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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/26/20 in tutte le aree
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Cari Lamonetiani, proseguo nel riproporvi le Commemorative della Lira Italiana. Oggi è la volta del 500 Lire 1991 dedicato ai 2.100 anni dall'edificazione in muratura del Ponte Milvio per opera del censore Marco Emilio Scauro nel 109 a.C. (la confezione originale riporta la data erronea del 198 a.C.) che lo eresse in sostituzione di quello ligneo di cui abbiamo menzione fin dal 207 a.C. (in relazione al ritorno dalla battaglia del Metauro nel corso della seconda guerra punica) e che sembra fu eretto da Molvius, un magistrato della gens Molvia da cui deriva il nome "Milvio". Il ponte è ricordato anche perché nei suoi pressi si combattè, nel 313 d.C., la battaglia "ad Saxa Rubra" fra Massenzio e Costantino e che decretò il trionfo di quest'ultimo ed il definitivo affermarsi del Cristianesimo. L'emissione della moneta (58.000 esemplari in FDC in applicazione del Decreto del Ministro del Tesoro dell'11 febbraio 1991) è stata realizzata su bozzetti di Eugenio Driutti, incisore della Zecca italiana formatosi alla Scuola dell'Arte della Medaglia. L'artista ha voluto raffigurare al D/ il Ponte Milvio che corona la testa dell'Italia, le cui chiome si trasformano nelle acque fluenti del fiume Tevere ed avvolgono lo stemma della città di Roma. Al R/ abbiamo, invece, riprodotta l'immagine del ponte tratta da una stampa di Giovanni Battista Piranesi. Questa moneta fu eletta, dai lettori del World Coin News in USA, quale "Moneta dell'anno" fra quelle coniate nel 1991.3 punti
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Un sincero ringraziamento a Massimo Lavarone che (per SETEMANE DE CULTURE FURLANE SETTIMANA DELLA CULTURA FRIULANA 18 - 28 Otubar - Ottobre 2020) oggi online in "Studi e pubblicazioni recenti sulla numismatica della nostra regione" (breve rassegna informativa delle più significative pubblicazioni del decennio 2010-2020 relativa alla numismatica in Friuli Venezia Giulia), in collaborazione con la Società Friulana di Archeologia, ha voluto citare me ed il mio M. I. R. [emoji6] Un applauso [emoji122]? al nostro@Arka che insieme a Lorenzo Passera si era dedicato alla zecca patriarcale, giustamente inserito tra i più importanti lavori numismatici per la mia regione.3 punti
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Devo fare i complimenti per il miglioramento della pubblicazione, che ora è una vera e propria rivista numismatica; godibilissima per l'aggiunta dei colori e la qualità della carta. Questo sul piano grafico; gli articoli, poi, sempre interessanti. Si nota che dietro vi è un grande impegno, nobilissimo e disinteressato che scaturisce da una profonda passione. Un sentito G R A Z I E!3 punti
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E’ stato credo l’ultimo tram di una numismatica reale che si appresta a ritornare virtuale, era giusto e doveroso provarci per i tanti che ci stanno seguendo, collaborando e che apprezzano, grazie a voi !3 punti
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Buongiorno a tutti! Per la serie “le interviste impossibili”, come Curatori di Sezione abbiamo oggi la fortuna (grazie ai potenti mezzi tecnologici di “Forum TV” ) di portarvi direttamente a casa un personaggio storico davvero particolare, un imperatore di anni difficili, dal volto di un perenne ragazzino, che abbiamo avuto la fortuna di intervistare nonostante le restrizioni dovute al coronavirus . E (udite, udite) per la prima volta lo abbiamo intervistato da solo, senza nessuna delle “sue donne” intorno…… Di chi si tratta? Beh certo lo avrete indovinato: “imperatore di anni difficili”, volto da “perenne ragazzino”……”donne intorno”….. Signori e signori, lo avete capito vero? Ecco a voi Alessandro Severo! “Buongiorno a tutti, per prima cosa volevo ringraziare i Curatori che mi hanno invitato per una intervista e i frequentatori del Forum per l’attenzione che vorranno dedicarmi . E’ la prima volta in quasi duemila anni che mi invitano ad un’occasione del genere… ci voleva proprio il coronavirus… a proposito, posso togliere la mascherina, vero, rispettando la distanza? “ - Buongiorno a Lei… ma certo! Per rompere il ghiaccio si presenti pure da sé… molti la conoscono ma spesso si tratta di una conoscenza solo superficiale. Vediamo di scoprire dalle sue stesse parole cosa c’è oltre a quello che ci è stato trasmesso dagli storici antichi … “Nacqui il 1 ottobre 208 del vostro calendario moderno come Marcus Bassianus Alexianus nella città di Cesarea, in quello che voi chiamate Libano. Provengo da una famiglia benestante di stirpe nobile locale che ai mei tempi sarebbe stata definita “patrizia”. - Per cui la sua provenienza è provinciale, di rango nobiliare QUINDI patrizia, ma pur sempre provinciale, ossia al di fuori dei circuiti che contavano nell’Impero… “Sì, noi siamo originari di quella ricca provincia che attualmente chiamate Siria. Precisamente proveniamo dalla città di Emesa, DA VOI CONOSCIUTA COME Homs, VICINA alla località di Kadesh, dove in antico il faraone Ramses II si battè con gli Ittiti in una famosa battaglia rappresentata sui templi egizi spacciandola per una gloriosa vittoria… ma lasciamo perdere. Quel che conta è che Emesa era una ricca città dedita al culto del Dio solare El-Gabal; i regnanti detenevano il potere ed erano anche sacerdoti della divinità. CON Domiziano passarono sotto il dominio romano: i nobili cedettero il comando cittadino ai romani, ma continuarono ad esercitare il potere in qualità di sacerdoti. Pensi che scaltri… avevano mantenuto una posizione preminente grazie alla religione locale! E indovini chi era la famiglia reale ovvero chi erano i grandi sacerdoti attorno alla fine dell’anno 100 del vostro calendario?” Uranius Antoninus. 253-254 AD. Æ 32mm (21.42 gm). Struck in year 565 of the Seleukid era or 253/254 AD in Emesa. AYTOK. COYΛΠ. ANTΩNINOC CE., laureate, draped and cuirassed bust right; viewed from behind EMICΩN KOΛΩN , hexastyle temple containing the conical stone of El Gabal (ornamented with a facing eagle), shaded by two umbrellas; pediment ornamented with crescent; date EΞΦ in the exergue. BMC Galatia etc. pg. 241, 24; Delbrück, "Uranius of Emesa," NumChron (1948), pg. 12, 2d; Baldus 38-42 (pl. IV, dies I/5). Uranius Antoninus is unknown from the ancient literary sources, although Zosimus perhaps confuses this usurper with two usurpers he names as Antoninus and Uranius during the reign of Severus Alexander. He established his government at Emesa in Syria, probably in response to repeated Persian attacks rather than as a challenge to Rome. In any event, it appears he was finally subdued when Valerian I marched to recover the East. Approfondimento e reindirizzamenti: - Forse la sua e i suoi avi diretti? “Esatto. In particolare attorno al 187 mio bis-nonno, Gaius Iulius Bassianus era per l’appunto il Gran Sacerdote che custodiva la sacra Reliquia ovvero la Pietra sacra nel Tempio di Emesa. Dicono che Bassianus derivasse proprio dal termine basus, un titolo sacerdotale; un giorno ricevette la visita di un romano originario da Leptis Magna che ricopriva importanti cariche all’interno dello stato romano. Era arrivato, pensi, dalla lontana Gallia! Il suo nome era Lucius Septimius Severus... ”3 punti
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Taglio : 2 euro Nazione : Paesi Bassi ?? Anno : 2009 Tiratura : 100.000 Località : Ruvo di Puglia (Ba)2 punti
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Buongiorno a tutti e buon inizio settimana ☕ Partecipo anche io. Piastra 120 grana Francesco II Saluti Alberto2 punti
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Documento di estrema importanza dove Michele d'urso, ideatore della piastra Soli reduci, descrive nel dettaglio la moneta riportando una splendita incisione della stessa.2 punti
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Buongiorno a tutti, complimenti @dabbene @El Chupacabrae anche a tutti voi del Cordusio, divulgazione Numismatica in trincea, nonostante tutto, peccato non esserci stato. Un abbraccio a tutti. Saluti Alberto2 punti
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Regno delle Due Sicilie, 10 tornesi 1859, Ferdinando II2 punti
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Buongiorno a tutti e buon inizio settimana ☕. La mia Napoletana di oggi è : 6 Tornesi 1800 Ferdinando IV Saluti Alberto2 punti
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Buongiorno a tutti, Francesco Il di Borbone, 120 grana aquile rovesciate.2 punti
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Salve. Alla prossima Leu Numismatik AG, Auction 7 questa bella moneta di Gordiano III che raffigura sul rovescio Afrodite vista di tre quarti da dietro, seduta nuda in una vasca da bagno mentre si strizza i capelli bagnati, con un mastino di fronte al bagno che fa da guardia. Lot 1473. Estimate: 3500 CHF - Minimum bid: 2800 CHF LYCAONIA. Iconium. Gordian III, 238-244. 'Sestertius' (Orichalcum, 32 mm, 20.92 g, 7 h). IMP CAES M AT (sic!) GORDIANVS AVG Laureate, draped and cuirassed bust of Gordian III to right, seen from behind. Rev. COL AELI ADRI ICONIESI (sic!) / S R Aphrodite, nude and seen three-quarters from behind, but with her head turned toward the viewer, seated to left in bathtub, washing herself and wringing out her hair; behind to right, chiton hung up on tree; below, hound standing left, head turned back to right. Von Aulock, Lykaonien, 330-331 (same dies). Extremely rare and undoubtedly the finest of a very few known examples. A magnificent piece, well struck on a full flan and with delightful reverse details. Extremely fine. This beautiful coin shows the famous Bath of Aphrodite: we see here three-quarters from behind, sitting nude in a bathtub and wringing out her wet hair while playfully glancing at the viewer. To the right, her chiton is loosely hung up on a tree, and a hunting dog is standing on guard in front of the bath. It is worth noting that the dies for this issue were most certainly crafted in Antiochia in Pisidia, a mint which was bursting with activity in the first half of the 3rd century: in fact, this obverse die was also used on SNG von Aulock 4956, a sestertius from that mint.1 punto
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Cari Lamonetiani, ho saputo che il nuovo Gazzettino #7 ha finalmente visto la luce in edizione "cartonata". Questa la copertina:1 punto
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Di prossima uscita, piccolo lavoro sui falsi d'epoca creati a danno della circolazione.1 punto
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Buonasera a tutti moneta di un amico più bella che gli esemplari del MIR e del catalogo Zecca di Nizza ? Pensavo che la stella fosse solo il segno dell'zecca di Chambéry1 punto
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1) Per quel che riguarda il diritto monegasco, il contratto di mandato è disciplinato dagli art. 1823 e ss. del codice civile del principato : Article 1823 .- Le mandat ou procuration est un acte par lequel une personne donne à une autre le pouvoir de faire quelque chose pour le mandant et en son nom. Le contrat ne se forme que par l'acceptation du mandataire. 2) Per la natura della responsabilità, distinguerei : 2A) il conferente e la casa d'aste (responsabilità contrattuale in quanto si declina sulla scorta del contratto di mandato concluso) e 2B) Quella tra la casa nella gestione dell'asta prima che la proposta sia accettata (responsabilità precontrattuale che attiene alla trattativa). Non è un contratto trilatero. Segnalo delle incertezze giurisprudenziali sulla natura della responsabilità precontrattuale che è però normalmente assimilata a quella extracontrattuale (da ultimo Cassazione civile, sez. II 03/10/2019 n. 24738) con quel che ne consegue sotto il profilo della distribuzione dell'onere probatorio. Prescindendo dalle questioni di diritto, ho la netta sensazione che qualcuno conti sul fatto che spesso il gioco non valga la candela: chi sarebbe disposto ad affrontare i costi di un giudizio ( soprattutto all'estero) per una moneta di un valore inferiore a ... Ho anche la netta sensazione che, spesso, nell'esame della questione faccia aggio il senso comune (che è cosa diversa dal buon senso): sono rimasto stupito nel sentire come sia considerato sufficiente inserire in una valutazione di una moneta la dizione "A mio parere" per risultare indenne da qualsiasi conseguenza, anche se ho qualificato come sesterzio un tappo di gazzosa. Cordialità Polemarco1 punto
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Buonasera @Antfolle86, la Piastra è autentica. Se accetti il mio consiglio, non acquistarla qualunque sia il suo prezzo.1 punto
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grazie Scipio , preciso che non è il mio, ma mi sono servito dei dati per integrare il corposo database che mi sono costruito. Ti ringrazio per l'articolo di Celator che conoscevo, articolo che rivede più in dettaglio la classificazione di Crawford soprattutto per i gruppi 44, 53 e 70 in relazione al tipo di rovescio. Il 166 rimane ancora un universo inesplorato. hai ragione direi che l'errore sulla classificazione dei vittoriati è molto diffuso anche da parte di case d'aste blasonate. Pensa però chi ha acquistato , magari non essendo espertissimo su questa tipologia, in asta pensando di acquistare un Cr. 90/2 certificato o meglio dire classificato da casa d'aste, a "soli" 220 euro (per esempio in asta CNG 2018 hammer 1200 euro) e invece si è aggiudicato una moneta acquistabile più o meno, più meno che più, a circa la metà.... Poi si dirà che acquista si deve informare, deve studiare....... però fa riflettere.....1 punto
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Il tuo direi che è senz’altro un 70/1 e anche molto bello. Le case d’asta ci vanno estremamente in fretta nella classificazione dei vittoriati, anche perchè è una monetazione non tanto seguita e sembra che appassioni pochi. Ti allego uno scritto di Brinkman indispensabile per la corretta classificazione http://stevebrinkman.ancients.info/anonymous/AnonymousVictoriatii.html1 punto
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Ci mancherebbe. Ho anch'io ho un cane, uno stupendo lagotto, quindi ti capisco (anche se non sono praticante). In verità ho trovato alcune notizie che questa razza, o una molto simile, fosse già presente all'epoca etrusca: Fin da tempi remotissimi i popoli italici intrattenevano scambi commerciali assai fiorenti coi popoli dell’Oriente. Tali scambi presupponevano contatti continui a tutti i livelli che consentissero alle diverse popolazioni di venire a conoscenza di usi e costumi diversissimi e che solo in questo modo potevano essere diffusi. A ciò non si sottrassero di certo neanche i cani. Questo spiega i tanti ritrovamenti effettuati (particolarmente durante scavi archeologici nell’Italia nord-orientale) che si riferiscono a diverse etnie canine, ma con particolare riguardo ad un cane da acqua piccolo e dal pelo ispido e arricciato. Nella necropoli etrusca di Spina (vicino a Ferrara) furono ritrovate raffigurazioni di caccia e pesca ove compare sistematicamente un tipo di cane in tutto simile al nostro Lagotto. Gli etruschi infatti, affacciatisi sull’Adriatico settentrionale tra il VI ed il V secolo a.C. , ebbero rapporti con molti popoli orientali e certamente questo contribuì a diffondere nella zona a nord dell’Adriatico i cani tipici di quelle popolazioni. È vero che le tendenze espansionistiche di molti popoli orientali li portarono verso occidente, fino alla penisola iberica e alle isole britanniche, ma questo avvenne in epoca molto più tarda rispetto ai primi contatti con le popolazioni italiche. Quando i cani da acqua, attraverso il Nordafrica, giunsero in Spagna, durante le guerre di conquista dei Mori, dando origine agli antenati dell’attuale Perro de Agua Español, erano già diffusi da secoli in tutta la penisola italiana, con particolare riguardo alle zone umide e paludose dell’Italia Settentrionale. E’ dunque assai probabile che quel Canis acquaticus di cui parla Linneo e che definisce”da tempo diffuso” nel Bacino del Mediterraneo, sia il nostro lagotto. Il disegno che ne fa Linneo è impressionante per aderenza alla morfologia del cane riccio della Romagna. Dopo la scomparsa della civiltà etrusca infatti i cani da acqua rimasero e si diffusero, in epoca romana prima e poi medioevale, particolarmente in quella fascia costiera che da Ravenna, attraverso le valli comacchiesi e venete, giunge fino al Friuli ed alla costa Istriana. http://www.lagottoromagnolo.org/?page_id=621 punto
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@Brios, confermo il tuo dubbio è una riproduzione moderna. Posseggo la stessa riproduzione non argentata, eccola.1 punto
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Posso dirti che sono incerto se è stato semplicemente rifatto, (barba capelli, corona d'alloro, lettere e panneggi delle figura del rovescio sono le cose più evidenti) in maniera completa oppure se si tratta di un falso del tutto ...., pur propendendo per la seconda ipotesi, comunque sia non è/non è più una moneta antica. Cordialmente, Enrico1 punto
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Messico, 1 peso 1959 al rovescio : José María Teclo Morelos y Pavón (1765-1815) è stato un presbitero e patriota. Sacerdote liberale comandò il movimento indipendentista del Messico fino a quando venne processato dall' Inquisizione e fucilato dall'esercito spagnolo.1 punto
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Ho contattato a dicembre 2019, la raccolta non risultava esposta. Dubito che visti gli eventi legati al covid sia cambiata la situazione.1 punto
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1859 Regno delle due Sicilie - Francesco II° - 2 tornesi1 punto
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complimenti.. bell' acquisto?, sarei curioso di vedere foto piu' luminose, presenta bei rilievi, campi senza segni, purtroppo da queste foto non si percepisce la reale consistenza del lustro, che serve appunto per capire se siamo piu' vicini al fdc, o allo spl.. La sensaziozione, guardando il rovescio, e' che un po di usura si percepisce… ad esempio la veste poggiata sopra le gambe, i capelli dell'Italia... da queste foto non andrei oltre lo spl+ spl/fdc. Cmq anche il prezzo pagato e' buono.1 punto
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120 grana 1859 ultima piastra di un grande Re. Un saluto a tutti. Raffaele.1 punto
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E' Claudio: Macedonia Koinon RPC 1611 Claudius, AE24 of the Koinon of Macedonia. TIBEΡIOΣ KΛAY KAIΣAΡ ΓEΡMANIKOΣ, bare head left / ΣEBAΣTOΣ MAKEΔONΩN, Macedonian shield. RPC 1611: Varbanov 3006. Credo sia autentica. HIRPINI1 punto
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Ciao, premettendo che quella del Senato Romano non è il mio specifico ambito di interesse della monetazione papale, consultando il MIR vol. 1, potrei dire che si tratta di un ducato coniato nel periodo di emissione che va dal 1350 al 1439. Dovrebbe trattarsi del tipo classificato al n.177 caratterizzato al dritto da S P E T R V S in colonna dall'alto e S E N lungo l'asta dall'alto. Inoltre è la variante con San Pietro con nimbo lineare e chiavi pendenti e al rovescio con 5 stelle da ambo i lati del Redentore nell'ellisse. Per un parere autorevole @adolfos potrebbe essere di aiuto. Michele1 punto
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- Settimio Severo!?! Il futuro imperatore? “Sì, proprio lui. Mosso al fine di trovare moglie alla volta della Siria su precisa indicazione di un oroscopo. Era un uomo molto superstizioso, sa? Pensi che persino da Imperatore per partire per la campagna in Britannia aveva atteso dei responsi positivi da parte degli indovini… o almeno così dicono.” RIC 11, BMC 13 Aureus Obv: IMPCAELSEPSEVPERTAVG - Laureate head right. Rev: LEGVIIIAVG Exe: TRPCOS - Legionary eagle between two standards. 193 (Rome). Una delle prime monete di Settimio da Imperatore (193 d.C.) - Anch’egli di nascita provinciale, se i dati a nostra conoscenza non sono errati. “Assolutamente sì. Ma a differenza dei Bassianus già affrancati dall’aurea provinciale e pienamente inseriti nell’elite imperiale romana. La famiglia di Septimius era di origini nordafricane, ma romanizzata da tempo ed apparteneva alla classe equestre mentre la madre proveniva da una illustre famiglia romana proveniente da Tusculum. Il padre non ricopriva cariche pubbliche, ma i due zii sì: uno dei due, Gaius Septimius, lo introdusse a Roma nell’ordine senatorio. Aveva solo 18 anni e la carriera fulgida lo portò a vari incarichi sempre più importanti. In quel 187, a 41 anni quindi per l’epoca non giovanissimo, era il Governatore della Gallia Lugdunensis.” - E quindi questo oroscopo lo porta in Siria, ad Emesa in particolare, dove entra in contatto con suo bisnonno. “Esatto. ALMENO così mi riportano le tradizioni orali familiari. Francamente mi pare ardito credere che il Governatore della Gallia abbandoni l’amministrazione del suo territorio per recarsi in Siria a cercare con la lanternino una sposa, sulla base di un oroscopo. Mi suona tanto di panegirico degli storici dell’epoca per attribuire alla famiglia imperiale severiana un destino guidato dagli Dei. Ma così riporta la tradizione per cui seguiamola… fa molto Soap Opera, mi pare le chiamate così, no? Per farla breve mio bisnonno gli presentò le due figlie: la maggiore (Iulia Maesa) era già sposata con il nobile Iulius Avitus da cui aveva avuto due figlie, Iulia Soemia e Iulia Mamea. La seconda invece era Iulia Domna, una bella ragazza sedicenne per cui in età da matrimonio: Septimius fu subito conquistato dalla sua bellezza e la chiese in sposa.” RIC 254 (Elagabalus) Denarius Obv: IVLIAMAESAAVG - Diademed, draped bust right. Rev: IVNO - Juno standing left, holding patera and scepter. 218-220 (Rome). RIC 536 (Septimius Severus) Denarius Obv: IVLIADOMNAAVG - Draped bust right. Rev: VENERIVICTR - Venus standing right, leaning on column and with legs crossed, holding apple and palm. 193-196 (Rome). RIC 241 (Elagabalus) Denarius Obv: IVLIASOAEMIASAVG - Draped bust right. Rev: VENVSCAELESTIS - Venus standing left, holding apple and scepter; star in left field. 220-222 (Rome). RIC 355 (Severus Alexender) Denarius Obv: IVLIAMAMAEAAVG - Diademed bust right, draped. Rev: VENVSGENETRIX - Venus standing left, holding helmet and scepter; Cupid to left. 223 (Rome). Le "Ladies " della dinastia severiana coinvolte... - Sembra quasi la versione antica del Principe Azzurro… partono dalla Provincia si incontrano grazie agli Dei, si innamorano e “vissero felici, contenti... ed Imperatori!” “Logicamente mio bisnonno accettò: per una famiglia nobile di una città della ricca Siria si trattava pur sempre della possibilità di uscire dalla notorietà provinciale e di entrare nel più ampio e ricco circuito della nobilità dell’Impero Romano. Non dimentichiamo che lo stesso Septimius era un ottimo partito: stava compiendo una strepitosa carriera all’interno della struttura militare dell’Impero. Una scommessa vinta: da lì a breve avrebbe indossato la porpora imperiale. Di certo non si può dire che non fosse stato lungimirante.”1 punto
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Buongiorno a tutti. Personalmente, fossi un organizzatore di un Convegno/Fiera/Evento in questo momento non mi prenderei la responsabilità di dare avvio ad alcuna attività: questo tanto per ragioni di tutela personale (non voglio andare a processo) quanto per ragioni di ordine morale (non vorrei avere sulla coscienza amici/colleghi/conoscenti magari infettati durante l'incontro). In fondo le monete possono essere compravendute anche prendendo appuntamento con il singolo commerciante o, per chi l'apprezza, con la vendita telematica... Mi permetto di pensare che anche tra gli Utenti di questo Forum ce ne siano pochi che si prenderebbero in concreto detta responsabilità. Faccio una piccola digressione, per la quale chiedo fin d'ora perdono ai Curatori: in TV, sui giornali e anche su questo Forum si parla di ristoratori e affini, dei danni che patiscono a seguito della pandemia ecc. Da modesto impiegato quale sono, ritengo che la soluzione sia molto semplice: lo Stato ristora questa tipologia di operatori con contributi e sgravi fiscali d'importo pari alla differenza tra la dichiarazione dei redditi di quest'anno e quella dell'anno scorso... Così dato che il "nero" non esiste siamo tutti contenti...1 punto
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Il bambino accovacciato ai piedi della dea nella statua "Venere in bikini" è Eros, il dio dell’amore generato dalla dea stessa con Ares secondo un mito oppure con Zeus o Ermete secondo altri miti. Eros fu immaginato come un fanciullo o giovinetto alato, armato d’arco e di faretra piena di dardi infallibili che scaglia contro uomini e dei, infiammandoli di passione amorosa. I poeti poi gli diedero come compagni di giochi una folla di esseri simili, gli Eroti o Amorini. Eros fu venerato come simbolo dell’amicizia e dell’amore fra uomini e giovinetti specialmente nelle palestre. La sua figura appare anche in opere di poeti e filosofi: basti ricordare il Simposio di Platone e, nell’età alessandrina, la favola di Eros e Psiche. Afrodite era gelosa della bellezza di una donna mortale di nome Psiche. Chiese quindi a Eros di usare le sue frecce dorate per farla innamorare dell'uomo più brutto della terra. Eros accettò ma si innamorò egli stesso di Psiche (forse pungendosi inavvertitamente con una delle sue frecce). Afrodite rimase all’oscuro di ciò ed Eros visitò ogni notte Psiche in una caverna dove ebbero rapporti sessuali sempre al buio. Infatti Eros le chiese di non accendere mai una lampada poiché non voleva che lei sapesse chi egli fosse (avere le ali lo rendeva individuabile). Le due sorelle di Psiche, gelose della sua felicità, la convinsero a disubbidire al volere dell’amante e così una notte lei accese una lampada, riconoscendo Eros all'istante. Una goccia di olio bollente cadde sul petto dell’amante svegliandolo e facendolo fuggire. Nella disperata ricerca del perduto amore Psiche giunse al palazzo di Afrodite che come si rese conto che il figlio le aveva disubbidito, mossa dall'ira, sottopose la fanciulla a una serie di durissime prove che però Psiche riuscì a superare grazie all'aiuto di esseri divini. Eros intanto, in preda alla nostalgia, si mise alla ricerca dell'amata e, trovatala, chiede a Zeus il permesso di sposarla. Ottenutolo, i due si convolarono a nozze ed ebbero una figlia di nome Edonè, che in greco significa “piacere”. apollonia1 punto
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Bronzo di Caracalla con Plautilla che raffigura sul rovescio l’Afrodite cnidiana di Prassitele con Asclepio (CNG 90). CARIA, Cnidus. Caracalla, with Plautilla. AD 198-217. Æ (32mm, 18.18 g, 6h). Confronted busts of Caracalla right, laureate, draped, and cuirassed, and Plautilla left, draped / Praxitiles’ Cnidian Aphrodite, holding drapery that falls behind amphora, standing left, facing Asclepius standing facing, leaning on serpent-entwined staff. Karl -; SNG München -; SNG von Aulock -; BMC 100. VF, light, even roughness. Rare. From Group CEM. Ex Arnold Mallinson Collection (Spink 39, 6 December 1984), lot 20. CNG 90, Lot: 1026. Estimate $750. Sold for $900 Per il legame della città con Afrodite nel IV secolo a.C., Cnido acquistò una statuetta di culto della dea opera dello scultore Prassitele. Dopo che non fu accettata dai cittadini di Cos - per i quali era stata commissionata - perché mostrava per la prima volta Afrodite nuda, Cnido acquistò la statua erigendola in un tempio all'aperto in modo che potesse essere vista da ogni parte. Di conseguenza, la statua divenne una popolare attrazione turistica e il soggetto di numerosi racconti di ogni tipo.1 punto
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Di recente mi è capitato un piccolo lotto di cartoline austroungariche della Grande Guerra.... ma purtroppo ancora devo metterci mano ? Quello che mi fa veramente impazzire sono gli album tedeschi di figurine del periodo 1918-1945 ? I più giovani, cresciuti con le figurine dei calciatori della Panini, credo non ne abbiano idea ? Mi rendo conto di essere a forte rischio off-topic, e se il curatore deciderà di cancellare il commento accetterò (ovviamente) la sanzione. Una premessa. La qualità della stampa tipografica delle fotografie fino agli anni sessanta era decisamente scadente. E così sui libri di pregio le immagini non venivano stampate, ma venivano INCOLLATE delle fotografie impressionate su carta fotografica molto leggera e non politenata. In Germania, a partire dalla fine della Grande Guerra, i produttori di sigarette avevano trovato il modo di fidelizzare i consumatori regalando "libri". In effetti si trattava di album di figurine, con carta spessa e talvolta rilegati in tela, nei quali il FUMATORE incollava le figurine che gli dava il tabaccaio ? Insomma, fumavi tutta la settimana, e poi andavi dal tabaccaio con i pacchetti vuoti, e lui ti dava le figurine, che erano reali fotografie e che hanno una qualità stratosferica rispetto alla stampa tipografica alla quale siamo abituati. E le figurine erano sempre uguali, nel senso che in tutti i pacchetti di quella settimana c'erano sempre le stesse "figurine". Ho fatto la prova prendendo uno dei tre album dei "viaggi degli Zeppelin", ho ingrandito una foto ed è di qualità superlativa, con una grana appena visibile, malgrado si trattasse di una "figurina" di soli 6 centimetri per 4. Alla fine, nel corso degli anni, di questi album ne ho raccolto qualcuno.... un po' più di una trentina (seconda foto). Poi, qualche mese fa, ad un'asta di armi in Germania, mi è capitato un album tedesco decisamente particolare, stavolta non era un libro omaggio, ma a pagamento. Un libro con una copertina molto spessa, in legno rivestito di tessuto, ovviamente con immagini di qualità fotografica. Nella seconda di copertina è inserito un visore di immagini stereoscopiche pieghevole (che si è conservato divinamente) e sia nella seconda che nella quarta di copertina sono infilate decine di immagini stereoscopiche in bianco e nero, di una qualità che di rado mi è capitata negli ultimi decenni! Chiedo nuovamente scusa per la divagazione....1 punto
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1958 JAMAICA, Elisabetta 2a, 1 penny, in nichel ottone.1 punto
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Ieri sera mi hanno finalmente, e dico finalmente perché avevo già voglia di poterlo vedere dal vivo, portato il mezzo scudo di Carlo Emanuele III preso sull'asta Gaudory. In quell'asta avevo mirato un paio di monete che però non ero riuscito ad aggiudicarmi al prezzo che mi ero imposto, quindi ho voluto prendere questa che era rimasta invenduta. A parte il piccolo colpo ad ore 5 che non deturpa la moneta, sono rimasto molto soddisfatto della sua conservazione che, dal vivo, risulta migliore rispetto le immagini del catalogo. Era parecchio che volevo acquistare il mezzo, essendo il taglio che ancora mi mancava per finire la serie argentea della nuova monetazione di Carlo Emanuele, non avevo ancora trovato un rapporto qualità/prezzo che mi soddisfasse sino ad ora e invece stavolta posso ritenermi soddisfatto. Spero che piaccia anche a tutti voi...1 punto
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Beh e’ una grande soddisfazione e anche motivo di orgoglio vedere nascere, crescere questo settimo Gazzettino, e’ in una versione Speciale a differenza degli altri cartonato, a colori, con più pagine, 11 articoli, rubriche speciali, editoriale, vecchie firme, nuovi autori uno anche giovane, la prima donna sul Gazzettino ...e’ una favola, una bella storia autoprodotta, che continua nel tempo e si evolve, per la presentazione, indice e consegne a tempo debito, intanto potete vedere in anteprima la copertina ...1 punto
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Precisazione puntale e giusta; in fin dei conti è corretto porsi il problema di dove e come si spendono i soldi, ed è anche giusto pensare se questi soldi spesi, potranno essere recuperati in un futuro, e qui vorrei contraddire il pensiero di @Scudo1901, dove il realizzo futuro di una collezione, non necessariamente è finalizzato alla speculazione o all'eventuale guadagno, ma semplicemente per esempio un cambio di tematica. Quanti di noi hanno cominciato con Repubblica/Vaticano/San Marino, per approdare dopo studio ed anni ad altre monetazioni sicuramente più interessanti sotto il profilo storico/numismatico? Giusto quindi farsi delle domande se potrò in futuro recuperare almeno lo speso. E qui rispondo a @Matte_suz, le proof sono molto belle ed attraenti sotto il profilo artistico, però sarà molto difficile poter recuperare lo speso, come ugualmente sia difficile per le serie FDC, la collezione di monete "modernissime" ( XXI secolo) ben difficilmente potranno avere una rivalutazione, e sicuramente sarà arduo anche recuperare il costo. Detto ciò ognuno è libero di spendere bene o male i propri soldi, l'importante è avere ben chiara la situazione. saluti TIBERIVS1 punto
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Mi è stato segnalato questo articolo... un documentario nello stile di altri tempi però mi è sembrato interessante Saluti Simone PS mettiamo su una collezione? :P ----------------------------------------------------------------------------- LINK ORIGINARIO CON IMMAGINI http://www.viagginellastoria.it/archeoletture/esplorazioni/1937yap.htm Da SAPERE Ulrico Hoepli Editore Anno III Volume VI n. 69 15 novembre 1937 - XVI LA MONETA DI PIETRA DELLISOLA DI YAP di Willard Price NEL PACIFICO occidentale, in un piccolo, solitario gruppo d'isole, conosciuto sotto il nome di Yap, si trova la più originale e vasta zecca del mondo. Nelle nostre moderne città europee desterebbe senza dubbio grande sorpresa il vedere un uomo venir giù per una strada spingendo dinnanzi a sé, a guisa di ruota, una moneta più alta di lui. A Yap invece è cosa comunissima e vi sono anche monete due volte più grandi tanto che, quando sono messe in posizione verticale, per raggiungere l'orlo superiore ci vogliono due uomini di alta statura, ritti l'uno sull'altro. Ciascuna ha nei centro un foro rotondo che, in quelle rappresentanti un valore maggiore, è abbastanza grande da permettere ad un uomo di passarvi attraverso. Ogni volta che la moneta deve essere data in pagamento, si introduce un tronco d'albero nel foro ed occorrono parecchi uomini, un po' sollevandola, un po' trascinandola sui selci del vecchio sentiero tracciato nella giungla, per trasportarla alla dimora del creditore. Nella città del porto è in corso la moneta giapponese poiché Yap, che fa parte della Micronesia, è dalla fine della guerra mondiate sotto mandato del Giappone e si trova perciò sotto il controllo di questo; ma nella giungla dell'isola principale, come nelle distanti isole di Map e Rumung, il denaro giapponese non circola che assai raramente e l'antica moneta di pietra è tuttora in corso. Mi ero recata in un villaggio della giungla per studiare i costumi degli indigeni e durante il tempo che dimorai nella capanna di stoppia del Re, mi divertivo ad osservare in qual modo la moneta di pietra servisse agli scopi commerciali. Quando, ad esempio, la Regina desiderava recarsi dai negozianti, invece di portare con sé il portafoglio, scendeva per il sentiero ombreggiato da palmizi, lungo il mare, seguita da un rozzo schiavo che sudava sotto il peso di un disco di pietra di un metro di diametro, portato a spalla a mezzo di una canna di bambù. Il commerciante del villaggio accetta di buon grado questa moneta ma, naturalmente, non può fornire in cambio mercanzie straniere, giacché nessuna banca di Tokyo o di Londra accetterebbe in pagamento questo masso roccioso, e da invece agli indigeni noci di cocco. Chi va a far spese deve portar con sé la moneta di pietra. Osservate il pettine di legno di mangrova che luomo ha nei capelli. Quello di un personaggio di posizione sociale elevata può essere lungo da 50 a 60 cm allincirca Una volta un Capo, preso da ammirazione per uno dei miei cappelli, mi chiese se poteva averlo, pagandolo: «Prendetelo pure, gli dissi, ve ne faccio dono.» Ma il Capo non volle sentir parlare di ciò; pagò... e pagò generosamente poiché vidi giungere nel nostro atrio nientemeno che quattro schiavi i quali brontolando e ansimando trasportavano una moneta alta più di un metro e del peso di circa un quintale! Mi chiedevo, sbalordita, che cosa dovessi farne, ma il mio imbarazzo fu di breve durata; il giorno seguente il Capo si riprese la moneta e mi rese il cappello. Quell'acconciatura straniera gli aveva attirato le beffe degli amici; a Yap infatti i cappelli, come molti altri oggetti di vestiario, sono affatto sconosciuti. Per qual motivo gli abitanti dì Yap scelsero un sistema monetario così poco maneggevole? I "Kanakas " (operai) dì Yap, sono illetterati, e perciò non si hanno dati storici; ma, secondo una tradizione indigena, parecchi secoli or sono ad un dio saltò in mente di seminare la discordia fra uomini che, non avendo alcun motivo di farsi guerra, stavano in pace tra loro. Volle che avessero qualche cosa che li spingesse a combattersi: il denaro. Confidò dunque a un re di Tomil (una regione della principale isola di Yap) un piano assicurandolo che sarebbe divenuto grande e potente. Il Re, ubbidiente all'ordine della celeste visione, fece vela verso il sud e, dopo aver attraversato mari sconosciuti, raggiunse le isole del gruppo di Palau, a Sud Ovest di Yap. Là trovò una specie di roccia luccicante (calcite) che fece tagliare secondo l'ingiunzione divina, dai suoi uomini, con le loro ascie, in dischi piatti come la sfera del sole o la luna piena; lì caricò poi sul suo canotto e, non senza molti pericoli, li trasportò a Yap. Il dio stregò allora il popolo dell'isola e non vi fu abitante che non fosse preso ad un tratto dal desiderio imperioso di possedere una di quelle pietre inviate dal cielo. Per ottenerle dettero al re di Tomil noci di cocco, canotti, case; ciò che costituiva una ricchezza enorme; e fu così che questo disco o ruota (come viene comunemente chiamata) divenne il mezzo di scambio per l'acquisto delle mercanzie. Coloro, che raccontano la leggenda, dicono che da quel giorno Yap non conobbe più pace e il pomo d'oro (o per meglio dire dì pietra) della discordia tolse alle isole la loro fama di Paradiso. Prima dì allora la cupidigia era quasi sconosciuta essendovi ben poco da desiderare. Nessuno agognava le noci di cocco del vicino, perché aveva le proprie. Il cibo bastava per tutti, e non si sapeva che cosa fosse il bisogno di vestiario; ma quando questa forma di denaro fu introdotta, nacque l'avidità ed i bisticci fra parenti per disputarsi leredità dell'ormai famosa ruota di pietra. I litigi si estesero poi tra vicini, la guerra scoppiò tra i villaggi e così gli anziani di Yap i quali ignoravano che lamore per il denaro è la radice di ogni male, impararono a conoscere questa verità, facendone l'amara esperienza. «Nove volte su dieci le liti hanno per causa linteresse» - mi diceva appunto uno di essi. «Davvero, il dio deve essersi ben divertito alte nostre spalle!» La quantità di questa pietra, accettata come moneta, era sul principio piuttosto scarsa ma fu più che sufficiente per generare la tentazione dì procurarne maggior copia. A tal scopo si organizzarono spedizioni, e i cercatori, non contenti dì recarsi a Palau, si spinsero fino a Guam (a Nord Est di Yap, nelle isole Marianne), dove la qualità è assai più bella. Ma Guam dista quattrocento miglia di mare sempre tempestoso. Molti canotti, ritornando con il loro pericoloso carico, si perdevano e non era raro il caso che su venti imbarcazioni partite per Guam, soltanto una rientrasse in porto. Il valore della pietra era mantenuto elevato non solo dai pericoli che s'incontravano e dalle difficoltà che si dovevano superate, ma anche dall'impossibilità di qualsiasi contraffazione poiché a Yap non si trova la voluta specie di roccia, di cui la particolarità consiste nel deposito di calcite o carbonato di calce cristallizzato che, infiltrandosi nei crepacci delle pietre calcari o in quelle di altre rocce, vi forma delle venature. Non vi è dunque nulla di intrinsecamente prezioso nella pietra di Palau: essa ha valore per gli indigeni di Yap perché è difficile a trovarsi e perché viene accettata come valuta di scambio. Questo strano modo di commerciare attirò, una volta, anche l'attenzione di un certo O Keefe, un pirata irlandese che aveva gettato l'ancora nel porto di Yap quando questa si trovava sotto il controllo della Spagna. O' Keefe incominciò ad osservare attentamente gli indigeni con lo scopo di scoprire tutto ciò che era possibile ottenere da loro e non tardò a capire che, pur di avere monete di pietra, essi avrebbero dato in cambio copra (seme di cocco essiccato), pesce, ed ogni altra cosa che possedessero. Benissimo - pensò l'Irlandese - Vogliono le monete di pietra; ebbene le avranno. Si trovava in condizione di poter soddisfare i desideri degli abitanti che, a quanto aveva inteso dire, richiedevano soprattutto "ruote dì pietra" di grandi dimensioni, poiché il suo schooner poteva trasportare massi molto più grossi di quelli che venivano imbarcati sui canotti degli indigeni. Questa storia mi fu raccontata da un vecchio marinaio di Yap che aveva un occhio losco e sul braccio sinistro un tatuaggio rappresentante un trifoglio ed era stato per molti anni sulla nave del capitano O' Keefe. «Fece vela per Palau» mi disse «e quando vi fu giunto, si recò dal Re e gli espose la sua richiesta: Aveva bisogno di molti uomini che lo aiutassero a scavare la moneta di pietra.» «Che cosa mi darete?» domandò il Re. Il capitano dette corda, colori per dipingere i corpi dei morti, tinture per le lava-lava (sorta di cintura) e alcuni fucili, promettendo di aggiungerne altri quando il lavoro fosse finito. Gli uomini di Palau scavarono per mesi ed anni; non ci voleva molto tempo per tirar fuori i massi di piccole dimensioni ma per i grandi blocchi sferici occorrevano per lo meno due anni. Il Capitano intanto si occupava di far trasportare a Yap le "ruote di pietra" che vendeva agli indigeni in cambio di copra, ma non pagava gli uomini di Palau e si mostrava crudele con loro. Questo stato di cose irritò i Capi che decisero di cercare un'occasione per punirlo. Quest'occasione non tardò a presentarsi; una volta lo schooner naufragò su una delle isole che fanno parte del gruppo di Palau, Babelthuap ad Alklung. Gli indigeni non solo si impadronirono di tutte le mercanzie ma giudicarono tale punizione insufficiente. «Ciò che ci avete dato vi sarà reso» esclamarono e dopo avere legato ad un albero O' Keefe, afferrato uno staffile a nove correggie che avevano trovato nel bastimento naufragato, lo flagellarono di santa ragione. Non appena rilasciato, il Capitano si affrettò a sporgere querela al Tribunale dì Hong-Kong. Una nave da guerra fu mandata a Palau con l'incarico di chiedere al villaggio di Alklung, i cui abitanti erano gli offensori, una forte indennità di copra e di bèche-de-mer (specie di lumaca marina). Siccome gli indigeni non pagarono l'indennità due altre navi da guerra raggiunsero la prima; i marinai sbarcarono e incendiarono il villaggio distruggendolo completamente. Dopo una lunga serie di gesta piratesche, barbare e avventurose il capitano O' Keefe rifornì a Yap il suo schooner come per un lungo viaggio, si congedò dalle sue due mogli, partì e non ritornò mai più. Alcuni dissero che si era recato in un'altra isola nota a lui solo poiché era un ottimo navigatore e ben pochi conoscevano i mari del Sud come lui; altri invece supposero che si fosse perduto in mare. Comunque sia lasciò dietro dì sé monumenti che eterneranno la sua memoria per migliaia di anni. La più grande delle monete di pietra che portasse la sua impronta e che vidi io stessa, misurava quattro metri di diametro e, a quanto si diceva, pesava circa due tonnellate. Una monetina da gettarsi sul banco dì un negozio! Sembra tuttavia che la più grande di tutte giaccia in fondo al porto di Yap; nel trasportarla dal ponte dello schooner sulla zattera scivolò e cadde in mare; qualcuno dei vecchi dell'isola che riuscì a vederla giura che aveva una dimensione di circa sette metri... ma forse si trattava di una misura presa ad occhio e croce! Fig. 1 Una filza di conchiglie (anchesse usate come monete) che sta per essere data in cambio di una bottiglia di petrolio portata dal commerciante. Una moneta di pietra è appoggiata contro il muro della casa, dietro la donna che porta una gonna fatta di erba. Questo genere di indumento è molto pesante. Vi sono gonne che possono pesare fino a 30 libbre. Fig. 2 Questo ragazzo non ha che una bicicletta e una collana, e transita per una strada della città del porto di Yap; tanto nella giungla come nelle isole vicine non esistono biciclette. Una moneta monolitica cosi ingombrante non può essere adoperata per il piccolo commercio ed in sua vece è in vigore il baratto e cioè lo scambio di mercanzie. Ve ne sono di quelle accettate e riconosciute come valore stabilizzato. Due noci di cocco, ad esempio, valgono una miccia; dieci, un filone di pane o un pacco di sigarette Golden bat (pipistrello d'oro). Chi ha fatto molta strada per portare le sue noci può chiedere due sigarette di più, che gli vengono sempre accordate. Con dieci foglie di tabacco si possono acquistare venticinque noci. Dieci di queste ultime rappresentano il valore di una bottiglia di sidro piena di petrolio, ma ce ne vogliono ben quaranta per riempire di questo liquido una bottiglia da birra. Polli, uova, maiali sono venduti dagli indigeni in cambio di petrolio, fonografi, fisarmoniche; a nessun costo accetterebbero di esser pagati con monete d'argento o di rame, di cui non capiscono il valore e che appaiono loro piccole ed insignificanti al paragone delle maestose ruote di pietra cui sono abituati. Il nostro sistema monetario richiede troppa matematica e il calcolo non entra nelle teste degli abitanti dell'isola di Yap. Oltre a ciò, non sanno quanto tempo possa durare il corso di una moneta straniera. Prima era in circolazione il denaro spagnuolo; poi venne quello tedesco che lo svalutò; fu quindi la volta del denaro giapponese ed anche la moneta tedesca perde il suo valore... la "ruota" di Yap, invece, è sempre buona ed è sempre in corso. Fig. 3 Unaltra grande moneta di pietra La pietra non è la sola forma del sistema monetario di Yap. Hanno corso anche i gusci delle ostriche perlifere legati insieme, quelli del copra e le belle lava lava, fabbricate dagli abili artigiani della vicina isola di Mokomok. Nel villaggio dove abitavo ve ne era un scco che si conservava nella Casa Comunale (luogo ove si riunisce il Consiglio) come uno dei principali tesori. Nessuno avrebbe osato aprirlo per prenderne le lava lava e indossarle. Doveva essere serbato intatto e quando se ne faceva uso qualche volta, era per pagare il prezzo di un canotto fornitola un villaggio vicino. Ma tanto il baratto, che i gusci e le lava lava sono usati a guisa di moneta soltanto per il piccolo commercio. Quando si tratta di affari importanti è la ruota di pietra che viene in ballo. Lo straniero che la considerasse come cosa di poco valore si accorcerebbe subito del suo errore se gli venisse in mente di acquistarne una, A Palau il suo prezzo non è molto elevato. Mentre a Yap. per avere una ruota di Guam di un piede di diametro (15 cm circa) bisogna dare in cambio merci per un valore di 75 dollari, un esemplare mediocre che raggiunge la cintola di un uomo vale a Palau 4000 noci di cocco e cioè quasi 20 dollari. Una ruota dell'altezza di un uomo si paga con parecchi villaggi e piantagioni; se poi è alta il doppio, non ha più prezzo. Fig. 4 Gli indigeni della primitiva Yap usano ancora la moneta di pietra. Il diametro di queste moneta va da 6 cm a 4 metri allincirca; quelle piccole sono tenute inc asa, ma le grandi si tengono esposte fuori per destare lammirazione dei passanti. @onostante tutti gli sforzi fatti dai Giapponesi per indurre gli indigeni a vestirsi di stoffe di cotone fabbricate ad Osaha, questi fanno ancora sfoggio dindumenti che gli uomini e le donne eleganti di Yap non vogliono più portare. Fig. 5 Una tomba di Kanaka; sebbene di vecchio stile, ha la croce cristiana, ciò che testimonia linfluenza esercitata dalle missioni spagnole. Fig. 6 La moneta di pietra è alle spalle di questuomo che ha poi dinnanzi a sé una balla di fibra di noce di cocco contenente alcune dozzine di lava lava, il bel prodotto fabbricato a Mokomok. Questa lava lava ha tanto valore che la balla che è tenuta in serbo nella Casa Comunale rappresenta parte del patrimonio del villaggio. Naturalmente queste grandi ruote non sono di proprietà degli individui ma della Comunità e possono essere viste dinnanzi agli edifici che portano il nome indigeno di febai (casa del denaro o Banca). Le case private sono fiancheggiate da monete di pietra di minor dimensione, che vanno dai due ai cinque piedi (da 60 a 150 cm) di altezza. Questa esposizione della propria ricchezza è certo per noi cosa tanto strana quanto sarebbe invece per un residente di Yap il tenerla rinchiusa. «Come si può sapere se avete denaro - vi direbbero - se lo nascondete ?» Bisogna convenire, ad onor del vero, che avere in casa una moneta di simili dimensioni sarebbe piuttosto imbarazzante e lo spazio riservato alla famiglia diverrebbe assai limitato. Generalmente quelle che hanno un diametro di sei pollici o poco più (15 cm) non si lasciano fuori; non soltanto perché si potrebbero portar via agevolmente, ma anche perché la famiglia ha vergogna di metterla in mostra. Sarebbe lo stesso che mostrare a tutti la propria povertà, come se uno di noi non potesse tirar fuori dalla tasca che una manciata di soldini. Appunto perciò, vi è molta richiesta delle monete di grandi dimensioni e qualsiasi creditore, piuttosto che accettare in pagamento le piccole, preferisce far aumentare il conto finché non possa essere saldato con una bella "ruota" abbastanza grande per attirare l'attenzione di chi, passando davanti alla casa, la veda appoggiata contro il muro o sulla piattaforma di pietra che le serve di base. E assai raro che le "ruote" vengano rubate; non è facile impresa svignarsela trascinandosi appresso un blocco di roccia di mezza tonnellata. Si potrebbe, è vero, tentare il colpo, approfittando dell'assenza dei membri della famiglia; ma dove portare il bottino? Trasportarlo in qualche isola che non appartenga al gruppo di quelle di Yap sarebbe inutile perché la ruota di pietra non è in corso altrove; e se poi si volesse nascondere in Yap stessa, verrebbe immediatamente rintracciata. Sebbene non abbia alcuna iscrizione che possa identificarla, ciascun proprietario conosce benissimo i dettagli, le irregolarità, le dimensioni della sua moneta e saprebbe ritrovarla dovunque. Inoltre ogni grande ruota è individuata da un nome, noto, al pari del suo aspetto e dei suoi segni, a tutti gli abitanti delle isole anche più forse delle persone stesse, giacché mentre queste vanno, vengono, nascono, muoiono, il volto famigliare della moneta non cambia e passa da una generazione all'altra. Ognuna di queste ruote ha la sua storia, quasi sempre storia di sangue per disputarsene il possesso : sono lotte tra villaggi, dissidi tra famiglie, sforzi compiuti per rubarla, proprietari uccisi chi col veleno chi a colpi di lancia. Canotto indigeno il cui albero maestro ha la vela di foglie di pandano. La maggior parte dei torbidi e delle scene di terrore che funestarono Yap furono causate da questi antichi massi di roccia cui gli abitanti si attaccano come il muschio. Si sa per certo che nell'affannosa ricerca di tale tesoro metà almeno della popolazione dell'isola è stata uccisa. Oggi, la zecca è oziosa, le monete di pietra non si coniano più; ciò è dovuto, oltre alla concorrenza del denaro giapponese, ad un'altra ragione; e cioè che, se il numero degli indigeni diminuisce, il quantitativo di pietra rappresentante il valore monetario è rimasto lo stesso e la circolazione è più che sufficiente. In altre parole, a Yap vi è inflazione di denaro. Inoltre il prezzo della mano d'opera è talmente aumentato che non vale la pena di andare a Palau per scavare altre pietre. L'uso delle ruote sembra dunque alquanto in decadenza; tuttavia l'istinto di tesaurizzare, proprio a tutti gli abitanti di Yap, impedirà ancora per molto tempo, la loro completa svalutazione. Ogni volta, infatti, che una famiglia si estingue, non manca mai chi venga a reclamare con prepotenza il possesso della ruota; ciò che, naturalmente, genera aspre contese con gran piacere del maligno dio che, dall'alto, contempla l'opera sua. Il risultato di tante guerre, di tanti dissensi e dei disagi che ne conseguono è che la razza va spegnendosi, mentre le ruote di pietra, a mano a mano che vengono tolte dalle case abbandonate, si ammassano intorno alle abitazioni dei sopravvissuti e rimangono a guisa di strani monumenti, a testimonianza di tutto il male che può causare l'avidità del denaro.1 punto
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