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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/20/20 in tutte le aree

  1. Forse sei rimasto un po’ indietro la svizzera e’ stata uno dei paesi che per primo ha aderito alla Convenzione Unesco nel 2003 sulla regolamentazione dei beni culturali. Da allora il commercio - prima non regolato - dei beni archeologici e culturali ha subito un drastico calo. I depositi di trafficanti come Becchina o Medici che detenevano beni archeologici presso i magazzini del porto franco di ginevra sono stati svuotati e i responsabili inquisiti e condannati. parimenti uno dei pilastri su cui si basava il mondo bancario e la finanza elvetica : il segreto bancario oggi non esiste piu’. Esiste lo scambio automatico dei dati e chi aveva (soprattutto italiani e tedeschi) conti in nero presso banche svizzere sono stati obbligati a dichiararli. la legislazione mondiale e’ cambiata in questi dud settori molto importanti e la svizzera non ha perso tempo adeguandosi. E siccome è molto efficiente invece di piangersi addosso o ritardare l’adozione di leggi che avrebbero danneggiato molte categorie ( dalle banche ai commercianti antiquari etc), ha pensato a come implementare i nuovi regolamenti e adattarsi alla nuova realtà. tanto e’ vero che - per parlare di monete - in svizzera ci sono ottime case d’asta con un mercato molto regolato dove sono rari i casi di monete sospette o di illecita provenienza. Per fare un paragone in Germania ve ne sono molto di piu’ ( sia come falsi che come provenienze non chiare basta dare un’occhiata alle aste tedesche degli anni passati dove alcuni falsi clamorosi hanno fatto anche le copertine di cataloghi per non parlare delle monete da scavo). il segreto e’ che in svizzera le regole sono molto chiare si sa cosa si puo’ e non si puo’ fare ( a differenza di legislazioni italiane costruite apposta per evitare la chiarezza e lasciare quindi ampia discrezionalità di intervento giudiziario con il risultato piu’ volte esposto in queste pagine di sentenze che si contraddicono tra di loro) . E il secondo elemento di efficacia del sistema svizzero è che una volta introdotta una regolamentazione questa viene rispettata ( ed essendo chiare le regole si sa subito quello che si puo’ o non si puo’ fare) e se si commette un’effrazione la pena/ammenda è certa mentre in Italia e’ molto piu’ random. In Italia si inteoducono leggi su leggi ( è il paese che ha piu’ leggi) perché quelle introdotte ( spesdo astruse o anacronistiche o imposdibili da rispettare) vengono disattese e quindi si pensa che una nuova legge abbia maggiore efficacia e che piu’ si proibisce piu’ ci si tutela invece di cercare provvedimenti intelligenti che facciano l’interesse dello Stato ma ‘anche’ del cittadino che in fondo è colui che lo Stato stesso dovrebbe tutelare.
    10 punti
  2. Buonasera lamonetiani...oggi mi son concesso questa: 1 grano 1814 con leggenda "media" il tipo normale per intenderci, esiste la variante con legenda lunga in cui il punto dopo REX chiude sia la data che REX e il tipo con legenda corta in cui sia REX che la data hanno un punto di chiusura ciascuno, quest'ultimo tipo è molto raro e presenta i ":" due punti dopo FERD.III: Questo della discussione era già presente in collezione, ma ne ho decisamente migliorato la conservazione, nonostante la moneta non sia ben centrata e ci sia una debolezza sul ritratto, è sopra la media, siamo praticamente allo splendido: Ecco il tondello, a voi i commenti e buona serata a tutti. Cristiano
    7 punti
  3. Finalmente è arrivata non è come il 100 Baiocchi ma mi sono accontentato,una moneta/medaglia con l'asse alla tedesca. Non ricordo o non trovo la discussione su questa tipologia 30/50/100 Baiocchi 1782 ma credo sia stata fatta o sbaglio? Grazie a tutti.
    5 punti
  4. Bel nominale e soprattutto raro a trovarsi in buona conservazione. Io dopo anni sono riuscito a mettere in Collezione la "sorellina" più piccola del 1784.
    5 punti
  5. Negli ultimi mesi sono riuscito ad acquisire alla mia biblioteca un'opera che cercavo da tempo, l'Archivio economico dell'unificazione italiana. In genere si trova in forma di fascicoletti sciolti raccolti in singoli contenitori in cartoncino corrispondenti ai vari volumi dell'opera, per cui quando ho reperito i medesimi fascicoletti rilegati in bei volumi in tela ad un prezzo conveniente ho subito iniziato ad arraffarli, si tratta di una serie di testi di grande interesse, una ricchissima miniera di informazioni e dati statistici sulle condizioni economiche degli stati italiani dell'ottocento frutto di una capillare indagine archivistica e inerente i sistemi monetari, il corso dei cambi, salari e stipendi, prezzi, sistemi fiscali, entrate e spese pubbliche, commercio estero, porti ed infrastrutture. Fu il lavoro di diversi studiosi finanziato negli anni sessanta del secolo scorso dall'IRI, di seguito ho inserito delle immagini che illustrano alcuni contributi presenti nei volumi.
    4 punti
  6. Buongiorno, ma io volevo regalarle non venderle, perché le ho doppie.
    4 punti
  7. Scrivo questo post sia per raccontarvi un pochino di me, sia per chiedervi un aiuto. Mi spiego: il mio interesse per la numismatica è nato quando ero bambino, ascoltando la storia di mio zio della sua "fantomatica" collezione, andata purtroppo perduta alla sua prematura morte. Negli anni il mio interesse è cresciuto prendendo una forma via via più seria negli ultimi tempi e per questo motivo mi sono interessato nuovamente alla storia di mio zio. Cercando il suo nome ho scoperto che fu lui a segnalare per primo l'esistenza di una variante dei 20 centesimi 1863 coniati dalla zecca di Torino con la sigla BN rovesciata e capirete che la cosa mi ha fatto inorgoglire?. Vi scrivo quindi nella remota speranza che tra di voi ci sia qualcuno che l'ha conosciuto o che possa mettermi in contatto con persone che lo conoscevano per scoprire qualcosa di più su di lui, poiché non so molto su di lui e sarebbe importante per me. Il suo nome era Mario Carosi, viveva a Roma e morì nel 1965. Grazie a tutti Francesco
    3 punti
  8. Si. Ci sono un sacco di pseudogiornalisti e tantissimi personaggi su eBay e piattaforme varie che danno un valore economico molto alto a queste monete. Sicuramente se le vai a proporre a loro saranno molto interessati. Qui purtroppo ci sono solo persone che ne conoscono il reale valore numismatico ed economico.
    3 punti
  9. Io posso postare un Marengo 1847 G in buona conservazione:
    3 punti
  10. DE GREGE EPICURI La Co.I.N. (Consulta Universitaria Italiana di Numismatica) promuove delle conferenze digitali di numismatica sulla piattaforma Google Meet. Per il link di collegamento occorre chiedere alla email: [email protected] Lunedì 23.11.20 alle ore 17 precise la prof.ssa Claudia Perassi parlerà su: "La gioielleria monetale romana". Il link sarà: https://meet.google.com/njk-jdbv-qqh Conferenze successive: 14 dicembre (Asolati); 21 dicembre (Carroccio ); 11 gennaio (Saccocci).
    2 punti
  11. Sicuramente tanto di rispetto ai grandi sopracitati. Ma non devo leggere il pedigree, ma osservare il contenuto ARTISTICO di una moneta. Se poi parliamo di NAXOS, dobbiamo fermarci e riflettere. Naxos per la Sicilia, forse è una delle città che ha coniato poche monete, ma tutte da grandi maestri incisori anonimi, ma GRANDI. Ora che il povero Cahn, o il simpaticone di Mildenberg, non abbiano escluso questa moneta dalle pubblicazioni, lo sanno loro. Caro @numa numa, se per un attimo, lascia perdere la provenienza e ti concentri sulla moneta.......a pelle dovresti gridare. Anche perché, hai spesso "gridato" per monete, tutto sommato (vendibili). L'impatto stilistico ed iconografico di questa dracma è evidente che non stà con i canoni delle dracme arcaiche, coniate a Naxos. Il confronto con NAC 2020 Il confronto con BM Il confronto del R. con Berlino O con NAC 2010
    2 punti
  12. Buona sera. Posto di seguito un breve excursus sulla vicenda ed alcune mie considerazioni. Domenica scorsa . Ore 17:22 un nuovo utente entra posta una discussione sul Forum. Posta in modo un po’ … “brusco” - vogliamo dire così? – un post dove presenta un sesterzio spatinato e affermando che “… una persone mi ha detto che me la valuta 1000€, secondo voi mi dovrei fidare?” Seguono alcune risposte. Dalle ore 21:30 lo stesso nuovo utente non visita più il Forum. Personalmente ho sempre considerato qualsiasi nuovo utente un potenziale arricchimento per il Forum (e viceversa). E così gli altri Curatori di Sezione. Si auspica – questo sì – un po’ di educazione, un po’ di forma. Siamo in un Forum che ha la pretesa di essere culturale. Si giustifica una non approfondita conoscenza numismatica (anzi, la divulgazione e l’incremento di questa è uno dei fini del Forum stesso) ma non si transige sulla forma. Come hanno già espresso gli altri due Curatori “…quando si entra per la prima volta in una casa che non conosciamo e frequentata da persone che non conosciamo, per prima cosa entriamo in punta di piedi, salutiamo, ci presentiamo con garbo e poi iniziamo a parlare”. Si entra in una casa comune, virtuale ma di tutti. Non entro nel contenuto della discussione stessa (meramente economica) così come non mi soffermo sul fatto che questa Sezione dovrebbe offrire “studio numismatico e approfondimenti storici…” e non stime. Faccio inoltre notare che chiedere qualcosa a chi frequenta questa sorta di “comunità virtuale” comporta un impegno, una messa a disposizione di tempo, di attenzione, di interesse e di condivisione del sapere da parte di terzi. E il dimostrare gratitudine di ciò con un semplice “grazie” o quantomeno nel porsi in modo gradevole lo reputo quantomeno doveroso. Non ravvedo alcuna “aggressione” all’autore che tra l’altro non collegandosi dalla serata di domenica non ha avuto tra l’altro nemmeno modo di leggere quanto scritto in seguito e che pertanto (tra l'altro) non si starà nemmeno “chiedendo cosa avrà mai fatto di tanto grave”… Spero che con ciò si sia chiarito quanto espresso in precedenza. Buona serata Illyricum
    2 punti
  13. È una medaglia veneziana della Scuola di San Valentino, sec. XVII. Sul Voltolina (vol. 2, pag. 406 e segg.) non è presente questo accoppiamento di conii, ma per questo genere di medagliette devozionali è una cosa abbastanza frequente, e si utilizzavano spesso ibridi dr / rv tra le varie scuole.
    2 punti
  14. Medaglia devozionale, argento, coniata, fine XVI - Prima metà del XVII sec. (difficile una datazione più precisa!).- D/ S. Valentino vescovo e martire, patrono di Terni.- R/ Cristo in croce, con ai lati due figure poco visibili? sicuramente una medaglia rara e interessante da studiare, e la prima che vedo!!!- Ciao Borgho
    2 punti
  15. L’unico dettaglio interessante sono le contromarche nella moneta di Aspendos, e forse il fatto che le immagini andrebbero benissimo per un esempio di cristallizzazione
    2 punti
  16. La mancanza di anelli non è comunissima, ma nell'asta Balkan alcuni non avevano gli anellini e guardate un po', lotto 241 lotto 258 lotto 299 e ce ne sono altri. Il soldino del lotto 299 è fantastico in quanto in una monetina così piccola sono riusciti a fare il viso del Tron in maniera realistica. Bella barba, inoltre è chiarissimo lo stendardo che non riporta la solita croce.
    2 punti
  17. Dagli autori Giuseppe Carzedda e Alessandra La Fragola, un nuovo libro numismatico di monetazione rinvenuta in un ripostiglio in Sardegna. Il Ripistiglio di Stintino.
    2 punti
  18. Il fascino degli 8 Reales coniati a martello, a mio parere, è ineguagliabile.......questi si che sono las piezas de a ocho dei pirati!!!! Filippo IV 1663 zecca di Potosi
    2 punti
  19. In realtà però il Fusco, che viene richiamato dal Cagiati (il Cagiati commette anche un piccolo refuso indicando come il n°2 della tavola IV mentre si tratta del n°3), nel suo scritto indica come mezzo denaro solo il numero 4 (Cagiati 12) e non il numero 3. E' altresì vero però che poi il Cagiati riporta tre esempi i cui pesi in realtà tendono ad optare per un 1/2 denaro. L'unica soluzione è osservare la moneta. La differenza delle dimensioni iconografiche e del cerchio interno, come già indicato da azaad, sono determinanti. Allego quanto riportato dal Fusco ed un ritaglio della tavola IV dove sono visibili i disegni dei nn° 3 e 4.
    2 punti
  20. Appena ho un po' di tempo, prometto, farò pagine web con tag "DOVE VENDERE LE TUE LIRE TROVATE IN UN CASSETTO/SCATOLA/BARATTOLO ai prezzi massimi pubblicati", enfatizzando con i quote quanto affermato (con link) e mettendo i link ai loro contatti diretti o pubblicando i loro numeri di telefono di redazione se presenti e pubblici. Penso sia legale.
    2 punti
  21. Purtroppo la buona educazione è sempre più rara, come utilizzare correttamente la lingua italiana, come il rispetto verso gli altri, ecc. Concordo invece con l'amico @Scudo1901 che l'ignoranza, intesa nell'accezione latina di non conoscere, sia concessa e non sempre è correlata alla maleducazione. Anzi spesso trovo che persone sicuramente colte siano estremamente maleducate, perchè forse si ritengono superiori e mai ammettono i loro errori, e sul Forum abbiamo esempi di tutte le categorie.
    2 punti
  22. Non mi sono espresso nella maniera più corretta. Cerco di spiegarmi meglio in questo post. il mezzo denaro di questa emissione è noto solo per rimandi successivi. Nel testo di D'Andrea sugli Svevi (The Hohenstaufen's coins of the kingdom of Sicily) la moneta è solo disegnata (non fotografata) facendo riferimento a 3 testi: 1. D'andrea-Andreani- Faranda (n. 223), 2. Travaini 1993 (n. 71a) e 3. Spahr (n. 202). Ma... Il D'andrea-Andreani- Faranda disegna anch'esso la moneta e fa riferimento ai successivi 2 testi, Travaini 1993 e Spahr. Travaini 1993 rimanda anch'essa allo Spahr senza nemmeno disegnare la moneta . Infine anche lo Spahr non disegna la moneta e si limita ad un riferimento al testo di Memmo Cagiati, "le monete del reame delle due Sicilie", (N. 13). Purtroppo non possiedo il Cagiati, tuttavia il fatto che non siano noti passaggi d'asta recenti della moneta da mezzo denaro, non esistano foto della moneta e questa sia solo disegnata nei cataloghi più recenti mi porta ad avere più di qualche dubbio sulla sua reale esistenza. Ciò non vuol dire che non esista, anzi, vuol dire solo che probabilmente ne furono coniati pochissimi esemplari della più esimia rarità. Infatti alcuni mezzi di Manfredi sono esemplari unici o conosciuti in meno di 5 esemplari. In ogni caso per me al momento l'esistenza di questo mezzo rimane da verificare. P.s. Se qualcuno ha il Cagiati a casa ne approfitterei per verificare cosa vi è al numero 13 del suo catalogo, così si risolve il piccolo mistero dietro questo mezzo denaro.
    2 punti
  23. Allora mi faccio una domanda: perché in Italia si vieta sempre tutto e gli italiani fanno guadagnare gli altri paesi per le loro passioni? Se voglio una moneta romana vado in Svizzera e torno con una moneta legale, se voglio una prostituta vado in qualsiasi Paese sviluppato d'Europa, se voglio drogarmi vado in Olanda.. sono tutte occasioni perse per avere un maggior controllo sugli aspetti illegali delle cose oltre che un assurda perdita economica, con conseguente incitazione a delinquere ed evadere le tasse. Non è assurdo? Perché lasciare soldi italiani agli altri paesi appena oltre il confine? O peggio fare guadagnare gente senza scrupoli? Facciamo delle leggi migliori in questo senso no? Considerando che le monete, a meno che abbiano valore inestimabile, restano chiuse in uno schedario di un museo, permettiamo alle persone che le trovano di tenerle magari pagando una determinata cifra in funzione della valutazione dell'oggetto stesso. Il mio parere è che sia meglio un pezzo esposto in casa di qualcuno piuttosto che chiuso in una umida e polverosa cantina museale.
    2 punti
  24. Buonasera a tutti cari amici, vi presento il mio recente acquisto, uno dei pochissimi di quest'anno sciagurato. Ormai le monete piccole non mi saziano più, le voglio sempre più grosse... Data la ristrettezza delle finanze, il tentativo di foro è l'amico che mi ha consentito l'acquisto di questo piccolo bisonte (76,53 grammi). Ogni commento è il benvenuto.
    1 punto
  25. Salve a tutti! Sono nuovissimo nel forum e ho intenzione di avviare una piccola collezione di monete: o meglio, vorrei continuare una piccola raccolta di una ventina di monete che era stata regalata alla mia famiglia alla fine degli anni Ottanta. Scomparso quando io ero piccolo a causa di un trasloco, il gruzzoletto è venuto fuori solo recentemente. A queste monete sono molto affezionato perché furono regalate da un'amica di famiglia, studiosa di numismatica, alla quale ho voluto molto bene. E nel rispetto della collezione di partenza vorrei mantenere più o meno lo stesso "spirito", ma naturalmente non so dove iniziare. Premetto che sono un archeologo, ma specializzato in tutt'altro (studi territoriali) quindi della numismatica conosco solo quello che studiai dai manuali una decina di anni fa (e questa sarà l'occasione per rispolverarli). Ora la raccolta è prevalentemente legata al III-IV sec. d.C.: ci sono un argento di Filippo l'arabo e una serie di bronzi anche ben conservati di Claudio il Gotico, Tetrico, Costantino e figli, Massimino Daia e Graziano, oltre a dei quadranti (o pentanummi? se sbaglio correggetemi) di Leo e Anastasio. Un paio di bronzi di Akragas ma per il "versante" greco niente di che. Vorrei provare ad acquistare mensilmente qualche moneta per accrescere la collezione: sarei molto tentato a virare anche su reperti del I e II sec. d.C., ma credo che lì il prezzo aumenti. Al di là delle mie idee, sarei curioso di comprendere quali sono i vostri approcci alla collezione, quali "meccaniche" seguite nell'acquisto, se vi date delle regole e quali per evitare di finire sul lastrico, cosa potete consigliarmi, etc. Ringrazio chiunque avrà la pazienza di leggere questo post e ancor di più chi vorrà intavolare una piacevole discussione.
    1 punto
  26. Tuttavia anche gli esemplari meglio conservati (in asta non ne sono passati, ma faccio riferimento a quello della collezione reale e a quelli illustrati da Chimienti) mostrano una capigliatura diversa (riccioli spessi ed abbozzati, mancanti sulla fronte del pontefice) e lo zucchetto presenta spicchi arciformi e non diritti come quelli qui riportati (sono poche le monete in cui risultano evidenti). Di sotto i confronti con gli esemplari di modesta conservazione passati in asta (purtroppo non posso postare foto dell'esemplare della CR perchè coperte da copyright). L'esemplare di sinistra illustra bene l'ultimo spicchio della papalina. Si potrebbe parlare di conii diversi ma non è così (vi sono 2 tipi diversi del 100 baiocchi, uno inciso da Petronio Tadolini, l'altro da Vincenzo Caponeri ma uno solo -ed un solo conio nel MNB- per il mezzo scudo).
    1 punto
  27. Riguardo al pezzo postato da @Varnavas Nicolaou, mi allineo con gli altri amici. Se fosse stato una frazione di bisante avrebbe dovuto avere un conio consono con il diametro. Nell'ipotesi di una riduzione di peso per poterlo rendere una frazione, faccio alcune obiezioni: 1 il metallo recuperato non avrebbe "ripagato" l'operazione 2 su centinaia di bisanti che ho visto, quelli frazionati dovrebbero essere non dico comuni ma almeno presenti... invece mai visti 3 considerata l'elevatissima variabilità dei pesi del bisante, mi domando come si potesse distinguere una sua frazione in base al peso. 4 infine il buon rasoio di Occam ci suggerisce che pezzi come questo sono molto probabilmente stati modificati dopo la coniazione, anche se le motivazioni, caso per caso, ci rimangono sconosciute. Vedasi i gobbini, che però avevano un uso come amuleti. Ringrazio il nostro amico greco, che conferma il fascino di queste monete, prima, durante e dopo che qualcuno a Cipro mise un pezzo di rame sull'incudine malferma.
    1 punto
  28. Ringrazio anche io per il bel approfondimento sulla discussione e allego foto del peso che penso ci confermi si tratti di un Denaro. Buona serata......
    1 punto
  29. L intruso e il 200 somoni del Tagikistan perché è l unica banconota che nn è stata riproposta in un altra serie ne originale e ne con un altra colorazione.
    1 punto
  30. Fabry, non ti resta che scrivere un bell'articolo descrivendo il tutto e farlo pubblicare [emoji123]
    1 punto
  31. Non posso che ringraziare enormemente @fedafa per il suo contributo. Questa discussione mette ulteriormente in evidenza, qualora ve ne fosse bisogno, l'importanza di un forum per confrontarsi e scambiare le idee e le conoscenze. In effetti lo Spahr cita generalmente un'opera di Cagiati, sono stato io ad estrapolare l'opera sbagliata, non conoscendo le sue opere. In base a quanto leggo, il mezzo denaro risulta non attestato in quanto l'attestazione è dovuta ad un refuso del Cagiati. A conferma di ciò, il mezzo denaro n. 4 del Fusco, Cagiati n. 12, quello con la A tra due globetti, esiste realmente. Mi sembra ne siano noti 3 esemplari o giù di lì. Uno è stato esitato nell'ultima asta Artemide. Ciò conferma comunque comunque la bontà delle osservazioni del Fusco (Annali di Numismamica 1846!). Ho trovato on line il Fusco http://www.socnumit.org/doc/AltreRIV/AN1.pdf Grazie a tutti per aver risolto questo piccolo puzzle numismatico
    1 punto
  32. Fra le altre cose già evidenziate da @Scudo1901 e @simonesrt, per dovere d'informazione, vorrei ricordare a @Tumnal di leggere il nostro regolamento, consultabile a questo link: https://www.lamoneta.it/guidelines/, troppo spesso ignorato, che dice: 3.8 Sono da evitare titoli generici o ad effetto tipo "Aiutooo !" oppure "sono disperato" e così via.
    1 punto
  33. Mah. l'ho sempre trovata una facile scusa. Intendiamoci, anche ammettendo che nelle società umane la percentuale di disonesti sia grossomodo costante, è anche vero che da noi trovano terreno piú fertile che altrove per crescere.
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  34. Per Papa XIII è da intendersi quindi Giovanni XXIII?
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  35. SCROPOLO """ come unità di peso e come moneta era 1/24 di uncia, o 1/288 di asse (circa 1,296 g). una misura del terreno pari 1/288 di iugerum (circa 8,70 m²). una misura del tempo pari a 1/24 di ora """
    1 punto
  36. E' un gadget o medaglia ricordo, che ricorda la nascita e la morte di Papa Giovanni XXIII (1881 - 1963), di produzione privata, credo di metallo bianco o ottone argentato, venduta nei negozi e bancarelle per turisti o pellegrini. Ciao Borgho
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  37. Beato te @numa numa che lo sei sempre stato (saggio)?.
    1 punto
  38. Complimenti @Francesco1984! Una delle più belle che abbia mai visto.
    1 punto
  39. sicuramente non lo regalera' ma ad esempio potrebbe scambiarlo con qualcosa di pari valore. non è detto che per forza in questa sezione si debba mettere in vendita la moneta al prezzo d'emissione ma magari si tratterebbe solo di facilitare qualche scambio utile ad entrambi.
    1 punto
  40. Ciao @sandokan , deteriorate di proposito a quanto ne so no, stai a vedere poi che tipo di operazione è stata effettuata sulla banconota, l'asportazione dell'ologramma per esempio non è ammessa, in quest'ultimo caso la ritirano comunque rilasciando una ricevuta, poi sarà la cassa centrale a dire se ammissibile al cambio o meno. Banconote ridotte a straccetto e rese quasi irriconoscibili dalla vernice, le ho viste cambiare, difficile poi dire se è stato fatto volutamente, sarà considerato quasi tutto accidentale. Come quelle ridotte a brandelli morsicate da animali domestici (o topi), in quest'ultimo caso è chiesto allo sportello della BI un certificato di disinfezione appositamente rilasciato dall'asl locale, in ogni caso cercano sempre di operare il cambio quanto è possibile. Se un bimbo ad insaputa dei genitori con delle banconote ne fa fatto un areoplanino colorato, e successivamente i genitori ne portano i pezzetti in BI per il cambio, non credo che possono dirgli che sono state danneggiate di proposito per giocarci e che quindi non sono ammissibili al cambio, più che altro vedranno quanti pezzi si sono salvati per ricostruire qualche banconota per renderla idonea al cambio. Questa operazione di inclusione è stata comunque voluta dalla banca centrale olandese, una istituzione, non ci dovrebbero essere problemi, ma in ogni caso nel post #8 avevo comunque scritto di andare in Banca d'Italia e chiedere lumi, daranno loro delle indicazioni e/o una soluzione per risolvere il problema.
    1 punto
  41. Smembrato subito dopo la scoperta in 4 lotti, uno di essi (168 pezzi) fu acquistato dal collezionista francese Vlasto, che attraverso un prolungato carteggio informerà del rinvenimento E. Babelon, allora direttore del Cabinet des Médailles di Parigi, che redigerà un primo (ma parziale) catalogo del ripostiglio (E. BABELON, Trouvaille de Tarente, “Mélanges numismatiques”, 4, 1912, 304-343 = “Revue Numismatique”, s. 4, 16, 1912, 1-40). Vlasto acquistò successivamente un ulteriore lotto di 100 monete tra Roma e Taranto ma rinunciò ad una cospicua sezione del tesoro (lotto di 318 pezzi), probabilmente per l’esosità della spesa. Nel corso degli anni vari nuclei del ripostiglio entrarono a far parte di collezioni pubbliche e private a Parigi (Jameson), Londra (British Museum), Oxford, New Jork (ANS) e/o si finirono sul mercato antiquario (Spink). Nel 1921 il British Museum acquistò da Spink un cospicuo nucleo del ripostiglio comprendente metallo non monetato + 47 esemplari (incusi di Sibari, Crotone e Metaponto), la maggior parte dei quali in stato di conservazione non integro. Una accurata selezione di questi materiali, curata da Kroll ed Heath (in attesa della pubblicazione) è presente sul web: The British Museum, Lot of Silver from the Taranto 1911 Hoard (Inventory of Greek Coin Hoards [1973], no. 1874: http://numismatics.org/digitallibrary/ark:/53695/taranto1911 Numerosi e apprezzabili sono stati negli anni gli sforzi messi in atto per la ricomposizione del tesoro (Noe, Kraay, Johnston, Price, Fischer-Bossert, ecc.) - attraverso una ingente attività di spoglio bibliografico di cataloghi di vendita (molti esemplari di Metaponto sono stati rintracciati in Spink & S.) e di collezioni museali - e varie le cronologie proposte per l’occultamento. Da ultima quella della Johnston – sostanzialmente coincidente a quella del Kraay (NC 1956, 49) - che in base all’individuazione di esemplari di Metaponto a tondello medio (fino alla classe X), ha fissato la chiusura del tesoro nell’arco del secondo decennio del V secolo a.C. rialzando la tradizionale cronologia alla fine del VI secolo (508 a.C.) proposta da Babelon, seguito da Noe, e sostanzialmente riproposta da Arnold-Biucchi-Beer Tobey e Waggoner nell’edizione del ripostiglio di Selinunte.
    1 punto
  42. Le monete di Aureolo: Approfittando del recente acquisto di questo antoniniano di Aureolo, ringraziando infinitamente @grigioviola per avermi inondato di materiale da leggere e su cui riflettere, e invitando chiunque a correggermi in caso abbia scritto delle imprecisazioni, vorrei provare, da semplice appassionato, a ripercorrere con voi un pezzetto di storia imperiale che è intrinsicamente legato a una zecca: quella di Mediolanum. Ho notato che la quasi totalità dei testi sono in lingua straniera, e ciò potrebbe scoraggiare, dunque, magari anche per provare ad invogliare qualcuno allo studio del terzo secolo, ho deciso di fare un post con tutte le nozioni apprese, chiedendo scusa (e permesso) a chi, sulla materia, ne sa una marea più di me, come @Agricola, o il già citato @grigioviola o ancora @Illyricum65 e tanti altri. Dunque scusate per questo "blitz" storico. Spero, ad ogni modo, che possa essere utile a qualcuno. La vicenda è succolenta poichè, in questa occasione, la numismatica si immerge, fino a scomparire, nei meandri della storia. Partiamo da quest’ultima. Contesto storico: L’Impero sta attraversando un momento di crisi che sembra pericolosamente irreversibile, siamo verso il culmine dell’Anarchia militare, periodo che ha portato alle sue estreme conseguenze il dominato, ponendo la classe militare al centro dell’organismo romano, a scapito del vetusto Senato, ormai ridotto ad aggeggio QUASI del tutto inerte. Siamo nel 267 d.C. Gallieno è rimasto solo a governare: suo padre, Valeriano, è stato catturato durante la guerra con i Sasanidi. Postumo, homo novus, che dal nulla era riuscito a diventare governatore della Germania, acclamato dalle sue truppe imperatore, ha da poco messo in atto una secessione, dando, così, alla luce il così detto “Impero gallico”, formato da Britannia, Spagna e Gallia. A Sud dell’Impero, invece, Settimio Odenato, ha attuato un’ulteriore secessione formando il Regno di Palmira. Dunque l’impero è diviso, sostanzialmente, in tre parti: Impero gallico, Impero centrale, Regno di Palmira. Gallieno, benchè la Historia Augusta, essendo filosenatoria, lo definisse come un ozioso pervertito dedito solo alle orge, era probabilmente molto astuto, tanto da capire perfettamente il ruolo predominante della classe militare in quel difficile periodo, tanto da attuare una riforma militare, che verticalizzò l’esercito, puntando soprattutto sulla cavalleria, al vertice della quale vi era il magister equitum. Aureolo: Aureolo, nativo della Dacia, emerse per aver combattuto con valore in Pannonia, e per essersi distinto per aver sconfitto diversi nemici di Roma come magister equitum sotto il comando di Gallieno, eventi su cui non ci dilungheremo. È importante ricordare che nella guerra contro il secessionista Postumo, Aureolo fu mandato, con la sua cavalleria, a Mediolanum, posto a guardia e difesa dell’Impero centrale contro un possibile attacco gallico. Aureolo stesso, però, una volta raggiunta Mediolanum, si fece proclamare imperatore, facendo fare marcia indietro a Gallieno, che era partito per l’Illiria, pensando di avere le spalle coperte. Un vero e proprio tradimento insomma. Mediolanum fu assediata, ma Gallieno morì, ucciso da un ennesimo traditore. Gli succedette Claudio, il suo magister militum, il quale riuscì a portare Aureolo allo stremo. Aureolo dall’inizio della rivolta, avevo più volte invocato l’aiuto di Postumo a gran voce, non ricevendo mai alcuna risposta. I motivi per cui Postumo non si interessò ad attaccare l’Impero centrale possono essere stati molteplici, alcune tesi virano verso il fantastico, altre tesi appaiono come più probabili, come quella che evidenzia il fatto che Postumo, in quel momento, fosse particolarmente impegnato a fronteggiare Leliano, usurpatore gallico, o quella secondo la quale non avesse interesse ad espandersi, volendo avere per sé solo una fetta ricca e gestibile, come effettivamente era quella già in possesso. Una sorta di tranquilla oasi vicino al manicomio centrale. Abbiamo due versioni della morte di Aureolo: una vuole che morì nel conflitto con Claudio, presso il Pons Aureoli (per l’appunto, Ponte di Aureolo), dove sarebbe stato anche fatto seppellire dall’imperatore stesso con un certa clementia, mentre l’altra versione vede Aureliano come uccisore di Aureolo. Le monete di Aureolo: Il vocabolario online Treccani, parlando di Aureolo dice: “false sono le monete a lui attribuite”. Ciò non è del tutto vero, nel senso che è ormai pacifico fra gli studiosi di numismatica, fra cui ricordiamo Jean-Marc Doyen e Jerome Mairat, che vi siano dei particolari antoniniani emessi dalla zecca di Mediolanum, per l’appunto, da Aureolo, ma in nome di Postumo, e questa è l’aspetto più intrigante di tutta la faccenda, il punto che lega saldamente numismatica e storia: Aureolo, una volta rivoltatosi ed aver, dunque, preso il controllo di Mediolanum e della sua zecca, avrebbe fatto coniare monete con al dritto il busto di Postumo e al rovescio messaggi di omaggio nei confronti della cavalleria di cui era il comandante. In totale quattro sono le emissioni di antoniniani attribuite ad Aureolo. Prima emissione: D/ IMP POSTVMVS AVG R/ FIDES AEQVIT Rovescio della Prima officina R/ CONCORD AEQVIT Rovescio Seconda officina R/ VIRTVS AEQVIT Rovescio Terza officina ------------------------------------------------------------ Seconda emissione: D/ IMP POSTVMVS AVG R/ FIDES EQVIT (P in esergo) R/ CONCORD EQVIT (S in esergo) R/ VIRTVS EQVIT (T in esergo) ------------------------------------------------------------ Terza emissione: D/ IMP C POSTVMVS P F AVG R/ FIDES EQVIT (P in esergo) R/ CONCORD EQVIT (S in esergo) R/ VIRTVS EQVIT (T in esergo) ------------------------------------------------------------ Quarta emissione: D/ IMP C POSTVMVS P F AVG R/ SALVS AVG (P in esergo) R/ VIRTVS EQVITVM (S in esergo) R/ PAX EQVITVM (T in esergo) Iniziamo, ora, ad analizzarne le peculiarità senz’altro: Possiamo dividere le emissioni in due gruppi: Il primo gruppo, quello recante al dritto “IMP POSTVMVS AVG”, e il secondo quello recante “IMP C POSTVMVS P F AVG”. L’antoniniano coniato nella quarta emissione con al rovescio “SALVS AVG” è un unicum, in quanto è l’unica tipologia a non avere un riferimento alla cavalleria. Potremmo ricondurre l’utilizzo della SALVS a uno stato di salute non ottimale di Postumo, o come semplice augurio. esempio di antoniniano di Aureolo con al R/ SALVS AVG Non c’è bisogno di spiegare l’importanza, poi, della cavalleria in tutta questa vicenda, motivo per il quale è così diffusa nelle quattro emissioni. Attribuzione: Veniamo a un aspetto. L'attribuzione. Le monete attribuite ad Aureolo, per la maggior parte, sono state rinvenute in suolo non italico. Dunque sorge un primo dubbio che ora andremo a sciogliere: come si sono attribuite tanto certamente queste quattro coniazioni ad Aureolo? Vi sono più premesse, che, seppur probabili e non assolutamente certe, portano a una determinata conclusione: Queste quattro emissioni furono coniate a Mediolanum, da Aureolo in nome di Postumo. Vediamo le premesse che portano a tale conclusione. 1) Confrontando un antoniniano attribuito ad Aureolo in nome di Postumo, e un altro di Postumo di qualsiasi altra zecca gallica, salterà all’occhio la differenza nello stile del ritratto, cosa che denota, in primo luogo, il fatto che Postumo non poteva avere il controllo diretto su quelle particolari emissioni, e che, in aggiunta, non vi era un raffronto diretto con le altre zecche galliche. Neanche si può ipotizzare la via imitativa data la fattura e i numeri di officina. Questo sta a significare che quegli antoniniani sono stati coniati in una zecca fuori dalla Gallia, ma pur sempre da zecche ufficiali. esempio di antoniniano coniato in una zecca gallica (RIC Vii 303 - Colonia) esempio di antoniniano coniato a Mediolanum (CONCORD [A]EQVIT; S in esergo) 2) Nei rovesci degli antoniniani con questo stile particolare vi è un riferimento alla cavalleria (AEQVITUM/EQVITUM), cosa che coincide, ricordiamolo, col fatto che Aureolo fosse magister equitum. 4) L’utilizzo di “AEQVITVM” invece del semplice “EQVITVM” risulta una forma di correzione già presente nella monetazione precedente di Gallieno. 3) Queste monete, in aggiunta, presentano un anomalo contenuto di stagno. Vi era un’unica zecca che, da Gallieno, coniava monete con così alto contenuto di stagno (e questo lo sappiamo grazie allo studio delle tracce di oligoelementi): la zecca di Mediolanum. Incrociando i dati storici con quelli numismatici, vediamo che, da una parte la Historia Augusta ci racconta di un magister equitum di nome Aureolo, mandato a Mediolanum per sorvegliare il confine, che, ad un certo punto, si rivoltò contro Gallieno, invocando l’aiuto di Postumo; da un’altra parte vediamo queste strane monete di Postumo, coniate a Mediolanum celebranti la cavalleria, che nello stile ricalcano alcune emissioni di Gallieno. La connessione è presto fatta: quelle monete furono coniate da Aureolo in nome di Postumo. Vi ringrazio per l'eventuale lettura.
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  43. Occorre una premessa: la distinzione tra una buona pulizia, un restauro rispettoso e uno invasivo finalizzato all'inganno e al solo profitto. Di questo e dove stia il limite si è molto parlato (se fai delle ricerche nella sezione Imperiale) e una porzione rimane soggettiva. Per quanto riguarda gli interventi più o meno incisivi si è visto di tutto, ma principalmente riguardano il fare riaffiorare al massimo tutti i rilievi, legende incluse, anche abbassando i campi circostanti. Sul profilo dell'imperatore si cerca di incidere per ravvivare le ciocche dei capelli e della barba, ma anche l'occhio. E riguardano soprattutto i bronzi perché il metallo rimane duttile anche dopo un paio di millenni, cristallizza molto meno sovente dell'argento (anche se accade e abbiamo le meravigliose patine smalto/enamel patina). Dal Rinascimento abbiamo diverse imitazioni, coniazioni, fusioni. E sicuramente restauri (non so quanto riusciamo a distinguerli oggi), però non credo che allora avessero la smania di ricesellare i bronzi come la moda attuale (sovente accompagnata -a mio modo di vedere- da una cultura numismatica superficiale e imbastardita) richiede premiando tutto ciò che tenda al Fdc a qualunque costo... Ripeto, secondo me la bussola (in breve) è: quanto l'intervento ha snaturato la moneta? Si richiede quindi un buon occhio frutto della passione per le forme e gli stili degli incisori Romani. Essendo le monete antiche degli unicum, ciascuna diversa come le impronte digitali, e provenendo da diverse zecche, questo non è facile specie su bronzi importanti, ma se fosse facile forse non sarebbe così appassionante!
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  44. Sono molto d’accordo con gli interventi di @aemilianus253 e di @skubydu Purtroppo le esigenze legittime della tutela e del collezionismo privato purtroppo ad oggi non sono bilanciate e garantite nella situazione italiana. Ne abbiamo parlato tanto, e onestamente non mi sembra utile criticare e perdere fiato. Questa situazione e’ un dato di fatto, evidente se si riconosce che: - grandi collezioni pubbliche non sono ahimè pubblicate (ad esempio, penso alle collezioni di Siracusa e Napoli, ma anche agli hoard ritrovati e conservati), con danno per gli studiosi e per tutti i cittadini (e se le nostre monete pubbliche scomparissero, chi se ne accorge?) - il commercio numismatico per le monete antiche greche e romane in Italia è praticamente asfittico (ci sono alcuni dealer, che eroicamente resistono, ma vogliamo parlare di aste, per esempio?) - il mondo delle forze dell’ordine (per la parte interessata), dell’università e del collezionismo privato e del commercio sembrano apparentemente - salvo rare eccezioni estemporanee - viaggiare su binari paralleli Ne deriva che una moneta come quella in oggetto possa essere oggetto di almeno 2 scenari: 1. se acquistata - legalmente - e detenuta in Italia, può essere eventualmente ritenuta un bene culturale, con eventuali limiti alla circolazione, come sopra (non mi interessa approfondire se sia una moneta nello specifico così unica e interessante, tanto ognuno di noi darebbe un parere diverso) 2. se acquistata da collezionista dotato di maggiori strumenti, invece, immaginiamo che quest’ultimo chieda un certificato di avvenuta spedizione dall’estero all’Italia (tanto tutte le antiche o quasi si acquistano legalmente dalle aste estere), ottenendo quindi il certificato di temporanea importazione. In altri termini, la stessa moneta, acquisita con maggiore accortezza, potrebbe essere detenuta in Italia senza i limiti di cui sopra, salvo la necessità di rinnovare la richiesta ogni 5 anni Ma mi chiedo: dove sta la prevalenza della sostanza sulla forma? La moneta può essere la stessa, il canale di vendita (asta estera) lo stesso e il collezionista italiano il medesimo, ma le carte bollate ne cambiano il risultato... Boh ES
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  45. No, non capisco dove vuoi arrivare quando scrivi certi messaggi. questo è un forum di numismatica, e come tale frequentato da collezionisti e commercianti. Immagino che tu stesso, se sei collezionista, ti rivolga a commerciati o aste. Quindi? Se c’è chi può permettersi oggetti faraonici , perché mai qualcuno gli deve negare la possibilità? Ripeto, non è dove un oggetto regolarmente acquistato va a finire... ma come lo si tutela e valorizza che conta... abbiamo il mondo chiuso in scatole, e all estero con niente attirano persone, le strutture sono ben conservate, tecnologiche .... ed hanno capito da almeno 120 anni, che se un oggetto o moneta non serve perché “brutto”, doppio, triplo ecc, si può venderlo, per alimentare a dovere quello che si vuole tenere... e cosa c’è di male? È un concetto tanto difficile da capire? Finché non attueremo queste misure, dovremmo sempre risotterrare quello che troviamo perché si deve sempre aspettare il contributo ( spesso privato,,, ricordalo... ) per iniziare..
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  46. Certo, se non adeguatamente inventario, fotografato e pubblicato, oltre che restaurato prima, il materiale nei magazzini rischia di fare in ogni caso una brutta fine. Lo si censisca tutto, si studi adeguatamente e, non è nel caso un dogma, decidere di cedere gli oggetti giudicati "minori" o ripetitivi, sempre per finanziare le attività dei musei stessi. Faccio anche notare che, in primis, molti cittadini italiani (ben aldilà della piccola, attuale nicchia di interessati) potrebbero essere interessati ad acquisire legalmente e custodire come piccoli tesori oggetti/monete appartenenti al nostro patrimonio storico/culturale. Last, but not least, con le vendite (pubblici incanti, ovviamente), si disentinceverebbe moltissimo il mercato sotterraneo e irregolare.
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  47. Buongiorno, buonasera, buon pomeriggio, ciao mi chiamo Lino Topo e colleziono tappi di birra, ma solo bionda. ho bisogno di aiuto perché non so se questo tappo è di una Peroni o di una Nastro Azzurro grazie, prego, non c'è di che Perdonate il sarcasmo... ma lo preferisco alle male parole. Entrare e sparare a zero così senza nemmeno un saluto mi pare un po' fuori luogo (al di là del contenuto del messaggio su cui ci sarebbe da dire). Ma forse anche no, sbaglio io e tutto è perfettamente in linea con la maleducazione che ultimamente sembra essere aver colpito un buon 80% del genere umano...
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  48. Cari amici di Genova dopo essermi inserito in una vecchia discussione di Venezia desidero postare qui a vostro beneficio, l'ultima arrivata nella mia piccola collezione. Si tratta, come potete ben vedere, di un rarissimo grosso imitativo di Martino Zaccaria emesso a Scio probabilmente nel 1328-1329, ma sicuramente dopo la morte del figlio Bartolomeo nel 1327. La moneta riporta: D/ +M.Z.S.V.IMPATOR. DVX lungo l'asta .S.SIDOR.SYI R/ IC-XC cerchio sotto il gomito. ed è conosciuta in pochi esemplari anche se è segnalata come R3 nel nostro catalogo. Per identificarla sono stati utilissimi una serie di volumi partendo dal Giuseppe Lunardi “Le monete delle colonie genovesi” https://www.storiapatriagenova.it/Docs/Biblioteca_Digitale/SB/396b22c37e8bbc6c44c30828fc127900/b951fa2b11b625617738aac13db46a05.pdf Domenico Promis “La zecca di Scio durante il dominio dei Genovesi” https://books.google.it/books/about/La_Zecca_Di_Scio_Durante_Il_Dominio_Dei.html?id=0OfguQEACAAJ&hl=en&output=html_text&redir_esc=y Gamberini di Scarfea “Le imitazioni e le contraffazioni monetarie nel Mondo” vol. 3 e specialmente Andreas Mazarakis “Zaccaria e Della Volta nell'Egeo Orientale 1268-1329” https://docplayer.it/56369244-Zaccaria-e-della-volta-nell-egeo-orientale.html Sono letture necessarie per un appassionato di Venezia e delle contraffazioni ed imitazioni che la riguardano. Questi libri mi erano stati di grande aiuto nella stesura di un articolo riguardante proprio la zecca di Scio. https://www.academia.edu/39945295/UNA_POSSIBILE_CONTRAFFAZIONE_DELLA_ZECCA_DI_SCIO_A_NOME_DI_FRANCESCO_FOSCARI_NUMEROSE_FONTI_TESTIMONIANO_COME_SCIO_ABBIA_AVUTO_NOTEVOLI_DISSAPORI_CON_LA_SERENISSIMA_RIGUARDO_CONTRAFFAZIONI_DI_MONETE
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