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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/31/20 in tutte le aree
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Complimenti per la coppia! Questi gigliati hanno la particolarità, come già scritto in precedente post, di avere documentazione superstite relativa alla loro emissione. Questo permette di risalire al periodo di coniazione ed all'appalto di zecca. La ghianda fu apposta a partire dal 1317 e l'appalto fu concesso al banchiere fiorentino Lapo di Giovanni di Benincasa. Nel 1321 la ghianda fu sostituita dal giglio. Queste nuove coniazioni furono appaltate a Rinaldo Gattola e Silvestro Mannicella, anch'essi banchieri fiorentini. Confermo che il tipo con la ghianda è più raro del tipo con giglio ed il motivo forse è quello già ipotizzato dal Dell'Erba che scrive "Non è facile rintracciare i carlini con la ghianda forse perché vennero nella massima parte distrutti". Ipotesi non del tutto campata in aria considerando le parole del Sambon: "Lapo di Benincasa, ancor meno dei suoi predecessori dovette curarsi delle sovrane ingiunzioni, poiché sul finire del mese 1319, il popolo si mosse a tumulto a cagione delle malversazioni degli zecchieri e del triste stato in cui era ridotta la moneta d'argento". Quindi la ghianda, che doveva garantire la bontà della moneta, si ritrovò invece ad essere un simbolo che andava ad identificare invece una mala moneta. Si corse ai ripari e, nominati 4 ponderatores per provincia del Regno, si provvide a pesare i gigliati in circolazione e, quelli bassi di peso, vennero ritirati... chissà quante ghiande fra di loro. Ovviamente il problema della tosatura non fu risolto e, nel 1342, furono distribuiti "ai giustizieri delle varie province del Regno i pesi di ferro da lui fatti costruire, i quali nella parte superiore della prima faccia hanno scolpito il fiore del giglio, ed al disotto di questo la lettera M, ed ordina che siano distribuiti per le città e terre del Regno, affinché con essi si pesino i carlini vecchi e nuovi, rimanendo annullati tutti i precedenti pesi, e che ne facciano subito la distribuzione, e che ciò facciano bandire pubblicamente, affinché nessuno possa scusarsi d’ignorare il presente editto, e che coloro i quali useranno i pesi vecchi siano puniti come falsificatori" (Minieri Riccio). Il peso della direttiva del 1342. Da Asta Artemide Aste 6E, lotto 6885. Ha un peso pari a 3,77 grammi che dimostra una piccola tolleranza rispetto al peso originale del gigliato.6 punti
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A proposito dei simboli richiamati, aggiungo i primi:la ghianda, più rara ed il giglio, più comune6 punti
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CARATTERISTICHE PRINCIPALI Peso: 8,6 g Diametro: 19 mm Metallo Presunto: ORO Moneta d'oro di epoca romana raffigurante il volto di Marco Giunio Bruto battuta all'asta per una cifra record: 2,7 milioni di sterline, corrispondenti a 3,5 milioni di dollari (quasi idem per gli euro). È un esemplare estremamente raro. Ce ne sono soltanto tre uguali in tutto il mondo. DRITTO: Testa nuda di Bruto a destra; BRVT sopra, IMP davanti, L • PLAET • CEST dietro VERSO: Elmo tra due pugnali di diverso disegno, con le punte rivolte verso il basso verso il basso; sotto: EID • MAR. A. Spero di aver tradotto correttamente i dati di qyesta straordinaria moneta che posto a beneficio di tutti gli utenti di lamoneta,it. (sempre che non sia arrivata seconda nel postarla).5 punti
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Ciao e buonaserata a tutti, Era da molto tempo che non mettevo in collezione una bella moneta di Toscana, ormai difficili da trovare visti anche i tempi cupi che stiamo vivendo. Per questo ho deciso di condividerla con voi. Si tratta della varietà più comune, tra le 3 varianti più significative del francescone 1799, quella indicata dal Gigante come secondo tipo. Le mie foto come sempre non sono al top ma spero si percepisca l alta qualità Ciao a tutti4 punti
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Ho atteso la fine dell'asta per dire un poco la mia. Il pezzo appare autentico e so che è stato esaminato veramente a fondo dai vari esperti. I conii sono stati usati sia per il denaro che per l'aureo e si nota una certa progressione dei difetti dei conii (specie del diritto) durante la produzione. Quello che mi lascia perplesso è il pedigree ricostruito sul catalogo dell'asta Roma. Incredibile come abbia ricostruito (e non lo conoscevo) il pedigree di questo aureo, arrivando a Ferdinando I d’Austria, che abdicò dal trono nel 1848 a favore del nipote Francesco Giuseppe, ritirandosi a lussuosa vita privata nel castello di Praga, fino alla sua morte nel 1875. Era molto ricco e dilettava di collezionismo, ma non sapevo anche di monete… Essendo collezione privata, non era confluita nel medagliere di Vienna, ma probabilmente dispersa fra ricchi collezionisti d’epoca. Ma non mi spiego come questo aureo, di grande impatto storico ed emotivo, sia stato ignorato da tutti gli studiosi dell’epoca (incluso l'onnipresente Bahrfeldt) per quasi due secoli. Da mie informazioni, questo pezzo era detenuto da un collezionista svizzero da oltre 10 anni, forse ai tempi in cui è stato trovato l'altro aureo ex NFA, ma non ho elementi per fare risalire ancora più indietro nel tempo... In ogni caso il pezzo sembra autentico. Io avevo iniziato a raccogliere tutte le immagini e pedigree della monetazione con EID MAR, identificando anche i conii, ma al momento lo studio è sospeso, anche per varie difficoltà legate a questa monetazione e per la presenza di numerosi falsi, come è ovvio per una emissione di così grande rilevanza storica. Non so quando riprenderò lo studio e intanto lo lascio un pò "decantare"...4 punti
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Buonasera a tutti, Vi presento il mio ultimo 9 cavalli 1629 per Filippo IV, Simbolo del coniatore Z3 punti
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Buongiorno a tutti e buon Fine settimana. La mia Napoletana di oggi. Tarì Grana 20 1798 Ferdinando IV Millesimo particolare, mentre circolava a Napoli in Francia era ancora in atto la grande Rivoluzione. Ed attriti con il Papa. Infatti.. Papa Pio VI è costretto dai Francesi a lasciare Roma - Notte del 20 febbraio 1798. Saluti Alberto3 punti
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Buonasera, la mia Napoletana di oggi. 6 tornesi della Repubblica Napoletana (23 gennaio-19 giugno 1799). Saluti Alberto3 punti
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Attualmente in asta presso Oslo Myntgalleri Auctions 21 del 27.11.2020… https://www.sixbid.com/en/oslo-myntgalleri-as/7939/ancient-greek-coins/6518698/sicily-syracuse-375-344-bc-ae?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false Lot 53. SICILY, Syracuse. 375-344 BC. AE drachm or litra (26,73 g). Struck under Dionysios I or Dionysios II. ΣYPA, Head of Athena in Corinthian helmet to left / Sea-stat between two dolphins. Nice brown-green patina with some earthen deposits. Grade:1+/01 skuby2 punti
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L'unica moneta della Nord Korea in mio possesso, 10 chon 19592 punti
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UNO. Stamattina ho presentato questa moneta romana in oro sotto il titolo UNA DI TRE specificando: A BENEFICIO DI TUTTI GLI UTENTI di lamoneta.it, pari a un fatto da averne notizia. Non serviva l’identificazione. Il colpo grosso era la vendita di questo aureo passato all’asta per 3.500.000 euro circa. Un pezzo definito estremamente raro, precisando che di simili ce ne sono solo altri due. Una notizia in sé che dà una scossa a (quasi) tutti i numismatici. DUE. Penso che a nessuno sia sfuggito che costantemente nella sezione identificazioni, ripetutamente e con straordinaria regolarità troviamo richieste di fac-simili di monete antiche, i classici “omaggi” di aziende produttrici di merendine. Questa mia pubblicazione ha lo scopo di richiamare l’attenzione e la partecipazione concreta dei nuovi e non nuovi utenti che presentano le monete del nonno o trovate nel fondo del cassetto, certi di avere tra le mani un pezzo rarissimo, di alto valorre pecuniario se non unico. TRE. In risposta a questa mia pubblicazione, @palpi62 mi invita a leggere il post "Denario di Bruto con i due pugnali” pubblicato da @Don Corleonem il 23 novembre 2008. Una discussione interessantissima composta da ben 104 interventi in cui spicca l’intervento di @Il Collezionista 91 che con poche e precise parole dice tutto di questa moneta. Le successive risposte, con nessi e connessi approfondiscono la discussione rendendola interessante, piacevole con alto contenuto numismatico e culturale. @Tiberius non ho aperto una nuova discussione, ho riportato un fatto che mi risulta essere recentissimo, senza preventivamente conoscere "la discussione di cui si sta già ampiamente parlando nell’altra.... non sono sufficienti già 103 interventi? ” Chiedo scusa se il mio intervento è stato inopportuno e pernicioso alla nostra community. Cordialemte. Buona serata a tutti. PizzaMargherita.2 punti
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@Nibbi Buongiorno, in assenza di risposte provo a ipotizzare qualcosa io, premettendo che non sono esperto e non sono riuscito a trovare un riferimento esatto, solo qualche somiglianza. Forse ciò che dirò lo sai già. Al dritto è presente una testa, che penso sia maschile. Al rovescio è raffigurata una harpē. Questo strumento agricolo/arma è spesso presente nell'iconografia greco-romana, ed è riconoscibile grazie al caratteristico uncino ricurvo, in questo caso sulla parte destra della lama. Intorno sono visibili le lettere Λ (forse A) e C (che, se greca, potrebbe solo essere un sigma lunato). Quindi le combinazioni di lettere possibili sono Λ-C (L-S) o A-C (A-S) se l'alfabeto fosse greco, oppure A-C (A-C) se latino. In ogni caso, non ho trovato monete con alcuna di queste combinazioni. L'harpē appare raffigurata così (da sola, al rovescio, con una testa di profilo al dritto) principalmente nella monetazione della polis di Larissa Cremaste, e poi sotto Filippo V di Macedonia, come si può vedere qui: http://numismatics.org/search/results?q=harpa+AND+department_facet%3A"Greek"+AND+material_facet%3A"Bronze"&lang=en Eccone una di Filippo V vagamente somigliante alla moneta in questione: Nelle monete di Larissa Cremaste la testa è di una ninfa, mentre in quelle di Filippo V è di Perseo, associato all'harpē in quanto da lui usata per decapitare la Gorgone Medusa. Spero che questo commento possa cogliere l'interesse di persone decisamente più esperte di me, in modo che possano fornire dati più specifici. Saluti2 punti
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Ottima osservazione di Numa numa. Al limite, se è farlocco il pedigree, ciò non significa automaticamente che sia un aureo falso. Il vero problema per un commerciante, con le monete antiche allo stato attuale di notevole importanza, è di poterle esportare senza rogne, che possono comparire con una moneta di ritrovamento abbastanza recente. I denari EID MAR di Bruto provengono per la quasi totalità dalla Grecia, che ha una normativa legale molto rigorosa, quasi più di quella italiana. Ovviamente servono prove che sia stato effettivamente trovato nel sottosuolo greco (o anche della vicina Turchia, che ha pure essa una normativa molto severa) per poter accampare diritti, che furono invece esercitati alcuni anni fa per un denario EID MAR di buona conservazione, che fu sequestrato in GB presso la locale sede di CNG, seguendo le mosse di un noto trafficante e il Governo greco vinse la causa presso il tribunale competente di Londra e ora il denario riposa nel medagliere del Museo archeologico di Atene.2 punti
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Aggiungo anche questa immagine che mi sembra molto bella coi magnifici 7 ...ma non scorderei anche le pubblicazioni del Catalogo delle monete della zecca di Milano in Ambrosiana e gli atti pubblicati del Convegno Res Nummariae Mediolanenses...2 punti
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Buonasera a tutti, in attesa di sviluppi sui post precedenti, posto. ? Grano Filippo IV 1633 Con un bel simbolo davanti al busto. Stranamente una mia vicereale con data quasi tutta leggibile. Cosa ne pensate? Saluti Alberto2 punti
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Sul confronto, ho evidenziato in rosso, l'espansione che dal centro, stira di più a sinistra, dovuto al colpo di martello, non perpendicolare.2 punti
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Ciao a tutti, vi aggiorno finalmente sui risultati della mia ricerca! Mi sono laureato qualche settimana fa con il massimo dei voti, devo ringraziare il Forum e tutti coloro che hanno preso parte al questionario per questo risultato. Sono riuscito a raggiungere un sample di 74 questionari completi grazie alle vostre risposte e alle risposte di altri collezionisti – soprattutto di arte contemporanea e di militaria. Il sample su cui ho basato la ricerca è abbastanza ristretto, ma mi ha permesso di creare una mappa cognitiva dei collezionisti, provando a spiegare come siano collegate le diverse motivazioni alla base del collezionismo. La tesi è in inglese ma appena avrò un momento libero proverò a creare un report in italiano (fortunatamente ho trovato subito un lavoro presso una casa d'aste – in realtà è uno stage, ma si spera diventerà un lavoro a breve...). Allego lo schema riassuntivo della ricerca e proverò ad allegare il testo completo se qualcuno di voi avrà interesse a sfogliare la ricerca. Vi ringrazio ancora moltissimo. Daniele2 punti
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Ciao a tutti, il 9 cavalli di Filippo IV è tra le mie monete preferite; ho aggiunto, negli ultimi mesi, due esmplari rari il 1626 ( che ha un gran bel ritratto) ed il 1627 ( bella patina verde) Saluti Eliodoro1 punto
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La classificazione della tua moneta è resa difficile dal fatto che anche tra le tante battute dalla zecca di Londra (Londinium, PLN), esistono molte varianti circa la legenda, i disegni sull'elmo, la forma della cresta, il disegno degli spallacci al diritto, e la rappresentazione del cippo o colonna con o senza ornamenti al rovescio. La tua moneta è ornata da una piccola corona d'alloro e forse tranne questo particolare, sembra simile alla prima delle due postate da @Alessandro0. (La seconda, giusto per capirci, porta sull'elmo due stelle a sei punte, mentre sulla tua si vedono due X). Comunque credo che il RIC VII 156 indicato da Beast Coins per la prima, faccia parte di una vecchia catalogazione. Circa invece il metallo affiorante, manco a farlo apposta è la seconda che mi sembra paragonabile alla tua. In ogni caso, non pulirla più, hai già fatto abbastanza. Ti saluto1 punto
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Sono state unite nella sezione Monete pontificie le due discussioni aperte sull'argomento.1 punto
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@pizzamargherita, come dice il padre Dante, non ragioniam di lui ma guarda e passa1 punto
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Veramente un gran bel pezzo, complimenti! Trovo molto belli i rilievi ben impressi e la lucentezza dei fondi. Premesso che fotografare bene le monete non è affatto semplice, secondo me le foto che hai fatto non sono così male, anzi! Fidati che si vede ben di peggio in giro, anche presso alcune rinomate case d'asta...1 punto
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@Stilicho, già acquistata ed è stata un affare. Presa online, mi sembrava buona. Ma avendola tra le mani i drttagli sono incredibili e mi è venuto qualche dubbio. Troppo bella per essere vera!1 punto
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LEU failed to notice that the turtle has a profile head to the left making it very rare. It's one of a few coins in that auction which might justify the expensive price.1 punto
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Ho capito : spiegazione competente ed esauriente come sempre le Tue Grazie ed una buona serata @gionnysicily1 punto
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Bella moneta!! Complimenti, anche a me piace molto, sicuramente superiore alla media come conservazione. Nel complesso, tondello con ottimo "appeal". Condivido l'analisi e il parere di conservazione espressi da Marco @gallo83: anche per me BB+, che è già da ritenersi conservazione inconsueta per questa tipologia. Per confronto ti allego un esemplare eccezionale recentemente passato da Varesi e classificato SPL. Michele1 punto
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Sara stato felice quando lo tirato fuori, erano anni che era al buio... ?1 punto
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India portoghese, 60 centavos 1959. L'india portoghese era formata da una serie di enclavi in India. Nel 1959 erano : Goa, Diu e Damao. Nel 1961 l'India invase le tre enclavi e concluse il dominio portoghese in India. L'azione armata, indicata con nome in codice di Operazione Vijay (letteralmente "Vittoria") da parte del governo indiano, si concluse in sole 36 ore, con una vittoria decisiva per l'India, che pose fine alla colonia portoghese di Goa dopo 451 anni. Durante i combattimenti morirono ventidue indiani e trenta portoghesi. Il breve conflitto scatenò reazioni contrastanti in tutto il mondo. In India, l'azione fu vista come una liberazione di territori storicamente indiani per vicinanza geografica, mentre il Portogallo lo considerò come un'aggressione contro il suolo nazionale e i suoi cittadini. il Portogallo ha riconosciuto la sovranità indiana solo nel 1975.1 punto
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Buona domenica a tutti. Non ho capito perchè si sia sollevato un polverone su una questione molto semplice: l'interesse per una data monetazione varia nel tempo, e nel tempo varia anche il prezzo di acquisto per le monete di quel periodo. In questo periodo è esploso l'interesse verso il periodo vicereale, sia Napoletano che Siciliano. circa 5 anni fa i pezzi da 4 tarì siciliani te li tiravano dietro, ora vanno a ruba e il prezzo è raddoppiato. Nel 2015 o 2014 presi a 250 euro uno scudo da 12 tarì di Filippo III, ora ce ne vogliono 1000 per la stessa moneta. Sempre in quel periodo rinunciai a un 6 tarì dello stesso regnante, sperando di prenderlo in seguito, e ora non mi viene proposto a meno del doppio. Parimenti, negli ultimi tempi è crollato l'interesse verso il periodo svevo-angioino, vari collezionisti che conosco hanno dismesso la loro collezione per dedicarsi ad altro. Io sto acquistando monete che vari anni fa si trovavano al doppio (i mezzi denari svevi). In tutta onestà, con un pizzico di egoismo (forse più di un pizzico) spero che il mercato si riprenda dopo che la mia collezione sia stati quasi completata. Io colleziono Tutta la monetazione Siciliana dai bizantini al 1816. E' chiaro che muovo i miei acquisti (ma non i miei interessi) dove i prezzi, in quel dato periodo, sono più bassi. Come l'interesse si muova da un periodo storico all'altro per me rimane un mistero, ma certamente la capacità di bravi numismatici e collezionisti nel risvegliare l'interesse verso un certo periodo, attraendo quindi nuovi collezionisti, è fondamentale.1 punto
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Grazie a Daniele Luigi Angeloni per avermi consegnato l' edizione in pelle del volume di Sergio Cudazzo .1 punto
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Fuoco? No no. I napoletani stanno augurando di peggio agli juventini. Basta che ADL sia sanzionato sportivamente e penalmente perché violando una norma ha messo a rischio persone. Io mi limito solo ad augurare di comprendere cosa sono le regole e perché si rispettano. Quando lo capiranno anche Napoli ne gioverà. Il vittimismo cronico è una brutta cosa.1 punto
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Buonasera a tutti, riporto su questa bellissima discussione postando un falso d'epoca della piastra del 1858, a mio avviso il falsario è riuscito a ottenere un ottimo risultato , unica mancanza sono le due aquilette nell'arme degli Aragona.1 punto
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Se si collezionano libri è ovvio che si cerca l'originale. Se si collezionano monete (o le si studiano) ci si "accontenta" anche di una copia anastatica. Non esiste il giusto o sbagliato in questo caso. Ognuno segue la sua regola o passione. Io personalmente non spenderei mai 500 € per un testo se posso averne la copia anastatica a 20. Perchè a me quel libro serve aprirlo, leggerlo, studiarlo (qualcuno si accontenta anche solo di sfogliarlo) e domani tornare a riprenderlo, riaprirlo e rileggerlo di nuovo. Tutti passaggi che su un testo originale fanno venire i brividi ma i libri sono nati per questo. Nonostante tutto qualche testo originale lo possiedo e non nego che molti di loro sono pieni di sottolineature, appunti e note a margine. Sono i miei preferiti perchè significa che chi li ha avuti prima di me li ha usati e non messi su uno scaffale a raccogliere la polvere. A mio avviso è solo una questione di gusti e di esigenze e per fortuna ognuno è ancora libero di scegliere. Mia opinione ovviamente e, pur non condividendo alcuni paragoni letti, massimo rispetto per le opinioni altrui.1 punto
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Buonasera, ho pensato che il mio 9 cavalli 1626 di sarebbe sentito solo . Quindi ieri al Convegno Numismatico di Sessa Aurunca gli ho preso compagnia? 9 cavalli Filippo IIII anno 1629. Cosa ne pensate? Saluti Alberto1 punto
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Sicuramente, anche le ristampe se ben curate hanno il loro pregio... nel caso del Corpus le ristampe Forni sono un po' debolucce nella legatura e il loro costo si avvicina ai volumi originali, in altre ristampe sempre della medesima casa editrice non ho riscontrato tali problemi, anzi in alcuni casi queste ristampe sono l'unico modo per avere in formato cartaceo volumi assai difficili da reperire, penso in particolare al Rizzo sulle monete greche di Sicilia, al Cagiati sulle monete dell'Italia Meridionale, al Papadopoli sulle monete veneziane e al Galeotti su quelle granducali di Toscana...1 punto
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Proseguendo con il vicereame napoletano è la volta di questa: Publica pari a 2 Grana:FILIPPO IV(1621-1665) Zecca di Napoli 1623 Maestro di Zecca Michele Cavo, rame D/PHILIPPVS IIII.D.G.data;busto con capo con corona radiata volto a sinistra,dietro la nuca sigla MC del Maestro di Zecca R/PUBLI/CA/COMMO/DITAS nel campo,entro ghirlanda Riferimenti:Cagiati 2-9;P-R.53;MIR 257/2;CNI 126-323;D'Andrea-Andreani-Perfetto Mi ha colpito il bel flan di questa moneta ma anche le incisioni che non sono state del tutto consunte,con il passare del tempo La moneta appartiene a collezione privata --Salutoni -odjob1 punto
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