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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/03/21 in tutte le aree
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Visto che nella carrellata di scudi di Vittorio Emanuele I , recentemente proposta nelle altre discussioni, manca quello datato 1819....provvedo ad inserire un esemplare in alta conservazione di questo millesimo ? ( ovviamente non e' piu' in vendita ) Roberto6 punti
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Quelli non sono segni di riporto al marco ma è causato dalla mescola della pasta metallica che in quel punto ha lasciato quelle striature nel metallo del tondello che sono meno esposte all'ossidazione, facendo si che patina sia più "sottile". Se vogliamo è un po la stessa cosa che accade nella "patina a bersaglio", in cui appunto il bersaglio patina quasi nulla.4 punti
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Carissimi, ho seguito con molto piacere questa interessante discussione in cui entrambe le parti ( sostenitori della falsità e della autenticità) hanno fatto del loro meglio per sostenere le proprie tesi, senza lesinare sforzi e frutti della propria esperienza, a cui va comunque il ringraziamento del Forum . La mia personale esperienza mi porta a dire che al momento una conclusione certissima e soprattutto condivisa in un senso o nell'altro non l'avremo, almeno fino a quando il pezzo non venga per lo meno visto dal vivo, possibilmente sotto un ottimo microscopio. Certo, la cosa migliore sarebbe "smontare" in maniera professionale la moneta, nel senso di togliere lo spesso strato di cere, grassi e olii che si sono certamente accumulati nel tempo, lasciando così vedere la vera moneta con le sue incrostazioni o corrosioni.... ma non sembra facile prevedere che venga attuata... un peccato per certi versi, in quanto l'importanza del pezzo richiederebbe un giusto approfondimento scientifico e pratico. Solo vorrei aggiungere che la mia impressione a prima vista non è stata delle migliori, complice il fatto che le lettere sembrano quantomeno ritoccate e appaiono strane, come pure le tuniche dei due personaggi al rovescio.... ma anche qui bisognerebbe capire se è un intervento di cattivo restauro o di modifica della fusione, cosa che per fotografia sembra impossibile determinare con assoluta certezza ed uniformità di pareri. Certo, i dubbi (dato anche il contesto di costante falsificazione dei pezzi di bronzo di Tranquillina) rimangono tanti e pesanti, ma ritengo si possa avere una assoluta certezza in un senso o nell'altro solo dal VIVO. Un sola nota : i sesterzi che nella mia vita ho potuto osservare di Tranquillina ( 3 credo) erano a mio giudizio certamente falsi, e credo che anche il pezzo citato in questa discussione ( ex Rauch) lo sia : da Rauch 2004 ( foto 1) partiva da 100 euro e fece 6600 ( molti di più, ma pochissimi per un autentico), però l'anno dopo venne rivenduto nel 2005 da Inasta ( foto 2) a ..................130 euro ! ! ? Del sesterzio le lettere ( molte saltate) , lo stile etc confermano ragionevolmente la falsificazione, a dispetto di una patina piuttosto verosimile .... Un cordiale saluto, Enrico P.S. @le90 mi sapresti indicare chi sia il venditore francese e dove operi di quei medaglioni falsi seicenteschi, li ho trovati molto interessanti P.P.S. Trovato.... Ebay Francia... però mi sembrano più moderni...3 punti
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Quello del "premonetale" è un argomento tanto interessante quanto è complesso. L'uso della moneta ci è così familiare che fatichiamo a comprendere come possa essere esistito un mondo senza di essa. Quella della moneta è soltanto una parte della storia del "denaro" e degli scambi; una storia, peraltro, piuttosto breve, della durata di circa 2500 anni, o poco più (a introdurla non fu Creso, ma qualcun altro qualche decennio prima di lui). Bisognerebbe anche capire cosa si intenda per moneta: sembra banale, ma non è facile definirla univocamente, specialmente se si parla delle prime fasi della sua introduzione. La ricerca di una "moneta" prima della "moneta vera e propria" non sempre porta ai risultati sperati. In Mesopotamia si parla spesso di argento a peso come antenato della moneta, ma a ben vedere il suo uso non era comunque così pervasivo nelle transazioni quotidiane. Anche nel Vicino Oriente Antico è nota l'esistenza di oggetti di peso e forme standardizzate, che potrebbero essere intesi come antenati della moneta: è il caso, per esempio, di bracciali, simili a quelli oggetto della discussione. La loro circolazione era però strettamente connessa a un ambito "cerimoniale" e di "prestigio": avevano valore, in quanto d'argento, ma difficilmente un cittadino comune ne avrebbe avuto accesso o li avrebbe utilizzati per comprare del pane. Non mi stupirebbe se anche queste popolazioni europee avessero usato questi bracciali standardizzati in un "ambito di circolazione" simile a quello dei bracciali d'argento mesopotamici: una circolazione legata alla sfera "cerimoniale", di "prestigio" e di "scambi di doni", piuttosto che di mercato, quello dominato dalla moneta, come oggi lo conosciamo. Scusate per la pessima sintassi, ma è un po' tardi. Grazie per la condivisione, sicuramente da approfondire3 punti
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Seguendo una discussione ho scoperto che la sezione di Monete medievali di Zecche Italiane non aveva un curatore. A questa sezione partecipano molti utenti esperti e preparati in questa monetazione che è sicuramente una delle più interessanti e complesse della numismatica. Tuttavia, proprio per la complessità della materia, credo che ai collezionisti che si avvicinano ad essa per la prima volta un curatore possa essere utile. E così, dopo due anni di riposo, ho proposto a @Reficul di riprendere la collaborazione come curatore di questa sezione. La monetazione medievale italiana è una materia vastissima e, pur avendo un'infarinatura generale, non sono un esperto di tutte le zecche. Quindi spero in una vostra collaborazione e in un vostro aiuto per rendere questa sezione sempre interessante e utile per tutti. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Vorrei condividere questo piccolo articolo uscito su Focus: Gli antenati delle monete? Anelli, piccoli archi e lame di asce Le popolazioni europee dell'Antica Età del Bronzo usavano come monete piccoli oggetti in bronzo di forma e peso molto simili. Eppure, non avevano la bilancia. I piccoli archi in bronzo utilizzati come moneta durante l'Antica Età del Bronzo. M.H.G. Kuijpers CC-BY 4.0, Le monete come le conosciamo oggi, tondi oggetti in metallo, sono nate relativamente di recente, ma l'invenzione delle monete intese come oggetto per la compravendita di beni risale infatti a 5. 000 anni fa: nell'Antica Età del Bronzo, infatti, le popolazioni europee iniziarono a utilizzare per i loro acquisti oggetti in bronzo di forma e peso simile. Uno studio pubblicato su PLOS One ha analizzato queste monete ante litteram, cercando di capire se potessero effettivamente considerarsi degli antenati del nostro Euro. LA LEGGE DI WEBER. Una caratteristica tipica dei soldi è la loro standardizzazione: ma come facevano le popolazioni antiche a pesare dei metalli per poterne uniformare il valore? In assenza di strumenti di misurazione, mettevano in pratica la cosiddetta legge di Weber: se due oggetti hanno quasi lo stesso peso, un essere umano non riuscirà a notare la differenza tenendoli in mano. I ricercatori hanno analizzato oltre 5. 000 oggetti, tra cui anelli, piccoli archi e lame di asce, spesso ritrovati raggruppati tra loro come se fossero appartenuti a un gruppo di monete dello stesso valore. I risultati hanno evidenziato che la maggior parte di questi oggetti erano sufficientemente simili per forma e peso (circa 200 grammi) da risultare indistinguibili e poter essere utilizzati come denaro. A PESO D'ORO. Fino a qualche secolo dopo, tuttavia, questi strumenti di transazione rimasero piuttosto rudimentali: «Le prime bilance risalgono alla Media Età del Bronzo (2. 000–1. 550 a. C. ) e, a giudicare dalla loro grandezza, venivano probabilmente utilizzate per misurare l'oro», si legge nello studio. Ci vorranno ancora diverse centinaia di anni per arrivare alla prima moneta vera e propria che, secondo la tradizione, venne coniata nel VI secolo a. C da Creso, re della Lidia (l'attuale Turchia). https://www.focus.it/cultura/storia/antenati-delle-monet2 punti
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Partecipo con le mie Piastre del 34 (che tempo fa postai in altra discussione evidenziando le caratteristiche salienti): la prima con 13 torrette, la seconda con 11 e le ultime due che presantano una "strana" sovrapposizione della "S" di FERDINANDVS su di uno strano simbolo e che vi ripropongo in fondo a questo mio post.2 punti
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La prima difficile da giudicare da una foto così sgranata, potrebbe essere corrosa e spatinata come un falso la seconda sospetta, busto troppo emergente dalla moneta, lo stile non mi sembra coerente Lascierei perdere entrambe2 punti
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@vitellio Certo, la cosa migliore sarebbe "smontare" in maniera professionale la moneta, nel senso di togliere lo spesso strato di cere, grassi e olii che si sono certamente accumulati nel tempo, lasciando così vedere la vera moneta con le sue incrostazioni o corrosioni.... Sono d’accordo. Una possibile soluzione al dilemma può derivare dalla visione diretta, quantomeno per ciò che concerne la patina. In questa discussione abbiamo analizzato la moneta e i suoi simili in ogni aspetto, per quanto è stato possibile fare attraverso delle immagini, non sempre e non tutte ad alta risoluzione. Ad ogni modo ritengo che si sia sviluppata una bella discussione, seppur con visioni differenti. Sono state reperite immagini di altri esemplari grazie ad alcuni utenti, creando al contempo quindi anche un piccolo “database” di bronzi, autentici e falsi, a nome di Tranquillina. Si è fatto innanzitutto un servizio alla Numismatica. @gionnysicily A prescindere dei nostri giudizi, rimane sempre tenere alta la guardia, in occasioni di monete dubbiose. Pienamente d’accordo. Peccato che ne io e, penso, nemmeno le90, avremmo l'occasione di poter visionare il dupondio di Tranquillina. Mi piacerebbe moltissimo poterlo fare…Mai dire mai. Approfitto, postando la foto di un asse di Tranquillina passato alla NAC nel dicembre 2016( e penso che li ci siano elementi validi per stabilire la bontà della moneta). Ho dato le mie impressioni su questo esemplare qualche post fa e, soprattutto per stile, ritengo si possa collocare tra i pochissimi esemplari in bronzo noti genuini, assieme all’asse raffigurato sul RIC e conservato sempre al British.2 punti
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Ringrazio dell'intervento di @vitellio e capisco il suo punto di vista, cosa che anche io avevo scritto, una visione dal vivo, sicuramente darebbe molte spiegazioni, alle nostre opinioni. Ringrazio @le90, che con i suoi (lunghi) messaggi, a dato la possibilità di confronto, sempre con toni moderati e a beneficio di tanti utenti appassionati di Numismatica Romana. Grazie anche al nostro Forum, che ci dà la possibilità di esprimerci su temi molto delicati, anche quello dei falsi, in Musei importanti. A prescindere dei nostri giudizi, rimane sempre tenere alta la guardia, in occasioni di monete dubbiose. Peccato che ne io e, penso, nemmeno le90, avremmo l'occasione di poter visionare il dupondio di Tranquillina. Approfitto, postando la foto di un asse di Tranquillina passato alla NAC nel dicembre 2016( e penso che li ci siano elementi validi per stabilire la bontà della moneta). Moneta che per la sua conservazione, la definisco un "rudere", ma se dovrebbe essere ritenuta genuina, da qui si possono trarre elementi interessanti. In attesa di pareri, ecco la foto in HD e la descrizione NAC, che fa riferimento ad un EX Lanz. Gionnysicily.2 punti
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Buongiorno amici...mi sembra di capire che non ci sono idee in merito ...e credo pure che nessuno dei citati abbia sto tondello in collezione altrimenti l'avrebbe accennato...intanto allora non posso che confermare quanto ho potuto riscontrare io, se il 7 punte è molto raro ma più di qualche esemplare l'ho visto passare (ne ho due in collezione), di questo invece gli esemplari che ho riscontrato sono pochi: il mio, quello nel nostro catalogo e altri due...reputo quindi il SICILAR rarissimo. E pensare che il Gigante (2018) lo classifica NC, chissà se è stato aggiornato! In attesa che saltino fuori altri SICILAR e altri pareri proseguo con un altro tondello raro... 1 grano 1815 , lettera e cifra del valore grandi "G1", e non posti sotto il grappolo ma ai lati. La conservazione non è il top, ma confido che qualche altro lamonetiano abbia un esemplare migliore da condividere . Saluti2 punti
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Ho aggiornato alcune rarità sul sito www.circolocastellani.org ciao2 punti
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Qualche informazione : Il Tesoro di Sutton Hoo è la scoperta Archeologica più importante dell’Alto Medioevo Inglese Sutton Hoo è un sito archeologico risalente all’alto medioevo che si trova in Inghilterra, nella zona anticamente chiamata Anglia Orientale. Il sito nascondeva una nave sepolcrale con i resti di Redwald, un sovrano britannico del quale si sarebbero quasi perse le tracce se non fosse, appunto, per la sua tomba. Il Re inglese regnò nel VII secolo e fu figlio di Tytila, nipote di Wuffa e membro della dinastia Wuffinga. L’Anglia era, in quel particolare periodo storico, un centro assai importante per la nascente identità britannica, seguente al dominio romano di pochissimi secoli prima, e base per la nuova cultura anglo-sassone. Circa 10 anni prima della sua morte, avvenuta nel 624, Redwald era il sovrano più potente a sud del fiume Humber, e venne chiamato addirittura “Bretwalda”, “righello della Bretagna”, a simboleggiare l’importanza e la forza del suo dominio. Sutton Hoo fu il sito scelto per la sua tomba di altissimo pregio, un monumento funerario giunto sino ai giorni nostri e che rappresenta una delle scoperte di archeologia medioevale più importante per la Gran Bretagna. Il sepolcro del sovrano è costituito da una nave lunga circa 27 metri, che fu ricoperta di terra sino al XX secolo, quando venne scoperta in modo decisamente rocambolesco e poco scientifico. Nel 1926 la signora Edith Pretty divenne la proprietaria dell’appezzamento di terra che si rivelerà essere ospite (inatteso) del cimitero di Sutton Hoo. Il terreno, ancora lontano dall’esser definito “sepolcrale”, veniva utilizzato come appezzamento agricolo da tempo immemore, un particolare che si rivelerà essere non di poco conto nel prosieguo degli scavi. I suggerimenti arrivarono in seguito alle voci che volevano presenze “paranormali” infestare l’area, con i tumuli che venivano indicati come luoghi in cui osservare i fantasmi dei guerrieri sepolti. La signora fece iniziare gli scavi a Basil Brown, un appassionato di archeologia locale che, dopo aver esplorato 3 tre diversi tumuli, che però erano già stati violati, dopo circa un anno dall’inizio degli scavi giunse al tumulo che conteneva la nave di 27 metri di Re Redwald. Nel giro di pochissimo tempo fu evidente che la scoperta era di grande importanza, e giunsero altri esperti di Archeologia da Cambridge che però si trovarono al centro di un alterco con il museo locale. Dopo differenti vicissitudini, il confronto con dei Medium e altri episodi “curiosi”, nel Giugno del ’39 moltissimi dei manufatti di Sutton Hoo furono inviati a Londra, i quali però vennero subito rispediti al mittente per il caos generatosi in corrispondenza con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. La signora Pretty fu riconosciuta proprietaria degli oggetti e, con una generosità da nobile inglese, la decise di donare tutto il sito e quanto vi fosse contenuto alla nazione. I tesori di Sutton Hoo All’interno di numerosi tumuli si nascondevano tesori che, per la storia inglese e per gli esperti di archeologia rappresentarono una scoperta cardine per scoprire usi, costumi e vicende di quel periodo dell’Inghilterra post-romana. L’Alto Medioevo fu infatti un’epoca assai poco documentata della storia britannica e il ritrovamento di tombe intatte, colme di manufatti e oggetti che descrivono e mostrano la vita dei personaggi di quel periodo, rappresentò un avvenimento epocale. Oltre ai resti della nave, vennero trovate un’armatura di metallo ricoperta d’oro e gemme preziose, un casco cerimoniale, uno scudo con la spada, una lira, 37 monete d’oro e molti altri oggetti, anche piccoli, che ci consentono di comprendere come, circa 1.500 anni fa, l’Inghilterra fosse già una nazione protagonista della storia e della politica europea. Sotto: il sepolcro di Redwald ricostruito. Fotografia di Arne Koehler via Wikipedia: La Lira. Fotografia di Steven Plunkett condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia: Un coprispalla. Fotografia di Rob roy via Flickr: Lo scudo restaurato. Fotografia di Colin Payne via Wikipedia: Inserto. Fotografia di Rob Roy via Wikipedia: La Fibbia d’Oro. Fotografia di Rob Roy via Wikipedia: La nave. Fotografia di Searoom SF via Flickr: Un elemento di uno scudo. Fotografia di Wordridden via Flickr: Inserto. Fotografia di Paul Hudson via Flickr: Elementi diversi. Fotografia di Rob Roy via Flickr: L’elmo di Redwald ricostruito. Fotografia di Bill Tyne via Flickr: L’elmo restaurato allo stato originale: Oggi Sutton Hoo è stata ulteriormente scavata e studiata, scoprendo anche un secondo cimitero poco lontano dal primo, i cui tumuli erano stati distrutti durante le normali lavorazioni della terra agricola dei secoli precedenti. Il cimitero fu in uso sino a circa il IX secolo e ospitò, in netto contrasto con le sepolture nobiliari dei tumuli, diverse decine di condannati a morte per impiccagione e decapitazione. Chi era Redwald? Adesso in tantissime trasmissioni inizierebbero a parlarvi della sua storia in modo certo, come se noi sapessimo davvero di chi stiamo parlando. La realtà è che, in effetti, noi non conosciamo quasi nulla di chi fu e di cosa fece. Per essere ancora più precisi, non siamo certi se il sepolcro di Sutton Hoo sia davvero quello del Re. La sua storia si intreccia con la diffusione del cristianesimo in Inghilterra, e quindi la possiamo evincere da diverse cronache di religiosi dell’epoca. Intrecciando tutti i “pochi” dati che abbiamo a disposizione, fra cui è importante citare la Historia ecclesiastica gentis Anglorum, di Beda il Venerabile, la prima fonte che parla di Redwald, viene fuori una vicenda umana che, come è facile intuire, è tutto fuorché precisa, ma affrontiamola lo stesso. Redwald nasce nel VI secolo dopo cristo, più o meno fra il 560 e il 580 (ma non conosciamo neanche il decennio) in un contesto di instabilità politica dell’Inghilterra post-romana. Forse è discendente della casata dei Wuffinga, e sposò una donna che gli diede almeno due figli, Raegenhere ed Eorpwald. (scusate la pronuncia, vi scrivo i nomi sotto). Forse ebbe un altro figlio, Sigeberth, e forse lo esiliò in Gallia, ma come è facile intuire qui la storia si intreccia con la leggenda. In quel periodo arrivò in Inghilterra Agostino di Canterbury, mandato da Papa Gregorio I a evangelizzare la remota “Albione”, e furono in molti a convertirsi al cristianesimo, fra cui forse i figli di Redwald. Anche Redwald si convertì, ma la sua casata non seguì il suo esempio, e nella sua casa non c’era solo un altare dedicato a Cristo ma anche un altro che Beda descrive come “per le vittime di demoni”. Bisogna specificare che in quel periodo la commistione di religioni era molto più normale di quanto non possa apparirci con gli occhi di oggi. Le vicende militari che rendono Redwald un personaggio significativo anche dal punto di vista politico sono legate alla campagna che questi condusse contro Aethelfrith, il sovrano della Northumbria. Aethelfrith aveva scacciato tale Edwin, il quale si era rifugiato da Redwald. Nel 616 o nel 617 le truppe di Redwald diedero battaglia a quelle di Aethelfrith sulle rive del fiume Idle, e quest’ultimo fu ucciso. Il figlio di Aethelfrith venne esiliato, la Northumbria fu data in premio a Edwin, e Redwald aumentò a dismisura il proprio potere. Rimasto come unico sovrano già cristiano d’Inghilterra, egli viene definito da Beda “Rex Anglorum”, un titolo che di cui fu accreditato anche grazie al debito di riconoscenza che Edwin aveva nei suoi confronti. Redwald probabilmente morì nel 624, anno più, anno meno. Per capire quanto le vicende di questi personaggi siano a noi sconosciute basta pensare che la sua morte viene registrata due volte da Ruggero di Wendover, nel 599 e nel 624, anche se probabilmente il 599 è riferito alla morte di Tytila, il padre di Redwald. https://www.vanillamagazine.it/il-tesoro-di-sutton-hoo-e-la-scoperta-archeologica-piu-importante-dell-alto-medioevo-inglese-1/amp/2 punti
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Ciao.. Avrei bisogno di una conferma riguardo questa moneta. Dovrebbe essere Gordiano III e la sua sposa Tranquillina, moneta provinciale della Tracia. Io riesco a leggere dal greco veramente poco, intravedo GOPDIANOC in alto e le lettere ANK di TPANKYLLINA sotto i busti. Sapete dirmi di più? Grazie1 punto
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Mille grazie carissimo, sono io che ringrazio te ed i tutti partecipanti a questa discussione per la cortesia e interesse mostrato. Buona continuazione ed ancora grazie1 punto
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Buongiorno Alberto, se ne era parlato in questa discussione dove mi sono permesso di condividere una mia idea a riguardo, post 26...1 punto
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https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-WMA70/32 Forseil proprietario della medaglia identica alla tua presente sul sito potrà darti delucidazioni sul valore. In rete ho cercato ma questo modello non lo trovo1 punto
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Repubblica Democratica Tedesca, 10 mark 1973, dedicata a Bertolt Brecht1 punto
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Buongiorno a tutti, complimenti Cristiano @Asclepia, ci delizi con le tue monete e le innumerevoli varianti, difficile eguagliarti. ? Interessante l'utilizzo del grappolo d'uva sia in questa tipologia che nella precedente monetazione di Ferdinando, chissà da dove nasce questa scelta, oppure già è stato scritto e mi è sfuggito ? Saluti Alberto1 punto
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Basta cambiare un paio di parametri in post produzione e la fai anche gialla, sono foto digitali... comunque, in quella di nomisma il rosso è enfatizzato, nell'altra è stato ridotto....un buon sistema per sapere come potrebbe essere in mano è prendere la foto e modificare un colore fino a farlo diventare come si sa che deve essere, un po’ più tendente al mattone se prendi come riferimento la cuprite, oppure riportare al bianco lo sfondo( ma qui essendo scontornata è impossibile) o il verde, gli altri colori verranno modificati di conseguenza dal programma.1 punto
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Congratulazioni. Moneta in conservazione top. Davvero invidiabile. Le foto non sono il massimo per giudicarla ma sembra abbastanza fresca per considerarla UNC. È chiusa 63? Gran bell'acquisto.1 punto
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The italian coins in the British museum. Vol. I: South Italy, Sicily, Sardinia.1 punto
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Grecia - 10 Dracme 1973 Aristodemo Costoli ( 1851 ) Statua di Pegaso Firenze - Giardino di Boboli1 punto
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In realtà le mie come anche altre sono tutte ipotesi, probabilmente non vi è una sola ed unica causa alla base della compresenza di nominali identici in metalli diversi, ma più cause dovute a diverse ragioni a seconda sia del periodo storico che del Paese a cui si fa riferimento, in primis darei una certa rilevanza alla richiesta sul mercato di un determinato nominale, a tal proposito traggo un esempio classico dalla monetazione del Regno delle Due Sicilie dove a partire dal 1836 torna ad essere riconiato il nominale argenteo da mezzo carlino pari a cinque grana, esisteva già dagli inizi del nuovo regno, cioè dal 1818, un nominale di pari valore, ma in rame, il pezzo da 10 tornesi, ma appunto solo a partire dal 1836 verrà affiancato dal corrispettivo in argento, come mai? La legge inerente questa nuova emissione riporta tali parole: “considerando l’utilità che al Pubblico ed alle contrattazioni recherebbe la coniazione eziandio delle monete di mezzo carlino di argento”; Il riferimento alla scelta di una tale emissione è quindi basato sulla richiesta degli utenti di un nominale evidentemente ritenuto utile in determinate contrattazioni, nonostante la compresenza di identico nominale in rame; a tal bisogna è sempre utile ricordare che il Regno duosiciliano fondava il suo sistema monetario su un monometallismo argenteo dove il solo argento era moneta legale e bastava ad estinguere tutte le obbligazioni, il rame era limitato nel suo potere di estinzione e l'oro, seppur coniato, era una moneta merce relegata agli scambi internazionali il cui valore era legato al peso ed alla variabilità del prezzo del metallo sul mercato...1 punto
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Domanda interessante, sono curioso di sapere da dove nasce. Non ho testi a riguardo, ma vista la vicinanza con Magonza è facile pensare che cadesse sotto la giurisdizione dei Vescovi di questa città. Puoi fare una ricerca in Rete, tieni presente che era diffuso l'uso di bratteate e che molte (tutte?) emissioni del periodo provenivano da Erfurt. La discussione sarebbe forse da spostare in Altre Monete Medievali.1 punto
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Oddio! Sto male!! Uno dei miei sogni numismatici! Una vera e propria chimera tra i testoni papali... una moneta che resterà per sempre un sogno proibito! Spettacolare questo esemplare del Museo di Vienna: se lo si confronta con le pochissime foto disponibili di questa tipologia, che fanno riferimento sempre alla medesima moneta (CNI, Muntoni e MIR), spicca comunque per l'elevata qualità! E questo testone manca anche a Daniele @DARECTASAPERE ! @lucerio grazie per averlo condiviso e complimenti per la tua opera di ricerca e divulgazione sull'affascinante zecca di Fano. Su una cosa sola non sono d'accordo con te: se non è R5 questa, allora in tutti questi anni non ho capito niente!! Michele1 punto
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Avevo anche io questa impressione, aldilà dei dubbi sulla patina (mi sembra "sottile"...)1 punto
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Tetradramma di Cirene con il nome del magistrato Aristomedes, che nella Nomos 16 è stato aggiudicato a un Hammer di 42000 CHF. KYRENAICA. Kyrene. Circa 435-375 BC. Tetradrachm (Silver, 26 mm, 13.08 g, 5 h), Aristomedes. ΑΡΙ[Σ]-ΤΟΜΗΔΕΟΣ Bearded head of Zeus Ammon to left, with ram's horn over his ear. Rev. Κ - Υ / Ρ - Α (retrograde) Silphium plant with three pairs of leaves. BMC 93 and pl. XII, 1 (same dies). McClean 9938 and pl. 375, 5 (same dies). SNG Copenhagen 1191 (same dies). Rare. Nicely toned and of a refined classical style, with a particularly fine head of Zeus Ammon. Some scratches on the reverse and with slightly rough surfaces, otherwise, good very fine. From the Cinquantenaire Collection, Switzerland, and from the Prospero Collection, New York Sale XXVII, 4 January 2012, 633, acquired from Spink's in London on 10 October 1983, ex Hess 247, 29 June 1978, 209. The delicate and carefully engraving of this obverse die sets it apart from most of its contemporaries: the others are much more coarse in execution and lack the nobleness of this piece. It can best be compared to the finest heads of Zeus from Olympia.1 punto
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La Serenississima ha tre ottimi curatori. Io comunque non mancherò di farci un salto di tanto in tanto... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Figurati! Volevo solo chiarire che il carattere “ufficiale” dei suberati è tutt’altro che assodato, e che nella maggior parte dei casi i conii utilizzati sono diversi da quelli di zecca, come mi pare si legga anche dallo scritto che riporti. Il saggio che ho allegato, che non dà risposte definitive sull’argomento (perchè ancora non ve ne sono), fra l’altro evidenzia che nei casi di “die link”, le caratteristiche dei conii usati possono far pensare a conii realizzati mediante calco di quelli ufficiali. Vi trovi comunque riassunto lo stato delle conoscenze attuali. Della moneta in questione, come ho detto, mi colpisce in particolare l’aspetto consunto come da circolazione, mentre è chiaro che una moneta laminata circolava solo finchè lo strato suoerficiale non si consumava o il saggio non mostrava l’inganno.1 punto
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Ringrazio tutti per l'incoraggiamento e per la disponibilità. Speriamo di fare un buon lavoro. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Colleziono Euro, ma per colpa vostra e soltanto vostra anche altro, soprattutto mondiali da ciotola ... e vi faccio i miei complimenti1 punto
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Negli ultimi mesi sono riuscito ad acquisire alla mia biblioteca un'opera che cercavo da tempo, l'Archivio economico dell'unificazione italiana. In genere si trova in forma di fascicoletti sciolti raccolti in singoli contenitori in cartoncino corrispondenti ai vari volumi dell'opera, per cui quando ho reperito i medesimi fascicoletti rilegati in bei volumi in tela ad un prezzo conveniente ho subito iniziato ad arraffarli, si tratta di una serie di testi di grande interesse, una ricchissima miniera di informazioni e dati statistici sulle condizioni economiche degli stati italiani dell'ottocento frutto di una capillare indagine archivistica e inerente i sistemi monetari, il corso dei cambi, salari e stipendi, prezzi, sistemi fiscali, entrate e spese pubbliche, commercio estero, porti ed infrastrutture. Fu il lavoro di diversi studiosi finanziato negli anni sessanta del secolo scorso dall'IRI, di seguito ho inserito delle immagini che illustrano alcuni contributi presenti nei volumi.1 punto
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Secondo il mio parere i prezzi delle divisionali rimarranno invariati o aumenteranno di qualche euro i futuro (ma non per via dei centesimi). Già all'epoca delle lire includevano nelle divisionali i tagli da 1 e 2 lire, ma anche 500 lire caravelle che non erano più in circolazione da anni.1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
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