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  1. gennydbmoney

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/14/20 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti, Voglio condividere con voi la mia 1859 aquile rovesciate. Buona giornata e buon fine settimana a tutti. Saluti Raffaele.
    8 punti
  2. Buon Sabato pomeriggio! Quando fuori piove, in casa riposano e tu cerchi di fare foto decenti alle tue monete. Un caro saluti a tutti voi.
    5 punti
  3. 5 punti
  4. Continuando con i Gigliati emessi da Roberto, aggiungo quello con il cerchietto nel campo del diritto. Secondo il Dell'Erba, questo gigliato si ritiene fosse stato coniato negli ultimi anni del regno di Roberto, con conio di Nicola di Morrone, incisore napoletano che, nel 1342, ricopriva tale ufficio in Zecca.
    5 punti
  5. Buongiorno e buon weekend Condividiamo qualche moneta va....oggi una Madonnina di San Severino presa all'inizio di questo strano 2020 e che presenta un Busto di stile diverso dalle classiche muntoni 404. Un volto di bello stile diciamo. Al rovescio trovo molto interessante il contorno di perline prima del bordo classico. Cosa ne pensate? Vi piace? Grazie a tutti e un saluto Marco
    4 punti
  6. Vi ringrazio tutti e tanto di cappello. L'unica cosa, se posso dirlo, è che non si può ridere su quello che chiedono che chiedono i principianti, altrimenti, essendo un pó umiliante, non impareranno mai e non saranno incentivati a crescere in questa fantastica numismatica. Non credete? Ciao a tutti
    4 punti
  7. Proprio perchè a mio avviso troppo variabile e influenzato da vari fattori (non ultimo il gradimento personale) evito da anni ormai di fare valutazioni. Comunque il post in apertura rimandava (ritengo!) ad un prezzo proposto da una Casa Numismatica internazionale. Io personalmente 800 € non glieli davo, qualcun altro, essendo non più disponibile l'esemplare, forse sì. Per cui la Ritter ha proposto un costo che a seconda un acquirente è risultato interessante e congruo. Detto tra noi, non avrei pagato nemmeno i 550£ di Roma Numismatics di tre anni fa. Ma qualcuno altro lo fece nonostante fosse stimata 200£ per cui vi furono vari rilanci il cui indica una discreta appetibilità del pezzo porposto. Chi se la aggiudicò?? Un collezionista di argenti severiani che si è aggiudicato un denario di Geta NON IN RIC? Definito "estremamente raro"? "Extremely fine"? Indifferente. E' mercato. In entrambi i casi le Case Numismatiche hanno centrato l'obiettivo con Roma Numismatics un realizzo con quasi triplo rispetto alla valutazione. Se poi si vuole ampliare un discorso generale sugli aumenti generalizzati del settore (in tutti i metalli) ne possiamo discutere. Ma mercato è mercato. Offerta e richiesta. Buona serata Illyricum
    4 punti
  8. Secondo alcuni a questa moneta mancava solo la parola per dire: “Sono nata dalla cera: non vedete il cordoncino ombelicale? E le bolle che costellano le facce, che avrebbero potuto ispirare ‘Le mille bolle blu’ di Mina?“. Come dire che chi aveva esaminato il pezzo (Vlasto, Fischer-Bossert, E.J. Seltman, esperti della Hirsch, ecc.) era incompetente o affetto da cecità cronica. Queste informazioni di dracma introducono elementi di riflessione che rendono giustizia a chi ha mostrato cautela nel trarre conclusioni sicure e decisive sulla non autenticità della moneta. Cautela che manca spesso a chi deride con toni anche sprezzanti chi ha manifestato cautela. apollonia
    3 punti
  9. Buongiorno a tutti. Le due V capovolte su GRATIA non le ho trovate descritte (Magliocca, Traina, Corpus, Pin). Penso che queste "varianti" con il tempo usciranno fuori; io ne ho una, sempre del 1856, dove la V capovolta è su FERDINANDVS, per esempio. In entrambi i casi, non tutte le A del dritto sono sostituite da V rovesciate, in una solo sul nome del re, nell'altra solo sulla parola GRATIA.
    3 punti
  10. La data da te citata, 3 settembre 1984 è relativa al Decreto delle caratteristiche della banconota, la tua è un 10.000 lire comunemente definito "Volta". Per quanto riguarda il Decreto di emissione e la conseguente tiratura, si ricava dalla seconda lettera del numero di serie alfanumerico, in questo caso "K". Quindi, la tua banconota è stata emessa nel 1998 ed ha una tiratura di 224 milioni di pezzi secondo un catalogo e 227 secondo un altro, non mi chiedere il perché di questa discrepanza, sono i misteri della numismatica Per completezza, ti aggiungo questa interessante discussione su una presunta variante di questa tipologia di biglietti. Saluti.
    3 punti
  11. più che altro monete che sembrano avere un dritto fdc e un rovescio qspl...se il problema è a monte, possiamo solo parlare di difetto di conio...un dritto fresco e un rovescio con il conio stanco invece...per cui la moneta sembra fdc qspl ma in realtà resta sempre attorno al fdc...è quasi impossibile trovar monete che tra una faccia e l'altra hanno più di un punto di differenza sulla conservazione..in ogni caso ecco le foto della moneta...appena fatte
    3 punti
  12. Approfitto per postare un vecchio articolo di Mario Traina sulle pseudo-monetazioni di Umberto II e la monetazione italiana nella transizione Regno-Repubblica. Ovviamente nello specifico di prova non si tratta (manca anche il segno di zecca oltre a trovare anch'io anacronistico il ritratto). Tra l'altro è proprio brutta! Sfortunatamente Montenegro l'ha inserita nel suo "Monete di Casa Savoia" del 1995 (pg. 339-340), e anche Luppino nel Suo "Progetti di Casa Savoia" (pg. 526), legittimando, in certo qual modo, l'esistenza di questo abominio numismatico (mi sia concesso). Ritengo si tratti di una medaglia di restituzione (per citare un gergo pontificio) o tentativo "nostalgico" ad opera del Movimento Monarchico degli anni '60. Questa convinzione nasce dall'avere un tempo ritrovato un foglietto illustrativo (purtroppo a bassa risoluzione che sotto posto, in cui veniva illustrata una coniazione del 1961) di analoghe medaglie aventi come soggetto il "Re di maggio". Per quanto riguarda le 20 Lire 1936, direi che un errore è spesso tollerabile, ma non questo che qualifica di per sè l'asta ...
    3 punti
  13. Ciao a Tutti, intervengo solo ora per dare il mio contributo. Premetto che la mia opinione è che si tratti di un falso e pertanto sposo in pieno i post eloquenti di #gionnysicily. Non voglio offendere nessuno (sia ben chiaro) ma quando leggo di analisi del metallo etc.... mi viene da ridere....... Detto questo, in modo sintetico, provo a dare una risposta su come è stato creato questo falso: 1_come già osservato da altri, non è un falso coniato (non ci sono tracce di coniazione) ma un fuso (probabilmente a cera persa - leggete il punto 4 a seguire). 2_esiste quantomeno da prima del 1929. Perchè? Semplice, se studiamo la storia dell'altra grande collezione di tarentine, la Claudius Cote de Lyon, apprendiamo (prefazione catalogo Ratto) che Cotè e Vlasto era così amici, che il primo pote attingere dai doppioni del secondo. La collezione Vlasto venne poi pubblicata a distanza di 18 anni dal grande Oscar Ravel. 3_dobbiamo cercare quindi la "mamma" in esemplare, ragionevolmente disponibili sul mercato antiquario in quel periodo. Escluderei quindi i pezzi già all'epoca presenti nei musei in quanto non parliamo di una tipologia così ricercata o sdoganata (a differenza invece degli elettrotype di Ready del British Museum o i conii riprodotti dal Caprara o Christodoulos). 4_sulla base degli esemplari censiti per questo conio, sono convinto che la nostra attenzione deve concentrarsi sul pezzo ex coll. Nervegna censito al n. 280 dell'asta Sangiorgi del 1907 (e n. 279 vedi sotto). 5_ma attenzione, così rispondiamo al "dilemma" della N mancante............Nelle note di commento alla descrizione del n.280 (una delle poche dell'intero catalogo) si richiama anche per il n. 279 le monete di Reggio con maschera di leone al dritto e Giocasto seduto al rovescio. E guarda caso, il conio di dritto di entrambi (279 e 280) è identico, ma quello del 279 ha la N abrasa/mancante. 6_il pezzo Nac in questione (già Moretti e Vlasto) a mio avviso è l'unione del dritto del n. 279 (il dritto è Taras su delfino) con il rovescio del 280 (Ecista seduto) della collezione Nervegna. Le tracce di lima che #gionnysicily ha chiaramente mostrato sono state fatte per obliterare le tracce di unione di fusione/congiunzione delle 2 facce. Il falsario deve aver potuto attingere a 2 esemplari presenti nel mercato utilizzando un dritto e rovescio diversi ma da combinazione nota. Questa tecnica a fine 800' e fino ai primi 900' era utilizzata anche per le monete romane (sesterzi di Gordiano I e II etc..). POSTO LE FOTO per permettere a tutti di esprimere la propria opinione Odisseo
    3 punti
  14. Nessuno vuole polemizzare. Tuttavia, il consiglio di @Taller non mi sembra affatto sciocco e da trascurare. Il forum è importante per avvicinarsi alla numismatica e per avere un confronto costruttivo. E su questo non posso che darle ragione. Mi permetta, però, di muoverle una piccola critica. È da mesi che chiede informazioni/valutazioni su monete comunissime e dal valore medio inferiore ad 1 euro. Nell’arco di tutti questi mesi si è procurata un catalogo, come diverse volte le è stato raccomandato? Non mi pare, purtroppo. L’allievo per superare il maestro dovrebbe almeno seguire le prime indicazioni. Altrimenti, se fa solo di testa sua, non fa molta strada. Si fidi. P.S. Andrebbe bene anche un catalogo usato di 2-3 anni fa. Se ne trovano a 10-12 euro se non volesse spenderne 20 per uno nuovo. E con ciò mi taccio. Buona serata
    2 punti
  15. Personalmente, in termini generali, sfido chiunque a distinguere una corrosione artificiale rispetto a una naturale a occhio nudo o con l'ausilio di una semplice lente. L'esperienza nell'aver visto tanti e tanti pezzi aiuta col tempo a riconoscere un evento corrosivo naturale su una superficie rispetto ad uno ad arte........Il tutto varia da metalli, tipologia etc... Ti faccio un esempio, con una moneta genuina di prossima vendita a dicembre da Bertolami: qui le corrosioni, per localizzazione, fisionomia e caratteristiche sono assolutamente naturali e originali, tipiche di questo tipo di emissioni e per quella lega di argento..... Quei bucherellini permettono a neofiti o non esperti di capire la differenza rispetto invece ai buchetti da fusione.. Sempre in linea generale (poi come sempre ci sono le eccezioni), non serve scomodare la chimica e/o controlli con strumenti sofisticati. Odisseo
    2 punti
  16. Hai in parte ragione, Anna. Però mettiti nei panni dei professionisti che animano questo sito (io non lo sono, la mia professione è un'altra, sono un "semplice" appassionato). Se chiedi pareri su monete che patentemente sono estremamente comuni e rintracciabili su qualsiasi catalogo che costa sui 20 euro, posso immaginare che dopo un po' gli esperti si adombrino leggermente. Credo che dovresti considerare il loro punto di vista, non lo dico per supponenza o altro, io in fondo sono nella tua stessa condizione. Buona serata.
    2 punti
  17. Una cosa è sicura,non aver fretta di vendere/sbarazzartene,primo perchè potresti appassionarti,secondo perchè potresti,per tanti motivi pentirtene..... Saluti
    2 punti
  18. le conservazioni sono sicuramente basse da quel che si vede dalle foto, ma questa e' un'offerta tutt'altro che onesta.......e chi te lo dice e' un commerciante
    2 punti
  19. 2 punti
  20. Ciao, il motivo potrebbe essere dato dal fatto che le tue monete, pur essendo di periodi e tipologie diverse, hanno tutte in comune una cosa: sono in conservazione molto bassa! Di questi tempi, bassa conservazione vuol dire grande difficoltà di vendere, scarsissima capacità di profitto e conseguentemente interesse molto molto limitato. Se sei di Roma, non so se per un parere tu sia già stato da Moruzzi, che rappresenta comunque un riferimento ed è socio NIP (Numismatici Italiani Professionisti). Michele
    2 punti
  21. Ciao a tutti, ciao @Saturno! prendo la sfera di cristallo e vedo.... un gettone.... una palla.... un cesto... appeso a due/tre metri da terra.. vedo un.... Gettone che sostituiva il biglietto di ingresso alle partite di "Palla al cesto" (1926-1929). Immagine gentilmente inviata da Paolo Bianchi. vedo un indirizzo web: https://www.museodelbasket-milano.it/leggi.php?idcontenuti=50 ? Servus, Njk
    2 punti
  22. Vorrei sottoporre agli esperti utenti del forum – dalle cui acute osservazioni da cui ho tratto numerosi insegnamenti – una questione che mi ha incuriosito, ringraziando anticipatamente chi vorrà apportare il proprio contributo in merito. Ho rispolverato il buon vecchio volume Taras oikistes (1922) che come ben sappiamo risulta la prima opera in cui appare la moneta in oggetto (Vlasto 213) ed il cui autore è lo stesso possessore del pezzo. Nel volume Vlasto classifica la moneta nel periodo VI, type 34, n. 34 b e la illustra nella tavola VIII, n. 34 b. Nella scheda dell’esemplare a p. 125, Vlasto espone un’osservazione a mio parere interessante: afferma che secondo lui gli esemplari del tipo 34 sono stati battuti dallo stesso conio di D/ del n. 26, “recut and repaired”. Come esemplificazione del n. 26 cita il pezzo dell’asta Hirsch XV, 1906, 386. Tale osservazione è confermata da Fischer-Bossert che classifica l’esemplare di Hirsch (del quale non registra ulteriori passaggi) all’interno della coppia di coni n. 242 che condivide con la n. 243 (da cui proviene l’es. Vlasto 213) il medesimo conio di D/ (V116). Se ne deduce che già prima del 1922 Vlasto aveva ben esaminato il pezzo, ritenendo che provenisse da un conio di D/ che già in passato aveva subito degli interventi tecnici. A questo punto mi chiedo (e vi chiedo) da profano: è possibile che le criticità evidenziate siano compatibili con interventi effettuati già in epoca antica, nel corso dell’utilizzazione del conio? Altra questione, forse più marginale. Vlasto (TO, p. 125) afferma che il pezzo faceva parte della collezione di E.J. Seltman (padre del celeberrimo Charles), illustre cultore dell’antichità classica. Non so se esiste un catalogo di questa collezione (il Greek Coins è del 1933 quindi posteriore a Taras oikistes) o qualche riferimento bibliografico perché sarebbe interessante riuscire a capire quando (e da chi) Seltman è venuto in possesso della moneta.
    2 punti
  23. quando vai a visionare le monete di un'asta ti porti dietro macchina fotografica con obiettivo macro, treppiede per la macchina fotografica e stereomicroscopio ??? io non ho mai visto nessuno con questa attrezzatura a visionare le monete di un'asta. mi è anche capitato che su una foto di una mia moneta appariva un rettangolino alla massima risoluzione della fotografia e questo rettangolino non è presente sulla moneta. Stranamente il rettandolino appariva anche su altre foto della stessa moneta in cui avevo ruotato la moneta rispetto alla prima fotografia. Le fotografie possono anche produrre artefatti non presenti in realtà. bisogna fare attenzione.
    2 punti
  24. Buongiorno. Sarebbe opportuno, oltre ai due lati, inserire anche i dati ponderali delle monete che si postano, quando si chiede aiuto per le classificazioni. Nelle coniazioni a martello sono dati importanti, a volte determinanti. Poi, vedo che nelle Borboniche viene chiesto “sistematicamente” di comunicare i dati, anche di spessore e taglio, ma nelle “Vicereali” spesso vengono omessi. Senza polemica alcuna.
    2 punti
  25. Ciao Rocco, concordo con quanto detto da Genny. Due monete molto rare
    2 punti
  26. Buongiorno, è un 1592 e non 1593,sigle MAL/CI dietro il Busto del Re... Data al dritto e (presumo) anche al rovescio... A mio avviso la moneta è molto rara...
    2 punti
  27. Buonasera, ripesco questa discussione per ridarle un po' di visibilità e pre presentare un prossimo arrivo. Eccola qua, pescata oggi dalla Gallia grazie ad una provvidenziale segnalazione da parte di un amico: Sembra presentare anche una buona argentatura residua. Si tratta di una AEQVITAS AVG in discreto stato di conservazione con ritratto di Mario a nome di Vittorino, analoga a quella del post #1 e direi sorella gemella di questo esemplare (die link) Romano-Gallic (or Gallic) Empire (struck 269 A.D.) AE Antoninianus of Marcus Piavvonius Victorinus. First issue that even has a Marius style portrait. OB: IMP C PI VICTORINVS AVG, this is a different obverse legend than listed in Sear or Van Meter. Rx: AEQVITAS, Equity standing left holding double pan scales and a cornucopia. RIC 41, S3062. 3.17 g; 19.5mm. Curioso di vederla in mano... Ciao Illyricum
    2 punti
  28. Ciao a tutti, Nel mio girovagare in rete in cerca di belle piastre da aggiungere alla collezione mi sono imbattuto in questa '56 con due belle V capovolte e usate al posto delle normali A in GRATIA... Ora la mia domanda è: Voi ne avete mai visto una con questa particolarità? Mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero in merito a questa piastra. un saluto a tutti. Raffaele.
    1 punto
  29. Mende in Macedonia? Nel caso sia giusto spero che qualcuno non ti comunichi anche questa volta la soluzione "privatamente"... ?
    1 punto
  30. taglio: 2 euro cc paese: Slovenia anno: 2019 tiratura: 1.000.000 condizioni: spl città: Trieste taglio: 2 euro cc paese: Slovenia anno: 2018 tiratura: 1.000.000 condizioni: spl città: Trieste
    1 punto
  31. Madonnina molto affascinante e molto ben conservata. Stile sicuramente inusuale! Su acsearch di analogo al tuo ne ho trovato un solo esemplare, ex Bertolami 69, classificato Munt 404 "stile insolito". Per inciso, il tuo è molto più bello! Michele
    1 punto
  32. Non c’è, avevo già controllato; ma non credo di essere stato il solo a farlo.
    1 punto
  33. Mi autocito per chiarire un paio di cose, il tornese con data 92 al dritto e 93 al rovescio mi risulta inedito, mentre il tornese con data 93 sia al dritto che al rovescio è raro ma censito... Non ho, comunque, avuto tempo per verificare sul CNI... Si è creata un po' di confusione con una foto del dritto di una moneta, poi il dritto e il rovescio di un altra ed infine la foto del rovescio della prima... Onde evitare spiacevoli equivoci sarebbe opportuno, quando si chiedono informazioni su una moneta,di postare le immagini dei due lati con magari anche il peso ed aspettare prima di postare altre monete sopratutto se sono simili, altrimenti si fa solo del casino e si rischia di scrivere delle cose inesatte... Anche perché, parlo almeno per me, ci si impegna per dare una risposta magari facendo anche delle ricerche e poi si rischia di passare per cretino...
    1 punto
  34. si, esiste un catalogo della collezione E.J. Seltman, è il Sotheby wilkinson del 1921 (Roamn and greek coins), ma su questo catalogo il pezzo non è illustrato ne descritto. Aimè, neanche l esemplare 386 hirsch XV è raffigurato su tavole.
    1 punto
  35. @Salvatore Esposito buongiorno, per gli stessi motivi che ho detto sopra e per una verifica della sua autenticità, potresti dirmi anche tu qual è l'orientamento degli assi della tua piccola 5 lire? Per semplificarti l'operazione potresti seguire il mio sistema, secondo me più semplice degli altri: prendi la monetina tenendola a destra e sinistra con la punta delle dita (indice sopra, pollice sotto) ma perfettamente dritta di fronte a te; quindi ruotala sul suo asse orizzontale. Dovresti ritrovarti anche l'altra faccia perfettamente dritta. Ciao e grazie! HIRPINI
    1 punto
  36. @hobbes non sono un esperto, ma ti posso già dire che quando le descrizioni delle monete sono lacunose, non è un bel segnale... Attendi gli esperti per altre considerazioni tecniche. Saluti
    1 punto
  37. @Appassionatobis In che senso non sei capace di farlo altrove? p.s.
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  38. Molto bella ! Nonostante la firma TM, i conii sono certamente opera di un incisore locale. Esiste anche una tipologia che accoppia questo diritto "di bello stile" al vero rovescio del Mercandetti. Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  39. Nessun problema, tanto di sicuro ci sarà una cornucopia e la data... ?
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  40. Provo: SCORTE OCCORRENTI Buona notte da Stilicho
    1 punto
  41. Il famoso tesoro di via Alessandrina, oggetto di un’importante pubblicazione.. qui ripercorriamo gli anni d’oro della numismatica italiana dove il pubblico non solo dialogava ma ‘collaborava’ con il privato e nessuno si accaniva sui poveri collezionisti che anzi erano coccolati e stimati da funzionari e direttori di musei ( tranne naturalmente qualche abile ‘artista’... ?)...
    1 punto
  42. Caro #dracma dobbiamo sempre considerare nelle nostre analisi che le foto dei cataloghi pre-1930 (a maggior ragione questo del 1907) erano fatte da calchi e non direttamente dalle monete (fatta eccezione per il raro e ricercato catalogo Sangiorgi del 1906 della collezione Sarti che fu il primo a fotografare direttamente i bronzi del Tesoro del lago di Bolsena- questo spiega il suo alto valore nel mercato bibliografico numismatico). Questo può spiegare il perchè certi dettagli si possano perdere ed altri magari enfatizzare come i volumi etc.... Odisseo
    1 punto
  43. Ciao Giovanni, al messaggio precedente ho allegato un link di wikipedia. Era un ben noto e controverso personaggio, abile falsario e "patron" di falsari. Usava riprodurre in maniera notevolmente precisa anche monete, di cui si dice a volte tenesse poi gli originali.... Questo mi ricorda che devo finire una vecchia discussione su un sesterzio di Nerone, a lui collegato... e il cui duplicato se non ricordo male è in un museo... come originale.... approfitterò del lockdown.... ho parecchie cosette da dire in merito a un po' di falsi che circolano indisturbati... Qua siamo decisamente vicini al punto........... P.S. se non vado errato La collezione Nervegna venne esitata assieme a quella di Francesco Martinetti da Sangiorgi nel 1907, di cui sopra
    1 punto
  44. La storia di quelli zaccaria......un'he....... che Dizzeta per farne discorso ....
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  45. Nella York vittoriana, nel 1866 era attivo un banco dei pegni gestito da Henry Hardcastle in Lady Peckitt’s Yard. Si trattava di un negozio ereditato dal suocero Bertie Vowles e aperto inizialmente da George Fettes, originario di Edimburgo, nel lontano 1770. - la vetrina della sede al 31 Stonegate negli anni '50 - Questo banco dei pegni godette di un particolare e florido successo tant'è che la famiglia Hardcastle gestì anche le sedi di 31 Stonegate, 31-32 Petergate, 102 High Petergate, 6 & 7 Precentor’s Court sempre nella città di York fino agli anni '50 del secolo scorso, mentre lo storico banco di Lady Peckitt’s Yard Pavement venne chiuso nel 1921. - una delle sedi del banco dei pegni di H. Hardcastle in una vecchia foto dell'epoca - Alla sua morte avvenuta nel 1907, Henry Hardcastle lasciò ai figli una cospicua, per l'epoca, eredità ammontante a 27.000£. Sono sopravvissuti diversi registri dell'esercizio commerciale, specialmente della prima gestione Fettes dove, con grande drammaticità, a scorrere la lista dei beni impegnati si può avere uno spaccato di un'epoca segnata da grandi difficoltà e povertà che spingeva la gente a impegnare perfino il proprio "panciotto della domenica" divorato dai tarli per appena uno scellino! Henry Hardcastle ebbe modo di raccogliere una eterogenea collezione di monete che spaziava dalle greche alle emissioni della compagnia delle indie. I pezzi più recenti si assestano attorno agli 20 dell'800. Si tratta di monete raccolte non con interesse collezionistico, ma come pegno non riscattato degli abitanti di York o dei dintorni cittadini che si recavano nel suo banco per monetizzare pezzi antichi o fuoricorso con denaro corrente. In una raccolta così eterogenea trovano posto anche diverse monete antiche, romane per lo più, rinvenute in città o nelle campagne circostanti, in larga parte risalenti al III secolo che dovevano quindi costituire un unico (o forse più?) ripostiglio scoperto a cavallo tra il XIX e XX secolo. Questa particolare collezione, o comunque ciò che ne rimane, è stata venduta nell'asta Spink "20106 - The Hardcastle Collection: Numismatic 'Pledges' to a Yorkshire Pawnbroker e-Auction" del 10 novembre 2020. E da quest'asta proviene la mia ultima acquisizione: Si tratta del lotto 2636 con questa descrizione: Un concentrato di storia che travalica più epoche e scenari: un antico ripostiglio romano occultato nei pressi di York, un rinvenimento fortuito da parte di qualche contadino che ha cercato di monetizzare il tutto recandosi a un banco dei pegni, storie ed epoche distanti che si incrociano come i destini dei loro proprietari passati e presenti... di fronte a tutto questo che io chiamo "meta-numismatica" non riesco a trattenermi e così, mi son fatto il regalo di compleanno in anticipo di qualche giorno Sperando di non avervi annoiato troppo, vi lascio la parola per un commento, se vi va!
    1 punto
  46. 1961 Cile - 1 centesimo di escudo Piccolo nominale di largo modulo, ben 28 mm di diametro.
    1 punto
  47. Questo è come il tuo ma del 1797 (Munt. 324), Ex Ranieri 14, Raro e classificato BB, rimasto invenduto ad una base di 50 euro.
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  48. allora..... ci sono diversi modi di approcciarsi alla "questione valore" delle monete del tardo antico.... - un modo è quello ad esempio dei "tedeschi" .. e non solo... ad esempio Hahn, Metlich etc . questo approccio parte dall’intento “positivistico” di poter dare un senso a tutto…. Così ci troviamo pagine e pagine di relazioni e interrelazioni tra i vari metalli, tra le monete, tra i “valori” cambi di rapporti in libbre etc etc etc leggendo il MIBE e MIBEC mi pare di leggere le mirabolanti avventure di chi vuole quadrare un cerchio usando una bacchetta di gelatina…. - abbiamo l’approccio rassegnato di chi rinuncia a qualsiasi spiegazione - e abbiamo l’approccio di chi tenta di comprendere ciò che possiamo sapere, senza proporre costruzioni universalistiche che alla fine hanno in parte fatto il male della numismatica (vedi il tema della siliqua e di Mommsen che riteneva non potessero esistere unità di valore non realmente coniate)…ad esempio Carlà, giusto per fare un nome Io non apprezzo per nulla quello che ho definito “modello dei tedeschi” perché troppo macchinoso, poco pratico e certamente incomprensibile per l’utilizzatore contemporaneo (questo lo dico per dare un quadro personale a ciò che scriverò, perché poi la verità assoluta non ce l’ha nessuno, e comprendere il parere di chi scrive, a monte, è assai utile) Partiamo da ciò che sappiamo e da ciò che non sapremo… 1 – la monetazione Ostrogota è figlia di quella romana tardoantica – di questa monetazione non conosciamo nulla per quanto riguarda i concambi, l’argento era quasi non coniato, il bronzo coniato in una sola denominazione, e qualsiasi speculazione sulla novella 16 di valentiniano III è certamente inutile perché superata da mezzo secolo. 2 – la monetazione Ostrogota è in parte “figlia” e in parte forse ispiratrice della riforma di Anastasio, quindi da questo non si può prescindere, MA in oriente l’argento non è quasi per nulla coniato, mentre nell’Italia ostrogota (e nell’Africa vandala) è una base fortissima del coniato 3 – se ci sono molte monete che esprimono il “valore”, dell’argento non sappiamo nulla, né dell’AE4 4 – sappiamo che Giustiniano in Italia, subito dopo il 553 conia frazioni argentee da 250 CN – 125 PKE e 120 PK nummi (?) e che queste monete erano con buona probabilità in una qualche continuità ideologica con il metodo di calcolo Ostrogoto….presumibilmente Tutte le valutazioni tratte dal “peso” e da una serie di calcoli sono a mio avviso talmente “perverse” da portare Arslan a definire il valore di 15 nummi per una moneta che riporta chiaramente la X …. Moneta che peraltro valeva 10, poi 15….poi… Per non parlare dell’AE4 il cui valore è 1, 2, a volte 2,5 o 3…. Il tutto in 60 anni …. E poi quelli che considerano la percentuale di rame rispetto a quella di piombo etc…. Sappiamo che il solido e il tremisse avevano un “prezzo” più che un valore, e questo variava nel tempo…e soprattutto era invariabilmente in denari di conto… questo è chiaro per esempio quando i debiti e i crediti vengono sempre riportati in frazioni, anche infinitesimali, di solido o tremisse….perchè questo era l’unico modo per garantire il creditore in caso di inflazione galoppante….se mi devi 1/250 di solido, se tra un anno l’inflazione uccide il circolante minuto, il mio credito è comunque garantito e aggiornato… Sappiamo che alcune monete riportano valori in nummi, 5, 10, 20 etc …. Ma quanto valesse il “nummus” non è dato saperlo…. Era ancora 6000 denari di conto? Era 12500 denari di conto … chi lo sa…. L’AE4 quanto valeva? 5 nummi? Come forse l’AE4 del 498 di Anastasio? 2,5 nummi come forse l’AE4 post 512? E chi lo sa….? L’argento era in rapporto fisso con le monete in bronzo ed era prezziato 125 e 250 nummi, e sulla base di questi due numerali si riduceva nel peso perché l’inflazione aumentava il valore delle monete ? possibile…. Mi spiego…. Se la moneta d’argento ha un valore fisso, ad esempio 125 nummi (ipotizzo…) e ho dei bronzi con il valore impresso, essendo l’argento un metallo prezioso soggetto alle leggi di mercato, all’aumentare del prezzo, cala la dimensione della moneta d’argento…che peraltro non riporta però il suo valore…. Quindi, ammesso di poter trovare la quadra, questa difficilmente sarà valida per tutti i 60 anni del regno, perché 60 anni sono quelli che passano dalla riforma di Diocleziano del 301 (che raddoppia il valore del “nummo” da 12,5 a 25 denari, e la riforma di Giuliano, quando c’erano già state monete dal valore di 1000 denari di conto (nel 348)…. Non so se mi spiego…. Il grande dubbio e il grande ignoto riguarda le monete di conto Il nummus era probabilmente una moneta di conto e non coniata Il follis fu una moneta di conto pari a 12500 denari di conto prima di diventare una moneta reale e storicamente nominata così sotto Anastasio Quindi, per rispondere in modo semplice e chiaro alla vostra domanda… NON LO SO
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  49. Riassumo il succo dei molti interventi che ho letto, non mi dilungo più di tanto, perché davvero mi manca del tempo disponibile, altrimenti sarei stato più dettagliato. Anticipo che comunque tutti questi interrogativi sono stati da me risoluti nel mio volume. Partiamo dalla prima moneta ? ok … Il mezzo carlino di Filippo II è con la data 158Z (la documentazione è chiara): questa tipologia inizia la coniazione dal 1582, quindi non c’è da inventarsi nulla; dalla foto quello che potrebbe sembrare una cifra del 6 potrebbe essere la parte superiore della cifra 8, comunque sia non si inventano date al d fuori di quelle documentate. Il carlino di Filippo II è con la data 1575 ha chiaramente una doppia cifra 55 nella data, ma fortunatamente è chiara l’ultima cifra del 5, la quale se consunta, mal coniata o altro, avrebbe suscitato una possibilità (fasulla) di una data anacronistica con 1557, fatto che è accaduto proprio per questa motivazione per la data sul mezzo ducato di Filippo II con la data 1553 (moneta inesistente e inventata) ma catalogata dal MIR al n. 174/3; quest’ultimo esemplare da me attentamente esaminato ha la data 1577. Il carlino di Carlo V (sigla R dietro la testa), è un tipo molto raro, pochissime apparizioni, ma anche qui ho corretto vari errori/refusi: quello postato da giggio è del tipo con il numerale V come peraltro trascritto dal Pannuti al n. 33; il MIR inserisce un disegno ma al n. 146 è raffigurato anche un altro esemplare il quale però (PR manca) è con il numerale IIIII, ma non viene descritta (come negli altri nominali di Carlo V), la differenziazione tra V e IIIII, sarà stata una svista. Il rovescio di queste monete, così come per i carlini successivi con destra a destra (a parte i coni con altre raffigurazioni, anche con intrecci tra cerchietti e rami di quercia), hanno come delimitazione (al bordo) della legenda globetti disposti a croce, di cui quello centrale più grande. Questa forma di marchio è ben rappresentata anche in altre tipologie di monete di Carlo V sia al dritto che al rovescio e non sono lì per caso. Riguardo alla più volte citata moneta del Pannuti al n. 33, prima di sviscerare quello che ho riportato, ho controllato attentamente il bordo del rovescio: sono globetti e non crocette…osservate attentamente alla base della T di ET hanno la stessa forma di quelle che chiaramente si vedono nell'esemplare che ha postato Genny. P.S. questa è l’ultima volta che inserisco pezzi del mio Volume, è di prossima uscita, tempo un mese e potete tutti iniziare a controllare, ma da come potete osservare da questa scheda le monete sono già quattro e non una. Buona Domenica a tutti.
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