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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/13/21 in tutte le aree

  1. @ggioggio Dato che ti piacciono, condivido il mio 4 Tornesi 1799.
    4 punti
  2. Complimenti Alberto, la moneta da 4 Tornesi del 1799 è la mia preferita, perché è stata la prima "napoletana" della mia collezione. Da allora ogni tanto ne compro una per fare compagnia alla NUMERO 1. La tua poi è il tipo raro, con la scritta SICL, molto difficile da trovare. Io ne ho acquistato un pezzo in MB e cerco sempre di trovarne una almeno BB ad un prezzo accettabile, ma finora non ci sono riuscito. Del 4 Tornesi 1799 conservo anche le varianti di punteggiatura. Al momento ho le seguenti: FERDINAN. IV SICL. ET HIE REX P. FERDINAN∙ IV SICIL∙ ET∙ HIE REX P. FERDINAN∙ IV SICIL∙ ET HIE REX P. FERDINAN. IV SICIL. ET. HIE. REX P. FERDINAN∙ IV SICIL∙ ET HIE REX P. In più ho la NUMERO 1 che allego in foto.
    4 punti
  3. video interessante per la monetazione del regno d'Italia
    4 punti
  4. Buongiorno, se qualcuno è interessato mi contatti.
    3 punti
  5. Condivido una della ultime new entry, una Piastra di Francesco II. Ne ho viste passare alcune in diversa conservazione (anche se più si va oltre lo SPL reale, e più diventa difficilino trovarle), ma, come sempre, la pazienza premia ed è giunto l’esemplare che ha il plus della patina (per i miei gusti), l’ho trovata “unica”, diversa dal solito. Una patina che ha qualcosa da raccontare alle altre Piastre compagne di vassoio.
    3 punti
  6. Buonasera a tutti, per la mia Napoletana di oggi ho scelto il mio secondo esemplare di 4 Tornesi 1799 Ferdinando IV Gli manca un pelino per essere promosso alla categoria scarrafoni. ? Magliocca 386a Saluti Alberto
    3 punti
  7. 1878 - 9 Gennaio - Incoronazione di Umberto I° La Convenzione della Lega Monetaria Latina del 1875 decise, in seguito ad un ribasso dell'Argento, di limitare l'emissione degli Scudi da L.5 - 900/mille ai soli privati che avessero fornito il quantitativo di Argento necessario. La Tiratura è infatti piuttosto bassa ( 100.000 pezzi di questo millesimo ). Come evidenziato dal Gigante ( pag.110 ) la moneta presenta sul D/ dei rilievi maggiori soprattutto nella zona dei baffi e nella tempia, rispetto al Tipo II° del 1879. Tale conio si usurava molto facilmente soprattutto in queste zone, per cui è molto difficile trovarlo in FDC. Posto un mio Scudo 1878 Anno I° del Regno di Umberto I°, non in grande conservazione, dal quale si può comprendere come l'usura fosse molto maggiore sul Ritratto del Re.
    3 punti
  8. Segnalo l'uscita del n. 116 di Monete Antiche. Questo il sommario: Il linguaggio delle immagini: Eracle (Ercole). (Giovanni Santelli e Alberto Campana) [3-15] Il culto di Cibele a Roma: dati archeologici e numismatici. (Mario Ladich) [16-24] La serie "DOMINO NOSTRO" e "INBICTISSIMO": un aggiornamento. (Alain Gennari) [25-36] La monetazione in rame di Filippo II d'Asburgo nella zecca di Messina (e di una moneta da Due Piccioli mai coniata). (Maurizio Bonanno) [37-43]. ANASTATICA, inserto di letteratura numismatica. Giuseppe Ruotolo, scritti scelti di Numismatica. (a cura di Luca Lombardi) Dionysos nella monetazione antica. (Giuseppe Ruotolo)
    2 punti
  9. Buongiorno a tutti gli amici del forum, per gli appassionati di archeologia vi segnalo questa notizia di pochi giorni fa. Il sarcofago è stato ritrovato nei pressi della fermata di Torre Spaccata (linea C) a Roma, durante lo svolgimento dei lavori per l'installazione della fibra ottica. L'iscrizione recita "Sacro agli Dei Mani. A Gaio Giulio Longino Giuliano originario di Hierapoli in Asia Minore, Gavia Manlia la madre fece". https://www.casilinanews.it/163340/attualita/torre-spaccata-sarcofago-fibra-ottica.html https://www.ilmessaggero.it/fotogallery/roma/roma_scoperta_sarcofago_torre_spaccata_centocelle-5795010.html Sapete qual è la cosa bella? Abito proprio lì vicino. Oggi sono andato a curiosare e c'erano degli archeologi che stavano facendo dei rilievi fotografici. Lo scavo è aumentato in termini di dimensione e ora si notano alcuni resti della struttura tombale. Sinceramente volevo fare qualche domanda di curiosità, ma alla fine ho lasciato perdere visto che mi sembrava brutto disturbarli durante il loro lavoro. Vi terrò aggiornati.
    2 punti
  10. Come quelle del 38 con la M, ma qua la M è capovolta Rovescio
    2 punti
  11. 1978 Banca d'Italia - 100.000 lire Baffi/Stevani del 20 giugno 1978 Galleria degli Uffizi (Firenze) - La primavera di Botticelli Delle tre grazie del Botticelli: (da destra) Aglaia lo splendore, Eufrosine la gioia e Talia la prosperità >>> >> è stata utilizzata per il 1.000 lire del '47 l'immagine di Talia (la prosperità), quest'ultima fu rovesciata per fare in modo che rivolgesse lo sguardo verso il centro del biglietto (una mia banconota) e Aglaia (lo splendore) per il 100.000 lire presentato.
    2 punti
  12. Sembrerebbe un denaro di Corrado di Svevia coniato a Brindisi.
    2 punti
  13. Buongiorno. In realtà non c'è molto altro da aggiungere rispetto alle informazioni che tu stesso sei riuscito a reperire qui sul forum. Il tuo esemplare, purtroppo, è una riproduzione (come credo avessi già intuito). La moneta originale è in oro 900 millesimi e pesa 6,45 grammi. Rappresenta la prima tipologia di marengo mai coniata e per questo riveste una certa rilevanza storico-numismatica. Fu coniata all'indomani della vittoria di Marengo dalla Repubblica Subalpina, presso la zecca di Torino. Non si tratta, dunque, di una moneta propriamente francese ma di una moneta italiana (pre-unitaria) a tutti gli effetti. Ciononostante, bisogna anche riconoscere che la Repubblica Subalpina era uno stato fantoccio creato dalla Francia. Per questo, posso capire la confusione nel definirla una "francesina" Detto ciò, se hai interesse ad approfondire ulteriormente la Storia che si nasconde dietro a questa moneta, ti consiglio di dare una lettura a questa discussione:
    2 punti
  14. Sono orgoglioso di esser testimone del bel lavoro che fanno questi signori con il Gazzettino? @dabbene @El Chupacabra @ecc ecc (@non so chi altro).... Riccardo
    2 punti
  15. Ciao, bella moneta! Credo però che la classificazione non sia esatta. Penso, infatti, che si tratti di questo denario, il RIC IV 57: Online Coins of the Roman Empire: RIC IV Geta 57 (numismatics.org) Quanto ai VOTA, le monete dei voti nascono nell’alto impero per augurare all’imperatore un certo numero di anni felici di regno. Al compimento degli anni, i voti potevano essere sciolti (soluta e similari), ma anche rinnovati (suscepta e similari) un numero ripetuto di volte, il che veniva ricordato con varie sigle sulle monete. In alcuni casi (vedi i primi tre esempi sotto) in numero di anni non era specificato. Le legende in cui più comunemente troviamo menzionanti i voti sono: VOTA PVBLICA VOTA SVSCEPTA VOTA SOLVTA VOTA V - Vota quinquennalia VOTA X - Vota decennalia VOT X ET XX - Votis decennalibus (solutis) et vigennalibus (susceptis) VOT XV MVLT XXX – Votis quindecennalibus (solutis) multis trigesimalibus (susceptis) VOT XX- Votis vigennalibus VOT XX AVGG – Votis vigennalibus augustorum VOT XX CES (?) - VOT XX SIC XXX – Votis vigennalibus feliciter solutis sic trigesimalia solventur SIC XX SIC XXX - Votis vigennalibus feliciter solutis sic trigesimalia solventur VOTIS MVLTIS – Votis multis (susceptis solutisque) MULTIS XX- Multis vigennalibus … Nello specifico dei VOTA PVBLICA, questi venivano dichiarati pubblicamente in varie occasioni per augurare prosperità e salute al sovrano (qui Geta e' ancora Cesare) e, di conseguenza, all'impero. Nell'alto impero, i Vota possono costituire una base per calcolare l’epoca delle monete. Ciò non vale, invece, nel tardo impero in cui spesso i voti celebrati erano assai maggiori degli anni di regno. Si trattava, infatti, spesso di un augurio simbolico per il sovrano di molti e felici anni di regno (un po' come noi, nei compleanni, auguriamo "cento di questi giorni"). Buona notte da Stilicho
    2 punti
  16. @ilnumismatico Ricordo bene quel Tallero di Gian Gastone. Magnifica moneta acquistata da un commerciante che la ripropose sul suo banco ai convegni per i mesi successivi. Ho salvato la foto e la posto di sotto ad alta risoluzione! Forse la patina un po' aiutata (come penso spesso di quelle eccessivamente "arcobaleno"). Per me rappresenta la "decadenza del barocco". Il granduca fu un personaggio equivoco, di difficile definizione. Intelligente e colto, depresso, pingue-alcolista, liberale, dedito a festini equivoci, timoroso delle folle. Con lui si estinse la dinastia de' Medici, e lasciò la Toscana in eredità agli Asburgo-Lorena.
    2 punti
  17. Ti do un consiglio le serie in cartoncino,tienile in un luogo più che asciutto, altrimenti le monete in italma ti si ossidano a causa del cartoncino,se non sei sicuro toglile dal cartoncino e mettile in un album avvolte in bustine senza plastificante,e conserva il cartoncino a parte ,cocordo con te è una bella monetazione,saluti Aldo.
    1 punto
  18. Uno solo?..... Mamma mia,a quel prezzo questa moneta? ?
    1 punto
  19. Io purtroppo non ne ho tante, qualche data per nominale, aspetto che si arrivi alle due date che ho per il Tornese e mezzo ? Ed è sempre un piacere partecipare a questa interessantissima discussione. Saluti Alberto
    1 punto
  20. Comunque di monete con cifre della data ribattute ne ho ancora altre che posterò man mano che la discussione procederà. Spero di vedere anche qualche altra condivisione. I collezionisti di monete napoletane sono molti, ma a partecipare ed a postare foto purtroppo siamo in pochi.
    1 punto
  21. Ti rispondo io... si, è la nuova pubblicazione del Cudazzo
    1 punto
  22. Affascinante dissertazione su questa monetazione poco conosciuta in Italia, spero proseguirai anche con i tagli "minori"...?
    1 punto
  23. Per me questa sarebbe una buona soluzione, ma solo se si ha un numero relativamente piccolo di monete, perché le necessità di spazio si raddoppiano. Io comunque le tengo da molti anni sopra i miei cartellini e non ho riscontrato problemi di alcun genere.
    1 punto
  24. Per quanto specificamente attiene a questa serie, le ipotesi di datazione sono le seguenti: ‒ Marchi e Tessieri (1839) prima del 673, regno di Numa Pompilio; ‒ Eckhel (1792) prima del 539, regno di Servio Tullio; ‒ Mommsen (1860) 450, dopo i decemviri; ‒ Corradi (2003) 423; ‒ Lenormant (1844) dopo il 390; ‒ Samwer e Bahrfeldt (1883) prima del 350; ‒ Milne (1942) dopo il 289 o (1946) dopo il 350; ‒ Willers dal 343 al 340; ‒ Forzoni (1995) prima del 338, battaglia di Anzio; ‒ Hill, Cesano, Breglia, Alteri, Panvini Rosati dopo il 338, battaglia di Anzio; ‒ Babelon, Soutzo e Grueber dal 338 al 269; ‒ Haeberlin dal 335 al 286; ‒ Millingen dal 334; ‒ Sear (1926) dal 311; ‒ Mattingly (1928) intorno al 300 oppure (1945) nel 235; ‒ Giesecke (1922) dal 312 o (1928) nel 290 o infine (1934) dal 280 al 275, durante la guerra con Pirro; ‒ Mattingly (1929), Thomsen, Zehnacker e Coarelli (2013) dopo il 260, battaglia di Mylae; ‒ Pedroni (1996) nel 258; ‒ Ritter nel 241, con la distruzione di Falerii, in associazione col quadrigato; ‒ Thurlow e Vecchi (1979) dal 240; ‒ Crawford (1974 e 1985) dal 225; ‒ Sear (1952) dal 222 al 205. Pedroni data questa emissione al 258, quando era censore C. Duilio, e ritiene che commemori il primo trionfo navale da lui stesso conseguito nel 260, dopo la vittoria di Mylae: tipi innovativi per un evento unico. Giano richiama il tempio che egli fece erigere nel Foro Olitorio. Sappiamo peraltro dal suo elogio funebre (inciso sulla sua colonna rostrata) che “praedad popolom (donavet)”, verosimilmente quindi proprio con questi bronzi; si trattava probabilmente della restituzione del tributum, che durante la Prima Guerra Punica era stato particolarmente oneroso. Coarelli concorda ma rialza la datazione al 260/259, ritenendo che l’elargizione sia stata promessa durante il trionfo e l’emisisone debba essere successiva all’esposizione della preda (durante il trionfo, 260) ma precedente all’elargizione (258). Alteri invece (Rei Publicae Romanae moneta) ritiene che questa sia la prima emissione di aes grave e concorda con la datazione tradizionale al 338-335; ne spiega il paso calante rispetto ad altre emissioni ritenendo che la libbra cosiddetta osco-latina (272,87 g) sia stato in realtà lo standard ponderale introdotto dai Focesi in Campania, in quanto tale precedente la sedimentazione di un sistema propriamente italico
    1 punto
  25. Grazie gentilissimo, in realtà non ci fermiamo mai anche in questo momento, il Gazzettino 8 che verrà ha già 10 articoli e stiamo lavorando su questo, altri due sono in arrivo, ma penso che ci sarà ulteriore spazio per un altro maxi numero a colori cartonato cone e’ stato il numero 7 con tante, tante voci ...e tenendo conto dei due Speciali fatti del Catalogo Ambrosiana e quello sugli atti del convegno sulla zecca di Milano, saremo a 10 prodotti anche in cartaceo fatti in autoproduzione senza lucro e in totale volontariato ...
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  26. Se sono continui, evidentemente dipende dal fatto che non passa giorno che si verifichino. Poi se una persona saluta da un’altra parte mentre qui, in prima battuta, si pone in modo diametralmente opposto, ne è a conoscenza solo chi ha visionato l’intero forum. Quindi lecito l'intervento di Paniere che si è basato sull'apertura della discussione. Sul resto concordo. Ossequi.
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  27. Sono stupendi.... Hanno delle patine a gusto mio favolose!
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  28. E non vorresti saperne di più? petronius
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  29. Inutile proseguire.
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  30. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME51P/2 la medaglia è ora in scheda
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  31. @Saturno ti ha risposto in modo perfetto e puntuale, Mi permetto di sintetizzare il concetto: "ci sono molte più monete che COLLEZIONISTI" Saluti TIBERIVS
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  32. Buongiorno amici... restando sempre sul nominale più piccolo, ecco un'altra rarità per questa monetazione, 1 grano 1814 HEIR anzichè HIER. Questo si trova solitamente sempre mal concio e anche l'esemplare che ho io in collezione lo è. FERDIII.P.F.A . SIC. ET HEIR. REX. 1814 V.B. e sotto il valore G.1. in caratteri normali posto il mio esemplare e un esemplare che è stato venduto di recente a più di 1400 eurini, è il miglior HEIR che almeno io abbia mai visto. Saluti.
    1 punto
  33. le valutazioni/stime di questo forum non sono gratuite come potrebbe sembrare. Si pagano in anticipo in banconote di buongiorni e ringraziamenti e in generale con assegni di buona educazione
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  34. NOn dirlo a me: ogni volta che vado a S.Pietro ci vado a piedi, e sono 7km in tutto, la metà del ritorno in salita (è un anno che non salgo sui mezzi pubblici, di superficie o sotteranei che siano) In ogni caso, dalla metro a p.za Verdi è tutto in piano, quinid è anche una passeggiata non faticosa (altrettanto non si può dire della qualità dell'aria, visto il traffico su V.leRegina Margherita...)
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  35. Proseguiamo oggi con la descrizione di una delle monete più iconiche del periodo napoleonico, caratterizzata da una storia molto suggestiva. La moneta in questione è il 50 stuiver del 1807 (nella sua versione approvata). Dopo che la prova venne respinta, George si diede molto da fare per creare un qualcosa che potesse incontrare i gusti della commissione giudicante. E ci riuscì, creando una moneta sicuramente meno elaborata rispetto alla precedente ma, nella sua semplicità e sobrietà, estremamente elegante. Al dritto troviamo il busto del re rivolto verso destra, circondato dalla legenda NAP. LODEW. I. KON. VAN. HOLL. Sul taglio del collo possiamo notare la firma dell'incisore (GEORGE F.). Al rovescio, a mio avviso, c'è ben poco da dire. È il classico disegno già visto più e più volte. Onestamente, mi sembrerebbe di offendere la vostra intelligenza nel ripetere per l'ennesima volta sempre gli stessi concetti... L'unica nota interessante riguarda la legenda circolare, per cui esistono due varianti: una (R2) in cui abbiamo KONINGRIJK HOLLAND; l'altra (R4) in cui, invece, troviamo scritto KONING RIK VAN HOLLAND. Una piccola sottigliezza, se vogliamo, che, però, fa una grande differenza in termini di rarità e prezzo. Per concludere, il taglio è caratterizzato da un susseguirsi di righe oblique. L'esemplare riportato qui di seguito è stato battuto nell'ultima asta Bolaffi per 6.000 euro più diritti. A questo punto, molto probabilmente, vi domanderete perché mai una moneta del genere sia così iconica e ricercata dai collezionisti del periodo napoleonico. Sì, è bella ma, in fin dei conti, non presenta nulla di così particolare e distintivo rispetto alle altre... Ebbene, il fascino di questa moneta risiede tutto nella storia che porta dietro di sé. La coniazione avvenne verso la fine del 1807 e si riuscì a battere solamente 300 esemplari. Questi, anziché essere immessi normalmente in circolazione, furono tenuti da parte, conservati per un'occasione speciale. Ecco allora che, durante lo sfarzoso ballo organizzato l'1 gennaio 1808 nel palazzo reale di Utrecht per festeggiare il capodanno, il sovrano fece una sorpresa a tutti gli invitati: rese omaggio alle trecento dame di corte, donando personalmente a ciascuna di loro un esemplare di questa moneta. Un gesto sicuramente di grande galanteria, il cui ricordo, a mio avviso, rende ancor più emozionante tenere tra le mani uno di questi esemplari. Oltre a ciò, si tratta anche della prima moneta (non prova o progetto) effettivamente coniata con l'effige del sovrano. Come ricorderete, infatti, nei primi due anni di regno Luigi preferì proseguire nel solco della monetazione precedente (quella della Repubblica Batava, per intenderci). Per tutte queste ragioni, il 50 stuiver 1807 è diventata una delle monete più apprezzate e iconiche di questo sovrano. Bene. Anche per oggi è tutto. Come sempre, se avete domande, curiosità, commenti, integrazioni, ecc. non esitate a intervenire. Ovviamente, il mio non vuole essere un monologo ma un viaggio esplorativo nei meandri di una monetazione poco conosciuta (almeno qui in Italia). La speranza principale che ho è quella di riuscire a farvi apprezzare un minimo monete così lontane da noi e di cui raramente si sente parlare. Spero di riuscire in quest'ardua impresa, anche solo in minima parte...
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  36. Eccoci ritrovati dopo un po' di attesa a parlare nuovamente di Luigi Bonaparte e, in particolare, delle sue monete. Quest'oggi apriremo il capitolo riguardante gli stuivers, cominciando dalla cosiddetta serie “delle insegne”, così chiamata per via del caratteristico rovescio. Prima d'iniziare, però, vorrei rimarcare un concetto già espresso in precedenza. Per cercare di orientarvi quantomeno indicativamente nell'intricato mondo della monetazione olandese degli inizi del XIX secolo, dovete tenere presente la seguente equazione: 1 rijksdaalder = 2,5 gulden = 50 stuiver. E, perciò: 1 gulden = 20 stuiver. Già così la trattazione che seguirà (non solo oggi ma anche prossimamente) dovrebbe risultarvi più chiara. Conclusa la premessa, vediamo ora in cosa consiste questa serie delle insegne. Ebbene, si tratta di tre monete di prova con taglio da 50, 20 e 10 stuiver. Il conio, anche in questo caso, è opera di Joan George Holtzhey (per gli amici semplicemente George). Questo progetto fu eseguito nel 1807 ma non ebbe grande fortuna in quanto venne, purtroppo, bocciato dalla commissione giudicante. Vennero, pertanto, creati solo una manciata di esemplari e, per questa ragione, si tratta di monete estremamente rare e ricercate. Secondo la scala olandese, corrispondono a degli R4, ovverosia il massimo grado possibile. Passiamo ora alla descrizione tecnica. Al dritto troviamo il ritratto del sovrano rivolto verso destra. La legenda circolare, un po' diversa da quella a cui ci eravamo ormai abituati, riporta: LODEWYK DE EERSTE KONING VAN HOLL. traducibile in: Luigi I Re d'Olanda. Da notare la peculiarità dei caratteri più piccoli in corrispondenza delle preposizioni “DE” e “VAN”. Il rovescio, invece, presenta il classico scudo coronato diviso in quattro quadranti. Possiamo, però, già riscontrare una piccola differenza a livello dell'esecuzione dell'aquila, a mio avviso più stilizzata e rigida rispetto al solito. Ma, d'altronde, siamo nel 1807 e lo stile non può ancora considerarsi completamente affinato. Ciononostante, credo si possa apprezzare pienamente il grande sforzo tecnico compiuto da George nella cura del dettaglio e nel creare un qualcosa di elaborato ed elegante. Molti collezionisti e studiosi considerano questa serie come la sua opera migliore. Per questo posso immaginare la delusione provata nel momento in cui la commissione respinse questa prova. Ad arricchire il rovescio troviamo, incrociati tra loro, lo scettro e la mano della giustizia, simboli del potere regale francese fin dai tempi di Carlo Magno. Sotto la data, campeggia un'elegante ghirlanda floreale festonata che suggella la decorazione. Ai lati dello scudo abbiamo l'indicazione del valore nominale, mentre nel taglio troviamo inciso in latino: "SIT NOMEN DOMINI BENEDICTVM" (Benedetto sia il nome del Signore). Purtroppo, ho la possibilità di mostrarvi solo l'esemplare di taglio massimo, in quanto degli altri due non risultano passaggi d'asta nell'arco degli ultimi anni. Posso, comunque, assicurarvi che sia il 20 che il 10 stuiver sono pressoché identici, fatto salvo per peso e diametro ovviamente. L'esemplare qui di seguito è stato aggiudicato nel gennaio 2019 presso Heritage Auctions per la bellezza di 32.000 euro più diritti. Di questa serie di prova esistono anche esemplari con nessuna incisione nel taglio (che, di conseguenza, si presenta liscio) ed esemplari in bronzo (anziché argento) su cui non è inserita l'ultima cifra della data. Particolarmente interessante, però, è a mio modesto avviso l'esemplare (a quanto pare unico nel suo genere) che riporta la legenda circolare al dritto in latino anziché in olandese. Difatti, troveremo: LVDOVICVS PRIM. REX HOLLANDIAE ETC. Questo unicum (in stagno) è stato battuto nell'asta Schulman del lontano 12 marzo 1930 ed è tuttora conservato nella collezione della Banca nazionale d'Olanda. Detto ciò, anche per oggi abbiamo concluso. Mi auguro, come sempre, che sia stato di vostro interesse. Buona serata e alla prossima!
    1 punto
  37. Innanzitutto meno male che non si è sbarazzato di questa bellissima moneta! La discarica coi suoi 200 anni e tutta la Storia che ha proprio non la merita.? Possiedo anch'io un esemplare lanatissimo di questa moneta e le posso assicurare che è una delle tipologie di monete del periodo che si fatica di più a trovare in una stato di conservazione superiore al BB. Basti pensare che si può acquistare a pochissimo in questo stato di conservazione con un po' di fortuna ma già per un BB la quotazione supera i 100€ per non parlare di SPL e FDC. La realtà è che probabilmente questa moneta circolò davvero per parecchio tempo. D'altronde il contingente coniato fu di 5'000'000 di pezzi e nonostante fosse stata ritirata ufficialmente (anche se devo verificare se esistono notificazioni d'epoca che lo dimostrano) ha sicuramente continuato a circolare a lungo. La verità è che la gente povera non stava troppo a guardare alla politica e i soldi erano soldi, se coniati dal duca di Savoia o da un "illegittimo" governo giacobino importava molto poco a chi con due soldi ci mangiava e questo era l'importante... Per quanto riguarda Milano posso dire per certo che le monete napoleoniche circolarono abbondantemente per molto tempo e la cosa fu tollerata nonché incentivata dallo stesso governo austriaco che coniò nel 1814/5 ingenti quantità di pezzi di piccolo taglio da 5 e 10 soldi usando i coni del Regno d'Italia napoleonico tranquillamente. Solo a partire dal 1822 nel Regno Lombardo Veneto gli spiccioli di Napoleone furono sostituiti da una monetazione del nuovo stato che nel 1822 ebbe un'impennata della tiratura proprio per costituire una solida base di nuovo circolante da pochi spiccioli. Pertanto immagino la situazione sia stata similare per il Piemonte dove sicuramente queste monete hanno continuato a circolare a mio avviso fino all'Unità; il pezzo da 20 soldi era stato svalutato a 10 centesimi quindi probabilmente questi 2 soldi valevano un centesimo. Complice il materiale un bronzo probabilmente molto morbido, queste monete furono coniate col bronzo delle campane requisite alle chiese e dei cannoni dell'Arsenale regio di Torino, si sono verosimilmente consumate fino a questo punto in una sessantina d'anni di intensa circolazione. P.S Non ho trovato nulla su un eventuale ritiro dei pezzi da 2 soldi tuttavia condivido con voi e con @giuseppe ballauri, che si occupa di monete sabaude, questo interessante elenco delle monete circolanti nel Regno di Sardegna annesso alla Gazzetta piemontese del 1826 insieme alla notificazione di ritiro dei pezzi da 7.6 soldi in quel medesimo anno. https://books.google.it/books?id=hPQvAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=Gazzetta+1826&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiUkZHv2qzrAhWEQhUIHXXUBR0Q6AEwAHoECAMQAg#v=onepage&q=monete&f=false
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  38. Salve La discussione è sicuramente interessante e anche io mi sono sempre chiesto se l'usura possa essere approfondita per esempio per datare quanto una moneta è stata in circolazione. Tuttavia l'argomento è sicuramente molto vasto e sfora facilmente nel campo delle pure ipotesi. Seguirò comunque la sua discussione con interesse perchè ritengo abbia comunque il potenziale di diventare una buona discussione sull'argomento. L'usura è un fenomeno causato principalmente dalla circolazione ma quello che mi sono sempre chiesto è se è possibile a parità di materiale e tipologia di moneta ricostruire molto approssimativamente il periodo di circolazione della stessa. Questo dovrebbe essere facilitato dai dati che abbiamo a riguardo per esempio l'anno di conio e in casi fortunati l'anno di fine del corso legale o del ritiro dalla circolazione. Inoltre è facile immaginare che un FDC non abbia circolato proprio e un SPL molto poco (probabilmente meno di un anno). Ma la stessa moneta dopo quanto considerando la sola usura da circolazione perviene a un BB? E dopo quanto ad un MB o un B? Ad esempio si trovano spesso nelle ciotole dei mercatini dei penny di grosso modulo del Regno Unito di periodo vittoriano assolutamente usuratissimi praticamente totalmente lanati in ogni dettaglio...quanti anni di circolazione producono una situazione del genere? Dunque considerando che sono spesso penny degli anni '60/'70 del XIX secolo e sono rimasti in circolazione fino al Decimal Day del 1971 un tale stato di conservazione lo hanno raggiunto in praticamente un secolo di circolazione probabilmente... esempio di penny che verosimilmente hanno circolato per circa un secolo. Ovviamente tutto questo pourparler ma visto che ha aperto questa discussione sull'argomento mi sembra coerente questo spunto di riflessione. Per esempio sempre per ricostruire la storia della sua moneta quanti anni di circolazione possiamo ipotizzare? Questi tipi da 20 lire elmetto hanno avuto sicuramente una circolazione e questo esemplare lo attesta in quanto non è solo in bassa conservazione ma presenta la classica usura da circolazione. Tuttavia il periodo di circolazione qui è molto più difficile da immaginare... fondamentalmente si è nel solo campo delle ipotesi ma visto che tutta la discussione veleggia un po' su queste acque direi che si può provare ad abbozzare un paio di punti. La data di conio è sicuramente certa (1928) e tutte le monete del Regno d'Italia (almeno quelle della serie "Impero") terminarono il loro corso legale nel 1947 (https://books.google.it/books?id=3rfvNJdNJhgC&pg=PA12&dq=monete+Gazzetta+1947&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjKiPa1p6TrAhUKHHcKHQhpDboQ6AEwAHoECAQQAQ#v=onepage&q=monete Gazzetta 1947&f=false) Pertanto sicuramente siamo in un periodo compreso in questi 19 anni. Periodo che possiamo restringere sicuramente in quanto nel 1940 la tendenza era a far sparire dalla circolazione monete in nichelio ma anche d'argento per sostituirle con ingenti emissioni di biglietti cartacei (https://books.google.it/books?id=FcYvAAAAYAAJ&pg=RA1-PA26&dq=corso+legale+monete+argento+Gazzetta+1940&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjZ-PSDqqTrAhXsAxAIHaskCjUQ6AEwAXoECAEQAQ#v=onepage&q=corso legale monete argento Gazzetta 1940&f=false) Inoltre è facile immaginare che con la guerra una moneta di simile modulo e d'argento sia stata tesorizzata senza contare che l'inflazione iniziava a galoppare davvero parecchio nei primi anni 40 quindi tra valore nominale ed intrinseco non c'era più identità. Quindi diciamo che probabilmente la vita in circolazione di questa moneta è stata soprattutto nella fine degli anni '20 primi anni '30. Era un'emissione squisitamente commemorativa tuttavia come ci mostra l'usura ha sicuramente circolato. Quanto esattamente non si può dirlo ma per me siamo nell'ordine di una decina di anni. Bisogna anche considerare che l'argento è un metallo molto morbido è molto facile da scalfire e si usura facilmente.
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  39. ΒΑΣΙΛΕΙΟΝ ΤΗΣ ΕΛΛΑΔΟΣ Si torna dunque all'antico per battere l'inflazione, a quei Biglietti di Stato del Regno di Grecia che avevamo visto all'inizio della discussione. Naturalmente nuovi sono i disegni, tra i quali vanno segnalati la fenice, il mitologico uccello che risorge dalle proprie ceneri sul biglietto da 1 dracma, e un angelo, simbolo di speranza, su quello da 20 dracme, che ha al fronte un ritratto di Zeus ancora una volta tratto da un'antica moneta. Il 9 novembre 1944 vengono emessi biglietti da 1 dracma... da 10 dracme... e da 20 dracme...
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  40. A luglio è la volta delle banconote da 5 e 10 milioni di dracme. L'interesse del biglietto da 5.000.000 del 20 luglio 1944, per il resto piuttosto anonimo, sta tutto nella moneta riprodotta al fronte, la bellissima e famosissima decadracma siracusana col ritratto della ninfa Arethusa. petronius :)
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  41. Siamo ormai nella primavera del 1944, e per reperire il denaro necessario agli approvvigionamenti dalla Turchia, Faralli si appella all'art. 24 della Convenzione di Ginevra, in base al quale i prigionieri di guerra e i lavoratori all'estero (in Germania) potevano trasferire gli assegni di prigionia o di retribuzione ai familiari in patria (in questo caso nelle isole del Dodecaneso); assegni che sarebbero stati poi trasformati in valuta corrente tramite la Croce Rossa Internazionale. Ma non si approda a nulla, anche perché quel tipo di rimesse era stato congelato dai tedeschi, nonostante l'accordo firmato in tal senso tra il Reich e la Repubblica di Salò il 30 gennaio 1944. Un pò di respiro alle esauste casse del Governo delle Isole, era stato in precedenza dato dagli assegni a taglio fisso usati come cartamoneta. A Rodi operavano tre banche italiane, la Banca d'Italia, il Banco di Roma e il Banco di Sicilia. Un bando emesso da Vittorio Emanuele III il 21 settembre 1943, parificava gli assegni a taglio fisso alla cartamoneta. Venuto a conoscenza del bando, il Faralli, in data 14 ottobre 1943, emetteva questo decreto: "Parificazione di vaglia e assegni a biglietti di banca SI DECRETA Da oggi, e sino a quando non sarà diversamente disposto, i vaglia e gli assegni delle filiali di Rodi della Banca d'Italia, del Banco di Sicilia e del Banco di Roma, all'ordine del Governo e del Direttore della filiale di Rodi della Banca d'Italia e girati in bianco sono parificati a tutti gli effetti, compresi quelli penali, ai biglietti di Banca e come tali devono essere accettati da chiunque senza necessità di ulteriori girate. Ogni disposizione diversa o contraria o comunque limitativa resterà sospesa sino a quando il presente Decreto non sarà revocato." Iniziano così a circolare assegni circolari delle tre banche in questione (in foto, dal web, uno da 100 lire del Banco di Roma) nei tagli da 50 lire a salire, ma si capisce presto che si tratta solo di una soluzione tampone. Prima di tutto, perchè le scorte di assegni circolari finiscono presto, e mentre la Banca d'Italia e il Banco di Sicilia utilizzano, impropriamente, assegni bancari, il Banco di Roma emette assegni circolari della filiale di Frascati :blink: giunti fin lì non si sa come, sovrastampandoli con un timbro di Rodi. In secondo luogo, ma più importante, perchè tali assegni, pur essendo ben accetti dai militari, non lo sono altrettanto dalla popolazione civile, e men che mai dai turchi, dai quali si dipendeva per gli approvvigionamenti alimentari. Dopo l'ennesimo, fallito tentativo di ottenere viveri e denaro liquido dal Ministro degli Esteri della RSI, che nemmeno risponde alle richieste <_< il Faralli, nonostante il parere contrario del Direttore della Banca d'Italia di Rodi, ha la bella pensata di emettere una cartamoneta a nome del Governo delle Isole :good: petronius :)
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  42. Le emissioni del 1943 si chiudono il 12 agosto con una banconota da 25.000 dracme, ancora una volta, come l'anno precedente con le 10.000, un taglio di alto valore mai emesso prima...ma siamo appena agli inizi <_< Ancora una volta però, per la gioia di noi collezionisti, una bella banconota, con la ninfa Deidamia al fronte, e le rovine del Tempio di Zeus a Olimpia al retro...forse simbolo e presagio della rovina del paese :( petronius oo)
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  43. Il discorso sulle emissioni per le Isole Ionie non sarebbe però completo se non si parlasse anche di alcuni biglietti sovrastampati dai partigiani. Le formazioni partigiane che operavano nelle isole erano capeggiate da un Arkigos (capo militare) di nome Vassilli Rapotikas, che per pagare le sue truppe non trovò di meglio che utilizzare i biglietti italiani a corso legale, sovrastampandoli sul lato sinistro del fronte con un timbro rotondo blu con la corona reale greca e la scritta “Vassilios Rapotika Sapkgos”, e con la sua firma autografa. Questi biglietti, almeno da noi, restarono sconosciuti fino al 1963, quando un collezionista italiano acquistò da un numismatico di Atene cinque serie nuove composte dai tagli più alti, 500, 1.000 e 5.000, senza però sapere di cosa si trattasse. Soltanto negli anni '70, a seguito delle ricerche dei numismatici greci, si è potuta conoscere la loro storia. A quanto se ne sa, le cinque serie trovate nel lontano 1963 sono rimaste le uniche (15 biglietti in tutto). Va da se che si tratta di esemplari della massima rarità, e che dunque quello da 500 dracme nella foto NON fa parte della mia collezione :P come invece quelli precedenti. Da segnalare infine alcuni falsi, banconote autentiche alle quali è stato aggiunto successivamente un timbro, ma senza la firma di Rapotikas. petronius oo)
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  44. La carrellata dei Biglietti a corso legale per le Isole Ionie si conclude con il taglio più alto, 5.000 dracme. Il fronte è uguale alle 500 e alle 1.000, mentre il retro è un pò più variato, con l'approdo di una antica nave greca al centro e figure mitologiche nel contorno. petronius :)
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  45. I Biglietti a corso legale entrano in circolazione alla fine di aprile 1942, parallelamente al ritiro di banconote della Banca di Grecia, moneta metallica e buoni della Cassa Mediterranea. A curarne l'emissione è una Cassa Speciale per le Isole Ionie, fantomatica tanto quanto la Cassa Mediterranea di Credito per la Grecia. Però, a differenza dei buoni di quest'ultima, i Biglietti a corso legale per le Isole Ionie non fanno troppi danni, in quanto sempre emessi contro cambio di altra moneta già circolante, al controvalore di 8 dracme per 1 lira, come già i buoni della Cassa Mediterranea. Al 12 agosto 1942, la Cassa Speciale per le Isole Ionie aveva immesso in circolazione biglietti per un importo complessivo di 1.326.211.176 dracme, contro il ritiro di 812.936.721 dracme in banconote della Banca di Grecia e monete metalliche, e 513.274.455 dracme in buoni della Cassa Mediterranea. Il biglietto da 10 dracme, che vedete in allegato, è identico, tranne che per il colore, a quello da 5 dracme. Sono anche gli unici di cui si sa con certezza chi sia il personaggio raffigurato, il già citato Alessandro Magno. A partire dal taglio da 50 dracme, l'identità dell'antico personaggio ritratto (che sia antico non ci piove :rolleyes:) appare controversa. petronius oo)
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  46. Biglietti a corso legale per le Isole Ionie Il 1942 è anche l'anno di emissione di una seconda serie d'occupazione italiana, quella dei Biglietti a corso legale per le Isole Ionie. Le Isole Ionie (Cefalonia, Cerigo, Corfù, Itaca, Leucasa, Paxo, Zante) vengono occupate nella primavera del 1941, e Mussolini vuole a tutti costi emettere una moneta specifica; il Duce dà al controllo della circolazione monetaria un'importanza non tanto finanziaria, quanto politica, perchè essa avrebbe permesso di rinsaldare quei vincoli che le isole avevano intrattenuto per secoli prima con Venezia, poi con l'Italia. Le autorità italiane avrebbero voluto istituire la dracma ionica fin dal giugno 1941, ma solo l'intervento personale di Mussolini presso Hitler permette, nella primavera del 1942, la realizzazione del progetto. Per convincere i tedeschi viene prospettata loro una circolazione limitata ai soli tagli bassi, simile a quella esistente in Italia per i Biglietti di Stato emessi dal Tesoro. Per questo motivo i biglietti vengono firmati dal funzionario del Tesoro, Sansoni. Dei tagli bassi, il primo è quello da 1 dracma. petronius :)
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  47. ΤΡΑΠΕΖΑ ΤΗΣ ΕΛΛΑΔΟΣ - 1941 L'unico modo che la Banca di Grecia (ΤΡΑΠΕΖΑ ΤΗΣ ΕΛΛΑΔΟΣ) poteva adottare per pagare gli esosi rimborsi richiesti dagli occupanti, era quello di stampare cartamoneta. Incomincia il 10 luglio luglio 1941, con un nuovo taglio da 100 dracme che mostra al retro la bella chiesa di Kapnikarea una delle più antiche di Atene. Va precisato che, nel conto dei rimborsi, i tedeschi includono anche le spese per i lavori per opere di difesa, strade, porti, aeroporti, caserme e, pur avendo truppe che numericamente sono circa la metà delle nostre, pretendono i 3/4 dell'indennità. Dall'agosto 1941 all'ottobre 1942, i loro rimborsi ammonteranno a 118 miliardi di dracme, contro i 38 miliardi richiesti dagli italiani. petronius oo)
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  48. La doppia circolazione, però, funziona poco e male. La mancanza di un controllo unificato rende problematica l'amministrazione finanziaria e così dopo poco più di un mese dalla messa in circolazione dei buoni della Cassa, ai primi di agosto italiani e tedeschi si ritrovano di nuovo intorno a un tavolo per risolvere la questione. Il 5 agosto raggiungono un accordo che prevede la cessazione dell'immissione in circolazione dei buoni di occupazione, che dovranno essere sostituiti da dracme fornite dalla Banca di Grecia in ragione di un miliardo e mezzo al mese per ogni occupante. Stabiliscono anche che i buoni circolanti fino a quel momento debbano essere rimborsati, sempre dalla stessa Banca di Grecia. Ma quando si tratta di stabilire l'ammontare dei buoni in circolazione, tedeschi e italiani giocano al rilancio sulla pelle dei greci. Gli italiani sapevano che i tedeschi avevano introdotto marchi d'occupazione per l'equivalente di 4 miliardi di dracme, mentre i nostri buoni ammontavano a non più di un miliardo e mezzo. Per evitare di ottenere un rimborso inferiore a quello dei tedeschi, lasciamo che siano quest'ultimi a dichiarare per primi le loro richieste, che ammontano a 5 miliardi di dracme, uno in più del valore effettivo, e poi richiediamo la stessa cifra, che i tedeschi accettano senza discutere...tanto saranno i greci a pagare. Nella foto, il biglietto da 500 dracme, con la testa del David di Michelangelo al fronte, accoppiato a un retro quanto mai anonimo. Tutti i biglietti da 500 a 20.000 dracme (l'unico mancante nella mia collezione) sono uguali, anche nelle dimensioni (con minime differenze), l'unica variante è il colore. petronius
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