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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/29/21 in tutte le aree
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Niente di personale ma bisognerebbe "vedere" e non solo "guardare " prima di esprimere giudizi definitivi . Ti sei ,forse,fatto fuorviare dal colore inusuale per un bronzo, ma non impossibile ( le patine ,queste sconosciute...? ). Osservando un po' meglio avresti notato lo stile congruo del dritto ,sia come caratteri della scritta sia come iconografia del volto . Anche il distacco della patina sul bordo evidenzia il bronzo sottostante ,la forma è presumibilmente quella di un sesterzio di "barra" e anche dallo spessore che si intravede si intuisce l'autenticità del pezzo. Le macchie ferrose possono dipendere da molti fattori tra cui la giacitura ,magari con utensili di ferro o la ferrettizzazzione di un suolo ,piuttosto comune nelle pianure del nord Italia. Quanto alla faccina prendila come una "cortesia". Saluti Adelchi.4 punti
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Ciao Raffaele, Ho sempre creduto anche io che fosse l'astina della A quel rilievo obliquo, ma osservando questa Piastra mi sono ricreduto. Sotto la parola GRATIA sembra esserci un'altra GRATIA posizionata più in alto e sul lato destro, quindi la "barretta" altro non è che parte della stessa lettera. Correzione sul conio? Un caro saluto, Rocco.3 punti
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A me non sembra una patacca della perugina,non c'è questa versione! Da cosa lo capisci in modo così sicuro?? Poi peso e diametro corrispondono perfettamente ai sesterzi di Roma! Dovrebbe essere un sesterzio di Commodo, si intravede in basso a sinistra sul D la scritta COMM!! Aspetterei pareri più esperti prima di dichiararla falsa!!3 punti
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In tema di attribuzioni non sempre facili, vale un ricordo il celebre ed estremamente raro (5 esemplari noti ) statere anch'esso con bellissima testa arcaica di oplita con elmo corinzio, che si ipotizza possa essere stato coniato in Kalymna o forse in Aineia . Di nessun aiuto la ben nota provenienza dal Taranto Hoard del 1911 : naturalmente le frazioni viaggiavano più raramente dei moduli maggiori . una buona serata2 punti
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Caro Roberto, su questa affermazione sono un po' in difficoltà a "schierarmi"! Di certo, sia sotto il pontificato di Innocenzo XII, che sotto il successivo di Clemente XI, siamo nel pieno dell'"età d'oro" per quello che riguarda la qualità incisoria e la straordinaria produzione artistica monetaria della numismatica papale, soprattutto per quanto riguarda i grossi moduli argentei, ma non solo. Alla corte di questi due papi hanno infatti lavorato incisori e modellisti di qualità assoluta, quali Giovanni ed Ermenegildo Hamerani, Ferdinand de Saint Urbain e Pietro Paolo Borner, che forse (come già altre volte è stato detto), non è riuscito sempre ad eccellere nelle sue raffigurazioni come gli altri due "colleghi". Posso affermare con relativa certezza che proprio dopo Clemente XI, si inizia ad osservare quel progressivo declino artistico che porterà ad una maggiore standardizzazione iconografica delle tipologie e un assai minor fiorire di rappresentazioni e soggetti, sicuramente conseguenti in parte alla profonda crisi economico-finanziaria dello Stato Pontificio, quindi alle conseguenti riforme monetarie che ad un certo punto hanno visto una assoluta preponderanza della produzione aurea con moduli piccoli che si prestavano meno ad essere "tavolozza" come quelli che fino ad ora abbiamo presentato. Michele2 punti
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Naturalmente, chiunque voglia aggiungere qualcosa è ancora libero di farlo: per quanto mi riguarda, a meno di eclatanti interventi, mi ritengo soddisfatto delle risposte avute. Si tratta di un Tornese "Cornucopia" 1622. Anzi, sono più che soddisfatto: avevo un esemplare R2 e ora mi ritrovo, grazie all'aggiornamento del Magliocca, un R4...2 punti
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Timore che condivido, ahinoi, ed una grave perdita di dati scientifici per il mondo della numismatica antica e dell’archeologia.2 punti
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Buonasera @VALTERI, Per una più completa leggibilità della coppia di conii utilizzati per battere questa moneta (visibile anche la A al dritto) allego foto dell’esemplare pubblicato sul Fischer-Bossert al numero 452 (a), battuta nella vendita Classical Numismatic Group 100/1234 per 4250$, proveniente tra l’altro dalla collezione di Claudius Côte, esitata in asta da Rodolfo Ratto il 28 gennaio 1929 al lotto 165, nonché ex Leu 36/17 e Peus 291/110: https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=293192 Monete coniate su tondelli in genere un poco stretti e con difetti come scivolamento dei conii e con usura del conio di rovescio, vedasi anche gli esemplari ANS 948 e Dewing 148. Difetti che non inficiano la gradevolezza dello stile naturalmente. ANS 948 Dewing 148 Interessante infine notare il fiero balzo della quotazione dell’esemplare in asta Roma XXII/140, che stimata 750£ (875€) e in battuta da una base di 450£ (525€) si confronta con il passaggio precedente nella vendita Bruun Rasmussen 2033/5003 del 16 agosto 2020 dove partiva da una base di circa 168€ per concludere con un hammer di circa 309€. Certamente il mercato che tira ed una platea differente fanno la differenza.2 punti
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Ci sono molti nominali in rame di Filippo IV dove manca l'ultima cifra della data,molto probabilmente per un motivo da imputare all'errato calcolo di misura per la legenda... Ma non è il caso della moneta postata,la data è 1622,l'ultima cifra della data non è subito intuibile ma con un po'di esperienza proprio su questo periodo ci si può arrivare,nel caso fosse veramente impossibile determinare con sicurezza la data allora ci sono altri particolari a cui fare affidamento... Ma ripeto,nell'esemplare postato è chiara la base del 2, personalmente non ho dubbi in merito...2 punti
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Buongiorno a tutti e buona domenica, devo dire che sia le argomentazioni di @El Chupacabra che quelle di @gennydbmoney, sono molto eloquenti, ma propendo per quest'ultimo. Ho provato anche io ad osservare meglio il dettaglio della data, e propendo per il 22. Posto il ritaglio dove vedo i due 22 uno vicino all'altro, intravedo la base. Saluti Alberto2 punti
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Fai caso alle dimensioni (rapportandola alle dita): è troppo grande per essere la solita riproduzione.2 punti
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Ciao Rocco @Rocco68, innanzitutto bellissima la tua Piastra che presenta una patina eccellente. Ma...“Cos'è e come si forma la patina?” E' una questione non facile da affrontare. La formazione della patina è un processo estremamente complesso: la moneta in lega d'argento risente dell'ambiente esterno e delle manipolazioni, in quanto questo metallo è corruttibile e abbastanza malleabile. Le variabili sono innumerevoli e pertanto la formazione della patina non è riproducibile in maniera standard. La base è sempre l'ossidazione superficiale, che si può presentare in molti modi, strettamente legati alla conservazione ed appunto all'ambiente circostante. Pertanto una moneta posta in un luogo umido potrebbe sviluppare velocemente una patina pesante bruno-nerastra. Un'altra, in ambiente secco ed aerato, dopo qualche anno si presenterà con una patina tendente al biondo, più carico in prossimità dei rilievi ( ma non è la regola). In qualche rarissimo caso sarà visibile la cosiddetta “patina iridescente” che però, nella grande maggioranza dei casi, è una patina artefatta ( penso che tutti noi abbiamo presente le forzature con il “fegato di zolfo” o il “metodo dell'uovo”). Grande importanza ha dove si conserva la moneta. Negli anni '60 – '70 erano in commercio degli album con taschine di plastica ( mi sembra in acetato ) che rendevano l'argento macchiato con delle antiestetiche macchie verde brillante ( la moneta non respirava e l'umidità atmosferica faceva il resto). Attualmente gli album con nuovi tipi di plastiche o le capsule non hanno più questi problemi, ma “congelano” le monete senza possibilità che si sviluppi una patina (lo stesso vale per gli orribili “slab”). Come insegna l'esperienza, il metodo migliore per conservare una moneta è un vassoio ricoperto di vero velluto ( non plastica simile al velluto ) posto possibilmente in un monetiere o un cofanetto di legno. Non saprei dire perchè, però la moneta conservata in tale modo, sembra sempre in evoluzione e la patina che si crea è piacevole e naturale. Come rilevato da @QuintoSertorio, logica vorrebbe che il lato rivolto verso l'osservatore patinasse di più rispetto a quello appoggiato sul velluto ( l'aria ha sempre una percentuale di umidità, pulviscolo, fumi etc). Non sempre è così. Io mi sono fatto un'idea (del tutto opinabile): il velluto, soprattutto se di un vassoio di qualche decennio fa, ha comunque assorbito e concentrato degli elementi esterni, che poi rilascia su quel lato della moneta. Devo anche dire che è mia abitudine, ogni tanto, girare le monete proprio per cercare di uniformare la patina. Saluti a Tutti, Beppe2 punti
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Per farvi apprezzare al meglio l'arte incisoria in questi nominali, vi faccio vedere due miei disegni riguardanti un dritto ed un rovescio.2 punti
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Salve a tutti, scrivo questo post per sapere opinioni su questo sesterzio da me comprato da poco. D. Imp. Maximinus Pius Aug R. Victoria Aug Zecca di Roma Ha un peso di 20,86 g è un diametro di 30,41 mm. Aspetto i vostri commenti?1 punto
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Cari Lamonetiani, buongiorno. Oggi voglio sottoporvi una moneta in mio possesso da tempo immemore che qualche giorno fa ho postato "per stare al gioco" nella simpatica discussione "Il museo degli orrori" inserita nella sezione "La piazzetta del numismatico". Del Reame colleziono unicamente le Piastre di Ferdinando II (qualcuno di voi le ricorderà in qualche discussione proprio in questa sezione). La moneta in oggetto, tempo addietro, fu periziata come Tornese "Cornucopia" 1622 sostanzialmente perché - viste le misere condizioni proprio della data - presentava il millesimo solo al D/ e quindi, per deduzione, doveva trattarsi di quell'anno perché i 1621 conosciuti (peraltro in pochissimi esemplari tutti R4 o R5) presentano la data solo al R/. Ora però, grazie proprio alla discussione dell'esimio @caravelle82 ho ripreso lo studio di questo consunto tondello perché il dubbio che sia un '21 mi è rimasto e si è rinforzato. A occhio nudo non riesco a individuare la forma del 2 finale, ma percepisco un breve tratto verticale. Qui sotto vi posto la foto presentata per l'occasione nel discussione dianzi detta dove i colori sono stati "forzati" per aumentare la visibilità dei rilievi senza però, sottolinearli con tratti aggiuntivi: Come potete vedere, la data è abbastanza leggibile nelle prime tre cifre "162...", mentre per l'ultima possiamo solo notare due "punti" allineati (che sembrano formare un tratto) e che non è visibile né l'arco superiore né il tratto orizzontale della base di un eventuale secondo "2". Mi rendo conto che Vi chiedo di giudicare da una foto e che quindi qualcuno può storcere il naso sull'emettere qualsiasi giudizio: Vi prego solo di considerare che le foto sono state fatte tramite stativo e con una camera EOS 500D, quindi con un minimo di accuratezza. Sollevato il dubbio, ho proceduto a rifare le foto con luce radente da più direzioni (le frecce gialle indicano la provenienza dell'illuminazione) e ho solo schiarito un poco l'immagine per renderla più leggibile. La figura 1 è praticamente la stessa della precedente, mentre la figura 2 si presenta ruotata di 90° presentando un cambiamento di luce interessante dove, a mio avviso, l'1 ipotizzato sembra più evidente (anche qui i segni di un eventuale 2 non appaiono). Nella figura A evidenzio la possibile intrpretazione dei rilievi, mentre nella figura B riporto l'immagine del millesimo 1622 per confronto (tratto dal catalogo "La Moneta"). Un'ulteriore rotazione (figura 3) porta - sempre a mio avviso - ad una ancor maggior evidenza del numero 1 che sembra "coprire" col proprio rilievo, grazie alla modificata illuminazione, in parte il numero 2 altrimenti ben visibile nelle precedenti immagini: Ora Vi chiedo, in via del tutto ipotetica perché stiamo ragionando sul delle immagini e non sul tondello anche se sembrano riprodurre fedelmente la moneta, potrebbe trattrsi di un inedito 1621? Ricordo che i Tornesi 1621 sono assai rari e quindi non è detto che i pochi conosciuti esauriscano tutte le varianti di un conio martello, anzi sembra più facile reperire una variante non censita che trovarne uno uguale ad un altro... a Voi l'ardua sentenza.1 punto
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Nel 1711, anno di emissione della mezza piastra del Pantheon, fu restaurata la fontana nella piazza antistante la Basilica. La Piazza della Rotonda, nota anche come piazza del Pantheon, il cui toponimo deriva dal nome popolare dato dai romani al grande monumento giunto intatto dall'antica Roma: la Rotonna. Al centro della piazza si trova una fontana rinascimentale progettata intorno al 1578 da Giacomo Della Porta, nel luogo che dai tempi di papa Eugenio IV (prima metà del XV secolo) era occupato da una conca di porfido e due leoni in pietra. Clemente XI diede incarico all'architetto Filippo Barigioni di approntare un nuovo progetto per la piazza. Nell'occasione fu aggiunto all'originale del 1575 di Giacomo della Porta l'Obelisco Macuteo, manufatto egiziano dell'epoca di Ramses II proveniente da Eliopoli, portato a Roma in età imperiale da Domiziano e ritrovato nel 1373 in piazza san Macuto, da cui il nome. Clemente XI (1700-1720), PIASTRA (Munt 38), al R/ l'obelisco sul basamento. Nella piastra successiva (Munt 39), si può invece ammirare non solo l'obelisco e la fontana di piazza del Pantheon, ma anche il prospetto di tre lati della piazza, con le vie, le case, le botteghe e varie figure. La piazza infatti venne usata sino al 1847, nonostante i ripetuti divieti delle autorità pontificie, come mercato del pesce e degli ortaggi. L'iscrizione FONTIS ET FORI ORNAMENTO (a ornamento della fontana e della piazza), analoga per entrambe queste monete, fa proprio riferimento a questa nuova sistemazione urbanistica. A confronto un'incisione del 1751 (Piranesi) e una del 1752 (Vasi).1 punto
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La moneta pur recando la data del 1974, è stata coniata nel 1976 e distribuita nel 19771 punto
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Buonasera a tutti, mi fa piacere che abbia superato la prova calamita. Un punto a favore. Saluti Alberto1 punto
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Preciso che non si tratta dello stesso nominale ma il periodo è sempre il 1622.1 punto
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La differenza e'che nel 96 la data è solo al dritto mentre nel 99 la data è presente sia al dritto che al rovescio...1 punto
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Questo può essere secondario, i falsi esistevano anche allora. Il punto è che aprire una discussione su una moneta di elevato valore, senza menzionare il fatto che attualmente sia in vendita in un’asta delle prossime settimane, potrebbe indurre i meno avveduti a fare considerazioni “sconsiderate” creando un danno alla casa belga ed a se stessi. E questa è una cosa della massima gravità.1 punto
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Ciao @Rocco68, dalla foto non si capisce se la macchia è sporco "centenario", oppure dovuta ad un agente estraneo che abbia scurito quella parte. Puoi appurarlo passando il pollice sulla macchia: se è sporco hai una sensazione di unto ed incontri una certa resistenza. In questo caso la metterei a bagno in acqua calda e sapone neutro ( scaglie di Sapone di Marsiglia) e la lascerei riposare per una decina di giorni. Poi passerei sulla macchia un panno in microfibra ( quello x pulire gli occhiali). Se invece ( come penso ) è una macchia di solfuro d'argento puoi provare con l'acido Citrico ( spremi un mezzo limone e filtralo con una garza ) usando delicatamente un cotton fioc immerso nel succo. Il metodo migliore è, a mio parere, il metodo del foglio di alluminio e Bicarbonato di Sodio, però non è possibile farlo solo su una parte della moneta. Ciao Beppe1 punto
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Non toccarla ,per me è buona ed ha una bella patina dell'argento che non ne inficia la leggibilità ,bella moneta. Il rovescio non è Giunone ma Atena Promachos ,non più riprodotta in stile arcaico del canone (V sec a.c) ma non ancora in stile arcaicizzante di moda nel I sec d.C.1 punto
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Ciao,volevo fare una piccola considerazione per quel che riguarda una discussione di ieri che è stata chiusa questa mattina dal CdC. ( Greche in argento).Sono iscritto al forum da circa tre mesi e devo dire che per fortuna questa cosa è capitata poche volte ma,e qui vengo al mio pensiero, dovremmo impegnarci tutti affinché questo non accada più. Secondo me non è una cosa impossibile da farsi: educazione e rispetto da parte di chi fa richieste agli esperti del forum(che gentilmente mettono a nostra disposizione il loro sapere in maniera gratuita) ed anche un po meno permalosita' da parte di alcuni che intervengono nelle discussioni a volte anche sopra le righe mi dispiace dirlo. Quando una discussione sul forum viene chiusa ricordatevi che non c'è mai un vincitore ed un vinto, uno che ha ragione ed un altro che ha torto,ma perdiamo dal punto di vista numismatico tutti quanti! Questo ovviamente é un mio pensiero che ci tenevo ad esternare e a farvi conoscere, ovviamente senza polemiche verso niente e nessuno?. Alla prossima ed a tutti noi ad maiora semper. ANTONIO1 punto
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@Crine Gli pteruges sono uno degli elementi della corazza (non l'unico, vista la varietà di tipologia delle corazze sulle monete imperiali in generale) la cui presenza ti può aiutare nella distinzione tra i vari tipi di busto. Sono davvero contento di esserti stato in qualche modo utile. Ciao da Stilicho1 punto
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Ma figurati... chi lo vende non mi interessa minimamente, sono solo affari tuoi. Il prezzo mi serviva per fare confronti in giro. Se guardi in giro per circa 100€, da venditori professionali, si trovano monete messe molto meglio di questa. ? Ti saluto e ti auguro una buona domenica. Ave! Quintus1 punto
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Scusa ma hai aperto 3 discussioni identiche. Tra l'altro nella prima aperta già ti avevano risposto: https://www.lamoneta.it/topic/201005-che-moneta-è/ @CdC1 punto
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Immagino che “l’unicita“ del pezzo si riferisca al nominale (tetrobolo), in quanto il “tipo” dell’elmo si vede di frequente. E trovo, appunto, curioso che di una tipologia che figura spesso tra le aste non si abbia “certezza” sulla provenienza. Insomma: da qualche parte saranno pur saltate fuori... In realtà sono diverse le tipologie “comuni” che condividono la stessa problematica: avete presente, per esempio, la frazione in argento con il simbolo della conchiglia e l’incuso a rovescio? Dice bene @Archestrato, senza ritrovamenti in contesti infatti molte frazioni rimarranno di incerta provenienza ancora a lungo...1 punto
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Ciao Michele @Zenzero, purtroppo fino a domani(spero) non riesco a consultare il Baldassarri ma si tratta sicuramente di un sesino A.X.1 , quello che sembra un segno di zecca dovrebbe però essere un tratto del nimbo della vergine, peccato che non si veda il vero segno che dovrebbe essere un po più in basso perché la vera rarità poteva proprio essere quella, domani ti do un mio parere. Intanto dai un'occhiata a questa discussione sui miei due esemplari dove fortunatamente è intervenuta anche Monica Baldassarri, un ? a tutti e a presto.https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.lamoneta.it/topic/129868-sesino-pisa/&ved=2ahUKEwiG2ZWG09TyAhUS3qQKHVImD6kQFnoECAMQAQ&usg=AOvVaw2h5fl9p8nkwOXcuKN6z1_n1 punto
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E mi raccomando, anche se è del 1982 non mangiartelo. (da Wikipedia): "ll metallo zinco, un componente principale dei cent fatti dopo il 1982, è tossico se ingerito in grosse quantità. Inghiottire o leccare un penny, che è composto al 97,5% di zinco, può causare danni all'epitelio dello stomaco a causa della grande solubilità dell'ione zinco nell'acidità dei succhi gastrici."1 punto
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Che una discussione chiusa a causa dei flames sia una sconfitta per il forum tutto, è cosa che mi trova pienamente d'accordo. Ma al tempo stesso devo riconoscere che spesso non è oggettivamente possibile fare diversamente. La discussione in questione, chiusa da un collega del CdC, era già partita col piede, o meglio con le foto, sbagliate. L'ostinazione dell'autore a non volerne fornire altre ha portato qualcuno a reagire sopra le righe. A quel punto, vista la situazione di stallo venutasi a creare (senza nuove foto non si poteva dire nulla di più sulle monete, e sarebbero continuate solo le polemiche), non c'era altra soluzione che quella giustamente adottata. petronius1 punto
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Un'altro indizio potrebbe essere la posizione del numerale "IIII"del Re,nel 1621 parte dal centro della testa del Re per scendere verso la nuca, mentre nel 1622 di trova perfettamente al centro sopra la testa del Re,questo perché nei 1621 il nome del Re è trascritto in PHILIPPVS,mentre nel 1622 è trascritto in PHILIPP, quindi essendo più corto il nome il numerale rimane più arretrato... Ci sono comunque esemplari per il 1622 con nome PHILIPPVS,e altri esemplari senza data al rovescio,ma comunque,secondo il CNI,il 1621 è solo con PHILIPPVS e con data anche al rovescio divisa dalla cornucopia,quindi se consideriamo la posizione del numerale del Re nel tuo esemplare,e che non porta la data al rovescio allora si può affermare con un certo margine di sicurezza che il tuo esemplare è un 1622...1 punto
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Ciao @QuintoSertorio, posso confermarti quello che da tanti anni noto negli argenti della mia Collezione che riposa nei vassoi in velluto dentro valigetta. Le monete non le ho mai pulite, riposano per lunghi periodi fra un controllo ed un altro, a volte rimangono con le facce invertite d/r. Noto in tutte la formazione di una leggera patina dai riflessi iridescenti più marcata sulla faccia che poggia sul velluto.1 punto
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La chiesa di San Teodoro al Palatino fu costruita nel VI secolo e dedicata a san Teodoro di Amasea, probabilmente riutilizzando un tempio circolare preesistente. La tradizione voleva che il tempio fosse dedicato a Romolo, e che qui fosse conservata la Lupa capitolina fino al 1471, prima di essere spostata al Laterano. Ricostruita sotto papa Nicola V, perse il suo status di chiesa titolare per volere di papa Sisto V. Nel 1643 fu rinnovata dal cardinale Francesco Barberini; papa Clemente XI la fece ricostruire a Carlo Fontana (1703-1705), facendo sgombrare le macerie dell'antica chiesa di san Teodoro, nei pressi del foro romano; Fontana progettò anche il cortile esterno con la piazzetta tuttora esistente. Al completamento dei lavori, la chiesa fu quindi affidata da Clemente XI alla Società del Sacro Cuore di Gesù. Clemente XI (1700-1720), PIASTRA (Munt 40), al R/ la veduta della chiesa rotonda di S. Teodoro al Palatino con grande atrio ed ingresso con gradinata a doppia rampa. La stessa chiesa in un'incisione del 1821 ed in una stampa del 1826.1 punto
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Punto, per me, molto interessante. Avevo sollevato lo stesso dubbio qua: al post #7, ma mi era stato risposto che in realtà il lato che patina è quello esposto all'aria. Qualcun altro ha raccolto una propria piccola statistica personale che permetta di chiarire questo aspetto? Saluti!1 punto
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Buongiorno a tutti, @Rocco68 spinto dalla curiosità ho fatto delle ricerche e mi sono imbattuto in un esemplare di cui non posso postare foto perché non autorizzato. Ma riporto la leggenda al diritto, credo possa essere di aiuto per lo studio in corso. ? +FEDERICVS: DEI:GRA o REX o SI:I:V Saluti Alberto1 punto
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Marco Aurelio Marco Aurelio Antonino Augusto (in latino Marcus Aurelius Antoninus Augustus; nato a Roma il 26 aprile 121 e morto a Sirmio il 17 marzo 180, meglio conosciuto semplicemente come Marco Aurelio, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano. Su indicazione dell'imperatore Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale. Nato come Marco Annio Catilio Severo (in latino Marcus Annius Catilius Severus), divenne Marco Annio Vero (in latino Marcus Annius Verus), che era il nome di suo padre, al momento del matrimonio con sua cugina Faustina, figlia di Antonino, e assunse quindi il nome di Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto (in latino Marcus Aurelius Caesar Augusti filius) durante l'impero di Antonino stesso. Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla morte, avvenuta per malattia nel 180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano o presso Vindobona. Fino al 169 mantenne la co-reggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo. È considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti "buoni imperatori" menzionati da Edward Gibbon. Il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici (guerre partiche e marcomanniche), da carestie e pestilenze. Marco Aurelio è ricordato anche come un importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con sé stesso (Τὰ εἰς ἑαυτόν nell'originale in greco). Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un inesistente legame familiare con lui. (Wikipedia) Valore nominale: Sesterzio Diametro: 30,50 mm circa Peso: 25,71 gr Dritto: M ANTONINVS AVG - TR P XXVIII (Marcus Antoninus Augustus Tribunicia Potestate duodetricesimus), busto laureato drappeggiato e corazzato a destra Rovescio: IMP VI - COS III (Imperator sextum Consul tertium), Iovi seduto a sinistra, tiene una vittoria nella mano destra ed un lungo scettro nella sinistra, S - C in esergo Zecca: Roma Officina: 4 Anno di coniazione: 174 Riferimento: RIC 1098, Cohen 252, BMC/RE 1470 Rarità: R1 Note: Coniato nel 174, quando Marco Aurelio era impiegato in una massiccia offensiva in territorio sarmatico (174-175), forse ha voluto chiedere a Giove protezione per le sue guerre. Marco Aurelio, uno dei miei imperatori preferiti insieme al padre Antonino Pio. Sesterzio in discreta conservazione. Meglio in mano. Al solito attendo commenti! Grazie! Ave! Quintus1 punto
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Si dovrebbero chiarire taaaante taaante cose......... Per sicurezza uno ragiona: ok evito Almeno io sono cosí,al minimo dubbio possibilitá di passar guai te dico arrivederciiiii1 punto
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Procopio RIC IX Costantinopoli 13e, argenteus 365-366 d.C. D: DN PROCOPIVS PF AVG V: VOT V entro ghirlanda esergo C delta Graziano RIC IX Trier 24e, miliarense 367-375 d.C. D: DN GRATIANVS PF AVG V: VICTORIA AVGVSTORVM, Vittoria regge uno scudo con inscritto VOT V MVLT X esergo TRPS Teodosio I RIC IX Costantinopoli 70b1, solido 383-388 D: DN THEODOSIVS PF AVG V: CONCORDIA AVGGG, Costantinopoli regge uno scudo con inscritto VOT V MVL X esergo CONOB Onorio RIC X 1334, Costantinopoli, semisse aureo 422 d.C. D: DN HONORIVS PF AVG V: VICTORIA AVGVSTORVM, la Vittoria e un Genio reggono uno scudo con inscritto VOT X MVL XX esergo COMOB Galla Placidia RIC X 2007, Roma, solido 425-426 d.C. D: DN GALLA PLACIDIA PF AVG V: VOT XX MVLT XXX, Vittoria regge una croce, RM in campo esergo COMOB Teodosio II RIC X 257, Costantinopoli, solido 430-440 d.C. D: DN THEODOSIVS PF AVG V: VOT XXX MVLT XXXX I, Costantinopoli regge globo con croce e scettro esergo CONOB Licinia Eudoxia RIC X 264, Costantinopoli, solido 430-440 d.C. D: AEL EVDOXIA AVG V: VOT XXX MVLT XXXX, Costantinopoli regge una croce su globo ed uno scettro esergo CONOB Valentiniano III RIC X 2048, Roma, semisse aureo, 455 d.C. D: DN FL VALENTINIANVS PF AVG V: VICTORIA AVGVSTORVM, la Vittoria e un Genio reggono uno scudo con inscritto VOT X MVLT XX, RM in campo esergo COMOB1 punto
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