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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/25/21 in tutte le aree
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Questa discussione nasce in primis dal mio amore per la Città Eterna. Poi dalla curiosità di approfondire la conoscenza di un imperatore (e delle sue monete) di cui sapevo un po’ poco, forse anche per un retaggio scolastico, quando Massenzio veniva considerato il “cattivo” contrapposto al “buono”, ovvero Costantino. Questa fu, infatti, la sfiga di Massenzio: aver sfidato un “monstrum”. Ma per nostra fortuna, le cose non stanno proprio così. Come al solito, cominciamo da una moneta: IMP C MAXENTIVS P F AVG: testa di Massenzio, laureata, a destra R: CONSERV VRB SVAE: Roma elmata, drappeggiata, seduta di fronte, con la testa a sinistra, in un tempio esastilo, con un globo nella mano destra ed uno scettro nella sinistra con uno scudo a fianco; come acroteri del tempio due Vittorie e sul frontone una corona ESERGO: RBQ : Zecca di Roma, quarta officina. RIC VI Roma 210 Il dritto ci mostra la classica iconografia della prima tetrarchia, dove i ritratti imperiali sono piuttosto statici, inespressivi e stereotipati, con scarsa personalizzazione dei tratti somatici. Massenzio (indistinguibile dagli altri augusti legittimi del tempo) appare con il viso largo e squadrato, il collo tozzo e muscoloso, la mascella volitiva, gli zigomi forti e sporgenti, la barba e i capelli cortissimi e curati. Lo sguardo è fiero, quasi truce, ad indicare chiaramente l’autorità e la forza. Insomma, un vero militare. Il rovescio presenta una legenda significativa: Massenzio è il “conservatore” della grandezza di Roma, il suo “protettore”. Roma è rappresentata in un grande tempio esastilo, come una divinità che ha in mano i destini del mondo (il globo) che governa (lo scettro) con le armi (lo scudo e l’elmo). Ciò ad indicare la sua supremazia, quale Città Eterna, sulle altre città dell’Occidente, in particolare su Milano e Treviri che l’avevano scalzata dal suo ruolo di capitale unica dell’impero. Ma non solo: Roma rivendica la sua supremazia anche sulle città dell’ Oriente. Proprio ad Oriente, in effetti, si stava spostando il baricentro del mondo romano. Massenzio si erge a difensore delle prerogative dell’Urbe quale centro nevralgico dell’impero in opposizione alla politica di provincializzazione voluta da Diocleziano e dalla prima tetrarchia da cui lui fu bandito quale tiranno. La tipologia che ho postato non è l’unica per questo rovescio. Ecco, a Ticinum, la RIC VI 106: Roma, seduta in un tempio tetrastilo con in mano un globo ed uno scettro, viene incoronata da una Vittoria stante di fronte a lei, con un prigioniero tra di loro: Sempre a Ticinum, la RIC VI 108: Roma, seduta in un tempio tetrastilo con in mano un globo ed uno scettro viene incoronata, da una Vittoria stante alle sue spalle.... Qui (ancora a Ticinum!) il globo e’ sormontato da una Vittoriola (RIC VI 105): E che dire del dritto di questa (ritorna Ticinum), la RIC VI 103? La veste di Massenzio e’ splendida.... Come si e’ visto, Ticinum mostra una certa varietà di rovesci della stessa serie; e’ un particolare davvero interessante. Ma quella che più mi piace e’ questa. Siamo ad Aquilea: RIC VI 113: Si nota una scena ancora più rappresentativa, in cui Roma, seduta nel tempio, dona il globo proprio a Massenzio. Ritengo questa moneta davvero splendida, anche per la ricchezza della scena con ben tre personaggi (c’è anche un prigioniero), quasi un piccolo quadro incorniciato dalle strutture architettoniche del tempio, anch’esso con decorazione davvero ricca. Infatti, ha un frontone del tutto particolare con la rappresentazione della lupa e dei gemelli, ulteriore richiamo al passato mitico di Roma cui Massenzio e’ particolarmente legato. E’ interessante notare come monete CONSERV VRB SVAE siano state coniate anche a nome di Massimiano e di Costantino I. Ecco Massimiano: Ed ecco Costantino I augusto: E Costantino I cesare: Quindi Costantino appare sia come augusto che come cesare. La spiegazione e’ nei tribolati avvenimenti di quegli anni convulsi. Lungi da me il raccontarne la storia (ogni vota che li rivedo scopro qualcosa di nuovo o capisco qualcosa di diverso) ma giusto per orientarci ecco il variare delle titolature di Costantino nel tempo: -dal fine luglio 306 a inizio autunno 306: augusto -da inizio autunno 306 a fine 307: cesare -da fine anno 307 a novembre 308: augusto -da novembre 308 a metà anno 310 : cesare -da metà anno 310 in poi: sempre augusto Da perderci la testa... Ma perché questo rovescio compare anche con Massimiano e Costantino I? Faccio un piccolo passo indietro… Ho trovato rovesci con CONSERVATORES VRB SVAE, ovvero al plurale. Ciò forse ad indicare una sorta di alleanza e di comunione di intenti tra Massenzio, Massimiano e Costantino contro Galerio (e Severo). Ecco la RIC VI 84a: Con il tempo i rapporti tra i tre si deterioreranno e Massenzio diventerà quindi l’unico CONSERV VRB SVAE, l’unico protettore della sua città. Ma veniamo all’Urbs Sua, a Roma. Conclusa l’età severiana che era stata caratterizzata dalla costruzione di monumenti significativi, i turbolenti decenni centrali del III secolo non videro significative realizzazioni edilizie. Si dovette attendere il regno di Aureliano perché nell’Urbe fossero nuovamente aperti grandi cantieri. Proprio con Aureliano, la città iniziò a cambiare volto, cominciando ad assumere l’aspetto di una città tardo imperiale. Infatti, per difendere la capitale dalle incursioni barbariche che ormai minacciavano direttamente la penisola italica, Aureliano decise di cingere la città con un poderoso circuito murario, che da lui prese il nome. Un decennio più tardi la città aveva perso il ruolo di capitale. Massimiano, chiamato da Diocleziano nel 285 a reggere la parte occidentale dell’impero, le aveva preferito Milano, meglio situata da un punto di vista strategico-militare. Ciò nonostante, a Roma Massimiano intraprese una intensa attività edilizia. C’era in primo luogo da provvedere alla ricostruzione ed al restauro degli edifici colpiti dal grande incendio che aveva devastato l’area del foro nel 283, durante il regno di Carino. Tra essi la Curia Iulia, completamente ricostruita come la possiamo vedere tutt’ora. La sua attività edilizia non si limitò a questo; infatti, furono costruiti anche nuovi edifici quali ad esempio le Terme di Diocleziano. Si arriva quindi a Massenzio. Per Massenzio Roma era e restava la vera ed unica capitale. L’Urbe con le sue millenarie vicende, i suoi dei, le sue leggende, era il vero centro propulsore della storia. Nessuna città poteva rivaleggiare coi i suoi templi, le sue strade ed i suoi monumenti. Campione di una linea politica tutta incentrata nella riaffermazione della gloria di Roma, egli non poteva che espandere ulteriormente il precedente programma di edilizia monumentale promosso da Massimiano caricandolo di forti valenze ideologiche attraverso il recupero dei valori tradizionali, dei culti e dei miti ancestrali (vedi Marte, i Dioscuri, Romolo fondatore…) espressi anche sulle monete (non solo quelle coniate a Roma). La basilica colossale che aveva deciso di edificare sul vecchio colle della Velia (la “Basilica di Massenzio” nel foro) lo avrebbe mostrato al mondo intero... Ogni volta che vado a Roma mi soffermo a guardare impressionato le colossali arcate ai cui piedi mi sento piccolissimo. Ma Roma era già una città grandiosa, con i templi degli antichi, primo fra tutti quello di Venere e Roma che per Massenzio aveva un forte significato simbolico e che quindi fece ricostruire in forme ancora più monumentali (come si apprezza in parte ancora oggi): Il tempio conteneva al suo interno due celle contrapposte: Quella che vediamo oggi e’ quella est (che ospitava la statua di Venere), rivolta verso il Colosseo (parte anteriore della foto). La cella ovest (che conteneva la statua di Roma) è inglobata oggi nella chiesa di Santa Francesca Romana. Insomma, noi del tempio ne vediamo solo metà (ma è una gran metà!). Secondo alcuni è proprio questo tempio quello rappresentato sulle monete CONSERV VRB SVAE. La Via Sacra, resa ancora più maestosa proprio con la sua basilica, fu ulteriormente abbellita. Ci fu inoltre la sistemazione della Meta Sudans, la costruzione di nuovi acquedotti ed il rafforzamento delle mura aureliane. E poi la costruzione di una splendida villa lungo la via Appia con il famoso circo con accanto il monumentale mausoleo di Romolo, suo figlio morto prematuramente a 13 anni, cui aveva dedicato anche un tempio nel foro (il cosiddetto tempio di Romolo). Di tutto ciò restano ancora imponenti rovine, immerse nel verde della campagna romana. Le visitai in occasione del mio ultimo viaggio a Roma prima del blocco totale: rimasi assai colpito davanti alla bellezza dei resti che facevano pensare alla bellezza degli edifici originari, solo lontanamente immaginabile. Il Circo di Massenzio… Il mausoleo di Romolo… Come appare oggi parte del complesso… Come doveva apparire allora… Ed ecco il Tempio di Romolo nel foro romano… Massenzio non si fermò qui. Fece, infatti, ridedicare il Colosso neroniano al figlio Romolo, costruì nuove terme sul Quirinale e ristrutturò i palazzi severiani e le mura aureliane (con il progetto di dotarle di un fossato). A Ostia, infine, aprì una zecca per coniare monete in un luogo più sicuro in quei periodi convulsi e per finanziare la campagna militare contro Domizio Alessandro. Particolarità: in essa non furono coniate monete CONSERV VRB SVAE, ma solo (che mi risulti) una CONSERVATOR VRBIS SVAE, un aureo: Ad Ostia furono coniate altre tipologie, tra cui ricordo le AETERNITAS AVG N…. .…..con la rappresentazione dei Dioscuri in riferimento alla tradizione navale della città. Infatti, Castore e Polluce erano i protettori di marinai. Ma il significato va oltre: va alla propaganda messenziana che enfatizza simboli classici di Roma. Costantino avrebbe completato molte delle opere che il suo sfortunato rivale aveva lasciato incompiute. Non e’ escluso che lo stesso Arco di Costantino possa risalire ad un progetto di Massenzio per celebrare la vittoria sul ribelle Domizio Alessandro. Roma in quanto antica città pagana, raggiunse proprio in quegli anni il suo massimo apogeo architettonico. Di lì a poco Costantino, discretamente, avrebbe iniziato a trasformarla in una città cristiana. Spero di non aver detto inesattezze; in questo caso invito i lettori (so che ci sono tanti “massenziani” nel forum) a segnalarlo senza alcun problema. Ciao e buona domenica da Stilicho Fonti: - Il nostro forum (una vera miniera di sapere) - RIC volume VI - La Roma di Massenzio e Costantino. Palombo Editore - Wildwinds - OCRE - Moneteromane.info5 punti
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Appena arrivato dopo oltre 15 giorni di attesa. Foto fatte al volo con luce artificiale. @Asclepia il mio esemplare pesa 6,1 grammi, ed il tuo? Bel colore e freschezza del metallo nonostante piccolissime ossidazione. Rovescio gradevole ma non al pari del dritto purtroppo. Tutto sommato cmq posso accontentarmi. Attendo vostri pareri. Buonanotte Dritto:4 punti
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Buonasera a Tutti, sempre in modesta conservazione aggiungo a questa stupenda carrellata di Tornesoni il mio pezzo dell'anno 1857. P.S. Mi scuso con tutti i partecipanti, ma i like che mi concede la Direzione sono insufficienti a premiare tutti i magnifici esemplari che vengono postati. Non me ne voglia nessuno. Spero di riuscire poi a darli prossimamente. Saluti, Sergio. ?4 punti
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San Marino - 20 Lire 1972 Rappresentazione di Giuseppe Garibaldi mentre aiuta sua moglie Anita a salire sul Monte Titano, a ricordo dell'asilo dato a Garibaldi dalla Repubblica di San Marino, dopo la capitolazione della Repubblica Romana nel 1849.3 punti
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Se si ha la mentalità di far chiudere una moneta nella scatoletta di plastica dove non si può osservare nemmeno il terzo lato della moneta( il bordo)è meglio lasciar perdere la Numismatica:la Numismatica è tutt'altra cosa Salutoni odjob3 punti
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L’antichissimo linguaggio dell’Elamita Lineare è stato decifrato da un archeologo francese CI SONO VOLUTI 10 ANNI DI RICERCA CONDOTTA IN UN CELEBRE SITO ARCHEOLOGICO IRANIANO, A SUSA, NELL’IRAN SUD-OCCIDENTALE. UNA SCOPERTA CHE APRE UN’IMPORTANTE PISTA SULLA COMPRENSIONE DELL’EVOLUZIONE DEL LINGUAGGIO DELL’EPOCA NELL’AREA MEDIORIENTALE C’è stato un silenzio lungo oltre un secolo sulle tavolette d’argilla scritte in Elamita Lineare, scoperte nel 1901 in un’area archeologica di Susa, nell’Iran sud-occidentale. A svelare il mistero, è stato François Desset, archeologo francese del Laboratoire Archéorient di Lione affiliato all’università di Teheran e specialista dell’età del bronzo e del neolitico in Iran, assieme ai suoi collaboratori: una ricerca durata dieci anni, un rompicapo che sembrava impossibile per via di quei caratteri cuneiformi lontani dalle lingue del ceppo indoeuropeo o semitico finora conosciuti. Un linguaggio isolato rispetto alle aree vicine, che per questo è stato paragonato all’odierno Basco. Gli esiti della scoperta saranno pubblicati sulla rivista specialistica tedesca Zeitschrift für assyriologie und vorderasiatische archaeologie, ma nel frattempo Francois Desset ha fornito qualche anticipazione in un seminario online svoltosi a novembre 2020 nel dipartimento dei beni culturali dell’università di Padova, grazie alla collaborazione tra l’archeologo francese e il professore Massimo Vidale (sotto la videointervista). L’ELAMITA LINEARE DECIFRATO DA FRANÇOIS DESSET Questo sistema di scrittura, che si legge da destra a sinistra e dall’alto verso il basso, è stato utilizzato dalla popolazione che abitava l’altopiano iraniano nell’antico regno di Elam tra la fine del terzo e l’inizio del secondo millennio avanti Cristo. Il primo passo che ha portato Desset alla sua decifrazione è stato lo studio di alcune iscrizioni incise su dei vasi di argento, chiamati gunagi, appartenenti alla collezione Mahboubian di Londra. “Quando si ritrovano manufatti in metalli preziosi, nella stragrande maggioranza dei casi provengono da tombe, per questo ho suggerito che forse venivano usati nelle cerimonie funerarie”, ha raccontato nell’incontro avuto con l’Università di Padova. “Per quanto riguarda le iscrizioni reali spesso sono abbastanza ripetitive, riportano: ‘io sono + nome proprio, re di + nome del regno, figlio di + nome del padre’. E spesso sono dedicate a divinità: ‘ho depositato questo artefatto per + nome di divinità’. Diciamo che l’operazione di decifrazione è stata più interessante del significato di quelle scritte”. L’ELAMITA LINEARE, UNA LINGUA IN EVOLUZIONE La scoperta di Desset costituisce un importante tassello aggiuntivo nello studio della storia del Medio Oriente, l’area compresa tra Turchia e India, quella in cui sono apparse per la prima volta – le testimonianze risalgono a 12.000 anni fa – l’agricoltura, l’allevamento, la metallurgia, la scrittura, le prime città. L’esordio della civiltà, insomma. Lo studio dell’elamita lineare, infine, ha fornito un inedito punto di vista interno all’Iran dell’epoca, permettendo anche di capire l’evoluzione delle lingue coeve. “Abbiamo scoperto che intorno al 2300 a.C. esisteva un parallelo sistema di scrittura in Iran, e che la sua versione più antica, chiamata scrittura proto-elamita, in uso tra il 3300 a.C. e il 2900 a.C., risaliva addirittura ai tempi delle prime scritture cuneiformi mesopotamiche!”, ha spiegato lo studioso a Sciences et Avenir. “Allo stesso modo, posso ora affermare che la scrittura non è apparsa prima in Mesopotamia e poi in Iran: questi due sistemi, il protocuneiforme mesopotamico e il protoelamita iraniano, erano infatti contemporanei. Non c’era una sceneggiatura madre di cui la protoelamita sarebbe stata figlia, c’erano due scritture sorelle. D’altra parte, in Iran, non c’erano stati due sistemi di scrittura indipendenti come pensavano gli specialisti fino ad allora, con il protoelamita da una parte e l’elamita lineare dall’altra. Si tratta invece della stessa scrittura che ha subito l’evoluzione storica ed è stata trascritta con delle variazioni in due periodi distinti”. Ora che è stato svelato il mistero dell’Elamita Lineare, le ultime due lingue che rimangono da decifrare sono la Lineare A di Creta (decifrata invece da tempo la B), e la scrittura della Civiltà della Valle dell’Indo. https://www.artribune.com/arti-visive/archeologia-arte-antica/2021/01/linguaggio-elamita-lineare-decifrato-archeologo-francese/2 punti
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La foto del rovescio di quella moneta non ce l'ho, era una foto proveniente dal web e che salvai sul tablet ma il rovescio non era fotografato. ho pero' una mia moneta simile ma un po' piu' brutta e ha queste foto. dovrei forse fotografare la mia in modo inclinato cosi' che si vede bene il rilievo verso l'alto della tartaruga e da un po' piu' di diglita' alla mia moneta che dal vivo risulta piu' bella che nelle foto dall'alto.2 punti
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Bonsoir... ripiglio questa discussione tornando su un tondello che ho già postato ma che qui non può mancare anche perché per il momento è l'unico esemplare che conosco, certamente ce ne saranno altri e spero di beccarne uno io in conservazione ancora migliore vediamo se salteranno fuori. La particolarità di questo 10 grani del 1815 sta nella legenda del dritto, in cui le A sono sostituite chiaramente e senza dubbi da delle V capovolte FERD III.P.F.. SICILIR.ET HIER. REX in basso 1815. Saluti2 punti
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San Marino - 100 Lire 1972 Rappresentazione del Santo Marino mentre compie la traversata del Mare Adriatico dalla Dalmazia Settentrionale, sua terra d'origine, che secondo la tradizione avvenne verso la fine del III° d.C. per la ricostruzione delle mura di Rimini e per sfuggire alla persecuzione contro i cristiani iniziata dall'Imperatore Diocleziano. Pompeo Girolamo Batoni ( 1740 ) San Marino Risolleva la Repubblica San Marino - Museo di Stato2 punti
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Per conoscere meglio la storia di questa tipologia e delle zecche dove e' stata emessa , consiglio : Clara Semple - A Silver Legend: The Story of the Maria Theresa Thaler 20052 punti
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Salve a tutti, oggi vi mostro una matrice di versamento risalente al 1937 - Regno d'Italia - relativa al prestito redimibile del 5%. terza serie. La creazione del Debito Pubblico risale al 1861, anno in cui fu proclamata l'unità d'Italia. Il governo di allora si preoccupò di unificare i debiti pubblici degli ex Stati preunitari. Per tale motivo, il Ministro Bastogi istituì il Gran Libro del Debito Pubblico in cui vennero iscritti tutti i debiti perpetui o irredimibili contratti. La parte più interessante, sotto il profilo grafico/artistico è certamente quella relativa alla filigrana, visibile solo controluce. Oltre alle iconografie, tra le quali il Fascio Littorio e le lettere "DP" - Debito Pubblico - sulla parte destra traspare la scritta - Regno D'Italia Debito Pubblico - Saluti.2 punti
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Caro Stilicho, ti faccio i miei complimenti, hai scritto egregiamente tutto quello che c'era da dire. Va be', come si sarà intuito io sono un massenziano della prima ora e quindi mi fa davvero piacere ogni qual volta la storia di questo imperatore venga riproposta, per di più con questa perizia. Vivendo a Roma, almeno una volta alla settimana mi faccio un giretto a piedi per via dei Fori Imperiali e, aldilà dei tanti monumenti noti che conosciamo tutti, la vista della Basilica di Massenzio ha un sapore sempre particolare: è un'opera mastodontica, possente, elegante. L'avrei tanto voluta vedere non in rovina, con le arcate riempite dalle enormi vetrate. Credo che avesse un impatto visivo incredibile. Per completare il quadro dell'attività edilizia dell'imperatore, aggiungo anche l'impianto termale costruito all'interno del Palatino. Concedimi la mia canonica parte di rompiscatole, solo per correggerti su un dettaglio secondario (che non riguarda tra l'altro Massenzio). A Carnuntum Costantino e Massimino furono degradati a Cesari, siamo d'accordo. Tuttavia subito dopo tale sanzione ad entrambi venne concesso il titolo più prestigioso di Filii Augustorum, con l'intento di placarne il risentimento per non essere divenuti Augusti. In molti credono che tale titolo fu soltanto onorifico, ma in realtà aveva carattere ufficiale ed andò a sostituire e non ad aggiungersi a quello di Cesare (che decadde) già dal gennaio del 309, come dimostrato dalla documentazione papiracea. Mentre rispetto alla considerazione fatta da Arka, tra l'altro prevalente tra gli studiosi, che il sistema tetrarchico non prevedesse in assoluto la successione per via dinastica, non mi trova del tutto concorde. Nel senso che il matrimonio tra Massenzio e Valeria nel 293, figlia di Galerio appena nominato Cesare, dal mio punto di vista rivela come egli fosse considerato un futuro imperatore, altrimenti non si spiegherebbe la posizione di prestigio da lui acquisita quale genero del Cesare d'Oriente. Anche il fatto che Lattanzio rimarchi come tutti si aspettassero la nomina nel 305 di Costantino a Massenzio a nuovi Cesari, ci da l'idea di come la possibilità di una successione dinastica fosse una delle opzioni prese seriamente in considerazione tra quelle a disposizione di Diocleziano. E' probabile che l'imperatore dalmata, fiaccato dall'età, cedette alle richieste di Galerio di nominare Severo e Massimino, due illustri sconosciuti a lui legati da vincoli di amicizia e parentela, per assecondarne l'ambizione di controllare il collegio imperiale (Galerio era genero di Diocleziano). Appare tuttavia difficile credere che Costanzo e, per l'appunto, Galerio non si preoccupassero del pericolo che potevano rappresentare le ambizioni di Massenzio che, tra il 305 e il 306, viveva tranquillamente nelle vicinanze di Roma, ove il padre Massimiano (che a sua volta si era ritirato non lontano da lui in Italia meridionale) era popolarissimo e godeva del favore delle truppe ivi stanziate. Si può dunque sospettare che Massenzio avesse ricevuto precise garanzie di una sua futura nomina a Cesare quando sia Costanzo che Galerio avrebbero a loro volta abdicato (nel 312). Costantino, invece, che era praticamente tenuto in ostaggio a Nicomedia (e infatti Galerio fece di tutto per ostacolarne la fuga in Britannia), è da ritenere che fosse stato escluso definitivamente dalla successione. Per questo quando verrà nominato imperatore dalle legioni britanniche, Massenzio si sentirà defraudato, facendosi per tutta risposta acclamare immediatamente a Roma. Ma questo è solo una mia particolare lettura.2 punti
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Repubblica Democratica Tedesca, 5 mark 1972. Commemorativa del 75° anniversario della morte di Johannes Brahms2 punti
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Molto probabilmente è così. ? Beh, va detto che lo stemma reale di quel periodo era piuttosto complesso e i tempi erano (diciamo) un po' turbolenti, due qualità dalla cui compresenza ci si può aspettare l'abbassamento nella cura del dettaglio presente in altri conii: in una qualche vita futura, se ci ? riuscirò, ho in animo di scrivere qualcosa sulle millemila "varianti peregrine" di quello stemma, dove il rigiramento del leone è solo una di esse, e nemmeno la peggiore... ? Ricambiati! ?2 punti
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Torniamo, per concludere, alla famosa cena alla Casa Bianca con cui abbiamo iniziato. Che vide, oltre a Washington e Roosevelt, due altri ospiti. Del primo Philip B. Stewart del Colorado, amico di Roosevelt, non penso ci sia da dire molto di più di quanto detto nel link che potete leggere cliccando sul suo nome. Molto, molto più lungo, sarebbe il discorso sull'altro ospite, Edith Roosevelt, seconda moglie del Presidente. Ma poiché, ancora una volta, non è scopo di questa discussione fornire le biografie dei suoi protagonisti, diremo solo che, per tutta la cena, Edith si limitò a manifestare "il suo dolce disinteresse per chiunque, bianco o nero, non fosse, come diceva lei, 'de notre monde'." La ammiriamo in un particolare del bel ritratto fattole nel 1902 dal pittore francese Theobald Chartran. Ma possiamo ammirarla, anche, sulla medaglia che la zecca americana le ha dedicato nell'ambito del programma First Spouse, una serie di medaglie dedicate alle mogli dei Presidenti degli Stati Uniti, da Martha Washington a, per ora, Barbara Bush, moglie di George Bush Sr. La medaglia, prodotta come tutte quelle della serie sia in oro che in bronzo (vediamo entrambe le versioni), mostra al dritto, disegnato da Joel Iskowitz e inciso da Joseph Menna, un bel ritratto di profilo di Edith Roosevelt, con le iscrizioni 26th (Presidente) e 1901-1909, gli anni trascorsi dai Roosevelt alla Casa Bianca. Il rovescio, disegnato da Chris Costello e inciso sempre da Menna, presenta un'immagine parziale della Casa Bianca con una colonna e un compasso, a rappresentare il restauro avvenuto nel 1902, come indicato anche dalla legenda The White House Restored - 1902. E con questo è tutto gente petronius2 punti
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Buonasera a tutti, torno a scrivere sul forum dopo un periodo d’assenza visto che l’argomento della discussione e il modo in cui è stata affrontata mi hanno imposto quasi l’obbligo morale di scrivere alcune righe. Scusatene la lunghezza. Vorrei innanzitutto partire commentando il tono della discussione. È vero che è da qualche anno che non frequento il forum ma mi sembra di ricordare che è un posto dove vige la libertà di parola (entro certi limiti, s’intende), pertanto chiunque può esprimere liberamente un suo pensiero e nessuno, a mio modo di vedere, può arrogarsi il diritto di stabilire chi “dovrebbe avere almeno il pudore di stare zitto e imparare prima di parlare” e chi invece può parlare. Mi riferisco al commento di @simonesrt che peraltro, oltre a questo passaggio quantomeno discutibile, non ha apportato nulla di costruttivo alla discussione. Non mi pare poi sia legge non scritta che la preparazione numismatica di un utente dipende da quanto tempo egli sia registrato sul forum. Dando uno sguardo agli interventi di Agrippina vedo che è stata perlopiù attiva nella sezione identificazioni, rispondendo ad alcune richieste. Una nuova iscritta ma attiva e non il classico utente “da una botta e via” interessato al valore di quello che ha tra le mani e che poi, una volta ottenuta risposta, sparisce. Ad ogni modo, passando al merito della questione, leggo che nessuno di quelli che sostengono l’autenticità dell’esemplare, ha mostrato immagini di esemplari incontrovertibilmente autentici e simili a quello del British. Si parla di un dupondio di Tranquillina, moneta R4 sul RIC, e già soltanto questo dovrebbe imporre cautela nel dare giudizi affrettati, nell’uno e nell’altro senso. “Moneta autentica.” con tanto di punto perentorio scrive @skubydu, chiedendoci, immagino, di credergli sulla parola. Nell’attesa che @Crivoz fornisca le immagini di cui ha parlato, vorrei fare alcune osservazioni sui bronzi di Tranquillina e i suoi dupondi, visto che un esemplare di questi è argomento del topic. Non sarei così fiducioso, innanzitutto, di trovare dupondi originali nelle vendite all’incanto. Essendo i bronzi molto più rari dei già rarissimi esemplari argentei a nome di Tranquillina, ci si può aspettare l’esistenza di una nutrita produzione fraudolenta, non soltanto moderna, ma anche risalente agli scorsi due o tre secoli. Non è certo un mistero che i vecchi collezionisti facevano a gara per inserire nella loro collezione i pezzi o i nominativi più rari, incappando spesso in esemplari non autentici o facendoseli realizzare appositamente (nel caso di esemplari rarissimi o di nominativi di cui non erano e non sono tuttora note monete) come “tappabuchi” per la raccolta. E infatti nell’IBSCC troviamo scritto "It has long been a suspicion that most known sestertii of Tranquillina, if not all were made in the 19th century”. Possiamo estendere questo “suspicion” anche ai medi bronzi? In un articolo del 1933 pubblicato su The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society, Fifth Series, Vol. 13, No. 51, pp. 203-219, Karl Pink parla del falsario Claude Augustin De Saint Urbain (1703-1761) e delle sue produzioni, tra cui si annovera anche un denario di Tranquillina. Nella nota 12 a questo esemplare, a pagina 412, egli cita alcuni esemplari di dupondi di Tranquillina, di cui tre nella collezione del Museo di Vienna: “According to Elmer, all three Vienna pieces are from the same die and false. The same is true of Weber Sale, Pl XXXII, 2144,2145 and of the coin (? the same as 2145) in Riechmann, Lager-kat., May 1921, xvii, 1734. Is there a genuine original, and, if so, where?” Pink afferma quindi che Elmer ha ritenuto falsi gli esemplari di Vienna, tutti provenienti da stesso conio, e lo stesso vale per gli altri. Si chiede, quindi, se esistono esemplari autentici di dupondi di Tranquillina e, se esistono, dove sono. Ho deciso quindi di pormi la stessa domanda di Pink e facendo qualche ricerca, mi sono imbattuto in un dupondio di Tranquillina conservato nella collezione del Museo Archeologico Saint-Raymond di Tolosa. L’esemplare non soltanto appare essere una vecchia fusione, di quelle tipiche sette-ottocentesche, ma anche dello stesso “conio” (o impronta) dell’esemplare conservato nel British. Cosa comporta questo? In primis che la strana sensazione di cui parla @Poemenius non è dovuta a restauro o pulizia eseguiti sull’esemplare British: le due monete di Tranquillina nascono proprio con quel disegno e con quelle lettere. Non si può sostenere, inoltre, che l’esemplare di Tolosa sia una fusione ricavata dai calchi di quello del British in quanto quello di Tolosa presenta più dettagli di quello del British (a titolo esemplificativo si osservi parte della perlinatura sul bordo destro del D/ di quello di Tolosa, assente invece su quello del British). Si notano anche altre sospette similitudini tra i due esemplari, quali la forma del tondello, e i difetti o presunti tali dello stesso, posizionati tutti nei medesimi punti su entrambi gli esemplari (si veda l’immagine). Escludendo che l’esemplare di Tolosa provenga dai calchi di quello del British, resta l’ipotesi di una comune provenienza dai calchi di un terzo esemplare oppure da matrici realizzate nel XVIII secolo atte a produrre falsi di questo tipo. Per quanto riguarda la provenienza dei due esemplari, sappiamo che quello del British proviene dalla collezione del Duca di Blacas d'Aulps, continuata dopo la sua scomparsa e poi venduta nel 1867 al British. Come giustamente detto da @Luigi78, collezione importante e prestigiosa, non priva però di falsi. Ho scritto al Museo di Tolosa per conoscere la provenienza del loro esemplare e mi è stato risposto che apparteneva alla collezione di Charles Clément Martin de Saint-Amand (1700-1763), e che il Museo ospita 4247 monete di questa collezione. Quindi: due monete di due importanti collezioni di origine francese, raccolte tra il 1700 e il 1800, entrambe dalle stesse matrici, dalla forma del tondello molto simile e che presentano gli stessi difetti localizzati negli stessi punti del tondello. Senza dimenticare i cinque/sei esemplari falsi riconosciuti da Elmer, tre dei quali nel Museo di Vienna (di questi esemplari sarebbe interessante poter visionare le immagini, per valutare se anche i due British/Tolosa provengono dalle stesse matrici di quelli citati da Pink). Orbene, tutto considerato, mi sembra che i dubbi di chi ha aperto la discussione possano essere quantomeno comprensibili. Certamente, @Luigi78, il British avrà esaminato con cura i pezzi della collezione acquisita, tuttavia lo stesso Museo di Vienna conserva ben tre esemplari falsi di dupondi di Tranquillina, secondo quanto riportato da Pink e non penso siano stati meno scrupolosi nel selezionare gli esemplari. Questo per dire che più che fare affidamento sulle storie o sulla provenienza (più o meno prestigiosa) di una moneta preferisco guardare alla moneta stessa. Penso che un atteggiamento di questo tipo, in cui si raccolgono elementi inerenti all’argomento e si cerca di dimostrare o di smentire una tesi o anche soltanto le sensazioni di un utente, sia molto più utile e soprattutto più educato che ridurlo al silenzio tacciandolo di incompetenza. Un saluto a tutti2 punti
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Condivido con piacere questa bella placca della Johnson emessa nel 1914 nel ventennale della fondazione del Club per la fondazione della nuova sede in Milano. Ne ho visti diversi esemplari in circolazione, nessuno però con questa cornice coeva in cuoi e fregi in oro. Spero vi piaccia.1 punto
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Buonasera a tutti, Approfitto della Vostra esperienza per informazioni su questo pezzo "particolare". Come da titolo della discussione, ho dubbi sulla sua autenticità. Il metallo sembra una lega in ottone Diametro 24/25 mm Peso grammi 5,30 Ringrazio in anticipo tutti per il vostro aiuto. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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Un simpatico ed interessante falso d'epoca.. e a quanto può sembrare dall'usura ha pure circolato parecchio!1 punto
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DE GREGE EPICURI Gli assi i Severina costano circa il doppio degli antoniniani; e così pure quelli di Aurelano (il tipo più comune; poi ci sono anche bronzi molto rari). @crivozE' vero, potrebbe trattarsi di un numerario "diverso" e con diversi rapporti con l'antoninano: ma è una pura ipotesi, perchè non ne sappiamo nulla.1 punto
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Intanto ho scritto alla casa d'aste - vediamo quello che mi risponde.1 punto
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Esatto! a differenza delle altre è l'unica banconota prodotta dopo la seconda guerra mondiale (1946) e non per una occupazione.1 punto
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DE GREGE EPICURI No, mi sembra proprio quella indicata da @Cliff: sulla destra del rovescio si riesce, con qualche difficoltà, a leggere ΣΕΡΔΙΚΗC cioè Serdica (oggi Sofia).1 punto
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Se non sbaglio il titolo, che per prestigio stava nel mezzo tra quello di Cesare e quello di Augusto, ricorre su pochissime monete delle zecche controllate da Galerio e Massimino, nello specifico quelle di Siscia (emesse per entrambi), di Tessalonica (emesse per entrambi), di Nicomedia (solo Costantino), di Antiochia (solo Costantino) e di Alessandria (solo Costantino). Due esempi: RIC VI, Siscia 200 a (per Massimino) RIC VI, Nicomedia 56 (per Costantino)1 punto
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Questo schema proviene dall'inizio di questa discussione: le due monete sopra corrispondono alla penultima dello schema o forse meglio: il dritto delle ultime due monete postate e' un misto tra la seconda e la sesta moneta dello schema.1 punto
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Heritage World Coin Auctions > January Signature Sale 3089 Auction date: 21 January 2021 Lot number: 31057 Price realized: 6,500 USD (Approx. 5,353 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: Ancients Civil War (AD 68-69). AR denarius (18mm, 3.33 gm, 7h). NGC AU 4/5 - 3/5, Fine Style. Uncertain mint in Southern Gaul, ca. AD 69. I O M-CAPITOLINVS, diademed, heroic bust of Jupiter Capitolinus left, slight mantle showing on near shoulder, small branch before / VESTA-P-R QVIRITIVM, Vesta seated left, patera in right hand, lit torch cradled in left. RIC I 125a. RSC 432. Exceptional portrait, highlighted by exquisite cabinet toning. The civil wars at the end of Nero's reign began with the revolt of the governor of Gallia Lugdunensis, Gaius Julius Vindex, ca. March AD 68, followed quickly by Lucius Clodius Macer, legate in Roman North Africa. Vindex appealed to Servius Sulpicius Galba, then governor of Hispania Tarraconensis, to lead the revolt. Galba accepted and was elevated to emperor by the Spanish legions at Carthago Nova in April. Although produced in large numbers by regional mints to pay the military forces in play during this tumultuous period, the anonymous Civil War denarii types are relatively rare today in comparison to coinage minted during AD 69 in the names of Galba (8 June AD 68-15 January AD 69), Otho (15 January-16 April), Vitellius (16 April-22 December) and Vespasian (22 December 69-24 June 79). This interesting Civil War type was struck after the elevation of Galba, likely by pro-Vitellian forces who refused to accept Galba as emperor, perhaps by his commander Fabius Valens, in southern Gaul shortly before the First Battle of Bedriacum on 14 April AD 69. The bust of Jupiter Optimus Maximus Capitolinus symbolizes the invincible might of Rome, accompanied by Vesta, promoting the idea of the Empire's permanence. https://coins.ha.com/itm/ancients/roman-imperial/ancients-civil-war-ad-68-69-ar-denarius-18mm-333-gm-7h-ngc-au-4-5-3-5-fine-style/a/3089-31057.s?type=CoinArchives3089 HID02906262019 © 2020 Heritage Auctions | All Rights Reserved Estimate: 6000-8000 USD1 punto
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GERMANIA - 10 MARCHI 1972 - OLIMPIADI DI MONACO1 punto
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Buon pomeriggio...non dico nulla sull'originalità o meno della contromarca, ma anche per me è indubbiamente un 5 tornesi "quasi Satanico" 66....manca il terzo per evocare Belzebù Scherzi a parte 66 non BB. Saluti1 punto
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Quando nei primi post ho espresso il parere di autenticità, l ho fatto visionando la moneta che è stata presentata ( e che riporto) e sulla quale ci si dovrebbe concentrare maggiormente. Premetto che non ho fatto nessun lavoro di comparazione con altri esemplari. Cosa mi ha convinto della moneta? - L impronta lasciata dal conio - la patina - gli evidenti segni lasciati nel campo per la pulizia - alcune corrosioni della patina (a ore 2 e ore 5 del bordo) che farebbero propendere per l autenticità. Nessuno è infallibile, l errore ci può stare anche se commesso da curatori museali. Tuttavia, ,per questa moneta, mi sento di propendere per l autenticità. skuby1 punto
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Buongiorno, non sono un esperto ma posso dire che la punzonatura è quasi sicuramente postuma, ma anche se fosse d'epoca non avrebbe nulla a che fare con le ben più importanti OLIM, BOMBA e BOIA... Inoltre questa moneta gira sulla baia già da qualche anno, se fosse stata di interesse storico di sarebbe accasata già da un pezzo... Infine una mia impressione personale, la marcatura, per me, è un 66 e non BB...1 punto
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Ah ok, ora è più chiaro! Beh effettivamente così il valore è minimale. Concordo con tutti: forse è meglio tenerle per ricordo1 punto
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Se sono quelle, o simili, del sito segnalato da @Savor vengono vendute a 8 euro a serie, praticamente il doppio del facciale. Non stiamo certo parlando di grosse cifre, e se non sei già conosciuto su ebay, o non conosci qualche collezionista che potrebbe essere interessato, probabilmente venderle non ti sarà facile. Spenderle è quindi senz'altro un'opzione praticabile, ma concordo con @caravelle82 trattandosi di un regalo le terrei, tanto a spenderle sei sempre in tempo. petronius1 punto
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Ciao a tutti, vorrei sottolineare la cifra versata: 666,61 lire (penso che l'ultima sia un 1...) Un'ulteriore indizio del nesso intrinseco tra debito pubblico e forze del male!1 punto
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Buongiorno a tutti, In attesa di altri utenti che vogliono farci ammirare le loro 34 ne posto un'altra della mia raccolta. Ha la particolarità di avere 4 piccole torrette al posto dei classici pallini nello stemma del Portogallo. Saluti Raffaele.1 punto
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Buona giornata E' certamente un "Tornesello" di secondo tipo; quello emesso con la legenda variata da + VEXILIFER•VENETIA4 a •+•S•MARCVS VENETI e quindi post Francesco Foscari. Questa è la prima discriminante. Sotto il Doge Pasquale Malipiero non vengono emessi Torneselli. La produzione riprende sotto il Doge Cristoforo Moro, ma la croce patente non è accantonata da alcun bisante. Questa è la seconda discriminante, perché il tuo, invece, li ha. Nessun Tornesello viene emesso sotto i Dogi successivi, fino a quello coniato sotto il Doge Agostino Barbarigo, dove risulta esserci la croce patente, non accantonata da bisanti. Con il Doge successivo, Leonardo Loredan, si comincia a coniare il Tornesello come il tuo e cioè quello che presenta la croce accantonata da 4 bisanti, accompagnata da altri 4 alle sue estremità. L'iconografia rimane uguale anche per i Torneselli emessi sotto i Dogi successivi, fino a Francesco Venier che risulta essere l'ultimo Doge sotto il quale i Torneselli vengono emessi (eccetto le mancate emissioni sotto Francesco Donà e Marcantonio Trevisan). Tralascerei la terza discriminante, cioè il termine VENETI, così come si legge nel tuo. E' un indizio molto labile - lo confesso - perché la presenza, o meno, della "I" finale, dipende dalle monete trovate e censite; ad esempio sembrerebbe che i Torneselli coniati sotto il Doge Leonardo Loredan e Antonio Grimani riportino tutti VENETI, mentre sotto il Doge Andrea Gritti abbiamo Torneselli che riportano VENET, o VENETI, o VENETVS. In ogni caso, come correttamente indicato da @Arka, le dimensioni dei Torneselli emessi sotto gli ultimi Dogi, vanno da 14 a 15 mm. Peccato non riuscire a determinare il nome del Doge riportato sul tuo ... saluti luciano1 punto
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10 Tornesi 1856 D'Incerti 317, Pagani 350. Peso grammi 29,05 Provenienza Listino Baranowsky 1°Semestre 2001 - lotto 397 Giudicato SPL Conio decentrato al rovescio.1 punto
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Grazie Sergio, Io posto quella con la torrette orizzontale e punteggiatura completa. Quindi secondo voi il modello base quale è? Un saluto Raffaele.1 punto
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Classical Numismatic Group > Triton XXIV Auction date: 19 January 2021 Lot number: 503 Price realized: 1,500 USD (Approx. 1,237 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: THESSALY, Larissa. Circa 380-365 BC. AR Drachm (19.5mm, 5.92 g, 11h). Head of the nymph Larissa facing slightly left, wearing ampyx ornamented with grain ears, and necklace / Mare standing right; below, in background to right, foal standing right; ΛΑΡΙΣΑΙ-ΩN above and to right. L-S Series VI, Type B, dies O7/R1; BCD Thessaly 292; HGC 4, 445; Dewing 1394 var. (ethnic; same obv. die). Toned, minor porosity, slight doubling on reverse. EF. From the Grand Haven Collection. Estimate: 1000 USD1 punto
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Sempre considerando che stiamo giudicando da delle immagini, come giustamente @Arka e @Agricola hanno osservato, vorrei che @Agricola mi indicasse a quali "macrodifferenze" fa riferimento. Non si è mai affermato che i due tondelli siano uguali ma che presentano innegabili somiglianze nella forma, nei "difetti" e nel posizionamento degli stessi. Possiamo concordare che il Tolosa provenga da fusione. - Fusione da un terzo esemplare fuso? Già in una fusione vengono a perdersi alcuni dettagli, figurarsi in una fusione di fusione. Sul Tolosa si notano dettagli dell'acconciatura e della perlinatura del bordo destro sul D/, assenti apparentemente sull'esemplare British. - Fusione da un terzo esemplare originale? Se così fosse, come giustificare gli stessi difetti sul bordo presenti sull'esemplare del British? Esiste un terzo esemplare con gli stessi difetti del Tolosa e British? tre esemplari con gli stessi difetti negli stessi punti? Bisogna anche considerare che le fusioni sono passibili di "ritocchi" volti a nascondere tracce della stessa e a rendere l'esemplare più credibile. Per quanto ne sappiamo potrebbe averli subiti l'esemplare British per evidenziare quei dettagli che invece si sono persi nella fusione dell'esemplare di Tolosa, che viene a configurarsi come fusione grezza (mancanza di dettagli, alcune lettere non completamente trasferite). O semplicemente che la fusione dell'esemplare British è meglio riuscita di quello di Tolosa. Difficile dire se Tolosa abbia o meno lo "scalino": l'esemplare British è fotografato con luce radente, mentre Tolosa con luce che tende ad appiattire i rilievi. Il bordo c'è, da vedere se produce un rilievo effettivo sull'esemplare. Comunque, sempre considerando l'angolazione diversa della luce nei due esemplari e l'inquadratura diversa del tondello, ho sovrapposto il dritto e il rovescio dei due esemplari (blu il Tolosa e rosso il British). E qui i link che rimandano a due GIF con un'animazione della sovrapposizione dei due esemplari: Dritto https://giphy.com/gifs/RuWNhhaNSrhLezVABO/html5 Rovescio https://giphy.com/gifs/mh5rNTGKHVft2dMAXH/html51 punto
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Medaglia fusa per l'istituzione ordine San Michele in Francia , attribuita a Francesco Laurana peso 77.89 Ø 62 circa (Procedo a inserimento immagini nella scheda esistente)1 punto
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