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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/30/21 in tutte le aree
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Salve a tutti, condivido con voi con piacere l'ìultima entrata, uno scudo largo genovese del 1653. Basso di conio qua e là, come spesso in questa monetazione, ma la conservazione mi piace, specie l'effigie della Madonna con bambino. Ringrazio in anticipo per i commenti.6 punti
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L'esecutore del conio deve essersi trovato senza il punzone della N. Non so i tempi di preparazione di un puzone, ma immagino che non sia una cosa di breve durata. Ma il conio doveva essere preparato. Come fare? Utilizzando un'altro punzone a disposizione. Quello più simile era quello della M. Lo rovescia proprio per distiguerlo dalle M e far capire l'emergenza. E' sicuramente una curiosità interessante, che ci fa vedere come si risolveva problemi pratici in quell'epoca. Arka Diligite iustitiam4 punti
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@marco.dainese, molti di noi oltre che collezionisti sono studiosi e appassionati di archeologia, di storia "locale". Vedere un oggetto simile pone interrogativi. Sicuramente vien da pensare come ne è entrato in possesso senza sapere cosa sia? Probabilmente in modo lecito, ... ma non meravigliarti che a qualcuno sorgano dei dubbi dal momento che poni una richiesta senza scrivere due parole sull'origine dell'oggetto, come, almeno a me, sembrerebbe logico. Qui nel Forum vengono immediatamente (e giustamente) chiuse le richieste di identificazione di chi ingenuamente dichiara il ritrovamento "casuale" di qualcosa. Come hai puntualizzato appaiono molte "cose sporche" per le quali la discussione rimane aperta. Ma non sta al Forum decidere cosa è "sporco di terra" se non viene espressamente dichiarato. E per questo tu hai avuto le risposte che cercavi. Anche per questo oggetto. Ma nello specifico, è proprio un oggetto come questo che "fa venire un pò di mal di pancia" a quelli di noi appassionati a storia e archeologia ... una statuetta bronzea di San Pietro in cattedra ... da dove viene? Forse da un luogo dove vi era un sacello, un capitello, una chiesetta? Pensa che importanza avrebbe per la storia locale di un territorio. Tu l'avrai avuto sicuramente in modo lecito, ma piange il cuore vederlo come un semplice bell'oggetto ma che non testimonia più la storia.4 punti
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Buonasera a tutti, per una Napoletana al giorno, ripropongo il mio Tarì Propago Imperi 1716. Carlo VI d'Asburgo. Moneta commemorativa, emessa In occasione della nascita del principe Leopoldo Giovanni d’Asburgo, unico maschio nato a Vienna il 13 aprile 1716 dal matrimonio con Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wolfenbuettel, riprende un po' l'uso delle monete classiche di commemorare, e precorre un po' I tempi moderni. Ricordo durante gli anni 90 mi sono lasciato molto tentare dal raccogliere le emissioni commemorative della Repubblica Italiana, chissà se qualcuno nel passato ha messo da parte questo Tarì con lo stesso intento ?. A proposito vi ricordate a cosa dovesse servire ? vediamo chi lo ricorda. Cosa ne dite dei puntini all'interno delle lettere E al posto dell'asticella centrale..? Saluti Alberto3 punti
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In effetti il termine libertà è simile ad altri termini come amore o dio, soggetti ad ambiguità, eccesso di astrazione, visioni soggettive, fraintendimenti... Personalmente non credo nella possibilità di una libertà assoluta, quella del "buon selvaggio" non è affatto una libertà assoluta in quanto se vive in una tribù deve rendere conto alle regole esistenti nella tribù, e quandanche vivesse da eremita sarebbe soggetto ai limiti intrinseci alla vita in natura e ai bisogni umani, la vera costrizione di base sono i bisogni intrinseci alla natura umana, abbiamo bisogno di aria respirabile, acqua, cibo, riparo dalle intemperie, questo solo per quanto i riguarda le necessità della sopravvivenza fisica, poi ci sono quelli psichici ed emotivi, più esposti alla soggettività del temperamento individuale ma ugualmente cogenti e incisivi nella vita umana come ognuno può constatare nella propria esperienza. Sono tutti questi bisogni e necessità di base, legati alla sopravvivenza fisica e anche psichica, che nel corso della storia umana hanno condotto le comunità a creare strutture, istituzioni, regole che da una parte hanno limitato lo spazio delle scelte individuali, dall'altra hanno aumentato le probabilità di soddisfare i bisogni di base per una quantità maggiore di individui, si tratta del famoso contratto sociale di rousseauiana memoria, un modello certamente semplicistico, ma comunque una buona approssimazione concettuale dello sviluppo verso comunità sempre più complesse tipico della nostra specie, essendo relativa la libertà si basa sempre su scelte individuali o collettive basate su priorità che possono essere dedotte dalla scala di Maslow, quelle della sopravvivenza di base vengono prima, seguono quelle legate al soddisfacimento dei bisogni psichici ed emotivi, perciò vi è sempre un po' una diatriba tra sicurezza e ordine, cioè esistenza di strutture fortemente regolamentate e autoritarie che limitano molto le libertà di scelta individuale in cambio di maggiore sicurezza collettiva e soddisfazione dei bisogni primari, e tra individualismo e soft power, strutture più aperte, con regole più flessibili e attente ai diritti, prerogative e caratteristiche individuali, che favoriscono appunto le possibilità di scelta degli individui perdendo però di mordente sul lato della compattezza comunitaria, il grado di paura e il senso di precarietà avvertito dalle masse incide molto sulle scelte in un senso o nell'altro tra le due modalità, e la situazione che stiamo vivendo ne è un esempio lampante. Sul piano del denaro il discorso è particolarmente interessante, in tempi di moneta coniata a valore reale, cioè di oggetti che basavano il loro valore sulla quantità di intrinseco, quindi metallo prezioso contenuto, un possessore di tali monete aveva la certezza che questo valore sarebbe stato garantito in ogni transazione, anche in ambito internazionale in caso di monete ad alto valore intrinseco, rimaneva però soggetto a tutti i rischi della conservazione fisica e del trasporto di tali oggetti, rapine, guerre e saccheggi, requisizioni statali, anche perdite accidentali, naufragi e incidenti, erano eventualità tutt'altro che remote, ragion per cui le comunità si adoperarono per limitare questi rischi attraverso varie modalità, nacquero le banche con i loro depositi e i loro titoli, l'individuo possessore di monete a valore reale sceglieva di affidarsi a delle istituzioni che lo garantissero dai rischi suddetti e gli rendessero la vita commerciale pure un po' più comoda... a forza di maneggiare pezzi di carta a vario titolo i possessori di capitali cominciarono ad assuefarsi ad un concetto, cioè la fiduciarietà, vale a dire la trasmissione del valore dall'oggetto reale ad un suo surrogato, i titoli cartacei, che nei primi tempi erano nominali e convertibili, ma che nel tempo si trasformarono in titoli al portatore, cioè l'odierna cartamoneta, oggetti che non hanno più alcun valore intrinseco ma che si basano ormai totalmente sulla fiducia che i possessori di capitali hanno nelle istituzioni da cui provengono, banche e stati... la diffusione della cartamoneta non è stata immediata, ha attraversato varie fasi, come è tipico di tutti i processi in cui è in ballo quel sentimento labile e precario eppure così fondamentale per le comunità umane che è la fiducia, eppure oggi ci fidiamo talmente di questi pezzi di carta nonostante le modalità della loro emissione e circolazione siano conosciute da pochissimi e per i più rimangano dei misteri esoterici al pari di antichi testi alchemici in arabo. Credo che il problema della moneta elettronica sia più o meno simile, è un problema di fiducia, la cartamoneta può essere un pochino esoterica nel modo in cui acquista e conserva il suo valore, ma rimane comunque un oggetto, si può possedere, conservare, scegliere dove metterlo, offre tangibilità, cosa non più possibile con la moneta elettronica, anche l'ultimo tabù è violato, dopo il valore intrinseco anche la materialità della moneta non esiste più, al suo posto un complicato gioco di numeri su uno schermo, tanti misteri esoterici, paure e timori di grandi fratelli in agguato nell'ombra che ci possono fottere il soldo in qualunque momento, cosa che almeno prima richiedeva un atto materiale, cioè una bella rapina violenta e sanguigna, adesso invece la rapina sarebbe eventualmente silenziosa, asettica, occulta, quindi ancora più spaventosa...3 punti
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Io temo una cosa. Se dovessimo passare alla moneta elettronica in modo esclusivo, rinunceremo a una bella fetta di libertà. Non sono sicuro che ne valga la pena. Già adesso, ogni volta che vado al supermercato, mi chiedono se ho la loro tessera. Io rispondo: No, perchè tengo alla mia libertà. Ma avrebbe degli sconti, mi dice la cassiera. La rinuncia a questi sconti è il prezzo che pago per la mia libertà, rispondo io. Qualche cassiera è d'accordo con me. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Concordo , con te su molte cose studio archeologia anch'io , la mia collezione è ampia e gli oggetti accumulati in decine di anni , partecipo a fiere e convegni di numismatica e altro, e come ho detto questo oggetto l ho sempre lasciato cosi per un mio piacere personale, hai scritto delle parole sagge e le rispetto , l ' importante è non fare critiche ingiuste piuttosto domandate, e se leggi i post su altre discussioni ,non sto attraversando un bel periodo,i miei capelli bianchi pesano e ho alcune difficoltà, ti ringraziò nuovamente e chiedersi di chiudere qua questa discussione,io rispetto tutti voi. Cordialità Marco3 punti
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Aggiudicata in asta Artemide giugno 2019 Lotto 1068: Doge e Dogaressa. Gettone, ultimo quarto del XVI sec. D/ Leone di S. Marco a sinistra, tiene il Vangelo aperto. R/ Il Doge e la Dogaressa stanti di fronte. Volt. 725. Correr, tessere n. 227. AE. g. 5.48 mm. 29.00 Inc. Hans Krauwinkel. R. Probabilmente coniata a Norimberga. Bel BB. ?2 punti
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Buonasera a tutti! Da poco ho completato la mia serie sui bagattini da 12 ? Finalmente tutti e 27 assieme ? Ci tenevo a condividere con voi amanti della Serenissima questo mio piccolo trionfo numismatico ❤ (Ora piano piano, alzerò il livello di conservazione di qualcuna ?) A presto, Nic P.s. Se vi serve la foto di qualcuna in particolare chiedete pure2 punti
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Buonasera a tutti, in attesa del 47, posto il mio comunissimo 1852. Punteggiatura incompleta in leggenda. Magliocca 740 Saluti Alberto2 punti
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Anche Cronaca Numismatica ricorda Sergio, con un toccante articolo di Roberto Ganganelli https://www.cronacanumismatica.com/addio-a-sergio-rossi-editore-numismatico-online/ petronius2 punti
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Unione Sovietica, 1 rublo 1985 Dedicato a Friedrich Engels2 punti
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OPERA PIA PANE QUOTIDIANO Dal volume: I 100 ANNI DEL PANE QUOTIDIANO E QUALCHE APPUNTO SULLA POVERTA'2 punti
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Eh si ? Comunque lo ha comprato un noto collezionista e divulgatore di falsi, attivo anche sul nostro forum: https://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=125091.02 punti
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Due belle monete, e quella di Massenzio è anche assente dal RIC per la sesta officina (cf RIC 17b) mi sembra? Ma @Stilicho, è vero, abbiamo dimenticato di parlare dello scudo di Procopio. Si è ipotizzato che questo scudo « macedone » sia stato adottato da Costantino in riferimento ad Alessandro ma anche per il suo simbolo solare (e poi cristico, forse assimilato al monogramma iota chi) e che divenne per quello appannaggio dei soldati delle Scholae Palatinae, al diretto commando dell’imperatore. Costantino, seguito da Costanzo II, avrebbe dato a questo scudo, assieme al diadema ellenistico e al labaro, un valore di regalia. Questo spiegherebbe la sua raffigurazione ad esempio sui solidi di Costanzo Gallo o Giuliano ancora cesari ma ostentatamente reintegrati nella famigli costantiniana e destinati a regnare. Questo scudo che s’incontra su tante monete di Procopio sarebbe quindi un’altro esempio di simboli presi in prestito per affermare la sua appartenenza alla dinastia costantiniana, e da cui attingeva la sua legittimità. Un articoli su’ll argomento da Fernando Lopez Sanchez, in francese: https://www.academia.edu/18113857/Procope_et_le_bouclier_macédonien Non colleziono, ma vorrei mostrarvi il rarissimo tipo per i bronzi, figurando l’imperatore poggiando il piede su una prora, sempre con la legenda REPARATIO FEL TEMP, con un bel esempio dello scudo « macedone » di Procopio. RIC IX, 6, Cyzicus. L’esemplare conservato al Kunst Historisches Museum di Vienna:2 punti
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Aggiudicatami all'Asta Nomisma n. 22 di ieri (Lotto: 515), così descritta: VENEZIA Medaglia 1898 Cinquantenario dell’insurrezione contro l’Austria - Opus: Faggiotto, A. C. AE (Ø 62 mm) Una imponente e rara medaglia Grading/Status: SPL+ Una testimonianza delle "catene" storiche! ?1 punto
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asta Neacoins del 17/09/2016: Medaglie. Napoli. Medaglia 1707. Ae. Coniata con due lamine con lava in mezzo. Per il ringraziamento dei Napoletani dopo l'eruzione del Vesuvio ed il cambio di governo. Opus Hamerani. Siciliano 73. Peso gr. 19,98. FDC. Il più bell'esemplare conosciuto. RRR. ?1 punto
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Medaglia coniata per il pontificato di Papa Leone XIII a ricordo del 15° centenario del battesimo di Sant'Agostino a Milano. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE1110/521 punto
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In questo periodo sto leggendo un interessante volume sull’imperatore Valente e sono giunto al momento dell’usurpazione di Procopio. Ho quindi deciso di fermarmi un attimo e di approfondire l’argomento per condividere con voi l’avvenimento storico e le sue ricadute sulla monetazione del periodo. Di Procopio si e’ già parlato nel forum in alcune interessanti discussioni che troverete in calce. Ho comunque deciso di riprendere l’argomento per dare una rinfrescata alla nostra memoria, ponendo una particolare attenzione alla interazione tra la storia e le monete. Per me, ovviamente, e’ stata una bella occasione per studiare. La rivolta di Procopio (settembre 365-maggio 366 d.C.) fu piuttosto anomala. Vediamo il perché. Innanzi tutto, partì da Oriente e ciò e’ piuttosto strano in quanto le usurpazioni, di solito, avvenivano ad Occidente, dove vi erano grandi unità mobili dell’esercito lontane dal potere imperiale. Inoltre, non ebbe origine (come la maggior parte delle usurpazioni) dai i ranghi militari e Procopio stesso non aveva un comando militare ufficiale a quell’epoca. Procopio era cugino di Giuliano II in quanto era figlio della sorella di Basilina, madre dell’Apostata: Questo lo legava alla famiglia dei Costantinidi in quanto Giuliano II, a sua volta, era figlio di Giulio Costanzo, fratellastro di Costantino I. Per questo Procopio dichiarava la sua parentela costantiniana, facendone la pietra angolare dell’edificio della sua rivolta. Inoltre, a differenza di Valente, era nato da una famiglia illustre ed era stato “educato in maniera corrispondente” come dice Ammiano. Parlava correntemente sia il greco che il latino, mentre Valente parlava poco il greco (un grosso svantaggio per un sovrano d’oriente). Sempre secondo Ammiano, per dare una patina di legittimazione alla sua rivolta, fece anche circolare la voce che Giuliano II, prima della partenza per la spedizione persiana, lo avesse investito della futura successione imperiale consegnandogli un mantello di porpora. Sappiamo però che, alla morte di Giuliano II, i militari elessero a imperatore Gioviano. Pare che Procopio (forse in quel momento privo di appoggi politici, ma in particolare dell’appoggio dell’esercito) abbia riconosciuto Gioviano, preferendo però, per sua sicurezza, fuggire. Alla morte di Gioviano, Procopio rimase nascosto probabilmente a Costantinopoli per sfuggire alla caccia di Valente che, evidentemente, lo cercava temendone l’ascendente sulla popolazione orientale, vedendo in lui (alla luce dei suoi legami familiari) un pericolo alla sicurezza del suo regno. E’ proprio a Costantinopoli che lo troviamo all’inizio della sua rivolta. Qui cavalcò il profondo malumore della popolazione causato dalla forte pressione fiscale operata da Petronio (il suocero di Valente) che stava accumulando ricchezze facendo ricorso anche alla violenza. Il Senato ed alcune unità dissidenti dell’esercito, stanche della situazione, videro in Procopio un ottimo portavoce delle loro istanze e lo nominarono imperatore senza colpo ferire (settembre 365). Naturalmente, per Procopio la prima cosa da fare fu quella di procurarsi il denaro per finanziare l’impresa e soprattutto pagare (e corrompere) i soldati. Saggiamente capì che, per far funzionare la rivolta, sarebbero stati necessari ingenti capitali. Quindi, corrotte con i primi denari alcune truppe di stanza in Costantinopoli, occupò la tesoreria e la zecca della città e cominciò a battere moneta a suo nome. Con questa pagò il reclutamento delle truppe dalle masse urbane, la corruzione degli ufficiali, la cooptazione di altre unità dell’esercito e l'appoggio dei Goti che non perdevano occasione per inserirsi nelle questioni interne dell'impero a loro esclusivo vantaggio. Si impossessò poi delle tesorerie e delle zecche di Eraclea, Nicomedia e Cizico battendo anche qui moneta propria. Ricorse anche alle confische ed alla richiesta di pagamenti in cambio di incarichi. Perfettamente consapevole dei vantaggi della sua educazione e del suo lignaggio, Procopio mise in opera una vera e propria guerra di propaganda contro Valente. La prova si ha nella sua monetazione : egli, infatti, era consapevole del fatto che le monete fornivano il modo più rapido per raggiungere il pubblico più ampio. Su di esse Procopio si fa ritrarre con una barba da filosofo. Questo e’ un dettaglio non casuale perché ci riporta al cugino Giuliano II che pubblicizzò le sue ambizioni filosofiche con una bella barba. E’ tuttavia un po’ tutta l’effigie che, nel suo complesso, ci ricorda Giuliano II: In questo bel solido trovo interessante la legenda del rovescio, ovvero SECVRITAS REIPVB, un chiaro riferimento al fatto che Procopio si ergeva a paladino dello stato oppresso e messo in pericolo dalla politica di Valente. In questa moneta vediamo l’imperatore con un globo nella mano destra e uno scettro nella sinistra. Tuttavia, su alcuni bronzi di Costantinopoli, questa legenda si associa anche ad un'altra effigie di rovescio con l’imperatore che tiene un labaro o una lancia nella mano destra e che si appoggia su uno scudo sulla mano sinistra: Questa effigie confluirà poi nelle REPARATIO FEL TEMP: Essendosi impadronito della maggior parte delle zecche orientali (Costantinopoli, Cizico, Nicomedia ed Heraclea) Procopio mandò addirittura suoi uomini di fiducia nell’Illirico (non casualmente, essendo zona di confine tra pars orientis e pars occidentis) a distribuire monete con la sua effigie, come ci riferisce Ammiano. Si tratta di monete con al rovescio proprio REPARATIO FEL TEMP… Costantinopoli: Cizico: Heraclea: Nicomedia: Le REPARATIO FEL TEMP (sicuramente la tipologia più comune per Procopio) rappresentano un richiamo esplicito alle FEL TEMP REPARATIO di Costanzo II in particolare. Infatti Procopio, per garantirsi la lealtà delle truppe, tenne come ostaggi Fausta e Costanza (rispettivamente moglie e figlia di Costanzo II) quali emblemi viventi della sua rivendicazione dinastica e che soleva esibire in ogni cerimonia ufficiale. Il significato e ‘ chiaro: ritornano i tempi felici dopo il regno oppressivo di Valente. Il dritto lo ritrae ancora con la barba, un attributo che intendeva (come già detto) evocare allo stesso tempo le ambizioni filosofiche di Procopio e i suoi legami dinastici con L’Apostata. A differenza di Giuliano II pare, però, che Procopio fosse cristiano, cosa pubblicizzata dalla presenza del labaro con il Chi-rho sul rovescio. Attraverso la giustapposizione di questi simboli in apparenza contraddittori , Procopio sfruttava tutti gli aspetti possibili della politica dinastica, rappresentandosi simultaneamente come il legittimo erede del cristiano Costanzo II e dell’imperatore-filosofo Giuliano II. Ma torniamo alla storia. All’inizio Valente si mostrò impreparato ad affrontare la rivolta. E dovette farlo da solo perché Valentiniano, bloccata la via dell’Illirico, non intervenne in aiuto del fratello perché impegnato con gli Alamanni che minacciavano il fronte renano, ma anche perché correvano voci di una possibile usurpazione anche nella pars occidentis. Tuttavia Valente, grazie all’azione di abili consiglieri ed al sostegno di validi generali, cominciò ad agire con decisione. Ci furono una serie di scontri non decisivi finchè ci fu lo scontro finale a Tiatira dove Procopio fu sconfitto definitivamente. Fuggì, ma fu catturato a Nacolia e giustiziato (maggio 366 d.C,) A soli otto mesi dall’inizio, la rivolta era giunta alla fine. Ben altro tempo rispetto ai cinque anni di regno auspicato dai VOTA V sulle sue silique d’argento: Ciao da Stilicho Fonti: - Lenski: Il fallimento dell'impero. 21 Editore - Procopius. - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo - Procopio, che era costui? - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo1 punto
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Che dire... congratulazioni! Credo che non tutti i grandi collezionisti di Venezia possano dire altrettanto. Magari hanno pezzi da novanta ma la serie completa dei soldi chi ce l'ha?1 punto
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Purtroppo le foto non sono delle migliori per poter permettere una valutazione attendibbile, comunque da quello che si riesce a vedere, Aazzardo a dire SPL.1 punto
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Ciao @Motoretta, sarà anche modesto come dici tu, ma io lo trovo interessante, non ti riesce di fare una foto più chiara e ravvicinata del diritto, per vedere meglio la leggenda, che è visibilmente diversa dal mio esemplare, anche per posizione della stella sotto al busto, anche il busto va meglio osservato. ? Saluti Alberto1 punto
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È una spilla lunga circa come cinque centimetri il retro è piatto ed il materiale alluminio, confermo che in origine era tutta colorata con vetri incastonati è un souvenir dei primi del secolo1 punto
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Assolutamente, ci mancherebbe altro. Il punto cruciale è che, alla fine, stai comunque comprando qualcosa che ti appassiona. A mio avviso, un collezionista si distingue da un investitore in base al presupposto per il quale è spinto a comprare un determinato oggetto. Un collezionista compra in base al proprio gusto personale, attratto dal fascino che prova nell'osservare quell'oggetto. Guardando al mondo della numismatica, il collezionista prova una forma di attrazione verso ciò che compra; per certi versi la moneta "gli parla". A volte, il collezionista è anche portato ad acquisti poco logici o impulsivi, perché guidato da un sentimento (la passione) che non può essere totalmente imbrigliato dalla ragione. L'investitore, invece, è guidato dalla logica del profitto. Non compra perché attratto dal significato storico della moneta e da ciò che porta dietro di sé. Il suo interesse primario è comprare un qualcosa che nel futuro possa acquisire un plusvalore. L'oggetto in sé, così cruciale per il collezionista, diventa un qualcosa di subordinato all'andamento del mercato e alla convenienza economica nell'investire o meno. Oggi possono essere le monete, domani le automobili d'epoca e dopodomani i fumetti della Marvel. Ciò che conta è dove tira il "dinero". Ovviamente, questi due sono casi limite, da me volutamente estremizzati. A volte, questi due universi possono anche trovare alcuni punti di congiunzione. Senza voler fare le verginelle, è evidente che dopo che uno ha speso migliaia di euro, si guardi alle spalle e pensi un attimo anche a ciò che ne sarà. Sarebbe abbastanza ipocrita negarlo. Resta, comunque, il fatto che quelle migliaia di euro le ha spese per qualcosa verso cui prova interesse e piacere. Un investitore "puro", invece, non agisce in questo modo e valuta fin da subito la convenienza di ciò che sta facendo.1 punto
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Ostrega ecco il retro ve va ben ciò' Marco Cordialità Ostrega ecco il retro ve va ben ciò' Marco Cordialità1 punto
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Certamente @King John, ragioniamo per trovare una bricciola di verità. Ora cercherò di spiegare meglio il mio pensiero. Torniamo al controllo dell'emissione. Innanzitutto a cosa serviva? Serviva per garantire la qualità della singola moneta. Proprio di quella che l'usufruttuario aveva in mano. E che doveva consegnare ad un altro usufruttuario. Mettiamo il caso che il ricevente rifiutasse la moneta perchè di titolo non buono. Il possessore la portava in zecca. E, se effettivamente il titolo non era quello ufficiale, il responsabile di questa moneta, e ribadisco proprio di questa singola moneta, era sottoposto a giudizio. Quindi era necessario, per un buon controllo, mettere il nome del magistrato responsabile, per poterlo individuare. Seconda questione, perchè così tante sigle su una singola moneta? Perchè poteva esserci chi era responsabile del titolo, poi chi era responsabile del peso e chi controllava il tutto prima dell'uscita dalla zecca. Ognuno con la propria responsabilità in caso di contestazioni. Infine c'è da considerare l'ultimo, ma non ultimo, personaggio in gioco. Ovvero il proprietario del metallo e della zecca: lo stato o il tiranno. A Venezia c'erano controlli continui sulla bontà delle monete e sulla quantità di metallo utilizzato per coniarle. A nessun potente piace essere ingannato. E chi metteva la propria sigla sulla moneta, metteva anche la propria vita in mano al padrone in caso di malversazioni. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Riportato a casa dagli Stati Uniti, un grano del 1719 coniato a Palermo per Filippo V.1 punto
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Di certo è stato pulito pesantemente, e male. È un pelo leggero, ma ci può stare. Se fosse falso non lo definirei una patacca comunque.1 punto
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Anche a me sembra originale. Si vede anche il "fantasmino" del Re al rovescio, in particolare si vede il collo tra la fine della corona a destra e la punta del ramo di alloro (di fatto identico al fantasmino della moneta originale riportata a sinistra, in cui in più si vede anche la nuca). Per carità, potrebbe essere che, proprio per assecondare la diffusione di questo particolare difetto nelle monete originali, anche il falsario lo abbia riprodotto su una moneta non autentica, però dalle foto (lasciando perdere il colore, che dipende in maniera critica dalla capacità di fare foto) a me sembra buona. Saluti!1 punto
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1909 Medaglia nuziale di CARLA EMILIO ANDERLONI Emilio Anderloni scrisse la biografia del suo antenato PIETRO ANDERLONI incisore calcografo che successe al grande incisore GIUSEPPE LONGHI di Monza nella cattedra di Brera continuando la tradizione dell'Arte del bulino. Medaglia argento, magistralmente modellata da ALBINO DAL CASTAGNE e incisa da ANGELO CAPPUCCIO. R/. In giro nodi d'amore o nodo Salomone, infatti nel riquadro IL GIUDIZIO DI SALOMONE, ripreso dall'affresco di Raffaello nella stanza della segnatura in Vaticano, Re biblico che ricordato per la sua saggezza. Infatti si racconta che al Re si fossero presentate due donne, le quali sostenevano entrambe di essere la madre di un bambino...1 punto
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Bisogna dire che il doge Pietro Gradonigo è quello con il maggior numero di monete in cui è stato utilizzato il punzone della M al posto della N. Solitamente è solo al posto del nome, in questo caso ne abbiamo 2 rovesciati ed 1 normale. E comunque è un Bartolomeo Gradonigo a mio modo di vedere.1 punto
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salve, intravedendo le foto noto che alcune hanno lo stemma ed altre no. Vada a guardare qui: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GUQ/19 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GUQ/301 punto
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A quanto si evince dall'amaro post le righe in azzurro sono le due ipotesi dell'accusa : art 176 codice Urbani per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, che applicato a monete acquisite in aste sembra proprio una stortura, in quanto da riferirsi espressamente alle cose direttamente ritrovate nel sottosuolo, come da rimando nella formulazione all'articolo 91 ( "in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo" ). L'altra accusa è il 648 C.P., .... ricettazione... poco plausibile nei confronti di un acquisto alla luce del sole in asta pubblica, con pagamenti e quant'altro chiari e puliti ( almeno stando al post di cui sopra) Tra l'altro delle due l'una : o si è ricettato il bene culturale o se ne è impossessato..... le due cose non sembrano poter sussistere per il medesimo bene. Anche sulla rilevanza archeologica delle monete antiche ci sarebbe da dire parecchio.... Ovviamente mi baso su quanto esposto nel post, per essere più specifici e chiari bisognerebbe conoscere a fondo la vicenda e gli atti1 punto
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Per le monete provenienti da montatura il prezzo è variabile. A me personalmente non disturba, ma c'è chi non le toccherebbe neanche con un bastone e le manderebbe direttamente a fondere.1 punto
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Probabilmente lo scalino è l'ultimo dei problemi mentre per una banconota conservazione e protezione sono fondamentali. Inoltre le tasche dovrebbero dare anche un maggior sostegno alla banconota mentre si sfoglia l'album...credo che inizierò ad utilizzarli. Invece non ho ben capito se identifichi o metti delle etichette informative a corredo delle banconote ed in caso positivo se puoi illustrarmi la tua metodologia.1 punto
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Hans Krauwinckel II, figlio di Damiano e nipote di Hans I, master nel 1586, è l’autore di questo gettone pubblicato dal Mitchiner in in “Jetons, Medalets & Tokens. Vol 1: The Medieval Period and Nuremberg”, 1988, Seaby, London.1 punto
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Buonasera a tutti, Cristiano @Asclepia, tempo fa ho avuto il piacere di tenere in mano questa tipologia, gran bella moneta. Non ne capisco molto, però ci provo, il tuo esemplare per prima cosa dà l'impressione di avere il busto più grande, ma questo è sicuramente un mio problema di prospettiva rispetto al l'esemplare che hai messo per confronto, poi noto diversa attaccatura della leggenda. Riguardo al rovescio noto differenze dove è riportato il valore tra i gambi delle cornucopie. ? Intanto che mi dici cosa ne pensi della mia analisi cerco di approfondire meglio. Saluti Alberto1 punto
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BEEEEEEEEEEEEEEEEEPPPP!!!!!!! BEEEEEEEEEEEEEEEEEPPPPPPPPPPPPPPP!!!!!! 100€ la moneta, il resto è il costo orario per averla rovinata. ? Prima di acquistare qualcosa chiedi sempre qui, vedrai che a trovarne uno intonso o, per lo meno, pulito ma non rovinato, ce la facciamo. Ciao! TWF1 punto
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Che pot-pourri, che fricandò, che gnommero, che guazzabuglio questa discussione! Bene, mi ci tuffo e... dico la mia. Non conoscevo il termine "colombina" applicato alla numismatica. Bella scoperta! Non prendetevela però né con la vecchina della storia né con @FFF. Il fatto che la signora abbia utilizzato il termine "colombina", come riportato nel racconto, smette di essere questione numismatica e diventa questione socio-linguistica. Uno slittamento di significato dalla "colombina" delle signorie padane alle "Caravelle", passando per l'Aquilino fascista, è linguisticamente parlando assolutamente probabile. Il termine sovraregionale "franc" usato per "lira" lo si ritrova un po' in tutto il Nord Italia. Non saprei attestarne precisamente l'uso dialettale, però è chiaro che lo sfondo concettuale su cui si basa tale uso risale al prestigio del Franco in seno all'Unione monetaria Latina, risale alle importanti riforme Monetarie e metrologiche napoleoniche (post-rivoluzionarie), risale al fatto che secoli fa, in alcuni periodi, i significati dei termini francesi francs e livres tendessero a coincidere dal punto di vista ponderale.1 punto
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A quel che ho capito io, esistono 3 dipartimenti: Monete Francobolli (Poste e Filatelia) Commercializzazione Filatelica e Numismatica (CFN) Due decidono temi, tagli, modalità di emissione, e uno vende. Quindi filerebbe che ZECCA sia quello che ho chiamato Monete, e che sia separato da CFN. Mi spiegava l'addetto che questa tripartizione causerà verosimilmente la morte dei prodotti che abbracciano tutte e tre le divisioni, per impossibilità di mettersi d'accordo (ovvero Stamp&Coin Card, Buste Filatelico Numismatica, Volumi numismatico filatelici)1 punto
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Oggi posto delle schede sicuramente molto comuni, ma rappresentative per il cambio monetario in corso di quegli anni: Un giro nelle capitali dell'Euro1 punto
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Immagino stiamo parlando di monete medievali in argento. Se una moneta è molto circolata, consunta in entrambe le facce, possiamo accantonarla. Non ci può servire molto per questa l'indagine. Ovviamente sarebbe utile avere monete poco usurate. Ma i cambi erano piuttosto frequenti e di solito abbiamo monete che per quanto usurate presentano sempre parte dei rilievi nelle leggende e nelle figure che non sono consunti e qui possiamo considerare la profondità delle incisioni dei coni. In aiuto ci possono poi essere mancanze dovute a riempimenti di parti dei coni (non dimenticando però che venivano sicuramente spazzolati per ovviare a questi problemi) e soprattutto a fessurazioni e rotture che spesso vediamo in progressione.1 punto
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