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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/06/20 in tutte le aree
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Mozia era una splendida colonia fenicia, ricca ed elegante, ubicata su una piccola isola (ora chiamata di San Pantaleo) poco distante dalla costa della estremità occidentale della Sicilia. Diodoro Siculo diceva che Mozia era “costruita in maniera sommamente artistica per la moltitudine e la bellezza delle case, grazie alla ricchezza degli abitanti.” Lo testimoniano i resti delle poderose mura... ...delle tante torri e del kothon (piscina sacra o forse ricovero per le navi): I reperti più significativi della antica Mozia sono esposti in un piccolo museo ivi creato da Giuseppe Whitaker, membro di una ricca famiglia inglese proprietaria di importanti cantine a Marsala, appassionato studioso di scienze naturali, storia e archeologia, che a inizio del Novecento acquistò l’isola e vi condusse i primi studi sistematici. La bellezza e la ricchezza espresse da Diodoro Siculo sono bene testimoniate dalla statua del Giovane di Mozia (detto anche Efebo o Auriga).... ...e dalla “maschera ghignante” proveniente dal tofet, santuario fenicio-punico: Oggi l’isola che ospita i resti di Mozia e’ piuttosto incolta e disabitata. La laguna dello Stagnone che la circonda e’ uno splendido parco naturale. Molto caratteristiche le sue saline: Ma veniamo alla storia. Dopo la vittoria sugli Ateniesi nell’ambito della guerra del Peloponneso (che aveva visto scontrarsi Atene e Sparta con vittoria di quest’ultima e dei suoi alleati), Siracusa diventò la città più potente della Magna Grecia, cosa che la portò inevitabilmente allo scontro con Cartagine per la supremazia sulla Sicilia. Proprio a Siracusa emerse la figura del tiranno Dionisio che trasformò la città in una vera potenza mediterranea, dotata di un forte esercito con il quale si apprestò allo scontro coi Cartaginesi. Nell’ambito di questa lotta per la supremazia sull’isola, i Siracusani arrivarono a minacciare la città cartaginese di Mozia. Si era nel 397 a.C. e Mozia era una città fondamentale per i traffici cartaginesi proprio grazie alla sua posizione che consentiva facili collegamenti con la Sardegna, la Corsica, le isole Baleari e la Spagna. Dioniso di Siracusa, arrivato dinnanzi a Mozia, iniziò l’assedio. Come si è detto, la città si trova su una isoletta che allora era unita alla terraferma da una striscia di terra attraversata da una stretta strada, ancora visibile oggi sotto il pelo dell’acqua: I Siracusani dovettero attraversare questa lingua di terra, ma per dover trasportare le macchine d’assedio (Mozia aveva bastioni molto alti) dovettero impegnare tempo ad allestire terrapieni e durante queste operazioni vennero continuamente bersagliati dalle catapulte abilmente costruite degli abitanti. Nonostante ciò, i Siracusani arrivarono davanti ai bastioni. Ma, giunti lì, si accorsero che, essendo l’sola molto piccola e molto abitata, le case erano state costruite molto alte, più delle mura se non a volte delle torri. E proprio dai tetti di quelle case gli abitanti iniziarono a lanciare frecce incendiarie sugli assedianti che comunque non desistevano e si avvicinavano. Ecco le parole di Diodoro Siculo: “Taluni, all’udire i lamenti di mogli e figli, cercavano una morte da uomini piuttosto che vedere i loro figli in schiavitù. La fuga dalla città è impossibile, poiché interamente circondata dal mare che era controllato dal nemico. Ciò che più terrorizzava i fenici (gli abitanti di Mozia) e la maggior causa di disperazione era il ricordo della crudeltà che avevano usato contro i prigionieri greci e la prospettiva di soffrire di un simile trattamento. Non rimaneva loro altra scelta che combattere coraggiosamente e vincere o morire.” Nonostante ciò, i Siracusani riuscirono ad entrare in città, ma si accorsero che i cittadini non erano nelle strade, bensì asserragliati nei piani alti delle loro altissime case e quindi si trovarono nella necessità di costruire ponti di legno dalle loro torri d’assedio fino ai tetti delle abitazioni: "Combattendo sui ponti sospesi, [i siracusani] soffrivano molto a causa della strettezza del campo e per la disperata resistenza degli avversari, che avevano abbandonato ogni speranza di salvezza. Così alcuni perirono in scontri corpo a corpo e nello stesso momento ferivano ed erano feriti; altri, spinti dai fenici, cadevano dei ponti di legno e trovano la morte precipitando a terra." Alla fine, però, la superiorità dei Siracusani ebbe la meglio; la città fu occupata e iniziò il sistematico saccheggio delle abbondanti ricchezze, la distruzione degli edifici e il massacro di uomini, donne, bambini e vecchi che fu fermato però da Dionisio che preferì alla fine vendere come schiavi tutti gli abitanti superstiti di Mozia, tranne quelli di origine greca che, considerati traditori, furono crocifissi. L'anno successivo Mozia venne ripresa dai Cartaginesi, ma perse di importanza in conseguenza della fondazione di Lilibeo. Mozia, quindi, dovette essere quasi del tutto abbandonata. Questa e' la sezione di Storia e Archeologia, ma il nostro sito si chiama "La moneta". Quindi mi piacerebbe integrare la discussione con l'immagine di qualche moneta (se esiste) di Mozia o ad essa riferita. Mi affido quindi alla competenza degli abituali frequentatori di sezione per un eventuale contributo che sicuramente arricchirebbe la discussione (così come del resto ogni altro eventuale contributo specifico). Fonte: - M. Scardigli: Il viaggiatore di battaglie; UTET Ciao da Stilicho5 punti
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I gigliati di Roberto furono imitati un po dappertutto, è cosa nota. Ma anche gli aragonesi che successero sul trono di Napoli imitarono la stessa immagine del diritto del gigliato, sul rovescio del loro carlino. Non so se qualcuno ha fatto caso a questo carlino passato in un'asta tedesca di Alfonso I d'Aragona, tra l'altro catalogato male per la zecca di Napoli. Non c'entra niente con gli angioini ma è troppo bello e carico di storia per non mostrarlo. Poi magari se qualcuno apre una discussione tipo "aragonesi che passione", ne potremmo parlare li e spiegare anche perchè molti carlini aquilani furono mutilati dell'aquiletta nel campo.4 punti
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Lituania Anno: 2018B Tiratura: 488.000 Condizioni: SPL+ Città: Milano Note: NEWS!!!3 punti
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Ho acquistato nella scorsa asta Sincona 66 questo bel 5 Lire 1828 Genova, la moneta mi è arrivata oggi e appena ho un attimo posterò le mie foto. 5 Lire 1828 Genova ex Sincona 66 In mano è gradevole, con fondi brillanti con moltissimo lustro, soprattutto al R/, e una patina leggera rossiccia Da una partenza di 100CHF mi sono aggiudicato la moneta alla modica somma di 300CHF, secondo me un ottimo prezzo vista la conservazione (SPL secondo Sincona) La parte interessante è invece la "storia" recente di questa moneta, fatta di traversate dell'Oceano Atlantico Con l'aiuto del database di Sixbid ho potuto risalire ai recenti passaggi in asta... la moneta è sicuramente sempre la stessa, basta prendere un particolare di riferimento per confermarlo (ad esempio il puntino nero dietro la nuca di Carlo Felice al D/) Sincona Asta 66 (dove l'ho acquistata io) , venduta a 300 CHF (+ diritti). descritta "SPL" Sincona Asta 11, venduta a 1500 CHF (+ diritti). descritta "buono SPL" Sincona Asta 6, venduta a 400 CHF (+ diritti). descritta "SPL / qFDC" Heritage Sale #3057, invenduta a 1500$, scatolettata NGC AU58 Commenti sempre ben accetti, specie da @ilnumismatico , @piergi00 , @Scudo1901 , @simonesrt , @giuseppe ballauri E adesso siamo a -32 punti
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Concordo con l'amico @Scudo1901 ,gran bella moneta pagata un prezzo onesto. Adesso queste conservazioni sono penalizzate sa un mercato che cerca solo le conservazioni super, che spesso sono super solo per il prezzo a cui vengono vendute e non per la reale conservazione. Quindi ancora complimenti per l'acquisto.2 punti
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Ciao @ventugenova90, ho confrontato il mio esemplare e al rovescio presenta differenze con il tuo.2 punti
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Per me è sempre un piacere poter discutere di questi nummetti soprattutto quando sono cosi interessanti.... @Stilicho negli anni scorsi in Italia è stata condotta una vera e propria campagna di terrore verso eBay... in buona parte giustificata. Andando oltre i confini italici, però, eBay è una importante risorsa, fonte di nuove scoperte anche più delle blasonate aste battute. Oltretutto, è evidente che molti venditori professionali si riforniscano sul "noto sito", Clark ne è un esempio lampante... ma non solo lui... Questo follis è passato su eBay pochissimi mesi fa e aggiudicato a circa 250€. Mi aveva colpito per lo stile particolarmente curato e, ovviamente, per il realizzo insolito per la tipologia (per di più in conservazione non eccelsa...). E' poi ricomparsa nella penultima asta Roma Numismatics ed è stata aggiudicata a 1500£ più diritti.... Ho quindi capito perché avesse realizzato tanto su eBay e perché lo stile fosse particolare: si tratta di una emissione assolutamente inedita per la zecca di Londinium!!!! Ahimè l'avevo sottovalutata....2 punti
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@Stilicho La monetazione cartaginese in Sicilia, di gran lunga più ricca e varia di quella della madrepatria Cartagine, e nota come monetazione Siculo-Punica, offre belle e spettacolari coniazioni . La conoscenza dei coni di Imera e di Siracusa ma anche di Agrigento, pressochè tutti di grande livello artistico e di raffinata tecnica, ha spinto la monetazione isolana cartaginese alla loro diffusa emulazione , probabilmente anche con l'impiego di incisori e maestranze greche -siceliote tratte dalle aree cadute sotto controllo cartaginese . Unisco 3 pagine dal vecchio ma tuttora interessante manuale di Sear "Greek Coins" volume 2, 1979 .2 punti
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Diciamo che il copyright del titolo " Aragonesi che passione" ce l'ha proprio @dareios it, fu proprio lui che, nel 2017, iniziò la fortunata discussione :" Cavalli...che passione!" L'ultimo carlino aragonese che si rifà ai gigliati fu emesso da Ferdinando I d'Aragona, questo ha la sigla P2 punti
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Ottima esposizione @Stilicho come sempre le Tue . Può valere un cenno aggiungere che la presenza cartaginese nella Sicilia occidentale era già forte da non meno di 3 secoli prima dei fatti di Mozia narrati nel post . Un primo forte tentativo cartaginese di allargamento dell'area di influenza in Sicilia, viene frustrato con la loro sconfitta ad Imera nel 480 a.C. . Un secondo massiccio tentativo di allargamento tra il 410-405 a.C. porta i Cartaginesi a distruggere Imera, Selinunte, Agrigento, Gela, Kamarina, fino ad assediare, senza prenderla, Siracusa . Battuti gli Ateniesi a Siracusa, Dionisio tenta a sua volta di conseguire, in danno di Cartagine, una egemonia siracusana su tutta la Sicilia attaccando le aree con controllo punico : Mozia, come pochi anni prima Selinunte, ne è la più sanguinosa vittima . Unisco 2 monete cartaginesi di Mozia e 2 stralci dal vecchio manuale di Sear . una buona giornata2 punti
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Bellissimo questo carlino, ed ottima l'idea di partire con una discussione sugli aragonesi dove ci sono ancora un sacco di dubbi da sciogliere2 punti
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ci sarebba anche il testo di Giuseppe Buceti "Monete, storia e topografia della Sicilia greca" del 2010.2 punti
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Principato di Monaco, 1 franco 1960 500.000 pezzi coniati2 punti
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1860 Repubblica de Guatemala - 1/4 di Real (diametro mm. 11)2 punti
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@Cesare_C Provo a classificare la tua moneta, anche sono solo un semplice appassionato. La vecchia classificazione RIC la identificava come RIC II 148 io direi "d" in quanto mi pare dei vedere una sorta di drappeggio sulla spalla sinistra: Interessante il commento di Beast Coin a questa moneta: Note: Footnotes to RIC 148-150 on p.358 describes several minor reverse varieties, although does not mention any examples with an object to the left of the shield. In effetti, come vedi sopra, le monete dalla 148 alla 150 mostrano piccole varianti tra di loro. Ercole può essere seduto verso destra o verso sinistra, e può avere in mano una quella che viene descritta come "distaff" che e' una sorta di oggetto cilindrico non ben chiaro che sembra tipo un rotolo di pergamena, o un piccolo fodero ("bowcase") o a volte due oggetti allungati sottili non ben definibili tipo due frecce (vedi note al RIC). Inoltre, se guardi alla estrema sinistra del rovescio, vedrai che c'e' una sorta di cerchiolino che qualche volta c'è e qualche volta no e che qualcuno interpreta come un elmo. Quanto a Ercole, nella tua moneta e' rivolto a destra e ha in mano una Vittoria. Da quanto mi sembra di aver capito, tutte queste varianti dovrebbero essere state collocate, nella revisione del RIC, nella RIC II, Part III (second edition) Hadrian 731-732. E' scritto così. Forse la 732 comprende la variante non laureata....non so.... Considera però che a gennaio e' uscita una revisione proprio del RIC II Part III e non so se abbia introdotto variazioni in merito a questa moneta. Magari qualcuno del forum lo ha e potrebbe controllare. Sempre disponibile a correzioni ed integrazioni da chi ne sa più di me. Ciao da Stilicho2 punti
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Sempre del primo periodo del regno di Roberto d'Angiò, ecco un gigliato con legenda Robertvs Dei Gra Ierl et Sicil Re2 punti
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Ho controllato l'emissione con la corona per Aquileia (Paolucci-Zub 473 e RIC VIII, 84). La corona si trova tra le due Vittorie all'altezza delle gonne e quindi non sopra le due corone. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Buongiorno, desideravo chiedervi un parere su questa dracma. Mi sono sempre riproposto di metterne una in collezione, ma non essendo un esperto di questa tipologia non vorrei poi pentirmene. Ce ne sono parecchie sul mercato, e questa parte da una base allettante ma non è proprio così "bella" come altre che ho osservato in passato. Grazie sin d'ora per le vostre risposte. Paolo1 punto
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Buonasera, Ammirato dalle competenze degli Utenti più esperti della sezione e dalla interessantissima discussione che ne sta scaturendo circa il tetradracma di Messana Caltabiano 508, apro un topic collegato all’argomento monete antiche ed autenticità per condividere un evento che capita raramente: una moneta considerata falsa che sembrerebbe invece non solo essere autentica, ma anche dotata di una rilevante storia collezionistica. Mi riferisco ad un esemplare che era in vendita da InAsta il 02/07/2020 nell’asta E-Live 88 al lotto 3332 sotto la catalogazione “falsi (da studio, moderni,ecc.)”, tetradracma di Gela, fatto in argento e del peso di 16.66g, proposto ad una base di 40€. Ex InAsta 31 lotto 6453. https://asta.inasta.com/it/lot/113297/falsi-da-studio-moderni-ecc-falsi-da-/ Si tratterebbe sorprendentemente dell’esemplare catalogato al numero 397.9 dal Jenkins (O82-R166), tetradracma databile agli anni immediatamente precedenti il Congresso di Gela del 424 a.C. , posto in vendita da Classical Numismatic Group nella E-Auction 478 al lotto 39 lo scorso 07/10/2020 con provenienza dall’asta Sambon & Canessa del 27/06/1927 lotto 757, ex collezione di Pasquale del Pezzo, Duca di Caianello e Marchese di Campodisola. E aggiungo anche sindaco di Napoli e senatore del regno d’Italia, nonché illustre matematico. https://auctions.cngcoins.com/lots/view/4-XV6EQ/sicily-gela-circa-430-425-bc-ar-tetradrachm-23mm-1665-g-11h Non dispongo purtroppo del catalogo della vendita di Sambon e Canessa tenuta a Parigi nel giugno del ‘27 per verificare, ma.. Potrei realmente sorprendermi, di fronte ai falsi che qua e là popolano le aste, se una moneta ancorché umile di conservazione da falsa si scoprisse essere autentica? Questo mi e Vi chiedo. E mi rispondo, dopotutto no!1 punto
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Caro @dux-sab, diciamo pure Moneta Eccezionale, sia come rarità, sia come conservazione! Complimenti!!1 punto
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Forse ho frainteso la tua domanda, perchè con "questo cambiamento" intendevi la revoca dello status di territorio extradoganale. Se è quello che volevi sapere, per noi cambia niente mentre per loro cambiano un sacco di cose, a partire dal fatto che non c'è più libertà di circolazione fra Campione e la Svizzera: ora i movimenti da e per il paese sono soggetti ai controlli doganali, perchè la Svizzera fa parte dell'area Schengen ma non essendo membro dell'UE mantiene dogana e relative ispezioni. Campione ha perso molti dei privilegi di cui godeva prima, ad esempio le poste svizzere hanno interrotto il servizio, le auto sono passate sotto il regime italiano/europeo e hanno dovuto essere ritargate, ma la valuta in uso comune continua almeno per ora ad essere il franco svizzero.1 punto
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Posto anche le foto recuperate dal sito di Heritage, che risalgono a quando lo scudo era scatolettato, e la descrizione "romantica" di Heritage Sardinia. Carlo Felice 5 Lire 1828 (Anchor)-P AU58 NGC, Genoa mint, KM116.2, Dav-135, Pag-74, MIR-1035L. As a type, available in lower grades, but incredibly elusive when approaching Mint State. This example, with its pleasing color and significant remaining luster, is one of the nicer examples we've seen and is only surpassed by a single MS60 in the NGC census. Peraltro devo ringraziare anche chi ha avuto il buon gusto di liberarla dalla plastica, risparmiandomi il lavoro1 punto
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Ottimo acquisto, fatto con intelligenza e con la giusta dose di pazienza. Complimenti ?1 punto
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Ciao, moneta rara e apprezzata. Già in conservazione Ef è scambiata attorno ai 1100-1200 euro. In vf raramente si vede passare in asta. Il premio rispetto al fino non può essere elevato. In generale monete ex-jewellery, ex-mounted, repaired e quanto altro difficilmente vengono apprezzate dai collezionisti se sono disponibili in conservazione migliore. Difficilmente, secondo me, otterresti più del valore del fino. Buona serata.1 punto
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Un pezzo da 90! Ha tutte le caratteristiche che fanno associare i carlini simili ma privi di segno distintivo di zecca alla zecca dell'Aquila: la particolare interpunzione e la presenza al D della stelletta (nella moneta in oggetto ce ne sono due, rispettivamente sopra e sotto le croci nel campo tripartito) mai riscontrata che io sappia sui carlini di sicuro conio napoletano. Concordo poi nell'apertura di discussioni parallele.1 punto
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Bellissimo esemplare ed in notevole conservazione. I difetti che si vedono non sono causati dall'usura dovuta dalla circolazione ma ritengo si tratti di difetti scaturiti in fase di coniazione. Mi sono permesso di elaborare graficamente l'immagine segnando in verde le aree - che dovrebbero corrispondere tra D e R - che sono state compromesse in fase di coniatura. Di contro però abbiamo (indicate dal colore blu) un eccezionale ritratto coronato e la protome di leone a sx che si mostrano in tutta la loro arte incisoria. In rosso ho voluto indicare il carattere B della legenda. A mio avviso si tratta di un punzone di una R modificata con altro punzone che va a chiudere la parte bassa della R facendola diventare una B. Per ultimo una nota sulla legenda del D che termina con RE. Non si riscontra frequentemente nei gigliati e di certo la parola REX è tronca per la mancanza di spazio ma mi piace supporre che l'incisore si sia giustificato affermando che la croce di inizio legenda avrebbe potuto avere una doppia lettura... anche come X finale della parola REX ?.1 punto
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Il secondo era stata la mia prima scelta, alla fine ho preso il terzo, mi dava più l idea di untouched ( cosa che non è sicuramente, ripeto è solo un'idea)1 punto
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Ufficialmente Andorra non ha zecca. Coniano ad anni alternati le zecche di Francia e Spagna. Bisogna rivolgersi come dici ai distributori ufficiali (che sono comunque dei negozianti), oppure aspettare che arrivi in Italia e rivolgersi ai nostri negozianti...cosa a mio avviso più comoda. Oltretutto, almeno qui a Milano, si trovano quasi a prezzo di emissione.1 punto
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@Regium Visto che lo hai chiesto, cerco di spiegarti cosa si vede, anche sono un semplice appassionato. Anche a me pare Graziano: da ore 9 sul dritto sembra di leggere GRAT.... Quanto alla zecca, anche secondo me potrebbe essere Roma. In effetti, in esergo (la parte bassa della moneta, sul rovescio, sotto le effigi), si legge SMRT che significa Sacra Moneta Roma Tertia , ossia zecca di Roma, terza officina. Potrebbe essere questa, la RIC IX Roma 43a Subtype 3: Questa la descrizione della moneta: Dritto Legenda: D N GRATIA-NVS P F AVG Tipo: Bust of Gratian, pearl-diademed, draped and cuirassed, right Ritratto: Graziano Rovescio Legenda: REPARATIO-REIPVB Tipo: Emperor, head left, standing facing, with right hand raising kneeling turreted woman, and holding Victory on globe in left Divinità: Victory MintMark: -/-//SMRT Tu che hai la moneta in mano puoi controllare se c'e' una rispondenza. Se ti interessa approfondire l'argomento delle identificazioni di una moneta romana potresti leggere una discussione, semplice e istruttiva che ti allego in calce. Sempre disponibile a correzioni o integrazioni da chi ne sa più di me. Ciao da Stilicho1 punto
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il Mazio avendo a disposizione i coni originali dei secoli precedenti li riparò e li riutilizzò per riconiare le medaglie, leggi questo articolo molto interessante. Museo della Zecca Le origini del Museo risalgono all'attività della Zecca pontificia di Roma. Nel 1796 la Camera Apostolica acquistò dagli ultimi discendenti degli Hamerani (nota famiglia di incisori di origine tedesca, operante a Roma già alla metà del diciassettesimo secolo e al servizio dei pontefici quasi ininterrottamente dal 1670 alla fine del Settecento) 748 conii di medaglie papali relative ai regni da Martino V a Pio VII: acciai sei e settecenteschi di origine diversissima, che gli Hamerani avevano in parte direttamente prodotto e in parte acquistato da altri incisori, tanto contemporanei agli effigiati, quanto ´di restituzione´ (ovvero preparati nel diciassettesimo e nel diciottesimo secolo per celebrare pontefici del Quattro e del Cinquecento). Nell´arco di pochi anni la serie si arricchì grazie a diverse acquisizioni, tra le quali la più ingente fu nel 1823 la raccolta dei conii papali (circa 200 pezzi, per lo più seicenteschi) rimasti in possesso dei principi Barberini. A partire dall´Ottocento questo corpus venne progressivamente incrementato dal materiale creatore approntato di volta in volta per la celebrazione dei nuovi papi, fino a raggiungere nel 1870 la consistenza di circa un migliaio di acciai, conservati nel Gabinetto Numismatico che Francesco Mazio, direttore della Zecca Pontificia di Roma, aveva nel frattempo fondato (1822), e dove furono non solo restaurati e in parte duplicati, ma anche utilizzati per la coniazione di nuove medaglie pontificie. Nel 1870 la Zecca Vaticana venne assorbita dal Ministero delle Finanze e tutto il materiale in essa contenuto, compreso il Gabinetto Numismatico, fu acquisito dallo Stato Italiano. Nel 1962 parte della collezione, compresa la cosiddetta serie Mazio (ovvero l´intero corpus delle medaglie pontificie che Francesco Mazio, e quindi il figlio Giuseppe, avevano riconiato nell´Ottocento), fu esposta in alcuni locali del Palazzo dei Ministeri Finanziari in Via XX Settembre. Con il passaggio, nelle 1978, della Zecca di Stato all'Istituto Poligrafico, anche le collezioni numismatiche del Museo entrarono a far parte del patrimonio dell´IPZS. Pressochè inalterati sono rimasti oggi i tre nuclei storici nei quali, fin dall´Ottocento, era stato suddiviso il materiale creatore pontificio del Gabinetto Numismatico, ovvero la serie dei conii pontifici, impiegati per produrre la cosiddetta serie Mazio (di diversa cronologia, perchè tanto ´originali´, quanto in alcuni casi ottenuti nel diciannovesimo secolo dalla duplicazione di acciai sei e settecenteschi); la serie dei conii smessi, costituita per lo più da acciai sei e settecenteschi inutilizzabili e solo in alcuni casi fatti duplicare da Giuseppe Mazio, e la serie dei punzoni, in parte di provenienza Hamerani, in parte invece prodotti nell´Ottocento per facilitare le duplicazioni.1 punto
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La foto del ‘27 è sicuramente un calco, si faceva così all’epoca.1 punto
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Per quello che so dalla tabella di Hafner, il Tallero contraddistinto con S:F: si riferisce alla zecca di Guenzburg (e comunque hanno caratteristiche molto diverse), mentre quello che s'avvicina di più a quella firma (S:F.) fra i Talleri italiani, abbiamo Venezia ed un altra zecca dubbia che , però, vengono attribuiti a conii ottocenteschi.1 punto
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Mi aspettavo questa obiezione: complimenti per il colpo d'occhio. I famosi due puntini che tanto aiutano ad identificare la zecca di Vienna valgono però, per quel che so (vedi qui sotto), solo per la versione viennese dal 1986 in avanti e che comunque non ha le due piumette per parte (ma una sola) sotto la coda. Una versione viennese precedente (quella ad es. degli anni '50 e '60) non possiede i due puntini e anch'essa ha la sola piumetta, mentre - se osservi l'immagine che io attribuisco al I conio - di piumette sotto la coda ne presenta due per parte, caratteristica questa, della zecca romana. Ipotesi? La prima che mi viene in mente è che i due puntini siano una caratteristica saltuaria del conio austriaco e che il I conio di Roma abbia questa particolarità perché lo avevano i primi conii spediti a Roma da Vienna... ma accetto, anzi sollecito, altre teorie.1 punto
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Nel catalogo del 27 è rappresentata la moneta o una sua copia in gesso? Mi pare di ricordare che in passato esistesse questa "usanza", che potrebbe giustificare qualche differenza nei dettagli.1 punto
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Ottima ricerca @Archestrato che offre di che pensare una buona giornata1 punto
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Molto probabilmente si La Zecca comunque scrive, salvo cambiamenti.. Distribution will start from 9 December 2020 (subject to change)1 punto
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Ottima discussione... Vi lascio però un indizio per un approfondimento... Un giochino... Una moneta di Postumo... Che poi è collegata a questa... Di Vittorino: Per chi ha voglia... Alla ricerca!1 punto
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1 Pengo 1927 Ungheria con patina arcobaleno sullo stemma purtroppo non fotografabile. Argento 0.640, 18.000.000 pezzi coniati. 1 euro da ciotola.1 punto
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taglio 2 euro cc paese spagna anno 2005 tiratura 8.000.000 condizioni bb città trieste taglio 2 euro cc paese estonia anno 2017 tiratura 1.500.000 condizioni spl città trieste1 punto
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Perché meravigliarsi, quando una moneta è bella è bella, a prescindere di eventuali difetti che non disturbano. Non sono buchi........ questi sono difetti del tondello durante la coniatura. In rosso, la mancanza della superficie della moneta, può essere dovuto ad un difetto del tondello prima della battitura ( sporco terroso, impurità della lega ) ma di sicuro, non è un buco. In nero, probabile "saggio", ma non è profondo, una probabile punzonatura irregolare, o come descritto sopra. A differenza dei saggi sulle monete, che in special modo sulle monete di Atene, venivano spesso saggiate con scalpelli, per visionare se la moneta era tutta in argento e non suberata.1 punto
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