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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/15/21 in tutte le aree
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Le monete del Regno di Sicilia dagli Aragonesi ai Borbone (1282-1836)4 punti
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1983 50 cents, Australia Una moneta che ha anche un valore affettivo aggiunto per me.4 punti
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Ancora più incredibile!!! Quegli scostumati dei tunisini non solo respingono i nostri concittadini, ma perfino i nostri rifiuti tossici "In Tunisia continua a tenere banco il caso degli oltre 200 container contenenti rifiuti non trattati spediti dai porti di Campania e Sicilia a quello tunisino di Sousse e lì bloccati alla dogana. Tra la fine di dicembre e lo scorso gennaio, come ha denunciato «Nigrizia», la magistratura tunisina aveva aperto un’inchiesta dopo il sequestro di 282 container carichi di rifiuti nocivi importati illegalmente dalla Campania. Domenica 28 marzo la rabbia della popolazione è esplosa proprio per contestare quell’ingente carico di rifiuti ospedalieri: davanti al porto di Sousse è andata in scena la protesta, con striscioni e cartelli che invitavano l’Italia a «riprendere la sua merda». Ieri un’altra protesta protesta ambientalista è stata organizzata fuori dall’Ambasciata italiana a Tunisi. Fra i cartelli esposti, «ci respingono in mare e ci trasformano in discarica»." https://www.radiondadurto.org/2021/04/02/scandalo-dei-rifiuti-italiani-in-tunisia-la-protesta-ci-respingono-in-mare-e-ci-trasformano-in-discarica/ Eh, sono lontani i bei tempi in cui dell'Italia prendevano tutto petronius3 punti
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1983 Italia - 200 lire Con una percentuale di rame superiore al normale nella composizione della lega: Se battute sul marmo emettono anche un diverso suono (decisamente più squillante) rispetto le normali in alluminio-bronzo. Aggiungo che sono mediamente più pesanti di circa mezzo grammo anche se comunemente usate rispetto le normali in fdc, ma meno spesse, infatti ho potuto appurare che una pila di dieci monete del tipo con più rame si pone alla stessa altezza di otto monete normali. Con questa "anomalia" posseggo il 1980-1982-1983-1984-1985-1986-1988 (tutte della serie ordinaria e nessuna commemorativa).3 punti
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Sono del parere di non cederle ad un rivenditore neanche se fossero state in fds, a meno che non si debba monetizzare in fretta, detto questo, a monitor : qspl la prima e qbb la seconda, quest'ultima penalizzata dalle tre pieghe verticali vicine alla piega centrale, la banconota sarebbe stata un buon bb, ma purtroppo quelle tre pieghe hanno provocato la perdita di piccole porzioni di colore lungo di esse. Direi un più o meno 100 euro la prima e 75 euro la seconda.3 punti
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Queste banconote sono discretamente richieste dal mercato, per questo ho specificato di prestare attenzione nella fase di vendita. Per avere un’idea del valore che potrebbero avere, consiglio di andare su ebay, inserire “20000 lire” nella ricerca, e selezionare l’opzione “mostra gli oggetti venduti”. Allego alcuni screenshot che riguardano alcuni esemplari venduti, in conservazione decisamente peggiore del primo esemplare (evidenzio la vendita terminata a 61€, dove la banconota ha una scritta e uno strappo. Consiglio spassionato: per una vendita certa si può evitare serenamente il commerciante, dal momento che l’interesse del mercato per questa tipologia è oggettivamente vivace).3 punti
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non è quello di Vienna perchè le foto (di Vienna ho una foto in altissima qualità) presentano significative piccole differenze in alcune parti delle lettere. a mio modesto avviso le ipotesi sono due, senza entrare nel merito di quale sia la più plausibile per ora: 1 - che la moneta sia una copia del solido a Vienna 2 - che entrambe siano produzioni contemporanee e coeve c'è da dire che pur nella bassa qualità della foto della moneta in asta, si notano alcune parti meno definite e alcune bollicine e imperfezioni... non va escluso che dal solido di Vienna siano stati fatti calchi, anche perché in passato si faceva e questo è noto almeno da metà '8003 punti
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Salve a tutti Condivido con voi la mia ultima acquisizione in collezione un bel tallero di Maria Teresa 1780 di zecca Roma del II conio (I tipo modulo stretto) ingentilito da una bellissima patina a mio avviso. A voi come pare? C'è qualche piccolo segnetto sul collo ma vista la, a mio avviso, buona conservazione penso ne sia valsa comunque la pena.2 punti
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Segnalo l'uscita del catalogo di Giuseppe Buceti Le monete del Regno di Sicilia dagli Aragonesi ai Borbone 1282-18362 punti
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Ciao...dovresti postar l'altro verso anche,fondamentale se come penso. Un sospetto lo avrei.... Vediamo2 punti
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Buonasera come napoletana del giorno volevo condividere con voi questo mezzo tornese 1833 potrebbe trattarsi del Magliocca 786 ? L impatto che mi da la moneta rispetto ad un altra con millesimo differente in questo caso 1835 o 1835/3 e’ che ci siano delle leggere differenze : mi pare di notare il ciuffo diverso e l angolo sx del collo meno pronunciato , sembra anche più magro come viso. Dato la rarità molto probabilmente sto incappando in un errore . Non vorrei mi confondesse la legenda diversa.2 punti
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Città del Vaticano, 20 Lire 1983 Madagascar, 20 ariary 19832 punti
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Finito il Nord-est (ma se qualcuno vuole aggiungere qualcosa è sempre il benvenuto) e tolte le aree che hanno una loro sezione specifica come le Savoia, le Papali e le Due Sicilie, resterebbero da spiegare tutte le altre aree monetarie del medioevo italiano. Milano e la Lombardia, Genova e la Liguria, Firenze e la Toscana, Bologna e l'Emilia, Ravenna e la Romagna, Ancona e le Marche, Perugia e l'Umbria (scusate se dimentico qualcosa)... e le monete che vi cirolavano aspettano esperti volenterosi che le facciano rivivere per noi. @numa numa @miroita @matteo95 @niko @dabbene @Marfir @mariov60 @legionario @aemilianus253 @mfalier @margheludo @mangiafuoco @avgvstvs @adolfos e a tutti coloro che vorranno intervenire un grazie in anticipo. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Buonasera,in questi giorni ho pensato un po' a quale funzione queste borchie potessero avere e ho maturato un'ipotesi che vi sottopongo . Appurato che il loro numero varia da uno a quattro e che spesso sono associate ad una borchia emisferica solitamente decorata con un triskeles ho pensato ad un sistema di sospensione ,o meglio... ad una parte di un sistema di sospensione ,che permettesse di regolare l'inclinazione del fodero.ricordiamoci che lo Scramasax era l'arma di offesa principale del guerriero longobardo ,spesso l'unica e quindi fortemente personalizzata nel posizionamento alla cintura ( un po' come le pistole dei pistoleri professionisti che le portavano disposte a seconda delle loro attitudini all'estrazione e al tiro ) oppure a seconda dell'uso che se ne faceva in quel momento , più inclinato se si doveva cavalcare ,meno de si doveva estrarre per combattere. Quindi ho immaginato che questi "bottoni",fissati al fodero,venissero agganciati ad una cinghia ,di lunghezza adeguata ,che pendeva dalla cintura ,a cui era fissata dalla borchia con il triskeles che appare sempre singolarmente nei corredi e che ,venendo spostato l'aggancio lungo la serie di borchie troncoconiche si regolasse ,appunto ,l'inclinazione del fodero. La mia naturalmente è solo una teoria ,tutta da verificare ,ma che vuole essere uno spunto di indagine su di una categoria di manufatti mai indagati ,che io sappia , approfonditamente è troppo spesso derubricati a semplici ornamenti del fodero, quando invece appare evidente che per via della loro forma essi avessero una funzione pratica. Aggiungo un paio di schizzi ad uso esplicativo , perdonatemi la pochezza del tratto ,ma non vi è alcuna velleità artistica nei miei scarabocchi ,solo intento didattico.2 punti
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Meno raro del 1800 Regia Corte, è pur sempre difficile trovare questo spicciolo in buona conservazione. Ferdinando IV, 6 Tornesi 1800.2 punti
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Spesso, nei cataloghi di vendita capita di trovare che i grandi bronzi di Postumo non emessi dalla zecca di Treviri (in passato identificata inizialmente con Colonia), siano ricondotti a un generico Atelier II. Si tratta di un centro di produzione che ha visto alternarsi numerosi incisori con risultati di varia natura: dalle emissioni di ottimo stile alle emissioni più rozze e dimensionalmente ridotte, utilizzando sia la coniazione che la fusione quali strumenti produttivi. L'Atelier II è stato individuato e ottimamente censito nel testo di riferimento per i bronzi di Postumo, l'opera di Bastien "Le monnayage de bronze de Postume" del 1967. Successivamente molti sono stati gli studi compiuti da altri autori che hanno completato e integrato la sua opera magistrale, focalizzandosi anche su questo misterioso Atelier II (Gricourt, Hollard, Pilon...). Adesso, piccola pausa... leggetevi questo fumetto! ...anche se in francese, la lettura risulta comunque comprensibile: due (soldati? controllori?) romani girovagando per un vicus - un villaggio rurale - si imbattono in un'officina clandestina dove dei falsari sono intenti a fare... il loro lavoro e la mia gioia - futura di un bel po' di secoli - di collezionista di imitativi! Il luogo non è un luogo a caso, siamo a Chateaubleau un piccolo villaggio rurale della Seine-en-Marne che gode di una discreta fortuna derivata dalla sua posizione lungo la via Agrippa che collega Boulogne-sur-Mer a Lione e Milano e alla presenza in loco di sorgenti ritenute miracolose. Ebbene sì, a Chateaubleau esistevano di sicuro due santuari di una certa importanza: uno dedicato proprio a queste acque miracolose (un cosiddetto sanctuaire de source) che dovevano guarire da sterilità e malattie degli occhi e un altro con una serie di celle multiple dedicate a diverse divinità tra le quali Mercurio, protettore di viaggiatori e commercianti, e la dea Epona, protettrice dei cavalli. A questi due santuari probabilmente se ne deve aggiungere un terzo stando ai più recenti sondaggi archeologici. La pianta del vicus è stata così ricostruita dagli archeologi e, come potete già notare dalla cartina, sono state evidenziate ben 3 strutture adibite alla produzione di moneta. Già, perché è proprio su questo aspetto che volevo incentrare questa discussione: la produzione di moneta locale. Il sito di Chateaubleau, studiato magistralmente da Pilon, è stato un importante centro produttivo di moneta imitativa del III secolo. I ritrovamenti chiave di materiale di scarto di fusione, di tondelli vergini, di tondelli scartati, di materiale metallico destinato alla fusione, di barre preparatrici di tondelli, di matrici di pietra per la produzione di tondelli per fusione e di una grande quantità di stampi in terracotta con calchi di denari, sesterzi e antoniniani ufficiali non lasciano dubbio alcuno circa la presenza di ben tre (o forse di una sola ma articolata in tre officine!) zecche locali attive molto probabilmente dal 260 al 280 d.C. Delle tre officine, due non potevano non "conoscersi" data la loro distanza di pochi metri e, in generale, essendo tutte e tre operanti nel medesimo periodo è alquanto probabile, se non certo, che ci fosse un certo scambio della manodopera impiegata. Una pianta più dettagliata della zona forse rende meglio l'idea: Interessante come in queste tre officine si sia prodotto di tutto: dai denari agli antoniniani passando per i sesterzi, sostanzialmente con questa distribuzione: Lo studio e l'analisi su questo sito, per quel che mi riguarda, è ancora in una fase embrionale, ma già da adesso volevo condividere con voi alcune mie piccole scoperte e qualche sintesi. Di grande interesse è il tempio a nord, il santuario di fonte, dove è stato trovato un vero e proprio ripostiglio di tondelli vergini da coniare scartati in quanto difettati. Il deposito citato è stato rinvenuto nella zona del "bassin nord" e si tratta di un possibile deposito votivo dove il valore in questo caso non era costituito da reali monete in quanto tondelli non coniati, ma da oggetti monetiformi il cui valore risiedeva nel loro peso complessivo. La datazione, resa possibile anche grazie alla presenza di un antoniniano imitativo di Tetrico I con l'hilaritas al rovescio è collocabile tra il 274 e il 280 d.C. Un simile deposito, proprio per la sua natura, può essere stato accantonato quasi sicuramente da un soggetto in stretto contatto con un atelier di produzione di moneta imitativa, quindi con buona dose di probabilità da un addetto alla preparazione dei tondelli o comunque da qualcuno facente parte della filiera produttiva e data la vicinanza di ben tre officine è altamente possibile che il dono sia composto proprio da "prodotti locali". - FINE PRIMA PARTE (...continua nei prossimi giorni) -1 punto
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Buongiorno, volevo sottoporre all attenzione degli amici del forum, questa moneta da 3 tornesi in rame del 1788 che, apparentemente, sembra riportare le sigle C. C. di Cesare Coppola più grandi. Volevo chiedere, per favore, un parere e se, eventualmente siete in possesso di monete della stessa tipologia con questa presunta particolarità. Il diametro è 28,3 ed il peso 8,83 grammi. Grazie mille.1 punto
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Non noi ma voi avete a volte a viva voce a tavola vilipeso la vostra vita1 punto
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Ciao a tutti. Questo post mi ha fatto riflettere in generale sul mondo del compro oro. A voi non sembra ridicolo che se trovo una Caravella del '66 vangando l'orto dovrei (in teoria) dichiararla alle autorità competenti, mentre se possiedo 10kg di Caravelle posso andare da compro oro e venderle a peso con la certezza che verranno rifuse? Sarà la passione per la numismatica ma io trovo aberrante questa incoerenza. È assurdo che delle monete possano essere fuse per ricavare argento o oro (poveri Marenghi).1 punto
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...assurdo! E si che lo dice anche nel titolo: "riproduzione"!! Vabbe', questo è un caso limite. Di norma, le aste vendute sono l'indicazione più attendibile del reale "prezzo di mercato" x le banconote: sappiamo che il valore dei cataloghi generalmente non rispecchia quello di mercato. Del resto, il catalogo è stampato in un determinato periodo mentre il mercato fluttua. Inoltre, tenderei a distinguere il "valore" dal "prezzo": infatti molto spesso esemplari estremamente rari (quindi con alto "valore" potenziale) sono penalizzati dal mercato a causa del poco interesse dei collezionisti e/o dall'ignoranza di cosa sia effettivamente. Un esempio con cui ho avuto a che fare di recente: le cedole pontificie bollate, che si vendono a prezzi quasi uguali a quelle non bollate, nonostante ne esistano poche decine al mondo. O l'assegnato della prima Rep. Romana col timbro di Pio VII, venduto un annetto fa a 17€ circa..1 punto
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Molto distratti.... In ogni caso le inserzioni private dove le identità degli offerenti sono protette sono sempre un'incognita1 punto
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Per farla breve in questo era un lotto ottimo come diceva fff per chi vuol focalizzare sul metallo e non sul valore numismatico in se. Possibilmente prenderle di personal valutarle (che non fossero di cioccolata o altra delicatezza varia) pagarle e poi con comodo una volta avute a casa ci si prendeva tutto il tempo del caso per valutare se è cosa c’era di inatteso nell’intero lotto. ovviamente online questo rendeva l’acquisto un terno al lotto basato puramente su fiducia reciproca...come alla fine è un po’ tutto quando si acquista online.1 punto
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Moneta classificata dallo Spahr n. 217 o 220 a seconda della legenda al D qui illeggibile Saluti Numi 621 punto
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senza prima lettura non credo che ci sarei arrivato: Sonata di Luigi Dallapiccola1 punto
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Ciao, a meno di 100 euro è difficile a meno che non abbia problemi notevoli tipo ex-montatura o simili.1 punto
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Probabilmente sul catalogo del forum, nel numero di pezzi coniati ci manca uno 0. E' corretto quello che riporta il Gigante. Saluti1 punto
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Mi permetto di spostare questa discussione nella sezione delle monete della "Serenissima", così che più appassionati di questa monetazione, possano esprimere le loro considerazioni. saluti luciano1 punto
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Personalmente. e sottolineo personalmente, se mi dovessi trovare ad acquistare un lotto, da solo o in società con altri, valutato X migliaia di euro prima di sborsare un centesimo, pretendo di vedere tutte le monete che lo compongono. nel caso in cui il venditore, come scrivi tu, "si scoccia", saluto la compagnia e passo la mano. Il resto l'ho già scritto sopra. Il tutto senza il che più minimo cenno di polemica, è solo il mio pensiero. Saluti.1 punto
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Ciao @miza! Ho appena verificato i punti tra i gigli si trovano in un caso ad 1 mm di distanza e nell'altro sono praticamente attaccati insieme. (Sul bordo il motivo dei due gigli coi due punti si ripete due volte). Il diametro è di 40 mm esatti sull'asse orizzontale e 39.3 su quello verticale. La moneta non è quindi perfettamente tonda?il peso è 28.08/28.07 g. Se riesco nel pomeriggio posto anche una foto del bordo.1 punto
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Ciao @Meleto Se la moneta ti piace i pochi euro in più (ma non è il tuo caso) con il tempo li dimentichi ma la bellezza della moneta rimane. Sul contorno, ho notato che nei riconi di Vienna (solitamente di diametro leggermente superiore) i due puntini fra i due gigli sono a circa 3 mm. di distanza fra loro ". .", mentre nei riconi di Roma sono a un 1 mm.".." circa. E' cosi anche nella tua moneta? saluti1 punto
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data emissione divisionali 2021 03/05/2021 ulteriori info e bollettini informativi fra qualche giorno.. l'emissione del primo 2€ 2021 posticipata a fine giugno1 punto
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Unione Sovietica, 1 rublo 1983 Commemorativa del 100° anniversario dlla morte di Karl Marx1 punto
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Nel CNI al nr. 187 "Tallero nuovo tipo, in oro" è scitto che al D/: ....nel cui orlo superiore a sinistra ° A ° S ° in lettere piccolissime e sotto * 1768 * .... C'è poi la variante nr. 188 che prevede l'esistenza della ° A ° a sinistra della mensola e la ° S ° a destra. Le stesse due situazioni sono previste per il tallero in argento ai nr. 189 e 190. Quindi situazione nota (variante censita), anche se non ci sono specifiche che giustifichino il perché .... ciao Luciano1 punto
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Scusa odjob il mio post ‘ironico’? era per sdrammatizzare. Leggendo quanto riporti parrebbe che il solido offerto da Hamburg ‘sia’ proprio quello di Vienna. Pare plausibile che una moneta tale possa non solo venire sottratta ma anche platealmente offerta sul mercato? se invece non abbiamo compreso quanto scrivevi.. spiegaci grazie1 punto
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Un 5-8% di argento nemmeno lo vedi a occhio, una volta persa l'argentatura superficiale! Il pezzo è sicuramente genuino. Gli antoniniani di Gallieno (regno da solo) raramente si trovano ancora argentati. Le zecche orientali invece, avendo un contenuto maggiore presentano una lega di colore sensibilmente più grigiastro e argenteo che si mantiene più stabile. Anche le emissioni della zecca gallica si mantengono con un buon tenore di argento. Non parlare di ciondoli qui nel forum... Potresti rischiare il linciaggio1 punto
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Medaglia devozionale passionista, alluminio, periodo di produzione 1940-1960.- D/ S. Gabriele dell'Addolorata con braccia al petto, in preghiera davanti al crocifisso.- R/ Si intravede un testa velata, dovrebbe essere il volto della Madonna Addolorata, comune. - Ciao Borgho1 punto
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c'è da dire che in ambito gallico i sesterzi che eventualmente possono essere confusi con gli antoniniani riguardano esclusivamente Postumo poiché con lui il sesterzio è "rinato" e "morto". Peso e stile sono senza dubbio i criteri di distinzione tra i sesterzi a modulo ridotto e gli antoniniani. In letteratura sono noti casi di coniazione di sesterzi imitativi con conii usati anche per antoniniani (ovviamente anch'essi imitativi). Se ne parla nel libro dedicato all'atelier II (scritto da Pilon) e se non erro anche in uno dei testi della serie "Tresor Monetaire" dedicati a Postumo. Esiste ad esempio il tipo di sesterzio con legenda breve sul tipo dell'antoniniano, rovescio PAX AVG e senza indicazioni SC (emissione ufficiale) che è stato ripreso a livello di imitazione anche con conii utilizzati per emettere antoniniani sempre del medesimo tipo PAX AVG. In questi casi peso e stile sono gli unici elementi distintivi. 6 grammi sono troppi per un antoniniano e pochi per un sesterzio ufficiale, specialmente se il diametro del pezzo in questione si aggira sui 20-22 mm. I sesterzi troppo pesanti sono rari, esistono ma sono rari. Mentre generalmente il peso dei sesterzi imitativi è calante, e di brutto! Come pure il loro diametro. Qui si apre un mondo! E varie sono le spiegazioni possibili. Alcuni studiosi sostengono che i minimi dovevano essere utilizzati prettamente in ambito rurale ed erano visti un po' come uno status symbol di possesso di moneta spendibile laddove regnava perlopiù il baratto. Secondo questa visione i minimi quindi non circolavano nelle zone maggiormente urbanizzate dove circolavano invece le emissioni ufficiali e le imitazioni "regular size". Ecco quindi una possibile spiegazione per una distinta tesaurizzazione dei tipi: da una parte piccoli (o anche grandi) depositi di minimi e da un'altra di monete ufficiali miste a imitazioni di dimensioni similari ai tipi imitati. C'è chi invece sostiene un uso promiscuo delle varie tipologie con dei precisi rapporti di cambio dove le imitazioni di modulo minore avevano o un valore nominale fiduciario (presentano spesso e volentieri anche una lega differente dalle imitazioni di maggior dimensione che può quindi far supporre una compensazione di valore o un'aggiunta apputo di plus valore fiduciario) o comunque un valore (e un uso conseguente) di moneta divisionale spicciola rispetto agli antoniniani ufficiali e alle imitazioni di maggior dimensione. Nello studio della tesaurizzazione poi, non sempre è emersa una fotografia della moneta circolante fedele al 100% e questo perché il proprietario del deposito generalmente operava una cernita tra il circolante per creare il suo tesoretto o mettendo da parte solo monete buone o riponendo sia le buone che le meno pregiate ma in contenitori distinti. A fronte di questa azione di differenziazione vien da sé che risultano assai rari i ripostigli con minimi frammisti a monete ufficiali o imitative di dimensioni analoghe (sebbene ne esistano eh!). Io personalmente credo siano valide e vere entrambe le teorie proposte. Molto probabilmente i minimi venivano usati con maggior frequenza nelle campagne, ma non a titolo esclusivo e, quantomeno in ambito urbano, dovevano avere un loro preciso valore di cambio (a peso? nominale? chi può dirlo!). Infine non è da dimenticare che i minimi e ancor più i minimissimi sono emissioni tardive che, sebbene imitassero i tipi gallici, vennero emesse sostanzialmente a impero gallico bello che finito! E se non bastasse va pure fatto presente come l'aureliano riformato non piacesse nei territori gallici dove emergeva invece la necessità di moneta più leggera, di tagli divisionali spiccioli per gli scambi quotidiani. Questo permise il mantenimento in circolazione delle monete galliche e delle loro imitazioni ben oltre la durata dell'impero gallico. Se poi vogliamo buttare altra carne (o benzina) sul fuoco, va evidenziato come esista un flusso ingente di moneta imitativa (per lo più minimi) che dalle gallie finirono in nord Africa e parzialmente anche in Sardegna e in sud Italia... perché questa fortuna nel bacino mediterraneo? Per penuria di circolante? Era una moneta che veniva usata per pagare merci a popolazioni più arretrate che avevano una concezione e uso differente del mezzo "moneta"? Chi può dirlo! Fatto sta che in Africa piacevano molto e dopo un primo flusso di importazione pare seguì una successiva fase produttiva in situ che riprese principalmente la serie DIVO CLAVDIO (forse perché di origine "romana" come emissione a livello ufficiale e quindi con una spendibilità maggiore anche fuori dalle gallie). Tanta roba... difficile condensare tutto in un post! Di materiale ce n'è molto e anche gli studi non sono pochi, quello che manca è una visione d'insieme globale che ancora non è stata tentata!1 punto
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Buongiorno Lucerio, del grande medaglista Antonio Vicentino conosco una sola medaglia, conservata qui a Bologna dall'Ateneo Bolognese (Fondazione Federico Zeri) che ritrae Argentina Pallavicini : mi occupo di medaglistica militare moderna e questo non è il mio campo, mi spiace non poterti essere utile. Saluti.1 punto
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taglio: 2 euro cc paese: lussemburgo anno: 2005 tiratura:2.679.000 condizioni: bb città: trieste taglio: 2 euro cc paese: slovacchia anno: 2013 tiratura: 1.000.000 condizioni: bb+ città: trieste1 punto
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Portogallo Anno: 2021 Tiratura: 500.000 Città: Aeroporto Bologna Condizioni: Spl Note: NEWS1 punto
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Se Accettano Dracma ma non tetradracma e didracma non ne farò un Dramma....1 punto
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Per una “pronta beva” lo Zingarelli che ho dalla fine degli anni ‘60. Se ci voglio ragionare il Tommaseo ...1 punto
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