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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/18/20 in tutte le aree
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Buon pomeriggio...ultima arrivata in collezione per i miei ramini di Carlo di Borbone un 4 cavalli 1757. A voi i pareri. Inoltre chiedo qualche conferma su come procedere per poter liberare da quelle macchie nere la moneta: bagno in acqua distillata stuzzicadenti spazzolino bicarbonato?? l'ho letto da qualche parte ma non l'ho mai usato! poi lavaggio con sapone e asciugare bene...giusto? Ecco la moneta...saluti. p.s. cito @favaldar l'aveva puntata pure lui! Saluti ancora.5 punti
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Ciao! Nel libro "Lessico Veneto" di Fabio Mutinelli - Venezia 1851, il VERDONE viene così definito: "Monetuccia di rame, misto a poco argento, il cui intrinseco malamente si potrebbe fissare, che si trova la prima volta sotto il doge Orio Malipero, successore di Sebastiano Ziani, e così chiamata a motivo dell'apparecchio di colore verde che le dava la zecca." Qualche mia considerazione: Sotto questo Doge, la zecca ha battuto 2 monete, cioè il "Denaro scodellato" ed il "Bianco scodellato" quest'ultimo rarissimo. Tolto il "Bianco scodellato", che è già una denominazione caratterizzante (da albulo, imbiancato) non resterebbe che il "Denaro scodellato". Vero è che il lessico nel 1851 non era uguale al nostro, ma mi fa specie leggere che il colore verde dato al "Denaro scodellato" venisse creato in zecca ..... credo invece che il colore verde derivi dalla normale ossidazione della moneta che conteneva solamente lo 0,270 di argento e che, all'origine, fosse "bianchizada", cioè argentata, portando in superficie chimicamente i sali d'argento. Dopo pochissimo tempo questo strato si consumava e restava il rame che, con l'uso, assumeva sua normale ossidazione verde. Anch'io, prima di recuperare le informazioni di cui sopra, non ricordavo il termine "VERDONE", né questo termine è riportato negli scritti più recenti; è un appellativo che si trova infatti in vecchi volumi dove tante interpretazioni erano, a dir poco, imprecise se non fantasiose ..... vedi anche la fatidica "Redonda", moneta d'oro attribuita a Venezia in vecchi scritti e che non ha mai trovato una certa collocazione, né identificazione. saluti luciano5 punti
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10 Tornesi 1825 lettere piccole e contrassegno rosetta a 5 petali4 punti
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Metto una foto più grande, perché questa mi sembra molto meglio di BB4 punti
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Arciconfraternita di San Giuseppe Napoli 1845 argento con punzoni argentiere. Credo che più di ogni altro anno, gli auguri per un migliore anno nuovo siano d'obbligo.3 punti
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Credo che questa discussione sia la sede adatta per presentare anche nel nostro amato forum l'intervista numismatica che mi ha fatto Mario Limido @dabbene in cui parlo del mio progetto di bibliografia / biblioteca numismatica digitale, già menzionata sia in questo che in altri topic... Si potrebbe in questo modo approfondire la discussione su questo tema e magari proporre idee e progetti nuovi... https://m.youtube.com/watch?v=bXkqgiFeQ9o&pbjreload=1013 punti
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Con grande giubilo, dopo lunghe e mature riflessioni, durate da quest'estate, ieri, dopo una giornata uggiosa passata nella mia casa/biblioteca a far passare esami per via telematica, mi son deciso e ho acquistato la mia prima moneta. Eccola : (riferimento RIC 108, viene da Sirmium). Purtroppo non sono dotato di decente apparecchio fotografico per poter competere con la foto di cgb.fr, però ho postato comunque il recto preso in foto da me. Ho scelto questa moneta (pagata una sciocchezza, 45€) per due ordini di ragioni. Dapprima perché Giuliano è uno dei miei personaggi storici (e di studio e ricerca) prediletti : cercavo una moneta che presentasse già la barba, scelta iconografica tutto fuorché anodina nel contesto simbolico-religioso dell'epoca (cfr. il suo Misopogon o Odiatore della barba) tendente a rivendicare la sua appartenenza al paganesimo e alla religio patria. In secondo luogo, questa moneta in particolare mi ha colpito perché il ritratto era pregevole e poiché non volevo cominciare subito con una bella maiorina con bue in verso, benché tali monete mi attirino molto. Cosa ne pensate di questo primo acquisto? Mi sto ancora approcciando alla numismatica e provo un piacere quasi inconfessato nello scoprire un ambito a me ancora ignoto dell'Antichità, benché su di essa io viva e abbia costruito la mia carriera. Ogni osservazione e consiglio per il futuro è bene accetto! Penso che la mia prima collezione sarà una 'sistematica' o monografica su Giuliano, terminato lui penserò a come ingrandirla (forse Eliogabalo?). Χαίρετε.2 punti
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CARATTERISTICHE PRINCIPALI Peso: IMPORTANTE Diametro: PRECISO Metallo Presunto: DI QUALITÀ2 punti
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grazie... un bb presuppone usura.. e anche il bordo deve esserlo.. sembra preciso e tagliente sia nella parte interna che esterna, neanche gli scudi originali in alta conservazione sono cosi perfetti.. poi in alcuni punti la perlinatura sembra staccata dal bordo.2 punti
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Grazie, ora posto le mie monete da 10 Tornesi di Francesco I: 10 Tornesi 1825 lettere grandi e contrassegno stella a 5 punti2 punti
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La mia passione in realtà è nata quando avevo 10 anni... ho iniziato a trovare a casa dei miei nonni moltissime vecchie lire, e ho iniziato a smanettare su dei siti per fare una "catalogazione" delle monete che trovavo. Poi ho iniziato a studiare i romani a scuola e di conseguenza mi sono appassionato della loro monetazione. Ora però ho accantonato la collezione delle romane e mi sto dedicando a quella del Regno d'Italia e del Regno di Sardegna. Questo forum mi ha aiutato sin dai primi anni ad entrare nel mondo della numismatica. Pochi mesi fa ho deciso di iscrivermi così da poter interagire nel forum e fare pratica. A presto2 punti
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Ciao @nikita_ e @miza il 10 Cent. _866 postato è una moneta molto interessante. Bisognerebbe fotografarlo con luce radente e guardarlo con un microscopio. L'ipotesi più probabile è quella di un punzone "sporco" che non abbia impresso l' "1" . Ma, pure essendo la tiratura enorme, è rarissimo trovare nella moneta del Regno una mancanza o imperfezione di questo tipo. Escludendo l'usura che dovrebbe essere piuttosto uniforme, a questo punto restano solo due ipotesi: 1- abrasione volontaria ( ma non si capirebbe il perchè) 2- Punzone/conio "sporco-otturato" come evidenziato da miza. E' comunque una moneta da studiare ( non mi risultano varianti di questo tipo ). Ciao Beppe2 punti
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Allora provocate... io sono a -3 per completare la serie di questi bellissimi scudi Secondo me il 1824 Genova e il 1831 Torino hanno rarità simile, forse più R4 che R3, con la differenza che non credo esistano 1824 Genova superiori al BB+, mentre del 1831 sono comparsi esemplari vicino al FDC Queste le mie due in collezione, il primo preso da un commerciante di Torino, il 1831 da un commerciante Francese2 punti
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10 Tornesi 1833 contrassegno stella a 5 punte ... Aspetto sempre notizie sul 1839 1° tipo2 punti
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No, non è questione di essere un riccone. E' questione di essere collezionista di monete di Postumo. E' ben diverso. Il riccone compra la quadrupla d'oro... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ben vengano queste interviste che parlano di libri di Numismatica e di monete. Salutoni odjob1 punto
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Ciao a tutti e grazie per le vostre risposte. Allora come potete notare, soprattutto il 100 lire ha gli angoli un po' arrotondati e qualche lieve ondulazione, probabilmente a causa di come veniva conservata - dentro una cesta di vimini assieme ad altri biglietti - mentre il 50 lire era dentro una bustina di plastica. Le banconote non hanno circolato ne sono state pressate o stirate, la carta è ancora croccante e i colori nitidi. Sono comunque d'accordo sul fatto che non si possano ritenere due FDS assoluti. Effettivamente il numero di serie del 50 lire è bassino 0012 ma non credo che possa portare un plusvalore. Comunque ho in collezione le altre firme - Di Cristina Cavallaro Parise - quelle più rarette, ma, anche se non colleziono firme e Decreti vari, è stata la scusa, con me stesso, per acquistarle Dimenticavo il prezzo, voleva 50 euro, avevo in tasca due banconote da 20, ma prima che potessi prendere il portafogli il signore, senza proferire parola, mi ha dato i due biglietti e si è preso i 40 euro. Forse avrei dovuto insistere?1 punto
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@Arka non è sparito, se clicchi sulla voce "i miei circoli" in uno dei miei post lo trovi... Numismatico 0071 punto
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Una moneta da sola non dice niente. Un plateau di monete è uno spettacolo per gli occhi. Se sono ben conservate non guasta. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Complimenti!! Benvenuto nel club dei tombini. Hai una bella serie di Erizzo! L'ottavo è sicuramente il più difficile da trovare. In buone condizioni soprattutto. Per il resto ha già scritto tutto Luciano! Saluti!1 punto
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Puoi provare, come ti e’ stato suggerito, qui con interviste numismatiche, convegni, inaugurazioni ... https://www.youtube.com/channel/UCqP7Vmgu7Afpiplbt3so2mQ1 punto
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Qui ti sei già risposto da solo; aggiungo qualche avvertenza. Lo Scudo della Croce (e relative frazioni), è stata una monetazione alquanto longeva; dal ducato di Pasquale Cicogna (1578-1585), fino alla fine della Serenissima, anche se, negli ultimi decenni, i pochi esemplari coniati servivano solo al Doge, che li gettava al popolo nel giorno della sua elezione in occasione del "giro" della piazza. Infatti il valore dell'argento contenuto nelle monete, era superiore al valore di scambio. All'origine il valore dello Scudo della Croce era pari a 7 Lire venete, ma andò crescendo nel tempo fino ad oltre 8 Lire venete, pur mantenendo il medesimo peso e titolo (la svalutazione esisteva anche allora). Lo Scudo della Croce non era - ovviamente - una moneta che trovavi abitualmente nelle tasche di un operaio, di un falegname o di un arsenalotto; sarebbe come trovare abitualmente banconote da 200 euro nel portafoglio di un operaio attuale; qualche chance in più potevano averli i pezzi da 17 e 1/2 , 35 e 70 Soldi che erano meno soggetti alla tesaurizzazione, rispetto agli Scudi da 140 Soldi. Le monete che il popolo si trovava più frequentemente tra le mani e scambiava quotidianamente, erano le monete in mistura, come il Soldo, il Bezzo, la Gazzetta e relativi multipli, noché frazioni dello Scudo, della Giustina e del Ducato. Se teniamo buone le informazioni che hai trovato, uno Scudo della Croce equivaleva circa alla elargizione che la confraternita dei calzolai riservava ad un proprio adepto malato per mantenersi per una settimana1 punto
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partecipo con questa moneta del Montenegro, 1 perpera 1914. Al dritto : Nicola I, Re e Signore del Montenegro Il Montenegro, fu travolto dalle vicende della 1^ guerra mondiale; Nicola I, alleato dell'Intesa, era in esilio in Italia da quando il Montenegro era stato occupato dagli austroungarici, nel 1916. Egli si oppose all'annessione del suo regno al nuovo Stato dei Serbi-Croati-Sloveni, ritenendo più opportuna una confederazione paritaria fra Stati sovrani, mentre il governo filo-serbo installato dagli Alleati a Cettigne, proclamava la sua volontà di unione. La neo-eletta assemblea nazionale, votò il 26 novembre 1918 la deposizione del re e l'annessione totale alla Serbia.1 punto
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No @Asclepia, il punto è uno solo. Purtroppo per i 5 ed i 10 Grani le conservazioni sono più basse. Allego foto del 5 Grani più bello che ho. Anno 1815 Peso 17,52 grammi (!) Diametro 30,80 mm1 punto
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in realtà l'altra discussione era poi andata avanti con decine di post su aspetti molto più specifici legato alla moneta in questione e sua valutazione puramente economica. Continuando quella sarebbe venuta fuori una discussione "bifronte" con due temi abbastanza diversi in parallelo Saluti!1 punto
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A me invece sembra una "rara imitazione di una patacca inedita" Auguri da Stilicho1 punto
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Figli di Crono e di Rea, così sono definibili anche Zeus e Poseidone, che nella statuaria e non solo, sono spesso raffigurati nell'atto di scagliare le loro proprie armi, Zeus il fulmine e Poseidone il tridente . La grande (209 cm.) splendida e rara statua in bronzo di un cronide, databile al 480-470 a.C., rinvenuta nel 1926 nei fondali marini antistanti il capo Artemisio (forse per il naufragio di una nave romana che portava l'opera in Italia) non consente l'attribuzione certa a quale dei 2 divini fratelli fosse dedicata perchè non è stata ritrovata l'arma che certamente impugnava : fulmine o tridente . Di epoca un poco più antica, databile al 530 a.C. la statua in bronzo di un cronide in pari postura, rinvenuta nel 1961 nella cittadina di Ugento in Puglia . Alta soli 74 cm. , la statua poggiava su un capitello dorico, a sua volta forse su una colonna : mancante anche in questo caso l'arma impugnata, anche se tuttavia alcune tracce di elementi parrebbero indicare nel cronide, Zeus . Pressochè coevi alle 2 statue, la numismatica propone i superbi stateri incusi di Poseidonia (dal 520 a.C,) con Poseidone ritto in atto di scagliare il tridente mentre in epoca ellenistica Messene raffigura sui suoi tetradrammi Zeus con il fulmine : una inconsueta raffigurazione di Poseidone è invece quella dai rari tetradrammi di Potidea , nei quali il dio scaglia il tridente stando a cavallo, animale a lui sacro . Valgono ancora un ricordo, i bellissimi stateri incusi di Caulonia, nei quali, nella postura delle statue dell' Artemisio e di Ugento, un dio più giovane ed imberbe è raffigurato enigmaticamente in atto di colpire con un ramo fogliato una figuretta fuggente sul suo braccio sinistro disteso : in secondo piano un cervo volge la testa per osservare la scena .1 punto
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Ti dico quello che vedo. D/ Testa laureata di Zeus a destra R/ Aquila in piedi a destra su fulmine, con un caduceo sopra la spalla. Se ho visto bene, la zecca dovrebbe essere di Amorio, in Frigia (ca. II-I sec. a. C.) e il riferimento SNG Tübingen 3930. La scritta sul rovescio si riferisce agli abitanti (AMOPIANΩN). Buona notte.1 punto
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Ciao a tutti, questa sera volevo presentarvi questo testone della mia collezione: Sisto V (1585-1590), BOLOGNA, Testone Munt 96, CNI 12. D/: busto a destra, a testa nuda, con ricco piviale ornato di tre figure e fibbia con testa del Redentore. ~ SIXTVS ~ V ~ PONT ~ MAX ~ R/: figura di Felsina galeata e armata, seduta a sinistra su scudi e su fascio d'armi, con la testa di fronte, il piede destro su elmo, libri dietro alle spalle, tiene nella destra il vessillo crucigero puntato a terra e nella sinistra il libro appoggiato al ginocchio. HINC FIDES - ET FORTITUDO. Es.: BONONIA T/: liscio. Peso: 10.14 g. HINC FIDES ET FORTITUDO: "Da qui fede e fortezza". Allude alla fama di dottrina e di pietà religiosa di cui godeva Bologna. Bologna è infatti la sede della prima università italiana, fondata nel 1088, fatto che determina che su moltissime monete la legenda che identifica la città sia "BONONIA DOCET". Il nome "Felsina" è il nome antico di origine etrusca della città di Bologna. Il nome "Felsina" (pronuncia: Fèlsina) è menzionato da Plinio il Vecchio (Naturalis historia, III, 115): «Intus coloniae Bononia, Felsina vocitata tum cum princeps Etruriae esset...» «Dentro [c'è] la colonia di Bologna, chiamata Felsina quando era la principale dell'Etruria...» (Plinio il Vecchio, Nat. Hist., III, 115) Dal punto di vista numismatico, si tratta di una moneta rara, che tuttavia appare abbastanza frequentemente in asta. Questo esemplare si presenta sicuramente con una conservazione superiore alla media, conservazione che consente di apprezzare quasi tutti i dettagli della elaborata rappresentazione del rovescio e i tratti decisi dell'espressione del "Papa tosto". Da una mia analisi si tratta di uno dei migliori esemplari apparsi sul mercato, arricchito da una bellissima patina da medagliere. Da notare il peso, superiore a quello dei corrispondenti testoni romani, in conseguenza dell'"autonomia" che la città mantenne sempre rispetto alla zecca centrale di Roma. Infatti poiché il contenuto intrinseco del bolognino era definito dal Senato bolognese in modo autonomo rispetto al governo centrale di Roma che definiva invece quello del baiocco, il cambio tra le due monete era variabile; come conseguenza la moneta coniata a Bologna sul piede romano presentava un valore in bolognini che mutò più volte (in un primo momento il valore del giulio fu di 42 quattrini bolognesi poi di 40, che corrispondevano a due terzi della moneta da 10 bolognini; sotto Gregorio XIII il valore aumentò a 44 quattrini). Sottomultiplo della moneta da 10 baiocchi era il grosso alla romana corrispondente alla sua metà; multiplo era il testone da 30 baiocchi. Commenti e integrazioni sono come sempre graditi. Michele1 punto
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Il gruppo Visegard è composto da democrazie giovani che stanno ancora cercando una loro stabilità. Il populismo fa presa sugli elettori, perchè ancora oggi le popolazioni pagano i quarantacinque anni di totalitarismo. E l'astensione è tuttora un grosso problema. Ma in Polonia la gente sta reagendo e per esempio ha bocciato subito certe velleità di Polexit circolate nelle settimane scorse (e il ritiro del veto è più conseguenza di questo che di manovre tedesche). Arka Diligite iustitiam1 punto
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1966 Trinidad & Tobago - 1 - 5 - 10 - 25 cent1 punto
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Buongiorno? 10 centesimi Regno d'Italia 1866 VEll1 punto
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L'importante è che piaccia a te, allora sarà stato sicuramente un buon acquisto. Quando si mette in collezione una moneta deve soddisfare il collezionista, questo è l'importante!1 punto
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Buongiorno...andiamo avanti con la carrellata di grani, oggi passiamo ai pezzoni da 10 grani, il tipo più comune è il 10 grani 1815 con punto dopo il 10 del valore "G. 10." (esiste anche la variante senza il punto dopo il 10 "G.10") D : FERD .III.P.F.A.SICILIAR. ET HIER.REX ritratto con corona a 6 punte al centro R : FELICI TAS PV BLICA due cornucopie e spiga sigle V.B. in alto, in basso il valore G.10. Il contorno solitamente è rigato. Moneta comune in bassa conservazione, facendosi un giro sulla baia ci sono molti esemplari, molto più difficile imbattersi in esemplari dal BB pieno in su, quelli che posto sono due bei tombini che non arrivano allo splendido ma sono di poco sotto. Queste sono tra le monete che in assoluto più preferisco ed è proprio con il 10 grani delle prime due foto che ho cominciato ad avventurarmi tra i grani di Ferdinando III ci sono particolarmente legato. Saluti e buona giornata a tutti.1 punto
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Nasce verso il 355 a,C. in Creta, dalla quale poi emigra in Anfipoli, diventata importante città del regno di Macedonia sotto Filippo II . Amico fedele di Alessandro, quando questi succede al padre nel regno, ne diventa uno degli ufficiali e lo segue in tutta la campagna che porta alla conquista dell' impero persiano : Alessandro Magno assegna a Nearco tra il 334 ed il 331 a.C. la satrapia su Lycia e Panfilia . Nearco torna a seguirlo nella campagna di India nella quale Alessandro arriva all'Indo e sul fiume Idaspe nel 326 a.C. sconfigge e riduce a vassallo il re indiano Poro . A fine 326 a.C. viene allestita una grande flotta e l'esercito di Alessandro avvia il ritorno seguendo i fiumi Indo ed Idaspe fino al mare : da qui, al comando di Nearco viena affidata, con parte dell'esercito, la flotta, che naviga attraverso il mare Arabico ed il golfo Persico verso le foci dell'Eufrate con obiettivo il ritorno a Babilonia, navigazione che si protrae da autunno 325 ad inverno 324 a.C. . Morto Alessandro, Nearco forse si ritira verso i luoghi della sua antica satrapia, dove nei suoi ultimi anni, con tratti quasi da esploratore, scriverà il prezioso e dettagliato resoconto del suo viaggio di ritorno dall'India ed attraverso quei mari poco conosciuti : racconto a noi pervenuto perchè raccolto da Arriano nel suo Indica . Dell' impresa in India che ha visto tra i protagonisti anche Nearco, abbiamo come documento numismatico, l'estremamente raro decadrammo battuto in Babilonia verso il 327 a.C. , che si vuole illustri i combattimenti di Alessandro contro il re Poro .1 punto
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Negli ultimi mesi sono riuscito ad acquisire alla mia biblioteca un'opera che cercavo da tempo, l'Archivio economico dell'unificazione italiana. In genere si trova in forma di fascicoletti sciolti raccolti in singoli contenitori in cartoncino corrispondenti ai vari volumi dell'opera, per cui quando ho reperito i medesimi fascicoletti rilegati in bei volumi in tela ad un prezzo conveniente ho subito iniziato ad arraffarli, si tratta di una serie di testi di grande interesse, una ricchissima miniera di informazioni e dati statistici sulle condizioni economiche degli stati italiani dell'ottocento frutto di una capillare indagine archivistica e inerente i sistemi monetari, il corso dei cambi, salari e stipendi, prezzi, sistemi fiscali, entrate e spese pubbliche, commercio estero, porti ed infrastrutture. Fu il lavoro di diversi studiosi finanziato negli anni sessanta del secolo scorso dall'IRI, di seguito ho inserito delle immagini che illustrano alcuni contributi presenti nei volumi.1 punto
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Buongiorno. Proseguiamo e restiamo sul medesimo nominale, un 2 grani, ma del 1814. Per il millesimo 1814 esistono 2 tipi di ritratti, uno più comune con corona a 6 punte, uno più raro con corona a sette punte. Qui li mettiamo a confronto...trovate voi le differenze?? Oltre il ritratto ovviamente, c'è un altro particolare che li distingue che possiamo notare da queste foto... Sempre restando sul ritratto con corona a sette punte lo troviamo da qualche altra parte? Saluti.1 punto
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Chiedo a tutti gli utenti di questa sezione di postare solo messaggi che abbiano come contenuto argomenti numismatici. I battibecchi personali non interessano agli altri utenti; se queste persone hanno qualcosa da dirsi li invito a farlo in privato. Grazie della collaborazione.1 punto
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