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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/28/21 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti, Un saluto. Raffaele.
    4 punti
  2. Segnalo l'uscita del n. 375 di Panorama Numismatico Questo è il sommario: Curiosità numismatiche – Pag. 3 Andrea Paoli, Compendio sulla monetazione di Aureolo – Pag. 9 Giuseppe Gasbarro, Indagine su un cavallo aragonese: è Ferrandino? – Pag. 14 Marco Pianu, Studio e ipotesi su una moneta inedita sardo-aragonese della zecca di Cagliari – Pag. 17 Giovanni B. Vigna, Michele Chimienti, Guglielmo Cassanelli, Gregorio XVI. Un monaco tra crisi economica e sfida liberale, prima parte – Pag. 23 Adolfo Marciano, Quante spìngule daje pe’ ‘nu turnese? Indagine sul potere d’acquisto delle monete del Regno delle Due Sicilie – Pag. 39 Marco Dubbini, Gli scudi d’argento coniati in Ancona durante l’assedio del 1799 – Pag. 47 Francesca Fernanda Pirera, Uno spaccato sul mercato internazionale. Intervista al dottor Francesco Pastrone, direttore della casa d’aste Éditions Gadoury – Pag. 50 Andrea Keber, Le medaglie murali di epoca carrarese – Pag. 53 Alberto Castellotti, Maccheroni à la reine – Pag. 59 Notizie dal mondo numismatico – Pag. 61 Mostre e Convegni – Pag. 62 Aste in agenda – Pag. 63
    3 punti
  3. Che una discussione chiusa a causa dei flames sia una sconfitta per il forum tutto, è cosa che mi trova pienamente d'accordo. Ma al tempo stesso devo riconoscere che spesso non è oggettivamente possibile fare diversamente. La discussione in questione, chiusa da un collega del CdC, era già partita col piede, o meglio con le foto, sbagliate. L'ostinazione dell'autore a non volerne fornire altre ha portato qualcuno a reagire sopra le righe. A quel punto, vista la situazione di stallo venutasi a creare (senza nuove foto non si poteva dire nulla di più sulle monete, e sarebbero continuate solo le polemiche), non c'era altra soluzione che quella giustamente adottata. petronius
    3 punti
  4. La chiesa di San Teodoro al Palatino fu costruita nel VI secolo e dedicata a san Teodoro di Amasea, probabilmente riutilizzando un tempio circolare preesistente. La tradizione voleva che il tempio fosse dedicato a Romolo, e che qui fosse conservata la Lupa capitolina fino al 1471, prima di essere spostata al Laterano. Ricostruita sotto papa Nicola V, perse il suo status di chiesa titolare per volere di papa Sisto V. Nel 1643 fu rinnovata dal cardinale Francesco Barberini; papa Clemente XI la fece ricostruire a Carlo Fontana (1703-1705), facendo sgombrare le macerie dell'antica chiesa di san Teodoro, nei pressi del foro romano; Fontana progettò anche il cortile esterno con la piazzetta tuttora esistente. Al completamento dei lavori, la chiesa fu quindi affidata da Clemente XI alla Società del Sacro Cuore di Gesù. Clemente XI (1700-1720), PIASTRA (Munt 40), al R/ la veduta della chiesa rotonda di S. Teodoro al Palatino con grande atrio ed ingresso con gradinata a doppia rampa. La stessa chiesa in un'incisione del 1821 ed in una stampa del 1826.
    3 punti
  5. Per completezza e ancoraggio all'iconografia :
    3 punti
  6. Chiudo in quanto la discussione è ampiamente andata fuori tema. @staterepegaso L'attendibilità di una risposta su autenticità/conservazione di una moneta basata su fotogrammi è proporzionale alla qualità dei fotogrammi stessi.
    3 punti
  7. Ciao,volevo fare una piccola considerazione per quel che riguarda una discussione di ieri che è stata chiusa questa mattina dal CdC. ( Greche in argento).Sono iscritto al forum da circa tre mesi e devo dire che per fortuna questa cosa è capitata poche volte ma,e qui vengo al mio pensiero, dovremmo impegnarci tutti affinché questo non accada più. Secondo me non è una cosa impossibile da farsi: educazione e rispetto da parte di chi fa richieste agli esperti del forum(che gentilmente mettono a nostra disposizione il loro sapere in maniera gratuita) ed anche un po meno permalosita' da parte di alcuni che intervengono nelle discussioni a volte anche sopra le righe mi dispiace dirlo. Quando una discussione sul forum viene chiusa ricordatevi che non c'è mai un vincitore ed un vinto, uno che ha ragione ed un altro che ha torto,ma perdiamo dal punto di vista numismatico tutti quanti! Questo ovviamente é un mio pensiero che ci tenevo ad esternare e a farvi conoscere, ovviamente senza polemiche verso niente e nessuno?. Alla prossima ed a tutti noi ad maiora semper. ANTONIO
    2 punti
  8. Ciao Rocco @Rocco68, innanzitutto bellissima la tua Piastra che presenta una patina eccellente. Ma...“Cos'è e come si forma la patina?” E' una questione non facile da affrontare. La formazione della patina è un processo estremamente complesso: la moneta in lega d'argento risente dell'ambiente esterno e delle manipolazioni, in quanto questo metallo è corruttibile e abbastanza malleabile. Le variabili sono innumerevoli e pertanto la formazione della patina non è riproducibile in maniera standard. La base è sempre l'ossidazione superficiale, che si può presentare in molti modi, strettamente legati alla conservazione ed appunto all'ambiente circostante. Pertanto una moneta posta in un luogo umido potrebbe sviluppare velocemente una patina pesante bruno-nerastra. Un'altra, in ambiente secco ed aerato, dopo qualche anno si presenterà con una patina tendente al biondo, più carico in prossimità dei rilievi ( ma non è la regola). In qualche rarissimo caso sarà visibile la cosiddetta “patina iridescente” che però, nella grande maggioranza dei casi, è una patina artefatta ( penso che tutti noi abbiamo presente le forzature con il “fegato di zolfo” o il “metodo dell'uovo”). Grande importanza ha dove si conserva la moneta. Negli anni '60 – '70 erano in commercio degli album con taschine di plastica ( mi sembra in acetato ) che rendevano l'argento macchiato con delle antiestetiche macchie verde brillante ( la moneta non respirava e l'umidità atmosferica faceva il resto). Attualmente gli album con nuovi tipi di plastiche o le capsule non hanno più questi problemi, ma “congelano” le monete senza possibilità che si sviluppi una patina (lo stesso vale per gli orribili “slab”). Come insegna l'esperienza, il metodo migliore per conservare una moneta è un vassoio ricoperto di vero velluto ( non plastica simile al velluto ) posto possibilmente in un monetiere o un cofanetto di legno. Non saprei dire perchè, però la moneta conservata in tale modo, sembra sempre in evoluzione e la patina che si crea è piacevole e naturale. Come rilevato da @QuintoSertorio, logica vorrebbe che il lato rivolto verso l'osservatore patinasse di più rispetto a quello appoggiato sul velluto ( l'aria ha sempre una percentuale di umidità, pulviscolo, fumi etc). Non sempre è così. Io mi sono fatto un'idea (del tutto opinabile): il velluto, soprattutto se di un vassoio di qualche decennio fa, ha comunque assorbito e concentrato degli elementi esterni, che poi rilascia su quel lato della moneta. Devo anche dire che è mia abitudine, ogni tanto, girare le monete proprio per cercare di uniformare la patina. Saluti a Tutti, Beppe
    2 punti
  9. Ciao @QuintoSertorio, posso confermarti quello che da tanti anni noto negli argenti della mia Collezione che riposa nei vassoi in velluto dentro valigetta. Le monete non le ho mai pulite, riposano per lunghi periodi fra un controllo ed un altro, a volte rimangono con le facce invertite d/r. Noto in tutte la formazione di una leggera patina dai riflessi iridescenti più marcata sulla faccia che poggia sul velluto.
    2 punti
  10. Il disallineamento del nastro incuso rigato si verifica solo per la zecca di Napoli e in due punti contrapposti,mentre sul conio romano è più curato e perfettamente allineato... Durante un mio studio su questo nominale non ho trovato coni napoletani allineati e coni romani disallineati...
    2 punti
  11. @Stilicho non esiste la 140b o d. Il RIC classifica questo tipo come RIC 140, poi questa può avere un busto drappeggiato o drappeggiato e corazzato. È il tipo di busto che può essere b o d con legenda 2 ma fa parte delle tavole non della classificazione.
    2 punti
  12. Una patina gradevole, saluti a tutti.
    2 punti
  13. Allora ti faccio un esempio. Dal quinto piano di un palazzo scatto una foto sul marciapiede affollato e ti dico: ma come non dovresti capire quali sono le donne belle? Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  14. 238 L'anno dei sei imperatori "Dopo che Massimino ebbe ridotto la maggior parte delle famiglie più facoltose alla povertà, egli cominciò a ritenere che ciò fosse insignificante o poco importante, e non sufficiente a soddisfare i suoi desideri. Così si rivolse al tesoro pubblico e cominciò ad espropriare denaro cittadino, che era stato raccolto per essere distribuito al popolo romano attraverso i congiaria (distribuzioni alimentari e in denaro), oltre a fondi messi da parte per rappresentazioni teatrali e spettacoli." (Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio, VII, 3.5) I costi crescenti delle guerre, condotte prima lungo il limes renano e poi danubiano, costrinsero Massimino a confiscare nuovi beni anche ai provinciali. Le offerte nei templi, le statue degli dei, gli ornamenti in pubblici edifici e a fonderli in nuove monete al fine di “mantenere la fedeltà” dei suoi soldati con stipendia e donativa. Ciò portò ad un'aperta rivolta anche da parte di provinciali e della stessa plebe locale, i cittadini arrivarono a farsi uccidere piuttosto che permettere che i propri templi venissero profanati. Gli stessi soldati di Massimino iniziarono a mostrare dissenso poiché sapevano che, i loro familiari, rischiavano di essere uccisi dai loro stessi commilitoni in caso di opposizione al nuovo regime imperiale. Nessuno ebbe, però, il coraggio di ribellarsi apertamente fino alla fine del suo terzo anno di regno, era il marzo del 238. Massimino il trace, sesterzio SALVS AVGVSTI Frattanto, lungo il fronte orientale, negli anni 237-238 le città della provincia romana di Mesopotamia, Nisibi e Carrhae, furono assediate e occupate dai sasanidi. Non a caso anche Erodiano suggerisce che i sasanidi rimasero tranquilli per tre o quattro anni dopo le campagne di Alessandro Severo del 232, il cui esito finale fu assai incerto per le due parti. All'inizio del 238 (all’incirca a marzo), nella provincia d'Africa, l’estorsione di un funzionario del fisco (il Procurator Augusti del distretto di Cartagine) che per mostrarsi zelante a Massimino, attraverso una sentenza, comprata in una corte corrotta, contro proprietari terrieri locali, accese una rivolta generale nell'intera provincia. I proprietari terrieri armarono i loro "clienti" e contadini, oltre ad alcuni militari e, prima uccisero il funzionario corrotto e poi presero Tisdrus (l'odierna El Djem) e proclamarono imperatore il governatore della provincia africana, Gordiano I (all'epoca ottantenne). Quest'ultimo, anche se inizialmente non voleva indossare la porpora imperiale, tanto da essere stato minacciato con le armi nel caso non avesse accettato, in seguito accettò il titolo di Augusto insieme al figlio, Gordiano II, nella città di Tisdrus. Poi decise di inviare alcuni ambasciatori a Roma per trovare consensi (tra cui il futuro imperatore Valeriano), e dispose di occupare la stessa Cartagine. Gordiano I, sesterzio SECVRITAS AVGG Poco dopo il prefetto del pretorio di Massimino, Vitaliano, veniva ucciso a Roma da alcuni sicari li inviati da Gordiano I; molti amici di Massimino furono messi a morte (tra procuratori e magistrati), compresi molti innocenti, come pure il Praefectus Urbi Sabino, ucciso dalla folla in una sommossa. Il Senato di Roma riconobbe, quindi, i due nuovi imperatori come Augusti (promettendo, addirittura, al nipote tredicenne Gordiano III, pretura, consolato e titolo di Cesare), dichiarando Massimino hostis (nemico dello stato) e chiedendo, infine, l'aiuto di tutte le province affinché combattessero per la comune salvezza e libertà, ricevendo la quasi totale adesione, con la messa a morte di numerosi funzionari, amici, generali e militari fedeli a Massimino. Le onorificenze militari di quest'ultimo vennero, inoltre, revocate, il suo nome e quello di suo figlio furono cancellati dalle iscrizioni e dai papiri, le sue statue abbattute e i dipinti celebranti le sue vittorie sui germani, che adornavano la Curia, furono staccati e bruciati. Massimino, venuto a sapere di questi eventi, preferì riflettere per un paio di giorni con i suoi consiglieri, piuttosto che reagire in modo irrazionale. Poi decise di marciare verso l'Italia con l'intero suo esercito e alcuni contingenti di mauri, galli e alleati germani appena sottomessi, dopo aver fatto alle truppe un nuovo donativum. E prima di partire pronunciò questo discorso alle truppe schierate: "Sono sicuro che ciò che vi sto dicendo sarà per Voi [soldati] incredibile e inaspettato. Secondo me ha dell'incredibile, come pure appare ridicolo. Qualcuno sta levando le armi proprio contro di Voi e il vostro coraggio. Ma non i germani, che avete sconfitto in molte occasioni, neppure i sarmati, che regolarmente hanno chiesto la pace. I persiani dopo la loro recente invasione della Mesopotamia, sono ora calmi e contenti dei loro possedimenti. Il fatto che stiano in queste condizioni, è dovuto alla vostra reputazione per il coraggio con cui combattete, oltre all'esperienza del mio comando, quando fui comandante delle legioni che si trovano lungo il fiume [Eufrate]. Non sono quindi loro, ma i Cartaginesi che sono impazziti. Essi hanno persuaso o forzato un uomo debole e vecchio, che è uscito di senno per la vecchiaia, a diventare imperatore, quasi fosse un gioco in una processione. Ma che sorta di armata hanno messo insieme, quando i littori sono sufficienti a mala pena a servire il loro governatore? Quale sorta di armi utilizzano, non avendo nulla o forse solo le lance utilizzate negli scontri tra gladiatori e bestie? La loro sola esperienza di combattimento è nei cori o nelle battute spiritose o nelle danze. [...] Queste sono le persone contro cui noi dobbiamo combattere una guerra, se "guerra" è la parola corretta per definire ciò. Sono convinto che dovremo marciare verso l'Italia, fino a quando ciascuno di loro non si presenti a noi con un ramo d'ulivo e ci porti i propri figli, chiedendo il perdono e inginocchiandosi ai nostri piedi. Gli altri invece scapperanno, perché sono dei poveri codardi. Io allora distribuirò a tutti Voi le loro proprietà, e voi potrete prenderle e rallegrarvi senza alcuna riserva." (Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio, VII, 8.4-8) Gordiano II, sesterzio ROMA AETERNA Dopo questo discorso alle truppe, Massimino si mise in marcia per l'Italia, portando con se' anche numerose macchine d'assedio, che però rallentarono non poco la marcia. Ciò lo convinse ad inviare, come avanguardia, le legioni pannoniche, affinché cominciassero ad occupare le prime postazioni in Italia, mentre la grande armata stava sopraggiungendo. Le unità pannoniche, non solo negli anni si erano dimostrate a lui estremamente fedeli, ma per prime si erano dichiarate favorevoli alla sua elezione ad Imperatore. Frattanto a Roma il Senato si esprimeva in questi termini, secondo la Historia Augusta: "Il Senato ed il Popolo romano, grazie ai principi Gordiani, avendo deciso di liberarsi da quella belva ferocissima [di Massimino], augurano ai proconsoli, governatori, legati, generali tribuni, magistrati, singole città, municipi, fortezze, villaggi, castelli quella prosperità che ora stanno cominciando a godere. Grazie al favore degli dei, abbiamo avuto quale imperatore il proconsolare Gordiano, uomo integerrimo e senatore di grandi principi morali, a cui abbiamo conferito il titolo di Augusto, non solo a lui ma anche al figlio, nobile e giovane Gordiano, a ulteriore protezione della Repubblica. Ora a voi sta dare il vostro assenso alla lotta per la salvezza della Repubblica, per impedire ogni scelleratezza e difenderla da quella belva e dai suoi amici, ovunque essi siano. Noi abbiamo dichiarato Massimino e suo figlio nemici pubblici (hostis)." (Historia Augusta - I due Massimini, 15.6-9) La rivolta in Africa fu il risultato di un episodio non programmato. Il comandante di una parte della Mauretania, chiamata Numidia, il senatore Capelliano, fedele a Massimino, sbaragliò prima le milizie di Gordiano II che morì nel corso della battaglia di Cartagine, poi indusse il padre, Gordiano I, a togliersi la vita impiccandosi, ponendo così fine alla loro rivolta. Allora Capelliano, risultato vincitore in nome di Massimino, mise a morte tutti coloro che avevano appoggiato Gordiano I in Africa, distrusse città, saccheggiò templi, distribuì ai suoi soldati i dona votiva, fece quindi strage tra la plebe cittadina e la nobilitas delle città. Si preparava, infine, ad assumere il potere imperiale, nel caso in cui Massimino fosse morto. Intanto Massimino, preso da una terribile collera contro il suo stesso figlio Massimo, il quale, a suo tempo, si era rifiutato di recarsi a Roma, lasciando così ai senatori mano libera nella capitale, decise di marciare con le sue legioni pannoniche sulla "città eterna", dopo aver distribuito un nuovo e ricco donativum ai suoi soldati. Temendo ora la naturale reazione di Massimino, che si stava preparando per una marcia contro Roma, ora che i due Gordiani erano morti, i senatori decisero di continuare la resistenza eleggendo co-imperatori ed Augusti due di loro, Pupieno (che era stato praefectus Urbi) e Balbino (tardo aprile, inizi di maggio 238). Tuttavia una fazione a Roma preferì il nipote di Gordiano I, Gordiano III, tanto che ci furono duri combattimenti nelle strade di Roma: Balbino e Pupieno accettarono, allora, di proclamare il giovane Gordiano III Cesare. Balbino, sesterzio PROVIDENTIA DEORVM I tre avversari di Massimino potevano contare su milizie formate da coscritti e da gruppi di giovani, mentre l'imperatore aveva a propria disposizione un grande esercito che veniva da anni di guerre. Massimino, avendo ormai capito, che l'odio che il Senato di Roma aveva nei suoi confronti "non avrebbe avuto più fine”, decise di marciare rapidamente su Roma per spazzare via i suoi oppositori. Giunto in prossimità di Emona, pensava di trovarvi un esercito pronto a combatterlo, e invece, scoprì che tutti gli abitanti della regione si erano ritirati in città, portando via tutto ciò che poteva fornire vettovagliamento per il nemico. Ciò generò i primi malcontenti tra i suoi soldati, inizialmente contenuti in silenzio, poi sfociati in contestazioni verso il loro comandante. Molti affermano che Massimino trovò invece Emona, vuota e priva di ogni genere alimentare, poichè ogni cosa era stata distrutta preventivamente dagli abitanti, che poi avevano abbandonato la città. Massimino se ne rallegrò, credendo che l'intera popolazione fosse fuggita al suo arrivo. Dopo aver soggiornato una notte, si rimise in marcia e passò le Alpi, senza incontrare alcuna opposizione. Pupieno, sesterzio PAX PVBLICA Quando l'esercito di Massimino giunse in vista di Aquileia, posta all'incrocio di importanti vie di comunicazione e deposito dei viveri e dell'equipaggiamento necessari ai soldati, la città chiuse le porte all'imperatore, guidata da due senatori incaricati dal Senato, Rutilio Pudente Crispino e Tullio Menofilo, i quali disposero molti uomini armati lungo l'intero percorso delle mura, che nel frattempo erano state rinforzate. Massimino prese allora la decisione a lui fatale: invece di scendere rapidamente sulla capitale con un contingente, mise personalmente sotto assedio la città di Aquileia, permettendo ai suoi avversari di organizzarsi: Pupieno, a cui era stata affidata la conduzione della guerra raggiunse Ravenna, da cui diresse la difesa della città assediata. Balbino era preposto alla difesa di Roma, dove fronteggiò una rivolta cittadina. Sebbene il rapporto di forze fosse ancora a vantaggio di Massimino, il difficile e prolungato assedio che si protraeva senza risultato, malgrado ci fosse stato un segnale di cedimento, poi rientrato, da parte della popolazione della città ad arrendersi, la penuria di viveri e la rigida disciplina imposta dall'imperatore (portando anche all'assassinio di alcuni generali delle legioni pannoniche), causarono l'ostilità delle truppe verso l'imperatore. Si aggiunga il fatto che il Senato di Roma aveva inviato, ex-pretori ed ex-questori, in tutte le città dell'area intorno ad Aquileia, per predisporre ovunque misure di sicurezza atte a difendere ogni cosa da possibili attacchi di Massimino, tanto che quest'ultimo si trovò nella posizione critica di essere egli stesso assediato, con l'intero mondo romano ostile. I soldati della Legio II Parthica (solitamente di stanza nei castra Albana), presi dal timore, verso mezzogiorno, durante un momento di pausa del combattimento, strapparono le sue immagini dalle insegne militari, per segnalarne la deposizione, poi lo assassinarono nel suo accampamento, assieme al figlio Massimo, mentre i due erano coricati sotto la tenda (10 maggio 238). Poi infilate le loro teste in cima a delle picche, ne fecero mostra agli Aquileiensi. "[...] lo stesso Massimino, quando si trovò abbandonato e vide il figlio ucciso sotto i suoi occhi, si diede la morte con la propria mano, affinchè non gli toccasse in sorte una morte indegna di un uomo." (Historia Augusta - I due Massimini, 32.5) Secondo, invece la versione Zosimo, una volta che Massimino si accorse di essere in grave pericolo per la sua vita: "[...] Massimino, condusse il proprio figlio come supplice, davanti ai soldati, pensando che la sua giovane età sarebbe stata sufficiente a cambiare il loro odio in compassione. Ma i soldati assassinarono con grande ferocia sia il ragazzo, sia subito dopo Massimino. Uno di loro si fece avanti e gli staccò la testa [di Massimino] e la portò a Roma, come evidente segno di vittoria." (Zosimo, Storia nuova, I, 15.1-2) Massimo, sesterzio PIETAS AVG A Roma allora vennero subito abbattute le sue statue ed i suoi busti, mentre il suo prefetto del pretorio fu assassinato assieme ad altri suoi amici. Poi le teste dei due ex-sovrani, padre e figlio, furono inviate nell'Urbe, mentre i loro corpi furono mutilati e dati in pasto ai cani. Il Senato elesse imperatore il tredicenne Gordiano III e ordinò la damnatio memoriae per Massimino. "Questa fu la fine dei Massimini, degna della crudeltà del padre, ma ingiusta nei confronti della bontà del figlio. La loro morte suscitò grande gioia tra i provinciali, e profondo dolore tra i barbari." (Historia Augusta - I due Massimini, 24.1) Gordiano III, sesterzio IOVI STATORI Pupieno e Balbino sconfissero Massimino Trace principalmente grazie alla diserzione di alcune legioni, in particolare della Legio II Parthica, che assassinò Massimino. Il regno di Pupieno e Balbino fu minato fin dall'inizio da ribellioni popolari, dal malcontento nelle legioni ed anche da un enorme incendio che divorò Roma nel giugno del 238. Il 29 luglio Pupieno e Balbino furono uccisi dai pretoriani e Gordiano III, giovanissimo, fu proclamato imperatore, riconosciuto anche dal Senato. In suo onore furono organizzati gare sceniche e ginniche. Pupieno e Balbino furono colpiti dalla damnatio memoriae; le famiglie senatorie che erano state al potere sotto la dinastia dei Severi mantennero i propri posti e detennero il potere effettivo, controllando, di fatto, il giovanissimo imperatore. (Liberamente tratto dalla Wikipedia, immagini acsearch) Ave! Quintus
    1 punto
  15. Buon giorno a tutti i "lamonetiani". Volevo segnalare il prossimo VI^ convegno filatelico-numismatico di Venezia-Mestre nel giorno 16 ottobre p.v. dalle ore 9.00 alle 18.00 nella consueta collocazione del Novotel di Mestre, immediatamente adiacente all'uscita Castellana della Tangenziale di Mestre. Il lusinghiero successo della manifestazione del 2020, pur conscio della situazione molto particolare che stiamo vivendo, e, visto l’annullamento di tutti i convegni precedenti (adesso sta iniziando la stagione convegnistica) e la lenta ripartenza che si prospetta, mi fa considerare questa edizione ancora come una sfida. Sia alla fine del convegno precedente, sia adesso sto avendo richieste di conferma dell’effettuazione della manifestazione. Che confermo, quindi, in questa sede ed inizio a pubblicizzare oggi. La squadra che mi accompagna è sempre la stessa, collaudata: quindi sia i Circoli Numismatico di Padova e quello Filatelico-Numismatico di Noale, oltre che Andrea Melchioretto, fresco Responsabile Comunicazione e Social della NIP (https://numismaticinip.it/segreteria), che coordinerà la parallela sessione culturale-divulgativa. Al momento ci sono in programma tre memorie, contando di ampliarle, il dettaglio e l’ufficializzazione verrà fatta convenientemente in anticipo e quando avremo il panel certo di tutti i relatori. Ovviamente vi sarà da sottostare ai protocolli previsti, confidando in una definizione chiara delle modalità da parte del legislatore. Allego a tal proposito locandina dell'evento. Come sempre la lista dei partecipanti la redigerò poco prima. Sempre a disposizione. Stefano Palma – alias Sivis
    1 punto
  16. Cari Lamonetiani, buongiorno. Oggi voglio sottoporvi una moneta in mio possesso da tempo immemore che qualche giorno fa ho postato "per stare al gioco" nella simpatica discussione "Il museo degli orrori" inserita nella sezione "La piazzetta del numismatico". Del Reame colleziono unicamente le Piastre di Ferdinando II (qualcuno di voi le ricorderà in qualche discussione proprio in questa sezione). La moneta in oggetto, tempo addietro, fu periziata come Tornese "Cornucopia" 1622 sostanzialmente perché - viste le misere condizioni proprio della data - presentava il millesimo solo al D/ e quindi, per deduzione, doveva trattarsi di quell'anno perché i 1621 conosciuti (peraltro in pochissimi esemplari tutti R4 o R5) presentano la data solo al R/. Ora però, grazie proprio alla discussione dell'esimio @caravelle82 ho ripreso lo studio di questo consunto tondello perché il dubbio che sia un '21 mi è rimasto e si è rinforzato. A occhio nudo non riesco a individuare la forma del 2 finale, ma percepisco un breve tratto verticale. Qui sotto vi posto la foto presentata per l'occasione nel discussione dianzi detta dove i colori sono stati "forzati" per aumentare la visibilità dei rilievi senza però, sottolinearli con tratti aggiuntivi: Come potete vedere, la data è abbastanza leggibile nelle prime tre cifre "162...", mentre per l'ultima possiamo solo notare due "punti" allineati (che sembrano formare un tratto) e che non è visibile né l'arco superiore né il tratto orizzontale della base di un eventuale secondo "2". Mi rendo conto che Vi chiedo di giudicare da una foto e che quindi qualcuno può storcere il naso sull'emettere qualsiasi giudizio: Vi prego solo di considerare che le foto sono state fatte tramite stativo e con una camera EOS 500D, quindi con un minimo di accuratezza. Sollevato il dubbio, ho proceduto a rifare le foto con luce radente da più direzioni (le frecce gialle indicano la provenienza dell'illuminazione) e ho solo schiarito un poco l'immagine per renderla più leggibile. La figura 1 è praticamente la stessa della precedente, mentre la figura 2 si presenta ruotata di 90° presentando un cambiamento di luce interessante dove, a mio avviso, l'1 ipotizzato sembra più evidente (anche qui i segni di un eventuale 2 non appaiono). Nella figura A evidenzio la possibile intrpretazione dei rilievi, mentre nella figura B riporto l'immagine del millesimo 1622 per confronto (tratto dal catalogo "La Moneta"). Un'ulteriore rotazione (figura 3) porta - sempre a mio avviso - ad una ancor maggior evidenza del numero 1 che sembra "coprire" col proprio rilievo, grazie alla modificata illuminazione, in parte il numero 2 altrimenti ben visibile nelle precedenti immagini: Ora Vi chiedo, in via del tutto ipotetica perché stiamo ragionando sul delle immagini e non sul tondello anche se sembrano riprodurre fedelmente la moneta, potrebbe trattrsi di un inedito 1621? Ricordo che i Tornesi 1621 sono assai rari e quindi non è detto che i pochi conosciuti esauriscano tutte le varianti di un conio martello, anzi sembra più facile reperire una variante non censita che trovarne uno uguale ad un altro... a Voi l'ardua sentenza.
    1 punto
  17. Ciao Michele @Zenzero, purtroppo fino a domani(spero) non riesco a consultare il Baldassarri ma si tratta sicuramente di un sesino A.X.1 , quello che sembra un segno di zecca dovrebbe però essere un tratto del nimbo della vergine, peccato che non si veda il vero segno che dovrebbe essere un po più in basso perché la vera rarità poteva proprio essere quella, domani ti do un mio parere. Intanto dai un'occhiata a questa discussione sui miei due esemplari dove fortunatamente è intervenuta anche Monica Baldassarri, un ? a tutti e a presto.https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.lamoneta.it/topic/129868-sesino-pisa/&ved=2ahUKEwiG2ZWG09TyAhUS3qQKHVImD6kQFnoECAMQAQ&usg=AOvVaw2h5fl9p8nkwOXcuKN6z1_n
    1 punto
  18. Ottima deduzione, osservando i vassoi vuoti (usati) riportano le tracce circolari scure delle monete passate in collezione nei vari anni. Gli ossidi dell'argento rimasti, aiutano a patinare le altre monete?
    1 punto
  19. Ciao,grazie per il tuo intervento. Il mio post non era assolutamente contro la decisione di chiudere la discussione(avete fatto benissimo) penso che questo sia chiaro e ci tenevo a precisarlo, ma unicamente una mia riflessione perché quando succede almeno per me non è una cosa piacevole. Concludo con l'auspicio che in future discussioni tutto questo non debba più accadere. Sono un ottimista ma tant'è ☺. Auguro una buona serata ed alla prossima ANTONIO
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  20. Un'altro indizio potrebbe essere la posizione del numerale "IIII"del Re,nel 1621 parte dal centro della testa del Re per scendere verso la nuca, mentre nel 1622 di trova perfettamente al centro sopra la testa del Re,questo perché nei 1621 il nome del Re è trascritto in PHILIPPVS,mentre nel 1622 è trascritto in PHILIPP, quindi essendo più corto il nome il numerale rimane più arretrato... Ci sono comunque esemplari per il 1622 con nome PHILIPPVS,e altri esemplari senza data al rovescio,ma comunque,secondo il CNI,il 1621 è solo con PHILIPPVS e con data anche al rovescio divisa dalla cornucopia,quindi se consideriamo la posizione del numerale del Re nel tuo esemplare,e che non porta la data al rovescio allora si può affermare con un certo margine di sicurezza che il tuo esemplare è un 1622...
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  22. Stati Uniti d'America - Quarter "State" Dollar 2002 - Mississippi La nuova bandiera del Mississippi, di recentissima istituzione e che sostituisce quella in vigore dal 1894, con al centro il fiore di magnolia simbolo tradizionale dello stato, contornato in basso dal motto "Confidiamo in Dio", ai lati dalle 20 stelle a 5 punte a simboleggiare che è il ventesimo stato ad aderire all'unione, sul cui culmine una stella dorata a ricordo dei Nativi Americani che vivevano nel territorio prima della colonizzazione degli europei.
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  23. Ciao Antonio, mi trovi d'accordo in parte. Personalmente vedo il concetto di forum come un qualcosa di "più elevato" rispetto ad esempio un gruppo facebook dove possono nascere discussioni di ogni tipo con risposte di ogni tipo. Quindi sono d'accordissimo sul mantenere un certo atteggiamento e controllo, d'altra parte però, proprio perché ritengo che il forum non sia una piazza del mercato dove ci si può approcciare in maniera spartana e non educata, è anche giusto che certe discussioni vengano troncate. È bello avere un luogo di confronto in cui anche la forma e il modo di porsi rispetti determinati canoni. Quando mi sono iscritto qui, sono entrato in punta di piedi e credo sia giusto così. Saluti Dario
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  24. Ciao, La discussione chiusa è sotto analisi dal @CdC. Quindi invito a mantenere i toni pacati e a ponderare bene cosa si scrive, per evitare che questa discussione diventi il seguito di quella chiusa. Grazie
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  25. Io, per esempio, come commerciante, ho deciso di non andarci. I rischi sono maggiori dei benefici
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  26. La moneta è autentica, zecca di San Francisco millesimo comune oltre 300K pezzi coniati conservazione sul BB, valore dell'oro con leggero plusvalore, difficile da realizzare se venduta ad un professionista del settore. Saluti TIBERIVS
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  27. Forse può aiutare... ? ...consiglio di leggere gli aspetti editoriali e tecnici. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Cento_vedute_famose_di_Edo
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  28. Ci provo, tanto e' un gioco: M a S salamella; R è men sola MASSA LAMELLARE MENSOLA Ciao da Stilicho
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  29. TAGLIO: 50 cent NAZIONE: San Marino ANNO: 2006 TIRATURA: 408.880 CONSERVAZIONE: SPL LOCALITÀ: Città di San Marino (RSM)
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  30. Ciao,mi permetto di consigliarti di rileggerti il mio intervento su cui hai fatto questo tuo post. Puoi dire tutto ma tranne che ho fatto l'avvocato del diavolo. Non so da dove tu l'abbia estrapolato! Va bene che è la tua opinione ma non la puoi fare su cose che io non ho pensato ne tantomeno scritto. Nel mio post ho attaccato staterepegaso e non l'ho difeso,spero che le cose per te ora siano chiare....?
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  31. Cioè , con parole tue ?
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  32. Può benissimo esserlo. Non credo che cambi il valore in generale, ma essendo stata emessa in maniera molto più limitata rispetto alle 2 ed alle 4 gazzette è una variante interessante.
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  33. Ciao, capisco il tuo risentimento verso l'autore del topic ma sinceramente perché te la prendi con chi ha cercato di dare una risposta? L'intervento fatti dagli esperti potrà non servire al diretto interessato ma può servire ad altri appasionati che seguono la discussione quindi sono sempre utilissimi. Questo te lo dico naturalmente senza vena polemica da parte mia,sia ben chiaro ?. Alla prossima ANTONIO
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  34. Ciao! Proprio così; è una monetina anonima veneziana. Precisamente un quattrino da 4 bagattini. Saluti Luciano
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  35. Ciao a tutti, Questo è indubbiamente quello che ogni Collezionista dovrebbe fare... lasciar crescere con lui le patine in un ambiente ideale, composto da velluto, buon legno, e da una temperature scevra da umidità e da sbalzi termici. Mi piace la patina della tua piastra del '48, sembrerebbe avere piacevoli iridescenze. Andrebbe valorizzata con una foto professionale... Allego un mio esemplare che ha una patina di vecchia collezione. Da quello che si vede, le patine da collezione attraenti sono davvero molto rare; il più delle volte perchè le monete vengono lavate (mi è capitato di vendere una piastra, con gradevole patina da collezione, che è stata puntualmente lavata e rivederla qui sul forum). A volte si vedono inizi di una (sottile) patina, o di una patina che ricopre solo parzialmente la superficie delle facce della moneta. Questo, di nuovo, spesso dipende dai trascorsi della moneta; lavaggi impropri provocano un blocco del processo ossidativo che inizierà dopo molto tempo, e quando lo farà, la patina ne risentirà, sia dal punto di vista dell'estensione che della conformazione delle varie tonalità di colore. Poi non parliamo delle patine "aiutate" nei modi più disparati... Personalmente la reputo un po troppo pesante, anche se non mi dispiacciono affatto patine con tonalità scure. Ti ho modificato solamente le ombre e le luci della tua foto, ottenendo il risultato che ti allego. Non so se il risultato sia reale o meno perchè dipende dalle condizioni di scatto. Da queste modifiche vedo una tonalità giallastra al D/...
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  36. 2002 Norvegia - 20 korone curiosità: A cavallo del XX° e XXI° secolo abbiamo avuto due date palindrome nell'arco di soli 11 anni (1991 e 2002), successivamente si ritorna ad averla dopo 110 dieci anni (esempio: 1771 - 1881 - 1991 - 2002 - 2112 - 2222 (radar + poker) - 2332 ecc.)
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  37. La mia preferita però di questa piccola pescata pisana è questa corona in zinco del Protettorato di Boemia e Moravia del 1942. Moneta storica che cercavo da tempo e finalmente ho scovato anche in una piacevole conservazione.
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  39. Grazie @Rocco68 per questa nuova Discussione che fa affiorare tanti ricordi... ASPETTANDO IL “TESTONE” DI CARLO EMANUELE Ero agitato ormai da parecchi giorni. La questione cominciava a diventare una vera e propria ossessione. Quando sentivo il rumore di un'auto mi affacciavo alla finestra e scrutavo come fossi una vecchia portinaia. Se poi l'auto era dipinta di bianco e giallo come quella delle Poste Italiane, mi precipitavo al cancello, rischiando figuracce epiche. Qualche mese prima un mio Collega mi aveva introdotto alle meraviglie del Web ed avevo scoperto la “Baia”, dove si vendeva di tutto, anche le adorate monete. Il sito era piuttosto grezzo, si trovava di tutto, le descrizioni erano inesistenti e le fotografie approssimative. I pochi Venditori che si affacciavano a questo nuovo tipo di comunicazione, erano molto “variegati”: da quello che vendeva a prezzi spropositati un brutto 50 Lire Vulcano a quello che voleva disfarsi della propria collezione a prezzi bassi ( specie ormai estinta da parecchi anni ). Trovai un bello Scudo di Carlo Emanuele III° ad un prezzo veramente ridicolo. Lo comperai immediatamente ed incominciai ad aspettare. Passavano i giorni e della Raccomandata neanche l'ombra. Sempre più agitato, temendo la classica fregatura, telefonai al Servizio Clienti che, dopo molte difficoltà, mi lasciò il recapito telefonico del Venditore. Mi rispose una voce anziana e roca con inflessione siciliana. Mi ricordò subito Camilleri quando raccontava alla Rai il suo prossimo libro. Passai quasi un'ora con lui al telefono e mi spiegò che era stato Magistrato in Piemonte per molti anni ed aveva messo insieme una bella raccolta di Monete Sabaude. La figlia non era interessata e l'aveva convinto a venderle. Mi disse infine: “...mi scusi tanto ma, per motivi di salute, non ho ancora spedito il “Testone”... vedrà che mi farò perdonare.” Quando infine la raccomandata arrivò, era tanta l'impazienza che strappai malamente la lettera, estrassi lo Scudo e lessi il bigliettino: “Mi scuso per il ritardo e come omaggio le mando anche un quarto di Scudo (..)” Mamma mia! la seconda moneta che nella concitazione non avevo visto, aveva rischiato di finire nella spazzatura! Saluti a Tutti, Beppe
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  40. Ciao a tutti, vorrei intanto ringraziare quanti fin ora hanno partecipato ed integrato la discussione! Quindi andiamo avanti! Non solo Roma e i suoi monumenti sono stati protagonisti delle raffigurazioni in moneta che possiamo ritrovare nei tondelli papali. Clemente XI, al secolo Giovanni Francesco Albani, di Urbino, proprio alla città marchigiana riservò preferenze specialissime. Una lapide murata nel palazzo ducale nel 1710 annovera i benefici che la città ebbe da Clemente XI: oltre al restauro del palazzo ducale e di quello arcivescovile, si ricordano la cancellazione di debiti, la costruzione di un istituto educativo per la gioventù, la decorazione della cattedrale con dipinti ed un magnifico altare, il restauro delle mura, la fondazione di una biblioteca pubblica, la costruzione di una chiesa e di un convento, l'erezione di un obelisco e di un monumento all'antenato del papa, Alessandro VIII, ed infine i privilegi all'Università. Ecco dunque due monete coniate a Roma (nessuna moneta venne coniata infatti ad Urbino), la mezza piastra e il testone, che tuttavia proprio alla città marchigiana fanno riferimento. A confronto per la mezza piastra la stessa "pittorica" rappresentazione in tre stampe rispettivamente del 1757, del 1861 e del 1891. Per il testone RESTITVISTI MAGNIFICENTIAM (Ne hai restituito la magnificenza) il medesimo prospetto del palazzo ducale restaurato, in una stampa del 1891. Clemente XI (1700-1720), MEZZA PIASTRA (Munt 52), al R/ la veduta della città di Urbino. Clemente XI (1700-1720), TESTONE (Munt 80), al R/ prospetto del palazzo ducale di Urbino. Vi invito in particolare su questa moneta a notare la precisione della rappresentazione, confrontando proprio la stampa: nella facciata, all'ordine superiore si notano le due piccole finestre spostate sulla sinistra; all'ordine intermedio, le quattro grandi finestre e tra la terza e la quarta si nota lo stemma araldico appeso al muro, che si vede anche nella moneta rappresentato come un piccolo rilievo. Infine, all'ordine inferiore le tre grandi porte, intercalate da quattro finestroni, il primo dei quali in epoca successiva alla moneta è stato murato, come di vede bene dalla stampa.
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  41. Innocenzo XII (1691-1700), QUADRUPLA (Munt 1): al R/ la fontana della piazza di Santa Maria in Trastevere. La fontana della piazza di Santa Maria in Trastevere è una delle più antiche fontane di Roma. Si ha notizia fin dal 1450, quando, per volontà di papa Niccolò V, in occasione del Giubileo risulta l'edificazione di una vasca quadrata, posta su gradini, al centro della quale, su un piedistallo con balaustri, erano due catini circolari di diversa dimensione. Tra il 1496 e il 1501 il primo restauro, ad opera, forse, del Bramante, che aggiunse al catino superstite degli ornamenti a forma di testa di lupo dalle cui fauci l'acqua cadeva nella vasca di base. Alla fine dello stesso XVI secolo si pone un successivo intervento di Giovanni Fontana, che fu talmente radicale da rappresentare, convenzionalmente, la data di edificazione dell'attuale fontana di piazza Santa Maria in Trastevere. Cambiò infatti, tra l'altro, la forma della vasca basale da quadrata ad ottagonale. Un successivo intervento, del 1694, porta la firma di Carlo Fontana, che ampliò la capienza della vasca, realizzandola in travertino, e si concentrò sull'ornamentazione delle quattro grosse conchiglie erette (e voltate stavolta verso l'interno della vasca) da cui far uscire l'acqua, in sostituzione delle precedenti, più piccole. Si può ben notare come questa straordinaria quadrupla faccia vedere dall'incisione di Pier Paolo Borner, proprio il particolare delle quattro grandi conchiglie girate verso l'interno. La legenda DAT OMNIBVS AFFLVENTER significa "(Il Signore) dà a tutti in abbondanza". Ecco la moneta e nella prima stampa del 1680 (quindi antecedente al restauro di Carlo Fontana) si vedono le conchiglie girate all'esterno, mentre nella seguente incisione del 1875, le conchiglie sono all'interno come nella quadrupla. Per stasera, mi fermo qua! Michele
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  42. Clemente XI (1700-1721), MEZZA PIASTRA (Munt 55), al R/ veduta del porto di Ripetta e del Tevere, con la via omonima e le chiese di S. Rocco e S. Girolamo degli Schiavoni: ai lati due figure sdraiate, figuranti il Tevere e l'Aniene Il porto di Ripetta (così chiamato per distinguerlo da quello di "Ripa Grande" accanto a Porta Portese, 1706), o Porto Clementino, era uno scalo fluviale di Roma situato lungo il Tevere. Nel XIV secolo, esisteva un piccolo porto rudimentale utilizzato per lo scarico di legname, carbone e vino. Solamente all'inizio del Settecento papa Clemente XI approvò il progetto per la realizzazione di un nuovo porto dall'aspetto monumentale, dotato di banchine, scalinate e piazzali. Il disegno fu affidato all'architetto Alessandro Specchi, che si avvalse della collaborazione di Carlo Fontana. L'opera, per la cui costruzione furono impiegati materiali di spoglio provenienti dal Colosseo, fu inaugurata il 16 agosto 1704. La costruzione, significativo esempio di architettura tardobarocca, era caratterizzata da due ampie scalinate curve, che collegavano le banchine al livello del piano stradale; al centro si apriva un emiciclo, dove era collocata una fontana per abbeverare gli animali da soma impiegati nel trasporto delle mercanzie. Ai lati dell'emiciclo si innalzavano due colonne, le quali furono utilizzate per indicare il livello raggiunto dalle alluvioni del Tevere. Un testo coevo così recitava: "Fatto costruire con saggia provvidenza da N.S. Clemente XI nel 1704 su le amene rive del Tevere per pubblico beneficio ed ornamento". Nel tempo il porto subì un rapido degrado, e fu infine demolito a seguito della costruzione dei "muraglioni" del Tevere, la cui necessità fu stabilita dopo la piena del 1870. La legenda LAETIFICAT CIVITATEM si traduce con "Rallegra la città". Ecco la moneta e a confronto due incisioni del 1754 e del 1760, ed infine una foto del 1865, pochi anni prima della sua scomparsa.
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  43. Clemente X (1670-1676), PIASTRA (Munt 20): al R/ il porto di Civitavecchia con l'arsenale in fondo a sinistra e la fortezza a destra; nel bacino un veliero e barchette. Il porto di Civitavecchia fu costruito per volere dell'imperatore Traiano intorno al 106 d.C.. Dopo la caduta dell'impero romano il porto di Civitavecchia assistette ad un susseguirsi di dominazioni e passaggi di mano, contesi tra il papato, varie potenze comunali e frequenti incursioni saracene. Nel XV secolo, dopo che la città fu rientrata definitivamente sotto il controllo papale, il porto di Civitavecchia riprese vigore e importanza. Fu dapprima costruita la Rocca, una fortificazione quadrangolare; poi nel 1508 Giulio II affidò al Bramante i lavori di costruzione del Forte Michelangelo, che sarebbe sorto su antiche rovine romane. Il forte venne completato nel 1537 grazie forse al contributo di Michelangelo. Nel 1608, sotto il papato di Paolo V, fu eretto un fanale (il Faro), sulla estremità meridionale dell'isola frangiflutti, alto ben 31 metri. Il 26 novembre del 1659 venne posta la prima pietra dell'arsenale disegnato dal Bernini, che per lungo tempo avrebbe coagulato buona parte dell'economia cittadina. Fu poi edificata la cinta muraria merlata opera di Pier Paolo Florian voluta da papa Urbano VIII nel 1630. Alcune di queste strutture sono andate distrutte a causa dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. In particolare nel 1943 furono distrutti il Faro, l'Arsenale, il Forte del Bramante e la Rocca vecchia. La legenda VT ABVNDETIS MAGIS (Perchè abbiate più abbondanza), si riferisce all'arrivo a Civitavecchia a forti quantità di grano. Ecco la piastra e a confronto nell'ordine un dipinto del XVIII secolo, una xilografia del 1860 e una del 1891.
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  44. Buon giorno al forum; nonno cesare sta preparando una serie di appunti, ad usum delfini, non a scopo di lucro; ma ...per seguir virtute e conoscenza ... l'interesse attuale è rivolto agli Unni (Kidariti; Hephthaliti; Alchon ecc..) e ringrazia coloro che vorranno gentilmente inviarmi foto da inserire in queste note Grazie ancora e buon ferragosto
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  45. La mia è quella del post 24 che il buon Andrea mi ha ceduto.
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