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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/04/21 in tutte le aree
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Salve a tutti, finalmente dopo un paio di anni di ricerca, entra in collezione 1805 testa piccola. Cosa ne pensate? attendo con ansia i vostri commenti.3 punti
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Era una credenza popolare meridionale, non so di preciso dove sia nata ma a Napoli c'è l'usanza di toccare una gobba in segno scaramantico, le monete venivano piegate a scodella per formare una "gobba" che al momento opportuno veniva strofinata con il pollice, oppure veniva adagiata sull'ombelico delle donne gravide come portafortuna per i nascituri, se ne trovano molti del regno, realizzati con monete di Vittorio Emanuele II e Umberto I, un po' meno con Vittorio Emanuele III, almeno così mi è capitato di osservare, generalmente con monete da 5 centesimi ma ne ho visti anche realizzati con pezzi da 10 centesimi, raramente con monete di periodi precedenti, dovrei averne uno realizzato con un grano di Ferdinando IV, questa postata è l'unica che mi è capitata del periodo vicereale...3 punti
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Rispolvero questa discussione perché non essendo riuscito a capire di che moneta si tratta ho girato l'identificazione ai "cugini" di un forum francese, ed è servito perché mi hanno subito risposto anche grazie a @mariov60 Si tratta di un patac de provence di Carlo VIII, qui la discussione.. https://www.numismaticom.com/t10725-patac-de-provence-de-charles-viii-4-lys3 punti
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Risposta da manuale, che riflette la tua sempre composta signorilità. Sei una delle perle di questo forum, da cui tutti noi, io in primis, possiamo imitare la tua compostezza3 punti
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TIPO DI MONETA Denario METALLO Argento TECNICA Coniazione AUTORITA’ / PERSONAGGIO Geta (Imperatore Romano) EPOCA Romana ANNO 198 – 200 d.C. ZECCA Roma PESO 3,42 gr DIAMETRO 19,53 mm RIFERIMENTI BIBL. R.I.C. 4 ; Cohen 193 DRITTO L. SEPTIMIVS GETA CAES. Busto con paludamento e corazza a destra VERSO / ROVESCIO SPES PVBLICA. La Spes andante a sinistra con fiore nella mano destra. Solleva con la sinistra un lembo della veste CONSERVAZIONE E GRADO DI RARITA’ SPL / Grado rarità: 20/100 PROVENIENZA (Collezioni / aste) Ex Phidias – Jean Vinchon Numismatique 29/11/2017, n. 99 IMPERATORE Publius Septimius Geta REGNO 209 – 211 d.C. Associato al padre e poi al fratello. DINASTIA Severiana NASCITA Roma, 7 marzo 189 d.C. MORTE Roma, 26 dicembre 211 d.C. CONIUGE FAMIGLIA Figlio dell'imperatore Settimio Severo e di Giulia Domna. Fratello di Caracalla. GETA Nato Publius Septimius Geta Roma, 7 marzo 189 d.C. Figlio più giovane dell’Imperatore Settimio Severo (all’epoca governatore) e di Giulia Domna. Dotato fin dalla fanciullezza di grazia, educazione, raffinatezza, eleganza nel vestire ed amore per l’arte, causa l’essere il figlio minore era posto in secondo piano; motivo forse che negli anni, anche in infanzia, fu la cagione della rivalità con suo fratello maggiore Bassiano, meglio conosciuto come Caracalla. La madre forse prediligeva Geta anche per la sua fragilità se paragonato il suo carattere a Caracalla. Geta era amato e dal popolo e da Senato ma anche dall’esercito. Dopo l’associazione al trono di Caracalla, nel 198 d.C. sotto anche pressione dell’esercito, Settimio Severo nominò suo figlio minore “Cesare” . Ciò sicuramente non piacque a Caracalla. Si racconta che l’astio con il fratello maggiore peggiorò quando Geta prese , come spesso faceva, le difese dei Cittadini causa la pressione dello Stato. Geta rimproverava a Caracalla di non essere capace di perdonare. Difatti Bassiano era maggiormente incline ad eliminare i suoi avversari politici, e non; come dimostrò poi con gli amici e sostenitori del fratello minore, ma come ebbe modo di dimostrare più avanti la sua crudeltà in Alessandria D’Egitto. La rivalità fra Geta e Caracalla ebbe a crescere durante la campagna contro i Britanni. Difatti, dopo la morte del padre Settimio Severo (York, 4 febbraio 211 d.C.), Geta e Caracalla vennero proclamati imperatori e ritornarono in Roma. La rivalità però non fece che aumentare avendo il dì 26 dicembre 211 d.C. il suo tragico epilogo. I centurioni di Caracalla ebbero ad assassinare il mite fratello Geta, che cercava riparo fra le braccia di sua madre. Il mite e sensibile Geta venne sepolto nel Settizonio; ma in un secondo momento Giulia mesa, zia dei due, lo trasferì al Mausoleo di Adriano (meglio conosciuto come Castel Sant’Angelo). Dopo la morte del fratello, Caracalla cercò di cancellare ogni suo ricordo. L’atrocità di quest’uomo ebbe il suo apice nei confronti del defunto fratello, quando fece uccidere ogni oppositore politico, ogni amico, ogni conoscente o che abbia solo patteggiato per Geta. Si calcola che perirono nelle sue liste circa 20.000 persone, fra le quali spicca il nome come Emilio Papiniano (giurista)3 punti
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Ciao a tutti, ogni tanto è bello concedersi un viaggio, immaginario, molto oltre i confini, dove esistono monete che rappresentano una sorta di simbolo, identificazione di uno Stato per la loro popolarità. Il Dollaro Morgan rappresenta un esempio di queste, tra tutte le monete degli Stati Uniti è, sicuramente, tra le più famose, personalmente quella che ritengo rappresenti il Paese (è un’opinione, come premesso, personale, essendoci i vari ori, once ed altre coniazioni - Peace, ecc. ecc., che racchiudono la loro storia e la loro bellezza). Tra quelle più semplici da aggiungere in collezione in buono/ottimo stato di conservazione (al netto di anni e zecche particolari, come Carson City, per esempio), una delle più affascinanti, un bel modulo, iconica. Condivido un esemplare che mi piace particolarmente per via della patina che apprezzo molto nei Morgan: Morgan 1881 O Grazie2 punti
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Vi presento le due monete oggi acquistate. Un denario di Caracalla ed un denario di Geta. Ho voluto riunire questi due fratelli, divisi in vita dall'odio. TIPO DI MONETA Denario METALLO Argento TECNICA Coniazione AUTORITA’ / PERSONAGGIO Caracalla (Imperatore Romano) EPOCA Romana ANNO 210-213 d.C. ZECCA Roma PESO 2,85 gr DIAMETRO 19,71 mm RIFERIMENTI BIBL. R.I.C. 227 ; Cohen 529 DRITTO ANTONINVS PIVS AVG BRIT. Testa laureata verso destra VERSO / ROVESCIO PROVIDENTIAE DEORVM. La Providentia, stante a sinistra, tiene una bacchetta nella mano destra che punta verso un globo posto ai suoi piedi. Nella sinistra tiene uno scettro CONSERVAZIONE E GRADO DI RARITA’ SPL / Grado rarità: 20/100 PROVENIENZA (Collezioni / aste) Ex Edition Gadoury ; Ex Gorny 138 n. 2221 IMPERATORE Nato con il nome di Lucius Septimius Bassianus REGNO 211 – 217 d.C. DINASTIA Severiana NASCITA Lugdunum (Lione, Francia) – 4 aprile 188 d.C. MORTE Harran (Turchia) – 8 aprile 217 d.C. CONIUGE Fulvia Plautilla FAMIGLIA Figlio dell'imperatore Settimio Severo e di Giulia Domna. Fratello di Geta, che fece uccidere innanzi alla madre. Fin da giovane il padre lo portò con Geta sui campi di battaglia, per poter far si che i due si unissero maggiormente, oltre a conoscere la vita militare. Nel primo caso non sortì effetto alcuno. I Severi, pur millantando una dinastia da Marco Aurelio, appartenevano ad una importante famiglia di ordine equestre di Leptis Magna (odierna Libia) LUCIUS SEPTIMIUS BASSIANUS CARACALLA (Lugdunum 188 d.C. – Carre 217 d.C.) Il suo nome reale alla nascita fino al 195 d.C., era Lucius Septimius Bassianus, poi da quell'anno fino al 198 Marcus Aurelius Antoninus Caesar, dal 198 fino al 211 d.C. Caesar Marcus Aurelius Antoninus Augustus, e fino alla sua morte Caesar Marcus Severus Antoninus Pius Augustus, ma meglio conosciuto come Caracalla, per via del mantello ch' era solito indossare e che diede anche alle sue legioni ed al popolo. Il futuro Imperatore nacque a Lugdunum, odierna Lione, città che prese il nome dall'insediamento voluto da Cesare Lucio Munazio Planco, già capitale della Gallia Lugdunense dal 27 a.C. e poi della Gallia tutta. Figlio di Settimio Severo (146-211 d.C.) e di Giulia Domna (170-217 d.C.), nonché fratello di Geta (189-211). Stando a quel che ci è stato tramandato da Cassio Dione, i due fratelli si odiavano ed il padre, l'Imperatore Settimio Severo, decise di portarli assieme a lui nelle sue campagne in Britannia, forse perché pensava che la vita di campo potesse attenuare i loro rancori. Ma chiaramente non fu così: alla morte del padre, avvenuta per gotta ad Eburacum (York), i due fratelli ritornarono a Roma per porre le ceneri dell'Imperatore nella tomba degli Antonini. Oramai erano in due a regnare. Già co-imperatori dal 209 d.C., adesso lo scontro fra i due risultava inevitabile. Prima di continuare, vorrei però soffermarmi nel dire una cosa: oggi nel leggere di Caracalla, e da Cassio Dione e dagli altri del suo tempo, ma specialmente da Dione poiché è più attendibile visto che visse nella stessa epoca di Caracalla, molti subito puntano il dito contro il suo carattere e la violenza usata nel corso del suo regno. Fermiamoci però un attimo a pensare e a metterci nei suoi panni; nei panni del figlio di un imperatore, nei panni di una persona affine all'esercito e figlio del suo tempo. Col senno di poi tutti sono buoni a giudicare, ma probabilmente molte persone avrebbero fatto come lui. Si punta il dito contro Caracalla per il fratricidio, ma non lo si punta sul primo Re di Roma , su Romolo tracciante il solco sul Palatino impregnato del sangue di Remo, suo fratello. Tornando alla biografia di Caracalla; tornati a Roma i due si stabilirono sulla regga del Palatino, ciascuno per conto proprio e con i propri uomini in arme. In questo momento Giulia Domna, madre dei due giovani per odio pari a Eteocle e Polinice, fece di tutto per farli riconciliare, specialmente poi in quei momenti che dovevano regnare assieme su di un vasto Impero. Quando Giulia Domna chiamò Geta per riconciliarsi con suo fratello, gli uomini di quest'ultimo lo assalirono e lo uccisero innanzi agli occhi della madre. Era il 19 dicembre del 211 d.C. Con questo fratricidio Caracalla rimase solo a governare l'Impero. Assassinato Geta, Caracalla ne ordinò la damnatio memoriae e nel Tempio di Serapide pose l'arma con la quale venne ucciso il fratello. Si apprende che al fratello morto indirizzò la frase: “Sit divus dummodo non vivus”, ovvero “sarai un Dio ma non sei vivo”. Andando al campo dei Pretoriani fedeli al fratello Geta, Caracalla raccontò di essere stato oggetto di un attentato ordito da suo fratello, e donò ad ogni soldato duemila e cinquecento denari, molto probabilmente per comprare, come in ogni tempo, ora ed allora, la benevolenza e l'affetto di chi a lui preferiva Geta. Stessa falsità venne raccontata al Senato, ma disse anche che avrebbe concesso l'amnistia generale. Naturalmente non vi fu alcun perdono, se mai qualcuno doveva essere perdonato. L'Imperatore fece uccidere ogni uomo o donna che con il fratello defunto avesse avuto un minimo di amicizia o di relazione: aurighi, danzatori e danzatrici, attori e simpatizzanti di Geta. In questo massacro morirono, per citare nomi di rilievo riportati da Cassio Dione: Fulvia Plautilla, moglie nel 202 d.C. di Caracalla, e suo fratello Ortensiano, esiliati a Lipari. Ma morirono anche personaggi noti che magari con Geta non avevano nulla a che fare, ma bensì perché colpevoli di futili reati come: l'essere il migliore in una professione o l'essere discendenti da questo o quell'altro imperatore. Perirono fra questi: Pompeiano, figlio di Tiberio Claudio Pompeiano, poiché nipote di Marco Aurelio, ed Elvio Partinace, figlio di Partinace, Imperatore che regnò due mesi nel 193 d.C. , e Papiniano, reo di desiderare una legge per l'apologia del fratricidio. Coloro che non perirono in queste “liste” che possono ricordare quelle di Silla, finirono allontanati nelle province. Durante il suo regno famoso divenne il caso della Vestale Clodia Leta. Giovane e bella (le Vestali venivano scelte fra le giovani fanciulle della nobiltà romana, e non di rado fra le più belle), la ragazza venne accusata dall'Imperatore di aver violato il voto di castità, atto questo punibile con la morte , murata viva. La cosa atroce, oltre alla fine stessa, fu che la ragazza era innocente, salvo il fatto che, come da lei detto, l'Imperatore l'avesse violentata. Ella non cedette alle lusinghe di Caracalla e per questo motivo venne praticamente sepolta viva. Stando a Cassio Dione, massimo storico del tempo di Caracalla e quindi colui che più respirò quegli anni ove a regnare furono i Severi, in queste stragi perirono 20.000 persone. Il fatto strano fu che Giulia Domna, secondo le fonti, non avesse in odio Caracalla per l'omicidio di Geta. Per questo motivo, alcuni sostennero un rapporto incestuoso fra la madre e l'Imperatore. Ipotesi accentuata quando nel 217 Caracalla morì assassinato e lei pianse e si lasciò morire di fame per quel suo figlio despota e crudele che oltretutto era reo dell'omicidio di suo fratello. Preso il potere assoluto, nel 212 Caracalla promulgo la “Constitutio Antoniniana de Civitate”, meglio conosciuta solo come “Constitutio Antoniniana”, con la quale la Cittadinanza Romana venne estesa a tutti gli abitanti libero dell'Impero. Presso alcuni, questo fu il passo dell'inizio del decadimento italico. Lo Stato riconosce di essersi internazionalizzato e la romanità passa in secondo piano. Ma alla fine l Constitutio Antoniniana non cambiò niente in modo radicale. L'Impero si era già internazionalizzato. Scambi commerciali con popoli lontani favorivano l'integrazione e questa legge poteva solo favorire maggiormente l'Impero; cosa che non fece il Cristianesimo più avanti: essendo una religione che aborriva la violenza, essa fu, secondo me, una delle cause dell'indebolimento dello Stato Romano. Cassio Dione pensava però che questa legge servisse solo a far gravare le tasse su un numero maggiore di persone e che fosse stata emanata non per tolleranza, ma bensì per aumentare il numero dei contribuenti. Vista da quest'ottica, la legge secondo me calza in modo più reale. Un Imperatore apparentemente non dotato di tolleranza alcuna ma sembrerebbe scevro della stessa, amante del lusso e della grandezza (le Thermae Antonianae (Terme di Caracalla), iniziate da Settimio Severo ma ultimate dal figlio Caracalla, in Roma lo dimostrano), penso si fosse servito di questa legge solamente per portare nelle casse romane ancora più denaro possibile. Nel 213 d.C. , Caracalla partì per la Gallia, lasciando Giulia Domna, sua madre, a governare in sua vece a Roma. Dalla Gallia passò in Germania dove riportò una vittoria, anche se alcuni si accordò solamente con le tribù germaniche. Agli occhi di molti, ciò fu vista come una perdita giacché l'Imperatore elargì grandi somme di denaro in mesi di trattati al costo di neppure un morto. Caracalla fu molto rispettato dai Germani giacché egli rispettava la loro cultura, e amato anche dai soldati poiché non si poneva loro come Imperatore, ma bensì come un soldato semplice condividendo con loro ogni fatica da campo. Se da un lato si ingraziò alcune tribù germane, dall'alto punì la ribellione dei Quadi mettendo a morte il loro re, e così facendo si assicurò la sicurezza lungo quel confine. Ossessionato dalla grandezza e dalla figura di Alessandro Magno (Cassio Dione difatti non vedeva di buon occhio questa sua Imitatio Alexandri), Caracalla cercò di assoggettare la Parzia, dopo la morte nel 209 d.C. di Vologeso IV e la spartizione del regno fra i due figli, Vologeso V e Artabano V. Concluso in seguito un accordo con i Daci Uberi, l'Imperatore mosse verso la Tracia, ove creò una falange di sedicimila uomini, e dopo essersi stanziato a Nicomedia per preparare la guerra, scese verso la Troade e visitò Ilio, ove rese omaggio alla tomba di Achille. Le fonti dicono che , non avendo un Patroclo, volendo lui emulare il Pelide, scelse un suo liberto, Festo, affinché rappresentasse l'amico e compagno del Pié Veloce. Ironia della sorte, Festo morì proprio in quei giorni, anche se viene maggiormente da pensare, e non a torto suppongo, che fu Caracalla stesso ad ordinare la sua morte per avvelenamento, solamente per emulare il dolore di Achille, e così facendo riservò a Festo grandiosi funerali in Ilio. Dopo questo evento ritornò in Nicomedia e invitò il principe di Osroene e tributario dell'Impero, Abgare. Giunto che fu in Nicomedia, Caracalla lo imprigionò e fece di Edessa una colonia romana impadronendosi del reagno di Abgare. Per quanto riguarda questo filone di stragi, Cassio Dione ricorda di come nel 215 d.C. gli abitanti di Alessandria d'Egitto, quando l'Imperatore si recò in quella città per visitare la tomba di Alessandro Magno, accolsero la sua visita con battute e frasi alludendo all'incesto con sua madre , definendola Giocasta. Forse non era loro giunta voce di come Caracalla fosse scevro d'ogni senso dell'umorismo, ma presto fecero i conti con la loro ilarità. L'Imperatore riunì in un banchetto i nobili alessandrini, e a tradimento li fece uccidere tutti. La strage però durò diversi giorni giacché a perire non fu solo la nobiltà, ma anche molte genti della popolazione. Sempre Cassio Dione ci narra di come l'Imperatore stesso avrebbe partecipato a questa carneficina, tra l'altro assicurandosi un notevole bottino. Erodiano invece ci narra di come Caracalla volesse formare una falange che ricordasse quella di Alessandro Magno, arruolando i giovani alessandrini. Gli stessi si recarono nel luogo dell'incontro con le famiglie e lì vennero trucidati dai sicari dell'Imperatore. Ma Erodiano , oltre alle fonti verbali, fece anche riferimenti storici traendo molto dalle fonti da Cassio Dione (tra l'altro presente al matrimonio di Caracalla). A mio parere, nulla togliendo ad Erodiano che fu ottimo storico, ma trovo maggiormente attendibile Cassio Dione, anche per la conoscenza diretta con Caracalla. Nel 216 d.C. Caracalla ritornò in Antiochia e mosse guerra ai Parti di Artabano V (devastando dapprima la Media) che gli aveva rifiutato la mano di sua figlia. Ovviamente l'Imperatore si servì di questo atto come pretesto per attaccare Artabano V. Erodiano ci narra di come Caracalla arrivò a palazzo de re dei Parti, ad Arbela, con il suo esercito, ma senza spargere sangue. Entrò nel territorio dei Parti ove gli stessi al suo passaggio già offrivano dei sacrifici. Ma giunto al palazzo, fece cenno all'esercito di attaccare e sterminò tutti i sacerdoti. Artabano V riuscì però a mettersi in salvo (morirà nel 224 d.C.). Altra versione è quella di Cassio Dione, secondo il quale Caracalla voleva solo conquistare i Parti e usò appunto, come suddetto, come pretesto, il rifiuto del loro Re di concedergli in sposa la figlia giacché aveva compreso come l'Imperatore Romano fosse solo desideroso di impadronirsi del suo regno. Dopo ciò, Caracalla tornò a Edessa per svernare, attendendo i preparativi per la successiva campagna militare. Nell'aprile 217 d.C. , l'Imperatore si recò al Tempio del dio Luno a Carre. Ma durante questo viaggio, una congiura ordita da Opellio Macrino, ma attuata da Marziale, una guardia imperiale che mal sopportava Caracalla che non aveva dato la promozione, pose fine alla vita di Caracalla. Marziale, inseguito dopo over ucciso l'Imperatore, verrà a sua volta trucidato dalla guardie imperiali. Morto che fu Caracalla, la notizia fece il giro dell'Impero e giunse a Roma. Giulia Domna, madre di Caracalla, appresa la notizia, pianse tutto il suo dolore come non aveva fatto anni prima per l'altro figlio, Geta, ucciso come sappiamo da Caracalla. Talmente immenso fu il dolore, narrano le fonti, che Giulia Domna si lasciò morire di fame. Può darsi però che questa donna non abbia tanto pianto per il figlio morto, visto che per l'altro figlio non aveva fatto lo stesso. Potrebbe essere plausibile che questa donna non provasse affetti verso i suoi familiari (è un mio pensiero), ma fosse attaccata solo al suo ruolo di , diciamolo pure, “imperatrice”. Caracalla sempre mancò da Roma per via delle guerra da lui stesso intraprese, e in Roma era la madre a governare in suo nome. Cosa, quindi, addolorò maggiormente Giulia Domna? La perdita del figlio, o la perdita ormai imminente con Macrino imperatore, di tutti i suoi agi e quindi della sua posizione? A Caracalla succedette Opellio Macrino, che regnò poco più di un anno e che fece una fine poi analoga al suo predecessore.2 punti
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@Germano1 Ho spostato la tua discussione in "identificazioni" per cercare di dare una risposta più appropriata al tuo quesito. Ciao da Stilicho2 punti
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Unione Sovietica - 1 Rublo 1977 Giochi della XXII° Olimpiade - Mosca 19802 punti
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Purtroppo chi non sa bene approcciarsi su di un forum pensa che sia normale agire in questo modo, in buona sostanza utilizza il sito come se fosse un motore di ricerca. Possibilmente l'interfaccia che ci permette di dialogare viene visto come un semplice form da "riempire" in qualche modo solo ed esclusivamente per la finalità che ci si prefigge. Essere impreparati sulle varie dinamiche del nostro sito per i nuovi iscritti è una costante, quindi quasi accettabile; giusto per intenderci non li sto scusando, ma nemmeno li biasimo... perchè non è detto che siano solo digiuni della materia che trattiamo, potrebbero avere pure una certa difficoltà ad interagire e/o districarsi nel web.2 punti
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Buona Sera, Vi presento uno delle due ultime fatiche bibliografiche del Circolo Numismatico Romano Laziale, il pregevole lavoro del nostro curatore Bernardino Mirra intitolato: " Bibliografia essenziale della numismatica italiana" Vi allego una breve recensione e la copertina con l'indice: "Per i collezionisti ammirare una bella moneta, magari inseguita da tempo, è appagante e dona un senso di soddisfazione difficilmente trasmissibile. Tuttavia, il possesso di una moneta dovrebbe costituire da stimolo per cercare tutto ciò che riguarda il nuovo pezzo entrato in collezione. Conoscere il contesto in cui la moneta è stata coniata, la sua diffusione, la sua storia, la tiratura, le caratteristiche – e successive variazioni – metrologiche, le motivazioni iconografiche dovrebbero costituire un naturale stimolo a saperne di più, purtroppo non sempre è così o ci si limita a sfogliare i cataloghi-prezzari. Eppure, per fortuna, in Italia la letteratura numismatica è molto vasta, anche se negli ultimi tempi, a causa anche della crisi della carta stampata, le pubblicazioni periodiche e monografiche sono meno numerose rispetto al passato, privilegiando le pubblicazioni online che spesso spariscono nel nulla senza lasciare traccia. Una bibliografia numismatica dovrebbe raccogliere tutto ciò che è possibile consultando tutto il pubblicato e questo criterio fu il filo conduttore che portò al progetto realizzato da chi scrive alcuni anni orsono. Invece scopo di questa bibliografia “essenziale” è fornire ai collezionisti e studiosi uno strumento più agile per evidenziare i contributi più funzionali delle zecche più importanti. Ciò va chiarito in quanto è noto che nei secoli passati, soprattutto nel Medioevo, in Italia operavano centinaia di zecche (forse il numero preciso non è mai stato appurato) in quanto per un Signore locale avere un privilegio a batter moneta costituiva una sicura entrata finanziaria. Quindi nella letteratura numismatica troviamo anche delle zecche che hanno ricevuto il privilegio di battere moneta ma in pratica non hanno mai coniato. Altrettanto doveroso è sottolineare che molti contributi si soffermano soltanto su di una moneta poiché inedita o presunta tale; ovviamente questi articoli non rientrano nello spirito di quest’opera per quanto sopra indicato" Il volume conta 152 pagine, in carattere Times New Roman n. 12, è stato stampato in 100 copie, a colori su carta opaca da 120 gr, in formato A5. La copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr. 300 plastificata, con allestimento in brossura e cucitura in filorefe. Il suo costo è di € 8,00. Se interessati scrivere a: [email protected] Saluti Eliodoro1 punto
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C'è una variante per le date 1918 e 1919 per le quali sono stati utilizzati dei precedenti tondelli rigati. Quindi tutto normalissimo. Pare ci siano anche casi della stessa variante anche per le monete coniate nel 1920. Il catalogo Montenegro in mio possesso (del 2002) ne afferma l'esistenza considerandola R4. Il Gigante 2021 invece non cita questa variante per l'anno 1920.1 punto
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DE GREGE EPICURI La prima medaglia è dedicata a Notre Dame de Liesse (liesse in francese antico significa letizia). Con questo nome ci sono almeno due santuari: uno antico nel dipartimento dell'Aisne, chiesa gotica fondata nel 1134; ed uno moderno presso Annecy.1 punto
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Ciao a tutti, non sono un avvocato ma spedisco e ricevo parecchi pacchi e pacchetti, anche tra diverse nazioni. La questione del rischio direi che - come dice @Tinia Numismatica - è chiara: se non viene concordato diversamente, esso si trasferisce con la consegna al primo trasportatore. Ho anche già avuto da ridire su consegne danneggiate, il venditore mi ha poi sostituito la merce a proprio carico, non volendo perdermi come acquirente, ma non sarebbe stato suo dovere. In altri casi - se la merce è assicurata - il trasportatore mi rimborsa solo il prezzo di acquisto, dopo aver presentato i documenti in merito. Cercate in rete "Vendite internazionali" e "passaggio del rischio" se volete farvi da soli un opinione, e se avete tempo leggete qualcosa sulla convenzione di Vienna http://www.camera-arbitrale.it/Documenti/convenzione_vienna_1980.pdf Mi dispiace per @giulira, ma mi sa che la casa d'aste non puo' (o deve) fare più di tanto. Servus, Njk1 punto
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So che il tema contingente del COVID è particolarmente spinoso e divisivo nelle opinioni. Perciò, siccome non credo ci sia un'opinione più giusta delle altre, vorrei solo riportare la definizione di che cos'è la salute per l'OMS: "Per salute si intende uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità" Dunque, è giusto pensare ai contagi e ai morti giornalieri ma non credo che vadano sottovalutati nemmeno i risvolti sociali e psicologici di questa situazione. In quanti riuscirebbero a sostenere (psicologicamente e/o economicamente) altri mesi di lockdown duro, come lo fu quello della scorsa primavera? So già che alcuni penseranno: "Ma sai che problema stare chiusi in casa propria! Rispetto a chi è in terapia intensiva..." Anche questo è vero. Però vorrei porre all'attenzione un dato oggettivo (preoccupante) riportato dall'AIFA: https://www.repubblica.it/salute/2021/01/14/news/covid_aifa_piu_ansiolitici_e_meno_fans_probabilespam_e_contraccettivi_-282528837/ Forse, se vi fosse la certezza assoluta che facendo in questo modo per autunno sarebbe tutto definitivamente finito si potrebbe richiedere un ultimo grande sforzo collettivo. Il problema è che la sicurezza matematica non c'è, nemmeno col vaccino... Per questa ragione, in un'altra discussione parlavo di "equilibrio". Saltare in poche settimane dalla zona gialla alla zona rossa (e da bolognese so di cosa sto parlando) forse non è propriamente l'ideale. Sarebbe meglio mantenere una linea più costante, che da un lato non vada a sovraccaricare troppo gli ospedali e, dall'altra, non alimenti eccessivamente lo stress e il disagio nella popolazione. In parole povere, bisognerebbe iniziare ad imparare a convivere con questo virus, riprendendo gradualmente e in modo disciplinato le attività. O, almeno, questo è il mio pensiero.1 punto
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Emissione pseudo-autonoma di Hierapolis, Frigia, al tempo di Claudio, 50-54, con il busto drappeggiato di Apollo sul diritto e al rovescio un tempio esastile che poggia su un podio di tre gradini (Leu Numismatik WEB AUCTION 15).1 punto
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Penso che maumo abbia individuato la giusta tipologia testa di Giano/prua di nave. Ciao da apollonia1 punto
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Il virus esiste infatti 24h su 24 aimè. Non essendo uno scienziato/esperto in materia,non mi sbilancio a dir ciò che è giusto/sbagliato,so solamente che abbiamo bisogno di un maggior rigore e sanzioni( salate,a chi le merita,perchè l'informazione ci è arrivata eccome),accortezze e senso civico(chiaro che non generalizzo,si sa,ci sono i rispettosi e i menefreghisti). Una persona "x" può infettarsi ogni minuto della giornata e in qualsiasi situazione,basta anche toccarsi il naso dopo esser stato a contatto con una maniglia "infetta". Chiaro che ci si può anche ammazzare a casa con il cosiddetto"incidente domestico",perciò tutto può esser pericoloso e tutto può ,nel limite, esser normalitá.Finchè non mettiamo tutti la testa a posto,la vedo dura,in tutto e per tutto. Senza polemica,è solo un mio pensiero ? Salutoni Riccardo1 punto
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Direi che è arrivato il momento di svelare il personaggio: https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Negri_di_Sanfront#Onorificenze aggiungo anche questa immagine che non so quanto veritiera dell'uniforme e medagliere e il resto della lapide funebre In Liguria sono abbastanza diffusi i cimiteri monumentali. Se il gioco vi piace provo a proporne altri (se ne incontro...) M.1 punto
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Ok, capisco il malumore verso l'approccio "motore-di-ricerca", ma sono invidiosissimo del successo che questo post sta riscuotendo! Io, un mesetto fa circa, postai un quesito con tutti i crismi ed ebbi soltanto 3 risposte (di cui 2 mie! ?) : Vuoi vedere che alla fine la maleducazione funziona?!1 punto
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Unione Sovietica - 1 Rublo 1977 60° Anniversario della Rivoluzione Bolscevica1 punto
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@olivia Buongiorno Olivia , premetto che non conosco questo oggetto, propenderei per un Gettone sul quale mi limito a fare qualche considerazione. Quale sia il metallo impiegato non sono in grado di dirlo guardando una piccola foto : puoi provare con una calamita, o farlo saltare su un piano di marmo per udire se emana un suono simile a quello di una qualunque moneta d'argento ; se lo mostri ad un orafo, te lo dirà immediatamente. Lo stemma riprodotto è quello della Repubblica Argentina : la Città di Buenos Aires ne ha uno assai diverso. La chiave per giungere ad una identificazione è data ovviamente dal verso, in cui è incisa piuttosto approssimativamente una sigla sotto alla quale compaiono dei riccioli che in un primo tempo ho pensato potessero essere segni grafici, così ho provato ad ingrandire l'immagine, a specularla e a ruotarla ma senza alcun risultato : le due lettere anche a me sembrano una C e una P. Ha tutta l'aria di essere un gettone emesso dalla Città di Buenos Aires, ma a cosa potesse servire non ne ho idea. Purtroppo non credo sarà facile identificarlo : anche se in Argentina sono emigrati nel tempo tantissimi Italiani, questo gettone risale a 130 anni fa..... Mi spiace non esserti di aiuto, Buona giornata.1 punto
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Buongiorno a tutti , oltre all'usura sembra aver ricevuto un bel colpo centrale al diritto che ha reso il rovescio più in rilievo al centro e più usurato ? Saluti Alberto1 punto
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?Visto l'alto numero di videoteleintossicati faccio i migliori auguri per la riuscita dell'incontro e chiaramente i debiti scongiuri contro l'ignoranza, spesso alimentata e indirizzata dalle persone che credono che "tutto quello che dicono in TV è vero".? Di questo passo non ne usciamo neanche nel 2023 e non per colpa dei convegni o degli assembramenti nelle strade, avanti cosi, spero di poterci essere ! ROMA AETERNAE1 punto
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Al post # 205 ho postato la medaglia ricordo della mia prima Comunione e nel post successivo quella della mia Cresima https://www.lamoneta.it/topic/96416-monza-qualche-medaglia-del-territorio/page/9/?tab=comments#comment-1383436 apollonia1 punto
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Se per badante intendi una sorta di tutor sarebbe ok esisteva nel sito questa figura anni fa, ma non funzionerebbe... perchè chi si registra per la prima volta può scrivere dovunque in lungo ed in largo, se invece i primi post che si inviano successivi all'iscrizione fossero di default indirizzati automaticamente nell'apposita sezione: https://www.lamoneta.it/forum/218-area-di-supporto-per-i-nuovi-utenti/ magari-forse-presumibilmente-può darsi si potrebbe ottenere qualche buon risultato.1 punto
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Dai! si è solo dimenticato a premere il pulsante per ottenere una risposta automatica robotizzata! VALUTAZIONE IN CORSO ATTENDERE ATTENDERE ANCORA UN POCHINO....1 punto
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Certo che Aretusa era veramente stupenda. I non più giovani ricorderanno il suo profilo sulle nostre banconote da 500 Lire stampate fra il 1966 e il 1975 che potrebbero aver avuto tra le mani. Nel dritto portano a destra la ninfa Aretusa tra due delfini che escono dalle acque e a sinistra un’aquila che ghermisce un serpente e due delfini che escono dalle acque. Le banconote del 1970 sono molto rare e in condizioni FDS valgono intorno ai mille euro. apollonia1 punto
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A metà del XIII secolo nasce una nuova importante realtà monetaria nella Marca veronese: la zecca di Merano. I Conti del Tirolo Mainardo II e Alberto II nel 1258 fanno iniziare le coniazioni del grosso aquilino sfruttando le loro miniere d'argento. Questa moneta fu imitata in tutto il nord dell'Italia soprattutto all'inizio del XIV secolo, quando divenne un simbolo per le città ghibelline fedeli all'imperatore. All'inizio degli anni 70 del secolo i due fratelli decisero di dividersi i possedimenti staccando la Contea del Tirolo dalla Contea di Gorizia. Albetro II si tenne Gorizia e il suo denaro è inserito nel post #11. La Contea del Tirolo andò a Mainardo II, che cominciò a coniare una nuova moneta con il suo nome il kreuzer o grosso tirolino. Anche questa moneta ebbe un grande seguito di imitazioni, non solo in Italia, ma anche in altre nazioni e per lungo tempo. Infatti il kreuzer nell'Impero Austriaco arrivò fino alla soglia del XX secolo. Grosso aquilino della zecca di Merano Kreuzer della zecca di Merano Arka Diligite iustitiam1 punto
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Bella e interessante collezione. Il nome tedesco di Merano, sede del casinò in Trentino-Alto Adige, è Meran. Ho notato che sui gettoni la e è accentata, e Mèran è una frazione che fa parte del comune di Montjovet, in provincia di Aosta, nella regione Valle d’Aosta.1 punto
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Ciao a tutti, quanto ti ritrovi davanti grossi moduli, scudi e piastre, le “piccoline” passano in secondo o terzo piano, fanno fatica a competere con raffigurazioni che sono già in bella mostra. I tondelli più piccoli necessitano di un po’ più di attenzione, perché poi si scoprono delle meraviglie racchiuse in pochi mm di diametro. Si impara sempre È stato così anche per l’esemplare entrato in collezione che ben si difende tra i “pesi massimi”, anche per via del particolare lustro che si fa fatica a riportare nelle foto: 1/4 lira 1822 M Grazie.1 punto
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Seconda moneta del 2011 Peccato per il problema del conio , ma non volevo separarla dalla sorella piu' debole . Inoltre come dice Danielone se c'e' il prezzo si acquista :D 5 .1/4 Grossi o CornutoForte di Carlo II Mir Savoia 368b1 punto
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A distanza di 10 anni ho aggiunto questo nuovo esemplare preso ieri a Torino Colleziona1 punto
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Buonasera a tutti,arrivata finalmente l' altra ciliegina pronosticata da @Raff82? Questa volta del 4 tipo. Va a far compagnia a quella del 6 tipo del '53 presa due mesi fa. È bbbella con 3b la piastrite acuta?1 punto
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Grazie per le precisazioni @Francesco1984, in effetti il 9 ribattuto sull'8 non l'avevo notato. La tua 1795 "SIGILIAR" è una moneta notevole e quindi mi complimento con Te. Il Ritratto del Re è bellissimo ed in ottime condizioni, quindi è un piacere osservarla. Ciao Beppe1 punto
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La fine del XII secolo fu importante per un altro motivo, la nascita del ''grosso''. L'esigenza di una moneta grossa si fece sentire a Venezia che era in piena espansione economica. Si coniò così una moneta di più di due grammi di peso, circa il doppio dei denari di Friesach e Aquileia e del valore di 26 piccoli che sparirono dal mercato (vedi Saccocci sulla motivazione). Questo comportò una rivoluzione in Italia, dove molte zecche cominciarono a battere moneta grossa, ma anche nell'area monetaria della Marca veronese. Infatti anche nella parte nord occidentale della Marca si cominciò a battere moneta. Dapprima la zecca di Bressanone, che ebbe poca influenza sul resto della marca, successivamente quella di Trento con i suoi denari, i soldi e l'abbondante emissione di grossi vescovili. Tutto ormai era pronto per la grande operazione finanziaria di Mainardo II... Grosso di Enrico Dandolo Denaro piccolo di Trento Grosso di Trento Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao ragazzi, vi volevo mostrare un esemplare in mio possesso con la scritta TOMAINUS.1 punto
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Argh vedo che a distanza di anni le immagini sono sparite :( Le allego nuovamente Quartaro castello I tipo Quartaro grifo III tipo1 punto
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