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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/29/21 in tutte le aree
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Ho completato quello che potevo fare con le immagini del mio archivio. Ora il catalogo della zecca di Venezia de Lamoneta perlomeno è decente, spero... Arka Diligite iustitiam5 punti
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Buon pomeriggio a tutta la sezione, '58 a confronto.... Un saluto a tutti. Raffaele.4 punti
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Il 30 luglio si aprirà a Grosseto la mostra : una terra di mezzo,i Longobardi e la nascita della Toscana. Sembra interessante,sicuramente da visitare ,aspiro soprattutto al catalogo... https://www.maremmanews.it/index.php/cultura-spettacolo/92612-la-mostra-una-terra-di-mezzo-i-longobardi-e-la-nascita-della-toscana-e-pronta-ad-accogliere-il-pubblico2 punti
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Vabbè, una volta che ha capito che anche oggi diventa ricco domani mi pare sia normale che non si fermi qua a far conversazione2 punti
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In verità a me sembra che sia stata la "A" ad essere spostata verso destra. Nel '28, la distanza dal margine è ben evidente, mentre nel '27 la "A" è quasi attaccata alla perlinatura. Da notare che anche "VI" risulta spostato a sinistra allargando la distanza dal fascio: insomma, credo che sia stato effettuato un riposizionamento di "A.VI", forse perché il 1927 risentiva della distribuzione dei caratteri legata alla prova "1927 A.V". Quando si è passati alla coniazione dell'anno VI (sempre del '27), si è proceduto alla semplice aggiunta della stanghetta "I" chiudendo un poco l'angolo descritto dai due segmenti dell"V".2 punti
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In realtà direi che hai riassunto benissimo il mio punto di vista Per me la rarità è una caratteristica soggettiva di una comunità. In quanto "soggettività collettiva" richiede di conseguenza un certo grado di onestà intellettuale, ovvero non possono, o non dovrebbero, nascere sotto-comunità che semplicemente ignorano la presenza o l'accessibilità di un certo numero di esemplari fino al punto da cambiarne la rarità percepita. Nonostante questo, secondo me, è lecito (e piuttosto comune) avere sacche di "soggettività individuale". Ho già fatto questo esempio in altre discussioni: secondo la mia percezione personale, seguendo aste e vendita da circa 2 anni, le due lire di Umberto I 1898 sono estremamente più rare delle due lire 1885, ad esempio nell'ultima asta nomisma ce n'erano 6 o 7 del 1885 e nessuna del 1898. Per non parlare delle fazioni pro e contro la rarità dello scudo del '14 (questo esempio da solo dovrebbe rendere evidente che la rarità non è una proprietà oggettiva ). Inoltre è interessante notare che il concetto stesso di "accessibilità" sia cambiato radicalmente negli ultimi anni. Fino a 30/40 anni la "comunità" che poteva rendere concreto il giudizio di rarità di una moneta era forse molto più locale, creando un concetto di rarità relativa non solo al tempo ma anche, in maniera significativa, rispetto allo spazio. Ormai, con internet, l'accessibilità non è più un problema e la rarità è definita in maniera soggettiva rispetto al tempo. I cataloghi dicono che una certa moneta è "comune nel 2021" (intendendo, probabilmente, che quella moneta è stata di facile accessibilità nei 3/4 anni precedenti), ma questo potrebbe cambiare nel 2022 o nel 2023 (io stesso avevo aperto una discussione qui a riguardo dei cambi di rarità di alcune monete nei cataloghi. Infine, bisogna anche accettare che il concetto di rarità sia, in conseguenza di quanto detto sopra, intrinsecamente legato a quante persone richiedono quell'oggetto. Non si può prescindere da questo, secondo me. Ricordo bene che parlando con un negoziante di libri antichi, questo mi spiegò che per creare un certo interesse per un particolare libro, a meno che non abbia un interesse specifico per altri motivi, è necessario che ce ne siano in circolazione un certo numero per attirare attenzione. In altre parole, se possiedo un libro antico in copia unica, di cui però non interessa niente a nessuno, quell'oggetto, ahimè, non è raro. Saluti!2 punti
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@Mimina cezza è una comunissima moneta da 2€ belga coniata in più di 32.000.000 di pezzi. Dalle foto postate non si denotano errori di conio. Il valore della moneta, come le è già stato risposto (in entrambi i topic), è quello indicato: 2€. Un consiglio: non dia retta a certi articoli dove dicono che monete comunissime (che tutti possiamo avere in tasca) valgono fortune esorbitanti. Quegli articoli dicono delle sciocchezze altrettanto esorbitanti. E la giustificazione alle loro quotazioni è: qualcuno le ha messe in vendita sulle piattaforme di vendita on line a prezzi folli. Capirà da sè che non può di certo definirsi un metro di giudizio affidabile. Cordialmente.2 punti
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Per gli studiosi ed appassionati.... Storia dello Zecchino e dei mutamenti del suo valore, dalla sua nascita nel 1285 fino al 1747, con il riferimento ad alcuni atti della zecca veneta riguardo alle sue modifiche.2 punti
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Buongiorno, Sperando di fare cosa utile (Cliff ricordava bene) e credo possa essere molto interessante vedere il prima (Numismatik Naumann 77/656): https://www.sixbid.com/en/numismatik-naumann/5959/roman-imperial-coins/4982613/nero-54-68-sestertius-lugdunum?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false Anche Naumann 74/288: https://www.sixbid.com/en/numismatik-naumann/5638/roman-imperial-coins/4711990/nero-54-68-sestertius-lugdunum?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false Un altro passaggio recente (Roma Numismatics E-Sale 79/725): https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=4405&lot=725 La nota a fondo descrizione del catalogo Roma Numismatics menziona “since repaired in areas”.2 punti
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Buongiorno a tutti. Credo possano avere valenza generale due osservazioni: il concetto di "rarità" è distinto rispetto a quello di "valore commerciale" poiché il primo è relativo al numero di pezzi disponibili sul mercato mentre il secondo afferisce alla somma che gli interessati sono disposti a spendere per avere quel pezzo: che poi spesso una moneta "rara" sia anche costosa è un mero dato di fatto che però, a mio parere, non incide sulla validità della definizione. La rarità è un dato per quanto possibile oggettivo mentre il valore commerciale è per sua natura influenzato da tanti elementi soggettivi. Per fare un esempio, il già discusso 5 lire 1914 non ritengo sia una moneta rara (compare in quasi tutti i cataloghi d'asta) ma è certamente una moneta costosa. la definizione di "rarità" poc'anzi proposta ben si sposa a mio parere anche con la necessità di definire la rarità in base agli "stati di conservazione" di una moneta, posto che il mercato può essere invaso da pezzi BB ma essere quasi privo di pezzi FDC. Due esempi per capirci: 50 cent. Leoni in BB si trovano nella ciotola del mercatino mentre un vero FDC non si vede facilmente; il 2 lire 1911 Cinquantenario in BB o SPL ce ne sono a vagonate mentre un FDC è difficile da trovare. Conseguentemente, il grado di rarità delle monete non può essere determinato in funzione unicamente della tipologia e dell'anno di coniazione. Quanto ai Cataloghi penso valgano le osservazioni più volte ribadite in questo Forum: assolvono il fondamentale scopo di aiutare il neofita a destreggiarsi all'interno di una determinata monetazione, danno all'appassionato con qualche anno di esperienza un generico indice circa l'andamento del mercato ma non c'è storia: possono pure scrivere che il 5 lire 1914 è raro ma se me lo trovo stampato in ogni catalogo d'asta raro non è..... Mi sembra che i due semplici criteri proposti aiutino parecchio a definire correttamente la rarità di una moneta. Un saluto e a presto.2 punti
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Macau 1998 1 pataca che commemora il faro portoghese di Guia 2 patacas raffiguranti sia la chiesa di Penha che il tempio di Ama entrambi gli edifici si trovano a Macau2 punti
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Buongiorno a tutti gli amici del forum. Con piacere condivido questo ennesimo 3 grana 1810 per Murat. Mi mancava la variante con la "rosetta" disposta 2 2 1 Il taglio è a serpentina e gli assi a medaglia Il peso è di 17,18 grammi La moneta presenta debolezze e una mancanza al rovescio ma come potete vedere dalla basetta ha circolato poco. Davvero felice di averla inserita in collezione ecco a voi le foto. Graditi i pareri. Saluti Cristiano.1 punto
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Eccolo il Gazzettino di Quelli del Cordusio n.7 - settembre 2020 in versione integrale a disposizione di tutti, buona lettura estiva e buone vacanze ! https://drive.google.com/file/d/1MTT3M3XUUuAGlool5RFenqcKYJkPZ7bH/view?usp=drivesdk1 punto
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Ribalto la domanda....Qualcuno può definire rara una moneta che dal 2010 a maggio 2019 ha avuto 45 passaggi d'asta? (fonte catalogo lamoneta)... senza considerare le giacenti in centinaia di collezioni, le immancabili transazioni private, etc... e il sottoscritto negli ultimi 2 anni ne ha visto periziare un esemplare trovato in una piccola collezione e passare di mano un altro paio... sono io che ho c..o? Un saluto Mario1 punto
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Per chi la trova? O per un esperto del settore? Oppure per le FdO. E totalmente illegibile così com'è, oppure dopo svariati tentativi di pulizia? In tale ambito la penso come Sandokan. Quello che ci è stato mostrato sono dei tondelli, non delle monete. Proprio perchè non hanno nessun valore numismatico, nè storico. Non dico che Magù abbia fatto male a consegnare le monete a chi di dovere, ma secondo me è stato un "un eccesso di zelo". Tra l'altro sarei curioso di sapere se è stata redatta e consegnata una ricevuta attestante il tutto, anche per comprendere come sono state definite/descritte tali monete.1 punto
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Ciao,tutte bellissime canzoni come quella del grandissimo Branduardi ' Alla fiera dell'est' che penso tutti voi conoscete ma che se non erro non avete citato. Alla prossima Antonio1 punto
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Perfetto Quintus? Diciamo che l'optimus princeps che prima non rientrava nell'onomastica ufficiale dell'imperatore, dopo il 114, per concessione del senato, fu appunto incluso aggiungendo optimus prima di Augustus, cosicchè il nome completo di Traiano divenne: Imperator Caesar divi Nervae filius Nerva Traianus Optimus Augustus Germanicus Dacicus pontifex maximus tribunicia potestate XVIII imperator VII consul VI pater patriae Quindi per riassumere, come già ha fatto brillantemente Quintus, se troviamo sul ROVESCIO l'espressione optimus princeps, la conazione della moneta sarà antecedente all'agosto del 114, se invece optimus è incluso sulla titolatura del dritto, sarà posteriore. Se c'è qualcosa che non quadra fatemelo sapere.1 punto
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Ciao Cristiano, Concordo con te... Penso anche io che siano lo stessa cosa.... Un saluto Raffaele.1 punto
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La datazione corretta, riportata da ultimo da Illyricum, è per l'appunto la forbice 112-114. Il 112 poichè appunto l'imperatore in quell'anno assunse il suo sesto consolato, mentre il 114 è il termine ante quem proprio perché l'espressione optimus princeps del rovescio è ancora riportata come semplice allocuzione e non è invece assimilata alla sua titolatura ufficiale sul dritto (accadrà tra l'agosto e il settembre del 114, con la "promozione" da optimus princeps a optimus Augustus). Spero di essermi fatto capire?1 punto
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Io ho comprato solo due volte in vita mia monete periziate. Una era periziata Tevere e una Bazzoni. Le ho tolte dalla bustina appena arrivato a casa. Io non sopporto le bustine, le tolgo perché non ho intenzione di rivenderle, ma capisco anche chi le vuol conservare.1 punto
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Quelle di questa discussione sono tematiche che ogni tanto ritornano sotto varie forme.... Mi permetto di linkare questa discussione di qualche anno fa:1 punto
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Bronzo di Plautilla (Pisidia, Tityassus) che raffigura la facciata di un tempio tetrastilo; serpente arrotolato sul frontone, globetto nell'intercolonnato centrale (London Coin Galleries, Online Auction 3). Lot 78. Estimate: 100 GBP Plautilla (Augusta, 202-205), Pisidia, Tityassus, Æ, 4.62g, 22mm. Draped bust right / Tetrastyle temple façade; coiled serpent in pediment, pellet in central intercolumnation. SNG France 2238; Von Aulock, Pisidiens 2251; SNG Cop. 349; SNG von Aulock 5378; BMC 5-6. Good Very fine. Scarce.1 punto
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Copertina Un consiglio: Formato A4, copertina morbida con cucitura filorefe. circa 170/180 pagine Se uso una carta opaca a 100 gr: il prezzo è di circa 30 euro se uso una carta lucida a 100/130 grammi il prezzo sale a 46/48 euro..... Che ne pensate? temo che la resa fotografica dei pezzi con la carta opaca sia pessima (aspetto la prova per vedere) ho anche dato disponibilità a ridurre il mio margine, ma non è possibile (non si capisce il perché....) per fortuna ci sarà l'ebook a prezzo ben più abbordabile1 punto
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Un classico... "Hanno ucciso l'uomo ragno" degli 883. "Se non ti vendo, mi venderai tu, Per 100 lire o poco più"1 punto
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Ciao,se posso dopo questo tuo intervento vorrei fare una osservazione che si ricollega ad un tuo post sul mio denario di Giulia Domna. Circa un anno e mezzo fa ho iniziato a collezionare monete romane ed avevo in tutta sincerità anche pensato di farlo con i sesterzi. La cosa che mi ha fatto desistere purtroppo è stato proprio questo che hai detto tu. È un mio limite mentale ma io non riesco proprio ad accettare che una moneta di duemila anni venga manomessa(ritocchi,bulinamento, abbassamenti, ripatinamenti....) anche se per far emergere meglio il dritto ed il rovescio. Gli unici interventi che capisco sono quelli finalizzati a salvare la moneta dal cancro del bronzo che porterebbe la stessa al deterioramento irreversibile per tutti gli altri mi dispiace(SOTTOLINEO CHE È SOLO IL MIO PARERE) ma non sono proprio d'accordo ( i venditori sicuramente sì?). Per i denari,perciò ho optato per questa scelta,il fenomeno è enormemente più limitato. Non me ne vogliano i collezionisti dì sesterzi (monete stupende e che seguo parimenti ai denari anche se non ne acquisto). Alla prossima e Ad maiora semper a tutti Antonio1 punto
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Buongiorno, Secondo il mio parere una moneta è rara quando la si incontra raramente, sia per il quantitativo coniato o per il numero ancora in circolazione, sia quando la si incontra raramente in quello stato di conservazione diciamo FDC. Come definire i vari gradi di rarità? (C, R, R2, R.3....) Sempre secondo me gli addetti ai lavori e quindi "i cataloghi in collaborazione" e in base alla storia dei vari passaggi sul mercato dovrebbero aggiungere la sigletta sulla rarità. Il prezzo è un'altra cosa. La moneta può essere comune ma se è molto richiesta, va da se che il prezzo lievita saluti1 punto
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E’ una questione di convenzione . Vi sono troppe serie monetali per assegnare scale sui generis ad ognuna. inoltre la rarità assegnata dai cataloghi d’asta e’ quasi un termine descrittivo , nel senso che deve essere lo studioso/collezionista a saper valutare la vera rarità di un pezzo. Se per un denario di Silla l’asta mi riporta molto raro o rarissimo quasi neanche lo leggo. Sapro’ io - in base alla tipologia e ai vari passaggi e presenza in collezioni - assegnargli la corretta rarità. Discorso non per neofiti ? Vero ma i neofiti dovrebbero farsi aiutare a muovere i giusti passi da qualche amico esperto o commerciante saggio.1 punto
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Discussione molto interessante e a cui provo, nel mio piccolo, a contribuire con il mio punto di vista. Secondo me la rarità non è una propria immanente (visto che parliamo di filosofia della numismatica ) della moneta in sè, ma è una caratteristica descrittiva che le viene attribuita da una comunità. Di conseguenza non può che trattarsi di una definizione soggettiva (all'intera comunità) e relativa (al tempo e allo spazio). Provo a spiegarmi meglio con un esempio. Supponiamo che ci sia una singola moneta completamente inedita sepolta per bene tra le sabbie dell'Africa settentroniale, la definireste (in termini filosofici) "rara"? A rigor di logica direi di no, visto che è una moneta che "non esiste" per la comunità che la potrebbe studiare ed apprezzare. Nel momento in cui venisse scavata, e probabilmente solo dopo un attento studio (dunque non istantaneamente) per poterla collocare correttamente nel panorama complessivo delle sue simili, sarebbe poi definita dalla comunità "estremamente rara". Inoltre, quando parlo di comunità non intendo la specie umana in generale ma solo il cerchio ristretto delle persone che possono apprezzare quel particolare oggetto, in questo caso una moneta di una particolare tipologia. Perciò sono d'accordo che la definizione di rarità sia da intendere in maniera soggettiva rispetto alle persone interessate a quella specifica monetazione. Di conseguenza, essendo una definizione attribuita alla, e non posseduta dalla, moneta all'interno della comunità, l'estensione stessa della comunità gioca secondo me un ruolo fondamentale: 10000 esemplari possono essere estremamente pochi nell'ambito circoscritto di una comunità e un'infinità per un'altra. Quindi, indipendentemente da quale sarà poi l' "equilibrio" di prezzo a cui quella moneta si andrà ad assestare, la rarità dipende in un certo senso da quante persone "richiedono" quella particolare moneta. Probabilmente non ho nemmeno detto nulla di nuovo o sconvolgente, visto che credo sia proprio il concetto di rarità applicato dai cataloghi Saluti!1 punto
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Sri Lanka,10 rupie 1998 Commemorativa del 50° anniversario dell'indipendenza1 punto
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Il concetto di rarità applicato slla numismatica affascina sempre ed e’ un tema dibattuto in maniera ricorrentd dul Forum. Sono assolutamente d’accordo con questa visione. Aggiungo solo che non vi puo’ essere un’unica scala parametrica delle rarità ma che quest’ultima va presa relativamente alla categoria di monete osservate. Alcuni aurei romani sono considerati rarissimi o eccez. Rari quando se ne conoscono 15/20 e magari 10 sono in collez pubbliche. Parimenti alcune emissioni del periodo rinascimentale sono considerate eccez rare quando conosciute in 5 esemplari di cui 2 disponibili sul mercato. Per il Regno e’ eccez rara il 5 lire del 1901 di cui non dappiamo in realtà quanti esemplari sono stati coniati ma guarda caso ne salta fuori uno ogni tre aste di Regno e potrei continuare. il concetto di tiratura e’ quello piu’ fuorviante perche non e’ importante il numero di pezzi sb origine bensi quello giunto a noi. Per il collezionista poi il vero parametro e’ quello dei pezzi disponibili realmente sul mercato. Ad esempio se di un’emissione si conoscono 20 es ma 18 sono in collez pubbliche , la considerero’ piu’ o meno rara di un’altra di cui si conoscono 12 esemplari di cui peto’ 6 sono disponibili sul mercato? infine il valore di mercato - che certamente si parametra con la rarita ‘ del pezzo non e’ indicazione sufficiente per stabilirne una relazione univoca. Il valore infatti e’ influenzato da moltissimi altri parametri. L’esempio portato sopra da Mario e’ calzante. Posso avere due monete entrambe rarissime ma per una la domanda e’ perfettamente elastica : piu’ collezionisti fanno salire il prezzo a livelli altossimi in quanto e’ una moneta celeberrima rarissima contesissima da collezionisti tra i piu’ facoltosi ( il dollaro Morgan o i 20$ del ‘33) mentre un quattrino potra’ esserd raro quanto si vuole ma gia’ in partenza il modulo della moneta, il periodo, la zecca collezionata da pochi aficionados etc faranno si che se anche disponibile - mondialmente - in pochi esemplari restera’ comunque soggetto ad una domanda di nicchia e come tale a valutazioni anche basse o bassissime che non possono essere comparate al suo grado di rarità. Rarito che puo essere comparata a quella di altri pezzi altrettanto rari ma il cui valore - per le circostanze descritte sopra - potra’ essere incomparabilmente superiore. viceversa monete snche abbastanza comuni potranno essere molto richieste e spuntare valori molto elevati a volte rispetto alla loro reale rarità.. rarita’ e valore di mercato sono quindi due concetti da tenere profondamente distinti.1 punto
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Innanzitutto grazie a @AndreaPDper aver postato una variante così interessante che assolutamente ignoravo. Per giunta così piccola ma così rara!!! Confermo quanto cortesemente anticipato da @fabry61 e che esplico meglio alla luce anche da quanto gentilmente riportato dal documentatissimo e gentilissimo @Oppiano: Particolare impulso alla diffusione del trigramma è stato dato da san Bernardino da Siena, al cui nome esso resta associato anche oggi. Bernardino ne promosse l'ostensione ai fedeli accorsi alle sue omelie, raffigurandolo su tavolette di legno, poste sull'altare durante la celebrazione eucaristica. Il trigramma bernardiniano era circondato da un sole a dodici raggi. Solitamente per questo, almeno da quel che so, in campo artistico nord italiano, laddove si trovino affreschi con tale monogramma così raffigurato si data l'opera d'arte posteriormente alla morte del santo in questione. Gli stessi gesuiti lo utilizzarono ampliamente (come mi ha ricordato il buon @417sonia), difatti Il larghissimo utilizzo del trigramma è continuato dopo la controriforma, di cui Bernardino da Siena è stato un precursore. Ignazio di Loyola, infatti, lo scelse come proprio sigillo (1541) e successivamente la Compagnia di Gesù lo adottò come proprio emblema. Si legge infatti in numerose chiese costruite dall'ordine gesuita. Non so se i Soranzo fossero legati all'Ordine dei Gesuiti, e che quindi il massaro in questione si sia preso la libertà di inserirlo nel rovescio della moneta per dedizione all'ordine... Ma la Repubblica lo avrebbe permesso un così chiaro riferimento sacro? Mi pare di capire che sia una prova. Domanda (ma forse la base teorica è tirata): e se invece fossero stati coniati più tondelli con questo rovescio e, a causa del mancato permesso di rientro dei Gesuiti nonostante la fine della Guerra dell'Interdetto (1505/1507) si sia scelto di operare una damnatio memoriae, e quindi sono stati eliminati quei specifici tondelli? Mi rendo conto sia tirata come ipotesi perchè passerebbero 50 anni circa dall'evento con la carica del massaro in oggetto (1553/54 e 1568/69). Grazie a voi tutti1 punto
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Carissimi, per quel che mi pare di capire siamo ancora nella fase delle indagini preliminari, forse neanche chiuse, quindi al momento le ipotesi dell'accusa hanno un solo limite, quello della astratta configurabilità del capo di accusa.... solo dopo la chiusura delle indagini e la richiesta, formulata dal Pubblico Ministero, di rinvio a giudizio ( momento in cui si passa da indagati a imputati e in cui i Capi d'accusa si chiarificano) ci sarà un primo vaglio, di fronte al G.U. P. ( Giudice Udienza Preliminare). Il vaglio ( spesso solo teorico, anche se non mancano buoni Gip che vagliano attentamente le situazioni) si fa un po' più fine e dovrebbe essere valutata la astratta sostenibilità in Giudizio delle accuse ( questo nell'ottica anche di impedire che si celebrino costosi processi sostanzialmente inutili poichè basati sul nulla . Già in questa sede credo sia affrontabile il tema principale delle fatture. Lascerei quindi all'eventuale Dibattimento la valutazione approfondita della questione dolo e quant'altro ( peraltro, con fatture ben difficilmente ipotizzabile a meno che non siano false et similia), per adesso sembra più importante capire quali siano le intenzioni dell'accusa e le sue tesi. ( anche capire chi si ha di fronte è molto importante, se ci si può chiarire e discutere) Non abbiamo tutti gli elementi per capire se l'accusa ha al suo arco solo la presunta appartenenza al territorio italiano delle monete... nel caso fosse così, credo che @ἐξετάζω46 non dovrebbe avere troppe difficoltà a dimostrare la propria buona fede e il proprio corretto agire, in considerazione del fatto che le fatture dovrebbero avere ottimo gioco ( purchè, ripeto, non ci siano retroscena poco edificanti) . Sembra fondamentale avere un buon Avvocato che abbia voglia di conoscere o che conosca già la complicata legislazione e che abbia voglia di "sbattersi" cercando di parlare con il P.M, o Il Gip Gup etc... presentando le proprie ragioni. Almeno altrettanto importante avere un ottimo Perito di Parte che esponga le basi per cui alcune tesi dell'accusa ( sia del P.M. che della P.G) siano insostenibili e lontani dal dettato normativo e fattuale della normalità del mercato numismatico ( non mi soffermo sul merito ma alcune cose scritte sono realmente surreali e in contraddizioni tra loro ). Mi dispiace che cose così avvengano, ma purtroppo sono accadute, accadono e accadranno per un bel po' , almeno fino a che non verrà fatta una seria riflessione giuridica in merito. ( che poi qualcuno ci marci sulla situazione è un sospetto fastidioso che trova terreno fertile in certi atteggiamenti, ma con questo ben poco si può combinare) Il cambio di mentalità non credo sia alle porte, purtroppo... e con grande nocumento per la numismatica italiana, che vede lo scollamento oramai totale tra pubblico e privato.... ahimè! Un cordiale saluto, Enrico1 punto
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L'ultima zecca importante del Nord-Est che mancava è Merano. Anche questa zecca presenta molte difficoltà. Per esempio i Kreuzer di Mainardo II andrebbero classificati per simboli, ma ci vorrebbe moltissimo tempo da dedicarci. Rimane come obiettivo. Per ora c'è un esempio per tante emissioni. Spero che anche così possa essere d'aiuto. Arka Diligite iustitiam1 punto
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RAZZIA CHIUSA @euro collezionista @Romolo75 @Chris73 @aldo marchesi @[email protected] @Savste86 @AngryBird @stegiato @andreacap @Yosemite Sam @cr1c3t0 @undinar @katomic @ruben64 @squyrry @gasp.are sarete ricontattati entro qualche giorno per effettuare il pagamento e decidere se effettuare spedizione immediata oppure congiunta con altre razzie future. grazie della partecipazione Pino1 punto
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Salute a voi quest'oggi devo ringraziare luigi78 per avermi segnalato in chat la moneta importante ,rara ed emblematica per la storia di Napoli: Napoli Ferdinando I d’Aragona (1458-1494). Coronato, quarta emissione 1488-1494. AR . (foglia) FERRANDVS : ARAGO : REX : SICIL : IE Busto anziano coronato e corazzato a destra. Rv. : IVSTA – TVENDA L’Arcangelo Michele, senza nimbo e con scudo crociato, in atto di trafiggere il drago dal volto umano con una lancia terminante con banderuola. CNI 640. Pannuti Riccio 20. MEC 14, pag. 367. Crusafont –. Estremamente raro. BB Ex NAC asta 16, 1999, 1010. Moneta di esimia rarità, questo coronato si differenzia dal tipo solito in quanto al rovescio il drago trafitto dalla lancia dell’Arcangelo Michele ha il volto umano. L’emissione ricorda la sconfitta dei baroni ribelli e l’insolita raffigurazione e la leggenda vengono interpretate come una chiara allusione all’intervento dell’Arcangelo "che, a difesa del sacro diritto sovrano, atterra il demone della ribellione". Ferdinando salì al trono nel 1458, ma poté considerarsi padrone del Regno solo nel 1464, non prima di aver sconfitto, tra il 1459 ed il 1463, il pretendente Giovanni d’Angiò e i baroni ribelli filo-angioini. Seguirono poco meno di venti anni di relativa pace interna, che videro Ferdinando prodigarsi nello sforzo prolungato di consolidare la dinastia, rinforzare lo Stato e accrescerne la ricchezza. Ma questa saggia politica era mal vista dalla nobiltà del regno, che vedeva una minaccia nell’avanzata del potere di Ferdinando. L’occupazione turca di Otranto e la guerra contro Venezia furono le premesse per una seconda rivolta dei baroni che, prescindendo dall’interesse generale del Regno, si preoccupavano solo del proprio vantaggio personale. Il sovrano tuttavia non si fece trovare impreparato e reagì con energia. Promettendo il perdono a tutti i ribelli, sferrò un colpo clamoroso contro un gruppo di traditori che si annidava nel cuore stesso del governo: col pretesto d’un invito alle nozze di sua nipote Maria Piccolomini con un nipote del Conte di Sarno, il re riunì in Castel Nuovo i baroni residenti a Napoli e li fece arrestare. Quelli assenti furono perseguitati dal Duca di Calabria, che procedette a combatterli singolarmente fino alla loro resa. Perse così la vita o scomparve nelle segrete di Castel Nuovo il fior fiore della nobiltà napoletana: finalmente il baronaggio non costituiva più una minaccia mortale per la pace interna o un utile alleato per un eventuale invasore. foto e descrizione provengono dalla 32 asta della casa d'aste Numismatica Ars Classica --Salutoni -odjob1 punto
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