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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/29/20 in tutte le aree
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Un amico che vive a Capodistria ha messo in FB questa foto di un tesoretto venuto alla luce a Capodistria nel rione di Porta Maggiore negli anni '80. Penso si trovi ora nel Museo della mia città natale.6 punti
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Tra il 2010 e il 2017 ho pubblicato su Panorama Numismatico una ventina di articoli per ricostruire la storia delle nostre riviste numismatiche. Alcuni di voi ne ricorderanno alcune. Per rendere quest'argomento più visibile ho deciso di raccogliere gli articoli e farne un volumetto. Voglio ringraziare Lorenzo Bellesia e la sua redazione per avermi inviato i pdf e autorizzandomi a stamparli in proprio. Gloriose.pdf6 punti
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Ultimo 3 Cagliaresi (primo tipo), assieme a quello del 1741 (secondo tipo), ad avere l'effigie del sovrano sabaudo. Una bella monetina sarda coniata per uso esclusivo dell'isola del valore di L 0,05 Rispetto al secondo tipo ha il busto corazzato del Re differente, come diversa è la capigliatura, ha l'indicazione del valore 3C e la croce filettata al rovescio è più grande e con maggior distanziamento delle 4 testine di moro. L'esemplare postato mostra una delle varianti meno conosciute: assenza di punto tra DVX e SAB e contemporanea presenza di punto tra PED e 1732. Moneta non comune che in altissime conservazioni ben difficilmente si riesce a reperire (per trovare questa di conservazione non certamente eccelsa ho penato non poco). Purtroppo si inizia ad intravedere un po' di verde, e dovrei correre ai ripari, anche se le macchie sono piuttosto statiche da una quindicina di anni.5 punti
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buongiorno è buona domenica a tutta la sezione, dopo un po’ di ricerche e un bel po d attesa per trovare il giusto rapporto qualità prezzo, sono riuscito a mettere in collezione un tondello di grande fascino e bellezza...! Ha dei fondi magnifici e una freschezza di metallo quasi come mamma l ha fatta oltre che degli ottimi rilievi.. osservandolo bene e studiandolo un po’, vi riporto il suo riferimento bibliografico citato nel manuale di @Rex Neap pag. 241 “406a”, però il tondello presenta altre varianti non citate secondo il mio punto di vista.. il tondello differenzia da diametro e peso, questo in questione pesa 27,59 ed ha un diametro di 37 mm circa, inoltre il motto nel taglio dice questo: DIO PROTEGGE “4 fiori a 7 petali e non 6” IL RE E IL REGNO “altri 4 fiori a 7 petali”... chiedo se si tratti di una nuova variante o se qualcuno di voi è in possesso di un altro esemplare simile.. saluti a tutti..!5 punti
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Salve, segnalo : L'opera è il primo volume sulle emissioni delle Marche e tratta della zecca di Ancona e del Legato Pontificio della Marca. E' stato scritto da Renato Villoresi ed è edito da Numismatica Picena e da Edizioni D'Andrea. Sono censite in totale 334 tipologie (ognuna suddivisa in più varianti), oltre ad un'appendice di falsi d'epoca. Si compone di 206 pagine, ha un prezzo di copertina di € 60,00. https://www.edizionidandrea.com/4 punti
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Caro Rocco ti ringrazio per il fatto di postare delle monete eccellenti, da ammirare come un quadro esposto in una pinacoteca. Il problema nasce quando il sottoscritto desidera condividere una moneta, magari dello stesso tipo, e ha l'impressione di gareggiare con un motorino contro Hamilton ? Per fortuna questa non è una gara ma una "condivisione", termine che a qualcuno non piacerà molto, ma invece ritengo invece fondamentale nel nostro Forum. Posto pertanto la stessa monetina del post di Rocco #393, FRANCESCO I° - CARLINO 1826 Saluti a tutti, Beppe4 punti
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Gran bella patina @Litra68! Stesso busto di Ferdinando II, ma in un nominale in rame: Mezzo Tornese 1838. Un caro saluto a tutti, Rocco.4 punti
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Facciamo un salto indietro nel tempo di 10 anni per vedere il più bello spicciolo d'argento mai coniato da Ferdinando IV, il Carlino. Non è il raro 1815, ma il 1816 .4 punti
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Monete, medaglie e banconote come strumenti di propaganda culturale e raffinati mezzi di espressione grafica Convegno numismatica - YouTube Vorrei segnalarvi un interessante convegno che si è tenuto a Chiasso, presso il M.A.X. Museo che ha ospitato l'evento, che è stato tenuto forzosamente a porte chiuse nel rispetto delle normative anti-pandemia attualmente vigenti ma che è stato registrato integralmente e postato come video sul canale YouTube . L’evento è stato organizzato in collaborazione con AdA (Avvenire dell'Antico), un’Associazione culturale no profit che intende promuovere studi e riflessioni su temi di antichità classiche e la loro relazione col moderno e contemporaneo. In particolare l’Associazione studia l’influenza delle fonti classiche, artistiche o letterarie, e la reinterpretazione dell’Antico negli ambiti della grafica storica, archeologia, numismatica, letteratura, genealogia, storia dell’arte, architettura. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Chiasso e la presentazione del Convegno, seguono le tre relazioni in programma: Giovanni Maria Staffieri - Vice-Presidente CNT (Circolo Numismatico Ticinese) - Raffigurazione di monumenti celebri su monete imperiali romane quale strumento di propaganda - che ha illustrato alcuni monumenti antichi come il Faro di Alessandria e la Sfinge su monete provinciali romane mostrandoci il parallelo con i resti, e le trasformazioni, di questi monumenti oggi. Howard Burns – Professore emerito alla Scuola Normale di Pisa - Monete e medaglie come strumento di propaganda culturale: monumenti e progetti architettonici IL Prof. Burns ha parlato della nascita della medaglia con Pisanello e Leon Battista Alberti presentando alcune interessantissime medaglie rinascimentali tra cui il tempio Malatestiano di Rimini raffigurato su una medaglia di Matteo de’Pasti, un’importante medaglia di Cristoforo Foppa che illustra al rovescio l’unica testimonianza che abbiamo del progetto originario del Bramante per la Basilica di San Pietro poi non realizzato. Burns ci ha parlato del pontefice Paolo II (1464-1471) , al secolo il veneziano Pietro Barbo che collezionava già all’epoca avidamente monete e medaglie di epoca classica, custodendole nella sua residenza di Palazzo Venezia a Roma. Infine ci ha mostrato uno dei grossi piu’ belli prodotti all’epoca del primo Rinascimento: quello di Gianfrancesco Gonzaga (1433-1444) per Mantova con la veduta della città di Mantova in una spettacolare resa prospettica. Manlio Monti – Grafico professionista, editore e incisore - La grafica della cartamoneta, il caso di Albert-Edgar Yersin Infine Manlio Monti ci ha parlato del meraviglioso mondo delle banconote, non solo quelle pluripremiate svizzere (i 10 e i 50 franchi) , avendo collaborato con un artista grafico d’eccezione come Yersin che ha tra l’altro inciso alcuni dei francobolli svizzeri piu’ belli, ma ci ha illustrato una breve storia delle banconote, molto interessante presentando alcune bellissime e particolari banconote provenienti da vari Paesi del mondo. Il video è molto lungo piu’ di 2h, avendo riprodotto l’intero convegno, ma ci si puo' posizionare sulle parti/relazioni che piu' interessano o vederlo eventualmente in piu' tappe per il suo contenuto, molto ricco, di divulgazione culturale riguardante monete, medaglie e banconote come mezzi di propaganda culturale. Buona visione! Invito Convegno AdA 28.11.20.pdf3 punti
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Vogliamo stare a metà strada e assegnargli un salomonico MB-BB? Ti allego per confronto il mio, in alta conservazione. Michele3 punti
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Buonasera, in questi giorni sto leggendo il quarto numero di "archeologia barbarica", tra i vari saggi contenuti a suo interno ve ne è uno a firma delle dottoresse Silvia Lusuardi Siena e Marilena Casirani su Trezzo e le terre dell'Adda in età longobarda. Senza entrare nel merito del testo volevo sottolineare una notizia contenuta al suo interno che navigando un po' ho sviluppato, agli inizi degli anni duemila un imprenditore bergamasco acquistò un complesso religioso decaduto per farne un ristorante, subito emersero dei substrati archeologici importanti e la sovrintendenza competente intervenne, per farla breve si trattava di due strutture edilizie romane conservate in alzato fino alla quota delle cupole di copertura... Incredibile! Strutture simili in nord Italia sono rarissime tanto più in un piccolo centro. Praticamente queste costruzioni non hanno conosciuto soluzioni di continuità o modifiche sostanziali dal I Sec d. C fino all'età moderna. Da, forse, edifici pubblici romani diventarono strutture religiose paleocristiane e poi monastero rinascimentale, con annesse necropoli tardoantiche, longobarde, altomedioevali e trecentesche. L'imprenditore, tale signor ( e sottolineo signor) Suardi si offri di sostenere economicamente gli scavi e i restauri del complesso ottenendo come risultato una struttura privata, ottimamente conservata, fruibile ed economicamente" viva"in quanto il suo utilizzo comprende anche un ristorante per banchetti e matrimoni. In definitiva una mirabile soluzione per far convivere pubblico e privato, cultura ed economia, insomma un lieto fine per quello che poteva essere l'ennesima occasione persa per la cultura archeologica italiana.3 punti
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Attila (circa 406-453) è condottiero e sovrano degli Unni, con i quali costituisce un grandissimo impero esteso dall'Europa centrale alle terre asiatiche del mar Caspio, uno dei più pericolosi avversari dell'impero romano del periodo . Teodorico (circa 454-526) è re degli Ostrogoti dal 474, protagonista di contrastati rapporti con l'impero romano di oriente, nel 487 è invitato da Zenone ad invadere l'Italia per sottrarla al dominio di Odoacre : Teodorico diventa nei fatti re di Italia, regno gotico che finirà con la guerra bizantino-gotica . Nel mondo germanico dopo la rinascita carolingia e l'impero degli Ottoni, tra il 1100 -1250 fiorisce la letteratura medio-alto tedesca con romanzi quali Parzival e Tristan : con questi, di autore ignoto, forse un cavaliere vissuto nelle corti tra Vienna e Passau, la Canzone dei Nibelunghi vede tra i protagonisti della parte finale Attila e Teodorico . Qui contemporanei, Attila è re degli Unni, ancora pagano ma tollerante, sovrano equilibrato nel condurre il suo regno e Teodorico è un cavaliere suo ospite in esilio, forte nella serenità dell'età matura, equilibrato dispensatore di saggezza : entrambi saranno comunque travolti nel tragico finale di questa epopea . Di Teodorico la numismatica ci propone il superbo medaglione in oro, pervenutoci nella sua montatura probabilmente per spilla . Della letteratura che abbraccia la Canzone dei Nibelunghi , può valere ricordare, anche con gli amici filatelisti, l'importantissimo Codice di Manesse, canzoniere confezionato verso il 1300 in 426 fogli di pergamena con testi e preziose miniature e ricordato a suo tempo dal Liechtenstein con le 3 serie di francobolli dei "menestrelli" .3 punti
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Complimenti Francesco, l'attesa e la pazienza ti hanno ripagato di un gran bel pezzo. Differisce dal mio 12 Carlini per il dritto e per il rovescio, nonostante presentino entrambi lo stesso simbolo. Appena mi è possibile controllo il decoro nel taglio.3 punti
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Hei! chi siete? cosa fate? cosa portate? si ma quanti siete? un fiorino! ?3 punti
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Vi segnalo a partire da venerdì prossimo l'uscita del settimo volume della serie, il Terzo e ultimo per le zecche orientali dal prossimo anno gli ultimi volumi per Costantinopoli completeranno l'opera di 12 volumi anche in questo numero ho dato un mio piccolo contributo saluti Alain3 punti
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Ovis musimon Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il muflone europeo (Ovis aries musimon; Ovis musimon Pallas, 1762) è un mammifero artiodattilo facente parte del superordine degli Ungulati, specificatamente della famiglia dei Bovidi. Il suo attuale status tassonomico, come del resto quello di tutta la sottofamiglia dei Caprini, è molto discusso: studi effettuati sul DNA delle varie specie ascritte a questa sottofamiglia hanno mostrato analogie fra specie ritenute distanti filogeneticamente e viceversa. Il muflone ha dimostrato forti somiglianze a livello genetico e morfologico con l'Ovis orientalis, al punto che molti autori riterrebbero attualmente più corretta una classificazione di questi animali come sottospecie di O. orientalis. Il muflone è diffuso sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica e Cipro, delle quali peraltro non risulterebbe nativo: su queste questioni mancano infatti reperti fossili di questi animali e l’ipotesi più accreditata è quella secondo cui il muflone deriverebbe dal rinselvatichimento di un ovino domestico introdotto dall’uomo in epoca neolitica (Poplin, 1979). Da qui, il muflone è stato in seguito introdotto anche in Europa continentale a partire dal XVIII secolo, in particolare se ne trovano popolazioni consistenti in Europa Centrale. Altre introduzioni hanno dato origine a popolazioni stabili di questi animali anche in Cile e negli Stati Uniti (Texas, Hawaii). In Italia, oltre che con una buona popolazione autoctona nel Gennargentu e nel Montiferru, il muflone è diffuso con una quarantina di popolazioni isolate (per un totale di circa 5000 esemplari) in alcune isole minori (Isola d'Elba, Asinara, Capraia, Giglio, Marettimo, Zannone); è presente in vari punti della penisola, in particolare all'interno del Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta in Trentino, dove è stato introdotto durante gli anni Settanta, nel Parco naturale delle Alpi Marittime in Piemonte, in alcune zone prealpine bergamasche e lecchesi (per esempio sul monte Moregallo e sulle Prealpi Varesine. Sono anche presenti sulle Alpi Apuane, nell'Appennino centro-settentrionale e sul Gargano.3 punti
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Un altro elemento che non mi tornava e che ancora non torna.. Come ci ricordava @Brennos2, Jenkins in The Coinage of Gela aveva catalogato per le emissioni di dracme del periodo tardo arcaico ( databili in particolare al termine del Gruppo II, verso la fine del terzo decennio del V sec. a.C.) due soli accoppiamenti di conii provenienti da un unico conio di dritto e due di rovescio, i numeri 187 (O51-R108) e 188 (O51-R109). Un’emissione limitata dunque, come dimostrerebbero anche i pochissimi esemplari sopravvissuti. Segnalava lo studioso britannico che nell’Etnico dei due rovesci vi era una differenza epigrafica, ossia la resa della iniziale gamma dell’etnico. Alla classica forma arcaica curva della gamma, “C”, presente nella legenda CEΛOION del conio R108 si era infatti alternata nel conio R109 la forma angolare 〈 , che rappresenta uno sviluppo successivo di questo carattere alfabetico. Osservando gli esemplari de Luynes e Paris FG si nota chiaramente la gamma angolare, nel pezzo NAC la lettera è mal conservata invece, ma negli esemplari New York Sale e Lanz/Palombo dove l’etnico é chiarissimo la lettera ha preso una forma che a me pare decisamente ed evidentemente curvilinea. de Luynes Paris FG New York Sale Lanz/Palombo Aggiungo infine per ulteriori confronti il dritto dell’esemplare Jenkins 187, unico noto all’autore del Corpus, a Londra grazie alla donazione Lloyd del 1946.3 punti
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Ciao Maria, da quello che vedo si tratta sicuramente di un cavallo attribuibile a Federico III d'Aragona. In queste monete le ribattiture sono molto frequenti e anche questa ne porta tracce.2 punti
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Si, confermo, esistono esemplari di Venezia con le M con le gambe strette che non sono quelli catalogati H40, che hanno il pallino sotto la coda centrale, nel mio manuale ne ho inseriti 2 esemplari. I segni sono limature per portare al giusto peso il tondello, prima della coniazione. Buona serata !!!2 punti
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giuseppe ballauri lo sappiamo che le monete di Rocco sono di un altro pianeta ma il tuo carlino a me piace molto.2 punti
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Buona Domenica Quante volte ci sono stato .... insieme ai miei amici arrivavo in barca a vela e la ormeggiavamo a Pirano (meno confusione) e poi con il pulman andavano a Capodistria a fare shopping ... Le monete sono Grossi, mi sembrano tutti "Matapan", poi forse Quartaroli; molto belli. saluti luciano2 punti
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vedo una diversa curvatura dei peli della barba che partono dal labbro, invece di curvare in avanti scendono dritti2 punti
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Posto anche la mia, passata in una Nomisma di qualche anno fa, giudicata SPL Fondi quasi speculari P.S., mi ha sempre incuriosito lo "sporco" a rete dietro alla nuca di Carlo Felice. A prima vista sembrano impronte digitali, ma guardando con la lente sono regolari e la mia conclusione è che possano essere l'impronta della trama del sacchetto di juta che ha contenuto la moneta per diversi anni2 punti
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L'articolo che leggerete contiene riferimenti espliciti (quasi istigatori) all'utilizzo del Metal detector. Ricordando che le normative italiane sono assai differenti da quelle inglesi, e che l'utilizzo di questo strumento è consentito anche in Italia ma con precisi e più stringenti vincoli normativi, si avvertono i nuovi iscritti che non lo sappiano già, che non si può iniziare a scavare come conigli. Grazie e buona lettura. Nel Berkshire inglese torna alla luce la sepoltura di un capo tribale del VI secolo d.C., accompagnato da un ricco corredo di armi e manufatti. Un ritrovamento che fornisce nuovi dettagli sulle vicende che tormentarono la valle del Tamigi subito dopo il collasso della Britannia romana. Successo per il crowdfunding lanciato dall’Università di Reading per finanziare il restauro e l’analisi dei reperti. Sue Washington è una ricercatrice dilettante della Maidenhead Search Society, l’associazione britannica che raccoglie gli appassionati della ricerca archeologica effettuata con l’impiego di metal detector. Due anni fa stava esplorando una collina nei pressi di Marlow, località del Berkshire affacciata sulla valle del Tamigi, quando il suo apparecchio si mise a suonare. Rinvenire oggetti metallici nella campagna inglese è cosa tutt’altro che infrequente e ben di rado si incappa in reperti significativi. Tornando sul posto qualche giorno dopo, però, Sue si accorse che non si trattava del solito falso allarme: smossa un po’ la terra, ecco spuntare due recipienti di bronzo, di quelli che gli antichi deponevano nelle tombe per accompagnare i defunti. Com’era suo dovere, la donna contattò subito il Portable Antiquities Scheme, il progetto di archeologia pubblica che il British Museum ha dedicato alla catalogazione di materiale archeologico segnalato dagli amatori: sono infatti numerosi gli appassionati che, del tutto legalmente, percorrono in lungo e in largo l’Inghilterra e il Galles con il metal detector, sperando d’imbattersi in testimonianze del passato. Una volta esaminati gli oggetti rinvenuti dalla Washington, cui nel frattempo si erano aggiunte due cuspidi di lancia in ferro, gli esperti ipotizzarono che i reperti potessero provenire da una sepoltura privilegiata di epoca anglosassone (V-XI secolo). Il luogo del ritrovamento, in effetti, si trovava in una zona di confine tra gli antichi regni di Wessex, Kent e Mercia, che in quei secoli si contendevano il territorio. Il sito, purtroppo, era già stato in parte compromesso dalle attività agricole, ragion per cui gli archeologi dell’Università di Reading, intervenuti sul posto, decisero di procedere allo scavo completo dell’area. Il “gigante” anglosassone I lavori sono iniziati nell’agosto 2020 sotto la guida di Gabor Thomas, professore associato di Archeologia altomedievale, in collaborazione con il Portable Antiquities Scheme e con il Drakon Heritage and Conservation, e hanno visto la partecipazione della stessa Sue Washington e di altri membri della Maidenhead Search Society. I loro sforzi sono stati ampiamente ripagati: non solo è stata riportata alla luce l’importante sepoltura di un capo guerriero anglosassone, ribattezzato il “guerriero di Marlow”, ma i dati raccolti hanno anche consentito di riconsiderare quanto si conosceva a proposito di un periodo della storia inglese, quello fra tardo-antico e alto Medioevo, per molti versi ancora ricco di zone oscure. Vissuto nel VI secolo d.C., il “guerriero di Marlow” era stato deposto insieme a un ricco corredo di armi e oggetti preziosi. Oltre ai recipienti di bronzo e alle punte di lancia, ad accompagnarlo nel viaggio verso l’eternità c’era una spada ancora custodita nel suo fodero in legno e cuoio, ben preservato e decorato con elementi in bronzo. Accanto alla salma, un recipiente di vetro e altri oggetti personali. Ciò che ha destato la maggior impressione è stato proprio lo scheletro del defunto, anch’esso ben conservato. Apparteneva a un individuo di sesso maschile di altezza imponente per l’epoca, intorno ai 180 cm, e dotato di un fisico molto robusto: a indicarlo, le significative inserzioni muscolari sulle ossa, segno che svolgeva un’intensa attività di combattimento. Ci spiega Gabor Thomas: «Ci aspettavamo di trovare una sepoltura anglosassone, ma quel che abbiamo rinvenuto è andato ben oltre le nostre speranze. La scoperta permette di addentrarci in maniera più profonda nella storia di questo lembo di territorio, seguendolo nei decenni immediatamente susseguenti al collasso dell’amministrazione romana in Britannia: un periodo in parte ancora poco conosciuto. Si tratta della prima sepoltura di questo tipo ritrovata lungo il medio corso del continente per far fronte alla crescente minaccia delle invasioni barbariche. Il vuoto creatosi con la dipartita delle legioni e il conseguente progressivo e inesorabile collasso delle strutture amministrative imperiali vennero colmati dal crescente flusso d’immigrati provenienti dalle coste continentali, che diedero vita a nuovi equilibri, identità e strutture di potere. Nel VI secolo, l’epoca in cui visse il “guerriero di Marlow”, l’Inghilterra era occupata da numerosi e vari gruppi tribali, alcuni dei quali mutarono la loro struttura per dare vita ai cosiddetti “regni anglosassoni”. Finora gli storici ritenevano che la regione del medio corso del Tamigi, compresa tra Londra e Oxford, fosse una zona di confine: una sorta di “terra di nessuno” contesa da gruppi stanziati sulle rive opposte afferenti ai regni di Wessex, Mercia e Kent. La scoperta della tomba suggerisce, invece, che anche questa piccola zona ospitasse gruppi autonomi governati da guerrieri di alto rango, e che solo in seguito tali comunità siano state conquistate e assorbite dai più grandi e potenti regni confinanti. Uno di questi capi tribali potrebbe essere proprio il “guerriero di Marlow”, come sembrano suggerire la sua statura imponente, la qualità del suo corredo e il luogo stesso della sepoltura, in posizione prominente sulla collina in direzione nord-sud verso il Tamigi: come se fosse “a guardia” del territorio. A chiarire l’entità del suo ruolo e gli altri dettagli della sua vita saranno le analisi scientifiche che verranno presto condotte sui resti e sul Dna. https://percevalasnotizie.wordpress.com/2020/11/28/archeologia-il-guerriero-di-marlow-riscrive-la-storia-anglosassone/amp/ Testo pubblicato su “Storie di Guerre & Guerrieri” n. 34 / 2020 (in edicola) e in contemporanea su “Vi racconto una storia….“.2 punti
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Ciao a tutti , sono Glitter ,definita dai tanti che frequentano i convegni la "mascotte della numismatica"!!! Tanti di quelli che frequentano i convegni numismatici mi conoscono, poiche' da poco dopo che sono nata, sono sempre presente sul tavolo dietro le vetrine della numismatica Scaligera. Il primo gennaio compio 3 anni e mi piacerebbe tanto poter andare sulla copertina di Quattro Zampe del mese di Gennaio....per chi volesse farmi questo regalo, potete mettermi il vostro voto, entro le ore 24 del 30 novembre, sotto la foto al seguente link......grazie a tutti quelli che mi vorranno aiutare https://www.quattrozampe.online/carica-e-vota-gennaio-2021/?contest=photo-detail&photo_id=54926 ciao a tutti e speriamo di poterci rivedere presto ai convegni2 punti
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DE GREGE EPICURI Nato nel 188 d.C., fu nominato "cesare" a soli 8 anni, ed "augusto" a 10 anni, nel 198; console nel 202, a soli 14 anni. Settimio Severo, suo padre, morì nel 211; quindi l'accesso al vero potere imperiale (insieme col fratello Geta) lo ebbe a 23 anni.2 punti
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Credo che soffermando l’attenzione sui motivi che possono indurre ciascun offerente a pianificare in un certo modo i propri acquisti o sui possibili imprevisti di “bilancio” in cui tutti possono incappare si finisca per spostare l’argomento su aspetti che poco interessano nella vicenda che stiamo esaminando. Giuridicamente ciò che rileva è solo che a fronte della modifica di una delle condizioni di partecipazione all’asta (ossia lo svolgimento in un dato giorno) l’offerente possa considerarsi libero, a propria insindacabile discrezione, di svincolarsi dall’offerta fatta ovvero di mantenerla ferma. Si tratta della stessa discrezionalità di cui gode la casa d’asta quando decide di posticipare la chiusura dell’asta. Poi, come ha dimostrato l’intervento in questa discussione di professionisti del settore il buon senso la fa (e la deve fare) da padrone. Il diritto servirà a porre riparo solo laddove il buonsenso si arresti. Saluti.2 punti
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Buonasera @allek, l'esemplare o meglio il disegno che lei attribuisce al Battista (1966) credo sia ripreso dal Garrucci (Scilla) Tav. XCV n. 15 (Collezione Luynes). Lo stesso Garrucci rappresentava l'esemplare n. 16 (Ippocampo alato) sempre proveniente dalla Collezione Luynes confluito poi all'interno del medagliere di Parigi (SNG France 1290). Museo di Parigi nel quale è conservato anche un altro esemplare con Scilla (SNG France 1289); L'esemplare riportato sull'HN Italy n. 757 presenta Scilla sull'elmo attico al dritto e sembrerebbe essere la medesima variante dell'esemplare SNG ANS n. 664. Poi abbiamo l'esemplare SNG Cop. n. 629 che apparentemente presenta un ippocampo alato sull'elmo di Athena. E ancora la Sylloge Milano n. 52 (Scilla) e la Sylloge Ashmolean Museum Oxford n. 185 (Ippocampo alato). Dopodichè abbiamo l'esemplare apparso all'asta The New York Sale n. 11, del 11/01/2006, lotto 2 e Ex R. Jameson and Dr. A. Moretti collections; and ex Numismatica Ars Classica AG, Zurich sale 23 (2002), 1015 (Ippocampo alato). Poi l'esemplare Artemide XLVIII del 2/12/2017, lotto 60 (Scilla) e infine quello per cui è stata aperta questa discussione sempre proveniente da asta Artemide. Ricapitolando: Scilla: Ex Luynes, Garrucci 15, Tav. XCV, rovescio con clava nel campo a sinistra etnico KAI su leone Nemeo e ΛI in esergo. SNG France 1289, KAI sulla schiena di Eracle, (ΛI) in esergo. Artemide XLVIII del 2/12/2017, lotto n. 60, KAI sulla schiena di Eracle, (ΛI) in esergo. Artemide 53 e del 05/12/2020, lotto n. 35, ΛI in esergo. SNG Milano n. 52, clava nel campo a sinistra, KAI su leone Nemeo e (ΛI) in esergo. HN Italy n. 757, clava nel campo a sinistra, KAI su leone Nemeo e ΔΩIIN ipotizzato in esergo dal Rutter . SNG ANS n. 664, clava nel campo a sinistra, KAI su leone Nemeo (ΛI) in esergo Ippocampo alato: Ex Luynes, Garrucci 16, SNG France 1290, clava nel campo a sinistra, KAI sul leone Nemeo, (ΛI) in esergo. The New York Sale n. 11, del 11/01/2006, lotto 2 e Ex R. Jameson and Dr. A. Moretti collections; and ex Numismatica Ars Classica AG, Zurich sale 23 (2002), 1015, KAI su leone Nemeo. SNG Cop. n. 629, ΛI in esergo. SNG Ashmolean Museum Oxford n. 185, clava nel campo a sinistra, KAI sul leone Nemeo, (ΛI) in esergo. Detto questo ho dato un'occhiata agli accoppiamenti dei coni che mi sembrano molto eterogenei, particolare che porterebbe a pensare che ci sia stata una buona produzione di queste emissioni da parte della zecca di Kailia. Infinte per rispondere al suo quesito iniziale, la moneta in questione sembrerebbe autentica e presenta caratteristiche di corrosione e cristallizzazione coerenti e condivido quanto detto sopra da @gionnysicily2 punti
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Buonasera a tutti, stando alla sigla GR sotto al collo dovrebbe essere il MIR 192/16 P/R73c anche se l'esemplare di @Rocco68 ha la Z al posto del 2, quindi che conclusione dovremmo dare? Saluti Alberto1 punto
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Ti basta sfogliare qui nel sito un catalogo di monete greche, romane.....puoi guardi le tue e balza agli occhi anche di chi non conosce la materia che non possono essere originali, autentiche : alcune troppo lucide e senza tracce di usura, e poi tutto appare grossolano, un po' sfumato, lo si evince anche "a pelle".....Poi ci sai dire ! Saluti. @fabbio771 punto
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Ciao Alberto, è un due cavalli di Filippo II di Spagna con corona al rovescio, l'immagine che hai postato va ruotata di 90 gradi a destra...1 punto
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Zecca di Lucca, denaro o picciolo, emissioni fine trecento, a nome di Ottone(IV) imperatore. Bellesia, 3. M.I.R.146. - Ciao Borgho1 punto
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Beh, diciamo che se le monete sono rare davvero, chi le possedeva le avrà sicuramente conservate nel migliore dei modi, l'erede non dovrebbe far altro che lasciarle come sono... poi, certo, se uno è de coccio petronius1 punto
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Rocco68 bellissime monete tutte e tre sia 1 carlini che la piastra ma il carlino 1816 è spettacolare guarda che chioma. Complimenti davvero.1 punto
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Ciao Beppe, Quelle che ricordo sono: Variante con lettere più grandi in legenda sia al dritto che nel rovescio. Variante con lettere più piccole, sempre nel dritto e nel rovescio. E variante con una foglia in più delle solite 4 sul lato destro dello scudo.1 punto
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ROMA mi pare che si legga anche sotto la prua. Potrebbe essere un quadrante con in alto la legenda Q. MAX e quindi https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G52/81 punto
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Nella tragedia Reso, la cui attribuzione ad Euripide è tuttora incerta e contestata, si dice che il giovane signore dei Traci fu ucciso la notte stessa del suo arrivo a Troia senza che egli avesse avuto il tempo di dissetare i cavalli con l'acqua dello Scamandro, nel qual caso la città sarebbe divenuta inespugnabile: esausto per le fatiche del viaggio, si era posto a dormire nel suo letto. In quest'opera viene inoltre celebrata la straordinaria bellezza dell'eroe, definito "simile a un nume" mentre incede sul suo splendido carro da combattimento. Secondo alcune fonti venne data a Reso un'origine semidivina in quanto ritenuto figlio di una delle nove Muse (Clio, Euterpe o forse Tersicore), che l'avrebbe fatto allevare da alcune Naiadi. Nel finale della tragedia pseudoeuripidea, la Musa madre di Reso prende con sé il cadavere dell'eroe e, pur straziata per la sua morte prematura, rivela che egli verrà resuscitato dagli dei inferi. Dopo che il suo corpo e la sua anima saranno riuniti, Reso otterrà addirittura l'immortalità, dovendo però restare nelle viscere della terra, quindi lontano dagli uomini - che in seguito lo onoreranno come un dio - ma lontano anche dal regno dei morti. Del luogo che accoglierà l'eroe nel suo nuovo status di essere immortale si dice solo che è inaccessibile a tutti, divinità comprese, e che la sua oscurità è inferiore a quella dell'Ade: un luogo presumibilmente di grande bellezza (anche se non luminoso come i Campi Elisi) che dovrebbe infondere in Reso un senso di felicità nonostante il forzato isolamento. apollonia1 punto
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Sì Gioal, anche se infrequenti ci sono denari totalmente neri. Le condizioni di giacitura in ambienti umidi, ph, presenza di zolfo, sono alcune tra le cause. Non dimentichiamo che i denari imperiali erano composti anche da stagno, piombo, rame, antimonio che a loro volta possono ossidarsi nel colore nero in determinate condizioni. L'antimonio per esempio, o meglio il suo solfuro, era utilizzato nell'antico Egitto come pigmento nero. Ti segnalo una discussione dove ne parlammo.1 punto
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Centenionale è il nome di una moneta. Tuttavia non sappiamo con precisione quale fosse. E comunque il nome compare dopo la riforma del 348. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ecco, per questo la tua moneta mi piace, e mi piace tanto! A chi non piace la meravigliosa moneta di @Scudo1901, chi ha la nostra passione apprezza senza ombra di dubbio la bellezza di un simile pezzo, la tua è comunque un gran bel pezzo che fa piacere mettere in collezione e che ha dato la possibilità di fare questa discussione, cosa non da poco visto che le discussioni serie sono parecchio assenti ultimamente. Mi piace vedere che, per fortuna, siamo ancora in molti che non pensano solo agli "investimenti"...1 punto
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Ciao a tutti, ciao @Taller e @bavastro Naam: Bake, Herman Adriaan van den Wall Zutphen 1809-09-01 - Utrecht 1874-06-29 Functie: Muntmeester te Utrecht. (Funzione: "mintmaster" / mastro di zecca) adesso arriva il bello...ZWAARD! https://markyourcoin.weebly.com/netherlands-the-nederland.html Servus, Njk1 punto
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Infatti, ed oltre all’astronomia bisognerebbe conoscere la storia dell’astronomia, mentre io ignoro entrambe. Per di più le fonti sono in massima parte greche (i romani non amavano la scienza in quanto tale, ma solo le sue applicazioni pratiche) e bisogna dare per scontato ció che non lo è, ossia la diffusione della conoscenza. Peró i romani adoravano oroscopi e astrologia, quindi non è assurdo ritenere che dessero importanza alla conoscenza degli astri1 punto
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Bel nominale e soprattutto raro a trovarsi in buona conservazione. Io dopo anni sono riuscito a mettere in Collezione la "sorellina" più piccola del 1784.1 punto
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Buonasera a tutti, la mia Napoletana di oggi.. Un Grano Cavalli 12 1790 Ferdinando IV Anno travagliato nella Zecca Napoletana Saluti Alberto1 punto
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