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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/14/21 in tutte le aree

  1. Buona domenica a tutti, Un saluto Raffaele.
    9 punti
  2. Buongiorno e buona domenica a tutti, Saluti Raffaele.
    5 punti
  3. Credo valga la pena riportare anche qui questa chicca numismatica col Prof. Helmut Rizzolli tratta dal canale YouTube di Quelli del Cordusio. Video ben strutturato, di qualità e con anche slides di monete che racconta una storia numismatica di un lungo viaggio, di una promessa sposa che parte con una ricca dote composta da sacchi pieni di monete ...dove finiranno le monete lo racconterà il Professore.... buon ascolto e buona visione !
    5 punti
  4. Come accennato nella mia precedente discussione ([una moneta e una storia] Maxentivs pro Vrbe Sva - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo), lo scontro tra Massenzio e Costantino fu presto inevitabile ed avvenne al Ponte Milvio, il 28 ottobre del 312. La vittoria, come sappiamo, arrise a Costantino. Massenzio, sconfitto, vi perse la vita. Il crollo finale del regime di Massenzio possiede una eccezionale testimonianza archeologica: la scoperta nel 2005 delle sue insegne imperiali sul colle Palatino, dove furono sepolte dagli sconfitti per impedire che finissero nelle mani dell’odiato nemico. Sono conservate presso il Museo Nazionale di Palazzo Massimo, a Roma. Io ho avuto la possibilità di vederle dal vicino in occasione della mostra “Costantino 313” tenutasi al Palazzo Reale di Milano nel 2013 per commemorare il cosiddetto “Editto di Milano”. Sono splendide, in particolare lo scettro con il suo bel globo verde. Dopo Ponte Milvio, Costantino (in parallelo con le azioni volte consolidare il suo dominio) si applicò coscientemente per soppiantare Massenzio nel cuore dei Romani con una oculata campagna propagandistica. Non deve quindi stupire che Costantino sia ricorso al più potente strumento allora disponibile: le monete. Il RIC VI riconosce tre monete, tutte coniate a Roma nel 313: la 303, la 304 e la 312. Vediamole nel dettaglio. Cominciamo dalla 303 e 304: Si tratta di due monete aventi al rovescio la legenda LIBERATORI VRBIS SVAE: Ecco la 303: Della 304 non ho trovato una immagine (magari qualcuno di voi mi può aiutare). Essa si distingue dalla 303 in quanto il busto di Costantino e’ laureato, drappeggiato e corazzato (E) anziché solo laureato e corazzato (D); inoltre la 304 e’ stata coniata dalla 3^ officina (T), mentre la 303 dalla seconda (S). Tuttavia, sono noti esemplari “non in RIC”: Questa e’ la RIC VI 303 ma della terza officina (T): Ed ecco la RIC VI 304, ma seconda officina (S): Ed ora passiamo alla RIC VI Roma 312: Qui il rovescio e’ dunque RESTITVTOR VRBIS SVAE Queste monete LIBERATORI VRBIS SVAE e RESTITVTOR VRBIS SVAE sono strettamente collegate alla serie CONSERV URB SVAE di Massenzio. Tuttavia, mentre il dritto e’ logicamente cambiato (ora vi ci appare l’effigie di Costantino), il rovescio e’ lo stesso (sempre la dea Roma seduta dentro un tempio), ma con una legenda del tutto diversa: LIBERATORI VRBIS SVAE alternato a RESTITVTOR VRBIS SVAE, che identificano senza ombra di dubbio Costantino come vincitore del tiranno (“liberator”) e come restauratore (“restitutor”) della pace e della giustizia nella città di Roma, ora identificata come “sua”, nello stesso modo che aveva usato Massenzio nella sua serie (in cui si era identificato come “conservatore”, “protettore”). Particolare il fatto che entrambi i tipi siano stati coniati a Roma nel 313; probabilmente furono emessi per il consumo immediato del popolo di Roma: il messaggio doveva essere forte e chiaro. Con Costantino le parole non sono mai banali. Le parole “liberatori” (addirittura al dativo, una vera e propria dedica) e “restitutor” rappresentano appieno lo sforzo del vincitore di rappresentare il suo rivale Massenzio non come un mero usurpatore, ma come un tiranno dal quale il Senato ed il popolo romano erano stati liberati. E’ una differenza sottile, ma non da poco. Allarghiamo ora per un attimo un po’ il discorso. E’ da notare come, di pari passo alla produzione delle serie succitate da parte della zecca di Roma, anche altre zecche abbiano prodotto monete volte ad enfatizzare lo stesso tema. Ecco allora i tipi : ROMAE AETER AVGG di Londinium (es. RIC VI 269): ROMAE RESTITVTAE: sempre Londinium (es. RIC VI 272): RECVPERATORI VRB SVAE di Arelate (es. RIC VII Arelate 33): Anche queste produzioni terminano presto. Si chiude, infatti, nel 315 con il tipo RESTITVTORI LIBERTATIS da dalle zecche di Ticinum e Treviri: RIC VII Treveri 23: e’ in bianco e nero, ma e’ un solido RIC VII Ticinum 31: solido anche qui Come detto sopra, in Costantino nulla e’ casuale, anche la scelta di queste ultime zecche. La scelta di Londinium potrebbe essere legata (questo e’ un mio pensiero) al forte legame con la Britannia. Basti pensare che, alla morte del padre Costanzo Cloro, furono proprio le truppe di stanza ad Eburacum a nominarlo addirittura augusto nel 306. Quanto a Ticinum , in realtà significa Mediolanum dove Costantino si recò dopo aver lasciato Roma. Proprio a Mediolanum, nel febbraio del 313, si celebrò il matrimonio tra la sorellastra Costanza e Licinio, che sancì l’alleanza tra i due augusti. Fu poi in quella sede ed in quella occasione che fu promulgato il cosiddetto Editto di Milano, che fu stabilito il nuovo assetto dell’impero e che fu programmata la guerra contro Massimino Daia. Non dimentichiamo poi il ruolo che la città aveva avuto come capitale occidentale durante la prima Tetrarchia ed anche la sua posizione strategica. Quanto a Treviri, sappiamo che fu a lungo capitale imperiale dove Costantino risiedette come Cesare e dove svolse una intensa attività edilizia, a dimostrazione del forte legame con questa città. Ricordiamo, a titolo di esempio, la Basilica Palatina: Ma a Treviri tornò anche dopo aver lasciato Milano per affrontare una campagna contro Franchi e Germani e vi celebrò anche i decennalia del regno, proprio nel luglio del 315. Quanto ad Arelate, ricordiamo che proprio Costantino vi aveva trasferito la zecca di Ostia (se ne e’ già parlato). Come detto, Costantino lasciò Roma nel gennaio del 313. Il brevissimo lasso di tempo trascorso in città fa emergere tutta la sua capacità di statista in grado di riconquistare la fiducia e il rispetto del Senato e del popolo romano con una vera transizione ideologico-religiosa (se così si può dire) , anche se certo la forza degli eserciti ebbe il suo peso (oltre che grande uomo di stato era anche un grande uomo di armi). Non dimentichiamo come Costantino fosse arrivato a Ponte Milvio, ovvero sotto l’egida dell’ ”In hoc signo vinces”, paladino di Cristo contro il pagano Massenzio. Se guardiamo alle monete su postate, però, non vi sono ancora simboli cristiani, ma addirittura c’e’ ancora un tempio pagano e una dea (anche se questa dea e’ Roma). Inutile dire quindi che, al momento della sua partenza, una tale radicale trasformazione non era stata ancora completata, anche se certamente era avviata nella giusta direzione. Ne e’ una ulteriore prova la costruzione dell’Arco ordinata dal Senato poco tempo dopo, nel 315: La cosa per noi interessante e’ nella iscrizione: Al centro dell'attico è presente la seguente iscrizione: «IMP(eratori) · CAES(ari) · FL(avio) · CONSTANTINO · MAXIMO · P(io) · F(elici) · AVGUSTO · S(enatus) · P(opulus) · Q(ue) · R(omanus) · QVOD · INSTINCTV · DIVINITATIS · MENTIS · MAGNITVDINE · CVM · EXERCITV · SVO · TAM · DE · TYRANNO · QVAM · DE · OMNI · EIVS · FACTIONE · VNO · TEMPORE · IVSTIS · REM-PUBLICAM · VLTVS · EST · ARMIS · ARCVM · TRIVMPHIS · INSIGNEM · DICAVIT ·» «All'imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo Pio Felice Augusto, il Senato e il popolo romano, poiché per ispirazione divina e per la grandezza del suo spirito in una sola volta con il suo esercito ha vendicato lo Stato, per mezzo di una giusta guerra, sia dal tiranno che da ogni sua fazione, dedicarono questo arco insigne per trionfi.» Le parole chiave sono sicuramente INSTINCTV DIVINITATIS: Costantino ha vinto per “ispirazione divina”. Ma di quale dio? Non vi e’ ancora un accenno diretto al Dio dei Cristiani, anche se dietro lo si intuisce chiaramante. E’ ancora un po’ presto per una affermazione esplicita, ma e’ questione di poco. E poi colpisce anche la parola “DE TYRANNO”: come detto su, nella sua politica propagandistica, Costantino ha liberato Roma non da un semplice usurpatore, ma da un vero e proprio tiranno. Insomma, le parole sono pietre, nel vero senso della parola. Quanto alla attività edilizia iniziale, in riferimento all’area del foro, a Costantino (che trovò molti monumenti – o almeno i due principali, ovvero il tempio di Venere e Roma e la cosiddetta Basilica) non solo già progettati e strutturati, ma anche quasi del tutto conclusi o prossimi alla conclusione, non restò che eseguire sia l’eventuale e non precisabile completamento strutturale e decorativo sia, più probabilmente, la dedicazione o ridedicazione con il suo nome. Proprio nel periodo che seguì la vittoria su Massenzio, iniziò inoltre la costruzione della sua prima basilica, quella del Laterano. Si è molto discusso su questa collocazione ‘periferica’ della cattedrale. L’interpretazione più in voga è quella che mostra un Costantino assai prudente che non vuole urtare l’aristocrazia e la popolazione stessa, ancora in forte maggioranza pagana, e preferisce quindi inserire la cattedrale il più lontano possibile dal centro della vita pubblica, ove si trovavano anche molti luoghi sacri della religione pagana. O forse, più prosaicamente, la basilica era così grande che difficilmente poteva essere collocata nell’affollato centro cittadino? Della vecchia basilica, oggi resta il nucleo principale del cosiddetto Battistero Lateranense: In vicinanza, Costantino iniziò anche la costruzione del nuovo palazzo imperiale, chiamato Sessorium (sui resti del vecchio palazzo di Elagabalo agli Horti Spei Veteris) dove risiedette la madre Elena. Di esso rimangono i resti delle Teme Eleniane e il cosiddetto tempio di Minerva Medica, in realtà una splendida aula decagona con cupola. Vi era anche una chiesa (oggi chiesa di Santa Croce in Gerusalemme) che doveva contenere le reliquie di Cristo trovate dalla madre Elena in Terrasanta. Successivamente al periodo che ci interessa, Costantino effettuerà poi una intensa attività edilizia in senso “cristiano” che esula dalla attuale discussione. Per chi vuole approfondire alleghero’ una lettura. Fonti: - RIC volume VI - Constantine the Great-- History and Coins (constantinethegreatcoins.com) - Iconografia_di_Costantino.pdf - Roma_costantiniana.pdf Le_iconografie_monetali (1).pdf Ciao da Stilicho
    4 punti
  5. Buon pomeriggio a tutti, stavo sfogliando alcuni cataloghi nella mia biblioteca per alcune ricerche, tra i quali la vendita Jacob Hirsch XXVI del 1910. E' un'asta particolare perchè è l'unica (della serie delle Hirsch) che presenta due collezioni diverse in serie a seguire di greche (la prima di doppioni del Museo di Berlino ex coll. Lobbecke) e la seconda di amatore ignoto. Premetto che le "classiche" Jacob Hirsch, Naville Ars Classica, Egger etc....sono aste che avrò visto, rivisto e strarivisto decine e decine di volta la singola asta..... Nella seconda collezione mi accorgo di due tetradrammi di Akragas, sui quali confesso, forse per distrazione o sbadataggine, non avevo mai buttato seriamente l'occhio prima di oggi..... Presentano due simboli MAI VISTI.....uno con CONCHIGLIA TRA LE CHELE DEL GRANCHIO E LEPRE SOTTO, l'altro con TRE GLOBETTI A INTERVALLO TRA IL GRANCHIO E TESTA ARCAICA SENZA COLLO SOTTO.. Il GRANDE JACOB HIRSCH LI DESCRIVE ENTRAMBI COME INEDITI....e ci credo bene!!!!!!! Ho verificato sul Corpus di Akragas e la prof. Ulla Westermark non ne fa mai menzione, neppure tra i falsi/falsificazioni..... La difficoltà di trarre un giudizio sulla loro bontà sta nel fatto che sono foto tratte da calchi in gesso però, se osserviamo attentamente i particolari, bannarli come falsi non me la sento....anzi! Le rotture di conio sull'aquila del 369, la bellezza dei simboli, la naturalezza del modellato, i contorni dei moduli mi porterebbero a ritenerle buone...... Possiedo le principali pubblicazioni sui falsi (anche datati): Svoronos sul falsario Christodoulos, Becker, Caprara etc.....e non risultano censiti questi falsi per Akragas...... Sono curioso di vedere le opinioni dei Forumisti. Io sono appassionato da oltre 20 anni di monete greche e non mai visto esemplari analoghi ma mi chiedo al tempo stesso: possibile che ad oggi, 13 febbraio 2021, in una monetazione poderosa e voluminosa come Akragas abbiamo ancora degli unicum risalenti al 1910 e mai più apparsi? Come mai la Prof. Westermark (scuola Jenkins e quindi con una certa tradizione di impostazione delle opere) non li ha presi in considerazione neanche per citarli tra i dubbiosi o i falsi? Mi è sfuggito qualcosa? Saluti Odisseo
    3 punti
  6. Posto la mia, appena arrivata e super gradita ..anche perché è un regaloNE. Ex M.Pin
    3 punti
  7. Salve a tutti, alcuni optano per il passo della Novena in virtù del presunto scontro avvenuto presso il Ticino, Vigevano, si dice, facilmente raggiungibile dal passo predetto. Lo escludo nel modo più assoluto: Annibale aveva con sè 37 elefanti, non 37 ghepardi e aveva una certa fretta per motivi che non sto qui a precisare. La battaglia del Ticino dovrebbe chiamarsi la battaglia dell'Agogna, tra Lomello, Ferrera e Ottobiano, dove un tempo c'erano i tumuli, poi abbattuti per far posto alle risaie (lo conferma l'archeologia ma anche testi antichi). Escludendo il Monginevro, il Moncenisio e il Piccolo S Bernardo, quest'ultimo percorso da Asdrubale 10 anni dopo con i 10 elefanti, due restano i passi più attendibili: Il Col Savine Coche (200 metri ca. a ovest del Col Clapier e, quindi, il sentiero 806 interessato da antichissime frane, cioè il Rocher Penibles e la curva a est per il "Vallone del Tiraculo", e non il sentiero 805 percorso dai valdesi; oppure il Colle delle Traversette più a sud, pure interessato da più frane e, a differenze del Savine Coche, interessato da stretti passaggi e precipizi da capogiro. La via artificiale fatta costruire da Annibale in 3 gg per far passare gli elefanti, ovvio, non esiste più, in quanto il pietrisco come basamento del passaggio è precipitato per gli agenti atmosferici nati in tutti questi secoli, magari con l'aggiunta di qualche terremoto, ma la foto scattata dal professor William Mahaney misurante 1 metro massimo di lunghezza, a ridosso del Colle, sarebbe l'effettivo passaggio che ha incusso paura ai soldati cartaginesi nel superarlo: il precipizio al lato dx fa immaginare una morte sicura, figuriamoci con la neve fresca su quella ghiacciata dell'anno prima. Il colle delle Traversette per me è il primo indiziato e neanche i consoli romani ci avrebbero scommesso. Annibale è stato depistato dalle false guide galliche essendo il suo obiettivo, dopo aver superato Gap, quello di percorrere la strada che poi sarebbe stata chiamata la via Domitia, cioè quella che devia a nord all'altezza di Mont Dauphin, per poi superare L'Argenterie La Bassee, St Martin Queyrieres, Briancon e il Monginevro. Il depistamento ha invece condotto Annibale per il Queyras, cioè per Chateaux Queyras, poi, al primo bivio, dritto per Aiguille. Annibale non ci ha impiegato molto a capire di essere stato vittima di un depistamento, sapendo ben riconoscere le pietre di direzione del sentiero, quelle emiliane secondo Totò)....Poi il secondo bivio: invece di svoltare a dx per Molines e quindi per il col dell'Agnello, il suo istinto l'ha fatto andare dritto per Abries. Eccoci al terzo bivio: l'istinto non lo ha fatto allontanare dal fiume Guil, incontrato già sotto mont Dauphin, e quindi ha svolto a dx invece di andare dritto per il sentiero più stretto del torrente Bouchet (quello che porta al Col Maleure), ed ha sostato a "La Monta" dopo aver superato Ristolas: il pianoro è vasto e bello al punto da invitare a una sosta per riposare e rifocillarsi. Dopo aver superato Echalps, ultima località degna di una denominazione toponomastica, allora inesistente, il percorso si restringe a vista d'occhio: la vista del torrente de la Faito sulla sx, molto più avanti, sviluppa l'istinto di percorrerlo fino alla cima: il percorso è segnato dalla sigla GDV sulla mappa con un bivio che si affaccia prima del Buco del Viso. La deviazione a dx porta al colle (2947 m) con a dx le rocce Fourion (3153 m). La discesa solo a vederla incute timore per i motivi esposti sopra: si svolta a sx e si scende un poco zig-zagando fino a incrociare e superare l'uscita del tunnel "Buco del viso" del versante italiano, poi il percorso devia a est con il Monte Granero ben in vista (3170 m). Si percorre una lunga curva fino a incontrarne un'altra più a gomito: quella interessata dalle due frane descritte da Polibio e Livio. Spettacolo, molte cose coincidono e quante belle pietre rotolanti che si sono staccate dalla parete. Subito dopo c'è un'altra curva a sx, una rientranza, che porta fino al bivio con a sx il sentiero V20, la modern route, e il percorso che va diritto, quello percorso da Annibale. Attenzione, c'è subito un altro bivio ancora: non svoltate a dx, per la modern route, ma proseguite dritto, sotto il costone (tutti i percorsi, in epoca pre-romana, seguivano le pareti rocciose): vi ritroverete al Pian de Re, dove il professor Mahaney ha condotto le sue ricerche. Ah, dimenticavo: il comune di Ostana è stato interessato dal ritrovamento di una zanna di elefante alcuni anni fa in occasione di lavori di scavo. E' conservata con una reliquia per volere del sindaco di allora. Saluti! Alessandro Ferrante (Alecs Ferrante on fb)
    3 punti
  8. 2 punti
  9. E dato che ti piacciono.... Posto pure la mia 1839 D'Incerti 179/a Pagani 199 Peso grammi 27,43 Taglio inciso al rovescio Giudicata da Morello SPl +
    2 punti
  10. We Raffaè? Avevo giá dato uno sguardo in giro...san Valentino ha portato altre cosine per ora?.... Con calma uscirá la prossima napoletana,non mancherá?,ho un amore spassionato per le piastre?
    2 punti
  11. SIXTVS è il nome latino che, originariamente, in greco era XYSTOS. Anche per le monete di Ancona, troviamo talvolta KYRIACVS (greco) invece del nome latino QVIRIACVS.
    2 punti
  12. Buonasera a tutti, Cavalluccio Aquilano da poco accolto nella mia scuderia. Al dritto presenta la S coricata in FERRANDVS e al rovescio la T del Tramontano sotto la zampa del cavallo e l'aquiletta fra due rosette sotto la linea d'esergo. La legenda sembra avere questa separazione : EQVITAS R - - EGNI Perdonate le pessime foto, la moneta è a bagno in acqua demineralizzata.... A voi sembra così?
    2 punti
  13. Si tratta di una VICTORIAE LAETAE PRINC PERP: due Vittorie che tengono uno scudo con inscritto VOT/PR appoggiato o solo sopra una colonna o un altare. Type 110 (tesorillo.com) Questo rovescio fu coniato, per Costantino I, dalle zecche di Londinium, Treveri, Arelate, Ticinum e Siscia. Costantino vi appare con diversi busti, alcuni molto particolari: Mi sembra che il busto sulla moneta postata sia simile a quello centrale dell'ultima fila, alla luce dell'aspetto del volto, dell'elmo e della lancia. La zecca non si legge bene. Dall'aspetto, potrebbe trattarsi di Treveri oppure Londinium...non so Ti allego anche questo link: VLPP from Arles, London, Ticinum and Trier (constantinethegreatcoins.com) Ciao da Stilicho
    2 punti
  14. Su internet si trovano molte informazioni utili e non, corrette e non, poi sta ad ognuno di noi noi valutare e farsi una propria legittima idea. La pensi pertanto tranquillamente come vuole. Da parte mia sono e rimango convinto che ne esistono molti più di 11 autentici. Poi sbaglierò io.
    2 punti
  15. 1974 Tailandia - 1 baht Thai 2517 Il calendario buddhista conta come anno zero la presunta nascita di Buddha, e cioè il 543 a.C 1974 + 543 = 2517 (a destra del rovescio)
    2 punti
  16. proprio nel 1974 in Bhutan è stato introdotto il ngultrum che sostituiva la rupia bhutanese 1 ngultrum = 100 chetrums ecco la moneta da 20 chetrums 1974 FAO
    2 punti
  17. La moneta è molto bella e ben centrata, senza slittamenti di conio. È un ottimo bb per conservazionen ma nettamente fuori dalla norma per caratteristiche della coniazione. Complimenti.
    1 punto
  18. Bello il tema e, soprattutto, bellissime le monete. Vorrei portare l'attenzione su un fatto che mi ha sempre stupito. Nel post di @Stilicho viene citato il famoso motto ''in hoc signo vinces'' che tutti conosciamo dai tempi della scuola. Ma, perché c'è un ma, dopo un po' che mi interessavo di numismatica ho conosciuto un'emissione dei figli di Costantino. La legenda di questa emissione è ''HOC SIGNO VICTOR ERIS''. Considerato che i figli di Costantino erano più vicini ai fatti non è che questo fosse il vero motto? La traduzione pure mi porterebbe a pensare così: con questo segno sarai vincitore... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  19. CAPARRA CONTRATTUALE Buona notte da Stilicho
    1 punto
  20. Concordo con te Rocco, sta diventando raretta, il taglio della mia è inciso al diritto.
    1 punto
  21. Stavo confrontando le mie Piastre del 1855, in quanto a '' pettinature nel giro"..... Le forme sembrano variare. Una delle mie.
    1 punto
  22. Si, giusto. https://numistoria.altervista.org/blog/?p=26924 Il fatto che ci sia una moneta comune significa che alcuni paesi emetteranno ben tre 2 euro, ad esempio la Lituania. Di altri ancora non si ha notizia.
    1 punto
  23. Buon giorno . Bella scatola vorrei averla anch'io. Complimenti ! (senza il voto positivo) Gabriella
    1 punto
  24. Moneta in alta conservazione prossima al FDC. Dato l'anno e la conservazione può avere un discreto valore.
    1 punto
  25. Bangladesh 1 e 10 poisha (FAO) 1974 sul retro una ninfea (il fiore nazionale del Bangladesh)
    1 punto
  26. Ciao la foto non è il massimo, la moneta pare chiusa nell'oblo di carta/plastica, comunque conservazione alta, se circolata pochissimo direi qFDC. saluti TIBERIVS
    1 punto
  27. 1 punto
  28. Il mio avatar parla chiaro anche se i grossi moduli in rame, argento e potendo in oro è dove mi cade per primo l'occhio e credo sia un fattore umano di tutti,quello che vedi meglio ti attira di più oltre al volore intrinseco o numismatico. A chi non piace un Tallero del Leone anche straniero?! Il bello deve essere proporzionale ed allora scatta il link al cervello che ti fa sparare su un doppio scudo Genovese anche se meno raro e interessante di un quattrino di Pesaro.?
    1 punto
  29. Scusate... Questo esemplare è tra gli 11 titolari o meno? Titus. Æ Sestertius (25.87 g), AD 79-81. Rome, AD 80/1. View of the Amphitheatrum Flavium (the Colosseum) between the Meta Sudans, on left, and porticoed building, on right; the exterior of the monument showing four tiers with a varying number of arches, some empty and some with statuary; the interior shows the seating filled with spectators, steps, and the emperor's viewing box. Reverse: IMP T CAES VESP AVG P M TR P P P COS VIII, S C across field, emperor seated left on curule chair, holding branch and scroll; around, various arms. RIC 184; BMC 190, pl. 50, 2 (same dies); BN 189 (same rev. die); Kent-Hirmer pl. 68, 239 (obv. only illus.). Hendin 1594. Very rare and much sought-after as the famous monument of Italy, if not of all antiquity. Struck on a very broad flan, pleasing reddish-brown patina. Choice Very Fine. Ira and Larry Goldberg Auctioneers Auction 90 2-3 February 2016 https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1392&lot=3047 The Flavian Amphitheater, also known as the Colosseum, was built in several stages. Its construction was begun in the reign of Vespasian, added onto by Titus, and completed by Domitian. The structure of the Colosseum consisted of four stories, the lowest level corresponding to the Doric / Tuscan style, the second story to the Ionic, the third to Corinthian, these built by Vespasian between 71 and 75 A.D. The fourth story gallery of Corinthian pilasters was added by Titus in 80 A.D. to provide more seating. It was dedicated in 80 A.D., in a hundred-day celebration. This sestertius and its series illustrates the first time an artistic archaeological monument is tied to the numismatic 'Judaea Capta' bronzes. It is only in the last few years that two other excellent examples of this sestertius type of Titus have entered the market. The relief on the surfaces of these coins has been of a high enough state of preservation as to ascertain that the motif within the central arch on the third level actually utilizes the same iconographical elements from the Judaea Captive Bronze Coin Series: a prominent palm tree, the emperor with foot on helmet, and a Jewish captive. In other words, these well-known symbols of the defeat of Judaea represented on coinage was also glorified by a life-size bronze group fashioned by a master sculptor. The building of the structure was funded by the spoils of the Jewish War. This is attested by a reconstructed "ghost inscription," discovered on the architrave of one of the side entrances to the Colosseum. [A "ghost inscription" is a cluster of pin holes once used to attach metal letters to monumental surface.] In 1995 Geza Alfoldy of the University of Heidelberg reconstructed this early, underlying (so-called "ghost inscription") as follows: "The Emperor Titus Caesar Vespasian Augustus ordered the new amphitheater to be made from the (proceeds from the sale of the) booty." From the Letter of Aristeas Josephus (Antiquitates Judaicae II.2 passim): The Temple [in Jerusalem] had been built with a lavishness and sumptuousness beyond all precedent. It was the recipient of immeasurable gifts and was the repository of all manner of sacred treasures of massive gold. The treasury held "infinite sums of money." In particular, Josephus asserts that the menorah and the altar, each made of gold, weighed no less than two talents. According to Josephus 97,000 Jews were taken into captivity (de Bello Judaico 6.93). This may be the source of the tradition, otherwise unattested, that Jews actually built the Colosseum [Louis H. Feldman]. Accordingly, captive Jews provided the unskilled workforce, working in the travertine quarries in Tivoli, and transporting the stones the twenty miles to Rome. The Flavians endeavored to eradicate the Jews by destroying the Temple in Jerusalem, killing, enslaving or exiling the Jews from Judaea, and by forbidding the practice of Judaism. The Flavian Amphitheater was financed by the spoils of the Jewish War and built by the labor of the Jews. Its very presence was a tangible announcement of the glory that was Rome and an exultation of the primacy and power of the emperor. Its de facto legacy was as an eternal monument to commemorate the triumph of the Flavians over Judaea. Estimated Value $90,000-UP. Ex NAC 52 (7 October 2009), 384. Pedigree ce l'ha, presentata da case d'asta prestigiose. Per dire... non scateneremo mica una guerra tra utenti sul numero preciso di esemplari autentici riconosciuti... insomma, ci possiamo limitare (come già fatto) che " ... si tratta di una serie spettacolare, molto di impatto e rappresentativa, della quale sono noti alcuni esemplari autentici e che, proprio in virtù di quanto descritto sopra, presenta (analogamente a tutte le serie di bronzi grosso modulo più ambite e famose) molte copie più o meno moderne spesso difficili da distinguere da quelle originali... " ? Può accontentare tutti? Buona giornata Illyricum
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  30. Mi pare che alla fine della discussione fosse emerso proprio questo.
    1 punto
  31. Concordo con te come capita quasi sempre. Pensiamo poi a una cosa: molte persone sono disposte a spendere 1000 euro per un telefonino che dopo due anni va cambiato, io preferisco spenderne 200 e acquistare una moneta per alimentare la mia passione e la mia cultura. Come l'esempio del telefonino si possono fare altri mille esempi, dalle auto alle lavatrici...
    1 punto
  32. Pensa che io amo invece le monete piccole! Probabilmente è tutto un fattore psicologico. Il fatto di avere una moneta di grande diametro tra le mani induce magari a pensare di avere qualcosa di più grande valore. Questi sono i 20 centesimi di Vittorio Emanuele II in mio possesso. Non far caso al buco, probabilmente utilizzati come ciondolo. (Molto più interessante il simbolo BN rovesciato che la rende una R4. Gran parte del valore però è perso da questo buco. Accidenti!). Oppure i 2 centesimi, altra moneta di cui si parla poco, secondo me splendidi!
    1 punto
  33. Girando per mercatini e bancarelle, ho visto che le monete (mondiali) vengono setacciate per dimensione; quelle piccoline le vendono a 3 monete 1 euro, le altre più grandi a 50 cent o 1 euro l'una Non è una regola precisa che seguono tutti, ma più di un bancarellaro mi ha spiegato che le monete di medio e grande modulo, hanno una attrazione maggiore rispetto alle piccole. Infatti ogni tanto capita che nelle ciotole delle piccoline, ci trovo monetine d'argento, che evidentemente, non suscitano interesse particolare. saluti
    1 punto
  34. concordo appieno secondo me la spatinatura è accettabilissima in questo caso (certo dipende quanto vai a pagarla ) ,peccato per la mancanza delle scritte del rovescio che rappresentano poi il succo della moneta in questione
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  35. Nell'immagine che ho postato mancano alcuni esemplari acquisiti dopo aver scattato la foto, questa è l'ultima arrivata... Pubblica 1623 MC... Peso:16,26 grammi... Diametro :33,55 millimetri...
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  36. Mi ha sempre affascinato la monetazione pontificia Barocca, tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII. Oggi mentre guardavo alcune immagini numismatiche di tale periodo mi sono reso conto che c'era qualcosa che non andava. Un esemplare passato recentemente (ma non troppo) in asta era anomalo ... Ma andiamo per ordine. La moneta viene classificata come molto rara o rarissima ed è lo scudo d'oro di Alessandro VIII 1690, con al R/ i busti iugati di S. Pietro e S. Paolo, MIR 2079, peso 3.29-3.35 g. Posto di sotto l'immagine di un esemplare apparentemente scevro da dubbi di autenticità, esitato da Ira & Larry Goldberg nel 2012, classificato MS61. Continua (...)
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  37. Ciao e benvenuto. per richiamare un utente devi scrivere il suo nick preceduto dal segno 'chiocciola': quindi nel caso di Gabriella @ACERBONI GABRIELLA Questa è una moneta comune, e in questa conservazione si vende a pochi euro. Puoi farti un'idea del valore cercando nelle aste concluse su ebay, spunta OGGETTI VENDUTI (non quelli in vendita) e ti puoi fare un'idea. Clicca qui per un esempio: https://www.ebay.it/sch/i.html?_from=R40&_nkw=1+lira+1887&_sacat=0&LH_TitleDesc=0&rt=nc&LH_Sold=1&LH_Complete=1 Per imparare le varie sigle di conservazione puoi leggere tante discussioni qui sul forum. Queste sono, dalla più bassa alla più alta: MB (Molto Bella), Bb (Bellissima), Spl (Splendida), FdC (Fior di Conio). Quindi... buon proseguimento sul forum e in questo affascinante viaggio nel tempo attraverso le monete Fabrizio
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  38. Riporto per completezza le descrizioni dei 2 tetradrammi inediti sopra postati....
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  39. Ed ecco un ulteriore esemplare, questa volta da asta Varesi 67 (invenduto...). Anch'esso di fattura grossolana.
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  40. Sono d'accordo, @sandokan. Purtroppo, i social e la tecnologia stanno generando una progressiva spersonalizzazione. Oltre alla classica maleducazione di certi individui, credo che molti neoiscritti si dimentichino del fatto che il forum è fatto da tante persone che dedicano GRATUITAMENTE e senza alcun compenso il proprio tempo. Dietro ogni messaggio, ogni profilo utente, non ci sono automi, assistenti vocali o intelligenze artificiali. Ci sono persone vere, proprio come quelle che si incrociano per strada o quando si va al supermercato. Persone che, come detto, non sono pagate per rendere un servizio di consulenze numismatiche a chiunque si iscriva ma lo fanno per pura passione, mettendo a più completa disposizione il proprio sapere. La nostra unica, piccola soddisfazione è sapere che abbiamo aiutato qualcuno poco esperto in numismatica, dandogli consigli, valutazioni o aiutandolo in richieste d'identificazione. Un semplice "grazie", pertanto, nonostante sia ormai un qualcosa di fuorimoda di questi tempi, fa veramente molto piacere.
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  41. Ciao a tutti, sono nuovo e vorrei intraprendere uno studio sulla monetazione etrusca dagli albori sino alla romanizzazione. Sono alla ricerca di una bibliografia generica per poi poter giungere ad evolvere nella ricerca. Spero possiate darmi una mano.
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  42. In questa conservazione nessun tipo di valore. Hanno qualche valore solo in FDC o giù di lì, quindi mai circolate.
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  43. Grazie @ZuoloNomisma, sono ovviamente consapevole del fatto che l'appiccagnolo ne tagli il valore - altrimenti non l'avrei trovata a 250 euro+diritti - ma personalmente la cosa non mi crea problemi, e preferirei sempre una moneta ex appiccagnolo ma con rilievi BB a una moneta sana ma con rilievi inferiori. In ogni caso, questa è la mia piastra giubilare 1700, quando ricomparirà sul mercato vorrà dire che avrò tirato le cuoia (o che mia moglie è fuggita col bottino)
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  44. Per la mia Napoletana di oggi, continuo con i due Tornesi. Tornesi 2 1852 Ferdinando II Magliocca 740 Punteggiatura al Diritto incompleta , Manca nella scritta VTR SIC ET HIER REX E puntone sulla N di Tornesi. ? Saluti Alberto
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  45. Giusto, ma si riferisce a beni scoperti a mezzo scavi, quindi nel sottosuolo.
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