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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/15/21 in tutte le aree

  1. Questa domanda mi tocca particolarmente sul vivo... Io collezione delle monete sabaude fino al 1800, In poche parole le pre decimali, ovviamente in otto secoli di monetazione ci sono monete di tutti i tagli. Le piccole però mi fanno venire "gli occhi a cuore". Sono due i motivi principali per questa mia preferenza, Il primo è la grande varietà, le innumerevoli varianti, la maggior possibilità di studio ed anche, a volte, la difficoltà che si trova nella classificazione esatta. Il secondo motivo per cui sono attratto maggiormente dalle monete di piccolo taglio è il fatto che erano quelle usate della gente comune, quelle che passavano per le mani dei nostri avi, che facevano parte della vita di tutti i giorni delle persone che ci hanno preceduti. Certo le monete di grosso modulo piacciono a tutti, e' un piacere toccarle e tenerle in mano, ma questa è una cosa diversa dallo studio di una monetazione.. Se poi parliamo di valore la storia cambia, le piccole sono più facilmente propense alla perdita di valore commerciale, i grandi moduli tengono meglio il valore di mercato, ma collezionare, a volte, non è solo una questione economica...
    6 punti
  2. Ciao Amici, essendo affetto anch'io da Piastrite Acuta, condivido la mia Piastra 1839. Come detto da alcuni di Voi, millesimo a mio parere, piuttosto sottovalutato come Rarità. Buona Serata, Beppe
    5 punti
  3. 5 punti
  4. Contribuisco anche io alla discussione con un bel libro che tra tante monete credo possa creare maggiore ricchezza e varietà di spunti... Si tratta della "Storia dei prezzi in Napoli dal 1131 al 1860" di Nunzio Faraglia, un testo cercato da tempo e finalmente reperito in originale ad un ottimo prezzo, è un bel volumone ricchissimo di informazioni sulla storia economica, monetaria e dei prezzi a Napoli dal medioevo alla fine del Regno delle Due Sicilie, con tante tabelle e documenti trascritti... Una di quelle opere che io definisco assai "saporite" ?
    4 punti
  5. Rientra tra le mie passioni le medaglie dedicate alle Scuole veneziane. Segnalo, al riguardo, in una prossima asta, la medaglia in oggetto in argento, per la quale mi permetto di richiamare l’interessante nota di L.Mezzaroba https://www.cronacanumismatica.com/gli-speciali-di-cn-la-scuola-grande-di-san-teodoro-medaglie-e-iconografia-del-santo-a-venezia/ Allego le foto recto-verso della medaglia in asta .... sperando nell’aggiudicazione!! ?
    3 punti
  6. Oltre quella postata ne ho 4 del 1622 ed una del 1623 Pubblica 1622 Peso 14,38 grammi Diametro 33,55 mm
    3 punti
  7. Altro esemplare del 1832 con differenze di conio sia nel dritto che nel rovescio.
    3 punti
  8. Come accennato nella mia precedente discussione ([una moneta e una storia] Maxentivs pro Vrbe Sva - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo), lo scontro tra Massenzio e Costantino fu presto inevitabile ed avvenne al Ponte Milvio, il 28 ottobre del 312. La vittoria, come sappiamo, arrise a Costantino. Massenzio, sconfitto, vi perse la vita. Il crollo finale del regime di Massenzio possiede una eccezionale testimonianza archeologica: la scoperta nel 2005 delle sue insegne imperiali sul colle Palatino, dove furono sepolte dagli sconfitti per impedire che finissero nelle mani dell’odiato nemico. Sono conservate presso il Museo Nazionale di Palazzo Massimo, a Roma. Io ho avuto la possibilità di vederle dal vicino in occasione della mostra “Costantino 313” tenutasi al Palazzo Reale di Milano nel 2013 per commemorare il cosiddetto “Editto di Milano”. Sono splendide, in particolare lo scettro con il suo bel globo verde. Dopo Ponte Milvio, Costantino (in parallelo con le azioni volte consolidare il suo dominio) si applicò coscientemente per soppiantare Massenzio nel cuore dei Romani con una oculata campagna propagandistica. Non deve quindi stupire che Costantino sia ricorso al più potente strumento allora disponibile: le monete. Il RIC VI riconosce tre monete, tutte coniate a Roma nel 313: la 303, la 304 e la 312. Vediamole nel dettaglio. Cominciamo dalla 303 e 304: Si tratta di due monete aventi al rovescio la legenda LIBERATORI VRBIS SVAE: Ecco la 303: Della 304 non ho trovato una immagine (magari qualcuno di voi mi può aiutare). Essa si distingue dalla 303 in quanto il busto di Costantino e’ laureato, drappeggiato e corazzato (E) anziché solo laureato e corazzato (D); inoltre la 304 e’ stata coniata dalla 3^ officina (T), mentre la 303 dalla seconda (S). Tuttavia, sono noti esemplari “non in RIC”: Questa e’ la RIC VI 303 ma della terza officina (T): Ed ecco la RIC VI 304, ma seconda officina (S): Ed ora passiamo alla RIC VI Roma 312: Qui il rovescio e’ dunque RESTITVTOR VRBIS SVAE Queste monete LIBERATORI VRBIS SVAE e RESTITVTOR VRBIS SVAE sono strettamente collegate alla serie CONSERV URB SVAE di Massenzio. Tuttavia, mentre il dritto e’ logicamente cambiato (ora vi ci appare l’effigie di Costantino), il rovescio e’ lo stesso (sempre la dea Roma seduta dentro un tempio), ma con una legenda del tutto diversa: LIBERATORI VRBIS SVAE alternato a RESTITVTOR VRBIS SVAE, che identificano senza ombra di dubbio Costantino come vincitore del tiranno (“liberator”) e come restauratore (“restitutor”) della pace e della giustizia nella città di Roma, ora identificata come “sua”, nello stesso modo che aveva usato Massenzio nella sua serie (in cui si era identificato come “conservatore”, “protettore”). Particolare il fatto che entrambi i tipi siano stati coniati a Roma nel 313; probabilmente furono emessi per il consumo immediato del popolo di Roma: il messaggio doveva essere forte e chiaro. Con Costantino le parole non sono mai banali. Le parole “liberatori” (addirittura al dativo, una vera e propria dedica) e “restitutor” rappresentano appieno lo sforzo del vincitore di rappresentare il suo rivale Massenzio non come un mero usurpatore, ma come un tiranno dal quale il Senato ed il popolo romano erano stati liberati. E’ una differenza sottile, ma non da poco. Allarghiamo ora per un attimo un po’ il discorso. E’ da notare come, di pari passo alla produzione delle serie succitate da parte della zecca di Roma, anche altre zecche abbiano prodotto monete volte ad enfatizzare lo stesso tema. Ecco allora i tipi : ROMAE AETER AVGG di Londinium (es. RIC VI 269): ROMAE RESTITVTAE: sempre Londinium (es. RIC VI 272): RECVPERATORI VRB SVAE di Arelate (es. RIC VII Arelate 33): Anche queste produzioni terminano presto. Si chiude, infatti, nel 315 con il tipo RESTITVTORI LIBERTATIS da dalle zecche di Ticinum e Treviri: RIC VII Treveri 23: e’ in bianco e nero, ma e’ un solido RIC VII Ticinum 31: solido anche qui Come detto sopra, in Costantino nulla e’ casuale, anche la scelta di queste ultime zecche. La scelta di Londinium potrebbe essere legata (questo e’ un mio pensiero) al forte legame con la Britannia. Basti pensare che, alla morte del padre Costanzo Cloro, furono proprio le truppe di stanza ad Eburacum a nominarlo addirittura augusto nel 306. Quanto a Ticinum , in realtà significa Mediolanum dove Costantino si recò dopo aver lasciato Roma. Proprio a Mediolanum, nel febbraio del 313, si celebrò il matrimonio tra la sorellastra Costanza e Licinio, che sancì l’alleanza tra i due augusti. Fu poi in quella sede ed in quella occasione che fu promulgato il cosiddetto Editto di Milano, che fu stabilito il nuovo assetto dell’impero e che fu programmata la guerra contro Massimino Daia. Non dimentichiamo poi il ruolo che la città aveva avuto come capitale occidentale durante la prima Tetrarchia ed anche la sua posizione strategica. Quanto a Treviri, sappiamo che fu a lungo capitale imperiale dove Costantino risiedette come Cesare e dove svolse una intensa attività edilizia, a dimostrazione del forte legame con questa città. Ricordiamo, a titolo di esempio, la Basilica Palatina: Ma a Treviri tornò anche dopo aver lasciato Milano per affrontare una campagna contro Franchi e Germani e vi celebrò anche i decennalia del regno, proprio nel luglio del 315. Quanto ad Arelate, ricordiamo che proprio Costantino vi aveva trasferito la zecca di Ostia (se ne e’ già parlato). Come detto, Costantino lasciò Roma nel gennaio del 313. Il brevissimo lasso di tempo trascorso in città fa emergere tutta la sua capacità di statista in grado di riconquistare la fiducia e il rispetto del Senato e del popolo romano con una vera transizione ideologico-religiosa (se così si può dire) , anche se certo la forza degli eserciti ebbe il suo peso (oltre che grande uomo di stato era anche un grande uomo di armi). Non dimentichiamo come Costantino fosse arrivato a Ponte Milvio, ovvero sotto l’egida dell’ ”In hoc signo vinces”, paladino di Cristo contro il pagano Massenzio. Se guardiamo alle monete su postate, però, non vi sono ancora simboli cristiani, ma addirittura c’e’ ancora un tempio pagano e una dea (anche se questa dea e’ Roma). Inutile dire quindi che, al momento della sua partenza, una tale radicale trasformazione non era stata ancora completata, anche se certamente era avviata nella giusta direzione. Ne e’ una ulteriore prova la costruzione dell’Arco ordinata dal Senato poco tempo dopo, nel 315: La cosa per noi interessante e’ nella iscrizione: Al centro dell'attico è presente la seguente iscrizione: «IMP(eratori) · CAES(ari) · FL(avio) · CONSTANTINO · MAXIMO · P(io) · F(elici) · AVGUSTO · S(enatus) · P(opulus) · Q(ue) · R(omanus) · QVOD · INSTINCTV · DIVINITATIS · MENTIS · MAGNITVDINE · CVM · EXERCITV · SVO · TAM · DE · TYRANNO · QVAM · DE · OMNI · EIVS · FACTIONE · VNO · TEMPORE · IVSTIS · REM-PUBLICAM · VLTVS · EST · ARMIS · ARCVM · TRIVMPHIS · INSIGNEM · DICAVIT ·» «All'imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo Pio Felice Augusto, il Senato e il popolo romano, poiché per ispirazione divina e per la grandezza del suo spirito in una sola volta con il suo esercito ha vendicato lo Stato, per mezzo di una giusta guerra, sia dal tiranno che da ogni sua fazione, dedicarono questo arco insigne per trionfi.» Le parole chiave sono sicuramente INSTINCTV DIVINITATIS: Costantino ha vinto per “ispirazione divina”. Ma di quale dio? Non vi e’ ancora un accenno diretto al Dio dei Cristiani, anche se dietro lo si intuisce chiaramante. E’ ancora un po’ presto per una affermazione esplicita, ma e’ questione di poco. E poi colpisce anche la parola “DE TYRANNO”: come detto su, nella sua politica propagandistica, Costantino ha liberato Roma non da un semplice usurpatore, ma da un vero e proprio tiranno. Insomma, le parole sono pietre, nel vero senso della parola. Quanto alla attività edilizia iniziale, in riferimento all’area del foro, a Costantino (che trovò molti monumenti – o almeno i due principali, ovvero il tempio di Venere e Roma e la cosiddetta Basilica) non solo già progettati e strutturati, ma anche quasi del tutto conclusi o prossimi alla conclusione, non restò che eseguire sia l’eventuale e non precisabile completamento strutturale e decorativo sia, più probabilmente, la dedicazione o ridedicazione con il suo nome. Proprio nel periodo che seguì la vittoria su Massenzio, iniziò inoltre la costruzione della sua prima basilica, quella del Laterano. Si è molto discusso su questa collocazione ‘periferica’ della cattedrale. L’interpretazione più in voga è quella che mostra un Costantino assai prudente che non vuole urtare l’aristocrazia e la popolazione stessa, ancora in forte maggioranza pagana, e preferisce quindi inserire la cattedrale il più lontano possibile dal centro della vita pubblica, ove si trovavano anche molti luoghi sacri della religione pagana. O forse, più prosaicamente, la basilica era così grande che difficilmente poteva essere collocata nell’affollato centro cittadino? Della vecchia basilica, oggi resta il nucleo principale del cosiddetto Battistero Lateranense: In vicinanza, Costantino iniziò anche la costruzione del nuovo palazzo imperiale, chiamato Sessorium (sui resti del vecchio palazzo di Elagabalo agli Horti Spei Veteris) dove risiedette la madre Elena. Di esso rimangono i resti delle Teme Eleniane e il cosiddetto tempio di Minerva Medica, in realtà una splendida aula decagona con cupola. Vi era anche una chiesa (oggi chiesa di Santa Croce in Gerusalemme) che doveva contenere le reliquie di Cristo trovate dalla madre Elena in Terrasanta. Successivamente al periodo che ci interessa, Costantino effettuerà poi una intensa attività edilizia in senso “cristiano” che esula dalla attuale discussione. Per chi vuole approfondire alleghero’ una lettura. Fonti: - RIC volume VI - Constantine the Great-- History and Coins (constantinethegreatcoins.com) - Iconografia_di_Costantino.pdf - Roma_costantiniana.pdf Le_iconografie_monetali (1).pdf Ciao da Stilicho
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  9. Unione Sovietica - 1 Rublo 1975 30° Anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica Yevgeny Viktorovich Vuchetich ( 1967 ) La Madre Patria Chiama! Volgograd - Memoriale ai Caduti della Battaglia di Stalingrado del 1943
    2 punti
  10. Ciao @odisseo, Pensare che il grande Jacob Hirsch descrive questi due tetradrammi "inediti", mi fa pensare che lui, come tanti del suo tempo, non erano grandi competenti. E inimmaginabile associare una lepre corrente, quando la lepre sulle monete di Akragas è sempre una preda. La conchiglia (Pecten) non ha nessuna rassomiglianza su tutte le Pecten che sono rappresentate su tutte le monete coniate a Akragantion. Sull'altro tetradramma, la testa del giovinetto, sembra più un indigeno, che le testine rappresentate sui Didrammi. I globetti, non hanno nessun precedente su tetradrammi Siciliani. Evidentemente, in quei periodi di fine 800 e i primi del novecento, c'era la caccia alle monete "inedite". La fantasia di qualche falsario dell'epoca, avrà pensato a far contento qualche collezionista, che con il tempo, riconoscendole, non li hanno mai tirate fuori. Aggiungere dei simboli su un conio ottenuto da monete genuine ( come ha postato il bravo @Archestrato) e abbastanza facile per un modesto falsario, il difficile è stare dentro ai canoni, che sono determinanti a riconoscerli, come l'esempio sotto.
    2 punti
  11. 1975 Giordania - Re Hussein II - 1/2 dinar Al retro particolare della cittadella romana di Jerash
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  12. 1975 Algeria - 20 centimes emissione FAO (tipo con rosetta sopra il valore) (tipo senza rosetta)
    2 punti
  13. Se andate su vaticanstate.va segnalano che sono in fase di manutenzione i servizi internet vaticani e che saranno disponibili nel più breve tempo possibile. @sentieroit, @Papillon, @pandino, @Nummus. @ALEUDIN,
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  14. E dato che ti piacciono.... Posto pure la mia 1839 D'Incerti 179/a Pagani 199 Peso grammi 27,43 Taglio inciso al rovescio Giudicata da Morello SPl +
    2 punti
  15. Ecco l'ultimo post sulla traduzione di Doyen (magari vi avrò anche rotto?), contenente anche la pseudo-monetazione di Aureolo come imperatore. Grazie a tutti quelli che hanno mostrato interesse. CONCLUSIONI Abbiamo rinunciato al problema dell'impatto della produzione milanese sulla circolazione monetaria nella metà del III secolo. Tuttavia, nel caso della monetazione fatta coniare da Aureolo in nome di Postumo, riteniamo che un rapido esame della composizione di alcuni depositi monetari (nessun sito nella regione interessata ha fornito materiale sufficiente per confermare o confutare i dati dei tesori) possa fornirci informazioni utili a conferma della lunga cronologia qui adottata. Segnaliamo sin dall'inizio che le considerazioni fatte sui dati digitali sono distorte da diversi fattori: 1. Non si conosce alcun deposito contemporaneo o immediatamente seguente la rivolta di Aureolo scoperto a Milano e addirittura, in generale, non se ne conosce nemmeno uno nell'Italia settentrionale. Tutti i tesori studiati sono stati quindi prodotti al di fuori dell'area controllata dai ribelli. Inoltre, quest'ultima è attualmente impossibile da individuare: la Pannonia, a est, e l'Italia centrale, a sud, non ne fanno certamente parte. Più seriamente, non sappiamo se l'Impero Gallico e le pendici alpine tenute da Aureolo erano o non erano separate da un'ampia fascia rimasta fedele a Gallieno. Se così fosse, l'inazione di Postumo vi troverebbe già una spiegazione sufficiente. Lo studio della monetazione dei siti di questa regione forse un giorno ci illuminerà a riguardo. 2. Nessun grande tesoro contemporaneo della ribellione è attualmente noto. Inoltre, ci darebbe senza dubbio poco, l’unica cosa che proverebbe è il fatto che la moneta milanese circolava in abbondanza. Possiamo tuttavia segnalare due piccoli depositi, uno scoperto ad Alzey, l'altro a Augst, che culminano con alcune monete di Postumo coniate in Italia. 3. Né Gallieno né Claudio II volevano trattare con Aureolo. La monetazione da lui coniata è quindi quella di un ribelle: alcuni giacimenti mostrano che gli antoniniani milanesi in nome di Postumo furono esclusi dalla tesaurizzazione (gruppo 1). In ogni caso, qualunque sia la data di composizione dei tesori, la natura "illegale" delle trasmissioni di Aureolo e la loro qualità particolarmente debole non potevano che giocare contro di loro. Anche le cifre che abbiamo notato sono, nel migliore dei casi, cioè quando l'accumulatore ha voluto mantenere queste valute, solo un minimo assoluto (rispetto alla restante parte delle monete tesaurizzate). GRUPPO 1: Il gruppo 1 riunisce una serie di depositi che dimostrano che la moneta milanese in nome di Postumo era, in alcuni casi, esclusa dalla tesaurizzazione. Due esempi sono particolarmente convincenti: Canakkale, che contiene 116 antoniniani di Claudio II e Quintillo coniati a Milano, e soprattutto, Montecalvo. Quest'ultimo, messo insieme sotto Claudio e sepolto a meno di 30 km da Milano, non contiene assolutamente alcuna copia dell'usurpatore. Almeno in questo caso, la cernita (la scelta di escludere le monete di Aureolo) è incontestabile. GRUPPO 2: Il gruppo 2 comprende depositi successivi al regno di Claudio II, in cui la proporzione di monete emesse da Aureolo supera o compete con quelle del suo successore. Nel complesso, come vedremo più avanti, le trasmissioni milanesi di Claudio sono tre volte più abbondanti di quelle del magister equitum. È quindi degno di nota che un deposito come quello di Cunetio presenta per entrambi cifre molto simili. GRUPPO 3: Il gruppo 3 riunisce una vasta collezione di tesori sparsi principalmente in Gallia e in Bretagna. La percentuale assegnata ad Aureolo è relativamente alta: rappresenta il 23,24% di quella di Claudio II, ma raggiunge un livello tre volte superiore a quello di Quintillo, sempre per la stessa zecca. Quest'ultimo fenomeno è interessante. Accettiamo infatti di dare al fratello di Claudio II un regno di circa due mesi e mezzo. A parità di tasso di produzione, le emissioni di Aureolo potrebbero essere ripartite su sette mesi e mezzo. Come abbiamo più volte sottolineato, questo tipo di argomento non può in alcun modo essere utilizzato, ma con ciò si può dimostrare che non vi è alcun ostacolo di natura quantitativa per quanto riguarda la durata attribuita alla serie monetaria di Aureolo, cioè da gennaio-marzo del 267 a gennaio del 268 (da cui si devono dedurre le interruzioni tra 1 e 2 poi 3 e 4). Dopo questa data interviene l'assedio di Mediolanum che interrompe la coniazione. Un ultimo punto su cui occorre attirare l'attenzione è il fatto che queste emissioni milanesi intestate a Postumo costituiscono una coniazione "aperta", circolante molto lontano e per molto tempo. Il voler farne una moneta ossidionale e quindi ridurne l’emissione al solo anno 268, cosa che molti difensori della bassa cronologia sono costretti a fare, non spiega questa notevole diffusione. LA PSEUDO-MONETAZIONE A NOME DI AUREOLO I numismatici hanno presentato, dal XVII secolo almeno, monete attribuite ad Aureolo come Augusto. La maggior parte di loro è stata riconosciuta come falsa dalla fine del XVII secolo da J.ECKHEL. Abbiamo raccolto, sotto il n ° F1 alla F8, tutti i falsi che abbiamo trovato. Sono di tre diversi tipi; - monete antiche mal lette (F3: imitazione antico Aureliano). - monete antiche reincise a scopo di frode (F7) - monete inventate, fuse (F2, 4 e 5) o coniate (F6). È divertente notare che abbiamo trovato, in collezioni pubbliche o private, la maggior parte delle copie descritte da autori del Rinascimento e dei tempi moderni. Sono tutti falsi inconfondibili che non potevano ingannare nessuno, tranne forse quelli che volevano a tutti i costi credere nell'esistenza di questa monetazione fittizia; COHEN dice di loro: "Sebbene le monete di Aureolo siano state descritte come esistenti sia in oro che in bronzo piccolo, non esistono esemplari conosciuti. Sono tutti falsi, o monete di Aureliano o Carausio. Ce n'erano due, in questo senso, nel Pembroke Cabinet". Un solo esemplare è sfuggito alla nostra ricerca, poiché aveva già resistito alle indagini di ALFOLDI: si tratta di un antoniniano della collezione di Ch.C.BAUDELOT (cat.Fl), descritto per la prima volta Da A. BANDURI nel 1718, Lo studioso ungherese ne è categorico: "dies leider verschollene Stuck war ein authentische Munze des Aureolus" (ossia: “Questa era un’autentica moneta dell’Aureolo, purtroppo perduta”) L'argomentazione di ALFOLDI si basa principalmente sul fatto che nei secoli XVII-XVII, numismatici e falsari non dovevano sapere quale dei tanti tipi di moneta coniata da Postumo potesse appartenere a Milano. L'argomento è probabilmente meno rilevante di quanto sembri. In effetti, Aureolo è attestato nelle fonti letterarie come capo della cavalleria e citato come contemporaneo di Postumo. Tuttavia, a parte le rare monete d'oro di Gallieno - la leggenda FIDEI EQVITVM e l'unico antoniniano di Aureliano citate in precedenza, le attestazioni più comuni sulla cavalleria sono proprio quelle sulle monete milanesi di Postumo. In altre parole, un falsario attento e desideroso di creare un pezzo plausibile potrebbe riferirsi solo agli antoniniani sopra descritti. Se ALFOELDI ha ricostruito correttamente, a grandi linee, la successione delle principali fasi della coniazione milanese dal 267 al 268, non ha prestato attenzione al fatto che CONCORD EQVIT (S) si trovava al centro delle emissioni. Questo elemento ci sembra decisivo per rimuovere la moneta dalla collezione Baudelot. Infatti, se una monetazione in nome di Aureolo fosse realmente esistita, cosa che non possiamo escludere a priori, deve essere estremamente rara. In ogni caso, le emissioni di Postumo richiesero l’impiego di circa 1925 coppie di conii (usando la stima inversa). Non è logico pensare a una emissione simultanea per l'usurpatore gallico e il capo della cavalleria. Se Aureolo ha effettivamente preso la porpora e battuto moneta in suo nome, può essere avvenuto solo alla fine del "regno" (serie 5). È difficile capire perché i falsari avrebbero utilizzato in questa occasione un conio fatto sicuramente sei mesi prima, e non uno dei 355 rovesci che stimiamo sia stato utilizzato nella coniazione della serie 5, o addirittura un nuovo tipo. Il falsario - se c'è un falsario, poiché non possiamo basare il nostro giudizio su un esame dei fatti ma semplicemente ragionando - sembra aver utilizzato un rovescio tra i più comuni; ha quindi così tradito se stesso. Certamente, non possiamo escludere che un ritrovamento un giorno ci consegnerà una moneta di Aureolo (ad esempio nello strato di occupazione contemporanea dell'assedio di Milano): Silbannaco e Domiziano sono lì a ricordarci che la numismatica romana non ha finito di sorprenderci. Tuttavia, sembra certo che la copia descritta da BANDURI e accettata senza riserve da ALFOLDI sia solo un falso accidentalmente intelligente, in quanto si può pronunciare "in absentia". LE IMITATIVE Infine, abbiamo assemblato una serie di imitative antiche che copiano i caratteri milanesi. Sorprendentemente, nonostante il nostro interesse di lunga data per questo tipo di materiale e la ricchezza di documentazione su questo argomento, siamo stati in grado di identificare solo una ventina di copie. È fuori discussione riprendere qui, anche brevemente, il problema delle imitative del III secolo: una tesi probabilmente non sarebbe sufficiente. Tuttavia, alcuni anni fa abbiamo proposto una classificazione approssimativa di queste valute su basi essenzialmente metrologiche; sembra essere stato seguito abbastanza ampiamente e molte nuove scoperte hanno confermato questa prima classificazione. Un certo numero di copie (Il/i-2; 13/1-2; 14/1) sono contemporanee o immediatamente successive alla coniazione dei prototipi. Inoltre, le due copie riempite, a nome di Salonina, provengono dal tesoro di Eauze e sono quindi anteriori al 262. Altre, come 111/1-2, 112/1 e 116 / 1-2, appartengono al nostro classe I e probabilmente risalgono al periodo 274-280. Segnaliamo anche, per concludere, lo straordinario 17/1, il cui diritto è un antoniniano del periodo 263-264, e il rovescio ... un denario di Antonino Pio coniato a Roma nel 145-161 iBMC 530-535) 1 Le imitazioni di Gallieno (e Postumo) sono relativamente poche rispetto alla massa delle copie successive (a Cunetio, 150/2149; a Normanby, 340/2258): è certo che la produzione milanese difficilmente tentò i falsari.
    2 punti
  16. Ragazzi, non esageriamo con le critiche. Ho visto anch'io tutto il video. Come dice TIBERIVS, lo stesso Moruzzi è scivolato sull'ITALMA e anche sulla mancata rettifica del valore del tondello Bistolfi. Siate più indulgenti. Potrebbero forse i conduttori informarsi meglio? Certo! Ma mi sembra che per un inesperto o anche solo per una persona interessata al solo valore commerciale funzionino più questi 20 minuti di trasmissione che non ricerche sullo smartphone senza cognizione di causa alcuna. Potrebbero durare di più le domande e le risposte? Certo! Peccato che ci sia un palinsesto televisivo da rispettare. Si dovrebbe parlare di più di numismatica in televisione? Certo! Come si dovrebbe parlare di più della malavita organizzata, degli effetti dello zucchero bianco, del mestiere bistrattato del traduttore, del fatto che la scienza non è prima di tutto oracolo rivelatore ma maestra del dubbio. Eccetera eccetera...
    2 punti
  17. Tornese Uno 1832 Stella a 6 punte. Stesso esemplare di @ggioggio
    2 punti
  18. 2 punti
  19. Scusate l' --------- ma penso che sia lei il mio migliore acquisto per il 2020
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  20. Ciao a tutti, sperando che sia utile a qualcuno vi racconto il mio primo acquisto su INCM, zecca portoghese: Il giorno 06/01 ho acquistato sul sito della zecca portoghese (https://www.incm.pt/portal/index.jsp) il 2€ commemorativo 2021 "Presidenza portoghese del Consiglio europeo" in versione FDC e in Coincard, i costi sono i seguenti: 2€ FDC costo 2€ Coincard costo 9,84€ (incluso IVA 23%) Trasporto costo 4,69€ (!! alla faccia delle altre zecche europee!!) A pagamento effettuato ho ricevuto subito conferma via mail con copia della fattura per il totale, mercoledì 03/02 ho ricevuto la busta ma, con mia grande sorpresa, conteneva solo la coincard! Ho quindi verificato sui documenti di trasporto ed effettivamente era menzionata solo quella, quindi ho atteso e, a distanza di una settimana, lo scorso martedì 09/02 ho ricevuto la seconda busta contenente la moneta FDC, che dire....meglio di così! Alla faccia di tutte le altre zecche che ci dissanguano con spese di spedizione da rapina, non solo questi con poco più di 4 Euro hanno effettuato il servizio, ma addirittura con 2 invii separati (con raccomandata), quindi doppia gestione, doppio imballaggio ecc.., spettacolari! A completamento lascio in calce le foto per evidenziare anche il metodo di imballaggio utilizzato, busta con bolle+busta in cartoncino...
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  21. Buonasera, sono nuovo del forum e non so se sono nella sezione giusta, se possibile vorrei avere delle informazioni su questa moneta d'argento. La moneta e nello stato in cui e stata trovata! Ringrazio in anticipo e bona serata...
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  22. Ti auguro di trovarla Amico mio.
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  23. REGNO D'ITALIA - VITTORIO EMANUELE II° - 5 LIRE 1875 - ZECCA DI ROMA
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  24. Buonasera a tutti, chiedo vostro aiuto per la corretta catalogazione di questa moneta facente parte di un lotto da studio di lecita provenienza. Peso g. 2,07 Diametro 24mm circa Metallo Rame Ringrazio in anticipo chiunque dirà la sua. Saluti Alberto
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  25. STUDI LETTERARI Ancora buona serata da Stilicho
    1 punto
  26. PORTE DI ANTICHE CHIESE ROMANICHE Buona serata da Stilicho
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  27. Ciao Giovanni @margheludo, che piacere risentirti! Innanzitutto grazie per gli esagerati complimenti ?. Sono solo un modesto collezionista e uno studioso alle prime armi e ho solo da imparare da tanti di voi. Andiamo con ordine. Non dar retta a quel burlone di @Asclepia, non sono un accumulatore seriale ?. La mia raccolta dei quattrini è praticamente completa, varianti comprese, e ormai cerco solo di alzare il grado di conservazione, nel qual caso mi ritrovo con qualche sporadico doppione. Se proprio ti interessa, mi mancherebbe solo il 2 con la variante SICIL·: invece che SICIL·· (un solo pezzo da me visto, ex Inasta 50 del 2013, sul quale però nutro qualche dubbio, almeno dall’unica foto disponibile. Bisognerebbe vedere bene la moneta in mano e, soprattutto, trovarne un'altra per un confronto, ma di questo parleremo una prossima volta). In compenso, il mio archivio fotografico consta di ben 600 immagini che sto studiando per poter ricavare le sequenze dei coni. E’ uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare! ? La dentellatura. Innanzitutto non è un difetto riscontrato solo sui pezzi da 1 quattrino del 1791. Come hai visto nell’esemplare postato da Asclepia all’inizio di questa discussione, anche quelli da 1 del 1798 non sono esenti da questi decentramenti di conio. Per approfondire, ti suggerisco il dettagliato articolo “Le monete cordonate nel taglio nell’epoca del bilanciere” del maestro @Rex Neap Magliocca (cui mi rivolgo per un autorevole conforto), pubblicato su Appunti di Numismatica Italiana nel 2019. Con l’introduzione del bilanciere a Napoli, nel 1680 sotto Carlo II, si ebbe un notevole salto di qualità nella realizzazione delle monete, coniate con maggior precisione senza però risolvere definitivamente il problema del decentramento. Infatti, in numerose monete di Carlo II si riscontra il problema del “giro”, del contorno (non del taglio), composto da trattini, puntini o perline, realizzato spesso in maniera non uniforme, difetto che agevolava il diffuso malcostume della tosatura. Solo l’adozione sistematica e metodica della cordonatura (a partire da Carlo VI su piastre e mezze piastre e da Carlo di Borbone su tutti i nominali), realizzata sul taglio in incuso o in rilevo, unitamente alla perfetta centratura, consentì di debellare il fenomeno tanto deleterio. Tornando ai nostri quattrini, effettivamente il decentramento è insolito nella elegante e accurata monetazione borbonica. Inoltre, come hai giustamente evidenziato, nei quattrini si nota più nei coni di diritto che di rovescio (con qualche eccezione, vedi il suddetto quattrino 1798 dove compare su entrambi), soggetti, questi ultimi, a rottura più frequente. Esempio ne sono gli stessi vari e differenti rovesci del 1791 e del 1798 in tutti i nominali. In conclusione, a mio modesto parere, per gli esemplari in questione si tratta di un semplice, anche se inconsueto, disallineamento di conio. Per quale motivo in zecca non si reputò importante ritirarli e ribatterli? Ipotizzo per lo sfavorevole rapporto costi/benefici, per l’infimo valore del nominale, per il metallo vile, per la loro destinazione: erano pur sempre poveri spiccioli di rame coniati in “liberate” di quantitativi modesti, per una circolazione limitata ai lontani presidi del Regno. E comunque, queste monete, qualora ci si fosse accorto del difetto (e presumiamo che in zecca ne fossero consapevoli), risultavano comunque leggibili, integre e comprensibili, ancorché non perfettamente centrate. PS: sto terminando un articolo sulle medaglie francesi per la conquista nel 1646 di Piombino e Portolongone! Ti terrò aggiornato, se ti può interessare. Un caro saluto
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  28. In alcune nazioni circolano anche monete colorate La prima nazione a introdurle è stata il Canada (nel 2004, ma non vorrei sbagliarmi) con il Poppy Quarter, poi altre diverse monete commemorative da 1/4 di dollaro. Ho avuto la fortuna di trovare tra gli spiccioli avanzati dopo un viaggio in Canada fatto da alcuni miei parenti un quarter colorato del 2008 (90 anni fine I Guerra Mondiale, 11mln di pezzi circolanti, zecca di Ottawa). La moneta ha circolato almeno 4/5 anni ma il colore è abbastanza evidente. Inoltre hanno migliorato negli anni il materiale Naturalmente non è possibile coniare la moneta e poi pitturare i rilievi, come in quelle destinate ai collezionisti, perchè altrimenti si scolorirebbero già nei rotolini. Nel quarter della foto la zona del disegno è stata fatta più in profondità rispetto a rilievi e campi proprio per limitare il contatto del colore con altre superfici. Tornando agli €uro Sarebbe sicuramente una bella idea però non vorrei trovarmi con monete tutte pitturate come quelle dei mercatini (meglio 1/2 elementi caratteristici) e nemmeno con due tipologie circolanti (normale e colorato).
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  29. 1975 Turchia - 5 kurus Minuscola moneta in alluminio (17 mm.), al rovescio quasi la stessa iconografia del nostro 20 lire.
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  30. TAGLIO: 2 cent NAZIONE: Lituania ANNO: 2017 TIRATURA: 23.000.000 CONSERVAZIONE: qBB LOCALITÀ: Muggiò TAGLIO: 50 cent NAZIONE: Vaticano ANNO: 2014 TIRATURA: 1.726.376 CONSERVAZIONE: qSPL LOCALITÀ: Muggiò
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  31. La classificazione più corretta è il CNI 76 come da scheda che ti allego. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-REPUAN/11 Ti segnalo anche di andare a leggere qui, lo studio che ho fatto sui denari di Ancona. Debbo però farti i complimenti, perché la tua è una piccola variante che non avevo censito, avendo al termine della legenda del R/ un punto che non è normale, ma ellittico. Se mi autorizzi, aggiorno la scheda del catalogo ed aggiungo le tue foto. (Diversamente le tolgo)
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  32. Ciao, ne trovi di tutti i prezzi, io prenderei questa al volo. https://www.ebay.it/itm/MEDAGLIA-52-mm-ESPOSIZIONI-1894-MILANO-LOMBARDO-REGNO/143932557570?hash=item21830c8902:g:tgkAAOSwzn9e2kg5
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  33. in questa immagine c'è il leone come da immagine che posto "Löwendenkmal- Il Leone di Lucerna è un monumento della città svizzera, progettato da Bertel Thorvaldsen e scolpito da Lukas Ahorn nel biennio 1820-1821. Commemora il sacrificio delle Guardie svizzere massacrate nel 1792, durante i torbidi della Rivoluzione francese, quando i rivoluzionari presero d'assalto il Palazzo delle Tuileries a Parigi, episodio che determinò la caduta della monarchia di Luigi XVI.. "... in altro loco ho trovato tale descrizione nel famoso "non tutti sanno che....." Il “Leone di Lucerna” è una delle attrazioni turistiche più famose della città svizzera: un leone mortalmente ferito, scolpito nella roccia, in una grande ex-cava di arenaria, nei pressi della città. Il monumento è dedicato alla memoria delle Guardie Svizzere al servizio del re di Francia, che persero la vita durante la Rivoluzione Francese, mentre difendevano il Palazzo delle Tuileries, a Parigi. Il leone morente vuole essere un simbolo del coraggio dei soldati, disposti a morire piuttosto che tradire il loro giuramento di fedeltà. Negli ultimi due secoli, milioni di turisti hanno ammirato questo monumento, che Mark Twain descrisse come “il pezzo di pietra più triste e commovente del mondo”. Ma sono pochissimi, tra coloro che si fermano a guardare il leone, che si accorgono che ci sono due animali, e non uno, scolpiti nella roccia. La storia dei soldati Svizzeri I soldati mercenari svizzeri, fin dal 15° secolo, erano molto apprezzati dai monarchi europei per la loro disciplina e fedeltà, in particolare dai sovrani di Francia e Spagna, che li assoldarono come guardie del corpo, a difesa dell’incolumità delle famiglie reali. Il 10 agosto 1792, un’immensa folla di rivoluzionari (parigini e non, popolani e borghesi, uomini e donne) riuscì a entrare nel Palazzo delle Tuileries, e a sopraffare le 1.330 Guardie Svizzere, mentre il re Luigi XVI e la sua famiglia fuggivano attraverso i giardini. Oltre seicento soldati elvetici furono uccisi durante la sommossa, circa duecento morirono in prigione per le ferite riportate e durante le successive rivolte, nel mese di settembre. In quel drammatico 10 agosto del 1792, il luogotenente delle Guardie Svizzere Carl Pfyffer von Altishofen, al servizio del re di Francia, si trovava a casa a Lucerna , e si salvò. Nel 1801, quando fu congedato, iniziò a pensare a un monumento commemorativo che onorasse la memoria dei suoi compagni caduti a Parigi. In quegli anni la Svizzera, dopo la conquista di Napoleone, era assoggettata ai francesi, e un monumento dedicato ai difensori della monarchia non era sicuramente gradito. Quando il paese riconquistò la sua indipendenza, a seguito della “restaurazione” del 1815 seguita alla sconfitta di Napoleone a Waterloo, von Altishofen decise che era giunto il momento di concretizzare il proprio progetto. Commissionò l’opera allo scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen, e iniziò a raccogliere i fondi per realizzarla. Sotto, lo scultore Bertel Thorvaldsen: Von Altishofen non riuscì a raccogliere il denaro necessario a pagare l’intera somma richiesta dallo scultore, molto famoso e impegnato, e decise di tenere nascosto questo aspetto all’artista, almeno fino a quando questi non avesse consegnato un modello della scultura. I rapporti tra i due divennero burrascosi, anche per il troppo tempo impiegato dallo scultore che, secondo l’ex-guardia, dimostrava “indifferenza verso i popoli che attendono il suo lavoro”. Il disegno della parete rocciosa integra fatto da Bertel Thorvaldsen Quando Thorvaldsen apprese che non sarebbe stato pagato, se non in minima parte, andò comunque avanti con il lavoro, apportando qualche modifica dell’ultimo minuto. Lo scultore modellò un leone morente trafitto da una lancia, simbolo dei soldati caduti. Una zampa dell’animale è appoggiata sullo scudo con lo stemma della monarchia francese, mentre accanto si trova un altro scudo con l’effigie della Svizzera. .....Dopo sto papiro forse ci sono riuscito....mi si sono incrociato gli occhi ma forse ce l'ho fatta...dove c'è l'immagine del leone dovrebbe esserci la scritta " Eidgenössisches Turnfest" che in italico sarebbe ( grazie google translator) Festival federale di ginnastica e si è svolto a Lucerna nelle date e l'anno riportato
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  34. L'originale è un denario di Adriano. Da una parte si vede il ritratto laureato di Adriano e dall'altra lo stesso Adriano che si accinge ad aiutare la personificazione della Gallia a rialzarsi ( Restitutori galliae è la legenda del rovescio).
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  35. Buongiorno a tutti, ciao @Asclepia, Cosa ne pensi di questo?...
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  36. @Papillon, siamo in tanti a cui succede così...non credo che tutti possiamo avere contemporaneamente il medesimo problema di data/ora sui nostri PC ?
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  37. Ranbel, se non lo hai già fatto mi permetto di consigliarti di postare nel web su un motore di ricerca Medaglie massoniche.Immagini. Non è un settore che seguo, ma mi affascinano per la loro bellezza. Ci sono delle Logge inglesi che producano piccoli capolavori su un piano estetico e simbolico, con numerose fogge e impiego di metalli anche preziosi e smalti. Poi ne esistono moltissime monotone e ripetitive, ce ne sono davvero tante. Nella città dove vivo un negozio di gioielleria antiquaria ne pone spesso in vetrina e mi fermo spesso a guardarle. Una raccolta di queste Medaglie si accompagna ovviamente con lo studio della loro storia e più in generale della Massoneria, un criterio che del resto vale anche per tutti i settori del Collezionismo. Buona serata. @Ranbel
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  38. In Sardegna Tharros, fondata su più antiche preesistenze dai Fenici nell' VIII sec. a.C. , poi cartaginese e romana dal 238 a.C. , sarà poi ancora sotto i Vandali ed i Bizantini, incontrando infine un progressivo decadimento con definitivo abbandono verso il 1050 . Le vicinissime rovine di Tharros sono probabilmente fornitrici di parte dei materiali di costruzione che sono utilizzati nella realizzazione della chiesa di S. Giovanni in Sinis . Edificata a metà del VI sec. in forme bizantine a croce a 4 bracci uguali con cupola centrale, nell' XI sec. viene poi ampliata con l'aggiunta delle 2 navate laterali con importanti contrafforti, raggiungendo l'attuale aspetto che ne dice di uno dei più interessanti ed antichi edifici di origine paleocristiana ed altomedievali , dell'isola . Dal 900 l'area rientra nel costituito Giudicato di Arborea, del quale molto è stato detto in "Monetazione Giudicato di Arborea" del 03-07-2010 .
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  40. Wildwinds, per quanto iniziativa assai lodevole, purtroppo non contiene tutte le monete e contiene anche errori. Rimane comunque uno strumento molto utile di classificazione. Buona domenica da Stilicho
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  41. proprio nel 1974 in Bhutan è stato introdotto il ngultrum che sostituiva la rupia bhutanese 1 ngultrum = 100 chetrums ecco la moneta da 20 chetrums 1974 FAO
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  42. Acquistate più o meno un anno fa. Serie Spitzbergen 1946: 10, 15, 20 e 50 Copechi. ?
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  43. Vi presento gli ultimi due piccolini appena entrati in collezione, dopo una corte durata qualche anno, alla fine hanno cambiato padrone: un quattrino del 1791... e uno del 1798!
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  44. Personalmente, dei tre pezzi aggiunti quest'anno in collezione, reputo questo come il migliore per rarità e stato di conservazione. Trattasi della medaglia premio alle alunne dell'Istituto Salesiano in argento, un esemplare che cercavo già da tempo e che nel 2019 mi sfuggì di mano nella celebre asta NAC Varesi.
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  45. ...solo una breve riflessione su questa discussione: potrebbe sembrare strano che un argomento abbastanza lontano dai temi di solito trattati abbia riscosso un così grande successo, con 39 risposte e 10 giorni di vita (fino ad ora). Che dipenda dalle simbologie sessuali implicite ed esplicite (la conquista della pulzella, il dono d'amore, il foro, la tecnica per realizzarlo, la moneta ecc,)? Che avesse proprio ragione il buon Sigmund, coi suoi suoi Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie? :D
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