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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/12/21 in tutte le aree

  1. Come al solito avevo scritto che non sarei più intervenuto ma poi non mantengo la promessa… finirò all’inferno. Sig. Tinia, condivido tutto quanto scritto da @gioal che ha spiegato ulteriormente (e meglio di me) quanto avevo già scritto (e di questo lo ringrazio). Devo fare una precisazione però. Io ho parlato di vendita per corrispondenza, utilizzando un termine che, probabilmente, ha ingenerato confusione. Con quella espressione intendevo riferirmi a ogni tipo di vendita “a distanza” e che, dunque, includa tra le modalità di consegna del bene acquistato anche la spedizione. Mea culpa. Ciò premesso, il suo fossilizzarsi sulla ricerca in un articolo di legge quale fonte dell’obbligo di spedire non ha senso, ma trovo che sia comprensibile perché il contrario presupporrebbe la conoscenza (tecnica) di quali siano le fonti delle obbligazioni nel nostro sistema normativo. Un “obbligo” non deriva solo da una specifica norma che lo preveda. L’art. 1173 del codice civile, espressione di un principio basilare del nostro ordinamento giuridico, prevede espressamente che: “Le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito, o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico”. Sottolineo “da contratto”, sig. Tinia. Ciò significa che se colui che vende a distanza propone ai propri acquirenti anche la spedizione tra le modalità di consegna e l’acquirente opti proprio per quest’ultima, la scelta operata dall’acquirente vincola contrattualmente (secondo lo schema proposta-accettazione) il venditore a spedire. Vincolo contrattuale al quale corrisponde, ovviamente, la specifica obbligazione del venditore di spedire. Lei, poi, opera una inversione di prospettiva: nella prassi non è l’acquirente a proporre al venditore di spedirgli la merce, indicandogli pure il corriere da utilizzare. E pure se così fosse comunque sorgerebbe in capo al venditore l’obbligo di spedire, posto che accettando egli si vincolerebbe alla proposta formulata dall’acquirente (salvo le diverse conseguenze sul passaggio del rischio se la scelta, non offerta ab initio dal venditore, sia stata da quest’ultimo solo accettata su iniziativa dell’acquirente: qui, per la gioia del venditore, il rischio passerà immediatamente in capo all’acquirente/consumatore). In tutti i casi che ho avuto modo di esaminare (e di vivere sulla mia pelle come acquirente) è il venditore a mettere a disposizione del cliente lo specifico mezzo di consegna (ogni volta che ho acquistato on-line, aste incluse, mai nessuno mi ha chiesto se preferissi ritirare a mani o se preferissi scegliere il corriere, e le parlo di venditori blasonati: la spedizione è sempre partita in default dopo il pagamento del bene, in quanto già offerta nelle condizioni generali di contratto). Non si può pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Se come venditore utilizzassi forme di vendita a distanza (quale il web) per proporre la mia merce e al contempo non offrissi anche la spedizione (oltre che il ritiro a mani), probabilmente i soldi spesi per realizzare il sito per l’e-commerce risulterebbero spesi malissimo perché dubito che sarei in grado di raccogliere molte richieste di vendita provenienti da luoghi troppo distanti dalla mia sede. Io per primo, che abito a Bari, mai mi sognerei di comprare on-line da Treviso se il venditore scrivesse: “guarda, io non offro la spedizione ma il ritiro a mani: se vuoi la spedizione te la vedi e te la sbrighi da te”. Che poi il venditore non abbia il servizio di spedizione “in casa” (come lo ha Mercatoneuno, per seguire il suo esempio) non rileva. Se il venditore si è obbligato a spedire (per le ragioni di cui sopra) pur non avendo un servizio di logistica interno, organizzare la spedizione tramite un terzo resterà comunque un problema che egli stesso dovrà sbrigare. E qui aggiungo: quando acquisto on-line, con il prezzo pago già la spedizione (nella stragrande maggioranza dei casi) secondo il costo imposto dal venditore (a seconda della spedizione per la quale ho optato, tra quelle da lui offerte). Per me quel costo (o prezzo, che dir si voglia) è il corrispettivo della controprestazione del venditore consistente proprio nella spedizione. Io pago la spedizione al venditore (in ipotesi non so neanche se in ciò che pago a tale titolo ci sia un rincaro ulteriore che il venditore applica proprio per compensare l’ulteriore prestazione che assume, ossia quella di predisporre e organizzare la spedizione). Infine, non vedo differenza con la vendita tramite “asta” (che lei impropriamente chiama anche incanto, che è cosa totalmente diversa e non attiene certamente alle “aste” a cui tutti noi siamo abituati che sono e restano sempre vendite tra privati). Le aste on-line di monete (o di qualsiasi altro bene) non sono altro che una forma di vendita a distanza che si differenzia da una classica vendita on-line con riferimento alla fase della formazione del prezzo, che avviene secondo uno schema di competizione tra potenziali acquirenti (mi limito a evidenziare la differenza che peculiarmente rileva rispetto all’argomento che stiamo affrontando). L’acquirente non ha rapporti diretti con il conferente. Non ha rapporti diretti con il vettore. L’unico interlocutore (meglio, controparte contrattuale) dell’acquirente è e resta la casa d’aste (che, del resto, è pure il soggetto che emette fattura, salvo poi andare a indagare quale sia la disciplina concordata tra le parti nel così detto “contratto normativo d’asta”… ma questo è un altro discorso). Lo ribadisco, non voglio convincere nessuno di ciò che qui scrivo, sia chiaro, e il mio non è neanche insistere. Vorrei però solo far comprendere che la soluzione di ogni problema giuridico non può essere limitata alla caccia frenetica al singolo articolo di legge applicabile, attività che può solo rappresentare il punto di partenza di una indagine che deve necessariamente investire sempre il sistema normativo complessivamente considerato. Ma questo è l’aspetto più affascinante del diritto e senza il quale non servirebbero giudici e avvocati. Ognuno sarebbe in grado di fare da sé, semplicemente smanettando in internet e trovando le risposte proprio come si può trovare una buona ricetta di cucina. Il che lo trovo avvilente. Proprio per questo nessun post, compresi i miei, potrà mai esaurire completamente il problema o rappresentarne la chiara e inequivocabile soluzione. Chiedo scusa per la lunghezza del post. Saluti.
    5 punti
  2. Buongiorno a tutti, nuovo falsetto arrivato in collezione. Tentativo di falsificazione a nome del doge Antonio Priuli, da notare l'uso della Z in luogo di S sia al dritto che al rovescio e anche la mancanza della O al dritto. In più lo stile delle raffigurazioni é chiaramente da altri pezzi del Priuli che ho in collezione. Spero vi piaccia, buon lavoro a tutti.
    4 punti
  3. L'unico mio Tarì in buona conservazione, con Busto giovanile di Ferdinando II è questo 1836.
    4 punti
  4. Il mio 1836 che però mi sembra 1836/5
    3 punti
  5. Buonasera, senza un contesto di ritrovamento che possa dimostrare delle attività inerenti alla lavorazione di piombo, bronzo e altri manufatti è difficile affermare che sia un aes rude, in questo caso può essere qualsiasi cosa, e anche molto recente...
    3 punti
  6. Buongiorno, se qualcuno è interessato mi contatti.
    2 punti
  7. Ciao, Mi sembra che il 12 ½ kuruş fosse una moneta non circolante con al rovescio la scritta dentro un ornato, come questa: https://www.ngccoin.com/price-guide/world/turkey-12-1-2-kurush-km-762-1327-2-1327-6-cuid-1090440-duid-1534378 Invece penso che la riproduzione che hai postato voglia imitare una moneta d'oro di Mehmet V con un nominale maggiore, della zecca di Costantinopoli: https://en.numista.com/catalogue/pieces34989.html. Il diametro corrisponde al 50 kuruş (18mm) e il peso si avvicina di più al 25 kuruş (1.8g). Comunque tutti i nominali d'oro dal 25 kuruş in su hanno il disegno al rovescio con la corona d'alloro. Potrebbe quindi anche essere un'imitazione dei 50, 100, 250 o 500 kuruş. L'epiteto a destra della tughra è molto consumato e poco a fuoco, ma mi sembra "el-Ghazi" e non "Reshat", quindi dovremmo essere negli ultimi anni del regno di Mehmet V. Infatti sotto la tughra vedo l'anno di regno 9, quindi il 1917. Chiaramente, non essendo una valuta ufficiale potrebbe anche essere successiva a questa data, ma non credo precedente. Poi su cosa sia nello specifico questo oggetto non saprei dire. L'appiccagnolo mi sembra aggiunto successivamente, quindi non penso fosse originariamente una medaglietta. Ipotizzerei un souvenir o qualcosa del genere, ma aspetta i pareri di altri utenti. Spero di essere stato d'aiuto. saluti Magus
    2 punti
  8. Questa sua cura del cliente è apprezzabile; sono convinto che lo sia da molti. Non è apprezzabile, invece, il comportamento di Katz; e, posto che quello che si è detto vale in teoria, ma poi si devono spendere soldi per agire in giudizio, come ha ricordato giustamente @Scipio al post 43, non essendo io un avvocato, col Katz che acquisto da Katz. Però, mi faccia capire; se malauguratamente il servizio di consegna da Lei utilizzato perdesse una moneta, Lei cosa farebbe?
    2 punti
  9. Buonasera non conosco aes rude di piombo di solito, per quello che so, date la possibilità del piombo di essere facilmente lavorato, circolava assieme al bronzo informe, sotto forma di lingotti più o meno grandi addirittura anche a forma di conchiglia ne ho visti anche a forma di noce. Ma un pezzo come quello della foto può essere qualsiasi cosa. Spero che qualcuno più esperto di me possa smentirmi, saluti
    2 punti
  10. Una delle mie monete preferite! Complimenti @pietromoney, pezzo non facile da trovare. Manca in molte collezioni. La conservazione è più che accettabile per la tipologia. Sarebbe bello vederne qualche altra. Condivido un 4 Tornesi 1817 che acquistai ad un'asta Negrini una ventina d'anni fa e purtroppo non ho più.
    2 punti
  11. Passiamo ora alle monete da Tornese Uno e Mezzo. Tipologia ostica. Solo una data è comune, un'altra non comune e tutte le altre da R in su. Parto con il mio Tornese e Mezzo del 1832. Magliocca numero 748 (?)
    2 punti
  12. Concordo con @Fxx. Nel collezionismo numismatico non bisogna seguire la moda dell'ultimo momento ma unicamente il proprio gusto personale. Se quelle monete ti affascinano e le reputi ingiustamente bistrattate, comprale. Soprattutto adesso che il mercato le valuta poco non dovrai spendere cifre particolarmente elevate. Se in un futuro si rivaluteranno, ben venga. Se scenderanno ulteriormente di prezzo, pazienza. Così si vive una passione. Senza stare con la calcolatrice in mano a seguire i grafici degli andamenti dei prezzi per vedere se conviene investire più in questa o quella monetazione. Queste cose lasciamole al mercato azionario.
    2 punti
  13. Ciao. Secondo me la tiratura o il prezzo della moneta dovrebbero essere relativi. Se ti piace collezionare i tappi dello spumante non lo farai perché speri che si rivalutino un futuro, bensì per soddisfare la tua passione relativa all'argomento. Se ti piacciono le monete vaticane devi collezionarle per quello, e non te ne importa nulla se gli altri collezionisti vanno su altri lidi. Anzi meglio per te!! Trovi le monete che ti piacciono a cifre assolutamente abbordabili!
    2 punti
  14. Sembrerebbe un bagattino con leone rampante di Francesco Foscari (Venezia) sentiamo gli altri
    2 punti
  15. Avrei voluto aprire una discussione apposita, ma forse non avrebbe ricevuto molto interesse, e quindi dato che non ho mai pubblicato finora nessuna moneta in quella bellissima e lunghissima discussione creata da @Rocco68 ho deciso di postarla anche se non è tra le mie monete più belle se parliamo di conservazione. Non è bellissima ma è una tra le monete a cui sono più legato ?? 4 tornesi 1817 di Ferdinando I (Rif. Magliocca 459)
    2 punti
  16. Il compratore non è più ignoto Si tratta di Stuart Weitzman che è diventato miliardario producendo e vendendo calzature di lusso (uno "scarparo", diremmo noi marchigiani ). Weitzman non si può considerare un vero e proprio collezionista, si sapeva fin dal principio che aveva comprato questa moneta perché affascinato dalla sua storia, e tuttora è l'unica della sua "collezione". Cui si aggiungono un paio di francobolli, robetta da niente lo One Cent Magenta della Guyana Britannica, esemplare unico comprato nel 2014 per 9 milioni e mezzo di dollari, e la sola quartina conosciuta del celeberrimo Inverted Jennies, il più raro e famoso francobollo statunitense. Weitzman è finalmente uscito allo scoperto perché, arrivato a 79 anni, ha deciso di vendere la sua collezione. "Nessuno può portarseli al cimitero", ha detto, e i suoi figli, a quanto pare, non sono interessati a tenerli. Dicono "è fantastico quello che hai fatto, ma non vogliamo preoccuparci di loro, agitarci per loro, proteggerli, capire cosa fare con loro." Così, questi tre pezzi unici, nel giugno prossimo saranno esitati da Sotheby's (gli stessi che hanno venduto la moneta nel 2002), che stima di ricavarne fino a 37 milioni di dollari (dai 10 ai 15 per la Double Eagle). Pare che il ricavato andrà a iniziative di beneficenza. Nel mentre incominciate a metter da parte qualche soldo per partecipare all'asta leggete anche l'articolo del NYT che ne parla. https://www.nytimes.com/2021/03/10/arts/design/stuart-weitzman-stamps-coin-auction.html?action=click&module=News&pgtype=Homepage petronius
    2 punti
  17. È recentemente apparso sul mercato antiquario un nominale eneo di Crotone datato dopo il primo quarto del IV secolo a.C. e contrassegnato dai seguenti tipi: D/ Tripode, KPO R/ Chicco, MET CNG 115, 16.09.2020, 23 BRUTTIUM, Kroton. Circa 375-325 BC. Æ (11.5mm, 1.74 g, 11h). Alliance issue with Temesa. Tripod; KP-O flanking / Barley grain; T-EM (retrograde) flanking. CNG 53, lot 82 var. (legends), otherwise unpublished, but cf. Rutter, South, pl. 33, 11 and HN Italy 2204 for a similar, but earlier, issue. Dark green patina. VF. Extremely rare. From the Martinez Collection, purchased at the Verona Numismatic Conference, September 2005. Nella scheda informativa l’esemplare viene ricondotto ad un’alleanza (!) tra Crotone e Temesa (!) quest'ultima identificata dalla legenda presente al rovescio, considerata retrograda e letta pertanto nella forma TEM (!). Viene poi evidenziata la sostanziale unicità del pezzo se si escludono esemplari affini per tipologia (ma non sul piano epigrafico) apparsi sul mercato antiquario (e.g. CNG 53, 15.3.2000, 82) o presi in esame da Rutter (Rutter 1979, pl. 33, 11 e HN 2204). Un riesame degli elementi interni della moneta, congiuntamente ad un più ampio spoglio bibliografico, consente di apportare alcune puntualizzazioni. a) Le legende presenti su ambo i lati presentano disposizione e ductus speculari. Entrambe si compongono di tre lettere di cui le prime due contigue e disposte su un lato del tipo mentre l’ultima distanziata e collocata sul lato opposto (KP-O al D/ e ME-T al R/). Ne consegue che se la legenda del D/ deve inequivocabilmente leggersi KPO, quella del R/ va interpreta necessariamente come MET più che TEM. La forma TEM (riconducibile a Temesa), benché notoriamente attestata, compare in epoca ben più antica del IV secolo, investendo peraltro solo il metallo prezioso (AR). Né la frammentarietà delle fonti storiche e della documentazione archeologica conserva memoria dell’ipotizzata alleanza Crotone-Temesa nel secondo quarto del IV secolo a.C. b) Allo stato attuale della documentazione la moneta risulta effettivamente un unicum e pertanto di non facile inquadramento cronologico. Qualche osservazione è tuttavia possibile. Sia Metaponto che Crotone emettono monete in bronzo contrassegnate da tripode/chicco. Per Metaponto, in particolare, le serie interessate (figg. 1, 2) sono quelle del tipo HN 1638 (= Johnston 1989, 2), datate nell'ultimo quarto del V secolo a.C., il cui livello ponderale abbraccia valori compresi tra 2.4 e 1.5 gr.: D/ Tripode, MET R/ Chicco, HE o TE (figg. 1-2) Fig. 1 - Savoca Numismatik, 9th Blue Auction, 25.8.2018, 33 (erroneamente attribuita a Crotone; gr. 2, 36) Fig. 2 - Münzen & Medaillen GmbH (DE), 17, 4.10.2005, 49 (gr. 2,19) Gli esemplari, diversificati dalle sigle sul R/, appaiono omogenei sotto il profilo iconografico per la resa del tripode con anello centrale di grosse dimensioni e anse laterali rese di profilo. Ad essi possono aggiungersi i pezzi illustrati da Attianese provenienti dal commercio antiquario (Attianese 2005, 121-122, nn. 8-9) che per elementi iconografici, epigrafici (sigla TE al R/) e ponderali - gr. 2,20; gr. 1,60 (consunta) - sembrerebbero riferibili alla zecca metapontina più che a quella crotoniate. Per Crotone la situazione appare più complessa. Gli esemplari con tripode/chicco (Rutter 1979, gruppo III; Taliercio 1993, fase 1. III; HN 2204), appaiono ascrivibili alla più antica fase della monetazione in bronzo crotoniate (ca. 420-410/5 a.C.), contraddistinta dall'uso del koppa arcaico (fig. 3). L’esiguità dei pezzi finora noti (2 ess.: gr. 1,73; 1,04) non consente di definire con certezza il livello ponderale che, in ogni caso, appare più basso rispetto a quello degli esemplari di Metaponto con analoga tipologia, come sembrerebbe documentare il pezzo recentemente apparso sul mercato antiquario (fig. 4: gr. 1,68). Fig. 3 - Rutter 1979, pl. XXXIII, 11 (gr. 1,73) Fig. 4 - Auktionshaus H. D. Rauch GmbH, E-Auction 35, 17.9.2020, 53 (gr. 1,68) Questi elementi, benché non esaustivi e ancorati all'esigenza di una base statistica più ampia, consentono forse di meglio precisare la cronologia dell’esemplare KPO-MET. Se da un lato la presenza del kappa esclude per CNG una collocazione nelle fasi iniziali della produzione enea, dall'altro anche la datazione al 375-325 presenta alcune criticità. Le serie collocate da Rutter in questo ambito temporale (HN, 2211-2216), corrispondenti alla terza fase della classificazione proposta dalla Taliercio, differiscono dalla moneta in esame sia per elementi tipologici (testa di Athena/aquila su testa di cervo; Aquila stante o su testa di ariete/tripode con alto collo) ed epigrafici (presenza di lettere e sigle), sia per il livello ponderale decisamente più elevato (da gr. 26 a gr. 3 circa). A ciò si aggiunge la presenza di un duplice etnico, che costituisce un elemento di originalità all'interno della monetazione enea della polis e che non trova alcun riscontro all'interno delle serie citate. Affinità tipologiche ed epigrafiche si rilevano invece con alcune serie di stateri in argento, talora legati da incroci di conio, contrassegnati dall’Herakles oikistàs (fig. 5) o dai tipi tripode/tripode (fig. 6) e Aquila su capitello ionico/tripode (figg. 7-8), sia per la costante presenza del chicco, sia per la comparsa di lettere e sigle (E, ME). La moneta con Herakles OIKIMTAM (oikistàs) si rivela di particolare interesse in quanto il conio di D/ è lo stesso che batte alcuni esemplari con Apollo e Python (fig. 9), datati da Stazio nel periodo della spedizione ateniese in Sicilia (Stazio 1984, 386 s.), dove però la legenda del R/ - KPOTON - documenta la progressiva ma non ancora definitiva transizione all'alfabeto ionico. Fig. 5 - CNG, MbS 58, 19.9.2001, 84 Fig. 6 - CNG, E-A 380, 10.8.2016, 39 Fig. 7 - Gemini, LLC, III, 9.1.2007, 44 Fig. 8 - RN, 18, 29.9.2019, 491 Fig. 9 - CNG, E-A 472, 15.7.2020, 474 Se pertanto le corrispondenze sul piano tipologico ed epigrafico non sono casuali, si potrebbe proporre per la moneta di bronzo con tripode, KPO/chicco, MET un inquadramento tra lo scorcio del V secolo ed il primo decennio del IV, nel periodo immediatamente successivo al momento iniziale della produzione enea della città (gruppi I-II Rutter: 420-410/05 a.C.). Restano ovviamente da indagare le motivazioni che indussero Crotone a riprodurre in questo periodo tipo (chicco) e legenda (MET) propri di un’altra città e l’unicità del pezzo impone le dovute cautele in proposito. Si può tuttavia osservare che agli esordi della monetazione in bronzo sia Crotone che Metaponto non sembrano esenti da consonanze sul piano tipologico: Crotone adotta un tipo (chicco) proprio di Metaponto, che a sua volta riprende il tripode (crotoniate?) su serie databili nell’ultimo quarto del V secolo (HN 1637-1638 = Johnston 1989, 1-2; fig. 10). Tali serie, assegnate a Metaponto da Rutter e Johnston, vengono invece attribuite a Crotone da Attianese (2005, 334-338) che ipotizza un’alleanza tra le due città “verso la seconda metà del IV secolo per rapporti non solo politici, ma tanto più economici e commerciali” (p. 338). Fig. 10 - BFA, E-a 73, 14.9.2019, 131 (gr. 4,06) Per concludere una considerazione di ordine metodologico. La compresenza di tipi (e/o legende come nel caso dell’es. CNG) riferibili a città diverse sulla stessa moneta non si traduce, sic et simpliciter, in un’“alleanza” tra due centri. Tanto più che il tripode raffigurato sulle serie enee metapontine del tipo HN 1637-8 (fig. 9), proprio per l’assenza di etnico, non necessariamente costituisce un esplicito riferimento a Crotone. Potrebbe ad esempio sottintendere un richiamo ad Apollo, quest’ultimo peraltro raffigurato sul D/ di una serie bronzea di Metaponto e richiamato al R/ proprio dal tripode associato al tipo e alla legenda di metapontini (fig. 11). Fig. 11 - Münzen & Medaillen GmbH (DE), 30, 28.5.2009, 11 Bisogna, pertanto, prestare la dovuta attenzione nell'interpretazione storica del dato numismatico, soprattutto in assenza di opportuna documentazione storiografica e/o quando non si dispone di solidi ed incontrovertibili elementi di giudizio. Nel caso dell’esemplare a legenda KPO-MET poi, anche a voler seguire (dubitativamente) l’ipotesi dell’“alleanza”, andrebbero definiti tempi e modi della stessa, peraltro un contesto, quale quello proposto dai compilatori (375-325 a.C.), segnato dall'occupazione dionigiana di Crotone e da una serie di eventi destabilizzanti per la città. Riferimenti: Attianese 2005 = P. Attianese. Kroton. Le monete di bronzo, Soveria Mannelli 2005 HN = N.K. Rutter et alii, Historia Numorum. Italy, London 2001 Johnston 1989 = A. Johnston, The Bronze Coinage of Metapontum, in G. Le Rider (cur.), Kraay-Mørkholm essays. Numismatic studies in Memory of C.M. Kraay and O. Mørkholm, Louvain-la-Neuve 1989, 121-136. Rutter 1979 = South Italy and Messana, in Le origini della monetazione di bronzo in Sicilia e in Magna Grecia, Atti del VI Convegno del Centro Internazionale di Studi Numismatici di Napoli - Napoli 1977, Roma 1979, 193-223 Stazio 1984 = A. Stazio, Problemi della monetazione di Crotone, in Crotone, Atti del XXIII Conv. di Studi sulla Magna Grecia (Taranto-Crotone 1983), Taranto 1984, 369-398. Taliercio 1993 = M. Taliercio Mensitieri, Problemi della monetazione in bronzo di Crotone, in A. Mele (cur.), Crotone e la sua storia tra il IV e il III secolo a.C. (Napoli 1987), Napoli 1993, 111-129.
    1 punto
  18. Secondo me i ritratti più brutti di Ferdinando IV per la zecca di Napoli sono sui piccoli nominali in rame, ad esempio il 9 cavalli e il tornese da 6 cavalli...
    1 punto
  19. Ciao Orodicarta, lusingato dalla tua richiesta. ? Ahimé, ho ancora poche monete di PIO VI. Ho deciso forse un paio di anni fa di dedicare le mie attenzioni alla sua monetazione romana, e sono mooooolto lento nella costituzione delle mie collezioni. Peraltro credo ci siano qui sul forum ben altri esperti più adatti di me a parlare della monetazione di Pio VI. Non credo manchino peraltro le discussioni al riguardo. Facciamo così. Appena posso, raduno le monete che ho e ne carico qualche foto qui per una visione globale e ragionata rispetto al titolo di questa discussione. Per approfondimenti vari si potranno comunque pur sempre aprire ulteriori discussioni. Buona serata!
    1 punto
  20. Ciao @miza, questa è l'unica monagasca che possiedo, proviene da un lotto acquistato in asta lo scorso anno. In ciotola non sono mai riuscito a reperirla.
    1 punto
  21. All'inizio del XIV secolo domina la scena nella marca veronese Cangrande I della Scala. I suoi grossi ricordano quelli di Ezzelino anche se di peso inferiore. Unico elemento stilistico che differenzia i due grossi è la presenza, su quello di Cangrande, di una piccola scaletta che precede la legenda VERONA. Vengono coniati anche denari piccoli con caratteristiche simili. Queste emissioni proseguono anche dopo la morte di Cangrande, avvenuta nel 1329, fino al 1336. Grosso di Cangrande I della Scala e successori Denaro piccolo di Cangrande e successori Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  22. insieme al catalogo ci sono anche le monete in regalo ?
    1 punto
  23. Dimenticata la lettera O, le S speculari, il Redentore con la maschera di carnevale, doge decente, leone meno. Interessante. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  24. Ciao! Direi di si, ma aspettiamo altri pareri di qualcuno specializzato in questo tipo di cose.
    1 punto
  25. Lingua,tipo di scrittura,materiale,forme,disegni,simboli,paesaggi e personaggi,messaggi o significati; tutto da scoprire,culture diverse e monete cui immergersi?
    1 punto
  26. Ciao PriamoB, l'Araldica è una materia affascinante e vastissima che a me interessa, ma della quale conosco solo alcuni rudimenti : ho qualche pubblicazione che ne parla ma niente di ché , più che altro mi occupo di Decorazioni e Medaglie Militari moderne. Grande competente è invece Corbiniano, Perito Araldico, che spero possa dirti qualcosa in merito. Cordialmente. @Corbiniano
    1 punto
  27. Probabilmente si riferisce (giustamente) alle varie pizze, vespe, nutelle ecc.. ecc.. Saluti TIBERIVS
    1 punto
  28. Buongiorno, mi ricollego a quanto scritto da Petronius in merito all'interessante e particolarmente raro Bollo Gentilizio non ancora identificato ( almeno per quanto riportato sul catalogo La cartamoneta italiana vol. secondo risalente ormai al 2010) Ho tentato ottimisticamente di rintracciarlo ed identificarlo, ma le mie scarse nozioni di araldica hanno avuto il sopravvento... dovevo immaginarlo. Rassegnato, ho quindi deciso di postare l'immagine del bollo, in maniera tale da coinvolgere nella ricerca i più esperti della materia, me ne vengono in mente due @sandokan e @Corbiniano ma chiaramente sono ben accette le ipotesi di chiunque vorrà cimentarsi. Grazie a tutti e buona ricerca.
    1 punto
  29. Buongiorno, come ben sai, la rarità delle monete non è sempre collegata alla quantità coniata; ma bensì, anche alla richiesta del mercato. Ora devi sapere che le lire del Vaticano non riscuotono molto successo presso i collezionisti, per questo, le limitate coniazioni vaticane rimangono disponibili sul mercato e i cataloghi non fanno altro che prendere atto di questo e classificano queste monete Comuni, anche con tirature di poche migliaia di pezzi. Ci sta da dire, poi che nel passato, al tempo della lira, molte monete venivano immesse in circolazione ed era facile trovarle nel circolante italiano (50, 100, 200 e 500 lire), specialmente le lire di Paolo VI. Anche io ho fatto il Vaticano, sono riuscito a trovare quasi tutto il circolante (dal 1929 al 2001); con spesa moderata si trovano anche i cartoncini delle divisionali di Paolo VI e Giovanni Paolo II°, con le 500 lire argento. Nelle ciotole , poi è facile trovare l'ex circolante in lire di cui ti ho detto. un saluto
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  30. Bulgaria, 5 Leva 1978 Celebrativa del centenario della biblioteca nazionale a Sofia La leggenda dice : HAPOДHA БИБЛИOTEKA / 1878-1978 / КИРИЛ И МЕТОДИЙ = Biblioteca nazionale /1878-1978 / Cirillo e Metodio
    1 punto
  31. No, Spl. E dai, accontentati! ?
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  32. Grecia - 20 Dracme 1978 Busto di Pericle Città del Vaticano - Museo Pio Clementino
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  33. Tollero 1724 ultima asta della Nac.. @ilnumismatico @andy_u
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  34. A mio parare, quello che succede è che spesso si sottovaluta il valore di un progetto come Erasmus, che ai giovani potrà sembrare banale, ma ricordiamoci, che fino a qualche decennio fà, i ragazzi di diverse Nazioni Europee, l' unico punto in cui si incontravano, erano i campi di Battaglia, dove si sparavano a vicenda. Quindi Lunga vita ed Onore al Programma Erasmus, o come ho sentito dire Programma Orgasmus!
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  35. Io dico che Kuenker opera sempre ‘pro domo sua’ .. in questo caso la presunta attribuzione a Nectanebo e’ senz’altro piu’ interessante e viene sostenuta dalla casa d’aste ma temo che l’origine siriana ( o piu’ genericamente Levantina) dell’emissione sia decisamente piu’ veritiera .. e come sempre il collezionista/appassionato e’ preso in mezzo ?
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  36. .....ma loro lo sanno? e centrano l' obiettivo facile facile? A me non scendono giú invece le azioni commerciali e questa è forte,perchè la votiamo noi stessi.Credi che non abbia votato??
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  37. Grecia - 5 Dracme 1978 Raffaello Sanzio ( 1509 ) La Scuola di Atene ( Particolare della rappresentazione di Aristotele ) Roma - Musei Vaticani
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  38. 1978 Olanda - Gettone da 5 cent 30° Anniversario dell'incoronazione di Giuliana d'Olanda
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  39. Repubblica democratica tedesca, 10 mark 1978 Commemorativa del volo spaziale congiunto sovietico-tedesco orientale Nella foto Sigmund Jahn (1937-2019) primo (e unico) tedesco dell'est a volare nello spazio Il 26 agosto 1978 il tenente colonnello Jähn decollò a bordo della Sojuz 31 sovietica insieme al cosmonauta sovietico Valerij Fedorovic Bykovskij verso la stazione spaziale Saljut 6.
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  40. 1978 Polonia - 20 zloty Il programma russo Interkosmos del 1978 inviò nello spazio il primo astronauta polacco (Pierwszy Polak raffigurato sulla moneta), nonchè il primo astronauta cecoslovacco ed il primo astronauta tedesco-orientale della storia. Pierwszy Polak a destra della foto
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  41. 1978 Italia - 10 lire ERRORE DI CONIO Trovata nel 1981 in un rotolino intonso da 500 lire del 1978. La moneta è in assoluto fdc, i segni che si evidenziano in foto sia al dritto che al rovescio sono riconducibili esclusivamente al "trauma" ricevuto sotto la pressa.
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  42. Non so che altro dirle di fronte a tanta ostinazione. La norma è chiara. L’interpretazione che ne fa la giurisprudenza altrettanto. L’italiano non è una opinione. Se vendo per corrispondenza sono obbligato a spedire. Anche se la vendita per corrispondenza fosse solo una modalità alternativa al ritiro in sede (nel momento in cui si offre l’alternativa non si può pensare di scaricare il rischio su chi di quella alternativa ha inteso beneficiare). Se lascio all’acquirente la facoltà di scegliere tra spedizione A, B, o C il rischio resta del venditore purché l’acquirente abbia scelto tra i metodi A, B o C dallo stesso venditore PROPOSTI. Nelle condizioni generali di contratto poi si può scrivere anche che sono tenuto a prendere uno schiaffo dal postino alla consegna ma ciò non significa che sia una clausola giuridicamente valida o vincolante. I paragoni che poi lei porta non li conosco (mi riferisco alle centrali termiche) quindi non saprei che dirle. In ogni caso ribadisco: il discorso che ho fatto sopra è valido finché si parla del rapporto consumatore-professionista.
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  43. Mi dispiace, ma si stanno dando tante informazioni fuorvianti. Mi limiterò all’ipotesi dell’acquirente consumatore. “Art. 63 (Codice del Consumo) Passaggio del rischio 1. Nei contratti che pongono a carico del professionista l'obbligo di provvedere alla spedizione dei beni il rischio della perdita o del danneggiamento dei beni, per causa non imputabile al venditore, si trasferisce al consumatore soltanto nel momento in cui quest'ultimo, o un terzo da lui designato e diverso dal vettore, entra materialmente in possesso dei beni. 2. Tuttavia, il rischio si trasferisce al consumatore già nel momento della consegna del bene al vettore qualora quest'ultimo sia stato scelto dal consumatore e tale scelta non sia stata proposta dal professionista, fatti salvi i diritti del consumatore nei confronti del vettore”. Il professionista che decide di offrire i suoi beni per la vendita anche a distanza (on-line) assume automaticamente l’obbligo di provvedere alla spedizione degli stessi. A meno che ciò non sia espressamente escluso nelle condizioni di vendita (solo ritiro a mano, ma non è l’ipotesi che ci interessa). Il primo comma è chiaro: se il professionista vende a distanza (e assume l’obbligazione di spedire) il rischio di perdita o danneggiamento resta in capo al venditore sino a quando il bene non giunge nella materiale disponibilità dell’acquirente o di un suo incaricato o delegato. Tra acquirente e vettore non si instaura alcun rapporto contrattuale (a dispetto di quanto qualcuno qui sostiene per propria infondata convinzione personale). Se il bene va smarrito, quindi, il venditore dovrà rimborsare l’acquirente e IL VENDITORE dovrà poi vedersela con il vettore. Non è un problema dell’acquirente. Il secondo comma, tuttavia, prosegue prevedendo una eccezione: il rischio passa immediatamente in capo all’acquirente se il vettore è scelto dall’acquirente stesso e NON SIA PROPOSTO DAL VENDITORE. Ma che vuol dire? Significa che se il venditore mi offre la possibilità di scegliere tra spedizione assicurata e spedizione low cost e io scelgo quest’ultima, se il bene va smarrito per colpa del vettore, ancora una volta io (acquirente) avrò il diritto di essere rimborsato dal venditore. La possibilità di scegliere l’opzione low cost, infatti, me la ha offerta il venditore e io, che ho il braccio corto, ne ho approfittato. Diverso è il caso (che ricade nella previsione dal secondo comma) in cui il venditore offra solo metodi di spedizione sicuri, tracciabili e assicurati (e statene certi, non lo fa nell’interesse dell’acquirente ma nel suo perché solo così può evitare di rimetterci se il bene va smarrito e ciò perché sarà a sua volta rimborsato dall’assicurazione di quanto avrà di tasca propria rifuso al compratore). In questo caso, se l’acquirente propone al venditore di far eseguire il ritiro presso la sede di quest’ultimo da un vettore dallo stesso acquirente designato (e il venditore accetta) allora il rischio di smarrimento si trasferisce in capo all’acquirente sin dal momento della consegna del bene al vettore. Come si può intuire, nessuna norma OBBLIGA il venditore a offrire la spedizione assicurata e a rifiutare la spedizione ordinaria. Sono le conseguenze della sua scelta, tuttavia, a obbligarlo. Come si è visto, infatti, se il venditore è così sprovveduto da spedire senza assicurazione il rischio di rimetterci è solo il suo. Se, quindi, non vuole fallire nel giro di poco tempo la scelta non può che essere obbligatoriamente quella di spedire con posta assicurata. E ciò va precisato nelle condizioni generali di vendita. E se il compratore, a questo punto, insiste per un metodo di spedizione diverso, il venditore avrebbe piena ragione di rifiutarsi di spedire (ma ciò è impossibile che accada se si lavora bene: nelle condizioni di vendita, infatti, il venditore prevederà da subito un incremento sul prezzo di acquisto pari al costo della spedizione assicurata). Questo in casa Pay Pal lo sanno, per questo rimborsano l’acquirente senza grosse difficoltà. E aggiungo: se il venditore è italiano e si rifiuta di rimborsare l’acquirente per lo smarrimento del bene durante il trasporto (con vettore offerto dallo stesso venditore) ci sono diversi strumenti semplici ed economici per indurlo a tornare su i suoi passi. Non si faccia terrorismo psicologico. Con venditori esteri il discorso è ovviamente più complicato. Nonostante anche il venditore EUROPEO sia assoggettato alle medesime regole sarà ovviamente più oneroso sostenere un contenzioso con quest’ultimo. E ora una chiosa finale. Quando le proprie competenze non sono tipicamente giuridiche bene si farebbe, quando si offre un parere, a utilizzare quantomeno il condizionale quando ci si esprime (lo fanno anche coloro che quelle competenze le possiedono). Ma si sa, i depositari assoluti della verità sono gli altri. Attendo con ansia smentite giuridiche (che sono pronto ad accettare facendo eventualmente anche ammenda se ho errato). Tutto il resto è piazzetta. Amen. Giuseppe
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  44. Molto interessante @dracma l'articolo proposto . L'argomentazione al punto a) rende più che plausibile la lettura del rovescio come ME T . Per l'inquadramento cronologico, punto b) , CNG propone la similitudine con tipologia Rutter 2204 (Later fifth century) datata però Rutter posteriore (c. 375-c.325) presumibilmente per il passaggio da coppa a kappa nella leggenda : incuriosisce però, sfogliando Rutter, che il 2204, forse per la fotografia del tutto insufficiente, sembri conservare solo tracce delle lettere . L'ipotesi di una alleanza, ricordata solo su un piccolo bronzo e non magari con divisonali più importanti, appare labile : ad esempio, nel suo studio "La monetazione 'd'impero' e 'd'alleanza' di Crotone" , A. Montesanti ricorda per le numerose frazioni d'argento di Crotone con al rovescio emblemi di altre polis, ipotesi di aiuto alla convertibilità monetaria ed al commercio esterno .
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