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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/20/21 in tutte le aree
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Ciao amici da tempo cercavo un esemplare di questa tipologia in soddisfacente qualità. il mese scorso mi è capitata davvero una occasione d’oro, pur trattandosi del pezzo in argento ? Non è il top quality che cercavo ma al prezzo al quale sono riuscito a portarla a casa, a meno della metà del valore di mercato corrente di uno SPL come questo, non poteva lasciarmi esitazioni di sorta. Peraltro non ha colpi al bordo o graffi e il modulo è ampio e regolare. La pezza della rosa è secondo me una delle più belle monete toscane. Qui il millesimo è comune, e il FDC certo non c’è, ma il fascino di questa emissione non credo possa essere mai messo in discussione anche osservando un esemplare non eccezionale. Buona serata10 punti
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La moneta è genuina ed è stata fatta in Zecca. La dinamica dell'errore è stata la seguente: c'è stata una prima battitura regolare in virola (infatti immagino che la moneta presenterà il contorno zigrinato), dopodiche' è entrato il successivo tondello dentro la virola e la moneta in questione si è posizionata sopra ricevendo una seconda battitura con interposizione di un altro tondello al rovescio. Al dritto si vede il tipico effetto "scivolamento" dovuto all'interposizione di un altro tondello sotto. Rispondo alle tue domande: 1) nel 1978 le monete uscivano dalla Zecca in sacchi e non in rotolini. Le monete non venivano controllate una ad una, ma a campione. Gli errori di battitura sono episodici e non ripetitivi, quindi ad un controllo a campione possono sfuggire. Con questo non voglio dire che l'errore sia uscito sicuramente in modo naturale dalla Zecca, ma non è da escludere questa ipotesi come non si può escludere l'ipotesi che qualcuno l'ha presa dagli scarti e portata fuori in modo illegale dalla Zecca per rivenderla. Ciò oggi è del tutto irrelevante essendo ormai passato un tempo sufficiente per prescrivere qualsiasi reato. La moneta può essere tranquillamente commercializzata; 2) Il rovescio presenta una cavità senza le impronte della seconda battitura perchè in quel punto la moneta era a contatto con un tondello privo di impronte, quindi la seconda battitura ha appiattito le impronte primarie senza trasferire al rovescio delle (seconde) impronte; 3) la seconda battitura è avvenuta fuori virola e una battitura fuori virola determina un effetto noto come "distorsione delle impronte". In particolare il metallo del tondello senza l'effetto contenitivo della virola è libero di fluire e questo comporta un effetto "trascinamento" delle impronte e un effetto di non "riepimento totale delle cavità del conio" soprattutto nella zona periferica vicino al bordo. Si vede bene questo effetto nella lettera "E" di REPVBBLICA. E' un chiaro segno di genuinità dell'errore. La moneta presenta un errore genuino fatto in Zecca, non c'è alcun dubbio al riguardo. Nel mercato di nicchia degli errori ha anche un discreto valore ed è molto ricercata come tipologia di errore. Visto lo scetticismo generale consiglio una perizia da parte di un perito esperto di errori di coniazione.5 punti
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L’Accademia Italiana di Studi Numismatici ha istituito un bando per 6 borse di 500 euro l’una per la partecipazione al Congresso Internazionale di Numismatica di Varsavia che si terrà dall’11 al 16 settembre 2022, segue il bando con le istruzioni relative https://drive.google.com/file/d/1AVwT8nD8uW_X1vcJhdgIAg90opou703c/view?usp=drivesdk4 punti
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Certo che sì, un vero e proprio cambio della moneta, di cui pure si discusse a lungo, non ci fu. Sicuramente circolavano le emissioni della Banca d'Italia fino a quando un biglietto non si riduceva in condizioni tali da non poter più essere utilizzabile. A quel punto, come avviene ancora oggi con gli euro, veniva comunque portato per il cambio in una banca, che lo ritirava dalla circolazione. Naturalmente si sarà trattato in larghissima misura di biglietti emessi tra la fine degli anni '30 e la prima metà dei '40, ma non si può escludere che qualcuno, magari dopo averli ritrovati in un vecchio libro, mettesse in circolazione un 500 lire matrice o un 50 lire buoi: il collezionismo di cartamoneta all'epoca era pressoché inesistente in Italia (a differenza, ovviamente, di quello delle monete metalliche), e vista anche la situazione economica generale, erano pochi quelli a cui poteva venire in mente di conservare un biglietto a scopo collezionistico. E a maggior ragione circolavano i biglietti della serie luogotenenziale. Perché, sebbene datati tutti 1944, in realtà furono immessi nella circolazione a partire dal luglio 1946, i biglietti di stato da 1 a 10 lire, e addirittura nell'agosto 1949 le banconote da 50 e 100 lire. Un ritardo dovuto al famoso furto presso la tipografia Staderini di Roma, incaricata della stampa, delle matrici dei biglietti da 500 e 1000 lire, che non furono più emessi. E le ultime serie dei biglietti di stato, furono immesse nella circolazione nel 1952. Infine, per quanto riguarda la cartamoneta d'occupazione, le emissioni della British Military Authority furono ritirate dalla circolazione il 31 luglio 1945. Alla stessa data cessarono di avere corso legale in Italia i dollari con il sigillo giallo. Che però, come tutta la cartamoneta emessa a partire dal 1871, hanno ancora valore legale negli Stati Uniti. Le am-lire, invece, circolarono fino al 30 giugno 1950, ma non più come moneta d'occupazione. Infatti, a partire dal 12 dicembre 1946, la Banca d'Italia fu costretta dagli accordi tra i governi italiano e americano, a riconoscerle come emissioni proprie, e a rimborsarle come tali fino alla data suddetta. petronius3 punti
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E' un errore di coniazione denominato "battitura ampia" o "battitura centrata fuori virola". Può capitare su qualsiasi taglio. In questa tipologia di monete, la rarità non è tanto data dalla numerosità degli esemplari, ma in maggior misura dalla frequenza di accadimento di questo errore. In altre parole, una battitura ampia su una lira 1939 XVIII o 2 lire XVIII cambia relativamente, quello che conta è l'errore che è raro a verificarsi. Questa tipologia di errore sulle monete del Regno personalmente le perizio R3. Nella Repubblica dipende da vari fattori. Il valore su queste monete è molto variabile. A mio giudizio personale, anche in base a quelle che ho trattato, è di circa 300/400 euro (per il FDC).3 punti
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DE GREGE EPICURI Vi faccio pure io un riassuntino di quel che ho capito. In sostanza, le ipotesi scientifiche sono almeno 3: 1. Il tesoretto è autentico, ed è un miscuglio di monete, monete tagliate e argento non monetato,raccolto da un orefice per poi fonderlo ed usarlo per le sue attività. Questa è l'ipotesi originaria di Vlastos. In effetti, fino agli anni '50 del 900, tutti i tesoretti misti di monete e argento non monetato sono stati considerati "tesori di un orefice". Poi però si obiettò che fin dalla più remota antichità i metalli preziosi (in polvere o frammenti o lingotti) erano accumulati diffusamente come "riserva di valore", e che ad essi si aggiunse la moneta, dopo la sua comparsa. Questi tesori misti si ritrovano fino alla monetazione di Alessandro Magno, quando scompaiono, a causa del forte aumento di valore della moneta rispetto al semplice metallo nobile. Un'altra obiezione si aggiunge nel caso del tesoretto di Taranto: perchè pensare di fondere ad es. le monete di Velia (circa 80) che potevano essere spese agevolmente? E inoltre, come faceva l'orefice ad avere monete che quasi mai uscivano dal loro territorio (le siciliane) o che, se uscivano, finivano solo in certi posti (le traco-macedoni, che finivano in Egitto)? 2.Il tesoretto è autentico, e rappresenta il ricavato dei commerci di un mercante, che ha raccolto le diverse monete nei loro luoghi di origine, durante un lunghissimo viaggio che è tracciato dalla linea rossa nella carta del mediterraneo (qui sopra): Focea, Tracia, Attica, Isole, Corinto, Libia, Sicilia, Calabria e Taranto. L'obiezione principale è che le nostre notizie sul commercio marittimo antico non testimoniano viaggi così lunghi e tortuosi, quasi impossibili da intraprendere sia per la loro difficoltà e pericolosità, sia per la incongruità delle attività commerciali (quel che si vendeva in Tracia tendenzialmente non si vendeva in Attica o in Libia, e il mercante non guidava un transatlantico con enormi magazzini).3 punti
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Sicuramente monete belle e di aree geografiche diverse. Il Prof Cavagna ha narrato un giallo con protagoniste monete autentiche (mi pare 600) e barre d'argento (mi pare 3kg) contenute in una giara a tre metri di profondità. Molti studiosi lo considera un tesoretto unico. Altri, essendo che è stato venduto in tre lotti, ciascuno in un momento diverso, con monete di aree geografiche diverse, tre tesoretti. Non si sa neppure come siano finite a Taranto. Si ipotizza portate da un mercante che avesse fatto commercio in Turchia, Grecia, Sicilia, Libia.3 punti
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A seguito della recente discussione sul denario di Furius Purpureo mi erano tornate in mente alcune letture di qualche tempo fa, ma mi ci è voluto un attimo per inquadrare nuovamente la questione. Il punto di partenza è un bellissimo articolo di Pedroni del 2009 (Roma, Luna e i Liguri, in "Analecta Romana Instituti Danici", pp.7-18) ove si analizzano le 12 tipologie denariali ove al rovescio è presente la dea con lunga veste, a volte con busto scoperto, alla guida di una biga e con l'inequivocabile crescente sul capo. Di queste, una decina presentano un coerente quadro cronologico di emissione compreso tra il 190 e circa il 170 a.C., parrebbero emessi su piede ridotto 3,7-3,8 g ed hanno segno di valore X e quindi precedenti alla ritariffazione della metà del II secolo. In taluni casi poi le emissioni in bronzo associate sono su standard sestantale ridotto, i denari tipo Cr. 161/1 e Cr. 207/1 presentano in legenda una lettera L ad angolo acuto (forma paleograficamente inquadrabile in un periodo antecedente al 170 a.C.) e tre emissioni risultano affiancate a nominali minori quali il quinario o il vittoriato, il cui ciclo produttivo parrebbe interrompersi intorno al 170 a.C. (l'emissione di quinari riprenderà tempo dopo). Delle 12 ben 9 vengono poste dal Crawford tra il 194 ed il 170 (133/3, 136/1, 140/1, 141/1, 156/1, 158/1, 159/2, 161/1, 163/1) ed una, la 187/1, in un periodo compreso tra il 169 ed il 158, dunque con limite cronologico prossimo. Delle due restanti, il già citato tipo a legenda FLAVS è datato al 150 ma con grafia della lettera L che potrebbe far supporre ad una datazione differente, mentre l'ultimo tipo, a legenda A. SPVRI (Cr. 230/1) è datato al 139 a.C. Il tipo monetale con Luna rappresentò uno dei primi modelli iconografici "di rottura" rispetto al precedente tipo fisso anche se riscosse un successo piuttosto limitato. Analizzando il pantheon romano del periodo Luna non è certo da considerare una tra le principali figure divine ed è quindi lecito domandarsi il motivo che portò all'adozione di tale particolare soggetto che, agli inizi del II secolo, andò ad affiancare il tipo dei Dioscuri. Ben vangano pareri ed osservazioni in merito a questa introduzione riguardante un tema che a mio parere porterà ad ipotesi estremamente interessanti. Ecco un indizio, decisamente famoso:2 punti
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Ciao, non è proprio una banconota della Croazia, ma dello 'Stato indipendente della Croazia', uno stato fantoccio italo-tedesco esistito dall'aprile 1941 al maggio del 1945. La banconota è comunissima, non si legge bene ma è del 1942, estremamente logorata dalla sua storia e dal tempo... ha avuto una vita breve, ma dalla conservazione si evince che è stata pienamente vissuta.2 punti
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S.G.A.N. (sanctus Google adiuva nos) Crucifix XVIIe / XVIIIe siècle : Crucifix de Sampieru A/ INRI R/ S.F.S.F.M. (horizontalement) ? / S.D.M.NOBIS (verticalement) Dimensions : H. 2,8 cm Provenance : Haute Corse (20) https://medailles-religieuses.blog4ever.com/photo/4673943 S(ANCTUS) D(EUS) S(ANCTUS) F(ORTIS) S(ANCTUS) IM(MORTALIS) M(ISERERE) NOBIS (S)aint (F)ranciscus (S)eraficum (F)rateris (M)inorum Fate poi voi... ? Servus, Njk2 punti
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io non commento nulla, perché altrimenti come sempre c'è una persona che mi lancia solo insulti....quindi : 1 le monete con la S esistono in tutte le zecche dell'impero, sia S per la seconda officina di Roma, S per la terminante del nome etc . la S per Sardegna non appare fino alle emissioni bizantine più tarde v. Piras & C. 2 questi oggetti uniface, probabilmente castoni di anello, o altri oggetti di vario tipo (bolle, impressioni per sigilli etc etc etc, ) sono a una sola faccia, e hanno ampia diffusione in tutto il mediterraneo , riportando i monogrammi di una moltitudine di soggetti differenti dell'ampia amministrazione statale o locale, fino a grandi produttori locali etc una foto del rovescio potrebbe essere certamente utile 3 pensare che un monogramma vada ricondotto per forza a un regnante è certamente fuorviante 4 moneta di necessità, certamente no. che poi possa essere finita nel mezzo di altri ammassi è possibile, ci finivano anche piccole pietruzze con forma simile a una moneta, ci sono diversi esempi da tesoretti .... ma che possa essere una "moneta" di necessità, appositamente prodotta come circolante suppletivo, lo escludo senza dubbio. 5 - per la datazione si dovrà ragionare sulla durata di questa tipologia di monogrammi, quindi probabilmente difficilmente prima della fine del V sec e fino al VIII secolo al massimo - alcuni di questi oggetti hanno chiari rimandi religiosi - ne conosco di area Pugliese con monogrammi che possono rimandare all'Arcangelo Michele saluti Alain2 punti
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3. La terza e (secondo il prof. Cavagna) più verosimile ipotesi è quella avanzata già decenni fa da diversi studiosi italiani, compresa la Breglia, se ben ricordo. Il tesoretto cioè è un finto tesoretto, o probabilmente la somma di numerosi tesoretti rinvenuti altrove (forse uno a Taranto, gli altri in altre zone, anche fuori dall'Italia). I gruppi di monete al loro interno "congrui" sono almeno 4: quelle traco-macedoni, assieme all'argento non monetato, potrebbero provenire dall'Egitto; vi è poi un gruppo consistente di monete greche, che comprendono però sia zecche accettate ovunque (Egina, Atene, Corinto), che zecche piccole e rare; ci sono le monete di Velia e di qualche altra polis magno-greca; e infine le (non molte) monete siciliane, oltre ad esemplari sparsi (1 solo di Cirene). Certo, l'insieme dal punto di vista cronologico è relativamente accettabile, trattandosi di monetazione del periodo arcaico o tardo-arcaico. Ma vien da pensare che i venditori abbiano prima saggiato il terreno, vendendo a Vlastos il primo bloccco (mi pare sulle 100-150 monete), poi gli abbiano rivelato che "c'erano anche altre monete" ottenendo l'acquisto anche del 2° blocco. Alla fine gli proposero un 3° blocco, ma ad un prezzo talmente alto che Vlastos rinunziò. Le voci sostengono che il tesoretto fosse complessivamente di circa 600 monete, ma queste voci (incontrollabili) sono state diffuse probabilmente dai venditori. Indagini da parte della Sovrintendenza di Taranto furono tardive, e tendenzialmente esclusero l'esistenza del maxi-tesoretto: ma gli atti di queste indagini non si trovano, o non sono disponibili. Si può anche pensare che poche o tante monete "sparse" siano state aggiunte a più tesoretti effettivi. L'attuale stato dell'arte comunque vede la maggioranza degli studiosi (specie esteri) credere all'autenticità del tesoretto. Ma forse è solo perchè ormai il tesoretto, anche se falso, è un dato "storico" ed è stato studiato come tale. O forse è ...per non dare un dispiacere (postumo) a Vlastos, grande studioso e collezionista.2 punti
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Se le concrezioni sono effettivamente di malachite questa sarebbe la migliore prova dell'autenticità, perchè ci mettono secoli a formarsi; del resto potrebbe anche non trattarsi di suberato ma di moneta in argento che ha giaciuto a lungo a contatto con rame/bronzo con deposito di concrezioni anche su di essa.2 punti
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Tornese con Ara di Filippo III, l'ultima cifra della data è illegibile. Questo esemplare pesa ben 5,90 grammi, è normale?2 punti
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Buongiorno. Quella che hai per le mani è una moneta con una bellissima patina "da collezione". Purtroppo se ne vedono sempre meno di monete con questa caratteristica così marcata, dal momento che vengono spesso lavate con appositi liquidi. La differenza di tonalità che riscontri esaminando la moneta sotto una buona luce prima, e con luce ambientale poi altro non è che l'effetto che ha la luce sulla superficie del metallo. Le patine infatti (specie quelle "spesse" di vecchia raccolta formatesi in ambienti adatti, come monetieri di legno e velluto, oppure anche semplicemente non essendo mai state lavate e tenute lontano da luoghi umidi), esaminate sotto una buona luce, rendono al meglio lo spettacolo delle loro molteplici iridescenze. Le tonalità bluette / violacee, sono quelle che si formano dopo un lungo "riposo" della moneta. A mero titolo esemplificativo, ti allego una foto delle stessa moneta, scattata prima sotto una luce diretta, e poi sotto una luce diffusa. Come vedi, la luce "accende" i vari riflessi e tonalità delle patine. un'ultima cosa: prima parlavo di patina "spessa", intendendo dire che le patine "crescono" nel corso del tempo. Oggi come oggi è più facile vedere buone patine da collezione ma "relativamente giovani" (quindi, "sottili" per così dire) proprio perchè hanno avuto relativamente poco tempo per formarsi. Ovviamente, oggi ci sono diversi metodi per accelerarne la formazione, per cui dietro la "questione patina" c'è un vero e proprio mondo a parte... Puoi vedere a titolo di esempio a tal riguardo, una mia discussione relativa a una tra le più belle monete del Regno d'Italia, facilmente reperibile come tipologia, ma decisamente rara con una patina di un certo tipo. Spero di averti appassionato nel ricercare monete non solo patinate, ma che lo siano in maniera gradevole. Una patina gradevole infatti, aumenta esponenzialmente la gradevolezza dell'esemplare (e anche il suo valore economico).2 punti
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Buona giornata Non è difficile trovare in commercio qualcuna di queste tessere; solitamente si trova la tessera più comune, quella rotonda, valida per il ritiro di una libbra di olio (quella evidenziata al nr. 6 del testo postato da Domenico); talvolta si riescono a trovare anche quelle quadrate e triangolari, sebbene sia più difficile. A me piace molto quella evidenziata al nr. 10 del suddetto testo, quella del 1587; la foto a corredo del testo non gli rende giustizia e ve la ripropongo. La legenda riportata riporta pedestremente quanto si legge nelle 6 righe; ovviamente la dizione corretta è: PROVISORI S(opra) OLEI CEDOLA NOVA saluti luciano2 punti
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Complimenti, anche a me piace molto. Anche se le foto non perfettamente perpendicolari possono ingannare, direi che la base è spessa. Tuttavia, personalmente non trovo molto convincente che alcune varianti di questa moneta arrivino fino ad R2 come gradi di rarità: a me sembra di incontrarne indifferentemente di tutte le tipologie più o meno con la stessa frequenza. Saluti!2 punti
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Questo è il concetto di diversitá che intendo,in tutto e per tutto, ciò che è e ciò che rappresenta la banconota e il Paese in oggetto.2 punti
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Non esiste nessuna regola o regolamento che richiede un cert. Di autenticità di un bene acquistato al’estero per poter applicare un’aliquota IVA piu’ bassa . E’ probabilmente un’interpretazione - errata - di qualche norma piu’ generale che il funzionario ha travisato. in tutte le vendite all’asta, o almeno cosi dovrebbe essere, e’ riportato - nelle condizioni generali - che « il materiale offerto in vendita e’ garantito autentico ( salvo espressa menzione contraria) ». Quindi al funzionario zelante si potrebbe opporre tale dettato. la casa d’aste onestamente non puo’ conoscere le esigenze documentali irrazionali dei funzionari doganali ma puo’ sicuramente corrispondere a richiesta l’inutile documento. Quanto alla razionalità della richiesta in un Paese dove lo Stato esige per talune pratiche il ‘certificato di esistenza in vita » ( non bastando la persona con il proprio doc di Identità)? perche’ meravigliarsi ???2 punti
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Stimolato dal post ho provato a cercare esemplari provenienti dal mercato, non coniati nella zecca di Taranto e provenienti o attribuiti al ripostiglio del 1911. Un modo per esserci col pensiero ? Ne ho trovati già 4 al momento, due esemplari magnogreci dei decenni conclusivi del VI secolo a.C. e due esemplari provenienti dalle isole Cicladi dello stesso periodo o più recenti di pochi decenni, secondo le datazioni attribuite. Tre stateri ed un terzo di statere. Un esemplare ex NAC 120/383, statere di Naxos nelle Cicladi: https://www.numisbids.com/n.php?lot=383+&p=lot&sid=4100 Un terzo di statere di Kythnos nelle Cicladi, ex LHS 100/269: https://www.acsearch.info/search.html?term=Kythnos+third+stater+475+&category=1-2&lot=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=0 Uno statere incuso di Sibari, ex NAC 114/24: https://www.numisbids.com/n.php?lot=24+&p=lot&sid=3140 Ex Nomos 21/53, uno statere incuso crotoniate: https://nomosag.com/default.aspx?page=ucAuctionDetails&auctionid=21&id=53&p=1&s=&ca=0&co=0&type=auction2 punti
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Ciao @Archestrato Alla richiesta di un parere tecnico, io descrivo la mia. Escludendo l'ipotesi di una pulitura aggressiva, che si possa asportare parti cosi rilevate, come la clamide, rimane che la moneta è stata coniata cosi com'é, senza la clamide. Una dimenticanza dell'incisore ? probabile, e che in un secondo tempo, abbia inciso sul conio, la clamide. La prova della mia ipotesi, sta nel confronto con altre due monete DALLO STESSO CONIO, ANS 605 e Parigi. Dalla foto che allego, si evidenzia una iniziale rottura ( quadratino in nero ), tra il piano e la cornice ad ore 4. Segno inequivocabile questa rottura, che sulla moneta LEU è iniziale, pertanto è stata coniata prima delle altre due ANS e Parigi.2 punti
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Ecco la mia sigh. Peso 9,25 g, na tosatina l'ha presa ma poca roba.2 punti
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Buonasera, riapro la discussione e con riferimento al post #1, condivido l’esemplare di un 60 Tornesi per Candia, recentemente entrato in collezione. Spero che possa esser utile ai fini del proseguimento della discussione. Grazie. Domenico Salvo errori, l’esemplare è riconducibile alla varietà 131 del sessanta tornesi, o quattro soldi, per Candia, indicato nel lavoro del N. Papadopoli Aldobrandini, Le Monete di Venezia descritte ed illustrate con i disegni di C. Kunz. Volume III.2 punti
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DE GREGE EPICURI Il CCNM organizza la prima conferenza in presenza nella nuova sede di via Kramer 32, a Milano in Porta Venezia (al piano-terra in fondo al cortile a destra; citofono SEIDIPIU). La sede è raggiungibile con MM1 (fermate di Palestro o Porta Venezia),con i tram 5 e 9 e con gli autobus: 56,61,62,81,90 e 92. Inoltre coi treni S1,S5 ed S6. Si terrà martedì 19 ottobre alle 20.45; occorreranno green-pass e mascherina, e rispetto del distanziamento. Dopo mesi e mesi di video-conferenze, abbiamo pensato che fosse l'ora di vedersi anche di persona. In futuro forse saremo in grado di associare anche il video, ma per il momento abbiamo problemi tecnici. Il tema trattato dal prof. A.Cavagna è quello già proposto e poi rinviato lo scorso anno: "Un viaggio a Taranto nel 1911". Ernest Babelon, allora direttore del Cabinet des Médailles di Parigi, racconta che il 22 giugno 1911 a Borgo Nuovo di Taranto sarebbe venuto alla luce un grande ripostiglio di monete che, subito dopo la scoperta, venne diviso in tre lotti e immesso sul mercato antiquario. Un noto collezionista di origini greche, Michail Vlastos, riuscì ad acquistarne in breve tempo un primo lotto e, seguendo le vicissitudini dei restanti due, potè incorporare altre 100 monete nella sua collezione. L'ultima porzione (318 pezzi) venne invece dispersa in altre vendite. Sembra che il ripostiglio comprendesse un insieme apparentemente incongruo di emissioni da diverse aree mediterranee, accanto ad argento in lingotti ed in frammenti.1 punto
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Oltre che affascinanti, bisogna considerare le emozioni che riescono a darci……… Un bravo incisore, che ha creato un gran bel dritto, dopo una prima coniazione di queste monete, la zecca, nell’accorgersi di questo dettaglio mancante, lo fa riprende, ultimando l’opera incisoria e con questa moneta LEU, ci lascia la testimonianza di un errore avvenuto oltre 2.500 anni fa.1 punto
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Buonasera, mai vista prima, mi piace come è scritto il valore, sembra una forma dialettale Italiana. ? 2 DVIE leggo Duie Saluti Alberto1 punto
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Nonostante io non collezioni Oselle, trovo il tuo post molto interessante e bello da leggere.1 punto
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Ciao! Direi che è buona, sia dallo stile e che dal peso. Se la vuoi comprare va tranquillo secondo me (aspettiamo altri pareri). Buona serata!!1 punto
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Peccato: è una moneta dai bei rilievi, ma gli hairlines la penalizzano e non poco. Dalle foto sembrerebbe anche lievemente decentrata. In queste condizioni non pagherei più di 15-20 €. Presento la mia in buona conservazione come confronto:1 punto
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DE GREGE EPICURI @RapaxNo, devo dire che ho semplificato molto, e forse mi sono espresso troppo rudemente. Il prof. Cavagna non ha dichiarato esplicitamente il tesoretto come "finto", però molti dati e molte riflessioni da lui portate conducono in questa direzione. Quanto al numero complessivo delle monete, mi pare che i dati siano presuntivi, soprattutto per il fatto che la vendita è avvenuta in tre tempi (due vendite a Vlastos e l'ultima ad acquirenti sconosciuti). Inoltre, non mi risulta che il venditore/i venditori fossero commercianti numismatici operanti in modo ufficiale.1 punto
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Assolutamente d'accordo! Moneta dal fascino indiscutibile, e con una iconografia talmente tipica e unica da farsi riconoscere anche da chi mastica poco le monete italiane moderne! È una delle mie monete preferite, pur collezionando tutt'altro. Il tuo esemplare è godibilissimo, mancante solo nei dettagli più fini. Ben visibili anche i tre gigli nella palla superiore dello stemma Medici. Bellissima la patina "riposata" da monetiere. Una gran bella moneta! Michele1 punto
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Caspita,ha stra fatto il suo dovere questa! Non la ricordavo questa banconota sinceramente?1 punto
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2010 Territori Artici - 2 dollari Banconote non utilizzabili, successivamente l'acquisto si potevano trattenere come souvenir, oppure potevano essere presentati alla società che ne curava la stampa per il rimborso. Erano convertibili alla pari dei dollari USA improrogabilmente entro il 31 dicembre del 2013. Al retro l'esploratore Federico Nansen, Premio Nobel per la pace del 19221 punto
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No, non mi paiono buchi, le vedo superficiali ed anche le macchie mi paiono tali, non sapevo della possibilità di "infezione". Comunque appena posso mando un close-up delle incrostazioni.1 punto
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Buonasera, io propenderei per la prima ipotesi, anche se attribuire un identificazione sulla base di pochi indizi può portare fuori strada noi stessi e chi cerca una risposta. Saluti Alberto1 punto
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Confesso: per anni ho acquistato fumetti negli USA e i rivenditori professionali hanno sempre inserito nella dichiarazione doganale alla spedizione, che ovviamente compilano loro, i riferimenti di legge per l'applicazione iva 10%. Ebbene, spesso, arrivato il pacchetto in Italia mi hanno applicato il 22% comprensivo anche della spedizione!!! Semplicemente, ho sempre pagato quanto richiesto anche se sbagliato, per la unica ragione che avevo messo in conto già prima dell'acquisto che avrei potuto pagare il massimo, anche se non dovuto. Se poi arrivava una richiesta corretta al 10, allora risparmiavo rispetto al mio preventivato. In conclusione, sono anni che non acquisto nulla o quasi, se non in poche occasioni per cifre ridicole. Alla fine, preferisco acquistare da rivenditori professionali in Italia anche le cose straniere, costano un po' di più.1 punto
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Ciao, sfogliando il libro Le monete della Sardegna Vandalica di Giuseppe Lulliri - Maria Bonaria Urban ,Carlo Delfino editore,non ho trovato immagini della moneta,l' unica informazione che ho trovato è che la le monete con la lettera S sono esclusivamente di conio della Sardegna (riferimento pagina 67).1 punto
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Bè, non li chiamerei errori meccanici. Si tratta di errori manuali. Credo che capitasse soprattutto a incisori inesperti o anche analfabeti che copiavano da altre monete. Le greche che presentano legende retrograde più spesso sono proprio le arcaiche, dove la tecnica di incisione dei conii non era ancora perfezionata. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao, la patina non aumenta la conservazione, ma invece ne migliora l’appeal, rendendola particolare è più attraente (ovviamente, per coloro che hanno un gusto nella ricerca di monete patinate). Come detto, può influire sul valore economico. Chiaramente non aumenta il valore di chissà quanto, ma questo dipende anche da altri pregi della moneta; nel caso di una moneta come il 5 lire 1911, sicuramente influisce di più sul valore economico anche perché il valore di questa tipologia è di una certa entità. Ma comunque, tutto dipende dalla volontà dell’acquirente nell’investire o meno la cifra richiesta. Potrebbe anche essere! Tieni presente che anche una moneta circolata può avere una patina come quella in oggetto, e non necessariamente debba presentarsi annerita e sudicia. Gli ambienti e la storia di ciascuna moneta sono infinitamente eterogenei, per cui sarebbe un errore partire da certi presupposti. Certo, da una foto come quelle proposte dall’utente, è impossibile stabilire con certezza la genuinità coeva di una patina, ma rimango convinto che le tonalità qui visibili (ottimi gli interventi di @apollonia sugli effetti della rifrazione della luce sull’osso d’azione del metallo) siano un buon indicatore sul riposo di questa moneta o in un ambiente ideale, oppure in un accumulo di monete scevro da umidità. Diverse monete appartenenti a mio papà, circolatissime, presentano iridescenze proprio come quelle, dopo che le ho inserite nel monetiere. Inoltre, mi sembrano tonalità “meno elettriche” di quelle che si presentano dopo i ben noti lavaggi. Tutto questo mi lascerebbe dedurre quanto ho precedentemente evidenziato. Ma torno a ripete, è pienamente opinabile.1 punto
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La spiegazione più semplice è che quello che scrivi sul conio sulla moneta risulta speculare (retrogrado). Basta quindi una piccola distrazione e il danno è fatto. E il costo elevato del conio, anche in caso che si fossero accorti dell'errore, non permetteva la distruzione del conio stesso. Così qualche migliaio di monete presentava l'errore. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buona giornata Sono d'accordo con chi mi ha preceduto; bella moneta, complimenti. saluti luciano1 punto
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Buongiorno Io credo che il fattore che risalti la loro bellezza sia in primis la diversitá degli stili con le nostre. A me vien automatico il paragone. I colori in linea di massima sono miscelati con criteri diversi e senza fronzoli,senza problemi,sgargianti ,appariscenti, monocolore.... Guardando le banconote mondiali,vi è un effetto sorpresa,per la serie " e mo che trovo?". Non vi dico quelle degli stati oceanici,isole ecc.. Esse hanno soggetti particolari con colori che rispecchiano quella natura,passione che si vive lí. Insomma,come dice Alberto @Litra68, si viaggia con la fantasia. Le guardi e viaggi,pensi,immagini e ascolti(immagini lo stesso). Salutoni a todos1 punto
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Classico tappo sigillo di questa spezieria (una zeta!) con un piccolo leone alato nel campo a destra. apollonia1 punto
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L'identificazione non mi convince, non torna la legenda al rovescio ed anche lo stile del dritto non torna con il tipo di Minucius Rufus, che di per sé ha fattezze molto particolari. Propenderei più per M. Iunius Silanus ed al dritto sembra proprio di vedere la testa d'asino dietro la testa di Roma. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G242/1 Sto guardando le foto da telefono, in attesa di poterle vedere da PC ti chiederei, se possibile, altre foto così da poterla osservare meglio.1 punto
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Ma anche no… questo la dice lunga sull’ imbecillità della gestione e degli addetti , nonché sui risvolti politici di cui ci si approfitta per piccole rivalse…la casa daste e l’uscita dalla brexit( brucia eh?!) non c’entrano nulla… sono le piccinerie di “certa” gente che causano tutto.1 punto
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Ciao @GabCoins75 Da come ho capito sei un neofita/appassionato, come me quindi?. Le domande che poni non sono affatto banali e richiedono risposte niente affatto semplici. Io direi che la prima cosa da fare e' leggere qualche buon vecchio libro per iniziare a capire di cosa stiamo parlando. In effetti, parlare di una certa riforma ha senso solo se si ha presente come e perchè si e' arrivati ad essa. Ti consiglierei di iniziare con un manualetto tascabile molto semplice, ma chiaro soprattutto per chi si avvicini per la prima volta alla monetazione romana antica (da come ho capito e' il tuo caso, no?); si tratta del Monete Romane di Savio, edizioni Jouvence. Io ho iniziato da lì. Poi c'e' in forum, dove trovo tutto. Il problema e' che devi anche sapere come e cosa cercare perchè e' una vera "miniera", come amo dire io. Sulla riforma di Diocleziano c'e' questa discussione: Spero di esserti stato utile. Buona serata da Stilicho1 punto
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DE GREGE EPICURI A questo punto, forse vale la pena indicare precisamente i martedì (dalle h. 20.30) in cui saremo aperti di qui a dicembre: 19 ottobre (conferenza Cavagna); 2 novembre; 16 novembre; 30 novembre (conferenza di Adelchi Benetton sul soldino veneziano ed i maestri di zecca); 14 dicembre. L'indirizzo naturalmente è Milano, via Kramer 32 (citofoni SEIDIPIU' e PERCORSI). Maggiori dettagli li potete trovare nella sezione: Circoli, sotto CCNM. Pensiamo di dedicare una serata, in modo piuttosto informale, alle monete in alluminio della Repubblica Italiana: motivi della scelta del metallo, quantità delle emissioni, scelta delle iconografie, grado di rarità di alcune monete, falsi, collezionismo...La data potrebbe essere quella del 16.11, ma è da confermare. Per accedere agli incontri del Circolo non occorre essere già iscritti.1 punto
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Ebbene si, siamo giunti a poche ore dall'inizio delle pantagrueliche abbuffate che caratterizzano le festività natalizie, all'insegna dello stare insieme ed in sintonia... posso farvi questo piccolo regalo a tema? ... 170° Fondazione Distillerie Fratelli Branca La vignetta riproduce fedelmente una locandina pubblicitaria d'epoca, che non solo questa rinomata azienda ricorreva farne uso, oltre che con calendari, con quel magnifico stile di inizio 900... Se poi, qualcuno fosse titubante nel provare la squisitezza di tale bevanda, credo che questa soave fanciulla possa togliervi ogni dubbio Buon Natale a tutta la Sezione Monete Estere Pasquale1 punto
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