzionale per la tipologia (ad esempio CRR, RRC). Essendo la prima incursione di Roma nella monetazione greca, non sono sicuro se rientri nella catalogazione Greca o Romana (io direi più Greca): ho visto "SNG Copenhangen 1310-1" e "HGC 3, 11-3".
    2 punti
  9. Buongiorno Ninou. Sarà anche molto consumato, come tu dici, ma dalla foto proprio non sembra.....anche il foro, senza la minima sbavatura, è stato praticato di recente, direi con un trapano da banco e il metallo impiegato - per quanto è dato capire da una foto - non credo sia alluminio. Hai citato ben cinque alfabeti, complimenti, spero che molti siano in grado di risponderti. Io purtroppo no : a me sembra un gettone da sala giochi......Forse vuoi giocare ? Se credi, puoi inviare una foto dell'altro lato, e indicarne il diametro. Un saluto cordiale.
    2 punti
  10. Giuseppe Ruotolo, Una poco nota moneta di argento della Repubblica Napoletana del 1648
    2 punti
  11. Il mio pensiero A me sembrava di aver letto una ipotesi secondo cui Nerone avesse dedicato questo aureo a Giove (qui con l'epiteto di Custode o Guardiano) perché lo avrebbe protetto dall' essere ucciso durante la congiura ordita da Calpurnio Pisone. In effetti "Custos" dovrebbe sottintendere "custode dell'imperatore e di Roma" . Buona notte Stilicho
    2 punti
  12. 1951 Southern Rhodesia , 2 Shilling 1951 George VI Copper-Nickel Aggiungerei piacevole esemplare !
    2 punti
  13. 10 centesimi ape 1921 metallo: lega plumbea peso: 3.38 grammi diametro conforme all'originale. Qualche parere? (per cortesia [emoji6])
    1 punto
  14. A favaldar.Eccomi. Grazie e a domani. Buona notte. Gabriella
    1 punto
  15. Questo è un esemplare lavato (una mia vecchissima foto). Osserva il dettaglio delle verghe del fascio littorio cui mi riferivo prima
    1 punto
  16. Forse l intruso e il 5 rubli perché tutte le altre in vari modi sono state sovrastampate?
    1 punto
  17. Da quanto ne so sono caratteri non riconducibili a nulla, in buona sostanza, per l'uso che se ne doveva fare, sono di fantasia. Scusi davvero. Mi rispondeva mentre io continuavo a scriverle. Se sapesse la storia che c’è dietro a questa mia ricerca. Infinitamente GRAZIE per la sua perizia, precisione, prontezza e soprattutto pazienza. Temo che se tutti fossero insistenti e ossessivi come me, lei perderebbe la voglia di offrire una valutazione, quindi mi permetta di scusarmi ancora Ma di nulla! è tutto ok
    1 punto
  18. Ci vuole occhio Aristarco i bravi mercanti e collezionisti esperti con l’esperienza data dall’aver visionato migliaia e piu’ di esemplari difficilmente vengono gabbati ( cosa che invece succede regolarmente ai neofiti ammaliati dalle patine artificiali). inoltre se parliamo di bronzi greci e romani - quelli autentici hanno quasi sempre un pedigree conosciuto e che sempre bravi mercanti e collezionisti ( che ganno studiato) conoscono e rintracciano agevolmente. Mentre i tanti bronzi ‘parvenu’ spuntati fuori dal nulla che spesso sono tondelli autentici riconiati a pressa con patine abilmente camuffate o rifatte ad un occhio esperto cedono i loro segreti... Senza contare poi che le patine tarocche , che evidenziano bei rossi, turchesi , verdi sfavillanti ... dopo qualche tempo ... si sciolgono! Perdono il loro tocco magico che aveva imbambolato collezionisti in erba ( soprattutto tedeschi ?) che si ritrovano tra le mani monete molto diverse da quelle che li avevano sedotti. avete presente scoprire che delle belle fanciulle si si sono pesantemente ritoccate ? ?
    1 punto
  19. questa è falsa al 99,9%.... una simile l'ho vista in una asta titolata e trovai anche il conio falso con cui era fatta
    1 punto
  20. Buonasera a tutti e ben ritrovati, rinfrescati ?? @Tinia Numismaticanon hanno una valenza assoluta hanno una valenza scientifica. Dissento molto da questa tua affermazione in quanto, per le patine, è possibile eseguire una serie di analisi che sono in grado di dire molto sulla genuinità della stessa. Riguardo l'aspetto, il colpo d'occhio e l'effetto visivo "del tempo", distinguere tra una patina originale ed una accelerata o falsa può essere molto difficile se spesso non impossibile, o addirittura scambiare lq buona per la falsa, ma dal punto di vista strutturale e chimico le differenze sono molte e tutte rilevabili o identificabili con metodi di indagine chimico-fisici. Riassumo brevemente alcuni punti salienti e critici per le patine antiche : Spessore della patina. Analisi chimica dei diversi sali. Presenza di sali "anomali" nelle false o accelerate. Solubilità a diversi pH. Presenza di sedimenti nella matrice della patina. (Praticamente assenti o anomali nelle patine false) Colorazioni con densità di colore anomale di sali chimicamente corretti per la patina, colorazioni non coerenti tra i diversi sali della patina. Chiaramente per alcune di queste determinazioni sono necessarie diverse operazioni o analisi prima di poter stabilire l'autenticità o meno della patina.
    1 punto
  21. Costante, ma sulla moneta c'è CONSTANTINVS g. 4,47 Asta 37 n 378 Altra simile ma non troppo .. Asta 34, 694 stesso peso
    1 punto
  22. @sdy82Questa domanda mi trova in parte impreparato in realtà in quanto non le so dire di preciso da dove provenga questa espressione. Il significato che vi attribuisco è di "fortemente consumato" anche se ho dovuto constatare anch'io da una rapida ricerca che non è attestato granché. Nelle ricerche rapide che ho appena condotto ho trovato un uso di questo termine con questo valore semantico unicamente in questa discussione di un forum dove parlando di un bottone è stato utilizzato questo stesso termine per indicarne la forte consunzione: https://guerrasullealpi.forumfree.it/?t=68863111 Non essendo l'unico ad utilizzarlo quindi immagino si tratti di un termine tecnico molto particolare o di un termine dialettale che in qualche lettura, che al momento non so ricostruire, è venuto a fare parte del mio patrimonio lessicale decisamente modesto per giunta?
    1 punto
  23. Complimenti doppi, questa è ancora più bella.
    1 punto
  24. Aggiungo l'ultima Contromarcata apparsa in rete. Piastra 1838 BOMBA- BOMBA
    1 punto
  25. Mi consolo, non è mia, grazie a tutti per la collaborazione
    1 punto
  26. con luce naturale meno incidente si percepisce meglio il lustro.. direi che preferisco questo genere di foto
    1 punto
  27. Ottima segnalazione del ns bravo Matteo sempre attentissimo alle affascinanti tematiche del pre-monetale. ricordo a tale proposito - sempre che le restrizioni anti/covid permettano di tenere l’evento - la conferenza dell’egittologo Prof . Tiradritti alla Biblioteca Cantonale di Lugano il 16 ottobre prossimo sugli scambi commerciali e sistemi di pagamento in uso nell’antico Egitto, dove come sappiamo in epoca dinastica non veniva utilizzata la moneta pur in presenza di una società ed economia sviluppatissime...
    1 punto
  28. Quoto questo intervento perché sottolinea una grave lacuna nell'ambito di formazione di numismatici che non siano necessariamente commercianti professionisti, esistono scuole di specializzazione in gemmologia, ne esistono altre in archivistica, paleografia e diplomatica che consentono di acquisire una valida conoscenza dei documenti antichi, esistono anche corsi sui manoscritti e libri antichi... Non esiste nulla del genere per la numismatica, i corsi universitari preparano archeologi che possono poi specializzarsi in numismatica classica, ma tutto l'ambito della numismatica medievale e moderna rimane ampiamente scoperto e lasciato solo alle personali possibilità di formazione sul campo, maggiori per un professionista o per collezionisti in grado di costruire raccolte importanti...
    1 punto
  29. Una teoria interessante, non c’è che dire. Non nego che immaginare che il rovescio della moneta possa essere stato scelto per ricordare un simile evento storico mi affascina alquanto. La tentata congiura di Pisone è stato certamente un momento chiave del principato di Nerone, che ebbe notevoli ripercussioni (la più nota delle quali, ovviamente, fu la morte di Seneca). C’è anche da considerare che i romani si “dilettavano” a nascondere più significati dietro alle loro opere. Perciò, può benissimo essere che entrambe le interpretazioni (una in chiave più allegorica e suggestiva, mentre l’altra più diretta e “concreta”) siano corrette.
    1 punto
  30. Oro in cassetta . appena possibile controllo. Buona notte . Gabriella
    1 punto
  31. Taglio : 1 euro Nazione : Finlandia Anno: 2011 Tiratura : 800.000 Condizioni : BB Città : Rimini
    1 punto
  32. 1951 Australia Token da 1 penny in alluminio raffigurante la mappa dell'Australia su cui sono indicate le città di Sydney e Melbourne (le dimensioni sono pressappoco quanto un cent di euro). Il rovescio ricalca un classico penny australiano* (coniazione 1938-1964) con il canguro rivolto a sinistra, da non confonderlo con il mezzo penny con il canguro rivolto a destra * Anche se catalogato da numista come token, negli anni '50 e '60 era utilizzato soprattutto come play money. https://en.numista.com/catalogue/pieces28227.html
    1 punto
  33. ciao Sandokan, mai dire mai! Questi bottoni dovrebbero essere della Thüringer Eisenbahn in esergo ThE una vecchia società ferroviera della Turingia. Il fumo e le ruote si assomigliano molto. Aspettiamo se @MaxFanfulla riesce a decifrare le altre lettere del suo bottone. Questo: sarebbe pure svizzero "NOB Nordost-Bahn Schweiz" ferrovie del nord-est, ma con le ruote qui non ci siamo. Servus, Njk
    1 punto
  34. In una precedente discussione abbiamo analizzato gli sconosciuti fanti ashigaru. Oggi invece approfondiremo, sempre in maniera semplice ma concreta, un'altra tipologia di guerrieri talmente temuti che costrinsero addirittura alcuni signori feudali a collaborare con loro! Stiamo parlando dei monaci sōhei. Rappresentazione di una battaglia tra samurai e monaci guerrieri L'origine dei monaci sōhei: I sōhei, letteralmente "monaco soldato", furono dei gruppi armati associati ai templi buddhisti durante il periodo medioevale giapponese. I sōhei avevano molte somiglianze con i vari ordini monastici europei medievali, ma a differenza di questi si consideravano appartenenti al medesimo ordine religioso anche tra nemici. Come nacquero questi nuclei di monaci armati? Verso la fine del periodo Nara (710 - 794) i contrasti fra la religione shintoista e quella buddhista restavano ancora attivi, e ad aggravare ancora di più la situazione fu la crisi politica nata a seguito di una riforma fiscale che scontentava tutti. Solo i monasteri si trovavano in una situazione differente, sopratutto perché i loro domini erano esenti dalle tasse. A causa di questo fatto i monasteri furono sovrappopolati sempre di più e l'imperatore Kammu, temendo del potere sempre più crescente dei monasteri, cercò di arginare il fenomeno. Nonostante tutti gli sforzi non vi riuscì poiché i buddhisti erano ormai molto influenti. Per questo motivo nel 794 la capitale venne spostata da Nara a Kyoto, una scelta strategica per far cercare di allontanare il potere imperiale dalle roccaforti del potere monastico tutte legate a Nara. Oltre allo sviluppo del buddhismo, i nobili imperiali dovevano fare i conti anche con gli aborigeni dell'arcipelago, gli emishi, che minacciavano continue sommosse. Inoltre, le rivolte dei clan, sempre più frequenti, e le scorribande di pirati e predoni aggravavano ancora di più la situazione. Lo Stato imperiale stava iniziando a vacillare. Le forze governative vennero indebolite dalle lunghe lotte con gli emishi, e altre insurrezioni vennero affrontate a fatica. Nel frattempo il potere dei monasteri cresceva sempre di più: molti esercitavano un'autorità alternativa al governo imperiale e il buddhismo acquistò un carattere sempre più violento e aggressivo. La lotta per il potere, le dispute con le altre religioni e la difesa dei monasteri contro i predoni costrinsero i monaci a prendere le armi. L'iniziativa partì da uno dei monasteri principali, lo Enryakuji, e da lì alimentò la nuova istituzione dei monaci guerrieri sōhei. I samurai vi si sarebbero scontrati in diverse occasioni, con esiti non sempre favorevoli. Quali furono le basi dottrinali che consentirono ai buddhisti di prendere le armi? Le basi vennero prese dal Mahāyāna Mahāparinirvāṇasūtra (in giapponese Dainehankyō), cioè il "Sutra mahayana del Grande passaggio al di là della sofferenza". Questo sutra nasce dopo la distruzione dei templi buddhisti nel IV - V secolo d.C da parte degli Unni bianchi, e invita laici e buddhisti a prendere le armi per difendere il Dharma buddhista dagli aggressori. Una parte del monastero Enryakuji Gli eventi successivi: Nel 981 iniziò il vero battesimo di fuoco dei monaci guerrieri: la battaglia coinvolse gli sōhei del monastero Enryakuji e quelli del monastero di Miidera. La causa dello scoppio di questi conflitti tra monasteri era normalmente la nomina di un "abate", che per il monastero rivale era considerato privo di qualità. Tali conflitti proseguirono nel corso dei secoli con brevi interruzioni e conseguenti violenze fino al 1121, quando gli scontri militari divennero intensi e sanguinosi. Durante la guerra Genpei (1180 - 1185) le faide tra i templi furono ingigantite da eventi più grandi. I clan Minamoto e Taira combatterono per ottenere il titolo di shogun e cercarono l'aiuto dei monaci guerrieri: Taira no Kiyomori si alleò con quelli di Enryakuji; i Minamoto con i monaci di Miidera. Nella battaglia di Uji (1180) i monaci di Miidera, insieme a un contingente di samurai del clan Minamoto, cercarono di difendere il ponte sul fiume Uji, e il tempio dietro di esso, dalle forze del clan Taira. I monaci combatterono con grande energia, ma alla fine vennero sconfitti. Dopo la vittoria, Taira no Kiyomori ordinò la distruzione del monastero di Miidera. Dopo la guerra Genpei, i monaci guerrieri rivoltarono la loro attenzione alla ricostruzione dei monasteri, e in seguito anche il riottenimento del potere politico. Durante le guerre del periodo di Nanboku-Cho (1336 – 1392) il monastero Enryakuji offrì protezione all'imperatore ribelle Go-Daigo, e con l'aiuto dei monaci guerrieri lanciò una breve ribellione contro lo shogunato Kamakura. Stampa che rappresenta la battaglia di Uji (1180) La fine dei monaci guerrieri: Durante la guerra Ōnin (1467 - 1477) nuovi gruppi di monaci guerrieri si stavano formando nelle campagne: gli Ikko-Ikki. Essenzialmente erano coalizioni composte da monaci religiosi fondamentalisti, agricoltori e famiglie nobili che erano disposti a combattere letteralmente per le loro convinzioni. Nel 1488 il loro capo, Rennyo, incitò una rivolta contro il dominio dei samurai e fissò la provincia di Kaga come territorio principale per l'Ikko-Ikki. Da lì si diffusero verso le altre province di Nagashima, Ishiyama Honganji e Mikawa. Il potere degli Ikko-Ikki crebbe talmente tanto da attirare l'attenzione dei signori della guerra come Oda Nobunaga e Tokugawa Ieyasu. Nel 1564 Tokugawa Ieyasu attaccò la setta nella battaglia di Azukizaka, ma non riuscì a sconfiggerli definitivamente. Nel 1560 il signore feudale Oda Nobunaga prese il potere, ma i monaci guerrieri dell'Enryakuji riacquistarono la loro forza militare. Le sette militari buddhiste intralciavano il suo piano di unificazione del Giappone e dovevano essere sistemate una volta per tutte. Così nel 1571 l'esercito di Nobunaga, forte di 30000 uomini, attaccò l'Enryakuji, sterminò i suoi monaci guerrieri e lo rase al suolo. Successivamente Nobunaga passò a combattere l'Ikko-Ikki: nel 1574 assediò la fortezza Ikko di Nagashima; nel 1576 quella di Ishiyama Honganji. Il movimento Ikko-Ikki si arrese definitivamente nel 1580. Tra il 1580 e il 1590 varie fazioni di monaci guerrieri si schierarono dalla parte di Tokugawa Ieyasu e da quella del rivale Toyotomi Hideyoshi. Con l'inizio dello shogunato Tokugawa, il tempo dei monaci guerrieri si concluse (1603). Mon (emblema) della setta Ikko-Ikki L'equipaggiamento: I monaci guerrieri avevano un equipaggiamento abbastanza vario. Normalmente portavano una serie di vestiti kimono uno sopra l'altro, di solito bianco sotto e tan (una gradazione chiara di marrone) o giallo zafferano sopra. La calzatura tradizionale consisteva in calzini (tabi) e zoccoli di legno (geta), o dei sandali di paglia (waraji). Spesso i monaci creavano una sorta di turbante per coprire la testa, o indossavano una tradizionale fascia giapponese (hachimaki). Infine, alcuni portavano le classiche armature samurai (yoroi) I sōhei impiegavano una vasta varietà di armi: la lunga tachi era probabilmente la spada più comune, ma l'arma più tradizionale e utilizzata dai monaci guerrieri era il naginata , un'arma simile ai falcioni europei. Molti erano abili anche nell'utilizzo dell'arco (daikyuu), del coltello (tantō), della spada corta (wakizashi) e di una mazza da guerra (kanabo). Inoltre, vari monaci combattevano anche a cavallo. I monaci della setta Ikko-Ikki avevano un equipaggiamento ancora più vario: indossavano le più tradizionali vesti da monaco e vari tipi di armature. Svariati monaci indossavano vari tipi di caschi da samurai, mentre molti altri optavano per il cappello di paglia e il mantello da contadino. Il naginata rimaneva l'arma comune più utilizzata, ma utilizzarono anche un numero limitato di archibugi. Infine, un elemento molto comune dei monaci guerrieri Ikko-Ikki era un'asta con in cima uno stendardo (sashimono) che portavano lungo la schiena. Sugli stendardi era riportato uno slogan buddhista. Rappresentazione di un monaco guerriero del monastero Enryakuji Spero che anche questa discussione sia stata di vostro gradimento! Naturalmente per qualsiasi dubbio o informazione scrivete pure. Alla prossima Xenon97
    1 punto
  35. 1951 India 1 pice. Senza rombo sotto la data: Calcutta Mint
    1 punto
  36. 1951 Regno Unito - 5 scellini (= una corona) Questa moneta non fu demonetizzata a seguito della decimalizzazione del 1971, ne fu confermato dalla Royal Mint il corso legale e rimonetizzata con un valore di 25 pence. Coniata per festeggiare la fine dell'austerità dei primi anni del dopoguerra (Festival of Britain 1951)
    1 punto
  37. Osservando un video a più alta risoluzione, come questo https://www.youtube.com/watch?v=DqeiyCd62xk si nota un movimento del tutto innaturale della supposta creatura, che fa pensare a un sacchetto di plastica rimasto impigliato nelle rocce o a un burattino piazzato sullo sfondo, un Godzillino mosso con stile simil-effetto speciale anni '40. Ma no, che caxxate vado dicendo... è certamente un elfo nero!
    1 punto
  38. Salve...anche per me sullo spl,bella vero
    1 punto
  39. Il ragionamento ha una logica. Ma se devo esprimere un parere, dal confronto con il diritto della mia moneta trovo maggior somiglianza con il busto di Artemide con diadema e drappi.
    1 punto
  40. Complimenti @El Chupacabra pezzi bellissimi... Rilancio con una 59 di Francesco II
    1 punto
  41. Ferdinando IV Tarì 1790 Stemma Tipologia che presenta spesso ribattiture.
    1 punto
  42. Buongiorno a tutti, la mia Napoletana di oggi è un Carlino di Ferdinando II millesimo 1851 Riporto una breve nota su Ferdinando II. Sotto il suo dominio, il Regno delle Due Sicilie conobbe una serie di timide riforme burocratiche e innovazioni in campo tecnologico, come la costruzione della ferrovia Napoli-Portici, prima in Italia, e la creazione di alcuni impianti industriali, come le officine di Pietrarsa. Si impegnò inoltre nella creazione della marina militare e mercantile, nel tentativo di aumentare gli scambi con l'estero. Saluti Alberto
    1 punto
  43. Sul fatto che non abbia senso: dipende. Io amo le monete papali trasformate in oggetti devozionali che quindi spesso recano appiccagnoli, fori o montature. Più di un collezionista del forum non le toccherebbe neanche con un bastone, mentre io a volte le preferisco alle monete "sane". Quindi cerchiamo di non far diventare un dogma il nostro punto di vista, mi sembra che si sia già fatta abbastanza strada nella direzione del "beeeeello beeeeeello il FDC, beeeee beeee che schifo tutto il resto". RIcordiamoci che la Numismatica è anzitutto una scienza storica, se diventa prioritario il fattore economico è meglio darsi ai Bitcoin.
    1 punto
  44. Penso che si tratta delle solite esagerazioni dei periti che chiudono le monete..., d’altronde devono pur vendere.
    1 punto
  45. Resta interessante che la moneta di base, di Katane Calciati 3, è molto bella e di discreta rarità e sinceramente non vedo i motivi di apporre una contromarca moderna. Essa sembra originale e solo un poco pulita.... Allego una moneta originale, dell'asta Triton V, di conii molto simili...
    1 punto
  46. Forse può essere utile la sintesi delle principali caratteristiche di questo tipo di contromarca particolarmente complesso. La contromarca “Ruota”, infatti, è documentata su monete siciliane di bronzo, principalmente di Siracusa, ma anche di Kainon, Cefaloidion e Enna. È nota in diverse varianti che hanno diametro da mm 4 a mm 8, con prevalenza attorno ai 7-8. A questo proposito ricordo che, quando si parla di contromarche, il diametro è sempre un elemento importante, anche per giudicarne l’autenticità. Le contromarche con la “Ruota” si dividono in due grandi famiglie: Con corona periferica (cerchione della ruota) Senza corona periferica A sua volta la “Ruota con corona periferica” si divide in: Con lettere all’interno Con simboli (cerchielli o globetti) Senza nulla all’interno Il tipo con lettere all’interno (tipo 1.a) finora era noto solo su monete di Siracusa: litra (Ippocampo con e senza briglie) e dracma (Stella tra due delfini) e le scritte contenute all’interno, una lettera in ogni quarto, sono solo di due tipi: S-Y-P-A I-K-N-O con le lettere ordinate in diversi modi La nuova contromarca allo studio, applicata su bronzo di Katane, sembra ora inaugurare (ovviamente se è effettivamente autentica) una nuova casistica, infatti non solo è applicata su un nuovo tipo di moneta di base, per la quale non si conosceva alcun tipo di contromarca, ma anche perché le lettere sono applicate all’interno di una ruota che sembrerebbe senza corona periferica (tipo 2). Le lettere nel campo, pur di difficile lettura, a me sembrano più KI che KA, come suggerito da Skuby, infatti l’ipotetica A è su due livelli con l’asta a s. che è esattamente parallela al raggio della ruota (in SYPA, viceversa, la A è disposta inclinata a mo’ di raggio intermedio) ed è più alta di spessore rispetto agli altri segmenti. Il parallelismo e la differenza di spessore mi fanno sospettare che si tratti di una I, posta nella consueta posizione, con di fianco materiale di accumulo (caratteristica ricorrente in caso di slittamento del conio, come del resto si vede anche nel quarto in alto a destra, dove dovrebbe esserci una O o una N) che, casualmente o con un “aiuto” moderno, ha assunto la forma approssimativa di una D o di una A , così da far pensare, forse maliziosamente, alle iniziali di Katane, patria della moneta di base. Naturalmente anche questa è solo un’ipotesi che attende la conferma o la smentita. È da ricordare, comunque, che il simbolo “ruota”, mentre è un elemento caratteristico di Siracusa fin da tempi molto antichi (vedere, ad esempio, gli oboli in argento) non ha evidenti “parentele” con Katane, quindi giudico più probabile che la scritta sia siracusana piuttosto che catanese. Tutte le contromarche “Ruota” di origine siciliana risalgono al tormentato periodo che va dal 355/3 a.C. (epoca di Dione) al 339 a.C. (sconfitta di lceta a opera di Timoleonte). È stato ipotizzato, in particolare, che le lettere ONKI (uno dei modi in cui le lettere IKNO sono disposte) fossero una contrazione di O N (G) K I (A), ovvero oncia, tuttavia il modo incostante in cui le lettere sono disposte all’interno della contromarca, rende impossibile questa ipotesi e suggerisce che possa trattarsi delle iniziali di 2 o di 4 parole. Nel caso si trattasse di 4 è praticamente impossibile scioglierne il significato, perché le possibilità sarebbero troppo numerose. Se, invece, si trattasse di 2 sole parole potrebbe trattarsi o di IK = IKETOI e NO = NOMOS (moneta di Iceta), oppure di IK = IKETOI e ON = ONOMATI (a nome di Iceta). Entrambi le ipotesi coinvolgono Iceta, signore di Leontini dal 353 al 339 a.C. Ma naturalmente anche questa è solo un’ipotesi. Non mi resta che augurare che nuove segnalazioni apportino maggiore sicurezza.
    1 punto
  47. Credo utile ricordare che le contromarche "Ruota a quattro raggi" sono state catalogate in due articoli di Giovanni Santelli e Alberto Campana pubblicati su Monete antiche n 41/2008 e 43/2009, scaricabili dal sito http://www.webalice.it/giovanni.santelli/nua1001.html Il tipo all'esame non vi figura, ma ciò non significa, necessariamente, che si tratti di una manipolazione moderna. A me, infatti, la contromarca sembra un po' "aiutata" (la patina, quindi, potrebbe non essere determinante), e ciò da un po' il "senso" del falso, ma probabilmente autentica, perché: - Come giustamente rileva gionnysicily è evidente un "salto di conio", ovvero una "slittatura" così che la contromarca è risultata ovale e con un raggio più lungo degli altri, cosa perfettamente coerente con la "slittatura". Ben poco probabile che un "artista" moderno abbia tribolato a creare questa caratteristica, considerato che una contromarca ben centrata e "perfetta" sarebbe stata decisamente più appetibile commercialmente. - La dimensione (diametro) sembra coerente (vedi articoli citati), anche se bisognerebbe misurarla per bene. - La contromarca è molto profonda (un moderno difficilmente avrebbe tribolato a imitare questa caratteristica, che rende più brutta la contromarca) e il bordo inferiore (nella foto) è leggermente rilevato e ciò sembra confermare che la contromarca è stata applicata con un conio (e non realizzata a bulino), a caldo e con un tondello troppo caldo. A questo proposito vedere, allo stesso indirizzo di cui sopra, l'articolo di Giovanni Santelli e Alberto Campana, Elementi utili per l'interpretazione delle contromarche - I Tecnica di applicazione in Monete Antiche n. 44/2009 - Sul piano della contromarca sembrano esserci le lettere KI, coerenti con la scritta ON - KI (vedi articolo su M.A. 41/2008 citato). - Sul lato opposto, in corrispondenza della contromarca, sembra esserci una leggera lisciatura di contrasto, ma questo andrebbe verificato dal vivo. - Il tipo di contromarca è cronologicamente coerente con la moneta di base. Diversi, quindi, gli indizi a favore dell'autenticità, tuttavia ritengo che una tipologia nota in un unico esemplare imponga sempre molta cautela: non si può completamente escludere, infatti, che si tratti di un artificio moderno per mimetizzare un buco da corrosione, corrosione di cui sulla moneta c'è effettivamente qualche traccia. Personalmente, perciò, la definisco: probabilmente autentica ma non sicura.
    1 punto
  48. Credo che sarebbe stato controproducente contromarcare con un punzone moderno, rovinando così una "già " bella moneta e sicuramente di più alto valore. Osservando la ruota a quattro raggi , si intravvede un lieve salto di conio . Magari la pulitura è stata un po' eccessiva. Certamente va osservata meglio , magari con una foto ad alta risoluzione.
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.