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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/28/21 in tutte le aree

  1. Voi parlate principalmente di case d'asta, ma il ragionamento è di più ampio respiro e, in particolar modo, colpisce con maggiore incisività determinate tipologie di collezioni e conseguentemente particolari settori di mercato. La situazione delle case d'asta l'avete espressa e analizzata bene, fin qui. Ma vanno presi in considerazione anche altri fattori. La situazione normativa inglese sui ritrovamenti e sull'immissione nel mercato delle monete antiche è differente rispetto a quella di molti altri paesi, ergo, la moneta antica (o il ripostiglio) rinvenuti nel regno unito e regolarmente denunciati alle autorità competenti, se non ritenute di interesse nazionale e acquistate da qualche museo, vengono restituite allo scopritore e al proprietario del fondo su cui sono state scoperte. Queste poi vengono reimmesse nel mercato. Al più, se giudicate "tesoro" sono soggette a un certificato di esportazione (che non prevede costi, almeno io non ho mai pagato alcunché per averlo!). Questo comporta l'immissione di una gran quantità di "materia prima" nel mercato numismatico con frequenza pressoché costante. C'è quindi tutta una tipologia di monetazione antica (romana) che entra nel mercato numismatico e che proviene dall'Inghilterra e che segue sì i canali di vendita delle aste ma anche dei negozi fisici e virtuali dei professionisti britannici e le piattaforme di vendita online in cui operano anche i privati. Materiale che fino al 01/01/2021 non subiva particolari maggiorazioni di prezzo, anzi! Data la relativa grande disponibilità permetteva anche un prezzo di mercato abbastanza competivo rispetto ad analoghi esemplari nel mercato da tempi più "storici". Nello specifico io colleziono monete imperiali del III secolo, principalmente usurpatori britannici, impero gallico e monete provenienti da ripostigli registrati e catalogati. Per ciascuna moneta mi sono sempre premurato di avere tutti gli appoggi burocratici necessari per l'acquisto e, se previsto, per l'importazione. Data la tipologia di monete che seguo, un 80% delle monete della mia collezione proviene da venditori professionali inglesi (negozi fisici, negozi che operano online su vCoins, MaShop ed eBay o su siti propri, case d'asta inglesi o con base uk), un 15% da venditori francesi, un 4% da venditori tedeschi e un marginale 1% da USA, Svizzera, Austria, Spagna e Olanda. L'applicazione di dazi e comunque dell'iva più i costi fissi dello sdoganamento colpirà quindi l'80% dei miei acquisti futuri, un 80% di cui solo una parte abbastanza marginale proviene da case d'asta (diciamo un 15/20%) in quanto la restante parte deriva direttamente da commercianti al dettaglio (con alcuni ho un rapporto più o meno diretto e li contatto anche al di fuori delle piattaforme in cui operano acquistando, sempre con fattura e documentazione, direttamente da loro). Ora sto aspettando che mi contatti la dogana per un ultimo acquisto fatto da un commerciante tramite eBay. Il pacchetto con una manciata di monetine da ripostiglio e regolare fattura d'acquisto, è fermo da 10 giorni a Milano, per i controlli doganali. Il venditore mi ha detto che ha dichiarato l'esatto valore che ho pagato (perché è ligio e non fa magheggi o dichiarazioni mendaci per non avere, giustamente, grane). La soglia è inferiore alle 135£ quindi non ho dazi doganali, ma essendo superiore comunque ai 22€ sto aspettando la comunicazione della dogana per sapere l'importo relativo all'iva e ai diritti di sdoganamento (questi ultimi li so già memore di un precedente acquisto dalla Svizzera e ammontano a 7,50€). Sapevo della situazione e dei cambiamenti in atto dal 1 gennaio. L'acquisto l'avevo fatto a dicembre, ma - causa le festività - e l'aggiunta di un'altra moneta all'ordine, la spedizione è partita il 2 gennaio e il venditore è stato anche più che tempestivo... tant'è che io il pagamento l'ho fatto il 3 gennaio, quindi dopo la spedizione! Conoscendoci, sebbene virtualmente, ovviamente sapeva che di me ci si può fidare quanto ad affidabilità per i pagamenti. Purtroppo questa spedizione è andata così, e le monete subiranno una maggiorazione di circa 1/3 rispetto a quanto le ho pagate. Ho pendenti due offerte presso ROMA NUMISMATICS per un importo che ho stimato a filo budget provando a stimare da me i costi di importazione per l'iva e dovrei stare al di sotto del limite dei dazi (se non incide una qualche maggiorazione estremamente pesante del corriere!), ma che sarà soggetta al balzello dell'IVA. Questo fa sì che le mie offerte non saranno passibili di rilanci qualora superate perché altrimenti sforo il limite di spesa impostomi. Capite bene che la situazione post Brexit nel mio caso incide in maniera considerevole. E' vero, gli operatori italiani nel mercato sono molti e l'offerta è variegata. Tuttavia, non trovo operatori italiani che abbiano la stessa disponibilità di materiale (per la mia specifica collezione) come gli operatori inglesi, in particolar modo per le monete provenienti da ripostigli. Tutto ciò non bloccherà la mia collezione, ma ne limiterà la prosecuzione in maniera alquanto pesante... al che mi sorge il sospetto, che dietro a tutto questo ci sia un manovratore oscuro... un burattinaio che tesse le fila e che ha portato gli inglesi a volere la Brexit con tutte le conseguenze del caso. E credo anche di aver capito chi è: mia MOGLIE!!!! Così può finalmente smettere di lamentarsi perché compro un sacco di monete! Perdonatemi la battuta finale... ma dovevo sdrammatizzare perché per me la Brexit è stata una vera batosta numismatica!!!
    5 punti
  2. "Tanto pe' cantà Perché me sento un friccico ner core Tanto pe' sognà Perché ner petto me ce naschi 'n fiore Fiore de lillà Che m'ariporti verso er primo amore Che sospirava le canzoni mie E m'aritontoniva de bucie..." Non so perchè ho fatto sto cappello ma ce l'avevo in testa il buon Nino Manfredi...comunque "Tanto pe' gradì Perchè me sento un friccico alla valiggetta Abafil Tanto pe' guardà Perchè nella macchineta me uscita qualche foto Foto de rame Che m'ariporti verso er primo amore numismatico Che svuotava il portafoglio mio E m'arintontoniva de varianti.... Sono un demente... Giuro non ho bevuto credo sia la febbre In ogni caso altra foto di gruppo... 4 quattrini 1791 4 quattrini 1782 2 quattrini 1782 1 quattrino 1791
    4 punti
  3. Buongiorno...a casa con i postumi del richiamo Pfaizer proseguo con questa che ha me piace molto soprattutto per la conservazione. 5 grani 1815 legenda al rovescio senza punto finale e al dritto ETHIER senza spaziatura dopo ET corredata da una bella patina antica FERD.III.P.F.A.SICILIAR.ETHIER.REX 1815. SECURITAS PVBLICA V.B. G.5. Saluti.
    4 punti
  4. Carissimi appassionati , grazie per avermi accolto in questo interessante forum. Sono un neofita , quindi mi scuso in anticipo per alcuni errori o richieste errate che farò. Posseggo alcune piastre 120 grana di Ferdinando II ( che variano dal 1833 al 1857 ) . Posto qui alcune foto di una del 1852 che secondo me è quella meglio conservata . Purtroppo sono foto fatte con il telefonino, quindi chiedo scusa se la qualità è troppo bassa . Conto solo in un parere approssimativo , nel frattempo sto provvedendo a farmi prestare una Reflex . Desideravo quindi chiedervi : - se è autentica :) ( spero di si) - un parere sullo stato di conservazione - Non sono assolutamente in grado di valutare se nella moneta sono presenti particolarità/varianti nè tantomeno capire se ci sono difetti di qualsiasi tipo, quindi mi affido a voi. Come specificato sopra posseggo altre monete di questo tipo. Ho preso questa come riferimento per avere un idea sulla valutazione , e se effettivamente vale la pena chiedere pareri anche per le altre. PESO : 27G DIAMETRO : 37 MM CONTORNO : providentia optimi princips GRAZIE
    2 punti
  5. Buon giorno. Desidererei un aiuto per la classificazione di questo che presumo essere un quattrino di Musso di Gian Giacomo Medici. Se la classificazione fosse esatta vorrei anche conoscerne l'eventuale rarità e valore . Diametro mm. 15 - 15,5 Peso gr. 1,27 Cordiali saluti. Gabriella
    2 punti
  6. Carissimi Buonasera, La moneta in questione a mio giudizio non è stata ritoccata per niente, solo è probabile che sia stato steso o sia rimasto un leggero velo di terriccio / colore biancastro per accentuare i rilievi e che questo sia rimasto intrappolato nelle zone basse della superficie o quelle più riparate, dando origine a un colore più chiaro di quello generale, ed escludo l'uso del bulino. Personalmente non nutro dubbi che siamo di fronte al solito caso di un conio o approntato o meglio rinfrescato con punzoni che hanno "sbalzato" in positivo nel conio (e di conseguenza in negativo sulla moneta) parte del metallo... Per avere una conferma tombale che sia prodotto da un punzone per rinfrescare ( o piuttosto qualche altra soluzione simile tipo la struttura del punzone già in origine) sarebbe interessante trovare lo stesso sesterzio prima e dopo la cura, ma non ne sono a conoscenza. Nella discussione ( contenuta nella discussione citata sopra) , mi sembra ben spiegato tecnicamente soprattutto alla pagina 2 ( il buon @numizmo) e ho memoria di una terza discussione, molto più lunga, in cui si era parlato di tecniche incisorie e conii, con @Tinia Numismatica @gionnysicily e io stesso... un cordiale saluto a tutti !
    2 punti
  7. Ciao Alberto, sono monete molto belle in effetti, peccato che di solito il ritratto del Re è sempre piuttosto consumato. Posto la mia moneta che purtroppo non è molto ben conservata. Ciao Beppe
    2 punti
  8. Grazie, @gionnyscily; la lascerò così, anche perché dal vivo non è affatto male; le fotografie riescono a evidenziare difetti che con la moneta in mano non si vedono, se non in misura molto minore.
    2 punti
  9. L'importante è che sia una moneta e non un masso! 18 stivers saint barthelemy
    2 punti
  10. Certo che la Numismatica è una materia affascinante con sempre nuove cose da scoprire o da studiare. Vere o false, qualsiasi sia il responso finale, io mi sto divertendo parecchio. Grazie anche a tutti voi. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  11. Mi sembra di ricordare che su queste legende/lettere "ridefinite" se ne fosse già discusso anni fà. Purtroppo non trovo i riferimenti sul forum. skuby
    2 punti
  12. Sono andato a vedere per curiosità secondo l'indicazione di caravelle82, è una prova di conio propedeutica alla decimalizzazione dell'uno o del due cent non una vera moneta... ...meno male che non ha scelto lo specimen completamente liscio del dollaro della stessa serie!
    2 punti
  13. Da quel che mi risulta, la moneta in questione è un denaro di Pavia a nome di Enrico di Franconia (anche detta dinastia salica). Il numerale II si riferisce al fatto che è stato il secondo Enrico ad essere imperatore del Sacro Romano Impero, come anche il secondo ad essere re d’Italia. Come re di Germania, invece, è Enrico III Il primo Enrico imperatore del SRI e primo re d’Italia (e secondo Enrico ad essere re di Germania, terzo Enrico ad essere duca di Baviera) è Enrico di Sassonia, della dinastia ottoniana.
    2 punti
  14. DE GREGE EPICURI Voi parlate di Milano, ma sulla seconda foto non si legge PAPIA?
    2 punti
  15. Ringraziando @Raff82 e tutti gli amici che contribuiscono alla conoscenza di questa Piastra 1834, in passato forse poco considerata perchè comune, ma in realtà molto interessante soprattutto dal punto di vista storico, posto la variante "FERDINANDAS" : Saluti a Tutti, Beppe
    2 punti
  16. Autentica credo di si ma la barba e i capelli sono stati rifatti,non so se a bulino ma si vedono che sono incisi quasi graffiati,per me.
    2 punti
  17. Buonasera a tutti, per la mia Napoletana di oggi ho scelto uno dei miei Grani 12 Cavalli millesimo 1791. Non so voi, ma io li trovo veramente graziosi, questo esemplare che pecca molto al diritto lo trovo veramente bello al rovescio, in fondo non si può avere tutto. ? Saluti Alberto
    2 punti
  18. @r.tino fa un discorso da commerciante e non da collezionista. O al massimo da collezionista seriale, di quelle monete di regno/repubblica/euro, che si trovano in qualunque momento in tutte le aste. Chi colleziona monete più antiche trova spesso e volentieri la moneta che cerca in asta una volta all'anno o forse anche meno. Mi pare surreale dire che avere una spesa fissa in più non cambi niente: cambia tutto, per esempio mi rende meno competitivo nei confronti di chi il dazio non lo paga perché è inglese. Il risultato sarà inevitabilmente una maggiore reticenza per noi a partecipare alle aste inglesi (io sono un cliente fedelissimo di Bertolami: ora lo dovrò essere molto meno) con la conseguenza che ci verrà preclusa una fetta assai importante dell'offerta; qualora invece il pezzo esitato dovesse fatalmente attrarmi, inevitabilmente lo dovrò pagare di più, con l'ulteriore seccatura che la mia spesa non va ad alimentare virtuosamente il mercato numismatico, ma finisce nelle casse statali per idiozie politico-burocratiche.
    2 punti
  19. Bicentenario del Teatro alla Scala di Milano 1778/1978 Medaglia in Oro ad opera di Giacomo Manzu' solo 100 pezzi coniati, esemplare nr- 56/100 Credo che nel vs. completissimo catalogo non ci sia :-) potete aggiungerla Grazie Massimo
    1 punto
  20. Questa discussione nasce in primis dal mio amore per la Città Eterna. Poi dalla curiosità di approfondire la conoscenza di un imperatore (e delle sue monete) di cui sapevo un po’ poco, forse anche per un retaggio scolastico, quando Massenzio veniva considerato il “cattivo” contrapposto al “buono”, ovvero Costantino. Questa fu, infatti, la sfiga di Massenzio: aver sfidato un “monstrum”. Ma per nostra fortuna, le cose non stanno proprio così. Come al solito, cominciamo da una moneta: IMP C MAXENTIVS P F AVG: testa di Massenzio, laureata, a destra R: CONSERV VRB SVAE: Roma elmata, drappeggiata, seduta di fronte, con la testa a sinistra, in un tempio esastilo, con un globo nella mano destra ed uno scettro nella sinistra con uno scudo a fianco; come acroteri del tempio due Vittorie e sul frontone una corona ESERGO: RBQ : Zecca di Roma, quarta officina. RIC VI Roma 210 Il dritto ci mostra la classica iconografia della prima tetrarchia, dove i ritratti imperiali sono piuttosto statici, inespressivi e stereotipati, con scarsa personalizzazione dei tratti somatici. Massenzio (indistinguibile dagli altri augusti legittimi del tempo) appare con il viso largo e squadrato, il collo tozzo e muscoloso, la mascella volitiva, gli zigomi forti e sporgenti, la barba e i capelli cortissimi e curati. Lo sguardo è fiero, quasi truce, ad indicare chiaramente l’autorità e la forza. Insomma, un vero militare. Il rovescio presenta una legenda significativa: Massenzio è il “conservatore” della grandezza di Roma, il suo “protettore”. Roma è rappresentata in un grande tempio esastilo, come una divinità che ha in mano i destini del mondo (il globo) che governa (lo scettro) con le armi (lo scudo e l’elmo). Ciò ad indicare la sua supremazia, quale Città Eterna, sulle altre città dell’Occidente, in particolare su Milano e Treviri che l’avevano scalzata dal suo ruolo di capitale unica dell’impero. Ma non solo: Roma rivendica la sua supremazia anche sulle città dell’ Oriente. Proprio ad Oriente, in effetti, si stava spostando il baricentro del mondo romano. Massenzio si erge a difensore delle prerogative dell’Urbe quale centro nevralgico dell’impero in opposizione alla politica di provincializzazione voluta da Diocleziano e dalla prima tetrarchia da cui lui fu bandito quale tiranno. La tipologia che ho postato non è l’unica per questo rovescio. Ecco, a Ticinum, la RIC VI 106: Roma, seduta in un tempio tetrastilo con in mano un globo ed uno scettro, viene incoronata da una Vittoria stante di fronte a lei, con un prigioniero tra di loro: Sempre a Ticinum, la RIC VI 108: Roma, seduta in un tempio tetrastilo con in mano un globo ed uno scettro viene incoronata, da una Vittoria stante alle sue spalle.... Qui (ancora a Ticinum!) il globo e’ sormontato da una Vittoriola (RIC VI 105): E che dire del dritto di questa (ritorna Ticinum), la RIC VI 103? La veste di Massenzio e’ splendida.... Come si e’ visto, Ticinum mostra una certa varietà di rovesci della stessa serie; e’ un particolare davvero interessante. Ma quella che più mi piace e’ questa. Siamo ad Aquilea: RIC VI 113: Si nota una scena ancora più rappresentativa, in cui Roma, seduta nel tempio, dona il globo proprio a Massenzio. Ritengo questa moneta davvero splendida, anche per la ricchezza della scena con ben tre personaggi (c’è anche un prigioniero), quasi un piccolo quadro incorniciato dalle strutture architettoniche del tempio, anch’esso con decorazione davvero ricca. Infatti, ha un frontone del tutto particolare con la rappresentazione della lupa e dei gemelli, ulteriore richiamo al passato mitico di Roma cui Massenzio e’ particolarmente legato. E’ interessante notare come monete CONSERV VRB SVAE siano state coniate anche a nome di Massimiano e di Costantino I. Ecco Massimiano: Ed ecco Costantino I augusto: E Costantino I cesare: Quindi Costantino appare sia come augusto che come cesare. La spiegazione e’ nei tribolati avvenimenti di quegli anni convulsi. Lungi da me il raccontarne la storia (ogni vota che li rivedo scopro qualcosa di nuovo o capisco qualcosa di diverso) ma giusto per orientarci ecco il variare delle titolature di Costantino nel tempo: -dal fine luglio 306 a inizio autunno 306: augusto -da inizio autunno 306 a fine 307: cesare -da fine anno 307 a novembre 308: augusto -da novembre 308 a metà anno 310 : cesare -da metà anno 310 in poi: sempre augusto Da perderci la testa... Ma perché questo rovescio compare anche con Massimiano e Costantino I? Faccio un piccolo passo indietro… Ho trovato rovesci con CONSERVATORES VRB SVAE, ovvero al plurale. Ciò forse ad indicare una sorta di alleanza e di comunione di intenti tra Massenzio, Massimiano e Costantino contro Galerio (e Severo). Ecco la RIC VI 84a: Con il tempo i rapporti tra i tre si deterioreranno e Massenzio diventerà quindi l’unico CONSERV VRB SVAE, l’unico protettore della sua città. Ma veniamo all’Urbs Sua, a Roma. Conclusa l’età severiana che era stata caratterizzata dalla costruzione di monumenti significativi, i turbolenti decenni centrali del III secolo non videro significative realizzazioni edilizie. Si dovette attendere il regno di Aureliano perché nell’Urbe fossero nuovamente aperti grandi cantieri. Proprio con Aureliano, la città iniziò a cambiare volto, cominciando ad assumere l’aspetto di una città tardo imperiale. Infatti, per difendere la capitale dalle incursioni barbariche che ormai minacciavano direttamente la penisola italica, Aureliano decise di cingere la città con un poderoso circuito murario, che da lui prese il nome. Un decennio più tardi la città aveva perso il ruolo di capitale. Massimiano, chiamato da Diocleziano nel 285 a reggere la parte occidentale dell’impero, le aveva preferito Milano, meglio situata da un punto di vista strategico-militare. Ciò nonostante, a Roma Massimiano intraprese una intensa attività edilizia. C’era in primo luogo da provvedere alla ricostruzione ed al restauro degli edifici colpiti dal grande incendio che aveva devastato l’area del foro nel 283, durante il regno di Carino. Tra essi la Curia Iulia, completamente ricostruita come la possiamo vedere tutt’ora. La sua attività edilizia non si limitò a questo; infatti, furono costruiti anche nuovi edifici quali ad esempio le Terme di Diocleziano. Si arriva quindi a Massenzio. Per Massenzio Roma era e restava la vera ed unica capitale. L’Urbe con le sue millenarie vicende, i suoi dei, le sue leggende, era il vero centro propulsore della storia. Nessuna città poteva rivaleggiare coi i suoi templi, le sue strade ed i suoi monumenti. Campione di una linea politica tutta incentrata nella riaffermazione della gloria di Roma, egli non poteva che espandere ulteriormente il precedente programma di edilizia monumentale promosso da Massimiano caricandolo di forti valenze ideologiche attraverso il recupero dei valori tradizionali, dei culti e dei miti ancestrali (vedi Marte, i Dioscuri, Romolo fondatore…) espressi anche sulle monete (non solo quelle coniate a Roma). La basilica colossale che aveva deciso di edificare sul vecchio colle della Velia (la “Basilica di Massenzio” nel foro) lo avrebbe mostrato al mondo intero... Ogni volta che vado a Roma mi soffermo a guardare impressionato le colossali arcate ai cui piedi mi sento piccolissimo. Ma Roma era già una città grandiosa, con i templi degli antichi, primo fra tutti quello di Venere e Roma che per Massenzio aveva un forte significato simbolico e che quindi fece ricostruire in forme ancora più monumentali (come si apprezza in parte ancora oggi): Il tempio conteneva al suo interno due celle contrapposte: Quella che vediamo oggi e’ quella est (che ospitava la statua di Venere), rivolta verso il Colosseo (parte anteriore della foto). La cella ovest (che conteneva la statua di Roma) è inglobata oggi nella chiesa di Santa Francesca Romana. Insomma, noi del tempio ne vediamo solo metà (ma è una gran metà!). Secondo alcuni è proprio questo tempio quello rappresentato sulle monete CONSERV VRB SVAE. La Via Sacra, resa ancora più maestosa proprio con la sua basilica, fu ulteriormente abbellita. Ci fu inoltre la sistemazione della Meta Sudans, la costruzione di nuovi acquedotti ed il rafforzamento delle mura aureliane. E poi la costruzione di una splendida villa lungo la via Appia con il famoso circo con accanto il monumentale mausoleo di Romolo, suo figlio morto prematuramente a 13 anni, cui aveva dedicato anche un tempio nel foro (il cosiddetto tempio di Romolo). Di tutto ciò restano ancora imponenti rovine, immerse nel verde della campagna romana. Le visitai in occasione del mio ultimo viaggio a Roma prima del blocco totale: rimasi assai colpito davanti alla bellezza dei resti che facevano pensare alla bellezza degli edifici originari, solo lontanamente immaginabile. Il Circo di Massenzio… Il mausoleo di Romolo… Come appare oggi parte del complesso… Come doveva apparire allora… Ed ecco il Tempio di Romolo nel foro romano… Massenzio non si fermò qui. Fece, infatti, ridedicare il Colosso neroniano al figlio Romolo, costruì nuove terme sul Quirinale e ristrutturò i palazzi severiani e le mura aureliane (con il progetto di dotarle di un fossato). A Ostia, infine, aprì una zecca per coniare monete in un luogo più sicuro in quei periodi convulsi e per finanziare la campagna militare contro Domizio Alessandro. Particolarità: in essa non furono coniate monete CONSERV VRB SVAE, ma solo (che mi risulti) una CONSERVATOR VRBIS SVAE, un aureo: Ad Ostia furono coniate altre tipologie, tra cui ricordo le AETERNITAS AVG N…. .…..con la rappresentazione dei Dioscuri in riferimento alla tradizione navale della città. Infatti, Castore e Polluce erano i protettori di marinai. Ma il significato va oltre: va alla propaganda messenziana che enfatizza simboli classici di Roma. Costantino avrebbe completato molte delle opere che il suo sfortunato rivale aveva lasciato incompiute. Non e’ escluso che lo stesso Arco di Costantino possa risalire ad un progetto di Massenzio per celebrare la vittoria sul ribelle Domizio Alessandro. Roma in quanto antica città pagana, raggiunse proprio in quegli anni il suo massimo apogeo architettonico. Di lì a poco Costantino, discretamente, avrebbe iniziato a trasformarla in una città cristiana. Spero di non aver detto inesattezze; in questo caso invito i lettori (so che ci sono tanti “massenziani” nel forum) a segnalarlo senza alcun problema. Ciao e buona domenica da Stilicho Fonti: - Il nostro forum (una vera miniera di sapere) - RIC volume VI - La Roma di Massenzio e Costantino. Palombo Editore - Wildwinds - OCRE - Moneteromane.info
    1 punto
  21. @skubydu Beh, adesso che lo hai scritto a caratteri maiuscoli mi hai convinto... "non una patina genuina con corrosioni.." Io, una patina, preferisco giudicarla genuina moneta alla mano. Ripeto: Patina, rilievi & Co sono elementi che luce, direzione della stessa e filtri possono falsare in foto. Corrosioni? Sono presenti anche sul falso dichiarato tale da Bertolami (moneta 3 del post #81 di Poemenius) Quindi, per favore, tolti questi elementi (su cui tu fai leva e che non sono attendibili da foto), puoi mostrarmi elementi concreti di autenticità sull'esemplare British? "concentrati su questo pezzo prima, poi viene il resto". Concentrarsi soltanto sul pezzo in sé è, con ogni probabilità, ciò che ha indotto all'errore, pare, chiunque abbia osservato quell'esemplare. Perché continuare sulla stessa via? Per commettere lo stesso errore? Per fortuna viviamo in un epoca in cui internet mette a disposizioni una grande quantità di informazioni e grazie all'aiuto di @Poemenius e anche al tuo, abbiamo aggiunto altri esemplari alla lista. Grazie Poemenius per averle inserite (non ho capito la provenienza dell'esemplare n°9 del tuo post #81 ma sembrerebbe essere lo stesso esemplare "Madrid"), così possiamo appurare non soltanto che la presunta BNF non soltanto ha le stesse impronte dell'esemplare British ma anche qui, il tondello ha forma quasi identica e gli stessi difetti sul bordo. L'esemplare "Madrid" è parimenti interessante: stesse impronte del dupondio British e stesso difetto (triangolino di metallo mancante ad ore 7 del D/). Qui abbiamo anche una perlinatura ben evidente. Che facciamo, anche l'esemplare di "Madrid" lo dichiariamo copia del British, nonostante sull'esemplare British non vi sia la minima traccia di perlinatura? Nei miei post penso di aver dimostrato come l'esemplare British abbia le stesse impronte del dupondio di Tolosa, del 2144 e 2145 della vendita Weber (che a loro volta hanno le stesse impronte degli esemplari del Museo di Vienna). Grazie a Poemenius possiamo oggi dire che ha anche le stesse impronte del presunto BNF, di un altro esemplare di Madrid (di proprietà di privato) e dell'esemplare n°9 del post #81 (forse sempre "Madrid"). Addirittura il presunto BNF e il British sono pressochè identici. Per cui, ricapitolando: Il British ha le stesse impronte di almeno 5 monete (8 se aggiungiamo gli esemplari del Museo di Vienna) e per caratteristiche oggettive, come la minore presenza di dettagli sul ritratto e l'assenza di perlinatura, non può essere la fonte degli esemplari Tolosa, Weber, Madrid e n°9 (Madrid?) del post di Poemenius. Stante questo, come giustifichiamo che sostanzialmente tutte le monete hanno gli stessi difetti negli stessi punti del tondello? Patine, "scalini", corrosioni...elementi falsificabili e falsificati, certo non da oggi... Il dato oggettivo è la presenza di stesse impronte e stessi difetti sui vari esemplari, British compreso. E dato che questo ha meno dettagli di 5 di questi, non può essere "la madre" di tutti. Questo è il punto di partenza. Per chiarire i dubbi di Poemenius sulla sua carrellata: Il sesterzio 1 lo ritengo dubbio, molto dubbio (e non sono l'unico). Il dupondio 2 è ex Bolaffi e viene dalle stesse impronte del 3, ex Bertolami venduto dichiaratamente come falso. Entrambi realizzati probabilmente con la stessa tecnica. 4 e 6 sono ex vendita della collezione Weber e già riconosciuti falsi da Elmer (Pink,1933). Il 7 è un ex Roma Numismatics, diverso da tutte le monete qui esaminate, ma chiaramente una fusione per via della superficie, di alcune bolle di fusione e per la finta frattura del tondello, addirittura caratterizzata da un riempimento di metallo, laddove non dovrebbe esserci nulla (è una frattura). Infine l'8 è ex Inumis, stesse impronte del British e ugualmente prodotto per fusione (porosità e granulosità del metallo). E, per chiudere questo mio post: "Se però continui a non accettare questo, è evidente che tu sia dubbioso su tutta L emissione" Pensavo si fosse capito, ma sarò più chiaro: sì, sono molto dubbioso, dati alla mano, del fatto che le monete con lo stesso stile del British (lui incluso) siano originali. I caratteri delle lettere non sono corretti per il periodo. E infatti stiamo continuando a vedere fusioni e copie.
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  22. Spostata nella sezione appropriata..
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  23. Sempre nel 2013 fu emessa una moneta da 10€ in argento dedicata allo scrittore James Joyce. Non vi scrivo la sua biografia. In parte magari la conoscerete, ma in ogni caso la trovate facilmente online. Vorrei soffermarmi solo su qualche episodio della sua vita, sul caso e di quanto questo possa influire sulla nostra vita. Nonostante la famiglia fosse profondamente cattolica, Joyce fin da ragazzo rifiutava il Cristianesimo. Da piccolo era molto spaventato dai temporali e una zia li attribuiva all'ira di Dio. Joyce frequentò l'università di Dublino, studiando lingue moderne (inglese, francese, italiano) dal 1898 al 1902. Nonostante la laurea, si trasferì a Parigi inseguendo l'idea di diventare medico. In quei pochi mesi di soggiorno parigino visse in estrema povertà. Non bastavano né gli aiuti della famiglia né le paghe per le sue recensioni sul Daily Express. Dopo qualche mese, la madre si ammalò di tumore e Joyce fece ritorno in Irlanda. In quei pochi mesi a Parigi, però, Joyce si era imbattuto in un romanzo: Les Lauriers sont coupés di Edouard Dujardin. In quel romanzo, l'autore faceva uso della tecnica del flusso di coscienza, di cui Joyce diventerà simbolo. Una sera del 1904, dopo una grande bevuta, fu coinvolto in una rissa. Ad aiutarlo furono Alfred Hunter e Oliver Gogarty, un amico che studiava medicina. I due saranno i prototipi di Leopold Bloom, protagonista dell'Ulisse, e Buck Mulligan, personaggio del romanzo che alloggia in una torre Martello. E' proprio in una torre di questo tipo che Joyce soggiornò convalescente per sei giorni. Dopo una lite violenta con Gogarty, abbandonò la torre e, con Nora (la donna che sarà la sua compagna per la vita), si impose un esilio che lo tenne lontano dall'Irlanda per quasi tutta la vita. Anche se lontano dalla sua terra, nel 1914 finalmente vide la luce la raccolta di racconti Gente di Dublino. Episodi determinanti nella vita e nella produzione letteraria di questo grande autore. Ma ora passiamo alla moneta. Sul dritto è presenta l'arpa irlandese. Sul rovescio, invece, è presente un disegno (opera di Mary Gregoriy) di Joyce. Per descrivere il disegno, vi lascio le parole dell'autrice: "Questo disegno inizia con un ritratto. Dalla sommità della sua testa sgorgano le prime righe del capitolo 3 di Ulisse in un flusso di coscienza zampillante. Il testo è volutamente scarabocchiato e, forse in alcuni punti, quasi illeggibile, come il testo di Joyce, a volte insondabile. In questo capitolo il personaggio di Stephen Dedalus fa una passeggiata. I suoi pensieri si sovrappongono e si possono quasi sentire le ruote dentate nella sua testa che girano mentre gioca con le parole e pensa a cose che gli vengono in mente spontaneamente. Così facendo, descrive perfettamente il mondo che lo circonda, le persone che incontra o vede." Sul testo, però, ci fu una polemica, poiché differiva dall'originale per una parola (that). La Banca Centrale d'Irlanda ammise che il testo sulla moneta non corrispondeva al testo dell'Ulisse (e questo era evidente) giustificandosi con il fatto che la moneta (e il suo design) fosse una rappresentazione artistica dell'autore e del testo e non una rappresentazione letterale.
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  24. Scusate l'intrusione ma qui si parla di criptovalute, non di moneta elettronica. Sono due concetti differenti che hanno in comune il solo fatto di non stare nel portafoglio.
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  25. Buongiorno Silla, Complimenti per questo bel monile, sarebbe...un delitto venderlo a peso ! Se la moneta sia originale non sono in grado di dirlo, ma stante lo stile della montatura potrebbe esserlo. Si tratta della moneta coniata a Berlino nel 1892, con le identiche caratteristiche della sterlina d'oro inglese. Al recto il ritratto di Paul Kruger, che guidò la seconda guerra di indipendenza dei Territori del Transvaal (ricchissimo di oro) e Orange contro le truppe dell'Impero inglese e che più tardi divenne il quinto Presidente del SudAfrica. Al verso, attorno al volto di Kruger e parzialmente nascosta dalla cornice figura la scritta ZUID AFRIKAANSCHE REPUBLIEK . Tentare di togliere la moneta dalla cornice non avrebbe senso : le saldature hanno prodotto danneggiamenti che resterebbero, togliendo ogni valore numismatico alla moneta che potrebbe essere venduta solo a peso. Fosse la mia la terrei ma, volendo alienarla, mi rivolgerei ad una Oreficeria che tratti anche di gioielli antichi. Ha sicuramente un valore storico, ma non credo interessi più di tanto i collezionisti di Militaria , soprattutto italiani. I simboli riportati sulla cornice sono gli attrezzi tipici dei minatori di allora, probabilmente il monile venne realizzato in SudAfrica. Fossi nel tuo collega e volessi cederla, mi guarderei bene attorno prima di venderlo a peso : sicuramente non perderà valore nel tempo, al contrario ! Buona Giornata.
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  26. mi intrometto in questa discussione Yemen - 60 Khumsiyyah - Saleh 'Ubayd bin 'Abdāt 60 Khumsiyyah - Saleh 'Ubayd bin 'Abdāt - Al-Ghurfah – Numista
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  27. Ecco il link con la scheda della moneta e il rovescio?: https://en.numista.com/catalogue/pieces2144.html
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  28. Doppio click sull'immagine per ridimensionarle
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  29. The Malta Coin Centre (MCC) will be offering once again the popular Platinum, Gold and Silver packages with products tied to the 2021 numismatic programme of the Central Bank of Malta. This year we shall also introduce a limited number of an innovative new package for €2 commemorative collectors called €2 Coin Package. Each customer may buy up to two packages of the €2 coin package. No limits on the orders of the other three packages. Platinum Package Price €2270 Gold Coins 550th Anniversary of the birth of Albrecht Durer Centenary of the 1921 Malta Self-Government Constitution (1 ounce coin) Silver coins 550th Anniversary of the birth of Albrecht Durer Centenary of the 1921 Malta Self-Government Constitution 225th Anniversary of the completion of the building of the Bibliotheka, 1796 Silver Package Price €195 Silver coins 550th Anniversary of the birth of Albrecht Durer Centenary of the 1921 Malta Self-Government Constitution 225th Anniversary of the completion of the building of the Bibliotheka, 1796 Gold Package Price €545 Gold Coins 550th Anniversary of the birth of Albrecht Durer Silver coins 550th Anniversary of the birth of Albrecht Durer Centenary of the 1921 Malta Self-Government Constitution 225th Anniversary of the completion of the building of the Bibliotheka, 1796 €2 Coin Package €149 Dated Set 2021 (1 set) €2 Commemorative 'Tarxien Temples' Coin Card (1 coin card) €2 Commemorative 'Tarxien Temples' Roll (1 roll) €2 Commemorative 'Heroes of the Pandemic' Coin Card (3 coin cards) Benefits of having a Platinum, Gold and Silver package Guaranteed allocation of this package Invitations to all Malta Coin Centre events* Promotional gift Benefits of having a €2 Coin package Guaranteed allocation of this package Invitations to all Malta Coin Centre events* *When the Public Health Authorities allow such events Package products will be sent into two consignments which will be dispatched in June 2021 and November 2021 Applications for the 2021 packages will be received from 27 January to 17 February 2021, which is the closing date for such applications or until the limit of packages is reached, whichever comes first.
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  30. Ringrazio @appah per la risposta. Sembrerebbe tutto chiaro. Ma, c'è un ma. E qui entra nel discorso Milano, per rispondere a @gpittini. Giannazza nel suo lavoro sulla collezione reale La zecca di Milano (961 - metà sec. XIII) ha questa sequenza: - Ottone I di Sassonia, imperatore e Ottone II di Sassonia, re (962-967) - Ottone I e Ottone II di Sassonia (967-973) - Ottone II di Sassonia (973-983) - Ottone III di Sassonia imperatore (996-1002) - Enrico II di Sassonia (1014-1024), Enrico III di Franconia (1046-1056), Enrico IV di Franconia (1056-1106). Nel MIR Toscana zecche minori per la zecca di Lucca il n. 103 è un denaro attribuito a Enrico II di Sassonia (1004-1024). Per Pavia nella Collezione Este Milani (Varesi 54 del 2009) ai nn. 673-675 abbiamo dei denari per Enrico I di Baviera (1014-1024) e poco dopo al n. 677 abbiamo un denaro di Enrico II di Franconia (1046-1056). Infine il MEC 12 per il periodo imperiale mette Enricus II, as Henry I of Italy, 1004-1024 (emp. 1014) e Henry III 1039-56. Nel Veneto viene usato Enrico II (1014-1024). Non Vi sembra strano tutto questo? E capisco la domanda di @Paolo Maria che mi ha fatto scoprire tutta questa confusione. Quel che è certo è che Enrico II il Santo fu imperatore del Sacro Romano Impero dal 1014 al 1024, re d'Italia dal 1004 al 1024 e marito di Santa Cunegonda e che quindi le monete con queste date sono da attribuire a lui. Ma il perchè di tutta la confusione di nomi per la stessa persona mi sfugge e per questo lo chiedevo ai Lombardi. Arka Diligite iustitiam
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  31. 6,000 years of arrows emerge from melting Norwegian ice patch The record-setting discovery of 68 projectiles from the Neolithic to the Viking Era also upends ideas on how ice both preserves and destroys archaeological finds. A researcher examines a wooden arrow shaft that emerged from the Langfonne ice patch in Norway. Radiocarbon dating is used to determine the age of many objects once trapped within the now-melting ice. GLACIER ARCHAEOLOGY PROGRAM, INNLANDET COUNTY COUNCIL Archaeologists in Norway have discovered dozens of arrows—some dating back 6,000 years—melting out of a 60-acre ice patch in the county’s high mountains. Expeditions to survey the Langfonne ice patch in 2014 and 2016, both particularly warm summers, also revealed copious reindeer bones and antlers, suggesting that hunters used the ice patch over the course of millennia. Their hunting technique stayed the same even as the weapons they used evolved from stone and river shell arrowheads to iron points. Now the research team is revealing the finds in a paper published today in the journal Holocene. A record-setting total of 68 complete and partial arrows (and five arrowheads) were ultimately discovered by the team on and around the melting ice patch–more than archaeologists have recovered from any other frozen site in the world. Some of the projectiles date to the Neolithic period while the most “recent” finds are from the 14th century A.D. The upper part of the melting Langfonne ice patch as viewed by helicopter. Researchers estimate that Langfonne today is half the size it was in the late 1990s—and a tenth of its extent during the Little Ice Age, a centuries-long dip in global temperatures that lasted from about A.D. 1300 into the 1800s. GLACIER ARCHAEOLOGY PROGRAM, INNLANDET COUNTY COUNCIL While the sheer number of historical projectiles is stunning, the Langfonne discoveries are also upending generally accepted ideas in the relatively new specialty of ice-patch archaeology, and yielding new clues as to ice’s potential to preserve or destroy evidence from the past over the course of thousands of years. An icy ‘time machine’? Since archaeologists started systematically surveying melting ice sites 15 years ago, ice patches from Norway to North America have yielded almost perfectly-preserved artifacts from long-ago time periods. In isolation, the individual finds contain information about craftsmanship and long-ago hunting traditions. Langfonne, in fact, was one of the first ice patch sites to come to light, after a local hiker discovered a 3,300-year-old leather shoe sitting next to the edge of the ice patch in the summer of 2006 and reported it to archaeologist Lars Pilø, now a researcher at the Innlandet County Council Cultural Heritage Department and a co-author of the new study. Ever since that discovery alerted Pilø to the possibility of artifacts preserved in mountain ice patches, researchers in Norway and beyond—there are similar sites in Canada’s Yukon, the Rockies in the U.S. and the Alps in Europe—have wondered if the distribution of objects on and around the ice might tell them about how and when the ice patch sites were used and how they grew over time. Unlike glaciers, which are essentially slow-moving frozen rivers, ice patches are fixed deposits of snow and ice that may grow and shrink over time. Sites like Langfonne, researchers assumed, resemble a patch of snow at the end of winter: As temperatures increase, artifacts trapped inside melt out in the order they were deposited. A Viking-era arrow foreshaft found at Langfonne features a preserved iron arrowhead with sinew and birch-bark lashings. Another Viking-age arrow from Langfonne also features an iron arrowhead with sinew and birch-bark lashings. MUSEUM OF CULTURAL HISTORY/UNIVERSITY OF OSLO The idea was, ice is like a time machine. Anything that lands on it stays there and is protected,” Pilø says. That meant the oldest items would be found in the deepest core of the ice patch, in the same way that archaeologists working with artifacts buried in soil assume lower layers of dirt contain older artifacts. And because the ice patches were thought to grow steadily with each winter’s snowfall, more recent finds would be closer to the edges of the patch. If ice patches froze artifacts exactly where they were lost, archaeologists theorized, those items could help reconstruct what people did there in the past, how big the ice patches were at specific points in prehistory, and how fast they grew and shrank over time. The Langfonne arrows seemed like a way to test the time-machine theory. The arrows and reindeer bones confirmed earlier suspicions that Norway’s high mountain ice patches were reindeer-hunting hotspots: When the cold-loving creatures retreated to the ice to avoid biting insects during the summer months, people followed with bows, arrows, and hunting knives. But after radiocarbon dating all the arrows and gathering dozens more dates from reindeer remains they found on the ice, the researchers realized that, at Langfonne at least, the time-machine theory was unreliable. Researchers expected that the oldest items would be trapped in place from the day they were lost and preserved just as well as artifacts buried in the ice in later centuries. But the oldest artifacts at Langfonne, which date back to the Neolithic, were fragmented and heavily weathered, as though they’d been churned by the ice or exposed to sun and wind for years. Arrows from later periods, like the 1,500-year-old arrow that used a sharpened mussel shell harvested from a river at least 50 miles away, looked as though they were shot just yesterday. “That raises the suspicion something happened inside the ice” that exposed and re-froze the older items, Pilø says. And the arrows didn’t seem to be emerging in any particular order, as you’d expect if the ice formed perfect layers over time. Arrows made thousands of years apart were lying not far from each other along the ice edge. “The idea that you find the oldest evidence when the ice patch is at its smallest—that isn’t really true,” says Montana State Parks archaeologist Rachel Reckin, who was not part of the research team. “It looks like gravity and water are moving artifacts down a great deal.” Co-author Atle Nesje, a glaciologist at the University of Bergen, says that thousands of years ago, warm summers probably exposed older artifacts, which were carried to the edge of the ice patch by streams of meltwater before freezing again. The weight of ice pressing down on lower layers might have caused them to shift, carrying their frozen contents with them. Or lightweight wooden arrow shafts might have been blown across the surface by fierce winds before getting lodged in rocks or getting covered again by snow. Arrows lost in the snow more recently, meanwhile, might have stayed in place. Because old arrows might be washed down by meltwater and then re-freeze, the spot where they were found could be a long way from where they originally landed. That meant using radiocarbon dated arrows to map the size of the ice patch in the past was a dead end. “Glaciologists and ice patch archaeologists were hoping that artifacts could give us an idea of the size over time, but that’s not the case,” Reckin says. Wolverines and Vikings Researchers were pleasantly surprised that the Langfonne arrows, once dated, could provide useful clues to how people used the ice patch over time. During certain periods, for instance, the team found lots of reindeer bones but very few arrows. That suggests people weren’t hunting on the ice; instead, reindeer were probably being killed by wolverines, which bury their carcasses in the snow to eat later. Between A.D. 600 and 1300—roughly the Viking Age—radiocarbon dating revealed a different type of activity on the Langfonne patch. “There’s a lot of arrow finds, but hardly any reindeer material,” Pilø says. “That’s not a coincidence.” Humans were hard at work removing slain reindeer from the ice, harvesting their fur and antlers to sell as trade goods. The rapidly changing understanding of the ice and the secrets it holds matches the speed at which the ice is disappearing. “I’ve been studying Norwegian glaciers for the last 40 years. It’s a lot of change,” says Nesje. “It’s quite scary to see how fast the ice patches can melt away, from one day to another.” Based on lichen growth on the rocks around the ice patch, Nesje estimates that Langfonne today is half the size it was in the late 1990s—and a tenth of its extent during the Little Ice Age, a centuries-long dip in global temperatures that lasted from about 1300 AD into the 1800s. The steady melting means archaeologists have to move fast while preserving as much information as possible. “Time is of the essence, and we’re trying to be good scientists while doing the best we can with the data we have,” Reckin says. “Every piece of this puzzle that helps us understand the complexity of these processes is really helpful.” https://api.nationalgeographic.com/distribution/public/amp/science/2020/11/6000-years-arrows-emerge-melting-norway-ice-patch
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  32. Proseguo con il mio secondo mezzo tornese di tre . Millesimo 1838 Magliocca 791B conservazione a mio parere QBB al dritto mancanza di punteggiatura dopo II e VTR.
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  33. Ringrazio @gionnysicily per l'intervento, il piacere è tutto mio. Innanzitutto vorrei che non si facesse confusione. L'esemplare da te considerato Tolosa (dal colore violaceo), non è Tolosa. Gli esemplari "colorati" sono delle sovrapposizioni che ho fatto per evidenziare che British e Tolosa vengono dalle stesse impronte. Ho inizialmente colorato di blu l'esemplare Tolosa e in rosso l'esemplare British che, sovrapposti originano una moneta dal colore violaceo. Perciò le concrezioni che hai evidenziato sono quelle dell'esemplare British sottostante quello di Tolosa, che si sono mantenute visibili nella sovrapposizione tra i due livelli. Il Tolosa, "nudo e crudo", è questo, che riposto per comodità: Come già ho avuto modo di dire, e perlomeno con @Agricola ci siamo trovati d'accordo, l'esemplare Tolosa non può provenire dai calchi di quello British in quanto il Tolosa presenta tracce di perlinatura sul bordo destro del D/ (si vedono i "pallini" passatemi il termine) e mostra maggiori dettagli dell'acconciatura, cosa non riscontrabile sull'esemplare British. Quindi @skubydu è il Tolosa ad avere più dettagli, al D/ di quello British, non viceversa, come si può anche vedere dalle immagini. Se Tolosa provenisse dall'esemplare British, dovrebbe mostrarne tutte le "carenze", invece mostra più dettagli, nonostante sia una fusione di bassa qualità. Allo stesso modo, i due Weber non derivano dall'esemplare British, in quanto mostrano ugualmente tracce della perlinatura, assenti, sul dupondio British. La patina è uno dei tanti elementi che non possiamo "soppesare" dalle foto, sia perchè non è possibile apprezzarne i colori "reali" sia perchè non si può constatarne la consistenza. Lo stesso vale per i rilievi, che la direzione della luce può, in base all'angolazione, accentuare o appiattire (comunque, pour parler, lo "scalino" sembra esserci anche sui Weber 2144 e 2145). L'unica cosa che si può valutare è l'identità di impronta tra Tolosa, British, Weber (e, indirettamente, anche tra gli esemplari del Museo di Vienna che, come si evince dall'articolo di Pink, hanno le stesse impronte degli esemplari della vendita Weber) e gli stessi difetti del tondello su Tolosa, British, e almeno l'esemplare Weber 2144. Se, per le ragioni esposte, il Tolosa, concordemente considerato falso, non deriva dal British, come si giustificano gli stessi difetti negli stessi punti del tondello? Penso ad un'unica "fonte" (termine voluto), ma non la individuo nella moneta del British. Vorrei aggiungere inoltre una "new entry" alla discussione, anche se per il momento senza immagini. Nel forum americano, anni fa, in una discussione, un utente belga scrisse: "I saw at the +BNF a fake dupondius of Tranquillina which was impossible to identify if the BNF didn't had the genuine specimen!" Posto che nutro dubbi sull'esistenza di un "genuine specimen" se proveniente da queste impronte caratterizzate da uno stile incongruo, mi piacerebbe moltissimo poter vedere le immagini di questa moneta, ma la BNF, nel suo catalogo online non ha aggiunto nè scheda nè immagini di questo esemplare.
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  34. FERDINANDO MEAZZA da 50 anni socio e da 16 anni Presidente della SOCIETA' ARTISTI E PATRIOTTICA La SOCIETA' ARTISTI E PATRIOTTICA fondata nel 1777 da MARIA TERESA destinata a promuovere lo sviluppo dell'Agricoltura e della manifattura delle Arti. Meaglia premio d'argento della SOCIETA' PATRIOTTICA del 1777. Vedi anche: https://www.lamoneta.it/topic/81561-medaglie-di-maria-teresa-daustria-e-del-1700/page/2/
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  35. Ciao @Sovereign, Penso di no. Ti posto un dettaglio sul rovescio, tanto per farti una idea. Indubbiamente il rovescio e meglio conservato del dritto. Con le linee rosse, ho evidenziato tracce della bella patina che aveva, in giallo evidenzio il metallo (oricalco) che per vari effetti "chimici" ha perso la patina. Pensare a un restauro, mi sembra una impresa non facile, anche perché o si spatina tutta e portarla all'oricalco, o ripatinarla. Certamente perderà il fascino della sua naturalezza.
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  36. @giuseppe ballauri, questo è identico ai tuoi esemplari. Riferimenti : D'Incerti 351/a Pagani 318/a Peso grammi 30,65 Morello Listino N°10-Estate 2001, lotto 218, giudicata mSPL Simbolo stella a 5 punte grande.
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  37. 10 Tornesi 1857 Riferimenti : D'Incerti 318 Pagani 351 Peso grammi 32,62 Morello nel 2002 lo giudico' qFDC
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  38. La mia è con "ufo" al dritto, tra il naso e GRATIA ? Pareri sulla conservazione?
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  39. 2 mils Malta 1972. Peccato abbia tutti i bordi "schiacciati; è una moneta dalla foggia particolare.
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  40. San Marino - 20 Lire 1972 Rappresentazione di Giuseppe Garibaldi mentre aiuta sua moglie Anita a salire sul Monte Titano, a ricordo dell'asilo dato a Garibaldi dalla Repubblica di San Marino, dopo la capitolazione della Repubblica Romana nel 1849.
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  41. Sembrerebbe uguale a questa con la Lettera B sotto la vittoria e XXI in esergo - zecca di Siscia https://shop.moruzzi.it/it/diocleziano-antoniniano-293-295-d-c-concordia-militvm-xxi-b-siscia-ric-256.html
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  42. 1972 Zambia - 50 ngwee (100 ngwee = 1 kwacha)
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  43. 10 Tornesi 1856 D'Incerti 317, Pagani 350. Peso grammi 29,05 Provenienza Listino Baranowsky 1°Semestre 2001 - lotto 397 Giudicato SPL Conio decentrato al rovescio.
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  44. Quindi esisterebbero collezionisti che offrono senza avere idea dei costi di spedizione , dei costi bancari, di dogana..... Interessante.
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  45. L'alleanza tra Massenzio, Massimiano e Costantino è anche dovuta ai legami famigliari. Massenzio è infatti figlio di Massimiano. A Costantino ci arriviamo dopo. Nel sistema della Tetrarchia di Diocleziano non era prevista la successione dei figli legittimi. Quindi né Massenzio, figlio di Massimiano Erculeo, né Costantino, figlio di Costanzo Cloro, erano destinati a governare. Massenzio si ribella a questa situazione e si proclama imperatore a Roma. Gli viene mandato contro Severo II che però viene sconfitto. Costantino nel frattempo era in oriente a combattere per Galerio. Scappa per raggiungere il padre e, alla sua morte, viene proclamato imperatore dalle truppe stanziate a Treviri. Ma Costantino ha bisogno di alleati che trova in Massimiano e Massenzio. E il legame famigliare è costituito da Fausta, figlia di Massimiano e sorella di Massenzio. Costantino è quindi genero di Massimiano e cognato di Massenzio. Poi i loro rapporti di guastano. Ma questa è un'altra storia... Arka Diligite iustitiam
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  46. ok, voler continuare ad aver ragione...se leggi c'e' scritto chiaramente nel mio post che questo non e' il punto!!! Ormai hai capito benissimo cio' che ho scritto, quindi puoi continuare fino a quando vuoi a voler aver ragione...rimane il fatto che chiunque e' in grado di capire che se decido che per me una moneta vale X e che sono disposto a spingermi fino a 100 di spesa per averla ( quindi proprio il caso di chi, come ben dici , non ha disponibilita' illimitate e deve porsi un limite), lo posso fare indipendentemente da tutte le spese che gravano su di essa (da cifra massima di spesa che mi pongo devo solo togliere, tramite un semplicissimo conto, le spese che incidono...siano esse 10% dogana come nel caso specifico di questa discussione, percentuali diritti superiori in alcune aste rispetto ad altre, spese di spedizione, ecc). Ecco...questo e' il punto ......poi se si vuole continuare ad obiettare non riconoscendo l'evidenza, libero di farlo
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  47. Probabilmente un "precedente proprietario" ogni tanto la tirava fuori dalla scatola e la dava in gioco ai suoi bimbi.... Esiste una sezione MEDAGLISTICA...... saluti TIBERIVS
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