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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/25/21 in tutte le aree
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Buongiorno e buona domenica a tutti. Oggi voglio condividere, come "Napoletana del giorno" questo Mezzo Ducato da 50 grana di Carlo II a cui sono particolarmente affezionato, scusandomi in partenza per la qualità della foto. Saluti6 punti
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Quelli del Cordusio è con Umberto Moruzzi vice presidente della NIP, socio fondatore della stessa, consulente numismatico, perito del Tribunale per le perizie numismatiche, organizzatore di esposizioni e mostre numismatiche, curatore numismatico del Museo Storico della Guardia di Finanza. Parleremo di come nasce la passione, divulgazione, giovani, del valore del collezionismo numismatico. Buon ascolto e come dirà Moruzzi viva la numismatica https://drive.google.com/file/d/1yqTJinh5YBbWp0tzQY49f6Lx5C6YvdPX/view?usp=drivesdk5 punti
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Oggi nell'asta Artemide LV, al lotto 664, è passato in vendita un quattrino (o doppio secondo alcuni autori) battuto ad Ascoli a nome di Alessandro VI papa. Al D/ ALEXA(ndrus) VI PO(ntifex) MA(ximus); al R/ DE ASCVLO Giustamente direte che c'entra la moneta ascolana con i "nostri" cavalli... ma osservatela bene. Al D/, nel I quarto dello stemma, sono ben evidenti le zampe posteriori del cavallo (e sotto anche parte di legenda?) mentre al R/ si nota la X di REX. La ribattitura di queste monete su cavalli di Ferdinando I d'Aragona non è un caso raro ma spesso l'iconografia del cavallo non è ben evidente (ribattevano abbastanza bene). Altri esempi di queste ribattiture sono riportati sul CNI. Una piccola curiosità.5 punti
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Chiedo a @Reficul se può attribuire il titolo di NUMISMATICO PER SEMPRE al compianto Sergio, da lassù penso che gli farebbe piacere.5 punti
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Roberto Ganganelli tratta di questa moneta in un suo breve articolo: https://www.cronacanumismatica.com/con-la-fede-e-con-la-spada-monete-napoletane-e-geopolitica/4 punti
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In questo periodo sto leggendo un interessante volume sull’imperatore Valente e sono giunto al momento dell’usurpazione di Procopio. Ho quindi deciso di fermarmi un attimo e di approfondire l’argomento per condividere con voi l’avvenimento storico e le sue ricadute sulla monetazione del periodo. Di Procopio si e’ già parlato nel forum in alcune interessanti discussioni che troverete in calce. Ho comunque deciso di riprendere l’argomento per dare una rinfrescata alla nostra memoria, ponendo una particolare attenzione alla interazione tra la storia e le monete. Per me, ovviamente, e’ stata una bella occasione per studiare. La rivolta di Procopio (settembre 365-maggio 366 d.C.) fu piuttosto anomala. Vediamo il perché. Innanzi tutto, partì da Oriente e ciò e’ piuttosto strano in quanto le usurpazioni, di solito, avvenivano ad Occidente, dove vi erano grandi unità mobili dell’esercito lontane dal potere imperiale. Inoltre, non ebbe origine (come la maggior parte delle usurpazioni) dai i ranghi militari e Procopio stesso non aveva un comando militare ufficiale a quell’epoca. Procopio era cugino di Giuliano II in quanto era figlio della sorella di Basilina, madre dell’Apostata: Questo lo legava alla famiglia dei Costantinidi in quanto Giuliano II, a sua volta, era figlio di Giulio Costanzo, fratellastro di Costantino I. Per questo Procopio dichiarava la sua parentela costantiniana, facendone la pietra angolare dell’edificio della sua rivolta. Inoltre, a differenza di Valente, era nato da una famiglia illustre ed era stato “educato in maniera corrispondente” come dice Ammiano. Parlava correntemente sia il greco che il latino, mentre Valente parlava poco il greco (un grosso svantaggio per un sovrano d’oriente). Sempre secondo Ammiano, per dare una patina di legittimazione alla sua rivolta, fece anche circolare la voce che Giuliano II, prima della partenza per la spedizione persiana, lo avesse investito della futura successione imperiale consegnandogli un mantello di porpora. Sappiamo però che, alla morte di Giuliano II, i militari elessero a imperatore Gioviano. Pare che Procopio (forse in quel momento privo di appoggi politici, ma in particolare dell’appoggio dell’esercito) abbia riconosciuto Gioviano, preferendo però, per sua sicurezza, fuggire. Alla morte di Gioviano, Procopio rimase nascosto probabilmente a Costantinopoli per sfuggire alla caccia di Valente che, evidentemente, lo cercava temendone l’ascendente sulla popolazione orientale, vedendo in lui (alla luce dei suoi legami familiari) un pericolo alla sicurezza del suo regno. E’ proprio a Costantinopoli che lo troviamo all’inizio della sua rivolta. Qui cavalcò il profondo malumore della popolazione causato dalla forte pressione fiscale operata da Petronio (il suocero di Valente) che stava accumulando ricchezze facendo ricorso anche alla violenza. Il Senato ed alcune unità dissidenti dell’esercito, stanche della situazione, videro in Procopio un ottimo portavoce delle loro istanze e lo nominarono imperatore senza colpo ferire (settembre 365). Naturalmente, per Procopio la prima cosa da fare fu quella di procurarsi il denaro per finanziare l’impresa e soprattutto pagare (e corrompere) i soldati. Saggiamente capì che, per far funzionare la rivolta, sarebbero stati necessari ingenti capitali. Quindi, corrotte con i primi denari alcune truppe di stanza in Costantinopoli, occupò la tesoreria e la zecca della città e cominciò a battere moneta a suo nome. Con questa pagò il reclutamento delle truppe dalle masse urbane, la corruzione degli ufficiali, la cooptazione di altre unità dell’esercito e l'appoggio dei Goti che non perdevano occasione per inserirsi nelle questioni interne dell'impero a loro esclusivo vantaggio. Si impossessò poi delle tesorerie e delle zecche di Eraclea, Nicomedia e Cizico battendo anche qui moneta propria. Ricorse anche alle confische ed alla richiesta di pagamenti in cambio di incarichi. Perfettamente consapevole dei vantaggi della sua educazione e del suo lignaggio, Procopio mise in opera una vera e propria guerra di propaganda contro Valente. La prova si ha nella sua monetazione : egli, infatti, era consapevole del fatto che le monete fornivano il modo più rapido per raggiungere il pubblico più ampio. Su di esse Procopio si fa ritrarre con una barba da filosofo. Questo e’ un dettaglio non casuale perché ci riporta al cugino Giuliano II che pubblicizzò le sue ambizioni filosofiche con una bella barba. E’ tuttavia un po’ tutta l’effigie che, nel suo complesso, ci ricorda Giuliano II: In questo bel solido trovo interessante la legenda del rovescio, ovvero SECVRITAS REIPVB, un chiaro riferimento al fatto che Procopio si ergeva a paladino dello stato oppresso e messo in pericolo dalla politica di Valente. In questa moneta vediamo l’imperatore con un globo nella mano destra e uno scettro nella sinistra. Tuttavia, su alcuni bronzi di Costantinopoli, questa legenda si associa anche ad un'altra effigie di rovescio con l’imperatore che tiene un labaro o una lancia nella mano destra e che si appoggia su uno scudo sulla mano sinistra: Questa effigie confluirà poi nelle REPARATIO FEL TEMP: Essendosi impadronito della maggior parte delle zecche orientali (Costantinopoli, Cizico, Nicomedia ed Heraclea) Procopio mandò addirittura suoi uomini di fiducia nell’Illirico (non casualmente, essendo zona di confine tra pars orientis e pars occidentis) a distribuire monete con la sua effigie, come ci riferisce Ammiano. Si tratta di monete con al rovescio proprio REPARATIO FEL TEMP… Costantinopoli: Cizico: Heraclea: Nicomedia: Le REPARATIO FEL TEMP (sicuramente la tipologia più comune per Procopio) rappresentano un richiamo esplicito alle FEL TEMP REPARATIO di Costanzo II in particolare. Infatti Procopio, per garantirsi la lealtà delle truppe, tenne come ostaggi Fausta e Costanza (rispettivamente moglie e figlia di Costanzo II) quali emblemi viventi della sua rivendicazione dinastica e che soleva esibire in ogni cerimonia ufficiale. Il significato e ‘ chiaro: ritornano i tempi felici dopo il regno oppressivo di Valente. Il dritto lo ritrae ancora con la barba, un attributo che intendeva (come già detto) evocare allo stesso tempo le ambizioni filosofiche di Procopio e i suoi legami dinastici con L’Apostata. A differenza di Giuliano II pare, però, che Procopio fosse cristiano, cosa pubblicizzata dalla presenza del labaro con il Chi-rho sul rovescio. Attraverso la giustapposizione di questi simboli in apparenza contraddittori , Procopio sfruttava tutti gli aspetti possibili della politica dinastica, rappresentandosi simultaneamente come il legittimo erede del cristiano Costanzo II e dell’imperatore-filosofo Giuliano II. Ma torniamo alla storia. All’inizio Valente si mostrò impreparato ad affrontare la rivolta. E dovette farlo da solo perché Valentiniano, bloccata la via dell’Illirico, non intervenne in aiuto del fratello perché impegnato con gli Alamanni che minacciavano il fronte renano, ma anche perché correvano voci di una possibile usurpazione anche nella pars occidentis. Tuttavia Valente, grazie all’azione di abili consiglieri ed al sostegno di validi generali, cominciò ad agire con decisione. Ci furono una serie di scontri non decisivi finchè ci fu lo scontro finale a Tiatira dove Procopio fu sconfitto definitivamente. Fuggì, ma fu catturato a Nacolia e giustiziato (maggio 366 d.C,) A soli otto mesi dall’inizio, la rivolta era giunta alla fine. Ben altro tempo rispetto ai cinque anni di regno auspicato dai VOTA V sulle sue silique d’argento: Ciao da Stilicho Fonti: - Lenski: Il fallimento dell'impero. 21 Editore - Procopius. - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo - Procopio, che era costui? - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo3 punti
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Ciao a tutti! Pezza Della Rosa 1718 ultimo anno di rilascio ø 42.5 mm Peso 25.6 gr. Signori, la moneta può rivendicare il grado di conservazione BB+? Grazie per le risposte!3 punti
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Buonasera @AnonCoin22, Si tratta di una terlina di Parma, coniata sotto Francesco I Sforza. Rif. CNI IX p.409-410 #2-3 saluti Magus3 punti
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@Layer1986 Hai espresso motivazioni saggie, come la non attribuzione ad una data per la sola osservazione del contrassegno, riconducendoli a quella data, ad affermazioni che potrebbero confondere, non fare capire determinati concetti agli Utenti di questo Forum, a quelli meno addentrati nei meandri della monetazione di questo periodo … e questo mi dispiace. Scrivi di monete che qualcuno rappresenta inedite nel caso osserviamo contrassegni non riportati in bibliografia ….. ma questo, mi spiace, a me non risulta…. !! Tutti i contrassegni non noti, non riportati, a maggior ragione sin d’ora sconosciuti, vanno aggiunti ad una lista di quelli già noti, da aggiungere insomma… nella bibligrafia !! Ma poi chi l’ha detto che in questo caso sarebbe una moneta Inedita ? Credo che questa conclusione sia una tua invenzione…o meglio, anche se fosse che qualcuno riportasse una simile classificazione è sempre il collezionista dall’altra parte, che dovrebbe essere in grado di capire, dopo fiumi di scritti, che questa moneta non è affatto un’inedito. Comunque sia, a me non risulta che per determinati contrassegni non censiti viene pagato un surplus per tale peculiarità. Tu dimmi dove mai è trascritto, catalogato oppure classificato per un tipo di contrassegno, diverso, un valore economico abbinato al contrassegno stesso. Chi fin d’ora, non tutti, li ha riportati, questa esigenza è correlata solo al fatto della conoscenza; un volume, un catalogo, o degli scritti (del tipo Bovi), privi di talune segnalazioni, sarebbero stati dei trascritti ai quali mancherebbe non qualcosa…ma tanto da aggiungere a questa monetazione. Io sono per ampliare la conoscenza e non per abbreviarla e in tal caso ridurla (nasconderla). Ti ricordo che questi contrassegni vennero disposti in base a degli ordini di Zecca…e non sono un argomento da trattare con superficialità; tu queste cose le conosci…e leggere le tue affermazioni mi dispiace molto. Prova solo a pensare, se oggi, avessimo tra le mani i libri contabili…i quaderni di abbinamento contrassegni/operatore…..altroché. Sono contrassegni che vedi a chiare lettere espressi sull’oggetto metallico, come le lettere del mastro di zecca e quello del mastro di prova, come si fa per chi produce un’opera numismatica a non riportarli o a non tenerne conto. Un’opera completa, per chiudere il discorso, caro Fabrizio, non esiste, ma in ogni tempo, e spero anche nel futuro, spero si facciano fanno dei passettini in avanti per cercare di chiuderne le falle.3 punti
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Puoi confrontarlo con questo denaro di Praga: https://www.acsearch.info/search.html?id=22826763 punti
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Buonasera a tutti, per la mia Napoletana di oggi, ripropongo una tipologia a me molto cara, un 9 Cavalli di Ferdinando IV Torre a lati Curvi. Non vi nego che continuo a cercare notizie in merito alla Torre, ne approfitto per chiedere a chi è a conoscenza di aneddoti, storia e o discussioni passate dove se ne è parlato. Saluti Alberto3 punti
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Le chiese di rito orientale-bizantino, presentano la partizione interna in nartece, naos e bema : il naos, destinato ai fedeli, è separato dal bema (presbiterio) riservato agli officianti ed alla celebrazione dell'Eucarestia, mediante una parete per lo più decorata con icone, appunto l'iconostasi . Elemento piuttosto raro in edifici religiosi in Italia, in Magliano dei Marsi, nella piccola ed interessante chiesa romanica (XI sec.) di S. Maria in valle Porclaneta, affiancata ad un pregevole ambone, è conservato un importante e particolare esempio di iconostasi di rara fattura con architrave a 2 ordini sovrapposti di formelle ed arcatelle, realizzata in legno intagliato e dipinto . L'antica chiesa in valle Porclaneta, prima nei possedimenti feudali dei Berardi conti dei Marsi, risulta poi, come anche ricordato da Leone Marsicano (1046-1115) nella sua "Chronica monasterii casinensis", ceduta al monastero benedettino di Montecassino . Tra i non molti altri esempi, è imponente la più recente (XIV sec.) iconostasi, questa interamente in marmo con architrave che supporta una serie di statue, nella basilica di S. Marco a Venezia .2 punti
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DE GREGE EPICURI @joannes carolusFabio Bourbon e io abbiamo pubblicato sul n.46 di Monete Antiche (luglio-agosto 2009) le parti sostanziali della discussione, con qualche aggiunta ed alcune riflessioni; non c'è molto di più, ma ha il vantaggio di una minore dispersione e di un approccio più sistematico; inoltre c'è una bibliografia (di allora!). Successivamente, è uscito sul n. 1/2010 (26) di "Ticinum", rivista del Circolo di Pavia, un articolo di G.Mazza e G.Tredici che contiene un corpus di 243 denari del Limes da Traiano a Severina. Io non ho letto altro, ma francamente ho anche cercato poco.2 punti
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Oggi da Artemide è passato anche questo cavallo Complimenti all'aggiudicatario!2 punti
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Denaro di Ferrara coniato a nome dell'imperatore Federico I: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FEREFE/2 D/ "+ INPERATOR" Nel campo le lettere F • D • R • C • disposte in forma di croce attorno a globetto. R/ "+ FERARIA" Croce patente. Saluti Magus2 punti
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Esattamente, è per questo motivo che dubito sia una C, potrebbe essere una O con a destra parte mancante, o una G, o forse un'anello... Ad ogni modo lo reputo poco importante ai fini di una completa catalogazione visto che non è visibile la data sotto al busto , ritengo importante invece che in un esemplare siano evidenti, data, sigla e simbolo...2 punti
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In ogni caso, rimane una moneta non classificabile in maniera definitiva e completa ( e non me ne voglia il proprietario ); faccio fatica a leggere anche le sigle dietro la testa ( ci sono e si leggono tutte ? ), oltre alla parte mancante sotto il busto, che ritengo fondamentale. In ogni caso ricordo che il CNI riporta i simboli, tutti quelli che hanno potuto verificare, e che tutti gli autori che sono venuti dopo hanno fatto riferimento a questo testo, di cui non si può mettere in discussione l’importanza.2 punti
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Che motivazioni si devono svelare? Anche la mancanza di simbolo è un riconoscimento no? Gli esemplari senza simbolo comunque potevano ricondurre all'opera di un singolo coniatore quel giorno no?2 punti
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Invece secondo me più informazioni si hanno riguardo una moneta è meglio è, inoltre il simbolo, la lettera o il numero è un elemento che fa parte del processo di coniazione al pari della data e delle sigle, quindi un qualcosa in più per la catalogazione... Inoltre possono essere uno stimolo alla ricerca (come successo all'amico Pietro) oppure un parametro in più per ampliare ulteriormente la propria collezione... Ovviamente poi ognuno sceglie come impostare la propria raccolta, ma asserire l'inutilità di catalogare i simboli mi sembra alquanto strano detto da chi apprezza questo periodo storico dove i simboli sono tra le peculiarità di questa monetazione...2 punti
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Il primo tornese ad entrare in collezione, sono molto soddisfatto ?2 punti
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Mi ero dimenticato di dirvi che ho segnalato il solido in questione al curatore del KHM di Vienna ( ove si trova il ‘vero’ solido) . Naturalmente e’ balzato sulla sedia per l’eccessiva similitudine ( tondello, impronta, legenda, epigrafia) . Conoscevano peraltro la casa venditrice per altre vicende simili passate. caso chiuso con una buona analisi/segnalazione/conferma che ha permesso - almeno stavolta - di evitare altre vittime ( collezionistiche intendo ?). ottimo intervento concertato del Forum grazie a tutti e ad maiora!2 punti
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Salve a tutti. E' vero che le "Kainon" non sono monete rare, anche se è ancora aperta la ricerca della collocazione della zecca. E' altresì noto che sono conosciute non poche riconiate, specie sulla prima emissione. Quella che mi piace postare penso sia invece una riconiata con una combinazione certamente casuale ma non per questo meno "Interessante". E' infatti la prima, e finora unica, che ho trovato con il doppio etnico, al dritto e al rovescio, perfettamente leggibile. Curioso di sapere se qualche amico del forum è a conoscenza di altri esemplari con questa caratteristica. Sicily, "Kainon", c. 365 BC. Æ (27mm, 6.83g, 6h). Griffin springing l.; below, grasshopper l. R/ Horse prancing l., trailing rein; star above. HGC 2, 509. Green patina, overstruck, VF1 punto
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Per educare sol l’etica non basta: occorre dare l’esempio1 punto
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Su da bravi, non vi scaldate, non ci frega un benemerito dell'UE né delle rivendicazioni identitarie, noialtri siam numismatici, ci importa solo dei dazi doganali post asta1 punto
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please: dimostralo. E non con "è risaputo", "lo sanno tutti", etc. - Fatti, appunto: non bla, bla! Mai che poi cambio idea! "come piace dire a voi boomer" -> qui per esempio non ci hai preso: mi sa che con il resto poi neanche Servus, Njk PS: lo conosci quel modo di dire: "Non discutere mai con...", mi sa che io la pianto qui.1 punto
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Non mi piacciono gli estremisti. Io vivo in Italia, pago le tasse in Italia, quindi finanzio il mercato italiano. Non mi pare che l'Europa ci sia troppo di aiuto, specialmente il governo tedesco che la comanda.1 punto
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Buongiorno, complimenti per la bella moneta, anche rara direi. ? Magliocca 8 Simbolo Croce a forma di X sotto al busto. Mi piace l'uso dei trisceli nella punteggiatura. Saluti Alberto1 punto
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È proprio perché conosco certe dinamiche di coniazione e la varietà pressoché indefinibile di simboli che non li ritengo utili ad una classificazione univoca di una moneta. Un tornese del 47 con la A o con la croce per me hanno lo stesso valore storico. Siccome sono marchi per il conteggio della produzione giornaliera per ogni singolo coniatore e, siccome, ogni giorno venivano assegnati random non vedo come possano essere equiparati a una data o alle sigle dei maestri di zecca e di prova. Proprio la loro natura crea limiti che la bibliografia non sa risolvere: un autore dovrebbe vedere tutte le monete prodotte per poter riportare l'informazione completa che ovviamente non riesce a fare. A seguito di ciò è preferibile non riportarli proprio (o almeno non definirsi un'opera completa) ?1 punto
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Anche io mi schiero tra coloro che non la cambierebbero. Tipologicamente parlando ho la raccolta quasi completa in alta conservazione, mancano all’appello le costosissime da te citate, ma per le emissioni più costose del differente contrassegno, se mi capita l’occasione lo inserisco anche in conservazione molto bassa (anche MB mi andrebbe bene, quindi un esemplare come questo tuo mi andrebbe di lusso). Con questo approccio ho potuto “completare” (secondo la mia visione) la raccolta senza svenarmi (a parte le capranesi, che a meno di uno botta colossale di fortuna, tocca pagarle se si vogliono in alta conservazione, e soprattutto... “SANE”).1 punto
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Segnalo l’articolo “X-Ray Fluorescence Analysis of Late Roman Imperial Coins” di Claudio Arias et al., Area di ricerca del CNR, Università di Pisa. https://www.imeko.org/publications/tc4-Archaeo-2016/IMEKO-TC4-ARCHAEO-2016-56.pdf Lo studio riguarda più di 700 monete tardo imperiali romane principalmente di bronzo dalla fine del III sec. d.C. all’inizio del V sec. d.C. di numerose zecche e i risultati sulla composizione delle leghe e la sua variazione nel tempo e da zecca a zecca hanno anche permesso di dimostrare manipolazioni e trattamenti di diverse monete finalizzati all'aumento fraudolento del loro valore economico. L’applicazione di studi analoghi alle tipologie dei denari del limes sarebbe di sicuro interesse.1 punto
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Visto che qui siamo su un forum e non in un tribunale o al grande fratello possiamo anche permetterci di fare osservazioni scherzose che non sono certo pensate per prendere "per il culto" il primo che passa, anzi, sono la testimonianza del fatto che anche noi (io e okt) fra gli altri ci siamo interessati alla tua richiesta. Calmiamoci un po', raga.1 punto
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DE GREGE EPICURI Mi permetto di ricordare questa lunga discussione di quasi 13 anni fa, che probabilmente molti attuali utenti non conoscono: http://www.lamoneta.it/topic/37168-denario-di-bronzo/?tab=comm.. Titolo: "Denario di bronzo", iniziata il14.11.2008.1 punto
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No Perché per entrambi non sono noti bronzi... Quello di nepote con monogramma è incerto Nonostante la conservazione, la faccia mi dice al 90% onorio Nonostante peraltro la foto...1 punto
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Buongiorno @numys, incominciamo col dire che in collezione, ciascuno è libero di inserire le banconote nello stato conservativo che più gli aggrada, ovviamente più si sale di conservazione e più bisognerà avere soldi a disposizione... Nel suo caso, la sua banconota mi pare indubbiamente molto ben conservata, il piccolo segno con la biro sul rovescio, né abbasserà un poco il suo valore commerciale, ma non mi pare assolutamente un segno deturpante. Personalmente una banconota come la sua la metterei senz’altro in collezione. Saluti1 punto
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Buonasera a tutti, Tornese con Tosone 1647 Filippo IV, secondo voi, per quello che è possibile, sarebbe corretto catalogarlo con il numero 118 del Manuale '' La moneta Napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503-1680''? Purtroppo non riesco a vedere quali cifre ha sotto al busto, potremmo ipotizzare 47 anche se mi piacerebbe 46? Saluti Alberto1 punto
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Esiste un'ampia e poco studiata monetazione provinciale, che si sviluppa già partire delle Guerre Puniche e comprende (per ragioni economiche) soprattutto bronzi (ma anche rari argenti). Sia i tipi che le legende possono essere locali o romani, con ogni possibile combinazione. Quindi nulla di strano di una moneta di area greca con caratteri romani ... del resto, Roma alla fine della Repubblica era ormai padrona incontrastata del mondo greco, perché stupirsi?1 punto
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Come ho scritto, era una mia convinzione, maturata dopo aver ricevuto, all'istituzione del SUE, una lettera dall'UE di Milano nella quale si diceva che i commercianti e gli esportatori erano tenuti a registrarsi al portale. Nel modulo di registrazione vi sono dei campi che sono esclusivi per tali categorie ("camera di commercio di" e "data di iscrizione"), ma non é indicato se siano campi opzionali o obbligatori. Le domande vengono presentate ad aggiudicazione avvenuta; ottenerle preventivamente sarebbe tecnicamente impossibile, visto il numero massimo di pratiche che gli UE accolgono alla settimana. Richiederebbe inoltre un impegno elevato sia in termini economici (per quanto riguarda gli ALC vi é la marca da bollo da 16 Euro), sia in termini di tempo, visto il numero di lotti presentati. Credo però che nella discussione vi sia un misunderstanding tra allek e tinia che hanno, a mio avviso, tutti e due ragione. E' vero che le leggi di Stato sovrastano ogni regolamento fra privati ed in assenza di una autorizzazione all'esportazione non si può spedire fuori dai confini nazionali (ricordo che tale comportamento configura un reato penale), ma é altrettanto vero che Catawiki (o ebay o subito.it ecc ecc) possono imporre le modalità e le tempistiche di spedizione che meglio credono. Sta al venditore essere pronto a rispettare le leggi italiane ed al contempo il regolamento del portale, ponendo in vendita un bene che abbia già tutte le autorizzazioni del caso.1 punto
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Ho fatto poco, l'ho minuziosamente pulita e levigata con uno stecchino e poi passato olio minerale sopra esattamente come dici tu. Mi pentirò di che cosa: se nel giro di 10 o 20 anni il cancro si mangerà un po' o molta moneta?? Ti consiglio di comportarti meno da saccente, come se le persone non affrontino i problemi aspettandosi delle conseguenze calcolate.. Ah ma per fortuna ci sei tu ad avvertire cortesemente! Il mio scopo era di renderla più gradevole esteticamente e l'ho raggiunto.1 punto
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Si direbbero due sesterzi autentici, venduti da venditori professionisti. Non ci vedo peraltro nessuna problematica da foto, per me sono autentici. L'Adriano viene da eBay: https://www.ebay.co.uk/itm/3735049198201 punto
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Taglio 20 Cent Paese Andorra Anno 2017 Tiratura 1.213.000 Condizioni SPL Città Varese1 punto
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Aggiungiamo anche tutte le altre interviste finora fatte sul canale YouTube di Quelli del Cordusio compresa la prima fatta alla Prof.ssa Lucia Travaini. Intervistare la Prof.ssa Lucia Travaini è’ stato motivo di orgoglio e di grande soddisfazione, che abbia acconsentito non era per nulla scontato ma lo ha fatto per due volte, la ringrazio pubblicamente anche qui per la sua grande disponibilità e per questo momento di divulgazione e qualità numismatica offerto a tutti ! https://www.youtube.com/channel/UCqP7Vmgu7Afpiplbt3so2mQ?app=desktop1 punto
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No, non è mio; il documento si trova in rete... La moneta invece si ; la comprai alcuni anni fa....1 punto
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