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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/18/20 in tutte le aree
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Anni fa, grazie alla conoscenza di un amico funzionario e alla cortesia dell'allora direttore, ho potuto visitare i magazzini di un museo piuttosto importante (preferirei non dire quale, viste l'informalita' della mia presenza). Il mio intento era la curiosità di guardare la loro raccolta numismatica, primo per uno studio che sto finalmente completando, secondo per mia curiosità. Devo dire che sono stato accolto con grande cordialità, naturalmente sempre in presenza di più di un funzionario ed ho potuto visionare e maneggiare migliaia di monete, da piccole e scarsamente leggibili a grandi e di qualità. Si trattava quasi esclusivamente di monete romane, perché la parte medievale e rinascimentale, a quel che ho sentito magnifica, era stata da poco trasportata in un altro museo (temo nei magazzini). Ebbene, le monete erano in parte in restauro, con un funzionario che operava anche in quell'occasione, ed erano in gran parte tenute decentemente. Parallelamente al restauro/pulizia, avrebbero fotografato e, mi auguro, catalogato il tutto. Non so poi a che punto siano arrivati, visto che sarà stato 10 anni fa o poco meno. Mi sono permesso, in quella occasione, di dare dei pareri (da loro sollecitati) sullo stato dei nummi (alcuni erano col cancro, altri sottoposti a cattiva pulizia chissà quando e da chi, altri ancora ammucchiati nei plateau senza logica, a loro dire perché non classificabili). Molti di questi, avevano secondo me bisogno di una pulizia adeguata e sarebbero saltati fuori, pure belli, ed il restauratore ha concordato col mio parere. Tra quelli buttati alla rinfusa e per fortuna non persi o peggio, ho volentieri segnalato un sesterzio di Alessandro Severo col Colosseo! Non di grande qualità (se. pulito sarà forse sul bb), ma di grande fascino ed importanza. Stava lì fra le centinaia e centinaia di ruzziche (non tutte in realtà) reperite nell'Ottocento e di cui, pare, non fosse conosciuta la provenienza, se da scavo ufficiale o donazione privata. Si, perché erano presenti anche piccoli o grandi nuclei donati nel passato da collezionisti del territorio. Una volta, l'interazione pubblico/privato era evidentemente più facile. Oggi i privati sono spesso visti come delinquenti a prescindere, non da tutti per fortuna, stante la mia "eccezionale presenza" lì. Non sto a citarvi tutti i pezzi visti, vi dico solo che ad un certo punto ho detto "grazie, basta, vi ringrazio di cuore, ma mi tocca tornare a casa", non tanto per l'orario in verità, quanto per la confusione in testa, per aver visto troppe monete insieme. Un sesterzio di Adriano con LOCVPLETATORI ORBIS TERRARVM mi è rimasto impresso, per qualità, modulo e patina. Mai visto, nemmeno nelle aste più in uno simile, ma gli esempi potrebbero essere molteplici. Da quello che ho potuto vedere (non era peraltro tutta la collezione numismatica) altro che doppi o tripli, si potrebbero eventualmente estrapolare, qualora i musei fossero autorizzati a cedere parte delle raccolte per autofinanziamento...6 punti
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Salve a Tutti, Premetto che non sono un esperto della monetazione in oggetto della discussione e scrivo solo in quanto autore del testo citato da @demonetis Volevo darvi ulteriori informazioni riguardo la moneta postata, i seguenti dati sono stati presi dal catalogo della collezione Sambon - Giliberti. peso: gr. 6.185 Diam mm 27 In allegato la descrizione della moneta con la nota manoscritta coeva che indica che il lotto fu acquistato dal Cagiati per conto del Re. Inoltre le tavole sono state create utilizzando i calchi in gesso. E' normale che dettagli o difetti si possano essersi persi. "...I calchi in gesso, utilizzati per le tavole fotografiche del catalogo, furono donati dagli Antiquari al Circolo Numismatico Napoletano. Purtroppo, la gipsoteca, custodita in una sala della Società di Storia Patria, andò distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale..." Canessa una famiglia di antiquari, p.4 punti
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Un grazie a entrambi intanto, di norma il Gazzettino viene messo on line sul nostro sito di Academia.edu dopo un tre o quattro mesi dall’uscita delle copie cartacee, nel frattempo parte la valutazione di nuovi testi per il Gazzettino 8 che verrà, chi volesse può inviare alla mail : [email protected] Quindi, non ci fermiamo, ma continuiamo nonostante il triste e difficile momento a lavorare e a valutare lavori per il Gazzettino e su altre opere editoriali come il secondo catalogo delle monete esposte nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana o altro che verrà proposto e nel contempo a svolgere iniziative divulgative su ogni mezzo di comunicazione.3 punti
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1962 East Africa - 50 cent o mezzo scellino Dal 1906 al 1920 - 100 cents = 1 rupia Dal 1920 al 1921 - 100 cents = 1 fiorino Dal 1921 al 1967 - 100 cents = 1 scellino3 punti
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Mi associo con un pezzo aggiunto in collezione tempo fà. Notate la differenza del ritratto? Mi è stato detto che il ritratto così è già presente sulla variante 1798 SICILAR ma questa non è variante. Cosa ne pensate?3 punti
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@gioal Il mio pensiero (di semplice appassionato). Ho controllato sul RIC . La moneta che hai postato è la RIC IV 214, coniata a Roma tra il 210 ed il 213. Quindi come data potrebbe anche starci con la Constitutio Antoniniana che é del 212 d.C. Quanto alla legenda del rovescio (INDVLG FECVNDAE), potrebbe, in teoria, anche essere compatibile con l'evento. Ecco la definizione di INDVLGENTIA tratta dal FAC (da Dictionary of Roman coins? Indulgentia: Clemency, lenity, grace, favour. This word is used on Roman coins to denote either some permission given, some privilege bestowed, or some tribute remitted. In inscriptions… Qui, però, l’INDVLGENTIA è FECVNDA, dove FECVNDVS significa fertile, produttivo, prolifico. La FECVNDITAS (anche se qui abbiamo, come detto, l’aggettivo FECVNDVS) è spesso associata alle Auguste. Non a caso la figura femminile seduta viene ipotizzata essere dal RIC (ma non solo) come Iulia Domna. Quindi, mi sembra di vedere un legame un po’ flebile con la Constitutio Antoniniana. A proposito di essa, ecco cosa ho trovato nel libro di Rinaldo Petrignani, I secoli e gli uomini che fecero l’impero: “Paradossalmente, un provvedimento così importante come quello di Caracalla, non suscita nella capitale alcun reale dibattito. Il Senato tace. Il mondo politico romano sembra ignorarla. Quella che gli storici considereranno un giorno come una pietra miliare del processo di unificazione politica dell’impero romano passa, agli occhi dei Romani del tempo di Caracalla, quasi inosservata. La verità è che nei 212 la trasformazione sociale è di fatto già venuta. Uniformità nell'impero è già raggiunta. Le classi dirigenti, le borghesie cittadine delle varie parti dell'impero si sono già unificate. La costituzione di Caracalla non ha fatto quindi, in realtà, che sancirà una unificazione già in gran parte verificatesi.” Ne “La storia romana” di Geraci-Marcone leggo: “Il nome di Caracalla è fondamentalmente legato un atto legislativo, noto come Constitutio antoniniana, le cui origini e finalità non sono invero del tutto chiare, anche perché ignorato di fatto dalle fonti antiche oppure trattato rapidamente (anche il ritrovamento di un papiro pubblicato nel 1910 che sembra contenere una parte del testo originale non ha dissolto i dubbi).” Quindi, alla luce di quanto ho letto, penso: avrebbe davvero avuto senso enfatizzarla e portarla alla pubblica attenzione, tra l’altro con una moneta dal messaggio che appare di difficile comprensione? Spero di non aver detto inesattezze. In questo caso, ogni correzione sarà bene accetta. Ciao da Stilicho2 punti
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Magari fossero tutti come quelli citati, pur nelle dimensioni ridotte! I musei vaticani, peraltro sono "esteri". Alcuni sono ben organizzati (ne frequento molti, adesso solo virtualmente, ma prima fisicamente). Ricordo un gustoso scambio di opinioni con la direttrice di un piccolo museo della mia regione (non lo stesso citato nel mio precedente post). Un museo piccolo, ma decentemente organizzato, con anche un piccolo monetiere. Alla mia obiezione (sono un saccente e dovrei riuscire a stare più zitto, lo dico, ma non lo faccio mai) sulla classificazione di un denario di Lucio Vero, peraltro perfettamente leggibile, identificato nella didascalia come Marco Aurelio, la direttrice riuscì animatamente a dimostrarmi (?) che era stato coniato sotto Marco Aurelio (in realtà erano co-imperatori, ma non diciamoglielo) e che pertanto la didascalia era giusta! Che dire? Torniamo però adesso al tetra di cui alla presente discussione!2 punti
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Peus 427, 04.11.2020, 83 GRIECHISCHE MÜNZEN Bruttium Kroton Diobol 367/324 v. Chr. Dreifuß, links PENT / Adler mit rückwärts gewandtem Kopf vor Olivenzweig. Rutter, HN -; HGC 1487 corr.. 0.79 g.; Feine Tönung Sehr selten Sehr schön - vorzüglich Ex Slg. Graeculus. Die Legende PEN neben dem Dreifuß, die an Stelle des Ethnikons erscheint, bezieht sich wohl kaum auf die Wertstufe dieses so seltenen wie bedeutenden Stückes. Die Zahl 5 lässt sich nicht sinnvoll anwenden auf ein Silbernominal von einem Mittelgewicht von ca. 0,86 g. Indes weist die prominente Platzierung dieser Legende darauf hin, dass hier ein Bezug auf den Prägeherrn unternommen wird. Vermutlich gibt dieser sich als Pentápolis zu erkennen, als ein Verband von fünf Städten, wie wir ihn aus Hdt. 1,144 und Strab. 6,2,4 kennen. Kroton beherrschte bereits im 6. Jh. v. Chr. ein weites Territorium, auf dem sich weitere Städte befanden: Sybaris, Temisa, Pandosia und Laos. Im frühen 4. Jh. setzte es sich an die Spitze der Italischen Liga (Polyb. 2,39,6), die sich fortan gegen das aggressive Syrakus und (später) gegen die Brettier zu bewähren hatte. Das vorliegende Geldstück scheint ein Zeugnis einer kurzen Phase zwischen 367 und 324 zu sein, in der Kroton Diobole für eine Pentapolis aus fünf achaischen Städten prägte. Di questa moneta e della sua attribuzione si era già parlato: https://www.lamoneta.it/topic/182983-kroton-con-pen/. Viene ora riproposta (coll. Graeculus) ma con legenda errata ( al posto di ). Altri esemplari simili battuti probabilmente dagli stessi coni erano già apparsi sul mercato antiquario: Auktionen Münzhandlung Sonntag, 20, 2014, 17 (ex Peus 401, 2010, 29) Rauch 86, 2010, 142 (ex Hirsch 269, 2010, 2260) Attianese (Kroton. Ex nummis historia, Settingiano 1992, p. 163, n. 171) illustra con pessima riproduzione fotografica un diobolo simile (gr. 1,35) riportando un’erronea lettura della legenda (KPO invece di ). Ne indica la provenienza da Capo Rizzuto in epoca ignota (notizia non verificabile). Nel catalogo di vendita più recente Peus evidenzia come l’iscrizione , se letta come abbreviazione del numerale pente (5), non sembrerebbe riferirsi alle iniziali del nominale (che il peso di gr. 0,79 riconduce ad un diobolo) in quanto nel sistema acheo-corinzio adottato da Crotone la scala dei nominali non contempla una suddivisione su base 5. Ne consegue che la peculiare sigla debba necessariamente interpretarsi come allusiva al nome dell’autorità emittente (come peraltro avevo proposto nella discussione citata) Tale “autorità” viene identificata dai compilatori con una presunta Pentápolis, una confederazione di cinque città esemplata sul modello tradito dalle fonti (Hdt. I,144 e Strab. VI,2,4). Osservazione alla quale è possibile muovere più di un rilievo. Il contesto della pentapoli dorica oggetto della narrazione di Erodoto è di VI-V secolo a.C. e riguarda alcuni centri dell’Asia Minore. Lo storico narra che Agasicle di Alicarnasso commise un atto di empietà sottraendo illecitamente il tripode dopo aver vinto una gara. Per questo motivo le altre città che fino ad allora avevano fatto parte dell’Esapoli (Lindo, Ialiso, Camiro, Coo, e Cnido) esclusero Alicarnasso dalla confederazione, che da allora prese il nome di "Pentapoli dorica”. Rapido è anche l’accenno di Strabone (storico e geografo di età augustea) che nel definire il nuovo assetto urbano assunto da Siracusa all’epoca di Augusto ricorda che anticamente la polis comprendeva cinque città (o meglio quartieri: l'isola di Ortigia; l'Akradina; la Tiche; la Neapolis; l'Epipoli). Sulla scia della pentapoli dorica e di quella siracusana, a giudizio dei compilatori della scheda Peus, anche Crotone avrebbe dato vita ad una sorta di confederazione di 5 città. E per ben due volte: dapprima negli anni finali del VI secolo a.C., periodo in cui, grazie alla disfatta di Sibari (510), esercitò la sua epicrazia su un vasto territorio che comprendeva Sibari, Temesa, Pandosia e Laos; successivamente all'inizio del IV secolo, quando aderì (e fu per un periodo a capo) alla Lega Italiota insieme a Thurii, Caulonia, Metaponto ed Heraklea (Polib. II,39,6). Se ne conclude (per Peus) che la moneta in questione potrebbe interpretarsi come la testimonianza di una breve fase, tra il 367 e il 324, in cui Crotone emise dioboli per una confederazione (pentapoli) formata da cinque città achee. Queste osservazioni inducono alla riflessione e soprattutto alla cautela, onde evitare di accostare acriticamente la documentazione numismatica alle fonti storiche, ipotizzando che tipi monetali e/o legende rappresentino una sorta di trasposizione “materiale” ed immediata di precipui eventi storici. In primis bisognerebbe accertare che la moneta sia stata emessa da Crotone, ipotesi che in Peus diviene un assunto veicolato, evidentemente, dal tipo del tripode - emblema civico riprodotto senza soluzione di continuità sulle emissioni argentee della città - e soprattutto dall’abbinamento tripode/aquila, che pure è parte integrante del repertorio tipologico della polis. In realtà gli unici dioboli crotoniati noti con questa tipologia (del tipo ANS 417) risultano sempre contrassegnati dall’etnico, seppur in forma abbreviata (KP). Hirsch 255, 2008, 1339 Appare inoltre anomalo che una città a capo della lega italiota abbia voluto celebrare un tale momento storico non con nominali di taglio elevato (stateri) bensì con divisionali stilisticamente assai modesti e preferendo al nome della (presunta) polis egemone quello di una non meglio specificata pentapoli. Le emissioni ascrivibili al periodo della lega italiota sono, in realtà, di ben altro tenore. Esse esibiscono stateri con la legenda di Crotone e i tipi di Hera Lacinia/Herakles libante, immagini che attraverso la vivificazione di antichi culti veicolano un chiaro messaggio politico, in uno scenario storico – quale probabilmente quello della lotta contro Dionigi – denso di eventi traumatici e destabilizzanti per la città. Sarebbe pertanto auspicabile chiedersi se la peculiare sigla sia davvero riferibile a Crotone o se, piuttosto, il centro di emissione non vada ricercato altrove. A tal proposito mi sembra interessante accostare agli esemplari con legenda un inedito diobolo apparso di recente sul mercato antiquario che associa al tipo del tripode sul D/ una testa d’aquila accompagnata dalla lettera al R/. Attribuito dubitativamente a Crotone, l’esemplare risulta un unicum e pertanto la cautela e d’obbligo, tuttavia la corrispondenza dei tipi (benché parziale al R/) e la presenza della stessa iniziale () potrebbero costituire elementi non casuali, suggerendo un’emissione certamente limitata sia nel tempo che a livello di nominali coniati (solo dioboli). L’identificazione di tuttavia, resta a mio parere ancora da indagare. Roma Numismatics Limited, E-Sale 55, 2019, 94 Greek Bruttium, Kroton(?) AR Diobol. Circa 400-350 BC. Tripod / Head of eagle right; Π below. SNG ANS -; HN Italy -; SNG Copenhagen -; BMC -; SNG Lockett -; apparently unpublished in the standard references.0.72g, 10mm, 9h. Very Fine. Possibly Unique; unpublished in the standard references, no other examples on CoinArchives. From the inventory of a European dealer.2 punti
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Buonasera a tutti, mi perdonerete se ritorno un attimo sul mio Tornese con Cornucopia 1575. Ho fatto nuove foto oggi pomeriggio, @doppiopunto @Rocco68azzarderei che c'è la medusa sul collo, mentre per le sigle non mi pare di vederne. Saluti Alberto2 punti
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Un grazie @dabbene anche da parte mia per tutto ciò che hai fatto e fai per la numismatica. Questa bellissima iniziativa editoriale che è il Gazzettino di Quelli del Cordusio, è la classica punta di un iceberg di pura divulgazione numismatica scevra da secondi fini e che viene autofinanziato da voi, senza alcun scopo di lucro, meritate un plauso particolare. Bravi2 punti
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Buona Giornata Io ho inviato un mio articolo il 22 ottobre ed ho ricevuto la risposta il 26 ottobre. In bocca al lupo a tutti. Speriamo di fare tutti un bella figura al di là della premiazione e di invogliarci a studiare e a diffondere conoscenze e passione per la Numismatica.2 punti
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Complimenti Michele @ZuoloNomisma per questo bel testone che hai acquisito. Un tipo identico nelle iconografie, ma datato A XII / 1634 esiste come quadrupla. Certamente si tratta del testone meno comune per questa serie con S. Michele; a titolo di curiosità posso solo dire che non ho memoria di esemplari dove la decorazione nella fibbia del piviale fosse evidente, dovrebbe esserci (come nelle piastre) il volto di Cristo. Credo che tale difetto sia però imputabile non alla circolazione, ma a qualche piccolo problema in fase di battitura. Tra l'altro, il conio di diritto del testone parrebbe essere quello della quadrupla con la correzione - sotto al taglio del busto – di XX in luogo di XII. Avendo la moneta in mano credo che Michele potrà accertarsi se la seconda X è impressa sopra a II. Mi permetto di dilungarmi sulle piastre citate da @numa numa , dove la medesima tematica di rovescio viene sviluppata con un movimento decisamente orizzontale. La vera - a mio parere - varietà tipologica nel massimale argenteo è la presenza al rovescio di più demoni (emissioni di anno XI e alcune di anno XII) oppure di uno solo (per le sole coniazioni di anno XII). Sembra una variazione di poco conto, ma la scena cambia radicalmente, le piastre con più demoni sono poi anche più rare oltre che di maggior valore artistico. Buon pomeriggio, Antonio2 punti
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Ti ringrazio : in questa foto la base di quello che era il peduncolo appare evidente. Visto anche il diametro, sono dell'identico parere già espresso da Mariov60 che era riuscito ad identificare il peduncolo in una foto molto scura. Un piccolo cimelio da conservare con cura ! Buona giornata. @Nemesife2 punti
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Sono molto d’accordo con gli interventi di @aemilianus253 e di @skubydu Purtroppo le esigenze legittime della tutela e del collezionismo privato purtroppo ad oggi non sono bilanciate e garantite nella situazione italiana. Ne abbiamo parlato tanto, e onestamente non mi sembra utile criticare e perdere fiato. Questa situazione e’ un dato di fatto, evidente se si riconosce che: - grandi collezioni pubbliche non sono ahimè pubblicate (ad esempio, penso alle collezioni di Siracusa e Napoli, ma anche agli hoard ritrovati e conservati), con danno per gli studiosi e per tutti i cittadini (e se le nostre monete pubbliche scomparissero, chi se ne accorge?) - il commercio numismatico per le monete antiche greche e romane in Italia è praticamente asfittico (ci sono alcuni dealer, che eroicamente resistono, ma vogliamo parlare di aste, per esempio?) - il mondo delle forze dell’ordine (per la parte interessata), dell’università e del collezionismo privato e del commercio sembrano apparentemente - salvo rare eccezioni estemporanee - viaggiare su binari paralleli Ne deriva che una moneta come quella in oggetto possa essere oggetto di almeno 2 scenari: 1. se acquistata - legalmente - e detenuta in Italia, può essere eventualmente ritenuta un bene culturale, con eventuali limiti alla circolazione, come sopra (non mi interessa approfondire se sia una moneta nello specifico così unica e interessante, tanto ognuno di noi darebbe un parere diverso) 2. se acquistata da collezionista dotato di maggiori strumenti, invece, immaginiamo che quest’ultimo chieda un certificato di avvenuta spedizione dall’estero all’Italia (tanto tutte le antiche o quasi si acquistano legalmente dalle aste estere), ottenendo quindi il certificato di temporanea importazione. In altri termini, la stessa moneta, acquisita con maggiore accortezza, potrebbe essere detenuta in Italia senza i limiti di cui sopra, salvo la necessità di rinnovare la richiesta ogni 5 anni Ma mi chiedo: dove sta la prevalenza della sostanza sulla forma? La moneta può essere la stessa, il canale di vendita (asta estera) lo stesso e il collezionista italiano il medesimo, ma le carte bollate ne cambiano il risultato... Boh ES2 punti
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No, non capisco dove vuoi arrivare quando scrivi certi messaggi. questo è un forum di numismatica, e come tale frequentato da collezionisti e commercianti. Immagino che tu stesso, se sei collezionista, ti rivolga a commerciati o aste. Quindi? Se c’è chi può permettersi oggetti faraonici , perché mai qualcuno gli deve negare la possibilità? Ripeto, non è dove un oggetto regolarmente acquistato va a finire... ma come lo si tutela e valorizza che conta... abbiamo il mondo chiuso in scatole, e all estero con niente attirano persone, le strutture sono ben conservate, tecnologiche .... ed hanno capito da almeno 120 anni, che se un oggetto o moneta non serve perché “brutto”, doppio, triplo ecc, si può venderlo, per alimentare a dovere quello che si vuole tenere... e cosa c’è di male? È un concetto tanto difficile da capire? Finché non attueremo queste misure, dovremmo sempre risotterrare quello che troviamo perché si deve sempre aspettare il contributo ( spesso privato,,, ricordalo... ) per iniziare..2 punti
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No @dux-sab, sono due conii differenti, quello da te postato è un esemplare proveniente dall’accoppiamento di conii 484 (O97-R193) del Jenkins, decisamente più comune per quanto si veda comunque di rado. Salve sorprese la moneta della discussione sembrerebbe davvero il secondo esemplare noto a riportare impresso questo conio di incudine, l’unico al momento in mani private. Sarebbe interessante capire in che situazione il documento della soprintendenza sia stato redatto, un tentativo di esportazione del 2013? Altro? In ogni caso i contenuti salienti sono tutti riportati. La rilevanza sta nella presenza della Nike alla guida della quadriga, caratteristica per altro non unica nel panorama della monetazione geloa in quanto già attestata su esemplari databili agli anni immediatamente precedenti i drammatici eventi del 405 a.C. ,come quello della discussione, la sua figura con le redini in mano è ad esempio presente sul conio di dritto O96 del catalogo di Jenkins, dove ritroviamo anche l’aquila in volo sopra i cavalli ma dove la spiga in esergo era sostituita da un “grosso globetto”. Commercialmente parlando non credo che, viste le condizioni della moneta in questione, la stessa avrebbe potuto raggiungere cifre a quattro zeri, neanche sul mercato estero. Ma queste sono cose del tutto secondarie se non frivole, ciò che conta è che ora sia nota la sua esistenza e che riposi sotto la tutela della Nazione di cui fa parte, oggi, la sua antica patria, citando Virgilio: “Adparent Camarina procul campique Geloi immanisque Gela, fluvii cognomine dicta”. Grazie ancora @cristianaprilia per averla condivisa.2 punti
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Perché allora è meglio farle ammuffire in qualche locale interrato? Poi, se la moneta fosse così rara ed importante, perché non è requisita? Esiste un archivio nazionale che ci dice cosa hanno in collezione i singoli musei ( scantinati compresi), e soprattutto... Tutto tutto il materiale presente nelle varie casse, è già stato catalogato ? ( dal quale si evince che i vari pezzi giudicati rari, realmente lo sono? Oppure molto materiale dopo decenni aspetta ancora di essere visionato perché non c’è personale che se ne può occupare..?). su questo argomento se ne è già discusso allo sfinimento... appurato che un bene sia di estrema importanza, è giusto che stia in un museo e fruibile a tutti ( ma che sia giustamente valorizzato però...). Le monete invece sono multipli, poche le estreme rarità realmente censite, pertanto su queste andrebbe fatto un discorso “chirurgico“, non ha senso ammucchiare tutto..... poi, onestamente, chi meglio di un collezionista può tutelare la propria collezione? Io ne ho viste un po’ di monete nei musei, in alcuni casi ben esposte e curate in altri, monete cadute dalle sedi di esposizioni, monete in bronzo affette da cancro in modo vistoso ecc ecc.2 punti
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Salve a tutti. Ecco qui il mio primo acquisto storico: moneta acquistata nel 1987 alla numismatica Rinaldi di Verona. Che ne pensate? Vedo valutazioni con grandissima varianza...1 punto
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Sono d'accordo su tutto, tranne che sul fatto che la data ci possa stare: se, appunto, la Costituzione è del 212 e la moneta era già apparsa nel 210, dovremmo pensare che con il denario si voleva esaltare un evento futuro, che ancora non ci sarebbe stato per almeno due anni?1 punto
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Buonasera a tutti, la mia Napoletana di oggi.. Un Grano Cavalli 12 1790 Ferdinando IV Anno travagliato nella Zecca Napoletana Saluti Alberto1 punto
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Buonasera a tutti Condivido con voi le ultime monete da 5 euro di San Marino dedicate allo Zodiaco Il lato comune di tutte le 12 emissioni 2018 Ariete Toro 2019 Gemelli Cancro Leone Vergine 2020 Bilancia Scorpione Sagittario 2021 Capricorno Acquario Pesci1 punto
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Diciamo che siamo in 2 a non capire, o forse sono in diversi a non capirti, ma sicuramente è un nostro limite.1 punto
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Ho rischiato di avere una R5? ah si, il cent sudafricano.. naaaa'...! non si trovano nelle ciotole le R5 Sapevo che collezionavi monete in questi cartoncini con oblò, me ne avevi già parlato, era più che altro per sapere se li assemblavi tu stesso anche se li compri già così "imballate", in buona sostanza se cambiavi i cartoncini in ogni caso, quelli dei venditori sono spesso rovinati da scritte ecc. poi ci sono quelli con le 4 graffette ai lati del quadrato che sono odiose. Sapessi quanto ne vedo ancora con descrizioni varie e soprattutto con il prezzo in lire ancora visibile risistemato in euro! ma da quant'è che non le vendono?1 punto
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Buona Giornata @dabbene Prima di tutto Complimenti e Grazie per l'iniziativa di divulgazione numismatica e rendere partecipi tutti e Grazie anche a tutti coloro che scrivendo permettono di allargare le nostre vedute e di trascorrere del tempo in serenità. Poi volevo chiederti: sono io che non ho trovato il nuovo numero di "Il Gazzettino di Quelli del Cordusio" in Accademia.edu o non è stato ancora caricato o non è possibile più averli tramite Accademia.edu Grazie1 punto
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Agatodemone (demone buono o genio buono) è un demone della mitologia dell’antica Grecia dov’era considerato una divinità protettrice del grano, dei vigneti e anche delle città. Presente anche nella mitologia romana nella veste di genius loci, è associato anche alla fortuna, alla salute e alla saggezza. Aveva molto seguito fra la popolazione greca ed era radicato costume consacrare in suo onore ogni simposio e ogni banchetto ufficiale con libagioni di vino non mescolato (ἄκρατος). Un tempio a lui dedicato era situato presso la strada che portava da Megalopoli ai monti Menalo, in Arcadia. Gli fu anche dedicato uno degli edifici del culto oracolare di Trofonio a Livadeia, in Beozia. Agathos Daimon era lo sposo o il compagno di Tyche Agathe (Τύχη Ἀγαθή, Buona Fortuna), figlia di Afrodite. Il suo Numen (presenza spirituale) poteva essere rappresentato simbolicamente nell'arte come un piccolo serpente con la testa coronata e la coda con un fiore di loto o, più concretamente, come un giovane uomo che sostiene una cornucopia e una scodella in una mano e nell’altra un mazzo di spighe e papaveri. Col tempo Agatodemone venne a rappresentare semplicemente un generico spirito tutelare di buona fortuna, auspice particolare di una continuativa abbondanza di buon cibo e buon vino nelle famiglie. I Greci tenevano la sua effigie nelle loro case come buon auspicio. Nella tarda antichità l’Agatodemone rientra nel sincretismo religioso greco-egiziano. Fonte: Wikipedia apollonia1 punto
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Ringrazio tutti per le indicazioni e in particolare @El Chupacabra per avermi fornito delle immagini. Nel frattempo ho lavorato su quelle che ci sono a catalogo ed ho trovato alcune discrasie che mi confermano l'ennesima "patacca" (portate ancora un po' di pazienza, dopo le patacche vi chiederò conferma di quelle vere e finora, per le due che ho postato, mi avete dato conferma di autenticità). Credete che questi "segnali" (oltre ai FERT e alle rosette con prisma esagonale difforme e petali approssimativi sul contorno (non so però se la foto del contorno a catalogo sia relativa al 1873, né se potessero esserci differenze sensibili tra le varie annate dello scudo, parlo di petali e prisma esagonale) siano sufficienti a chiudere la questione? 1) R di "REGNO" non perfettamente uguale 2) R segno di zecca 3) pendente del collare dell'Annunziata con nodi d'amore sensibilmente diversi Direi a questo punto che non c'è storia... da un punto di vista generale, chiedo agli esperti: in quell'epoca era possibile che per una stessa zecca e uno stesso anno potessero esserci differenze di conio così macroscopiche come quelle che rilevo tra un originale e la mia (ormai assodata) patacca? Perché le rosette e i FERT sono normalmente malfatti anche su riproduzioni che per altri versi sono decenti?1 punto
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https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIIR/2 Il diametro c'è, il profilo anche, in più sopra la testa vedo la X di REX...1 punto
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Sì, è un falso. Basta guardare i FERT... e tutto il resto. Qui sotto te ne posto uno autentico:1 punto
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tutte le 2€ cc FS di Monaco che ho sono come quella a sx (compresa la 2020), non ne ho nessuna con la satinatura così evidente come quella a dx. Per capirci, il confrotno fra la moneta dell'anno scorso ed una FS italiana a caso1 punto
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Bertolami Fine Arts - ACR Auctions > Auction 87 Auction date: 14 December 2020 Lot number: 515 Lot description: Galba (68-69), Sestertius, Rome, December AD 68; AE (g 25,14; mm 34; h 5); SER SVLPI GALBA IMP CAESAR AVG P M TR P, laureate and draped bust l., Rv. Galba, in military dress, standing r. on podium, accompanied by praetorian prefect behind him, addressing two helmeted soldiers, each with shields and one with spear, a horse facing between them. Before podium, two tunicate cursores, and in background, vexillum, signum and aquila; in ex. ADLOCVTIO / S C. RIC 468. Extremely rare. Naturalistic portrait struck on a full flan; brown tone with spots of cuprite deposits, somewhat smoothed, anyway about extremely fine. Starting Price: 1500 GBP1 punto
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DE GREGE EPICURI Bravo @apollonia, sei stato rapidissimo (e bravi anche gli altri!) Per la mia scarsa dimestichezza coi mezzi mediatici, le foto, i papiri e le sfingi, non sono in grado però di confezionare un diploma. Comunque, è proprio Domiziano, vi mostro il D della moneta.1 punto
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Ciao, giusta l'attribuzione a Manfredi. Premesso che, senza peso è impossibile dire se sia un mezzo denaro, in generale, vedendo anche le mancanze del tondello, credo che sia un denaro, non un mezzo. Saluti Eliodoro1 punto
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Aggiungo io che il personaggio sul diritto è il giovane Pan, nudo, in piedi a destra, piede sinistro appoggiato su [una roccia], mano destra appoggiata all'anca, gomito sinistro appoggiato sul ginocchio e scettro nella mano sinistra appoggiato a terra. Sul rovescio è raffigurata la testa di Artemide rivolta a sinistra, con le lettere H-R che fiancheggiano il collo; tutto all'interno di un quadrato incuso. apollonia1 punto
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C'è un curioso aneddoto di Cassio Dione sull'auto-adozione di Settimo, attraverso il quale in realtà lo storico esprimeva il suo punto di vista sulla vicenda: nel 196 l'imperatore era di ritorno da Perinto, in Tracia, ed incontrò Pollieno Auspice, il governatore della Mesia inferiore, che si congratulò con lui per "essere riuscito a trovarsi un padre". Questo episodio mette in luce come la priorità e l'esigenza di Settimio, che discendeva da una benestante ma poco influente famiglia berbera (il padre non ricoprì cariche pubbliche e per questo, rispetto alle sue ambizioni politiche, era come se ne fosse orfano), era quella di accreditarsi, soprattutto presso l'aristocrazia senatoria, come legittimo successore dei sovrani del II sec., che si erano adottati l'uno con l'altro (ad eccezione di Commodo) inaugurando un periodo d'oro per l'impero. Riguardo l'opportunità di impossessarsi dell'eredità "materiale" degli Antonini non saprei proprio dirti...certamente volle appropriarsi della loro eredità "storica".1 punto
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Poi , al post 24 della discussione Su Messana, scrivi: “Certo che uno che non conosce la monetazione greca o magno-greca, come il sottoscritto”. e pretendi quindi di sapere se una moneta greca rientra tra quelle che potrebbero avere importanza ..ecc ecc ?1 punto
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Per chi fosse interessato al dubbio che avevo sollevato all'inizio di questa discussione, ho approfondito la questione leggendo un saggio interessante sull'unione monetaria latina. Penso di poter rispondere al mio dubbio concludendo che effettivamente non solo le persone se ne rendevano perfettamente conto, ma ci speculavano anche sopra! Riassumendo in breve... (se qualcuno è interessato posso volentieri spiegarmi meglio ) Nel 1865 viene firmata la convenzione dell'UML. Le monete da 2 e 1 lira con titolo 835 hanno valore nominale maggiore del valore intrinseco, quindi lo stato guadagna di signoraggio circa il 7.5% nella loro emissione. Il tasso tra oro e argento è fissato 1g a 15.5g. Gli scudi erano a titolo pieno rispetto al valore nominale, dunque lo stato non ci guadagnava nulla a coniarli. Inoltre valeva anche il regime di "free coinage" per gli scudi, ma non per le divisionali, quindi se un privato si presentava con il peso giusto di argento (soggetto alla oscillazioni di mercato come valore) poteva farseli coniare dall'autorità emittente trasformandoli in "5 lire" (con valore garantito, rispetto all'oro). Nei primi anni della convenzione, con l'argento stabile, tutti, sia lo stato che eventuali privati interessati al "free coinage", si rendevano perfettamente conto di questa situazione. Infatti, se notate le tirature degli scudi nei primi anni di regno sono molto basse, mentre sono alte quelle di 2 e 1 lira (che erano appunto contigentate dalla convenzione, al contrario degli scudi). Dopo la guerra franco-tedesca del 1870 l'argento comincia a perdere valore arrivando fino a 1 a 16.17 al grammo rispetto all'oro sul mercato. Conseguenza? Comprare 1 grammo d'oro sul mercato costava 16.17grammi d'argento, mentre transformando l'argento grezzo in scudi comprare 1 grammo d'oro costava l'equivalente ancora di 15.5grammi, come da convenzione. Si nota l'aumento esponenziale di scudi coniati, principalmente in modalità free coinage da speculatori privati. Da cosa ho dedotto quest'ultima conclusione? Nel 1875 lo stato italiano elimina il free coinage (per mettere fine alla speculazione, o per guadagnarci direttamente.. ) e comincia a coniare in esclusiva scudi, che a differenza del 1865, sono diventati estremamente convenienti, non per il signoraggio che non hanno, ma per la possibilità di usarli per comprare oro a basso costo. Saluti! p.s. (ovviamente se qualcuno vuole aggiungere qualcosa anche sul mio primo scudo sopra è benvenuto )1 punto
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Non riesco ad aggiungere "mi piace" ai vostri post. Perdonatemi @417sonia e @fabry61. Segnalo, anche grazie al nuovo grosso postato da Fabrizio, che ad eccezione di quello del post #195, gli altri presentano nella legenda al dritto la seguente interpunzione •I.O.SUPANTIO1 punto
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Forse con la tua metamorfosi Messaggera degli dei e della gioia Vuoi ricordare le metamorfosi Del mio divenire nomade, Un continuum di divenire mobili, Che non esclude l’estraneo Che s’ annida dentro di noi. O forse sei messaggera di Hel, Dea dei morti che porta ai vivi Dolore e disperazione? E vieni ad annunciare che è tempo Di raccogliere i brandelli sparsi Della mia esistenza Togliendo il velo alle parole, Dando luce alle ombre quei grandi simulacri Ondeggianti nel flusso Del mio cammino? Membrane di gente Tra cortecce pulsanti Di corpi increduli Abbracciati alle loro paure? O sei messaggera di Qohelet che ripeti il solito mantra? Una generazione se ne va E un’altra arriva, Tutto ha il suo momento, C’è un tempo per nascere E un tempo per morire, Un tempo per piantare E un tempo per sradicare Quel che si è piantato.1 punto
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With great regret I see the decadence of the market. If you can understand English, you can see in my post below about a double Nomos from thurium which was repaired and resold at a much higher price by the same auctioneer. https://www.cointalk.com/threads/nac-auction-tooled-thurium-distater.367847/1 punto
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Aggiungo anche questa immagine che mi sembra molto bella coi magnifici 7 ...ma non scorderei anche le pubblicazioni del Catalogo delle monete della zecca di Milano in Ambrosiana e gli atti pubblicati del Convegno Res Nummariae Mediolanenses...1 punto
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Un altro esemplare pesumo unico apparso nel catalogo d'asta Sambon-Giliberti del 10 dicembre 1921, lotto 1144. E dove andò a finire la prestigiosa moneta. Fonte: Luca D'Orazi, Canessa una famiglia di antiquari, p. 71.1 punto
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