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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/14/21 in tutte le aree
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Oggi è il mio compleanno, quale migliore regalo per quelli che hanno la nostra "malattia" di una moneta da inserire nella propria collezione? Un regalo di compleanno non si disprezza mai, ma quando si tratta di una moneta che ritenevi molto difficile da poter cancellare dalla "mancolista" diventa un regalo speciale che negli anni futuri ti ricorderà per sempre questo giorno. Ora lasciamo perdere i preamboli e parliamo della moneta... Si tratta di un mezzo grosso di Carlo I, moneta con l'elmo cimiero amato da tutti i collezionisti sabaudi, coniato a Torino. Questa moneta era già presente nella mia collezione per la zecca di Bourg, ma Cudazzo nella sua ultima pubblicazione ha aggiunto una nuova tipologia suddividendo in due tipi i mezzi grossi con la croce mauriziana al rovescio. Questa moneta si differenzia solo nel diritto dalle altre, assomiglia di più ai mezzi grossi di Ludovico, e la sigla di zecca viene riportata oltre lo scudetto sabaudo e non prima di esso. Classificata nel Cudazzo al numero 273 nella nota viene scritto "Questo mezzo grosso del quale ad oggi ho potuto visionare quattro esemplari ..... due di questi appartengono alla collezione Nugent conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze e pubblicata a cura del NIP, gli altri due appartengono a collezioni private". Non è solo la difficile reperibilità di questa moneta quello che la rende "speciale", ma il fascino che trasmette la sua impronta, ancora in buona conservazione, che ha racchiuso in sé lo stile che le monete della fine del '400 cominciavano ad avere con il Rinascimento, ma ancora con tutti gli attributi del periodo feudale. Spero apprezziate questa, per me, bella moneta, che non capita tutti i giorni di poter vedere!8 punti
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Questo è un supporto ultra collaudato, molto maneggevole, che permette di cambiare orientamento e inclinazione e ottimi angoli di lavoro per interventi di pulizia di tipo fisico (bisturi, per es.)... ovviamente autocostruito... e in uso con tondello di 15, 19, 28 mm e oltre... ciao Mario3 punti
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Non cambierebbe un granché la sostanza... Per carità, comprendo le motivazioni che spingono i neofiti a porsi queste domande ma, com'è già stato ribadito più e più volte, questa non è la sede opportuna per farle. Non dimentichiamoci, infatti, che ci troviamo in un forum pubblico, in cui tutto quello che scriviamo può essere letto potenzialmente da chiunque. Perciò, se si chiede quali sono le case d'asta migliori, più affidabili, più oneste, più brave, ecc. difficilmente una persona si espone a fare nomi. Ciò per almeno 3 ragioni: 1. Si tratterebbe di una forma di pubblicità (amplificata dalla visibilità del sito). 2. In base a quali fattori una casa d'aste andrebbe evitata? Per le commissioni troppo alte? Per il servizio clienti? Per la gestione delle spedizioni? Perché magari non rilascia il certificato di lecita provenienza (mi riferisco ad alcune case d'asta estere che non sono tenute a farlo)? Per la presenza di esemplari non autentici (e chi non ha mai fatto un errore in vita sua?)? 3. Non sarebbe molto corretto nei confronti di tutti quei professionisti seri che, magari, non vengono menzionati per semplice dimenticanza o perché un collezionista non li conosce. Per questo, alle domande: Chi è il migliore? Chi è il più onesto? Chi è il più professionale? Chi mi consigliereste? è sempre difficile dare una risposta. Detto ciò, credo che la cosa più opportuna da fare sia chiudere questa discussione, i cui presupposti sono sbagliati alla radice. Mi dispiace ma, come detto, lamoneta.it non è il luogo adatto per rispondere a simili domande.3 punti
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Buonasera. Dato che ci sono pochissime informazioni sulla monetazione di Aureolo scritte in italiano (mi risulta che l'unico scritto sia quello di Gianfranco Pittini), ho deciso di tradurre (alla bell'e meglio, siate comprensivi) parte di questa fondamentale ricerca di Jean-Marc Doyen, nella speranza che possa, in futuro, aiutare qualcuno che, come me, si trova in difficoltà a leggere direttamente dal francese. So anche che Aureolo non è un personaggio tanto approfondito o amato, ma ho tradotto il documento, in primis, per un mio personale interesse; dunque se fosse utile anche ad uno solo di voi per me sarebbe già oltre ciò che avevo pensato. Spezzerò la traduzione in serie, trovandomi per ora alla seconda, mi prendo un po' di "vantaggio" e posto la prima. Vi invito a segnalarmi eventuali errori e di aspettare con pazienza le altre serie che posterò sempre qui sotto ? Libera traduzione di parte dell’opera di Jean-Marc Doyen: “L’Atelier de Milan” a opera mia. FONTE: https://www.academia.edu/35545885/Latelier_de_Milan_258_268_Recherches_sur_la_chronologie_et_la_politique_monétaire_des_empereurs_Valérien_et_Gallien_253_268_thèse_de_doctorat_en_Archéologie_et_Histoire_de_lArt_Université_catholique_de_Louvain_1989_Volume_2B Rivolta di Aureolo: Emissioni a nome di Postumo SERIE 1. Della primissima emissione monetaria ordinata da Aureolo nel nome di Postumo rimane solo un tipo attestato da due copie. Uno di questi pezzi, noto esclusivamente da un disegno di Dardel riprodotto ne l’Atlas di J. de WITTE, e riportato da H. COHEN, purtroppo, trascurato da WEBB durante la scrittura del RIC e, cosa ancora più grave, trascurato da G. ELMER nel suo studio fondamentale sulla monetazione degli imperatori gallici. Il nostro studio delle serie si concentrerà, quindi, su un unico aspetto, notevole per molti versi perché va, in modo particolare, a fare luce sull’inizio del "regno" di Aureolo, dando rilievo alla sua monetazione. 1. Il Dritto Il dritto in sé non presenta nulla di particolare: ci mostra un ritratto con la scritta “IMP POSTVMVS AVG”, è uguale, insomma, a quello dell'imperatore gallico. Si tratta di un'effigie di Gallieno, vagamente ridefinito, con l'aggiunta di una barba arrotondata. La realizzazione della parte anteriore dei capelli è un’unicità della monetazione di Postumo a Milano: danno l'impressione di tre grandi “serrature?” parallele. Questa forma di acconciatura è quella di Gallieno durante la serie precedente, e l’incisore che ha realizzato questa prima immagine di Postume è, con tutta probabilità, il nostro incisore “G”: Il tipo di busto, corazzato e drappeggiato, visto frontalmente, girato di tre quarti, non si incontra più a Milano dal 263 (quinta serie di Gallieno); tuttavia, questo è l'unico modello utilizzato fino ad allora per gli Antoniniani di Postumo, da cui l’incisore “G” doveva essere stato ispirato. La punzonatura delle legende è identica a quella della serie precedenti di Gallieno, ma indubbiamente differiscono da quelle più tardive: 2. Il Rovescio L'immagine di Ercole che tiene nella mano destra una mazza, e nella sinistra il leonte e tre mele raccolte nel giardino delle Esperidi, è del tutto nuova a Milano. Questo rovescio è unico nell’iconografia di Postumo, ma c’è da dire, invece, che non mancano altre rappresentazioni del dio su moneta. Lo stile di questo tipo è particolarmente notevole: deriva direttamente dalle immagini del Bonvs Eventvs, la qualità dell'incisione e la cura dei dettagli (muscolatura, tratti del viso del dio, realismo del leonte) sembrano indicare che il conio fosse originariamente destinato alla coniazione dell'oro. D'altra parte, la punzonatura della legenda “VIRTVS AVG” viene o da “E” o da “G”, e non ha alcuna relazione, stilisticamente parlando, con le emissioni di Postumo, mentre, invece, non stonerebbe assolutamente con le emissioni milanesi di Gallieno. In realtà, il significato del rovescio è il vero elemento importante di questa moneta, dal momento che glorifica la Virtus di Postumo Augusto. Tuttavia, fin dall’inizio dell'assedio di Milano, nel 268, l'usurpatore gallico non sarà mai più menzionato nella monetazione (se non dalla sua effigie al dritto). Tutti i rovesci, dalla seconda serie alla quarta, senza eccezioni, non evocano più le qualità del nuovo Principe, come ci si potrebbe legittimamente aspettare in un programma di questo tipo, ma, piuttosto, la cavalleria appostata in città, sotto il controllo di Aureolo. Sull'autenticità dell'esemplare nella collezione di Roth, conservata a Stoccarda, non ci sono dubbi. R. ZIEGLER, che ci ha gentilmente inviato diversi calchi di questo pezzo, è chiaro su questo punto. Del resto, gran parte del rovescio è corroso, e, un esame sulle condizioni della superficie ha mostrato che non può nemmeno essere un'antica falsificazione, ad esempio mescolando due tipi presi da monete di regni diversi; la moneta è indiscutibilmente coniata. D'altra parte il tondello, anche se non è stato analizzato, sembra essere, a primo impatto, di una lega di qualità migliore rispetto al resto della produzione di quel tempo. Quindi il primo atto nel riconoscere la sovranità di Postumo sulla penisola settentrionale era l'emissione di rarissimi antoniniani di biglione (di un peso elevato e, senza dubbio, di una qualità meno mediocre del solito) e, con ogni probabilità, aurei radiati, prodotti dagli stessi conii (il modulo inverso, 21.5 mm, sembra escludere laureati il cui diametro ruota di solito intorno ai 18-18 mm). Un programma iconografico particolare atto a celebrare le virtù imperiali del nuovo Principe: Il resto della serie è ovviamente perso, ma è poco probabile che questa prima emissione abbia avuto una battuta d’arresto. Altri potrebbero apparire un giorno: non dimentichiamo che la nostra documentazione relativa al "regno" di Aureolo è molto limitata: nessun grande ritrovamento italiano è noto, e più di un terzo dei mille esemplari attualmente identificati provengono da due recenti reperti britannici (Cunetio: 221 ex .; Normanby: 150 ex.). Queste monete, ci ha confermato E. ARSLAN, sono molto frequenti nei livelli archeologici dell’antica città di Milano (Mediolanum). Possiamo quindi sperare che una scoperta importante, un giorno, potrà arricchire questa documentazione. Riteniamo, quindi, che la primissima emissione monetaria, coniata nella pianura padana in nome di Postumo, doveva avere un certo numero di tipi (forse tre, poiché il numero delle officine sembra essere mantenuto e ogni unità emetteva un tipo separato) che celebra le qualità del nuovo comandante del nord Italia. Un donativo è stato senza dubbio distribuito in questa occasione, per mantenere la lealtà delle truppe. Questo tema della FIDES si svilupperà, poi, nella seconda serie. Riguardo alla datazione, è difficile ammettere un'interruzione molto lunga tra la fine improvvisa delle emissioni in nome di Gallieno e la prima serie ordinata da Aureolo. Questa prima emissione è stata coniata, con ogni probabilità, durante l'inverno del 266/267, e l'incisore di Gallieno ha realizzato solo l'unica coppia di conii attualmente a noi nota; sarà poi “eliminato” a favore di una nuova squadra di quattro incisori appena formati. Quando il vecchio maestro incise la “VIRTVS AVG”, aveva ancora la mano abituata a produrre “BON EVEN AVG”, un tipo che appare, come abbiamo visto, nella fase più recente della quattordicesima serie di Gallieno. Una rottura, certamente logica, tra le coniazioni del legittimo imperatore e la coniazione dei ribelli, che difficilmente può interessare più di qualche settimana, di certo non mesi. Inoltre, non può essere collocato tra le serie quattordicesima di Gallieno e la prima di Postumo, ma è compresa tra la prima e la seconda, al momento del “cambio di squadra di incisori”, attestato da un certo numero di caratteristiche tecniche su cui torneremo in seguito. Comunque sia, la seconda serie prende il via in fretta: il nome di Postumo è impreciso su qualche conio e il suo ritratto sembra essere sconosciuto agli incisori: le prime effigi realistiche appariranno solo nella fase successiva.2 punti
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Guarda con le Papali collezionare solo FDC è impossibile a meno che non ti accontenti degli anni 1800 in su e già è difficile,sotto il 1800 non ho mai visto una collezione completa con tutti FDC ma nemmeno SPL ed azzarderei anche da sotto il 1900 inizia ad essere molto difficile trovarne. Poi dipende da come si colleziona,per tipo,per anno,per Papa per zecca............... Comunque i "malati" del FDC sono quasi tutti collezionisti del Regno d'Italia da dopo l'unità.? Anche con tutti i soldi del Mondo certe monete non si trovano in altissima conservazione.?2 punti
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Hanno falsificato anche le 10 Lire Spighe. Ai miei tempi, io sono del 1960, con 10 lire si comprava un cono di gelato con una pallina.2 punti
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Buonasera a tutti , questa è una base per tenere ferme le monete in fase di pulizia , me la ha fatta un amico , in plexiglass , fattibile a piacimento in base al diametro delle monete2 punti
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Buonasera a tutti gli amici del forum, ho il piacere di condividere con voi uno dei miei ultimi arrivi in collezione...! Francesco l, piastra da 120 grana 1825... saluti a tutti...2 punti
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Eccomi qui con la seconda serie. Spero apprezziate ? SERIE 2 A. STRUTTURA: 1. Definizione delle fasi. Tutti gli autori hanno riconosciuto l'anteriorità delle monete recanti la forma “AEQVIT”. G.ELMER aveva ricostituito la sua "prima emissione" come segue: Questa tabella, alla maniera di un "Aufbau", dà largo spazio all'ipotesi, dato che l’esistenza delle monete d’oro 600 e 601 è solo supposta. Dunque, da parte nostra, dividiamo questo materiale, che risulterebbe essere più complesso di quanto pensasse ELMER, in due fasi. La prima fase comprende due gruppi, uno composto dagli aurei radiati, coniati usando gli stessi conii della prima emissione (quindi quelli degli antoniniani senza segno di zecca), il secondo è composto da rari antoniniani, con all’esergo “P”, “S”, o “T”. Ecco un riassunto di questi tipi: 2. Le titolature. Solo una forma è attestata, che è quella “IMP POSTVMVS AVG”. Tuttavia, un certo numero di monete (quattro in totale) sono state punzonate “POSTVNVS (sic)”. Questo errore ricorda il “PDSTIMVS” della prima emissione di Colonia. Ciò indica che l'informazione fu trasmessa solo verbalmente all’incisore. Dato che diverse monete presentano questa caratteristica, si può presumere che questo non fosse un semplice incidente di punzonatura, ma che facesse parte della riproduzione scritta di una forma parlata distorta (si pensi agli innumerevoli SECVR TENPO). Ciò dimostra, in ogni caso, che l’ortografia del nome del principale nemico dell'Impero era a malapena familiare in Nord Italia (inoltre, la monetazione gallica di Postumo appare solo molto raramente a sud delle Alpi). 3. Le denominazioni. Due nomi fanno parte di questa serie: aurei radiati e antoniniani. B. DATAZIONE: Abbiamo visto che la prima serie in assoluto è stata emessa alla fine dell'inverno 266/267. La serie successiva, molto breve, è seguita in breve tempo, nonostante un'interruzione di alcune settimane, poiché occorreva reclutare e addestrare nuovi incisori. Il numero di monete trovate mostra che la seconda serie a nome di Postumo è stata distribuita per poche settimane al massimo, collocheremo questo evento nella primavera dell'anno 267. In questa occasione Aureolo ha offerto una donativo, di cui sono conservati esemplari di dubbia autenticità. C. METROLOGIA: PHASE A, GROUPE A (aurei radiati): I due aurei radiati che ci sono giunti pesano 4,63 e 3,84 g rispettivamente! La seconda moneta, la quale mostra la traccia di un buco riempito, è, verosimilmente, un falso stampato su una moneta d'oro originale (che, a nostra conoscenza, non è mai stato trovata). Il valore medio è 4.235 g, ha quindi un interesse molto limitato. Tuttavia, sembra certo che il peso della moneta d'oro rimossa dalla quotazione sia più che raddoppiata rispetto all’ultima serie emessa da Gallieno, purtroppo altrettanto scarsamente documentata. Siamo comunque molto lontano dai 5,09 g registrati per la prima emissione monetaria milanese di Claudio. PHASE A, GROUPE B (antoniniani senza segno di zecca): in questo caso abbiamo i pesi di 56 esemplari: L'istogramma è abbastanza irregolare, ma non sembra che siamo in presenza di due popolazioni differenti. La fase B è attestata da due pesi (media: 3,12 g) che non hanno valore statistico. Se la lega non sembra essere stata modificata rispetto a quella della quattordicesima serie di Gallieno, il peso, invece, è stato notevolmente aumentato: l'antoniniano è stata "rivalutato" del 14,08% (è aumentato di 0,454 g). COMPOSIZIONE CHIMICA: Siamo estremamente poco documentati sulla composizione chimica degli antoniniani milanesi a nome di Postumo. Non è stata pubblicata alcuna analisi completa e abbiamo solo i seguenti dati: Ad eccezione di quello relativo al n ° 1506, respinto da LAFAURIE, il contenuto degli antoniniani milanesi battuti per Postumo appare omogeneo (5,78%). È vicino al 6,02% registrato per la quattordicesima emissione di Gallieno. D. TECNICHE MONETARIE 1. La coniazione. I tondelli sono generalmente molto rotondi e spessi. ?Il loro diametro è, però, inferiore a quello delle monete, la cui bordatura appare solo raramente.? Le tracce di ?ritratti d’incudine? sotto il rovescio sono numerose come prima; ne abbiamo trovate 10 (su 52 monete), ovvero il 19,23%, cifra praticamente identica al 19,6996 dell'ultima serie a nome di Gallieno. Questo elemento è un ulteriore argomento a favore di una interruzione molto breve tra gli scioperi di Gallieno e quelli del suo successore. 2. L’orientamento delle monete. I 51 assi sono suddivisi in 24 ex. A 6h (47.0696) e 27 a 12h (52.9496). Questo ci riporta al rapporto che esisteva fino alla serie 9/1 inclusa (48,31 / 51,6996). Questo elemento, che va ad aggiungersi al cambio di stile, indica che, almeno una parte della squadra della “moneta mediolanensis”, è stata cambiata. 3. La punzonatura delle legende. Pensiamo di riconoscere quattro mani diverse nella punzonatura dei titoli imperiali; li abbiamo attribuiti agli incisori “H”, “J”, “K” e “L”. Questi, infatti, conservano un certo numero di abitudini proprie di Milano (come la “V” formata da due barre parallele; la “A” in forma di “H”). D'altra parte, le “N” e la “M” sono incise con molta attenzione seguendo la normale ortografia per queste due lettere. L'uso dei punti di divisione è generalizzato per quanto riguarda i rovesci (ad eccezione di 1033B e 1037). 4. La sillabazione I trattini non sembrano avere alcun significato particolare. Inoltre, le varianti sono pochissime: AEQVIT è generalmente tagliato in AE / QVIT, più raramente in A / EQVIT. 5. Gli errori di legenda A parte le quattro monete che portano “POSTVNVS” invece di “POSTVMVS”, possiamo menzionare solo un VIRTVS AEQIT (sic) dal tesoro di Komin (n° 1040). Tuttavia, l'esistenza del pezzo non è stata verificata utilizzando un'immagine. 6. I diametri di bordatura Nonostante le dimensioni dei tondelli, in netto aumento rispetto alla quattordicesima serie di Gallieno, siamo riusciti a misurare solo 6 al dritto e 5 al rovescio: Queste cifre non sono molto diverse dai 20,85 / 20,64 mm registrati per quattordicesima serie di Gallieno. 7. Gli incisori Abbiamo visto, dunque, a proposito degli incisori, che quattro mani diverse sono apparse nella produzione della seconda serie di Aureolo. Sono questi: Solo il primo occupa un posto importante nella monetazione. È essenzialmente lui che conferisce, a questa seconda serie, il suo carattere particolarmente arcaico, con grandi effigi, dai tratti marcati, in altorilievo. Gli altri, le cui realizzazioni non mancano certo di fascino, aiutano poco nell'incidere sulle monete. E. PROGRAMMA ICONOGRAFICO I DRITTI: Il programma iconografico delle prima serie a nome di Postumo è banale, uguale a quello della sua zecca in Gallia: è elencata solo una forma di busto, D1. I ROVESCI: Il programma iconografico è organizzato attorno a un unico tema, che va ad onorare la cavalleria in tre forme; Concordia 20 ex. (27,40%); Fides (26,03%) e Virtus (46,58%). Il valore generale di questi temi è stato studiato in connessione con Gallieno. Abbiamo anche compilato altrove il catalogo delle poche rare presenze della cavalleria nella monetazione romana; non ci torneremo qui. Da una propaganda su Postumo, la monetazione milanese è passata all'uso di temi prettamente locali. Il succedersi della donativa durante il breve "regno" di Aureolo, e la rapidissima e definitiva cancellazione della Virtus (Postumi) Augusti a favore di rovesci strettamente milanesi potrebbero indicare che la base non seguì con entusiasmo i suoi dirigenti, e che dovevano essere compiuti sforzi speciali (vale a dire sussidi eccezionali) per assicurarsi il loro "sostegno franco e massiccio".2 punti
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Più precisamente nei musei della Canonica del Duomo di Novara, tra l'importante corredo custoditovi, sono conservate 2 lastre scolpite, frammenti della decorazione di un ambone altomedievale a doppia rampa di salita, considerato di epoca longobarda tra VII - VIII sec. . Mentre la prima lastra (di cui non ho immagine) raffigurerebbe con buona certezza Daniele tra i leoni, la seconda vede al centro una figura con aspetto "barbarico" . Gli estensori di 'Piemonte' (guida archeologica) riportano l'interessante lettura di questa seconda raffigurazione, che vi vede, pur in ambito religioso cristiano, una ascendenza nella figura mitologica nordica di Thor . Simile tipo di figure con lunghi capelli ai lati del volto e barbate, si possono ritrovare ancora alcuni secoli dopo, nelle figure, del Doge al diritto e di Cristo al rovescio, incise sui grossi 'Matapan' della repubblica di Venezia .1 punto
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Carlo I , mezzo testone a cavallo con la spada come nel testone. scusate se non è FDC come si usa adesso!1 punto
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A cura dell'Associazione numismatica giuliana. Disponibile online. https://www.academia.edu/44905577/Periodico_associazione Buona lettura e siate buoni con le critiche1 punto
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1870 Gettone satirico francese a seguito della caduta del secondo Impero di Napoleone III, imita in diametro e aspetto i 5 centesimi di Napoleone III parodizzandoli in ogni loro elemento: la corona di lauro è sostituita con l'elmo prussiano, il millesimo col numero dei prigionieri di Sedan, la legenda NAPOLEON III EMPEREUR con una frase ingiuriosa; al rovescio l'aquila imperiale si è fatta civetta, ai tempi considerata simbolo di malaugurio, e i fulmini dello stendardo imperiale sono mutati in ossa, la legenda EMPIRE FRANCAIS è volta anch'essa in senso ingiurioso nei confonti dell'ex imperatore del secondo impero.1 punto
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Ovviamente mi rimetto alle valutazioni dei più esperti e mi fido di tutti voi; ho iniziato ad acquistare qualche papale solo da pochissimo e mi accontento di conservazioni non eccelse: criticatemi pure ma preferisco nel tempo raccogliere una varietà di esemplari che mi facciano apprezzare un lungo arco temporale di monetazione piuttosto che pochissimi super pezzi. Belli sicuramente ma che non danno visione d’assieme. e poi c’è sempre la speranza del Superenalotto: se vincessi potrei collezionare solo fdc eccezionali di tutte le epoche!!!!1 punto
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proprio bella, e che conservazione! poi la zecca di Torino rispetto quelle in Savoia ha qualcosa in più, fa parte delle monete del piemonte quindi con una moneta alimenti due collezioni. auguri!1 punto
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Grazie 'fanne qualche altra' ma.... le hai già lette tutte?1 punto
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Con l'occasione di questa fusione per incorporazione sono andato a rivedermi le prime sei pagine, non ricordavo più di aver inserito una mucca animata (post 78 -- ed ha un suo perchè). Tanti utenti esperti del forum hanno tranquillamente postato la loro patacca nonchè la loro storia, altri anche un'intera collezione di patacche. Alcune non sono proprio le solite che siamo abituati a vedere spesso postate dai neo iscritti nel settore identificazioni, quindi credo che nella discussione ci siano presenti.... "patacche rare"!1 punto
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Davvero stupenda! Quella croce mauriziana poi è davvero bellissima e nitida. Auguri anche da parte mia. Regium1 punto
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La racc. l'ho spedita dall'Italia. Si vede che i francesi rimborsano, almeno parzialmente, anche le racc. che perdono.1 punto
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Non ci voglio mettere la malizia, ma a volte pensar male ci si azzecca. Non vi sembra che la finitura del cinturone sul davanti, assomigli tanto a qualcosa di fallico? Che poi si voglia vedere Gesù con il martello, per accettarlo all'interno di una chiesa, ci può stare.1 punto
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Ottimo Oronzo. Ti muovi rapido ? il Srafini lo hai preso originale? Vi erano alcuni volumi in una recente asta Cronos (Crippa) provenienti dalla biblioteca Santamaria ( una delle case numismatiche piu’ importanti drlla prima metà del secolo scirso). i volumi sono 4 ma il quarto fu stampato in pochissime copie ( alcuni dicono 50) e si trova quasi sempre come ristampa accanto ai primi tre originali. Guardando il nuovo esemplare che hai postato mi convinco ancora di piu’ dell’originalità del tuo przzo anche se naturalmente stiamo giudicando una foto e occorrerebbe avere il pezzo in mano per un giudizio piu’ compiuto. merita senz’altro di essere fatta vedere ad un esperto . Le bolle di alta epoca sono rare mentre abbondano quelle con la tipologia dei due santi affiancati, modello che si e’ ripetuto identico poi nei secoli ( e che è stato imitato a iosa dai falsari). Il Serafini ( a differenza del Muntoni) è la fonte migliore per queste emissioni pontificie.1 punto
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10 Centesimi ai tempi non erano comunque proprio pochissimo. Avevo letto tempo fa(https://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/05/17/calcola-potere-dacquisto-lire-ed-euro-dal-1860-2015/?refresh_ce=1) che 20 centesimi avevano pressappoco il potere d'acquisto di 1 euro attuale quindi 10 centesimi avevano il valore di circa 50 Centesimi attuali, uno dei tagli anche oggi più falsificati (https://www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/cronaca/monete-false-1.4032168). Oltretutto si tratta del taglio più grande per valore in metallo non nobile poi già i 20 centesimi erano in argento e quindi controllati con più attenzione immagino...1 punto
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falsa per tutti i motivi citati con estrema chiarezza. ma in primis a colpo d'occhio: alpacca al 99%1 punto
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Pensi che qualcheduno ti risponda? Mettere nero su bianco una cosa del genere? Come minimo c'è il rischio di prendersi una denuncia per diffamazione, e per giunta penso che si vada contro le regole del forum, ..... saluti TIBERIVS1 punto
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Peggio peggio....comunque @Numismatico 007anche per le monete mondiali di qualsiasi nazione ,scrittura, interpretazione di calendari ecc ecc è forte forte?1 punto
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se ci si chiede se si tratta di un vero o un falso moderno, antico,... significa che è una moneta coniata, una moneta che esiste. che io non conosco. devo giudicarla dalla corretta lettura della fotografia. se è solo un gioco dico senza esitazione FALSA moderna. da cosa l’ho capito? Basta gurdarla. per averene la certezza ho fatto testa/croce con una moneta da due euro, garantito uno su due che azzecco. Mi autosqualifico.1 punto
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Infatti, non c’è alcun obbligo di mostrare la fattura. In caso di vendita il privato dovrebbe sottoscrivere una dichiarazione del seguente tenore: io sottoscritto cedo a titolo oneroso la seguente moneta...acquistata in data x presso y per la quale è stata emessa la fattura n. Z del..., documento che detengo in originale presso la mia residenza (senza allegarla, ma solo citandola nei suoi estremi). Se dovesse poi succedere qualcosa sarà sempre possibile esibire la fattura, se le circostanze lo richiedessero.1 punto
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Salve Concordo con @nikita_ anche per me si tratta di un double turnois di Luigi XIII ma direi di 11 tipo piuttosto che di 9 tipo. In particolare ciò è per me confermato dal ritratto al dritto, che nella sua foto è girato di 90 gradi, è infatti molto particolare perché non presenta il doppio bordo come nel nono tipo e in quasi tutti gli altri double tournois di Luigi XIII e questo per me è un dettaglio risolutivo che mi porta ad identificare la moneta in questione con l'11 tipo di Double Tournois di zecca Lione del 1637 che presenta appunto questa particolarità di assenza del doppio bordo nella legenda al diritto: https://en.numista.com/catalogue/pieces52295.html A mio avviso anche il nodo della veste è davvero molto simile oltre alla V della legenda "FRAN ET NAV" che va quasi a toccare in entrambi i ritratti il busto del sovrano1 punto
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Ciao, non è la mia monetazione, l'avevo intravista giorni fa cercando tutt'altro sul sito numista, vedi se combacia qualcosina: https://en.numista.com/catalogue/pieces52294.html1 punto
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Buonasera Amici, oggi posto un 10 tornesi del 1844, lo trovai a casa tra le cose di papà. Diciamo quindi che fu in assoluto la mia prima moneta Borbonica. Buon proseguimento e buona domenica.1 punto
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Parere personale, ma la trovo estremamente pacchiana. Inoltre, aimè, non sono sicuro che farà molti invenduti. Purtroppo, e sottolineo purtroppo, se viene venduta (e pubblicizzata) come "pezzo unico" o simile, la acquisteranno in molti. Per me può rimanere lì dov'è ?1 punto
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Io non credo. Sarà come la Vespa: monete di una bruttezza imbarazzante per il Paese che ha alle proprie spalle una storia numismatica come la nostra, ma basta presentarla a un programma televisivo della domenica e andranno a ruba.1 punto
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e per finire l'ultimo regalino del 2020 Taglio: 2 euro Nazione: Vaticano Anno: 2002 Tiratura: 2.000 negli starter kit e in divisionale Condizioni: BB Città: Milano1 punto
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Questo è il modo di commentare una moneta per la quale viene richiesto un parere di autenticità. Per sparare sentenze soprattutto nell'ambito della monetazione classica ci vuole esperienza, che il buon @Sirlad non ha. Nulla di male ovviamente ma un po' più di accortezza è dovuta, anche perché non è la prima volta che si bolla per falsa una moneta chiaramente autentica. Aggiungo: se solo 1 dice che è falsa e TUTTI gli altri che intervengono dicono invece che è autentica, diciamo che ha toppato clamorosamente e chiudiamola qua.1 punto
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Scusate, amici. Non vorrei sembrare fuori dal coro e auspico non comprendiate male quanto vi voglio dire: a me non piace molto il 2 euro dedicato alle professioni sanitarie. La mia opinione non è assolutamente connessa a negazionismi o ad altri motivi di rabbia; tra l'altro il mio settore lavorativo è proprio nella Sanità, seppur come ruolo amministrativo. Innanzitutto, è una moneta che rischia di presentare molte lacune: la Sanità non è formata unicamente dal personale medico ed infermieristico (anche se queste figure sono spesso in prima linea) ed un semplice "Grazie", tra l'altro con accanto un cuore, sembra un semplice cavalcare l'onda emotiva del periodo. Sembra un'immagine presa da un social network. Avrei preferito piuttosto scegliere l'immagine di un medico/infermiere mentre assiste una persona, o qualcosa di simile, ed avrei scritto "Professioni sanitarie". Secondo me è stato inoltre assolutamente un bene non citare il nome del virus, come molti qui avrebbero invece desiderato... lo ritengo un qualcosa che dal punto di vista emotivo sia assolutamente da eliminare, non solo per la malattia di per sé, ma anche per quello che sta causando dal punto di vista delle normali abitudini umane; teniamolo sì dal punto di vista storico, ma non con il nome sulle monete! San Marino, se non mi sbaglio, ha realizzato quest'anno una moneta in Argento con un tema analogo, risultando però migliore. Tra l'altro, su un metallo diverso, la commemorazione con quel disegno l'avrei vista più sensata. Ripeto comunque che questa è solo una mia opinione. La moneta da 2 euro su Roma capitale, invece, mi piace maggiormente anche se andiamo sul classico!1 punto
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