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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/21/21 in tutte le aree
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Buonasera a tutti. @ggioggio ecco il mio Mezzo Tornese del 1839. Riferimenti : Pagani 466, D'Incerti 415. Artemide Aste del 23 Febbraio 2004, lotto 892. Peso grammi 1,48 Giudicata BB+5 punti
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Sulla seconda moneta commemorativa da mezzo dollaro, coniata dal 1951 al 1954, i Washington... raddoppiano A Booker T si aggiunge George Washington Carver (1864 - 1943) Ricercatore agronomo statunitense ed educatore nel campo dell'agronomia. A tale titolo lavorò nel Dipartimento di Agricoltura del Tuskegee Insitute dell'Alabama (quello di Booker), insegnando sul campo a ex-schiavi le tecniche di agricoltura per l'autosufficienza. Nato da una famiglia di schiavi del Missouri, venne adottato dal suo ex-padrone Moses Carver, che lo fece studiare. È curiosa l'origine del suo secondo nome, Washington: noto a tutti come "George dei Carver", come avveniva spesso con gli schiavi, assunse poi il nome George Carver; ma, esistendo un'altra persona con lo stesso nome e cognome nei pressi, spesso la posta che gli era indirizzata andava all'altro; per evitare ciò aggiunse una "W" al proprio nome (quindi "George W. Carver") e quando gli fu chiesto che cosa significasse la W, lui rispose: "Beh! Washington, perché no?" E tale nome rimase Il dritto della moneta, disegnata come l'altra dall'artista afroamericano Isaac S. Hathaway, mostra i profili dei due Washington, con quello di Carver in primo piano. petronius3 punti
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Non ho il Mezzo Tornese 1839, nell'attesa che qualche fortunato possessore lo condivida, io posto le foto del Mezzo Tornese 18443 punti
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Sinceramente poi ormai non capisco più questa esigenza pressante che ciclicamente viene fuori sul forum del PERITO ASSOLUTO. Il perito più infallibile del Papa in materia di Fede che ti certifichi l'autenticità di ogni moneta che gli capiti sotto mano (dall' oscura moneta ostrogota alla solita emissione commemorativa natalizia della Repubblica di Mbulu Mbulu) riuscendo a certificare ogni volta con certezza assoluta la sfumatura tra il FDC e il FDCSUPER+CHEPIU'BELLONONSIPUO'... Visto che si è parlato di professionisti dotati di un ordine professionale: lo sanno anche i bambini che non esistono il medico, l'ingegnere, l'avvocato, etc infallibili e assoluti. Esiste quello più bravo e quello meno bravo, quello serio e quello cialtrone, quello più simpatico e quello più distaccato, quello iperspecializzato solo in un ramo e quello che sa un po' di tutto. In questi campi della vita prendiamo atto di questa condizione. Il perito numismatico invece NO, si pretende che debba essere assolutamente perfetto. Mah. Curioso. Saluti Simone3 punti
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50 baht Thailandia 1971. 20° anniversario - Organizzazione internazionale buddista3 punti
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Roma è presente sulla maggior parte dei denari repubblicani. Avrei preferito una di queste... Arka Diligite iustitiam2 punti
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So anche io bene che a criticare son buoni tutti. Immagino che dietro queste monete ci sia tanto lavoro che deve essere rispettato. Rimane il fatto che purtroppo non riesco ad associare immediatamente la rappresentazione della moneta da 2 euro a Roma (diversamente dalla moneta da 1000 lire del 1970). Non aiuta il fatto che l'altare della patria non mi abbia mai attirato sotto il profilo estetico (anzi). Avrei sicuramente apprezzato maggiormente l'iconografia se avessero ripreso l'immagine di Atena dall'asse fuso . Riflettendo un attimo la moneta non commemora la presa di Roma, il cui 150esimo anniversario ricorreva l'anno scorso, quanto la proclamazione della stessa a capitale del regno d'Italia, avvenuta nel 1871. Le altre due non sono monete per la circolazione, per cui rientrano nell'ambito delle medaglie commemorative travestite da monete. I miei gusti mi portano ad apprezzare di più il 20 Euro Dante. La commemorativa della nutella è una trovata commerciale, ma se si vuole vendere queste monete/medaglie bisogna trovare un prodotto che interessi un pubblico maggiore possibile, in particolare bisogna cominciare a conquistare i giovani. Se verranno vendute avranno fatto bene, altrimenti male.2 punti
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1971 Banca d'Italia - 5.000 lire Carli/Lombardo del 20 maggio 19712 punti
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Non lo so, guarda. Onestamente appena l’ho visto mi sono venuti in mente quei copricapi imbarazzanti stile Mazinga Z e Goldrake (con tutto il rispetto per gli appassionati di manga giapponesi). Peccato che quelli fossero volutamente bizzarri per cercare di creare qualcosa di futuristico. Qui, invece...2 punti
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Concordo in toto. Come ho anche scritto svariate volte, mi è capitato spesso che mi sottoponessero monete che conoscevo poco o per nulla, e ho mandato il collezionista dai miei colleghi esperti nei settori che meno conosco. Secondo me dovrebbe essere sempre così, e non penso di fare la figura dell'ignorante ma di chi è conscio dei propri limiti (e pregi)2 punti
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Attenzione. Nessuno pretende l’impeccabilità e la perfezione assoluta da parte dei periti. Siamo tutti esseri umani e soggetti ad errori. Però, a mio avviso, c’è una sostanziale differenza tra periti e medici (ad esempio): quando una persona si rivolge ad un medico per un problema che non è di sua competenza, il medico (solitamente) consiglia al paziente di recarsi da uno specialista o di fare visite ed analisi specifiche per avere un quadro clinico più chiaro. Avete per caso mai visto il vostro medico di famiglia operare un aneurisma dell’aorta? Ovviamente no. Per quello esiste una figura professionale che è sempre medico ma cardiochirurgo. Allo stesso modo il cardiochirurgo non avrà le competenze di un ortopedico o di un oculista nei loro rispettivi ambiti, pur avendo tutti e tre un percorso formativo simile nei primi 6 anni (quelli pre-specializzazione). In ambito numismatico, invece, capita di vedere periti che si occupano tanto di monete greco-romane quanto di lire della Repubblica, passando magari per gli stati pre-unitari e monete estere. Ovviamente, nessuno glielo impedisce ma forse anche questo è un problema. Il fatto che, in molte occasioni, non vi sia l’umiltà di dire al collezionista: “Guardi, onestamente non sono monete che tratto. Per una corretta valutazione le consiglio di recarsi da questo mio collega”. Se, invece, un perito si dichiara preparato e canna completamente la perizia, secondo me, è giusto criticarlo. Così com’è giusto criticare un medico che sbaglia la terapia o la diagnosi, dopo essersi professato esperto in quel campo. In altre parole, a mio avviso, la “cialtronaggine” andrebbe condannata sempre e comunque.2 punti
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La mia fidanzata raccoglieva cartoline. Così andammo a un mercatino dell'antiquariato. All'epoca non erano tanti e si fece un bel po' di strada per arrivare. Mentre lei guardava le cartoline, io curiosavo tra i banchi. In uno di questi c'era una ciotolina con poche monete. Una di queste era scura, piuttosto rovinata. La presi in mano. Era un 10 centesimi di Umberto I del 1893. 1893, pensai, quasi 100 anni fa... E' antichissima... Chiesi al commrciante quanto volesse per la moneta. 1000 lire disse lui. Era più di un pacchetto di sigarette. Ma per una cosa così antica magari ne vale la pena, pensai. Così la presi. Tornato a casa cominciai a guardare la moneta. Il ritratto era quasi invisibile e anche le scritte si leggevano a fatica. Ma tenevo in mano un pezzo di storia e questo mi affascinava. Due giorni dopo mi recai in un negozio di numismatica e comprai il catalogo Alfa delle monete italiane. Il giorno dopo tornai nel negozio per comprare la seconda moneta. Da quel giorno non smisi più di guardare, studiare e comprare monete. E sono passati più di quaranta anni. Arka Diligite iustitiam P.S. Il 10 centesimi di Umberto lo conservo ancora. Credo che nessuno mi darebbe i 50 centesimi di euro che ho speso. Ma è grazie a questa moneta che ho potuto divertirmi per 40 anni e spero di poterlo fare per altri 40.2 punti
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Indipendentemente da chi è stata posseduta la moneta, credo sia un pò quello che tutti vorremmo. Mi spiego facendo un esempio: sono un collezionista che nella mia vita ho raccolto monete (romane-medioevali-regno-ecc) più o meno importanti, diciamo di una certa importanza e rarità, magari anche pezzi unici. Prima di lasciare questo mondo, visto che non ho nessuno a cui lasciare o che vuole proseguire la collezione, decido di alienare il tutto presso un commerciante. Almeno per me, sarebbe gratificante che il commerciante mettesse anche il mio nome vicino a certe monete. Chi verrà dopo di me avrà in mano qualcosa che è stato di un altro, qualcosa che è stato raccolto, custodito,preservato nel tempo e tramandato. Non ha importanza se sono famoso oppure no. Sicuramente qualcuno nell'ambiente mi ha conosciuto e forse apprezzato e questo basta. Chi era "BORDONI"? Io non l'ho conosciuto, ma sicuramente è stato un collezionista e merita di essere ricordato.2 punti
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Se cerchi qui nel forum la parolina magica "minimonete" ( che poi monete non sono) troverai molte discussioni in proposito, comunque ti risparmio la fatica, come già detto NON sono monete, NON sono medaglie, NON sono gettoni, ( resta poco ) sono assimilabili a non so cosa, comunque sono tondelli placcato oro, o nelle migliori ipotesi a 8 Karati, pesando pochissimo, fossero anche d'oro valgono pochissimo, numismaticamente non valgono nulla, la prima non riesco a capire a cosa vuol riferirsi, la seconda scimiotta una sterliana inglese in oro di quasi 9 gr, la terza si rifà ad una bella moneta spagnola in oro.... spero che tu non le abbia acquistate... Caro Matteo ( risparmio un po' di o), da quello che vedo dai tuoi interventi, ti stai appocciando in modo sbagliato alla Numismatica, sei alla ricerca spasmodica del " pezzo raro" che costa, rimani più con i piedi per terra, perchè prima o poi la fregatura arriva. saluti TIBERIVS2 punti
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Come detto da fabio 22, è una medaglia giubilare, in bronzo/ottone, a mio modesto parere per lo stile dei timpani sopra le Porte Sante molto probabilmente è attribuibile all'Anno Santo del 1675. I quattro santi (uno in realtà e la Madonna) rappresentano le quattro Basiliche di Roma che Sono S. Pietro, Santa Maria Maggiore, S. Giovanni in Laterano e S. Paolo fuori le mura, medaglia non comune. Ciao Borgho2 punti
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CILE: 1 Escudo 1971 in Rame-Nichel. Al D/: il generale José Miguel Carrera (Santiago del Cile 1785 - Mendoza 1821), uno dei protagonisti dell'indipendenza del Cile dalla Spagna; Al R/: lo stemma del Cile, simbolo araldico ufficiale del paese, creato da Charles Wood Taylor e adottato il 26 giugno 1834. Al centro lo scudo è sostenuto a sinistra da un huemul ed a destra da un condor, entrambi incoronati con la corona della Marina. Lo scudo è inoltre sovrastato da tre piume colorate di blu, bianco e rosso. Al di sotto dello scudo un nastro riporta il motto: "Por la Razón o la Fuerza" (in spagnolo "Per la ragione o la forza"). Il generale José Miguel de la Carrera y Verdugo2 punti
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Ecco la terza serie, la più lunga e a mio avviso la più intrigante per l'arrivo del...? non spoilero ? Ci ho messo un po' per tradurla, a causa di alcune incomprensioni su dei termini e su dei modi di dire, inoltre mi sono permesso di sottolineare degli aspetti che secondo me sono rilevanti in questa serie, ma tutto sommato mi sembra sia uscita una buona traduzione (per quanto posticcia), fatemi sapere. SERIE 3. A. STRUTTURA 1. Definizione La terza serie incisa a nome di Postumo si apre con un nuovo donativo, il terzo e ultimo del suo regno italico (almeno allo stato attuale della nostra documentazione). Comprende aurei radiati (gruppo A) e antoniniani con busti e titoli eccezionali (gruppi D ed E). Tra questi ultimi abbiamo classificato il n° 1059 che presenta caratteristiche stilistiche inconfondibili che lo legano alla III serie piuttosto che alla IV (dove questa tipologia è comunque frequente). Gli attuali antoniniani si dividono in due serie, una non marcata (B), che corrisponde al 2° numero di G. ELMER, l'altra recante i segni d’officina “P”, “S” e “T”, che lo studioso viennese aveva classificato nel suo semi-emissione, contemporaneamente agli aurei del nostro gruppo A. Poiché abbiamo mostrato l'esistenza di una breve serie con la legenda AEQVIT associata a marchi di officina, è improbabile che la coniazione del 111/B abbia preceduto quella di altri gruppi. Piuttosto, crediamo che le monete non contrassegnate dovrebbero essere ricondotte alla monetazione destinata al donativo. Possiamo, dunque, ricostruire questa serie come segue: La metrologia mostra che le quattro fasi degli antoniniani probabilmente non sono contemporanee. 2. Distribuzione della monetazione È possibile lo studio della distribuzione della monetazione solo per i gruppi C, D ed E: L'equilibrio tra le tre unità produttive è piuttosto approssimativo. La distribuzione è estremamente vicina a quella della serie 14 di Gallieno (ossia F: 32,40%; S: 30,41%; T: 37,12%). 3. Le titolature Contrariamente all'abitudine della progressiva riduzione dei titoli, la forma più sviluppata del nome di Postumo compare a metà della sua monetazione. Si può escludere il riutilizzo di conio in quanto lo stile è senza dubbio quello dell'incisore trasferitosi a Milano nell'estate o nell'autunno del 267. Il titolo che termina con P FEL AVG sarà ripreso da Claudio II nella sua prima emissione milanese. 4. Le denominazioni La serie n. 3 comprende un gruppo di aurei radiati di cui si conservano due copie. Non c'è dubbio che siano state prodotte con gli stessi conii usati per gli antoniniani, poiché abbiamo scoperto un legame a cuneo tra la moneta d'oro BN (n'1042 / Rl) e un esemplare di biglione proveniente dal tesoro di Roui 11y-Sacey (n "1058/106). Tutti gli altri esemplari sono antoniniani. B. DATAZIONE Non abbiamo alcun modo per determinare la data di coniazione della serie n.3. Notiamo solo: 1. Che il gruppo B comprende antoniniani senza marchio di officina, coniati secondo gli stessi standard di peso della seconda serie; 2. Che i seguenti gruppi mostrano una notevole riduzione del peso medio degli antoniniani, probabilmente a testimonianza delle difficoltà finanziarie di Aureolo; 3. Che Postumo ha reagito inviando a Milano un incisore da un team che lavorava in una delle sue due zecche principali; 4. Che la Serie n.3 è circa dieci volte più grande della precedente basandoci sulla quantità di conii utilizzati. In modo tutt’altro che sicuro, proponiamo come possibile datazione di questa terza serie, un periodo che va dalla primavera alla metà dell'autunno del 267. C. METROLOGIA E VOLUME DELLA SERIE 1. Metrologia I due aurei radiati pesano uno 3,56 g, l'altro 3,25 g (forato), con una media minima di 3,405 g. È inutile discutere di dati così tenui. Ci limiteremo a notare che la moneta d'oro sembra aver perso un quarto del suo peso (1 g) rispetto al precedente donativum. Abbiamo precedentemente detto che il gruppo B è indiscutibilmente legato alla serie II: le medie sono infatti vicine, oscillando tra 3.225 g (II/B) e 3.115 g (III/B). Aureolo, invece, è costretto ad alleggerire notevolmente il suo antoniniano da III/C: la perdita è di 0,247 g, pari al 7,93%. I valori osservati in III/E sono troppo pochi per essere affidabili. Annunciano già la successiva riduzione di peso. 2. Volume dell’emissione (Il rapporto tra dritti e rovesci)? è del 44,26 / 55,74%. Questi valori sono più o meno quelli osservati nella serie precedente (42,54 / 57,46%). D. TECNICHE MONETARIE 1. La coniazione I rovesci che presentano un'immagine incusa sono 73 (su 442), pari al 18,52%. Il calo rispetto alla serie 2 è minimo (-2,71%). Diversi angoli mostrano tracce di ritocco o anche parziale reincisione, ad esempio 1050B / R34 e 1055A / R5. Abbiamo anche individuato una possibile ribattitura (n "1054 A / i), purtroppo poco leggibile. Infine, segnaliamo un angolo inverso che appare indebitamente in questa serie; questo è SALVS AVG (n ° 1052), tipico della serie successiva, accidentalmente accoppiato con un dritto di 111. 2. La punzonatura delle legenda Accanto ai quattro firmatari/incisori elencati in precedenza, compare un quinto personaggio la cui origine gallica è fuori di ogni dubbio: porta con sé, infatti, uno stile particolare, un'epigrafia molto diversa da quella allora in uso nel Nord Italia, una nuova forma titolare, IMP C POSTVMVS PF AVG, l'unica in uso sugli antoniniani di Postumo emessi tra il 261 e l'inizio dell'anno 268, e una tecnica di incisione del tutto diversa dalla precedente per quanto riguarda il rilievo delle effigi. Su questo torneremo più tardi. Questo quinto incisore aggiunto realizza titolature estremamente nette, con lettere all'inizio molto grandi e spigolose, talvolta leggermente appallottolate alle estremità, ben disegnate, con un dotto di una regolarità mai vista nella moneta di Mediolanum. L’uso della punteggiatura fra le lettere è ancora molto comune. La troviamo principalmente al rovescio, ma un dritto presenta questa particolarità: IMP POSTVMVS.P.AVG. 3. Errori di legenda Sono stati trovati alcuni rari errori di punzonatura: CONCOHD per CONCORD (n. '1043) e un POSTVNVS (n. 1051) probabilmente recuperato dalla serie precedente. 4. I diametri di bordatura Il diametro è stato ridotto in modo abbastanza significativo, da 21,02 / 20,74 mm a 20,47 / 20,56 mm (per 15 esemplari misurabili). La riduzione del peso è stata quindi accompagnata da un'equivalente riduzione del diametro delle monete. 5. Gli incisori È apparso un nuovo incisore (M), come abbiamo già visto. Crea effigi straordinariamente belle, usando un minimo rilievo. I tratti del viso sono realistici o, per lo meno, riproducono fedelmente i ritratti che ci sono arrivati grazie alla monetazione coniata in Gallia: capelli ricci, barba folta, baffi ben marcati che mettono in risalto le labbra carnose, naso leggermente rialzato e zigomi alti. Il confronto con la produzione gallica è essenziale: E.BESLY e R.BLAND hanno semplicemente notato che "in questo periodo sono apparsi nuovi stampi sul dritto con un ritratto più naturalistico". La differenza tra la produzione di questo incisore, al suo arrivo in zecca, e quella degli altri quattro incisori è tale che è difficile non vedere in ciò la prova di un trasferimento di personale. Se nella Serie III la sua produzione è ancora quantitativamente limitata, si svilupperà notevolmente in seguito e l'ipotesi di un semplice invio di conio non può essere accettata. E. PROGRAMMA ICONOGRAFICO 1. I dritti a. Caratteristiche generali e struttura: b. I tipi: Accanto al busto corazzato e drappeggiato, visto da tre quarti prima, troviamo due forme già attestate sotto Gallieno: l'effige corazzata a destra, riccamente decorata, e una specie di busto nudo terminante con una piccola egida (L5), eccezionalmente incontrata in 6/1, gruppo 6. 2. I rovesci a. Caratteristiche generali e struttura: La struttura della serie 111 segue indubbiamente quella della precedente: La Virtus diminuisce notevolmente, in modo da ottenere un equilibrio tra ogni tipologia. In questo quadro ternario, è certo che la Salus (non è al suo posto)?: l'ibridazione è dunque assicurata.2 punti
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Ciao, ti segnalo un’altra possibile lettura. Claudio II, attorno a luglio/agosto 270 d.C., muore di peste durante la campagna contro i Goti. Ci sono vari generali che puntano alla porpora imperiale e uno di questi è Aureliano, con un buon seguito tra le truppe. Lo ricordiamo tra i generali più influenti già alla morte di Gallieno. Dal momento che il potere a Roma è un gioco di equilibri tra Imperatore, Senato ed Esercito, da Roma parte l’ordine di incoronare Quintillio: appoggiato dal Senato (e quindi a lui debitore) potrebbe attirare a sé la benevolenza di parte dell’Esercito a scapito di Aureliano, benvoluto dai militari e quindi “ostile” al Senato. Detto fatto, Quintillio in fretta e furia non viene fatto rientrare a Roma bensì viene incoronato ad Aquileia dove era di stanza a presidio del Nord Italia. Nel frattempo Aureliano è impegnato nella campagna gotica e proprio per questo motivo c’è tutta questa fretta. Chiude la guerra riconquistando alcune città cadute in mano ai Goti. Rientra a Sirmium e qui le milizie lo acclamano Imperatore. Siamo attorno al XVII giorno di regno (Eutropio, Zonara, HA)/ XX (HA), Quintillio a seconda delle versioni o viene ucciso dalle truppe rivoltose o si suicida. Se questa è la giusta ricostruzione allora affermerei che la Fedeltà e la Concordia (nei confronti dell’Imperatore) sono più auspicate e propagandistiche: in così breve tempo non vi era possibilità di fare altro. Il Marti Pacificatore è sempre un richiamo all’esercito (Marte, portatore di pace sconfiggendo il nemico, è protettore e ispiratore dell’Imperatore impegnato nelle campagne militari). Nota bene, assieme a queste emissioni dedicate all’esercito vi sono molte legende auspicanti la Pace, la Sicurezza, la Letizia, etc… La Vittoria compare solo in un caso. Quindi un tentativo di mantenere la pace assicurandosi l'appoggio dell'esercito senza evidenti intenzioni aggressive. Siscia era la zecca attiva per produrre monete destinate principalmente all’esercito impegnato sul Limes danubiano: logico che fosse una delle produzioni più attive. Nonostante ciò, sarà la prima (assieme a Cyzicus) a passare dalla parte di Aureliano (probabilmente perché passata in mano ai militari dello stesso Aureliano). Per puro spirito di discussione, chiaramente. Buona serata Illyricum2 punti
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taglio: 2 euro cc paese: lussemburgo anno: 2006 tiratura: 1.047.500 condizioni: bb città: trieste taglio: 2 euro cc paese: finlandia anno: 2009 tiratura: 1.600.000 condizioni: bb città: trieste2 punti
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Ho provato a caricare il video di questo esemplare su YouTube Renato2 punti
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Quintillo (Marcus Aurelius Claudius Quintillus) fu imperatore nel 270 d. C.; fratello di Claudio il Gotico, durante il regno di questi fu probabilmente procuratore della Sardegna. Alla morte di Claudio - morto nel Gennaio del 270 a Sirmio colpito da una epidemia di peste o forse di vaiolo – Quintillo fu proclamato imperatore dalle sue truppe dislocate ad Aquileia a difesa dei confini italiani. Venne riconosciuto imperatore anche dal senato e dal popolo. In particolare, sia l’esercito che il senato non avevano al momento molta simpatia per Aureliano, altro candidato al trono, che comandava le truppe del Basso Danubio. Il fatto che dapprima l’esercito accolse con favore Quintillo come imperatore è comprovato dalle emissioni monetali con la Concordia Exerciti, la Fides Militum, la Fides Exerciti, la pace di Marte. AUREUS, MILANO, COHEN 11, SEAR 11429, CONCORD EXER AUREUS, MILANO, SEAR 11430, FIDES EXERCITI AUREUS, MARTI PAC1 punto
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Ho iniziato più di una decina di anni fa con 1€ greco trovato di resto. Da ragazzino ero appassionato di gufi e rapaci notturni quindi quello fu il salto da quella a questa passione. Da lì ho iniziato a raccogliere pezzi da 1€ diversi e poi ho iniziato ad informarmi su internet per capire che tipologie c'erano. Ho proseguito su questa strada un paio d'anni e poi ho iniziato a considerare anche le vecchie monete del Regno che avevo in casa. Grazie al catalogo di questo forum riuscii a farmi un'idea di che pezzi avevo (devo dire che fui molto fortunato in questo senso perché avevo già un buon numero di monete circolate del Regno e provenienti da vecchi viaggi e addirittura tra queste la moneta più antica che avessi mai visto un 5 Centesimi di Napoleone III del 1853!). Catalogai queste monete e iniziai a farmi una piccola collezione del Regno e di quel che avevo sotto mano che mi venne voglia di ampliare con qualche acquisto. Da lì iniziai un percorso che non mi ha più lasciato e parallelamente alla mia grande passione per la Storia cresceva sempre più forte la mia passione per le monete...1 punto
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Quello che pensiamo possa essere un grano, somiglia a questo preso sul catalogo la Moneta. ?1 punto
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No, in realtà è una FIDES MILITVM dintipo successivo con legenda abbreviata, non ha quindi il ritratto di Mario. È comunque un ritratto non "tardivo" e probabilmente presso la zecca non era ancora andata a pieno regime l'effige con il caratteristico naso aquilino1 punto
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Anche secondo me di Roma si poteva trovare qualcosa che la rappresentasse di più ma che soprattutto a colpo d'occhio si collegasse subito con la città. Io ho dovuto cercare cosa fosse raffigurato e questo già è un fallimento secondo me.1 punto
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Ciao Alberto, in primis proverei a classificarle, poi in base all'identificazione potrei decidere di inserirle in collezione o tenerle da parte...1 punto
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DUCATO di PARMA e PIACENZA - ALESSANDRO FARNESE terzo Duca 1586-1592 - TESSERA PER 2 PANI Tessera già postata al n. 31 ma altro conio1 punto
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Peccato che delle divisionali non ne hanno parlato nemmeno per mezzo secondo. Comunque a mio avviso, complice il COVID, il fatto di aver avuto un breve video di presentazione preregistrato e non una presentazione in presenza come l'anno scorso, lunga e spesso noiosa (almeno secondo me) ha giovato molto nel mantenere l'attenzione.1 punto
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Non si sa. Generalmente sul sito mettevano i prodotti a inizio gennaio per la sottoscrizione dell'abbonamento. Ma quest'anno boh...le metteranno sul sito in tempo per fare l'abbonamento? Non è dato sapersi. Mistero sammarinese!1 punto
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1971 British Honduras, Elisabetta 2a, 25 cents in rame-nichel.1 punto
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Ciao Alberto @Litra68 posto anche il mio 12 Cavalli 1792. Buona Serata Beppe1 punto
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La tesi storiografica più solida circa la successione Claudio II - Quintillo - Aureliano è quella proposta da J.R. Rea nel 1972 e così riassunta da Vincenzo Cubelli nel suo libro "Aureliano Imperatore. La rivolta dei monetieri e la cosiddetta riforma monetaria": Claudio II, in punto di morte, avrebbe dichiarato proprio Aureliano quale suo successore, tuttavia il Senato approfittò del fatto che fosse impegnato nella Mesia Inferiore contro i Goti per nominare Quintillo. Al Senato Aureliano non piaceva e, dati gli intrallazzi che i senatori tenevano a Roma (compresa la gestione della Zecca), preferirono nominare un imperatore "debole" che non avesse troppe spinte riformiste. Inizialmente anche l'esercito stanziato lungo il Danubio riconobbe il nuovo sovrano, tuttavia - proprio per il carisma e la forza di cui godeva Aureliano presso le truppe - l'appoggio al neo eletto Quintillo venne meno abbastanza rapidamente e quando Aureliano entrò a Smirne fu acclamato imperatore dai suoi uomini spingendo così Quintillo alla resa culminata con il suicidio ad Aquileia. Prima di recarsi a Roma, Aureliano dovette contrastare e frenare le turbolenze che interessavano la Pannonia minacciata dalle invasioni dei Sarmati, Iazigi, Roxolani e dei vandali Hasdingi. Questo comportò una mancata copertura dei confini italici che fecero sì che gli alemanni passassero il Brennero, così nel 271 Aureliano marciò verso l'Italia non riuscendo però a impedire il sacco di Milano. Inoltre le truppe imperiali subirono una brutta sconfitta a Pavia facendo temere la sicurezza della Capitale. Proprio in questo periodo di incertezza e timore, nella capitale quelli che un tempo erano "solo" intrallazzi interni della zecca, scoppiarono in tutto il loro vigore con una vera e propria rivolta che Aureliano, non appena riuscì ad avere la meglio sugli Alemanni con due vittorie verso i primi di marzo del 271 a Pavia e Fano, sedò con una vera e propria repressione militare probabilmente verso la fine del mese di marzo del medesimo anno. La rivolta dei monetieri, che godette di sicuro di un appoggio di parte dell'élite senatoriale, ebbe come conseguenze una drastica riorganizzazione del personale di zecca dopo l'epurazione e la condanna a morte di molti dei soggetti coinvolti (compresi diversi senatori) e una serie di interventi che portarono a una vera e propria riforma monetaria e al rafforzamento del sostegno imperiale da parte dei senatori (proprio a seguito dell'eliminazione degli antagonisti che strumentalizzarono o guidarono la rivolta della zecca).1 punto
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Secondo me sarebbe buona norma fare dei controlli ciclici sull’operato dei professionisti iscritti. Anche perché, come giustamente hai affermato, soggetti che giudicano monete BB per qFDC (ed esistono, purtroppo) danneggiano l’immagine dell’intera categoria. Perciò, com’è giusto rendere onore alla serietà lavorativa dei tanti periti onesti, a mio avviso, andrebbe in qualche modo “punita” la mancanza di rispetto e la non professionalità di tutti quei soggetti che si approfittano soprattutto della mancanza di conoscenze dei collezionisti alle prime armi.1 punto
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E fu così che il povero @Nummus sparì (si vocifera per mano dei servizi segreti maltesi in combutta con le banche del lussemburgo )1 punto
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Perù, 10 soles 1971, commemorativa del 150° anniversario dell'indipendenza del Perù Al rovescio: Tupac Amaru, ultimo sovrano Inca; catturato e poi decapitato il 24 settembre del 1572, dopo essere stato convertito al Cristianesimo...1 punto
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Buongiorno a tutti, ripropongo il mio mezzo Tornese del 1838 con nuove foto, e soprattutto dopo un intervento con formula segreta ? di Fratello Beppe @giuseppe ballauri al quale vanno i miei ringraziamenti. Eccolo Saluti Alberto1 punto
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Spesso nelle varie sezioni vedo interventi "ad minchiam" su monete definite gadget, che invece sono buonissime, oppure mb quando sono spl, o che non valgono nulla quando invece valgono. Purtroppo tutti possono dare pareri anche chi dovrebbe avere almeno il pudore di stare zitto e imparare prima di parlare.1 punto
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Favorevole era, naturalmente, la popolazione di colore: "Il più grande passo verso l'uguaglianza in una generazione", telegrafò un nero da Nashville. "L'ora è vicina per dare inizio a un nuovo ordine", si rallegrò un altro. E così via. Di tutt'altro tenore le reazioni di molti americani bianchi, soprattutto del Sud. Valga per tutte quanto scritto dal Memphis Scimitar: "Il più dannato oltraggio che sia mai stato perpetrato da un cittadino degli Stati Uniti è stato commesso ieri dal Presidente, quando ha invitato un 'nigger' a cena con lui alla Casa Bianca. Non varrebbe più che una notizia di passaggio se Theodore Roosevelt si fosse seduto a cena, a casa sua, con un facchino delle carrozze dei treni, ma Roosevelt l'individuo e Roosevelt il Presidente non devono essere visti nella stessa luce. Non è passato molto tempo da quando il Presidente si vantava che sua madre era una donna del Sud, e che per questo anche lui era per metà sudista. L'aver invitato un 'nigger' alla sua tavola, non ha certo onorato la memoria di sua madre. Nessuna donna del Sud con un adeguato rispetto di se accetterebbe ora un invito alla Casa Bianca, né il Presidente Roosevelt sarebbe accolto oggi favorevolmente in una casa del Sud. Egli non ha infiammato la rabbia della gente del Sud, egli ha eccitato il loro disgusto". La parola "nigger", quanto mai offensiva per i neri, non appariva sulla stampa da anni, la sua improvvisa ricomparsa suonava come un'oscenità Ma, per tacito accordo, Roosevelt e Washington rifiutarono di discutere della loro cena coi giornalisti. Il Presidente, in un messaggio inviato privatamente a Washington, disse che non si curava di quello che chiunque potesse dire o pensare del loro incontro. Che si ripetè ancora in futuro, con Roosevelt che visitò più volte il Tuskegee Institute dell'Alabama, quartier generale di Washington. Eccoli insieme in una di queste visite, nel 1905. Bene, spero che questa cena non vi sia rimasta sullo stomaco, e che stanotte possiate riposare bene perché domani si torna a parlare di monete. petronius1 punto
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Classical Numismatic Group > Electronic Auction 484 Auction date: 27 January 2021 Lot number: 196 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: LOKRIS, Lokri Opuntii. Circa 360-350 BC. AR Stater (21mm, 12.19 g, 11h). Wreathed head of Persephone left / Ajax, nude but for crested Corinthian helmet, holding sword and shield decorated with lion, advancing right on rocks; helmet and spear below. H&D Group 19, 136 (O13A/R49); BCD Lokris 63 (same dies); HGC 4, 990; BMC 22 (same dies); Boston MFA 957 (same dies); McClean 5429 (same dies). Lightly toned, slightly off center on obverse. Good VF. Ex Pegasi BBS 144 (20 August 2013), lot 81. Estimate: 2000 USD1 punto
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Da quello che ho capito correggerà anche qualche errore dell'Hafner e conterrà anche indicazioni migliori su come discriminare le differenti varianti. Sono in trepidante attesa!1 punto
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Domanda: ma possono mettere il nome di una collezione che alla fine non è esistita? Non mi linciate, è solo una curiosità1 punto
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Caro @@dabbene, hai toccato un argomento che, come ben sai mi affascina da sempre! Sono così affascinato perchè ritengo che per molti aspetti e in tanti casi la falsificazione può essere considerata quasi un'arte. Come avete giustamente scritto a più riprese, la falsificazione esiste da sempre e sarà sempre così; nel tempo si è certamente evoluta producendo pezzi sempre più "pericolosi". Per moltissimo tempo, almeno sino alle produzioni del Cavino, sono esistite probabilmente solo le falsificazioni della moneta di scambio mentre, dai "padovanini" in poi, si iniziano a falsificare anche le monete da collezione. Osservando i falsi d'epoca probabilmente molti di noi sorrideranno mentre immaginano come, monete talvolta tanto rozze, possano in qualche modo aver ingannato gli antichi possessori. Ricordo ad esempio un asse di Traiano dove, al posto della corona laureata, l'improvvisato falsario ha inciso una bella corona radiata trasformando così il nominale da un asse in un nominale da un dupondio raddoppiandone il valore. Certo la frode è immediatamente individuabile ma, cosa sarebbe accaduto se il falsario avesse spacciato il falso dupondio, insieme ad altri autentici, in un rapido acquisto? Anche alcuni euro falsi ottenuti oggi per fusione sono decisamente brutti, eppure riescono ancora a passare di mano in mano con il solito trucchetto del pagamento multiplo. Bisogna poi pensare che probabilmente, come spesso accade ancora oggi, il malcapitato appena truffato, tentasse a sua volta di rifilare il pezzo falso nel tentativo di recuperare il suo denaro. Il salto di qualità avviene indubbiamente con i falsi delle monete da collezione. Per questo tipo di produzioni intervengono infatti i migliori artisti d'Europa e poi del mondo. Gli autori dell'epoca ci hanno tramandato i nomi dei più illustri e indubbiamente dei più bravi (Domenico Sestini in alcune delle sue opere denuncia i nomi dei falsari a lui contemporanei che, a vario titolo, riproducono le principali monete antiche e da collezione), ma certamente altri sono rimasti e rimarranno anonimi. I falsari più quotati dovevano certamente avere qualità artistiche e nozioni metallurgiche e chimiche all'avanguardia; tra questi molti erano orefici. E' assolutamente vero che il falsario doveva essere una persona assai erudita e benestante, ma queste qualità da sole non erano sufficienti. I migliori falsari infatti disponevano di una buona rete di commercianti e numismatici compiacenti i quali erano fondamentali per smerciare per buoni i pezzi fraudolenti. Quando poi il falsario veniva scoperto, molto spesso questo si difendeva sostenendo di aver operato sempre in buona fede producendo copie dichiarate e vendute come tali mentre, altri (i commercianti compiacenti) avrebbero venduto per buone e a sua insaputa i pezzi falsi. E' quello che accadde ad esempio per Becker ma lo stesso si sostiene talvolta per Cavino... la verità non la sapremo mai. Altre volte invece il falsario e la sua cerchia non si sono dimostrati all'altezza e, nonostante abbiano anche prodotto copie di discreta fattura, sono stati rapidamente scoperti per via di errori di copiatura fatti dall'incisore supportato da un numismatico poco competente. E' il caso del falsario greco Christodoulos i cui prodotti furono addirittura pubblicati dal museo di Atene per mettere in guardia i collezionisti. I falsari del '900 hanno indubbiamente raggiunto livelli tecnici impressionanti. Mentre i collezionisti imparavano a riconoscere i difetti tipici dei falsi più vecchi, nascevano produzioni perfezionate e prive di quei difetti oramai "bruciati". Con l'invenzione della microfusione i difetti più grossolani si riducono e questa nuova generazione di falsi entra in tutte le collezioni per non uscirne più. Oggi, periodo di crisi economica globale, le collezioni vengono vendute e questo è uno dei motivi per cui il mercato è nuovamente invaso dai falsi.Contemporaneamente, la possibilità di acquistare intere collezioni a prezzi vantaggiosi fa abbassare la guardia e, inevitabilmente, si finisce per acquistare anche qualche falso anche di ultimissima generazione. Come ho scritto negli Atti del Convegno di Torino, per il falsario è fondamentale sfruttare l'aspetto psicologico al fine di rendere il falso più appetibile deviando così l'attenzione dai possibili difetti di produzione. Ecco che le monete vengono etichettate come "provenienti da vecchia collezione". I falsari più abili del '900 provengono indubbiamente dalla Sicilia dove, in alcuni casi, possiamo parlare di veri e propri geni che hanno studiato nei minimi particolari l'aspetto delle monete antiche autentiche, compresi i difetti di coniazione, i difetti provocati dalla corrosione, etc. Oggi la tecnica consente di ottenere produzioni di qualità altissima che però richiede sforzi tecnologici e quindi economici enormi. Ancora una volta il falsario ha bisognoo di essere circondato da un fidato gruppo in grado di produrre e smerciare il falso. Sempre oggi, la tecnica consente di smascherare la maggioranza di questi falsi ma, il falsario conosce inevitabilmente anche queste tecnologie ed è alla continua ricerca di metodi per contrastare eventuali ispezioni. Dunque appare impossibile immaginare un mondo senza falsi e, soprattutto senza falsari. PS: per gli esperti della cartamoneta, mi pare di non aver letto nulla sopra a riguardo, chi ci racconta la storia del falsario altruista Paolo Ciulla di Catania?1 punto
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