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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/27/21 in tutte le aree

  1. Buongiorno amici potevo aggiungerla alla discussione che ho aperto appunto su questa tipologia monetale, ma secondo me si meritava un post a se! Se lo merita per via della sua conservazione, del tipo con asterischi è la più bella che ho visto...sicuramente alcuni veterani della numismatica ne hanno viste di migliori e se qualcuno ha immagini di esemplari con questi simboli da postare li guardo molto volentieri ma questa è davvero un gioiellino senza contare la rarità, che come ho già scritto, nei manuali è sottostimata, da NC andrebbe passata almeno a R. Ecco le foto, molto graditi saranno i vostri commenti. Buon Lunedì amici. Come al solito nella variante con asterischi troviamo il rombetto dopo GRANA. Saluti ancora.
    9 punti
  2. Complimenti. L’occasione ritengo sia utile per far evidenziare al Forum la presenza della testa del Leone (vedi particolare ingrandito allegato). Questo aspetto non viene rilevato dalla bibliografia consultata, a cominciare dal Manin, Jesurum, CNI, Werdnig, Paolucci, Gamberini di Scarfea, Manzoni, Dal Gian, Montenegro, Traina. Il riferimento appare nella descrizione di un esemplare simile apparso in asta Bolaffi nel dicembre 2020. Integro con la descrizione del Lotto 291 di cui all’Asta Bolaffi del 10-11/12/2020:
    4 punti
  3. Salve, la moneta da 500 lire con data tagliata è un errore molto comune (nel 1988 sono più quelle con la data tagliata che quelle con la data integra). L'altra moneta è più interessante e presenta una foratura decentrata della corona esterna. L'errore è descritto in questa pagina (circa a metà): https://www.erroridiconiazione.com/t-4-errori-bimetallici/ Per la valutazione le ho scritto in privato. Saluti Andrea
    4 punti
  4. Ho iniziato da qualche mese con le monete di Venezia e fissandomi con il Doge Michele Steno (1400 - 1413) e con un pò di fortuna ho completato, o quasi, la collezione di monete da lui emesse.- La monete sono: Grosso con le stelle, Mezzanino per VR e VI, Soldino con la stella dietro il Doge e come da indicazioni di Adelchi Benetton, nel suo nuovo libro, di tipo E, sotto classe C, massaro Marco Navager, Ducato, Denaro scodellato, Denaro per VR e VI, Tornesello (moneta per l'oltremare); le monete finirebbero qui ma intendo procedere completando con i vari soldini dei vari massari (sei in tutto).- Per me è storicamente interessante il Doge Michele Steno in quanto nel 1402 ha accorpato il colognese (Cologna Veneta e paesi limitrofi) a Venezia, e poi è stato il primo writer della storia ? A breve metterò anche le foto delle singole monete.-
    3 punti
  5. Buonasera a tutti, la mia Napoletana di oggi, che sono riuscito finalmente a trovare. Tornese 1 Cavalli 6 del 1788 di Ferdinando IV. Mi accontento della conservazione che ritengo essere un apprezzabile Mb. ? Magliocca 330a Variante SICIL Saluti Alberto
    3 punti
  6. Voglio far vedere questo ultimo arrivo in collezione, si tratta di un Cavallotto del 1618 di Carlo Emanuele I del IV o V tipo, se classificato con il mir o con il Cudazzo. Fra le più rare di questa tipologia monetale, ancor più raro è trovarli con la data perfettamente leggibile come in questo caso. Questo millesimo è considerato meno raro sui vari cataloghi rispetto all'anno successivo, ma ho avuto l'occasione di vedere più date del 1619 rispetto a quelle del 1618, quindi personalmente lo ritengo più difficile da rintracciare. Aggiungo che in questa tipologia la data è spesso fuori dal tondello e spesso si vede solo la parte superiore dell'ultima cifra non rendendo possibile capire se si tratta di un 8 oppure di un 9. Con questa moneta colgo l'occasione di scrivere qualcosa di più sui cavallotti, perché secondo me c'è un poco di confusione sui vari cataloghi... Consumata, ribattuta ma per fortuna con la data chiara e con un peso di 1,83 gr. ecco l'ultimo cavallo aggiunto al branco
    2 punti
  7. Che ne pensate? Mi son sempre chiesto perché c’è il punto sotto la R in questi esemplari.
    2 punti
  8. Buongiorno, Sarei felice di partecipare. Escluso per motivi anagrafici (?) dal dono numismatico, sono interessato al momento a tutto tranne al pranzo a causa di una concomitanza di appuntamenti. Non escludo però di riuscire a risolvere la sovrapposizione. Quindi magari vi tengo aggiornati. Curiosissimo di scoprire il Gazzettino e di introdurlo possibilmente nel mio Circolo di Morbegno (SO), saluto tutti, ringrazio gli organizzatori e metto in agenda l'appuntamento!
    2 punti
  9. Condivido con piacere questo esemplare di ducato recentemente acquisito in Asta MÜNZEN GUT-LYNT GMBH - GUT-LYNT AUKTION 3 (LIVE ONLINE AUKTION) del 19/09/2021 Lotto 2016. Di seguito, la descrizione riportata dall’Asta nonché in allegato le relative foto con alcuni ingrandimenti. Francesco Loredan 1752-1762 Ducato o. J. (1752) Venedig Münzmeister Stefano Barbaro. Montenegro 2755. Dav. 1551. 22.58 g. Selten. Sehr schön-vorzüglich Buona serata, Domenico
    2 punti
  10. Buonasera @VALTERI, Decisamente meno comuni dei didracmi, le dracme imeresi battute durante l’occupazione akragantina non sono meno affascinanti storicamente e non solo. Credo si possa ben dire che rappresentino un documento importantissimo, che testimonia la realizzazione ultima del lungo ed inarrestabile interesse di Akragas nel suo sviluppo verso la direttrice nord/tirrenica, nel periodo che va dalla tirannide di Falaride a quella di Terone, dal secondo quarto del VI secolo a.C. alla fine degli anni 70 del V secolo a.C. (anche se è da notare che la presenza nelle aree menzionate di seguito da parte di Akragas non si conclude con la tirannide Emmenide). Sappiamo dalle indagini di scavi archeologici che già poco dopo la sua fondazione da parte di Gela (580 a.C.), Akragas iniziò ad allargare la propria sfera di influenza nella valle dell’Imera meridionale (a discapito proprio della madrepatria) e che tale controllo fu esercitato all’incirca fino a metà del V secolo a.C. Ma anche lungo il corso del fiume Halikos Akragas muoveva a nord, verso Himera, tanto che l’intero territorio compreso tra i due corsi d’acqua ricadeva sotto il dominio della polis. Le ragioni di tale interesse erano essenzialmente tre: motivi di politica interna, commerciali/economici e di politica estera/espansionistica. In politica interna si voleva appagare ed acquisire sostenitori, guadagnare prestigio (ricordiamo, Falaride e Terone erano tiranni). Le ragioni economiche spaziavano invece dalla possibilità di intrattenere rapporti di scambio con l’entroterra indigeno alla possibilità di ottenere uno sbocco sul Tirreno, quindi ad aprirsi una via diretta al commercio con quelle popolazioni che abitavano ed effettuavano scambi nel mediterraneo nord occidentale, dall’Italia alla Spagna. La politica espansionistica di Akragas è un tema più articolato, difficile se non impossibile da riassumere in poche righe. Da un lato all’epoca di Falaride abbiamo la volontà di stabilizzare e consolidare i confini orientali (Gela) e quelli occidentali (Selinos), mirando al contempo ad “occupare” le zone interne indigene ed a contenere l’espansione punica nel nord ovest dell’isola (si pensi alle imprese del generale cartaginese Malco intorno alla metà del VI secolo a.C., ma abbiamo in merito poche notizie dato che “Cartago deleta est”). Dall’altro lato, una settantina di anni dopo, la politica di Terone è ancora tesa ad espandersi sulle stesse direttrici, ma l’alleanza politica prima e “di sangue” poi con Gelone gli garantirono la possibilità di occupare stabilmente Himera nel periodo in cui furono emesse le serie dette appunto di tipologia akragantina, nonché di infliggere la gravissima sconfitta all’esercito cartaginese di Amilcare nella battaglia di Himera del 480.
    2 punti
  11. La mia passione numismatica è sbocciata meno di due anni fa e di iniziative di questo tipo, che aumentano e fomentano la mia voglia di numismatica solo a leggere il programma, ne ho viste veramente poche... quindi, nel mio piccolo, posso solo dire, GRAZIE! Iniziativa stupenda. Purtroppo per motivi logistici non mi sarà possibile partecipare, quindi ci provo : sarebbe potenzialmente possibile trasmettere il workshop in streaming? ? Capisco perfettamente che lo spirito dell'evento sia proprio quello di riportare le persone in presenza e quindi in caso di risposta negativa alla mia richiesta non potrei che essere d'accordo (anche se dispiaciuto) con gli organizzatori. Però magari una versione registrata e mandata in differita potrebbe essere un giusto compromesso.. Saluti!
    2 punti
  12. Vorrei ora parlare un po' di Cavallotti. Come spesso succede su varie monete sabaude, anche su questa tipologia vi è un po' di confusione nei testi e nei cataloghi, anche negli ultimi. Tralasciando quelli del primo tipo del 1587 su cui c'è poco da dire, vorrei approfondire un po' il discorso per quanto riguarda le altre tipologie. Questi Cavallotti, o pezzi da tre Grossi, si iniziarono a coniare quasi un quarto di secolo dopo quelli del primo tipo e subirono una notevole svalutazione, i primi coniati ad una bontà di 3,1 denari, questi successivi ad una bontà di 2 denari fino ad arrivare a quelli del 1628 a 1,12 denari. Anche il peso diminuisce notevolmente, i primi tagliati a 82 pezzi al Marco e i seguenti a 96, 118 o 120 pezzi al Marco. Il Cudazzo sul suo nuovo testo inserisce un tipo nuovo di Cavallotto, sempre con la data 1587, classificandolo come secondo tipo, è comunque un primo tipo con una variante nella leggenda. L'altra tipologia, indicata sul Cudazzo al 751 del terzo tipo e sul Mir come secondo tipo, è quella con nulla ai lati dello scudo e una V fra le gambe del cavallo. Questa dovrebbe essere spostata, come periodo di coniazione, dopo l'altra tipologia, quella con i nodi ai lati dello scudo, perché le date segnalate del 1608 e del 1610 sono probabilmente degli errori di lettura o degli errori di coniazione e queste monete dovrebbero seguire l'ordinanza del dicembre 1618 per Vercelli come sono le due date, 1618 e 1619, che si possono trovare sui pezzi rintracciati. L'ordinanza per Vercelli del dicembre 1610 ha probabilmente portato la coniazione dei cavallotti con i nodi ai lati dello scudo con la scritta VERCEIL in esergo sotto al cavallo. L’altra tipologia, quella con i nodi, dovrebbe essere la prima che si è tornati a produrre, infatti si possono trovare date che vanno dal 1610 al 1616, è segnalato un esemplare datato 1619, ma potrebbe essere una errata lettura. Un'ordinanza successiva dell'ottobre 1628 ne fa riprendere la coniazione con una netta svalutazione come già detto. A Giugno 1630, causa peste, la zecca di Vercelli venne spostata a Santhià, dove dovevano essere coniati altri cavallotti, ma questo non è certo che abbia avuto luogo, anche se l'esemplare presente sul nostro catalogo datato 1630 potrebbe essere uno di questi. Infine esiste l'ultima tipologia coniata a Torino, quella con i rosoni ai lati dello scudo, con date 1618, 1619 e 1620, questa ultima data inedita inserita dal Cudazzo nella sua ultima pubblicazione, per questo tipo viene segnalata come zecca di produzione anche Vercelli, per un esemplare con una V fra le gambe del cavallo, ma il Traina segnala una errata lettura per questa moneta, essendo questa del tipo senza rosoni ai lati dello scudo. So che sono stato prolisso e forse poco chiaro, ma non è facile spiegare alcuni errori che si ripetono sempre in questa complicata monetazione sabauda, anche perché per le monete “grosse" e importanti c'e più interesse di chiarezza, mentre le monete "piccole" suscitano meno interesse… ma ho voluto provare a fare qualcosa che rimanga.
    2 punti
  13. Nella mia vita ho collezionato un po' di tutto, sono partito dai francobolli e dalle banconote italiane e mondiali, poi ho girovagato tra monete di ogni epoca e territorio, infine ho scelto di dedicarmi in maniera quasi esclusiva ai libri di numismatica e storia monetaria... mi è mancato solo un ambito, le medaglie... fino adesso...qualche settimana fa ho avuto un colpo di fulmine per una bella medaglia papale di Paolo V e non ho resistito, eccomi quindi affetto da una nuova micidiale malattia, insieme alla libridine pure la medaglite, povere le mie tasche ?
    1 punto
  14. Ho voluto scrivere di quest'asta perché ho notato parecchie monete interessanti andate invendute e mi è parso strano.E' l'ultima ACM 20/21 Esempio alcuni Carlini molto particolari non ancora censiti (forse è stato questo il motivo) ed in alta conservazione. C'è un 1850 che ha sicuramente la Testa diversa ,altre teste e barbe diverse,anni particolari ribattuti su altri precedenti non recensiti,delle piastre sempre del periodo e non e parecchi tondelli del 600/700.......alcune anche se con prezzi alti sono andate via ma altre sono rimaste. Forse troppo alti i prezzi di partenza,se avessi potuto ne avrei prese un po ma almeno una l'ho presa e spero che in mano sia meglio della foto dell'asta. Un 1848 8 su 7 dovrebbe essere del 7° tipo ma sembra una via di mezzo fra il 6° e il 7°,forse un po caro ma visto che al momento non risulta recensito da nessuno e con la data a cavallo dei due tipi con la conservazione alta......... Al momento ho solo le foto dell'asta:
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  15. Compagnie de remorquage. Jeton en argent, poinçon abeille. - Av. Légende en trois lignes au dessus d’une caisse et d’une ancre. Rv. Voilier naviguant à gauche. L. 1. 20,48 grs. Un giudizio sulla vela evidenziata.
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  16. Salve sono Roberto il nipote del Cav. Uff. Walter Bisca. Se posso esservi utile
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  17. Caro Talpa attento perche le medaglie pontificie sembrano delle ‘cenerentole’ e prima che tu te ne renda conto hai gia’ perso la testa ?
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  18. Io penso che la coda fosse un punzone a parte, quindi se veniva poco impressa, come nel secondo dei tre casi che hai postato, non si vedeva. Oppure per fretta, era un dettaglio che si "saltava". Io ne ho una del 1858 con la coda che parte dalla schiena.
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  19. Ciao Ale! Io ho avuto lo stesso problema con un sesterzio. Prima ho provato con l'acetone, immersioni prima di 10 minuti, poi 1/2 ora, poi 1 ora ed infine 4 ore senza risultati apprezzabili. Alla fine ho fatto 2+2 ed ho provato ad immergere la moneta in acqua distillata a 55/60° per 10 minuti per poi ripulirla delicatamente con uno straccio di cotone ex-maglietta bianca. ? Così facendo sono riuscito a sistemarla abbastanza bene. Per i "punti difficili" ho utilizzato uno stecchino di bambù (punta resistente) di quelli fatti per gli spiedini. Ovviamente nuovi! ? Credo che la "patina" possa essere anche quella che si deposita con il "metodo @gionnysicily" utilizzando pastelli colorati per nascondere mancanze di patina e/o buchetti dovuti al cancro. Spero di esserti stato utile. Ave! Quintus
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  20. Ricordo bene quello splendido ed interessantissimo incontro con la Prof.ssa Travaini, speo di poter replicare anche questa volta. Volevo comunque esprimere i miei complimenti a @dabbene per l'impegno nella divulgazione numismatica e per l'organizzazione di questo nuovo evento, che sia il primo di molti altri, per riuscire a rilanciare la numismatica in presenza e non solo in maniera virtuale, come purtroppo siamo stati costretti nel recente passato. ? ? ?
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  21. Sono due vittoriati piacevoli. La classificazione di questa tipologia è sempre molto ostica. Il trofeo al rovescio è privo di base (direi anche nell'esemplare decentrato), ha solo i due schinieri ed al dritto entrambe le teste sono ben sviluppate in altezza, riempiono bene il tondello e non sono marcatamente "quadrate" o schiacciate. Propenderei, in entrambe i casi, di associarle al macrogruppo Cr. 44/1 Il tipo di trofeo, privo di base e con schinieri lineari e stilizzati, è però tipico anche del 53/1. In questi casi il confine tra le due tipologie è molto labile.
    1 punto
  22. 1 punto
  23. Concordo assolutamente. Il 3 grana è molto più ostico da trovare in buona conservazione rispetto al “grana 3” (e direi anche il 2 grana). Considerando la tipologia, dunque, il tuo esemplare è in uno stato di conservazione più che rispettoso e fai bene a ritenerti soddisfatto dell’acquisto fatto. Difficile trovare di meglio, e non solo da un punto di vista economico ma proprio come reperibilità sul mercato. Complimenti, quindi, per aver aggiunto un altro bel pezzo alla tua collezione di nominali in rame di Murat!
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  24. Buongiorno, @Asclepiabel capello il nostro Murat, complimenti, già dalle foto si vede un bel ritratto, e anche nella sua interezza è una moneta di tutto rispetto. Immagino che dal vivo ti Lustrerai gli occhi. ? Saluti Alberto
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  25. Mi sto informando e mi si è aperto un mondo nuovo. Ancora grazie
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  26. Giulio S.V. 1521, Camerlengo Armellini, Roma. La Prima Moneta di Sede Vacante con i 2 Santi . Daniele
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  27. Ciao, confronta con questa: https://www.lamoneta.it/topic/44285-sconosciuto-moneta-di-rame/
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  28. SEDE VACANTE 1605 (1° e 2°) Testone zecca di Roma I busti dei 2 Santi
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  29. Non conoscevo la filosofia di Stirner. Per come la descrivi qui brevemente la trovo molto interessante (e, oltretutto, realista). Comunque ben vengano tutte le proposte.
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  30. Ciao! Qui si sconfina nella tecnica di navigazione! Credo che la nave rappresentata, direi un brigantino considerato quanto è filante, sia una delle prime a motore, quando ancora non si volle rinunciare all'apparato velico, seppur diminuito ..... (vuoi mai che la caldaia di rompe!) Quindi la nave manteneva - in questo caso - due alberi sui quali potevano essere infierite alcuni tipi di vele; quella rappresentata credo sia una vela "di gabbia", vela rettangolare che sosteneva il vento procedente da poppa, fino al traverso largo. Nella vela sono evidenziati i matafioni dei terzaroli, laccetti cuciti sulla stessa che servivano a ridurre la superficie velica se il vento diventava troppo "violento" e minacciava di stracciare la vela stessa; non si vedono però i corrispondenti opercoli, occhielli che traversavano la vela come fossero delle asole rotonde, e nei quali venivano fatti passare i laccetti. Questi laccetti sono tutt'oggi adottati per la medesima funzione su varie tipologie di vele, anche se ormai gli occhielli non sono più simili alle asole, ma il buchino è delimitato da un occhiello metallico. saluti luciano
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  31. Ciao! L'armonia dei cittadini è la felicità della repubblica. Credo - ipotesi personalissima - che l'allegoria rappresentata debba intendere che la Repubblica (impersonata come in tante altre occasioni dalla donna assisa in trono e vestita con gli attributi rebubblicani di Venezia) si compiace che il popolo è felice; come rappresentare questa felicità? Circondando anonime bandiere (vedo due cuspidi delle quali una riporta in cima un globo, non credo veneziane perché mancanti del leone) di rami d'ulivo ( rappresentanti la pace) ed alla base il libro delle Leggi, alle quali tutti sono sottoposti. Di conseguenza penso che il globo sia un diverso modo di rappresentare il puntale che, questa volta, non è a punta. saluti luciano
    1 punto
  32. Allora mi sa che se le tengono lo stesso anche se sono con l'anello in polimero ?
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  33. Così descritte da Jenkins le monete di Himera con raffigurato il granchio . Un interessante esemplare di queste dracme imeresi con al rovescio granchio con leggenda tra le zampe, sarà a giorni in asta Gorny&Mosch 280 al lotto 73 .
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  34. Benedetto XIV (1740-1758), Munt 50.
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  35. L'altra, sempre Collezione Litra Foto con luce diversa. Publica Filippo IV 1622 PVBL/ICA/°/COMMO/DITAS Ex Numismatica Rimoldi CNI 154 Peso g. 13,29 Diametro 29,00mm Saluti Alberto
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  36. Buonasera a tutti. Publica Filippo IV 1622 PVBL/ICA/°/COMMO/DITAS Ex Inasta 06 ottobre 2020 Collezione Litra Peso g. 13,26 Diametro 29,00mm CNI 154 Saluti Alberto
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  37. Stati Uniti, esseri umani presenti 23mila anni fa: trovate le impronte che riscrivono la storia Gli esseri umani erano presenti in America già 23mila anni fa: lo dimostrano alcune impronte di piedi appena scoperte in Nuovo Messico. Si tratta della più antica traccia della presenza umana nel continente e dimostra che qualcuno viveva lì già prima dell’ultima Era Glaciale. A fare questa scoperta sono stati i ricercatori della Bournemouth University, in collaborazione con lo US Geological Survey. Le impronte in questione sono state trovate all’interno del Parco Nazionale di White Sands, nel Nuovo Messico. Le impronte sono state lasciate nel fango morbido sul fondo di un lago, dove poi si sono solidificate e conservate per tutti questi millenni, intrappolando al loro interno anche semi di piante primitive. La cristallizzazione delle impronte - poi giunte fino a noi - è avvenuta anche grazie alla glaciazione del lago dovuta al periodo di intenso freddo. "Le nostre datazioni dei semi antichi sono molto precise e dimostrano una stratificazione dei semi appartenenti ad epoche storiche diverse all’interno di una stessa impronta – ha spiegato Kathleen Springer della US Geological Survey. – L’analisi al radiocarbonio ha permesso di datarle". Si tratta di una scoperta straordinaria. Finora, infatti, si è sempre pensato che gli insediamenti umani più antichi nel continente americano risalissero a circa 16mila anni fa. Gli archeologi ritenevano improbabile la presenza dell’uomo prima di questo periodo. La recente scoperta, invece, dice il contrario. Le impronte trovate sono di vario tipo: ci sono quelle umane, ma anche quelle di alcune specie animali come uccelli, mammut e lupi. Questo fa pensare a un’interazione fra esseri umani, animali e anche ambiente naturale. "Possiamo ipotizzare che i nostri antenati erano pragmatici, dediti alla caccia e all’adozione di strategie di sopravvivenza, ma ciò che vediamo attraverso queste impronte è un’attività di gioco che coinvolge individui di età diverse - ha spiegato il professore Matthew Bennett -. Un vero e proprio spaccato nella vita quotidiana dell’epoca". https://www.liberoquotidiano.it/news/scienze-tech/28815443/stati-uniti-esseri-umani-presenti-23mila-anni-fa-trovate-impronte-riscrivono-storia.html
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  38. Privato del diritto al trono di Iolco usurpatogli dallo zio, Giasone ne ottiene la promessa di reintegro se riporterà alla città il vello d'oro, lasciato da Frisso nella lontanissima Colchide e là custodito in un bosco da un drago : l'appello di Giasone all'impresa è raccolto da 50 tra i più famosi eroi dell'Ellade . Argo di Tespi, maestro d'ascia, progetta e costruisce una nave con albero a vela e 50 postazioni da rematori, quanti sono gli eroi compagni di Giasone : il favore degli dei all'impresa è dimostrato da Atena che forse suggerisce il progetto della nave e sulla prua di questa pone un legno tratto dal bosco sacro di Dodona, legno magico che può parlare e rendere vaticini . In questo articolato mito dei Greci, alcuni vedono nella nave Argo il prototipo delle pentecontere, navi appunto a 50 rematori, snelle e veloci a fondo quasi piatto e con rostro, adatte alle lunghe navigazioni, che i Greci ( ma anche i Fenici e gli Etruschi ) useranno diffusamente per parecchi secoli come battelli da guerra nonchè per pirateria, commercio e spedizioni colonizzatrici . Per l'epoca storica, Erodoto ( VII , 193 ) accenna alla leggenda degli Argonauti e poi ( I , 163 ) ricorda che gli abitanti della città greca di Focea nella Ionia di Asia minore, furono i primi con le loro pentecontere ad attraversare l'intero Mediterraneo fino al regno di Tartesso, forse nella Spagna che affaccia all'Atlantico, creando un lungo periodo di loro talassocrazia . I Focesi, fondatori di Massalia e di insediamenti in Corsica ad Alalia, da questa città , dopo una "vittoria cadmea" ( Erodoto I , 166 ) in battaglia navale contro Etruschi e Cartaginesi, ripareranno con le superstiti pentecontere in Lucania, dove fondano la città di Elea . Dei Focesi, tra i primi anche nell'introduzione della moneta, è il gradevole Hektè arcaico in elettro con foca e cucciolo, mentre ancora dall'Asia minore, Faselis, unica città greca della Lycia, adotta come simboli sulle sue monete una prua rostrata e la poppa di queste navi : più a sud, in Fenicia, Sidone rappresenta sulle monete una simile nave da battaglia, in navigazione . Poche decine di anni or sono, la Grecia, poi, ha rappresentato su un francobollo da 5 dracme, una ipotesi della mitica pentecontera Argo .
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  39. Complimenti Claudio, sia il pezzo che la presentazione sono di spessore. La medaglia pare intonsa. In realtà non sono esperto di bronzo ma non vedo usura. Immagino che in questa occasione,date le dimensioni, non serva il microscopio per analizzarla. Molto curioso lo stemma della città di Cardiff. Un caprone e un ibrido cavallo-pesce. Davvero inconsueto. Ne sai qualcosa? Coinvolgiamo @Corbiniano? Ancora grazie per aver condiviso. Buona serata.
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  40. Taglio: 2 euro Nazione: Lituania Anno: 2020 Tiratura: 5.000.000 Condizioni: BB+ Città: Milano Note: NEWS!!!
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  41. Ciao prova a verificare con questa https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CAMGVA/8
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  42. Vi ricordo anche gli articoli del Gazzettino #8 in distribuzione gratuita il sabato 16 ottobre:
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  43. Lodevole l’iniziativa. Dispiace tremendamente che viene fatta in contemporanea al convegno di Venezia. Già pubblicato da un bel pezzo sul portale e già presente da qualche anno sempre al terzo sabato di ottobre Per l’ennesima volta non ci si riesce a coordinare…
    1 punto
  44. Archeologia, scoperti i confini del regno di Micene narrati da Omero Conclusa le decima campagna di scavi nella necropoli della Trapezà di Eghion a cura degli archeologi dell’Università di Udine Una scoperta che potrebbe contribuire a disegnare i confini del regno di Micene nel Peloponneso della tarda età del bronzo, che risulterebbero parzialmente coincidenti proprio con quelli suggeriti da Omero nell’Iliade. Si tratta del rinvenimento di tre spade, di fogge caratteristiche delle produzioni micenee palaziali, databili nell’ambito del XIV secolo a.C., ovvero nel periodo di pieno fulgore dei palazzi micenei di Micene, Tirinto e Pilo. I manufatti sono stati messi in luce dagli archeologi dell’Università di Udine, coordinati da Elisabetta Borgna, nello scorso mese di agosto, durante la decima campagna annuale di scavo della necropoli della Trapezà di Eghion in Acaia, nel Peloponneso occidentale, dove il gruppo udinese collabora dal 2010 a un più ampio progetto del Ministero greco della cultura. Rinvenute durante l’indagine di una delle tombe apparentemente più semplici e modeste, le spade molto probabilmente erano appartenute ad altrettanti guerrieri residenti in una comunità situata sulle propaggini montane dell’Acaia orientale, da cui si controllavano il centro di Eghion, la pianura costiera e il mar di Corinto. Le scoperte di quest’anno si aggiungono a quella delle scorse campagne, quando l’indagine di un’altra tomba – la tomba 6, assai più ampia e profonda – ha portato alla luce ricchi corredi di ceramica e gioielli, nonché di un deposito di oggetti in bronzo che comprendeva una monumentale cuspide di lancia da parata, preliminarmente interpretata come dotazione di una figura particolare - un ufficiale, sovrintendente o governatore locale - legato all’autorità centrale di Micene. Lo scorso agosto gli archeologi hanno condotto inoltre indagini nell’antico villaggio individuato nel 2015 qualche centinaia di metri più a sud della necropoli. Fondato in età pre-micenea, verso l’inizio del II millennio a.C., l’abitato ebbe lunga durata. Quest’anno è stato riportato alla luce un imponente edificio con focolare centrale del tipo a “megaron”, caratteristico dell’architettura micenea. All’indagine sul campo presso la Trapezà, il gruppo di ricerca dell’Ateneo di Udine è invitato a collaborare dal direttore del museo di Eghion, Andreas Vordos, nell’ambito di un ampio progetto del Servizio Archeologico greco per il Ministero greco della cultura nell’area archeologica dell’antica città di Rhypes. Le campagne avviate nel 2010 e concentrate dal 2012 sui contesti funerari - un nucleo di tombe a camera scavate nella sabbia coesa del substrato di un pendio collinare - sono supportate, oltre che dall’Ateneo di Udine, dal Ministero italiano degli Affari esteri e dall’Institute for Aegean Prehistory di Philadelphia. Il valore storico della scoperta delle armi nella necropoli Il sistema politico-sociale ed economico dei regni micenei era rigidamente centralizzato e dunque certi beni strategici come le armi avevano circolazione controllata e accesso limitato. "Prodotte nelle officine centrali - spiega Elisabetta Borgna -, esse erano conservate nei magazzini palaziali ed erano per lo più distribuite all’occorrenza agli uomini chiamati alle armi o erano detenute da guerrieri e ufficiali con ruoli specifici nell’ambito dell’amministrazione palatina. È dunque raro che durante la piena età palaziale, ossia quando era più efficiente e rigoroso il sistema di controllo dei palazzi, nelle tombe, e in particolare in quelle appartenenti a necropoli periferiche, venissero deposte delle armi; quando avveniva, queste ultime erano certamente incaricate di esprimere indicazioni rilevanti sullo status e sul ruolo dei defunti". L’individuazione, dunque, di un gruppo di guerrieri micenei nella necropoli achea in corso di indagine è un fatto molto significativo per la ricostruzione storica dei confini politici del regno miceneo nella tarda età del bronzo. "Questa presenza – evidenzia Borgna – sembra costituire una conferma a quanto racconta Omero nel secondo libro dell’Iliade, quando, nel celebre Catalogo delle Navi, quantifica la potenza militare degli Achei impegnati nella spedizione a Troia elencando i comandanti e la provenienza dei contingenti. Il poeta greco riferisce che Agamennone in persona, re di Micene, avrebbe guidato da condottiero cento navi di guerrieri, reclutati, oltre che nei territori immediatamente circostanti al palazzo di Micene, in Argolide e Corinzia, anche nella periferica Eghialia, ossia la porzione orientale dell’Acaia intorno ad Eghion, sede di vari insediamenti di cui più tardi ci avrebbe parlato Pausania". In particolare, accennando a “coloro che abitavano intorno ad Eghion” "le parole di Omero – conclude Borgna - fanno riferimento a comunità in grado di fornire risorse in termini di seguito e forza militare per grandi iniziative come quella della leggendaria guerra di Troia che il poeta si apprestava a celebrare. Le tracce ora rinvenute di quei guerrieri micenei che nel vasto Peloponneso servirono la potente organizzazione militare dei palazzi rappresentano dunque forse il nucleo storico di una realtà trasposta in leggenda ed evocata dal racconto epico". Le indagini nel sito dell’antico villaggio Il megaron, a pianta rettangolare regolare, generalmente tripartito e con portico antistante, era un modello planimetrico-strutturale caratteristico dell’architettura micenea, e in particolare del nucleo dei palazzi in cui si svolgeva la vita di corte, che ospitava la sala del trono. Era caratterizzato dalla presenza di un grande focolare centrale, che, interpretando il passaggio dall’autorità familiare in sede domestica a quella pubblica nella sede cerimoniale e istituzionale, rappresentava, in veste monumentale, il simbolo del potere miceneo. L’edificio con impianto a “megaron” della Trapezà di Eghion – risalente agli inizi della civiltà micenea (XVII sec a.C. circa), e dunque precedente alla fondazione dei palazzi – può essere confrontato con alcune strutture coeve, interpretate in altri insediamenti come dimore di gruppi emergenti a livello locale. Il focolare era costruito su imponenti fondazioni in grosse pietre, era delimitato da grandi ciottoli e allestito con un’articolata serie di stesure di ghiaia e ciottoli su cui poggiavano piastre di argilla da cottura. "Una complessità – sottolinea Borgna - che sembra la premessa del fiorente sviluppo dei secoli successivi, così ben documentato dalla necropoli. Le dinamiche di crescita, evoluzione ed estensione dell’abitato e il rapporto tra questo e la vicina necropoli sono tra gli affascinanti aspetti ancora da chiarire". https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/archeologia-scoperti-i-confini-del-regno-di-micene-narrati-da-omero/13/251614
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  45. I famosi 30 denari di Giuda sono appunto i sicli di tiro ... Anche se ci son pareri non sempre concordi alcuni dicono che tramite studi si risale a quei sicli altri dicono sia solo un'operazione commerciale ... Sicuramente non erano monete romane in quanto raffiguravano l'imperatore o gli Dei e in quanto monete pagane non potevano essere accettate per il tesoro del tempio ma doveva essere cambiate prima di versare la tassa al tempio
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  46. Sono d'accordo con te, le commemorative si potevano includere... La mia scelta è ricaduta sulle seguenti: 1° Posto: 2 Lire Spiga 2° Posto: 5 Lire Uva 3° Posto: 50 Lire Vulcano 1° Tipo
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