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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/19/21 in tutte le aree

  1. Di numismatica ho ancora tantissimo da imparare, ma l'italiano almeno lo capisco Il pezzo riportato si riferisce chiaramente alla zecca di Napoli nella sua interezza e continuità temporale, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di aggiungere esplicitamente "e in modo particolare per quelle di Ferdinando II". Le due pagine che precedono questo estratto, ad esempio, sono interamente dedicate ai 10 tornesi di Francesco II. In ogni caso, i miei interventi non hanno nessuna volontà polemica, e lo dico sinceramente. Avevo semplicemente alcune curiosità riguardanti le monete borboniche intorno alla metà dell'800 (e pensare che ancora non ho nemmeno affrontato il dubbio principale sui famosi graffi da conio ). Onestamente non riesco bene a capire cosa si intende per "varianti non intenzionali": mi sembra condivisibile il fatto che mettere 13 o 14 torrette fa una bella differenza sostanziale e visibile. Dire che questa differenza non è voluta significa dire implicitamente che le persone dedicate alla preparazione dei conii non avevano la capacità intellettiva di distinguere 13 da 14 torrette. Siccome io non credo che sia questo il caso, mi sembrava interessante cercare di ricostruire quella fosse il vero motivo per introdurre queste differenze. Saluti!
    7 punti
  2. La perfezione incisoria eseguita sui conii dei Tari' di Francesco II è superiore a tutta la precedente produzione di FerdinandoII, ( sempre nei Tari' ). La torretta in meno la considero "un segno " per distinguere una liberata da un'altra. Mio parere personale.
    4 punti
  3. Ecco tutti i numeri del Gazzettino. Ci sono anche il numero 4 e 5 nella versione a colori. Questo è quello che si può chiamare impegno per la divulgazione numismatica.
    4 punti
  4. A seguito della recente discussione sul denario di Furius Purpureo mi erano tornate in mente alcune letture di qualche tempo fa, ma mi ci è voluto un attimo per inquadrare nuovamente la questione. Il punto di partenza è un bellissimo articolo di Pedroni del 2009 (Roma, Luna e i Liguri, in "Analecta Romana Instituti Danici", pp.7-18) ove si analizzano le 12 tipologie denariali ove al rovescio è presente la dea con lunga veste, a volte con busto scoperto, alla guida di una biga e con l'inequivocabile crescente sul capo. Di queste, una decina presentano un coerente quadro cronologico di emissione compreso tra il 190 e circa il 170 a.C., parrebbero emessi su piede ridotto 3,7-3,8 g ed hanno segno di valore X e quindi precedenti alla ritariffazione della metà del II secolo. In taluni casi poi le emissioni in bronzo associate sono su standard sestantale ridotto, i denari tipo Cr. 161/1 e Cr. 207/1 presentano in legenda una lettera L ad angolo acuto (forma paleograficamente inquadrabile in un periodo antecedente al 170 a.C.) e tre emissioni risultano affiancate a nominali minori quali il quinario o il vittoriato, il cui ciclo produttivo parrebbe interrompersi intorno al 170 a.C. (l'emissione di quinari riprenderà tempo dopo). Delle 12 ben 9 vengono poste dal Crawford tra il 194 ed il 170 (133/3, 136/1, 140/1, 141/1, 156/1, 158/1, 159/2, 161/1, 163/1) ed una, la 187/1, in un periodo compreso tra il 169 ed il 158, dunque con limite cronologico prossimo. Delle due restanti, il già citato tipo a legenda FLAVS è datato al 150 ma con grafia della lettera L che potrebbe far supporre ad una datazione differente, mentre l'ultimo tipo, a legenda A. SPVRI (Cr. 230/1) è datato al 139 a.C. Il tipo monetale con Luna rappresentò uno dei primi modelli iconografici "di rottura" rispetto al precedente tipo fisso anche se riscosse un successo piuttosto limitato. Analizzando il pantheon romano del periodo Luna non è certo da considerare una tra le principali figure divine ed è quindi lecito domandarsi il motivo che portò all'adozione di tale particolare soggetto che, agli inizi del II secolo, andò ad affiancare il tipo dei Dioscuri. Ben vangano pareri ed osservazioni in merito a questa introduzione riguardante un tema che a mio parere porterà ad ipotesi estremamente interessanti. Ecco un indizio, decisamente famoso:
    3 punti
  5. Molto interessante, senza alcun dubbio, è quanto scrive G. Werdnig (Le Oselle- Monete - Medaglie della Repubblica di Venezia. Traduzione a cura di Elda Winsemann Falghera - Edizioni Lint Trieste - 1983). Leggiamo insieme come viene descritto il Rovescio di questa Osella: "Una figura femminile, velata solo nei lombi, capelli al vento, braccia alzate, si dirige velocemente in direzione verso destra, appoggiando il piede destro sui frantumi di una ruota. Un fascio di raggi convergenti, irrompenti dalle nubi a sinistra, verso il quale volge il capo a ritroso, la colpisce al centro del corpo. Dal suo braccio destro pende un vessillo." Opportuno però continuare nella descrizione dell'Osella da parte del Werdning in quanto ulteriori informazioni si traggono. "L'Osella si riferisce all'elezione del doge, il quale ebbe nei tre Procur. S. M.: Giovanni Donà, Angelo Diedo e M. Antonio Barbarigo degli appassionati concorrenti. Gli Annali raccontano che nessuno dei quattro candidati aveva potuto raggiungere il prescritto numero di 25 voti. Sembra che Giovanni Donà, il quale era fra i 41 elettori, un pò per le ridotte possibilità di riuscita in seguito alla dispersione dei voti, un pò per la intima spinta di conseguire una buona scelta, abbia proposto di far convergere i voti su Mocenigo, ciò che infatti avvenne. La legenda è tolta dal salmo 88, 19 ed il relativo versetto suona: "Quia Domini est assumptio nostra et Sancti Israel regis nostri". Allioli lo traduce come segue: "Poiché è il Signore, il Santo d'Israele che ci ospita". Dato che in ebraico la parola "manegon" significa scudo, il versetto pertanto suona: "Poiché il Signore è il nostro scudo ecc.". Quindi "assumptio" nel salmo significa "prendere sotto protezione" da cui deriva il significato più tardi "attirare a sé" ossia assunzione, elevazione, come in assumptio Mariae = Assunzione di Maria, oppure in assumptio sancti alicujus = ricorrenza del giorno della morte di un santo, cioè il giorno della sua assunzione in cielo. Così ci avviciniamo al senso della legenda in quanto diciamo: "Non siamo noi ad elevarsi, ma è la potenza di Dio che ci eleva e ci assume (sotto la sua protezione)". Così come tutti i regnanti si definivano, "Dei Gratia regnantes", così anche Mocenigo non attribuiva l'elevazione a doge ai suoi meriti, bensì alla grazia di Dio. Se non fosse stato per volontà di Dio, sembra voglia dire, la sua elezione in circostanze così aggravanti come riferite dalla storia, non avrebbe potuto avvenire. La Fortuna su una ruota è una raffigurazione che ricorre spesso al tempo del Rinascimento. La Fortuna, nuda o vestita, su un globo alato, in volo sul mare, con il vessillo gonfiato dal vento, la troviamo per es. su medaglie dell'arciduca Carlo d'Austria, nel periodo dal 1560 al 1575, accanto al suo motto: "Fortuna (Dio) audace juvat". Qualche volta incontriamo la fortuna anche in piedi su due delfini. Una spiegazione del XVII secolo suona: "Fortunam in pilam poetae collocant propter mutabilitatem - audax, qui se committit pilae - audacior, qui Delphinum equitat vere nihil aliud est fortuna, quam incerta rerum causa(1)". Un doppio tallero del duca August di Braunschweig-Luneburg reca la Fortuna nuda su un globo, capelli al vento, stringente un vessillo gonfiato sopra la testa (Kohler, Munzbelustigungen). Noi interpretiamo la raffigurazione come segue: La Fortuna, in corsa, su una ruota, sfruttando il vessillo, gonfiato dal vento, come vela, rappresenta l'individuo, il quale si fida delle proprie fragile forze. Il vessillo qui non è altro che il simbolo nella fiera fiducia delle proprie forze. La ruota si sfracella nello scontro con un improvviso ostacolo, la Fortuna (cioè l'audax se rotae committens) si spaventa, precipita, il vessillo non è più gonfiato dal vento, bensì si affloscia nella tempesta: è allora che la Fortuna (sempre nella personificazione dell'audax) alza lo sguardo timoroso al cielo, donde prorompe dalle nubi il raggio di sole salvatore (il raggio della grazia di Dio), che dice: "Non sta a voi, fragili uomini, di elevarvi; la forza umana è simile alla ruota in corsa che si sfracella all'incontro con il primo imprevisto ostacolo". In questo senso la Fortuna serve come illustrazione al versetto del salmo(2)". (1) Symbola pontificum et regum, 1686. (2) "Domini est assumptio nostra" si trova anche sulla medaglia di papa Alessandro VIII, del 1690. "Domini assumpsit me" è la legenda sul rovescio di una moneta spicciola di re Giovanni Casimiro di Polonia, del 1649 (Kohler, Munzbelustigungen"."
    3 punti
  6. ...con spazio alle domande eventuali del pubblico. È una via perseguibile? A me manca tanto andare in edicola e comprare un periodico numismatico. Capisco perfettamente che la soluzione dell'abbonamento è quella più sostenibile, ma a me manca andare in edicola... ? Helmut Rizzoli ha detto una cosa che andrebbe stampata a lettere cubitali in ogni circolo, in ogni medagliere, in ogni aula universitaria (forse esagero...). Non sono in grado di riportare le esatte parole, ma, parafrasandole, grossomodo suonavano così: "Rivendico senza timidezza alcuna la mia natura di storico, scienziato, collezionista e curioso." ???
    3 punti
  7. Diciamo che è la prima volta che leggo una cosa del genere. Il tutto naturalmente rientra nella normalità italica che davanti a una fattura pagata chiede altri documenti , magari è il funzionario di turno che vuol farsi notare La casa D'Aste non c'entra niente.
    3 punti
  8. Ciao @Archestrato Alla richiesta di un parere tecnico, io descrivo la mia. Escludendo l'ipotesi di una pulitura aggressiva, che si possa asportare parti cosi rilevate, come la clamide, rimane che la moneta è stata coniata cosi com'é, senza la clamide. Una dimenticanza dell'incisore ? probabile, e che in un secondo tempo, abbia inciso sul conio, la clamide. La prova della mia ipotesi, sta nel confronto con altre due monete DALLO STESSO CONIO, ANS 605 e Parigi. Dalla foto che allego, si evidenzia una iniziale rottura ( quadratino in nero ), tra il piano e la cornice ad ore 4. Segno inequivocabile questa rottura, che sulla moneta LEU è iniziale, pertanto è stata coniata prima delle altre due ANS e Parigi.
    3 punti
  9. Gent.mo @gennydbmoney giustamente scrivi che è impossibile determinare la Rarità delle due versioni ( a 14 e 13 Torrette ) in quanto non contemplate dai Manuali più diffusi. Sicuramente è da considerare una Variante in quanto già il CNI descrive sia la 14 sia la 13 Torrette. Gentilmente poi mi dovresti spiegare in quali stampe il Tarì di Francesco II è raffigurato con 7 Torrette, in quanto non ho riscontri. Rispetto la tua idea della “casualità” ma non la condivido, in quanto non penso che gli allievi della Zecca riempissero gli spazi vuoti punzonando a caso, in preda ad una sorta di “horror vacui”. A mio modesto parere è più probabile che fossero dei “segni” o, ancor meglio, delle “firme” la finalità delle quali non è possibile conoscere per la mancanza di documenti. Queste monete che variano da uno specifico “standard” ( che in mancanza di scritti ufficiali può essere anche quantitativo, basato sui passaggi in Asta etc ) dovrebbero essere considerate vere e proprie Varianti. Sottolineo che queste mie affermazioni sono del tutto personali e ti ringrazio per l'eventuale risposta. Cari Saluti, Beppe
    3 punti
  10. Buon pomeriggio potrebbe essere utile una discussione di uno studio fatto da me in riguardo alle torrette dove ho espresso il mio parere personale ecco il mio intervento.
    2 punti
  11. Si confermo è varicella ? !!! Ma devo dire @Orodicarta che mi piace questa banconota in uno stato diverso sarebbe un bel pezzo da avere in collezione ?!!!
    2 punti
  12. E’ una foto importante questa, e’ quella della convivialita’, tutti insieme a parlare di numismatica e di vita dal giovane a Moruzzi, dallo studioso a Rizzolli, dal collezionista a Ottolini, mancava...il reale e la convivialita’ ...e sostituisce quello che mancherà ancora una volta a Verona ...
    2 punti
  13. Sono d'accordo con te sulla qualità dei colori ma anche sul piano artistico si fanno apprezzare. Per quanto riguarda la consistenza forse risultano leggermente più sottili e quindi più soggette a pieghe e usura ma comunque qualunque altra banconota riposta in una tasca di un indumento e centrifugata sarebbe uscita in condizioni simili. Comunque ragazzi la procedura per il lavaggio delle banconote è molto preciso nelle sue fasi basta solo seguirlo per ottenere ottimi risultati: 1) Inserire le banconote in lavatrice a 600 giri lavaggio 30° gradi con detersivo per capi delicati. Si raccomanda di evitare la centrifuga, gli audaci possono provarci ; 2) Stendere le banconote al sole e ritirarle leggermente umide. Attezione ad occhi indiscreti, potrebbero farvi una visita di cortesia; 3) Stirare accuratamente ogni singola banconota e nel caso ci sia bisogno vaporizzare leggermente con acqua demineralizzata. La stiratura va eseguita fronte/retro con delicatezza facendo attenzione a non danneggiare o bruciare il biglietto: Mai più stropicciature e banconote nuove e profumate. Buon lavaggio ??!!!!
    2 punti
  14. Per me è stato lo stesso! Purtroppo un impegno nel primo pomeriggio mi ha impedito di esserci al pranzo e conoscervi tutti di persona ma volentieri vorrei in futuro. Anch'io, a parte Mario, non sono riuscito ad identificare nessun utente del forum... avevo solo qualche ipotesi! Ad una prossima occasione di incontro spero di fare la conoscenza dal vivo di molti utenti che stimo qui sul forum!
    2 punti
  15. Io questa non la vedo assolutamente come una colpa della casa d'asta. O ci aspettiamo che debbano sapere tutte le norme di tutti i paesi del mondo incluse quelle inventate dal burofunzionario di turno della dogana?
    2 punti
  16. Piena corrispondenza, e non è sorprendente, probabilmente coniate con gli stessi conii (non c’è dubbio per il conio del busto di Diocleziano) Questi quinarii di Ticinum sono tutti rari (busti radiati e corazzati) o rarissimi e verosimilmente destinati a donativa, (teste laureate, RIC VI 27 e 28, legenda VTILITAS PVBLICA, T all’esergo), databili al 294/295. https://www.acsearch.info/search.html?id=1429241 Nel caso di quinarii senza esergo come il tuo, dallo stile poco riconoscibile a causa del piccolo modulo, la datazione e la zecca sono spesso difficili da stabilire. Esistono anche per Roma, Siscia (con esergo) Treveri e Lione, durante la diarchia e in seguito durante la tetrarchia per gli augusti e i loro cesari. Infatti se ne trovano fino a Crispo... Ad esempio, questo quinaro è elencato nel RIC 5b, (dal 285 al 293 d.C) per la zecca di Lione: https://www.acsearch.info/search.html?id=953672 Questo qua, anch’esso assente nel RIC, zecca di Roma? Venduto 2200 $. https://www.acsearch.info/search.html?id=1285111 Almeno per questo, lo stile corrisponde bene a quello di Lione: https://www.acsearch.info/search.html?id=2120961 Il tuo quinario a doppio busto era già presente nel libro di Cathy King, ma non sò se era illustrato. (Roman Quinarii from the republic to Diocletian and the tetrarchy, 2007) Non si vede bene sulla foto se le zone danneggiate sono dovute a concrezioni o ossidazioni. Forse potresti fare delle foto migliori? Magari sarebbe possibile pulire questa moneta, se qualche utente conosce un restauratore professionale che potrebbe esaminarla? Ne vale la pena, per parlare solo del valore commerciale ricordo il prezzo di 5500 CHF (sopravvalutato secondo me) ottenuto per la moneta della NAC, comunque meglio conservata.
    2 punti
  17. Grazie grazie grazie e... ...ancora grazie a tutti! È davvero rincuorante sapere che esiste un tale livello divulgativo in cui non ha posto alcun elitarismo. È l'esperienza di ogni persona interessata a pesare. Fatto! Se vuoi ti passo le righe che ho appuntato come si faceva a scuola. ? Però la mia calligrafia è molto ostica.
    2 punti
  18. Fossero monete di modesto valore farebbero pensare ad un fonte votiva ma le monete del ritrovamento sono molto belle e rare. Vedremo questa sera alle 20:45 in via Kramer 32
    2 punti
  19. C'è il lev bulgaro anni '90 col famoso Cavaliere di Madara, che sarà riportato anche sui loro euro: (bozzetto di fantasia)
    2 punti
  20. La foto da me inviata e' tratta da Asta del Titano 36 del 20.04.2010 pag 109 e venduta come falso da studio
    2 punti
  21. Per il dritto, hanno usato un Galvano elettrotypo, che il BM li creò per collezionisti.
    2 punti
  22. Leggiamo da Mario Traina (Il linguaggio delle monete. Motti, imprese e legende di monete italiane. Editoriale Olimpia 2006): ”Figura femminile (la Fortuna), illuminata da raggi spioventi dall’alto, velata nei lombi, capelli al vento, il volto e le braccia alzati verso l’alto, con un vessillo pendente dal braccio destro e col piede destro sui frammenti di una ruota. Si riferisce alla contrastata elezione del doge, che attribuisce la sua ascesa al dogato non ai suoi meriti ma alla volontà di Dio. La Fortuna corre su una ruota sospinta dal vento, grazie al vessillo che fa da vela e che simboleggia la fiducia dell’individuo nelle proprie forze; ma ad un tratto, davanti ad un ostacolo, la ruota va in pezzi e la Fortuna si arresta, volgendo lo sguardo e le braccia al cielo, dal quale attraverso i raggi della grazia di Dio arriva l’aiuto implorato a sostegno della fragilità umana.”
    2 punti
  23. Prima ho parlato del nuovo libro del Prof. Helmut Rizzolli, facciamo una anteprima pubblicando il pieghevole che lo illustra datomi dal Professore Retro
    2 punti
  24. E cosa c’entra la casa daste? Se abbiamo un ministero demenziale e regole demenziali non è certo colpa degli inglesi o delle case d’asta….
    2 punti
  25. D'incerti, nel stesso testo riportato sopra, propone la seguente spiegazione (immagino già nota a molti, ma la riporto per completezza )
    2 punti
  26. Ciao a tutti, Condivido con voi questo frazionale in bronzo (1,5 g) attribuito alla città iberica di Quart Hadasht in lingua punica, poi ribattezzata Cartago Nova con la conquista romana del 209 a.C. Al D./ Testa di Tanit Al R./ Elmo crestato con paraorecchie Questo bronzetto viene datato intorno al 220-215 a.C. I cartaginesi iniziarono a battere moneta in Iberia intorno al 237 a.C. Questa serie monetale ispanico-cartaginese nasce soprattutto dalla necessità di fare fronte al pagamento delle truppe e appartiene ad una zecca (probabilmente itinerante) molto attiva durante la 2°guerra punica. Si possono considerare delle emissioni militari che cesseranno con il passaggio della città in mano romana. Fondata da Asdrubale nel 337 a.C., la città sulla costa mediterranea divenne la capitale dell'impero cartaginese in Iberia, grazie alla sua posizione strategica. Il suo porto riparato era l'unico adatto a contenere un'intera flotta di navi e la vicinanza dalle coste libiche permetteva di compiere un'unica traversata diretta per mare. Fu da qui che nel 218 a.C. Annibale iniziò la lunga marcia che lo portò ad attraversare le Alpi, nella sua discesa in Italia contro la potenza nemica di sempre: Roma. Le vs. correzioni mi faranno piacere, così come il vs. parere intorno a questo "spicciolo" (le foto non rendono) che io trovo molto bello anche grazie ai sedimenti che ancora si porta addosso :-)
    1 punto
  27. Stavo gauardando questa bell'immagine di serena convivialità, quando mi è caduta l'attenzione sulla tavola: ho contato non meno di dieci, e ribadisco, dieci bottiglie d'acqua e solo una di vino ... ma non è che per caso la numismatica porta all'astemia? No perchè se è così da domani vendo banconote e cataloghi e mi dedico alla collezione dei tappi di bottiglia Saluti e salute a tutti.
    1 punto
  28. Beh se sono monete rare non e’ che si trovino sul web al primo colpo.. magari le hanno avute - essendo all’imtorno di quella zona - o possono dirti se e dove eventualmente sono reperibili. Puoi altrimenti anche chiedere a numismatici tedeschi o austriacj che sono anche le pricipali case d’asta dei rispettivi Paesi. Nella sezione case d’asta puoi facilmente trovare i riferimenti delle principali ditte.
    1 punto
  29. Accipicchia che bella lezione!! Affascinante la storia. Ma con una di quelle monete, all'epoca cosa si poteva comprare? Che valore intrinseco aveva? Forse molto, dato la poca comodità a portarselo appresso per pagare. Se uno doveva comprare casa, gli ci sarebbe voluto un camion pieno o quasi:
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  30. Ecco un altro orrore dei miei, comprato x pochi bath in un mercatino di Bangkok qualche anno fa:
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  31. In epoca angioina è documentato l'utilizzo d'argento proveniente dalle miniere calabresi di Longobucco anche se la gran parte del bianco metallo utilizzato per formare la lega dei denari proveniva dalle "miniere veneziane" con la fusione di grossi veneti.
    1 punto
  32. In particolare, sulle miniere di Longobucco, aggiungo; http://www.comunelongobucco.eu/agenda-eventi1/232-le-miniere-di-longobucco.html
    1 punto
  33. Risvolti politici ? Boh ! Se compriamo fuori UE dobbiamo sdoganare. E' stato sempre fatto per acquisti in USA e Svizzera ( salvo colpi di fortuna ) e adesso con GB. Se poi qualche doganiere si inventa una richiesta di autenticità che non c'entra nulla con un invio di monete se ne può dedurre che non sa fare il suo mestiere.
    1 punto
  34. Ma anche no… questo la dice lunga sull’ imbecillità della gestione e degli addetti , nonché sui risvolti politici di cui ci si approfitta per piccole rivalse…la casa daste e l’uscita dalla brexit( brucia eh?!) non c’entrano nulla… sono le piccinerie di “certa” gente che causano tutto.
    1 punto
  35. Non sei l'unico, anch'io ho ancora molto da imparare... Allora sono io che non lo capisco visto che non riesco ancora a comprendere cosa c'entra l'intera produzione monetaria borbonica quando si sta discutendo del numero di torrette nella partizione del Portogallo sullo stemma "monetato"di Francesco II... Sinceramente io penso il contrario... Eppure hai scritto che l'italiano lo capisci,variante non intenzionale vuol dire che si è creata una cosa diversa senza volerlo... Su questo sono assolutamente d'accordo con te... Ma non stiamo giocando a "cerca le differenze"... Il lavoro degli allievi incisori era realizzato completamente a mano e come tutti i lavori manuali ci possono essere sostanziali differenze tra una mano e l'altra,e siccome il numero di torrette non era "standardizzato"succedeva che un allievo ne inseriva 13, un'altro ne inseriva 14... Aggiungo che tu hai aperto una discussione per porgere una domanda,cosa lecita ,io mi sono permesso di risponderti e questo si chiama cortesia,se poi non ti aggradano le mie risposte per un motivo o per un'altro puoi sempre aspettare le risposte dei grandi esperti di questa sezione... Buon proseguimento di discussione...
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  36. 1 punto
  37. Ecco, avendo dovuto io scappare per impegni pomeridiani, avendo 2 ore di viaggio, non ho potuto fermarmi. E, a parte Mario Limido, non ho potuto conoscere personalmente voi che scrivete. Per me è stata la prima volta che mi ritrovavo fianco a fianco con gli e le utenti del forum, e continuavo a chiedermi: "Secondo me lei è pincapallina78, lui invece sarà pincopallino87..." ?
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  38. Importante passaggio nella vendita per asta dei numismatici P. & P. Santamaria di Roma del gennaio 1939. Anche in questo caso, interessante l’interpretazione fornita: ”La Fortuna colpita da un fulmine in atto di precipitare dalla ruota infranta”.
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  39. Salve! Sembrerebbe una Siracusana però ho trovato monete su internet con il peso doppio rispetto a questa moneta ma molto simili.
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  40. Riprendo questa discussione e con riferimento al post #1 condivido il mio esemplare recentemente acquisito.
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  41. E’ bella anche questa immagine complessiva con gli 8 Gazzettini più i 2 Speciali ...e siamo a oggi a 10...da oggi chi vuole può collaborare per il futuro Gazzettino 9 per questa collana autoprodotta e autogestita
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  42. Complimenti @crispo57 Assomiglia molto (anche nei particulari della corazza) a un rarissimo « quinario » di Ticinum, una moneta venduta dalla NAC nel 2014, ed è l’unico esemplare conosciuto dal « NOT IN RIC » di Lech Stepniewski. http://www.notinric.lechstepniewski.info/6tic-28b.html
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  43. Pienone in sala: I giovani ritirano la moneta:
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  44. Che dire una giornata emozionante, poter rivivere un convegno dal vivo è stato bellissimo e di questo bisogna dare merito a Mario ed a tutti quelli che hanno fatto in modo che l'evente potesse avere il grande successo che meritava e che ha giustamente ottenuto. Sala gremita di appassionati di ogni età, momenti di aggregazione e di interessante apprendimento, il Gazzettino n° 8 che ormai è un vero e proprio libro con gli interventi degli autori, la moneta consegnata ai giovani, la presentazione delle nuove pubblicazioni ed in particolare quello di prossima uscita del Prof Helmut Rizzolli, una persona che quando parla trasmette sapere e conoscenza in una maniera semplice e comprensibile a tutti. Il workshop con i tre esperti della NIP che anno illustrato in maniera sintetica ma esaudiente alcune tematiche importanti legate al collezzionare monete di ogni epoca. Forse è proprio questo il convegno della ripartenza, non più come i precedenti per ovvi motivi legati al Covid, ma bello e proiettato verso il futuro, per una numismatica che appartenga a tutti, collezionisti, studiosi e commercianti, tre categorie che sono in simbiosi una non potrebbe fare a meno dell'altra. BRAVI TUTTI ?? ?? ??
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  45. Colgo l'occasione per allegare un'altro "cavaliere" a questa discussione. Parlo del trifollaro di Ruggero I, in cui si vede un cavaliere a cavallo con scudo e stendardo.
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  46. Saranno almeno 100 le monete di Genova con il castello che è l'immagine della città medievale. La moneta al centro è un' intrusa in quanto quartaro con grifone.
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  47. Ecco mura e torri da una non frequentissima moneta della repubblica di Ragusa, un artilucco (da 3 grossi) del 1627. L'emissione proseguì fino al 1706 e imitava il celebre pezzo coniato in Polonia. Il nome artilucco (o altilucco), viene dal turco per indicare un pezzo da 6 para: tanto era il valore della moneta nel'impero ottomano
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