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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/02/20 in tutte le aree
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Argentina - Un Peso 1960 150° Anniversario della Rivoluzione di Maggio Buenos Aires - Museo Nazionale del Cabildo e della Rivoluzione di Maggio5 punti
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Vietnam del Sud, 1 dong 1960 Al dritto : Ngô Đình Diệm, presidente della repubblica dal 1955 al 1963. Diệm venne assassinato nel 1963 insieme al fratello, nel corso di un colpo di Stato, preparato dal generale Dương Văn Minh con il concorso dei servizi segreti statunitensi, che rovesciò il governo il 1º novembre 1963. Al rovescio : pianta di bambù4 punti
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Buona Domenica. Oggi quadretto di Carlo III di Borbone, tutte quelle che fino ad ora son riuscito a portare e poi tenere in collezione, la strada per arrivare in fondo al progetto di raccogliere tutte le date è ancora luuuuunga...intanto ecco a voi ste 8 monete, che per una collezione modesta e senza tante risorse economiche come la mia, fanno la loro sporca figura, c'ho messo parecchio a trovarle con la giusta conservazione e pagandole bene, una piacevole caccia che non finisce mai. Buon pranzo per dopo gente...da me tra le varie, "polenta e osei" e tutti quel che ci va dietro, vino compreso . Saluti.4 punti
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1860 Stati Uniti d'America - Louisiana - New Orleans - 10 dollari Banconota prodotta nel 1860 dalla Canal Bank ed appartenente a delle rimanenze non emesse/utilizzate, i quantitativi che usavano di volta in volta venivano firmati, numerati e datati, quest'ultimi sono più raretti perchè successivamente in gran parte furono ritirati e distrutti. Queste rimanenze dell'epoca si trovano anche a fogli di due/tre o quattro esemplari non ancora tagliati. (foto dal web)3 punti
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Oggi volevo proporvi un recentissimo acquisto (preso giusto qualche minuto fa): D/ IMP C CLAVDIVS AVG, busto dell'imperatore a destra radiato e corrazzato (tipo B1) R/ FIDES EXERCITI, la Fides stante a sinistra reggente uno stendardo verticale nella mano destra e uno inclinato nella sinistra (tipo 2a). Si tratta presumibilmente di un Antoniniano risalente alla prima emissione, zecca di Roma (11a officina?) il cui tipo più vicino classificato nel RIC è il numero 274 del nuovo RIC online: http://www.ric.mom.fr/en/coin/274?q=274&page=1&mod=result&x=0&y=0&from=quick Del tipo "FIDES EXERCITI" non ho trovato nel RIC nessun esempio per Claudio e nemmeno per Quintillo... ho sbagliato io la ricerca? Se qualche esperto Claudiofilo ha voglia di cimentarsi... grazie mille!!!3 punti
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In linea con la discussione aperta da Alberto posto una delle ultime pubbliche entrate in collezione... Del viceregno queste sono la mia passione...3 punti
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Ultimo entrato in collezione. Preso dal negoziante che ne aveva una serie di consecutive. Di fatto Fds. Sopra il nominale “500.000 presenta quella che sembra una piega” che però era presente su tutte le banconote ed è molto accentuata nella foto dentro la plastica. In realtà è leggerissima e credo dipenda dalla stampa visto che subito sotto c’è il filo di sicurezza. Pagata 150 euro compresa di perizia fotografica. Di fatto è come se l’avessi presa a 135/1402 punti
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E' un 20 centesimi di euro emesso da uno dei paesi d'Europa facenti parte della zona Euro. Il suo valore equivale a 20 centesimi di euro.2 punti
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Esatto! 1'21" 1'34" 3'39" I cavalieri romani NON utilizzavano staffe, portate in Europa come innovazione tecnologica dagli Unni che a loro volta le avevano copiate dai popoli delle steppe. Queste popolazioni vivevano in pratica a cavallo e la staffa consentiva loro sia di cavalcare più comodamente sia di avere più equilibrio sia di liberare magari le mani dalle redini (mani con le quali potevano utilizzare per usare il famoso arco asimmetrico composito). Sulla staffa vi segnalo questo articolo: https://www.albertomassaiu.it/il-miracolo-della-staffa/ D'altra parte i film ambientati nel periodo romano presentano questa inesattezza storica (probabilmente per motivi di stabilità degli attori). E' capitato anche al colossal "Il Gladiatore" : " La cavalleria romana viene mostrata usare le staffe mentre cavalca. Questo è un anacronismo, in quanto le forze montate a cavallo dell'esercito romano usavano una sella a due corna, ma senza staffe. Le staffe sono state impiegate nelle riprese solo per motivi di sicurezza, a causa dell'addestramento e dell'abilità supplementari richiesti per condurre con una sella romana. " (cit.) D'altra parte potrebbero esser non inquadrate nelle riprese o casomai ritoccate al computer... Ciao Illyricum PS: chiaramente venivano utilizzati morso e redini.2 punti
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SANTA CATERINA DA SIENA Santa vergine e dottore della Chiesa, domenicana. SAN DOMENICO DI GUZMAN Fondatore dell'Ordine dei Domenicani.2 punti
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salve,è semplicemente un gadget/strenna commissionato da una nota banca lombarda (della quale non ricordo più il nome ) alla Johnson negli anni '80,di famose monete prodotte dalla zecca di Milano...c'è anche il 5 lire di Maria Luigia. Una curiosità che vale il prezzo del metallo...me ne proposero un pezzo analogo a 20,00 euro,non lo presi.2 punti
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This is a very ugly coin and for the price they want to start bidding it will normally remain unsold; but I have seen many recent miracles ... I think it's from the same dies as the Stack's. I also don't like the numerous cracks along the edge. However, my first feeling is that it is genuine. But very ugly.2 punti
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Cari Lamonetiani, eccoci al solito appuntamento con le Commemorative della Lira. Oggi abbiamo quelle dedicate ai Mondiali di Calcio 1990. In realtà, la zecca iniziò con un dittico l'anno prima per introdurre il tema del Mondiale. L'emissione delle due monete da 500 e 200 Lire in Ag 835 venne eseguita con Decreto del Presidente della Repubblica del 15 luglio 1989 (88.000 esemplari in FDC per entrambe) eseguite dall'incisore della Zecca di Stato Maurizio Soccorsi diplomatosi presso la “Scuola dell'Arte della Medaglia - Giuseppe Romagnoli –“. Al D/ (valido per tutt'e due gli esemplari) abbiamo un profilo femminile volto a sinistra, simbolo della Repubblica, col trofeo mondiale tra i capelli. In giro, “REPUBBLICA ITALIANA”, in basso, il nome dell’autore "Soccorsi". Al R/ per le 500 Lire: sopra il globo terrestre, il profilo dell’Italia segnato da dodici stelle che simboleggiano le città sedi del Campionato. In giro, gli stemmi delle dodici città di cui sopra e la leggenda “MONDIALI DI CALCIO 1990”. Nel globo terrestre, l’anno “1989”, il segno di Zecca “R” ed il valore “L 500”. Al R/ per le 200 Lire: al centro, un pallone di calcio, contornato dalla sagoma geografica e dalle figurazioni che simboleggiano i cinque Continenti. In giro, “MONDIALI DI CALCIO ITALIA 1990”. A sinistra, il segno di Zecca “R” e a destra, il millesimo “1989”. In basso, il valore nominale della moneta “L 200”. Al C/ abbiamo la scritta, in rilievo, “REPUBBLICA ITALIANA” (per il 500 Lire) e una semplice godronatura (per il 200 Lire). 1 9 8 9 L'anno successivo, anno in cui si svolsero i Mondiali di Calcio, in Italia la zecca, a seguito del Decreto del Presidente della Repubblica del 10 aprile 1990 coniò una moneta da 500 Lire in Ag 835 (67.500 esemplari in FDC) sempre ad opera dell'incisore Soccorsi. Al D/ viene riproposto il modello del 500 Lire Commemorativo dell'anno precedente, mentre al R/ troviamo una colomba, simbolo della pace, sullo sfondo di un pallone di calcio che si fonde con il globo terrestre. In giro, “CAMPIONATO MONDIALE DI CALCIO”. Al centro, il millesimo “1990” e il segno di Zecca “R”. In basso, il valore della moneta “L 500”. Al C/ abbiamo anche qui la scritta, in rilievo, “REPUBBLICA ITALIANA”. 1 9 9 02 punti
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@Massi1907 ti do il solo consiglio che ritengo essere davvero valido. Fatti un progetto mentale, un'idea anche pazza, folle e irraggiungibile. Inizia prendendo una decina di monete che abbracciano un po' tutto l'arco temporale in questione. Poi fermati, prendi fiato, e riguardale cercando di capire quale/i ti suscitano più emozioni o sensazioni. Ecco, quelle tenendole in mano vibreranno saranno la tua cartina tornasole e su quelle poi costruirai la tua vera collezione (che negli anni deraglierà in altre direzioni quasi sicuramente!) e su quelle monete, su quegli imperatori, su quel periodo, inizia a documentarti il più possibile: prendi qualche moneta di meno e qualche libro di più! Studia, approfondisci, ricerca, scarica articoli dalla rete, confrontati con lingue straniere anche se non le conosci... frequenta questo forum, ma anche forum stranieri francesi o inglesi o di altri stati... vedrai che le soddisfazioni non tarderanno a venire!2 punti
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Che peccato! Dai @Scudo1901 che non hai certo bisogno delle perizie per le tue monete! Vuoi mettere la soddisfazione di tenere direttamente in mano una così bella moneta?2 punti
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Trovato! Ie staffe dei cavalieri romani, a quel tempo non erano conosciute, furono introdotte durante le prime invasioni barbariche dagli unni.2 punti
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Al rhum, sono grossi cioccolatini con tenero ripieno delicatamente liquoroso, di commovente squisitezza e golosità : al secolo, sono i cittadini abitanti di Mondovì, piccola città (22000 ab.) appunto ai bordi delle Langhe monregalesi . Antica terra dei Liguri Bagienni poi romanizzata, dopo il transito non di rado predatorio di Goti, Longobardi, Franchi, Saraceni, Signori e Vescovi vari, vede gli abitanti dell'antico borgo distrutto di Bredulum, con genti di Vico, Vasco e Carassone, raccogliersi sulla sommità di una scoscesa collina (595 m.s.l.m.) che si eleva, ben difendibile, dalla vallata del torrente Ellero e dalla circostante ampia pianura di oltre 150 m. più in basso . Fondatavi nel 1189 la nuova città di Mons Vici , pur attraverso alterne vicende, questa cresce rapidamente mutando il nome in Mons Regalis , nome conservato dagli attuali abitanti . Florida e per lungo tempo più grande dell'allora non grande Torino, ospita la prima Università nel Piemonte e nel 1472, 16 anni dopo che l'incisore di coni monetali Gutenberg stampa la sua Bibbia, il monregalese Baldassare Cordero stampa a sua volta, primo in Piemonte . La circolazione monetaria in Mons Regalis, anche per la buona floridezza durata fino al XVI sec. , è stata certamente cospicua e varia, anche se la città non ha mai battuto propria moneta . nota mi scuso con la Storia : oggi è giornata ancora apparentemente solatia ed i ricordi, dopo lontananze lunghe ed insistite, possono far apparire come Storia anche le storielle .2 punti
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Ci sono monete che per bellezza non possono passare inosservate. Spesso arrivano a noi consunte, ma in qualsiasi grado di conservazione, sanno farci apprezzare i dettagli che la compongono e soprattutto la bravura dell incisore che in pochi centimetri ha saputo materializzare rappresentazioni uniche ricche di patos. L esemplare di seguito riportato è tra le più belle e rare monete coniate a parer mio da Messana che celebra il dio PAN ed il rapporto dualistico con l animale simbolo di Messana, la lepre. Nac.82 n.44 Messana Tetradrachm circa 420-413, AR gr. 17,13. The M.L. Collection of Coins of Magna Graecia and Sicily Messana Tetradrachm circa 420-413, AR 17.13 g. MEΣΣANA Slow biga of mules driven r. by charioteer, holding reins and kentron ; in exergue, two dolphins swimming snout to snout. Rev. Youthful Pan seated l. on rock on which a fawn’s skin is thrown, holding a pedum in his l. hand and a springing hare in his r.; in upper field, ΠAN. De Luynes 1022 (these dies). Rizzo pl. XXVI, 12 (these dies). Caccamo Caltabiano 508.1 (this coin). Of the highest rarity, the finest of only five specimens known of which only two are in private hands. A fascinating issue of great interest, struck on a very broad flan on sound metal. Light iridescent tone and extremely fine Ex Leu 2, 1972, 90 and Leu 61, 1995, 62 sales.Arguably the most inventive coin in the long series of coins at Messana, this tetradrachm is also confirmation of the local worship of Pan. The god is shown in his natural element, seated upon a rock over which is draped a fawn skin. He was charged with the protection of shepherds, flocks and hunters and he concerned himself with hares, small birds and similar creatures. In this delightful scene Pan plays with his animal familiar, the hare, while in his left hand he holds the pedum, a throwing-stick used to kill hares. It thus portrays the dualistic relationship that this pastoral god had with the hare: he welcomes it with one hand while in the other he holds a weapon designed to subdue it. Messana originally was colonized by settlers from Cumae and Euboea who named the city Zancle. It prospered for more than two centuries before in 490/89 it was captured by Anaxilas, the tyrant of Rhegium, a Greek colony on the Italian shore across the Straits of Messina. Since Anaxilas was of Messenian descent, he changed the city’s name from Zancle to Messana, and populated it with new arrivals from Messenia and Samos. He is credited with introducing the hare to Sicily, and he probably introduced the worship of Pan, a god native to Arcadia, a neighbouring district of his own Messina in the Peloponnesus. The local worship of Pan is amply demonstrated by the fact that the standard reverse type of the city’s tetradrachms is a leaping hare. We get a more intense declaration with this remarkable and short-lived coin type, and also by the appearance of the head of Pan beneath the bounding hare on one of the more frequently encountered tetradrachms. Allego altro esemplare proveniente da collezione importante: Caltabiano 508 gr. 16,91 - Paris, L. 10221 punto
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Finalmente ho messo in collezione due mezze piastre ! Che dire.. non pensavo fossero così affascinanti..me ne sono innamorato subito specialmente per quella giovanile. che si diverte con le conservazioni ? Io una mia idea me la sono fatta ma vorrei sentire gli esperti ! mi piacerebbe anche rimuovere quelle macchie nere senza intaccare la patina cosa consigliate ?1 punto
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Bravissimo @Rocco68..... risposta secca con tanto "succo". In tanti mi hanno chiesto in pvt.....ma chi ha tra le mani il mio volume, comprende !!1 punto
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Non cercavo il fds assoluto, cercavo comunque il pezzo che ci si avvicinasse il più possibile a quella conservazione al prezzo più conveniente. Alla fine sono pienamente soddisfatto, non ho mai trovato personalmente in vendita un fds o quasi a meno di 200 euro... ps. Confermo che la lieve ondulazione c’è ma vista senza carta protettiva è molto meno accentuata. Vada per il qfds, siamo lì per me collezionista non fissato con la massima conservazione ?1 punto
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Chiudo la discussione a norma di regolamento, invitando l'utente, qualora non abbia già provveduto, a segnalare il ritrovamento alle autorità competenti.1 punto
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Salve, Vorrei condividere con voi questo grande pezzo di storia numismatica che, nonostante le mutilazioni, ci fa rivivere una tumultuosa epoca della storia abruzzese.1 punto
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Ciao @Teus I un bolognino di Giovanna II con San Tommaso al rovescio, zecca di Ortona, molto raro... Complimenti1 punto
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1960 Stati Uniti - quarter dollar (Philadelphia)1 punto
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1960 Suriname - 1 gulden Convertibile per un quantitativo d'argento di pari valore1 punto
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Ho controllato, sembra proprio essere lei, incredibile, non ci sarei mai arrivato da solo! Grazie mille ancora!1 punto
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Michele Arditi, Moneta da battersi a perpetuo monumento della regale amnestia..., Napoli, 1815. Descrizione del progetto (rimasto tale) dell'oncia della clemenza proposta dal cav. Arditi, archeologo e numismatico https://www.treccani.it/enciclopedia/michele-arditi_(Dizionario-Biografico))1 punto
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L’oro non e’ mai ‘crollato’ al massimo è rimasto sul posto per lunghi periodi seguiti da apprezzamenti repentini1 punto
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Ragazzi state immaginando un po’ troppo..o .. vi fanno imnaginare un po’ troppo ?1 punto
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se non ti interessa dagliela, è anche giusto che chi la compra guadagni qualcosina se è un commerciante,1 punto
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Uguale per me....anche se a mio parere la luce un pò scura potrebbe giocar brutte sorprese,si vede comunque che è un po piu sotto quell'altra?1 punto
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Buonasera a tutti, in attesa di sviluppi sui post precedenti, posto. ? Grano Filippo IV 1633 Con un bel simbolo davanti al busto. Stranamente una mia vicereale con data quasi tutta leggibile. Cosa ne pensate? Saluti Alberto1 punto
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Buongiorno, sono completamente d'accordo: si dovrebbe coltivare la propria passione numismatica senza fini speculativi. A tal proposito si può anche aggiungere che si può coltivarla senza effettuare alcun acquisto. Senza essere collezionisti insomma. Certamente si è numismatici in proporzione a quanto si studia e non a quanto si raccoglie. Quando, come nel mio caso, la passione è alimentata "anche" dal desiderio di possesso e, purtroppo, le risorse sono limitate, occorre farsi i conti in tasca. Mi piacerebbe non tenere conto delle spese e fregarmene dell'evoluzione del mercato. Invidio molto chi può permetterselo. Sono contento per loro, io non posso permettermelo. Quando non posso permettermi un pezzo che desidero desisto dall'acquisto e mi accontento di studiarlo cercando di tenerlo in mano ogni volta che ne ho occasione. Se mi posso permettere un determinato pezzo lo acquisto, con la parsimonia che caratterizza la mia situazione economica e almeno con la "speranza" di non sottrarre risorse alla mia famiglia. Se non ho questa speranza. Se ho la consapevolezza che un domani non otterrò una cifra almeno vicina a quanto speso, non procedo all'acquisto. Non me lo posso permettere. La mia famiglia, i miei doveri verso di essa, mi portano a lasciar perdere. Quindi, tirando le somme, la numismatica è una passione sicuramente scevra dalla speculazione. Il collezionismo non per tutti può esserlo. Per qualche fortunato si, non per tutti. Proprio per questo, quando si è nella situazione sopra descritta e si è digiuni o neofiti, il mio consiglio è quello di acquistare monete al prezzo del fino contenuto. Col tempo si saprà apprezzare la qualità e sostituire quanto acquistato in precedenza senza spreco di risorse. Comprare monete può essere un modo per mettere via i soldi. Non porta a guadagnare ma almeno può essere un modo di accantonare risorse alimentando quella passione di cui si parlava in precedenza. Almeno questo è il mio pensiero dettato dalla mia situazione. Altri la penseranno diversamente, anche perché vivono situazioni differenti. Buon pomeriggio.1 punto
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Ciao a tutti amici, Voglio condividere con voi la mia ultima arrivata. Moneta da un fascino particolare.1 punto
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Sappiamo bene che la storia è piena di scontri celebri, come quello tra Agamennone e Priamo, Annibale e Scipione, Giulio Cesare e Pompeo, Riccardo Cuor di Leone e Saladino, Napoleone e il duca di Wellington e molti altri ancora. Anche la storia millenaria del Giappone è ricca di rivalità, ma la più leggendaria e conosciuta è senza dubbio quella avvenuta durante il periodo Sengoku tra 2 grandi signori feudali. Oggi parleremo di Takeda Shingen e Uesugi Kenshin. Il periodo Sengoku Prima di iniziare a raccontare la vita di questi due grandi condottieri è giusto esaminare il momento storico. Il periodo Sengoku, o degli stati combattenti, è un'epoca della storia giapponese caratterizzato da sconvolgimenti sociali, intrighi politici e conflitti militari quasi costanti tra signori feudali. Come si arrivò a tutto questo? Nel Giappone feudale l'imperatore era "ufficialmente" il sovrano dello Stato, e tutti giuravano fedeltà a lui. Era davvero il "capo di Stato"? Assolutamente no. Principalmente l'imperatore del periodo feudale era più una figura cerimoniale e religiosa in quanto veniva considerato come l'incarnazione vivente di un dio. Il potere effettivo era invece nelle mani dello shogun, un nobile che era più o meno equivalente a un dittatore militare. Prima dell'inizio del periodo Sengoku, lo shogunato Ashikaga (1336 - 1573) perdeva sempre più influenza e controllo sui governatori provinciali, gli shugo. Nonostante avesse ereditato la struttura politica e amministrativa del precedente shogunato Kamakura (1192 - 1333), e istituendo un governo di sovrani guerrieri, lo shogunato Ashikaga non fu capace di guadagnarsi la fedeltà di gran parte degli shugo, soprattutto di quelli che avevano i domini lontani dalla capitale Kyoto. Questi feudi in particolare iniziarono a esercitare sempre più una forte influenza politica, militare ed economica, tanto da minacciare la stabilità dello shogunato. Il processo che portò a questo nuovo equilibrio di potere viene detto gekokujo, che letteralmente significa "i subordinati prevaricano i superiori". Inoltre, dall'indipendenza degli shugo emerse la nuova categoria dei daimyo, i veri e propri signori feudali. L’inizio del periodo Sengoku viene fatto coincidere con lo scoppio della guerra Ōnin (1467 - 1477), un conflitto iniziato per via del malcontento provato dai signori feudali nei confronti del governo militare tenuto dallo shogunato Ashikaga. Negli anni successivi ogni daimyo fondò un vero e proprio Stato, in conflitto con quasi tutti gli altri e armato con un proprio esercito costituito essenzialmente da samurai e ashigaru. Le guerre, sempre più cruente e devastatrici, aumentarono nel corso degli anni tanto che alla fine del 1550 si arrivò ad avere un numero largamente ridotto dei daimyo ancora al potere, che passò dagli iniziali 300 a meno di 20. Per oltre 80 anni il conflitto andò avanti senza un vero e proprio vincitore, fino alla comparsa dei 3 grandi unificatori del Giappone: Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu. Il 1603, anno di partenza del periodo Edo, è anche la data in cui, convenzionalmente, si conclude il periodo Sengoku. I principali clan giapponesi nel 1570 La storia di Takeda Shingen Dopo aver riassunto brevemente il periodo Sengoku possiamo iniziare a raccontare la storia di Takeda Shingen, la “tigre del Kai”. Takeda Shingen nacque nel 1521. Era il figlio maggiore di Takeda Nobutora, un potente daimyo che controllava l'antica provincia del Kai. Nel 1536, all'età di soli quindici anni, fu fondamentale durante l’assedio al castello di Unnokuchi. La battaglia iniziò con l’invio di una guarnigione nelle terre di Genshin, il signore feudale locale. Lo scopo era ben chiaro: Nobutora voleva espandersi. Nonostante il numero inferiore di sudditi, Genshin respinse l’assalto con violenza, e poco dopo imperversò una tempesta di neve che costrinse l’esercito del clan Takeda alla ritirata. Durante il ripiegamento Shingen chiese il permesso al padre di ricoprire le retrovie. Il padre, inizialmente titubante, acconsentì la richiesta del primogenito. Alla testa di 300 cavalieri, Shingen approfittò della copertura generata dalla bufera e si avvicinò al castello durante l’alba. Il castello adesso era difeso da pochi uomini, anche perché Genshin aveva notato l’armata nemica in ritirata. Shingen divise i guerrieri in diversi gruppi, riuscendo poi a entrare nella fortezza senza particolari resistenze. I nemici furono costretti ad arrendersi, e la testa di Genshin fu consegnata a Nobutora. Shingen giocò d’astuzia, ma il padre lo rimproverò dicendogli che era troppo impulsivo, amareggiandolo. Il figlio capì che il padre non lo avrebbe mai apprezzato. A complicare ancora di più il rapporto fu la successiva decisione del padre di nominare come erede il figlio minore, Nobushige. Per Shingen era troppo e così iniziò a tramare nell’ombra: si finse sprovveduto, goffo e inferiore al fratello minore, ma allo stesso tempo mostrò le sue vere potenzialità a Imagawa Yoshimoto, signore feudale di Suruga. Ignaro di ciò che si tramava alle sue spalle, Nobutora si consultò proprio con Yoshimoto per il futuro del figlio, e ciò gli fu fatale. Il daimyo del clan Imagawa ne approfittò adottandolo, lasciandogli così cammino libero. Ora Shingen era autonomo e i generali gli giurarono subito fedeltà, forse annebbiati dal suo prestigio nato a seguito dell’impresa. A seguito della deposizione del padre, i territori del clan Takeda furono preda delle ambizioni di conquista dei vari daimyo limitrofi. Partirono subito all’attacco, ma Shingen mise in piedi una forte armata e gli respinse a uno a uno. La fama cresceva sempre di più. Negli anni successivi, però, il successo improvviso gli aveva dato alla testa, cambiandolo di carattere. Shingen stava assumendo sempre più il carattere del padre, arrogante e presuntuoso, e si faceva coinvolgere ai vari piaceri trascurando gli affari del governo. Come si poteva farlo ragionare? Nessun vassallo voleva ammonirlo per paura della sua reazione. La "tigre del Kai" aveva un punto debole: amava comporre versi in cinese. In effetti, durante la gioventù, Shingen era più visto come un poeta anziché futuro guerriero. Un giorno un servitore, che conosceva il cinese, scrisse una poesia che interessò il condottiero, e ne approfittò della sua attenzione per farlo ragionare. Il servo parlò con voce seducente, alternando il discorso con citazioni di poesie e classici cinesi. Shingen rimase talmente colpito che accettò i vari consigli del servo. Così negli anni successivi il capo del clan Takeda iniziò a progettare, dando avvio alla sua politica espansionistica. Assoldò un brillante stratega, Yamamoto Kansuke, e decise di far indossare a tutti i guerrieri un’armatura rossa laccata nelle prime linee dei suoi eserciti in modo da intimidire psicologicamente il nemico. Le prime mosse di Shingen furono di consolidare i possedimenti del clan e di espandere il proprio dominio nelle province circostanti: uno dei suoi primi obiettivi consisteva nella conquista della provincia di Shinano. A seguito delle brillanti vittorie negli assedi delle fortezze di Uehara e Kuwabara (1541), una coalizione di numerosi signori feudali dello Shinano marciarono con i propri eserciti fino alle porte della provincia del Kai, nel tentativo di neutralizzare anticipatamente Shingen prima che avesse l'opportunità di espandere ancora di più le proprie terre. Benché avessero pianificato di sconfiggerlo a Fuchu, la coalizione venne presa alla sprovvista dagli uomini di Takeda nella battaglia di Sezawa (1542). Shingen sconfisse la coalizione composta da 12.000 guerrieri con soli 3.000 uomini! Proseguì poi con l’assedio di Fukuyo (1542) e la battaglia di Ankokuji (1542). Nel 1543, 1544 e 1545 conquistò rispettivamente i castelli di Nakakubo, Kojinyama e Takatō. Nel 1546 prese il castello di Uchiyamae e vinse la battaglia di Odaihara. Nel 1547 conquistò il castello di Shika. Shingen raccoglieva vittorie su vittorie, fino a quando si scontrò con Muramaki Yoshikiyo nella battaglia di Uedahara (1548), dove il condottiero Takeda subì la prima sconfitta. Inoltre, fu il primo scontro della storia del Giappone dove vennero utilizzate le armi da fuoco. Shingen pianificò la vendetta e il clan Murakami fu sconfitto nell'assedio di Toishi nel 1550 - 1551. Yoshikiyo fuggì dalla regione e chiese asilo alla provincia di Echigo da Uesugi Kenshin, diventandone uno dei più importanti generali. Nel 1548 Takeda Shingen sconfisse Ogasawara Nagatoki nella battaglia di Shiojiritōge e prese Fukashi nel 1550. Uesugi Kenshin scese in campo in quel momento poiché i Takeda erano ormai giunti ai confini della sua provincia. A questo punto, le strade dei due grandi condottieri s’incrociano... Statua raffigurante Takeda Shingen La storia di Uesugi Kenshin Adesso è il turno di Uesugi Kenshin, il “drago di Echigo”. Uesugi Kenshin nacque nel 1530. Era l’ultimo dei quattro figli di Nagao Tamekage, capo del clan Nagao e servitore del signore feudale Uesugi Fusayoshi. Neanche lui, come Takeda Shingen, era amato dal padre, tanto che lo voleva più come monaco che come guerriero. Tuttavia, a seguito alla morte del padre a opera della setta Ikko – Ikki nella battaglia di Sendanno (1536), molti comandanti militari gli si dichiararono fedeli e ne riconobbero il valore nonostante fosse ancora un bambino, ma un amministratore locale preferiva che l’erede fosse il primo figlio, Harukage; egli voleva approfittarsi della sua incapacità per farne una marionetta, e per realizzare il suo piano non aveva problemi a far fuori tutti gli altri figli. Kenshin si accorse del piano e riuscì a fuggire, nascondendosi nel monastero di Rezin, dove si dedicò allo studio fino all'età di 14 anni. Qui venne adottato da un famoso condottiero servitore del clan Uesugi, Usami Sadamitsu. I suoi nemici non smisero mai di cercarlo, e il giovane Kenshin dovette continuare a nascondersi. Più tardi organizzò un’armata poderosa con l’aiuto del suo tutore, e sconfisse una volta per tutte i suoi inseguitori. Negli anni successivi venne adottato dal clan Uesugi, che lo elessero come condottiero. In seguito ai suoi successi molti comandanti lo volevano come daimyo, ma lui non acconsentì in quanto lo spingevano allo scontro con il fratello Harukage, da tempo diventato capo del clan Nagao. Preferì diventare monaco, prese i voti ma le insistenze dei comandanti si facevano sempre più pressanti. Alla fine, Kenshin fu convinto dal fatto che fosse una cosa necessaria per il bene della provincia di Echigo, e dopo una serie di scontri voluti da lui e da Usami Sadamitsu, riuscì a strappare il controllo del clan da Harukage nel 1547. Il destino di Harukage rimane un mistero, poiché alcune fonti affermano che gli è stato permesso di vivere, ma altre raccontano di un suicidio forzato. Dopo aver trionfato sui suoi ultimi oppositori, Kenshin viaggiò a Kyoto per rendere omaggio all'imperatore, poi si fece ricevere dallo shogun Ashikaga Yoshiteru. Kenshin era diventato daimyo a tutti gli effetti. Nonostante il controllo sul clan Nagao, gran parte della provincia di Echigo rimaneva ancora indipendente. Kenshin iniziò immediatamente a rafforzare il suo potere nella regione, ma il piano venne interrotto quando Ogasawara Nagatoki e Murakami Yoshikiyo, due signori della provincia di Shinano, chiesero il suo aiuto per fermare il signore della guerra Takeda Shingen. Con le conquiste dei Takeda che li portarono notevolmente vicino ai confini dei suoi territori, il “drago di Echigo” scese in campo contro la “tigre del Kai”... Stampa del periodo Edo che raffigura Uesugi Kenshin Le battaglie di Kawanakajima Takeda Shingen e Uesugi Kenshin, la "tigre" contro il "drago". I due grandi condottieri si scontrarono sempre nella piana di Kawanakajima, vicino alla odierna città di Nagano. In tutto furono cinque le battaglie: la prima nel 1553, poi nel 1555, 1557 1561 e infine nel 1567. Nella prima battaglia i due eserciti erano schierati a poca distanza, uno di fronte all’altro, ma nessuno si azzardava a fare la prima mossa. Forse i due condottieri stavano osservando e studiando le rispettive forze in modo da non commettere nessun passo falso? Molto probabile. Per ventisette giorni ci si limitò a questo. Nel ventottesimo giorno Kenshin lanciò un ultimatum a Shingen: il "drago" si proclamò difensore dei clan aggrediti di Shinano e invitò la "tigre" alla ritirata e alla restituzione dei terreni. Shingen andò su tutte le furie e chiese al nemico di combattere. La battaglia durò nove ore ed entrambi gli eserciti si scontrarono con grande abilità. Alla fine, si giunse a una sorta di pareggio, e nonostante il lieve vantaggio Kenshin ordinò la ritirata. Le altre quattro battaglie hanno un esito simile: se uno avesse preso il sopravvento, l’altro si sarebbe ritirato. Era come se i due condottieri preferissero affrontarsi in altre occasioni, per rinfacciargli nuovamente la sua inferiorità. La più famosa delle cinque battaglie è senza dubbio la quarta, la più sanguinosa. In questo scontro Kenshin usò una tattica ingegnosa: mise in piedi una formazione speciale in cui i soldati nella parte anteriore si scambiavano con i loro compagni nella parte posteriore, mentre quelli nella linea frontale si stancavano o venivano feriti. Ciò permise ai soldati stanchi di prendersi una pausa, mentre i soldati che non si erano cimentati nell'azione avrebbero combattuto in prima linea. Fu una tattica efficace e Kenshin riuscì quasi a sconfiggere Shingen. Inoltre, durante la battaglia avvenne uno degli episodi più leggendari della storia del Giappone. Kenshin notò un buco tra le file nemiche e cavalcò velocemente fino ad arrivare a Shingen: il "drago" colpì numerose volte la "tigre" con la sua spada, ma Shingen respinse tutti i colpi con il suo famoso ventaglio da guerra in ferro. Alla fine, un sottoposto di Takeda respinse Kenshin, che si ritirò velocemente insieme al resto del suo esercito. Shingen rimase sconvolto. Durante la ritirata molti guerrieri del clan Uesugi persero la vita in un fiume vicino mentre altri furono uccisi in battaglia dai soldati del clan Takeda. Dall'accampamento dei Takeda si levarono urla di trionfo, ma la prima parte della battaglia fu vinta nettamente dal clan Uesugi. Complessivamente la quarta battaglia si concluse ancora con un pareggio. La lotta tra i due signori della guerra durò ancora a lungo, ma alla fine della quinta battaglia gli ufficiali e i soldati dei due eserciti invocarono una tregua. In dodici anni entrambi i fronti avevano subito gravi perdite, tutto al vantaggio dei daimyo vicini che volevano approfittarsene della situazione… Stampa del periodo Edo che raffigura il famoso scontro tra Takeda Shingen e Uesugi Kenshin Gli ultimi anni di vita di Takeda Shingen e Uesugi Kenshin Sebbene Shingen e Kenshin siano stati rivali per più di quattordici anni, è noto che si sono scambiati doni in molteplici occasioni in segno di rispetto reciproco. Uno dei doni che si ricorda in particolare nella storia dei due comandanti è quello di una spada di immenso valore donata da Shingen a Kenshin. Ma nuovi pericoli incombevano all'orizzonte. Il potente signore feudale Oda Nobunaga, capo del clan Oda, aveva ucciso a tradimento Imagawa Yoshimoto e il suo potere aumentava sempre di più. Inoltre, un illustre condottiero, Tokugawa Ieyasu, si era schierato dalla sua parte. Per proteggersi dai nuovi nemici, la "tigre" e il "drago" si allearono. Successivamente Shingen dovette affrontare Nobunaga, che voleva impadronirsi delle sue terre. Nel 1573, durante l’assedio al castello di Noda da parte degli alleati di Tokugawa Ieyasu, un proiettile colpì alla testa Shingen. Il capo del clan Takeda morirà poco dopo. La sua morte andava tenuta segreta il più a lungo possibile, per evitare ulteriori invasioni nei domini dei Takeda. Il fratello Nobutsuna, fisicamente molto simile a Shingen, prese il comando del clan. Questo episodio diede spunto al celebre film del famosissimo regista Akira Kurasawa: Kagemusha, l’ombra del guerriero. Il segreto funzionò per poco tempo, poi la notizia della morte di Shingen si diffuse tra i signori feudali limitrofi. Si dice che Kenshin pianse a squarciagola per la perdita del suo più famoso rivale. Risolto il problema Takeda, Oda Nobunaga spostò la sua attenzione verso Kenshin. Nell’inverno del 1578, Uesugi Kenshin muore in circostanze poco chiare. La versione ufficiale accenna a un colpo apoplettico, mentre altre versioni descrivono un feroce attentato in bagno da parte di alcuni ninja assoldati dal capo del clan Oda. Ritratto di Oda Nobunaga eseguito dal gesuita missionario italiano Giovanni Niccolò Spero che anche questa discussione sia stata di vostro gradimento! Naturalmente per qualsiasi domanda o dubbio scrivete senza problemi. Devo dire che sono contento che le mie discussioni sulla storia del Giappone sono particolarmente apprezzate. Anche questa lo sarà? Speriamo! Concludo tutto il racconto con questo antico poema che elogia Takeda Shingen: I vostri castelli sono gli uomini, Le vostre mura sono gli uomini, la tolleranza è la vostra alleata, l’odio è il vostro nemico. Alla prossima Xenon971 punto
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Le stripes nella foto di destra sembrano più cast flowlines ( vista la disposizione a ventaglio) che stricking flowlines che di solito sono radiali ..... Anzi, sembra proprio un punto di iniezione.......1 punto
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