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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/12/21 in tutte le aree

  1. Sfogliando i cataloghi d’asta o visionando l’enorme mole di materiale accessibile in rete, si nota come per l’inizio della monetazione sibarita si conservi ancora la datazione "alta" del 550 a.C. risalente a studi di vecchia data. E ciò nonostante i dati degli scavi di Sardis (Cahill-Kroll 2005) sembrerebbero comprovare la tradizione erodotea (I, 94) che ascrive alla Lidia di Creso (560-46 a.C.) la prima coniazione dell’argento, che solo successivamente sarebbe passata in Grecia – intorno al 540 per le prime serie corinzie – e in Magna Grecia. Sulla base di questi dati la datazione intorno alla metà del VI secolo per le serie di Sibari sembrerebbe definitivamente perdere credito, mentre resta al centro di un acceso dibattito la questione se l’avvio della coniazione sibarita vada posto nell’epoca precedente l’arrivo di Pitagora (Spagnoli 2013: 540/30) o negli anni immediatamente successivi (Carroccio 2017: post 530/25) in concomitanza con Crotone e Metaponto. Leu 8, 23.10.2021, 10 LUCANIA. Sybaris. Circa 550-510 BC. Stater (Silver, 30 mm, 8.12 g, 12 h). Bull standing left on dotted ground line, his head turned back to right; in exergue, VM; all within border of dots. Rev. Bull standing right on dotted ground line, his head turned back to left; all within border of dots; all incuse. Antike Kunst (1967), 453 ( this coin ). HN Italy 1729. SNG ANS 829. SNG Copenhagen 1388. SNG München 1154. Beautifully toned. Struck on a somewhat irregular flan, otherwise, good very fine. From the collection of Regierungsrat Dr. iur. Hans Krähenbühl, privately acquired from Bank Leu on 17 December 1963 (with a photocopy of the original invoice enclosed). Ma se l’inizio della monetazione in Magna Grecia resta un argomento spinoso e fortemente dibattuto, alcune cronologie relative a singole fasi produttive risultano invece meglio definite. È il caso, solo per citare un esempio, del passaggio dalla tecnica incusa a quella a doppio rilievo che a Caulonia (gruppo E Noe) sembrerebbe porsi non prima degli anni Settanta del V secolo in base alle riconiazioni su didrammi di Siracusa e di Agrigento (Garraffo 1984, 98-9). E sarebbe pertanto auspicabile che queste cronologie, in assenza di nuovi elementi di giudizio, fossero tenute in debito conto nella compilazione delle schede informative delle monete o quantomeno che venisse motivato un eventuale disaccordo nel caso di proposte differenti. Cosa, purtroppo, alquanto rara. In proposito non poche perplessità desta la datazione al 530-485 per l’esemplare cauloniate con tipi in rilievo su entrambi i lati apparso recentemente sul mercato antiquario. Gorny & Mosch 282, 14.10.2021, 3016 BRUTTIUM. KAULONIA. Didrachme ø 23mm (7,37g). ca. 530 - 485 v. Chr. Vs.: ΚΑΥΛ, Apoll schreitet n. r. aus u. hält in der erhobenen Rechten einen Lorbeerkranz, auf dem ausgestreckten l. Arm läuft eine kleine männliche Figur n. r., r. im Feld ein stehender Hirsch. Rs.: ΚΑΥΛ (retr.), rechtshin stehender Hirsch, davor Zweig. SNG ANS 175; Rutter, HN Italy 2046. Zarte Tönung, Pur facendo un corretto riferimento bibliografico al catalogo di Rutter (HN Italy, 2046 = gruppo F Noe), i compilatori, inspiegabilmente, non ne hanno seguito l’inquadramento cronologico (ca. 475-425) propendendo invece per una datazione “alta” che risulta inaccettabile. Essa, infatti, pone un problema che dal piano squisitamente numismatico si estende a quello storico. Collocare il gruppo F Noe nel momento iniziale dell’attività della zecca equivale ad affermare (implicitamente) che il doppio rilievo era già in uso tra le colonie (o sub-colonie) achee della Magna Grecia intorno al 530. Peraltro lo stesso commento di Rutter (p. 165) al catalogo precisa che il gruppo F Noe dovrebbe inquadrarsi entro la metà del V secolo circa (ca. 460-450/45) sulla base del noto ripostiglio di S. Giovanni Ionico 1971 edito da Kraay-King nel 1987. E ci sarebbe da discutere anche sulla definizione dello statere come “didrachme”. Per quanto i due termini siano ormai diventati sinonimi nel linguaggio comune, il significato del termine greco didrachmon resta pur sempre quello di “due volte la dracma” e mal si adatta allo statere di Caulonia che utilizza il piede corinzio. Ma ancor più insidiosa è la rivisitazione in chiave mitica tipi monetali oggetto di una bibliografia litigiosa. L’iconografia monetale di Caulonia rappresenta a tutt’oggi una delle più enigmatiche della magna Grecia e, senza ripercorrere la secolare storia esegetica del tipo, andrebbe meglio argomentata (soprattutto a livello bibliografico) la presunta identificazione con Dafne (!) - colta nel momento immediatamente precedente la trasformazione in alloro - della piccola figura in corsa sul braccio della divinità. L’immagine è al centro di numerose interpretazioni ma certo è che la sua funzione era quella di esplicitare meglio l’episodio mitico di riferimento attraverso una composizione iconografica il cui significato doveva all’epoca risultare inequivocabile. Heritage Auctions, 3093, 28.10.2021, 31005 BRUTTIUM. Caulonia. Early 5th century BC. AR stater or nomos (27mm, 7.51 gm, 12h). [………..] This magnificent piece is dominated by the figure of Apollo, entirely nude and shown in a refined Archaic form, striding to the right. On Apollo's left arm, a small figure, traditionally described as a winged daemon, is depicted running right; to Apollo's right stands a stag, sacred to both Apollo and his sister Artemis. However, as mentioned earlier, the tradition of claiming the small figure as a winged daemon does not seem to be grounded with any evidence connected to either the city or Apollo's mythology and iconography. Most likely, the iconography depicts the myth of Apollo's hopeless pursuit of the nymph Daphne. Upon seeing Daphne for the first time, Apollo had a moment of either love at first sight, or with some intervention of a certain god of love, Eros, fell madly in love with Daphne. He began chasing her. In order to protect herself from his dangerous pursuit, as she had vowed to be a maiden, she pleaded to her father, Peneus, for assistance. In response, Peneus, a river god, transformed Daphne into a laurel tree, thereby thwarting Apollo's pursuit. Still loving Daphne, Apollo vowed to honor her for all time; thus the laurel tree, which is Daphne in Greek (ΔΆΦΝΗ), became Apollo's chief attribute, with the laurel wreath he wore upon his head and the laurel staff he often carried. The laurel wreath became used as a prize for victors, as well as a symbol for the power of leadership. Therefore, the small figure on the coin running away from Apollo with branches in their hands, or as arms, is most likely Daphne mid-metamorphosis. The artist designed this coin type placing in perspective the three figures and giving each a separate ground line and size to show a depth of field. Apollo is the largest and most prominent figure; as such, he is in the foreground. The deer is smaller and has its own ground line, placing it further back in the scene, in the midground. Lastly, there is the small figure of Daphne with her ground line behind Apollo's arm. She is the smallest figure because she is the furthest away. She looks back to see if Apollo is still in pursuit as she runs away mid-transformation. By depicting the figures this way, the artist cleverly shows the full story of the myth, stuck forever in a pregnant pause. Va infatti osservato che si tratta di una figura in secondo piano e la cui resa stilistica appare estremamente eterogenea, a volte abbastanza accurata, altre estremamente schematica. Su alcuni coni sembra addirittura alata (?) e rivestita da una sorta di clamide (?), su altri del tutto sommaria e ridotta ad una forma stilizzata e disarmonica con sproporzione delle parti anatomiche. È come se si trattasse di un’immagine la cui iconografia, al contrario di quella di Apollo e della cerva, non attinge ad un repertorio iconico standard e pienamente definito ma resta affidata ad una variegata ed autonoma rielaborazione dell’incisore. Non a caso è stata identificata con un daimon, il quale peraltro tenderà a sparire nel corso delle emissioni a doppio rilievo. Questo stato di indeterminatezza non mi pare possa contribuire all’identificazione della piccola figura in corsa – dall’esecuzione progressivamente scadente – con una ninfa dalla celebrata bellezza quale Dafne, anche (e soprattutto) tenuto conto delle fattezze dell’immagine che mi sembrano assimilabili ad una figura maschile più che femminile. Semmai si può parlare di un Apollo daphneforos nel senso letterale di portatore di alloro, ma non di più in quanto l’epiclesi del dio (se presente) è alquanto controversa. Adornato (2007), ad esempio, propone di leggere l’iconografia monetale come il ritorno di Apollo Daphnephoros nel santuario delfico con il pais amphithales o di interpretare la figura in corsa sul braccio del dio come l’eidola, lo spirito di un defunto. In quest’ultimo caso la scena rappresenterebbe la purificazione del luogo sacro dall’eidolon di un daimon. Ma a prescindere da queste interpretazioni, certamente suggestive ma non comprovate, si può osservare che un riflesso della tipologia cauloniate si può cogliere nell’attività dell’incisore che tra fine V e inizio IV secolo a.C. realizzò alcuni pregevoli coni per la zecca di Abdera, i quali peraltro, come sottolinea Gorini (2010), contribuiscono all’identificazione con Apollo del tipo cauloniate. Nomos 3, 2011, 37 Lanz 138, 2007, 169 E mi chiedo se, mutatis mutandis, la piccola Nike in corsa sul braccio di Apollo che versa l’acqua nella patera retta dal dio non possa richiamare quello stesso atto di purificazione compiuto dal daimon (o altro essere) ritratto sugli incusi cauloniati. A ben vedere non mancano nel corso delle emissioni simboli che conducono in questa direzione, tra cui trampolieri, fontane, altari e corone d’alloro. Abbreviazioni: Adornato 2007 = G. Adornato, XAPAKTHP. Note iconografiche sugli stateri di Kaulonia, in M.C. Parra (ed.), Kaulonìa, Caulonia, Stilida (e oltre). Contributi, storici, archeologici e topografici, II, Pisa 2007, 333-49. Cahill-Kroll 2005 = N. Cahill-J.H. Kroll, New Archaic Coin Finds at Sardis, “American Journal of Archaeology”, 109/4, 2005, 589–617. Carroccio 2017 = B. Carroccio, Monetazioni incuse, Pitagorismo e aristocrazie indigene: appunti per una ridefinizione del problema, in G. De Sensi Sestito-S. Mancuso (edd.), Enotri e Brettii in Magna Grecia. Modi e forme di interazione culturale, II, Soveria Mannelli 2017, 77-107. Garraffo 1984 = S. Garraffo, Le riconiazioni in Magna Grecia e in Sicilia. Emissioni argentee dal VI al IV secolo a.C., Catania 1984. Gorini 2010 = G. Gorini, Intervento, in L. Lepore-P. Turi (edd.), Caulonia tra Crotone e Locri (Atti del Convegno internazionale - Firenze 2007), Firenze 2010, 480-94. Spagnoli 2013 = E. Spagnoli, La prima moneta in Magna Grecia: il caso di Sibari, Pomigliano d’Arco 2013.
    5 punti
  2. Mi è’ arrivato oggi fresco di stampa, tra l’altro in due soli giorni, il nuovo libro del Prof. Helmut Rizzolli “ Monete e banche medievali tra le Alpi e l’Adriatico “che aveva presentato pochi giorni fa a Milano Numismatica. E’ in una comoda edizione tascabile, 424 pagine, parti generali e catalogo delle monete ottimo da portarsi dietro per esempio ai convegni commerciali. Abbiamo storia, economia, banche e tante monete illustrate e catalogate, da consigliare decisamente agli appassionati ! Qui qualche immagine che lo illustra meglio !
    3 punti
  3. Yessssa....li definirei uno corona aperta e uno corona chiusa...solitamente anche in esemplari in gran conservazione la troviamo chiusa, le due estremità si fondono. Da quello che ho potuto constatare la troviamo aperta negli esemplari con perlinatura e in quelli con legenda corta al dritto...nei primi lo stacco è più evidente, nei secondi le estremità sono molto vicine ma aperte, in tutti gli altri esemplari si fondono invece. Sotto un rovescio di un'legenda corta al dritto...le estremità sono vicinissime ma pur sempre staccate.
    3 punti
  4. La struttura poi bisogna rimpicciolirla, le monete sono troppo piccole per poter realizzare qualcosa similare come fatto in precedenza per le banconote. Bisogna proporzionarle e non si vedrebbe nulla a parte qualche puntino scuro, magari dei poster che le raffigurano perchè dentro il museo prendono un'intero espositore!
    2 punti
  5. @Pxacaesar Si sembrerebbe questa Questa RIC 125 https://www.wildwinds.com/coins/ric/trebonianus_gallus/t.html#:~:text=Trebonianus Gallus AE Sestertius. IMP CAES C VIBIVS TREBONIANVS GALLVS AVG%2C laureate%2C draped bust right / VICTORIA AVGG SC%2C Victory standing left with wreath and palm. RIC 125%3B Cohen 130%3B Sear 9681.
    2 punti
  6. 2 punti
  7. TAGLIO: 2 euro cc NAZIONE: Slovacchia ANNO: 2016 TIRATURA: 1.000.000 CONSERVAZIONE: BB LOCALITÀ: Milano
    2 punti
  8. Grazie, sei sempre gentilissimo come sempre, i valori ci accomunano e i giovani sono sempre in cima a tutto, volentieri alla prima occasione che sono sicuro arriverà, un forte abbraccio !
    2 punti
  9. Eccomi... Allora il problema è esploso nelle ultime settimane. Una decina di giorni fa sono entrati in territorio polacco tre uomini in divisa e bene armati. Sono stati riaccompagnati al confine con la Bielorussia. Il problema è che, pur essendo vestiti da militari, non avevano mostrine nè documenti che attestassero la loro identità. Sono stati chiamati come ''uomini in verde'' come quelli comparsi in altre terre... Poco prima c'erano state delle scaramucce al confine con spari a salve. Poi sono arrivati i profughi. Non so se ricevono pastiglie, ma sicuramente qualcuno li aiuta con tronchi di legno che vengono buttati sopra il filo spinato per creare dei ponti. Non credo che questa sia la sede opportuna per parlare in generale del problema dei profughi, problema molto complesso e di difficile soluzione. Qui vorrei limitarmi ai fatti. Destabilizzare la Polonia, come qualche giornalista italiano ha scritto, non credo che sia l'obiettivo di questa operazione e non lo ritengo attuabile. Non dimentichiamo che lo stesso problema l'ha anche la Lituania. Credo invece che sia possibile l'obiettivo di peggiorare i rapporti della Polonia e della Lituania con l'Unione Europea. Infine vorrei raccontarvi un episodio. Nel 2006 sono andato in Bielorussia passando in auto il confine. Non so quanto lunga fosse all'epoca, ma il confine aveva una rete alta circa tre metri con sopra il filo spinato. Poi dopo uno spazio di circa tre metri un'altra rete sempre alta tre metri e filo spinato sopra. Nello spazio tra le due reti camminavano pattuglie composte da due soldati polacchi con un cane. La sicurezza dei confini era stata una delle condizioni per l'ingresso della Polonia nell'Unione Europea... Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  10. Dispiace anche a me. Sarà per la prossima volta. Ti conserverò qualche libro e qualche moneta per le tue prossime iniziative a favore dei giovani.
    2 punti
  11. Buona giornata La tassa sulla proprietà delle biciclette c'era e - se non ricordo male - fu tolta alla fine degli anni 50 del secolo scorso; vedasi un tipo di targhetta che si applicava sul mezzo, postata da @giancarlone nella sezione delle medaglie. Una delle poche tasse tolte in Italia. saluti luciano
    2 punti
  12. Per quello che si vede dalle mie parti i ciclisti che rispettano il codice della strada sono rari. Questo non vuol dire che sono tutti indisciplinati, per fortuna ci sono ciclisti che lo rispettano. Ma questo succede in tutte le categorie degli utenti della strada dove, però, per i mezzi targati si tenta di esser un po' piùprudenti; non per una questione di sicurezza ma semplicemente per evitare la multa. Questo, a mio avviso, denota la necessità di imporre una targa ed una copertura assicurativa anche per le bici, monopattini, bici elettriche ecc; è la nostra indole (di italiani) nel non rispettare le regole che lo richiede. Ma al contempo servono i controlli, per tutti gli utenti della strada (ed anche in tutte le altre categorie), che ad oggi latitano. Io ci metterei la firma per avere un numero imprecisato di pattuglie in borghese, in stile Inghilterra, che ferma gli utenti indisciplinati e li sanziona sul posto. Giusto per fare un esempio: in Svizzera gli autovelox sono ben nascosti e camuffati, come è giusto che sia, mentre da noi ci siamo inventati la scusa che devono essere segnalati. Sempre in Svizzera, una persona che parcheggia in divieto non rischia di prendersi una sanzione di 36€, che a volte è meno del costo giornialiero di alcuni parcheggi e pertanto può anche rischiarsela, ma rischia delle sanzioni da 500 a oltre 2000 franchi (anche se si parcheggia in aree private). Questo solo per dire che se siamo un popolo di indisciplinati, perché lo siamo, ci meritiamo di avere delle norme stringenti ma devono essere accompagnate dai controlli e dalla certezza della pena, altrimenti è fuffa... all'italiana!
    2 punti
  13. Il Museo necessita di nuove acquisizioni....
    2 punti
  14. Tornesi Cinque del 1841, l'ultimo millesimo a riportare un Busto ancora imberbe del giovane Ferdinando II . Magliocca 702 Rara
    2 punti
  15. Effettivamente circolano tanti falsi orrendi e che sono brutte copie dell'originale, altro che falsi d'epoca circolati. Nello specifico l'ho acquistato perché certificato come falso d'epoca da un venditore professionale ed avere una testimonianza storica, culturale e sociale. La motivazione che mi ha portato ad interessarmi anche ai falsi d'epoca viene da lontano e ve la voglio raccontare con una storia: Un giorno mio padre mi mandò a comprare le sigarette e si raccomandò di non farmi rifilare come resto banconote false. Comprai le sigarette, caramelle ed altre cosette e diedi il diecimila lire Castagno al tabacchi che attuò subito le procedure di verifica della banconota: uscita fuori dal negozio per verifica del biglietto in controluce, prova stropicciamento nelle mani, test della consistenza delle fibre di cotone con tre trazioni secche ed infine confronto della banconota con la mia espressione per constatare eventuali comportamenti anomali. Finalmente la verifica ebbe esito positivo e mi diede il resto: qualche spicciolo ed un 5.000 lire Antonello da Messina....e ti pare che potevo andare via così. Allora feci l'esperto ed iniziai a girare e rigirare Antonello, andai a guardarla fuori sul marciapiede, all'angolo del bar, la piegai, la stropicciai, la pesai ma, a dir la verità, di quel 5.000 lire non ci capivo un tubo ed era venuto un mal di testa anche ad Antonello da Messina che per rabbia si era girato di spalle. Il proprietario del tabacchi, innervosito, mi chiese se fosse tutto in regola ed io l'ho guardai fisso negli occhi e con tutta la mia sicurezza risposi:"È falsa". Pieno di me e con grande soddisfazione gli avevo lanciato il guanto di sfida, avrei voluto vedere adesso quale magica tecnica avrebbe escogitato per controbattermi. Adesso eravamo uno contro l'altro, faccia a faccia, un duello tra il vecchio e il giovane, l'esperto tabaccaio contro il ragazzino alle prime armi. In un batter d'occhio si diffuse la voce in paese che un ragazzino aveva individuato un 5.000 lire falso nel tabacchi e che la contesa fosse in atto .... il tabaccaio mai frodato in vita sua ora rischiava di perdere la faccia per mano di un pivello. La gente si era accalcata al tabacchi, incuriosita, per assistere come sarebbe finita la disputa e se il tabaccaio fosse caduto sotto il duro colpo inferto dall'audace e spavaldo ragazzino uscito dal nulla. Una coltre nube di fumo aveva riempito il locale, si sentiva solo un brusio, l'aria era sempre più tesa e irrespirabile quando un un'improvviso frastuono, proveniente dall'esterno, fece allertare tutta la folla....ed ecco scendere da una Alfa Romeo Giulia bianca il banchiere del paese, detto "il Numismatico", coordinatore di tutte le dispute paesane e al suo fianco, tutto vestito di nero con occhiali scuri e cappello, Niki detto "il Mago" per le sua capacità di stupire in qualsiasi momento e situazione, addirittura si narrava che avesse ricevuto i suoi poteri magici e conoscenze dopo un lungo viaggio in Tibet. Si fecero largo tra la folla ed arrivarono al banco e senza degnarmi di uno sguardo poggiarono una valigetta vicino alla banconota. Una goccia di sudore iniziò a solcare la fronte del tabaccaio ed il pallore del suo viso lasciava trasparire la paura della sconfitta mentre mi godevo la situazione fumando una bella MS senza filtro. Il Numismatico aprì la valigetta e tirò fuori una serie di strumenti che non avevo mai visto prima mentre il Mago fece comparire, dal nulla, un altro 5.000 lire per eseguire il confronto e ci fu un lungo applauso della folla ma Niki non batté ciglio...beh manco si vedeva sotto quegli occhiali scuri. Dopo circa due ore di verifiche, analisi e confronti il Numismatico iniziò a parlare di misure, fili con il grano, di messa in sicurezza, di onde, maneggi, ..non ci capivo nulla solo alla fine intervenne il Mago che mostrando la banconota a tutti ed estraendo un filo argenteo e luminoso esclamò:"È originale, il dado è tratto!". Il tabaccaio iniziò a festeggiare, la gente esultava ed io triste non riuscivo a capacitarmi cosa c'entrava il dado con il 5.000 lire... ma non era ancora finita. Il tabaccaio insisteva per essere risarcito per l'affronto subito e che venissi punito e allora, dato che la folla iniziava ad inveire contro di me, il Numismatico mandò a chiamare un uomo saggio e colto, un certo Petronio che si trovava nel Forum del paese, per mettere fine alla disputa con una equa sentenza. Arrivò insieme ad un gruppo di giovani allievi tra cui si distingueva un certo Alberto detto il Divulgatore, era vestito di bianco ma parlava una lingua strana che avevo sentito soltanto in TV al Papa. Mentre veniva ossequiato dalla folla, si avvicinò prese la banconota la osservò ed iniziò a raccontare delle meravigliose storie e aneddoti ... chi se lo immaginava che in un pezzo di carta ci potesse essere tutta quella roba e io che pensavo che serviva solo per comprare sigarette, pane, vestiti etc. Alla fine, dopo un'affascinante viaggio tra arte e storia, diede la sua sentenza e disse:"A te tabaccaio verrà dato merito della tua onestà e ciò sarà scolpito su pietra affinché il popolo sappia e la 5.000 lire verrà data in beneficenza ai bisognosi mentre tu ragazzo per la tua arroganza e non conoscenza sarai condannato a collezionare banconote nonché falsi d'epoca e studiarne la loro storia come custode del passato, testimone del presente per tramandarlo ai posteri memore di quest'esperienza. Inoltre per avere arrecato un danno alla tua famiglia non avrai la paghetta settimanale per sei mesi che questo ti sia da monito a te e a tutti i presenti. Ricordatevi sempre che: Litterarum radices amarae, fructus dulces. Iustitia virtutum regina". Sarà per questo che colleziono con tanta passione banconote e falsi d'epoca.... continuo a studiare, fare ricerche e domande ai più esperti? Mah ....chi lo sa?? Ogni riferimento a persone, a nickname, a fatti è puramente casuale?
    2 punti
  16. Quindi, ho provato a mettere insieme tutto quello che avevo. Grazie mille ancora per il tuo aiuto! Se ti va, puoi leggere la mia documentazione sul mio sito web. Grazie ancora a tutti voi per il vostro aiuto. https://roma-aeterna.de/it/repubblica-romana/it-denar-publius-clodius-turrinus-m0004/
    2 punti
  17. 1 punto
  18. Seconda guerra mondiale Invasione giapponese dell'Oceania Nell'ambito della guerra nel pacifico (1941-1945) i giapponesi per estendere il loro dominio si impegnarono anche nell'occupazione di piccole isole dell'Oceania. Grazie alla loro morfologia vennero utilizzate più che altro come postazioni difensive per respingere eventuali sbarchi. Uno scellino del 1942
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  19. Bellissimo grano palermitano. Mi affascina assai questa monetina!Inoltre gran bella conservazione ??
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  20. Buonasera! Questa sera pubblico una delle mie preferite (ovviamente dopo le piastre)
    1 punto
  21. Seconda guerra mondiale Invasione giapponese delle Filippine A guerra finita l'organizzazione 'Japanese War Notes Claimants Association of the Philippines' raccolse e timbrò le banconote utilizzate durante il periodo d'invasione. Cercò di ottenere, prima dal Giappone e poi dagli Stati Uniti, il rimborso per i danni di guerra subiti, ma in entrambi i casi senza successo [*] 10 pesos 1942 [*] Per l'approfondimento dei fatti: Banconote non timbrate - 5 e 10 cent 1942
    1 punto
  22. Slovacchia - 2 Euro Commemorativo 2013 1150° della Missione di Cirillo e Metodio nella Grande Moravia Originari di Tessalonica, città greca a quel tempo facente parte dell’Impero Bizantino, Cirillo e Metodio evangelizzarono in particolar modo la Pannonia e la Moravia nel IX secolo. Poche notizie ci sono state però tramandate circa Cirillo e suo fratello Metodio. Sappiamo che Cirillo in realtà si chiamava Costantino ed adottò in seguito il nome Cirillo come monaco, verso il termine della sua vita. Ulteriori informazioni circa le loro attività sono pervenute sino a noi grazie a due “Vitæ”, redatte in paleoslavo, nota anche come “Leggende Pannoniche”. Si conservano inoltre le lettere che l’allora pontefice indirizzò a Metodio e la “Leggenda Italica”, scritta in latino. Quest’ultima narra che a Velletri il vescovo Gauderico, devoto del papa San Clemente, le cui reliquie furono traslate in Italia proprio da Cirillo, volle redarre un resoconto sulla vita di quest’ultimo. A causa della innegabile scarsità di fonti storicamente attendibili, sono fiorite numerose leggende attorno alle figure di Cirillo e Metodio. Rampolli di una nobile famiglia greca, loro padre Leone era drungario della città, posizione che gli conseguiva un elevato status sociale. Secondo la “Vita Cyrilli”, quest’ultimo era il più giovane di sette fratelli e già in tenera età pare avesse espresso il desiderio di dedicarsi interamente al perseguimento della sapienza. In giovane età si trasferì a Costantinopoli, ove intraprese gli studi teologici e filosofici. La tradizione vuole che tra i suoi precettori vi fu il celebre patriarca Fozio ed Anastasio Bibliotecario riferisce dell’amicizia che intercorreva fra i due, così come di una disputa dottrinaria verificatasi tra loro. La curiosità tipica di Cirillo dimostrava il suo eclettismo: egli coltivò infatti nozioni di astronomia, geometria, retorica e musica, ma fu nel campo della linguistica che poté dar prova del suo genio. Oltre al greco, Cirillo parlava infatti correntemente anche il latino, l’arabo e l’ebraico. Da Costantinopoli, l’imperatore inviò i due fratelli in varie missioni, anche presso gli Arabi: fu durante la missione presso i Càsari che Cirillo rinvenne le reliquie del papa San Clemente, un Vangelo ed un salterio scritti in lettere russe, come narra la “Vita Methodii”. La missione più importante che venne affidata a Cirillo e Metodio fu quella presso le popolazioni slave della Pannonia e della Moravia. Il sovrano di Moravia, Rostislav, poi morto martire e venerato come santo, chiese all’imperatore bizantino di inviare missionari nelle sue terre, celando dietro motivazioni religiose anche il fattore politico della preoccupante presenza tedesca nel suo regno. Cirillo accettò volentieri l’invito e, giunto nella sua nuova terra di missione, incominciò a tradurre brani del Vangelo di Giovanni inventando un nuovo alfabeto, detto glagolitico ( da “глаголь” che significa “parola” ), oggi meglio noto come alfabeto cirillico. Probabilmente già da tempo si era cimentato nell’elaborazione di un alfabeto per la lingua slava. Non tardarono però a manifestarsi contrasti con il clero tedesco, primo evangelizzatore di quelle terre. Nel 867 Cirillo e Metodio si recarono a Roma per far ordinare sacerdoti i loro discepoli, ma forse la loro visita fu dettata da un’esplicita convocazione da parte del papa Adriano II° insospettito dall’amicizia tra Cirillo e l’eretico Fozio. Ad ogni modo il pontefice riservò loro un’accoglienza positiva, ordinò prete Metodio ed approvò le loro traduzioni della Bibbia e dei testi liturgici in lingua slava. Inoltre Cirillo gli fece dono delle reliquie di San Clemente, da lui ritrovate in Crimea. Durante la permanenza nella Città Eterna, Cirillo si ammalò e morì: era il 14 febbraio 869. Venne sepolto proprio presso la basilica di San Clemente. Metodio ritornò poi in Moravia, ma durante un successivo viaggio a Roma venne consacrato vescovo ed assegnato alla sede di Sirmiun ( odierna Sremska Mitroviča ). Quando in Moravia a Rostislav successe il nipote Sventopelk, favorevole alla presenza tedesca nel regno, iniziò così la persecuzione dei discepoli di Cirillo e Metodio, visti come portatori di un’eresia. Lo stesso Metodio fu detenuto per due anni in Baviera ed infine morì presso Velehrad, nel sud della Moravia, il 6 aprile 885. I suoi discepoli vennero incarcerati o venduti come schiavi a Venezia. Una parte di essi riuscì a fuggire nei Balcani e non a caso in Bulgaria si venerano come Sette Apostoli della nazione proprio Cirillo, Metodio ed i loro discepoli Clemente, Nahum, Saba, Gorazd ed Angelario, comunemente festeggiati al 27 luglio. Il Martyrologium Romanum ed il calendario liturgico dedicano invece ai fratelli Cirillo e Metodio la festa del 14 febbraio, nell’anniversario della morte del primo. Se l’immane opera dei due fratelli di Tessalonica fu cancellata in Moravia, come detto trovò fortuna e proseguimento in terra bulgara, anche grazie al favore del sovrano San Boris Michele I°, considerato “isapostolo”, che abbracciò il cristianesimo e ne fece la religione nazionale. La vastissima attività dei discepoli di Cirillo e Metodio in questo paese diede origine alla letteratura bulgara, ponendo così le basi della cultura scritta dei nuovi grandi stati russi. Il cirillico avvicinò moltissimo i bulgari e tutti i popoli slavi al mondo greco-bizantino: questo alfabeto si componeva di trentotto lettere, delle quali ben ventiquattro prese dall’alfabeto greco, mentre le altre appositamente ideate per la fonetica slava. Ciò comportò una grande facilità nel trapiantare in slavo l’enorme tradizione letteraria greca. La nuova lingua soppiantò ovunque il glagolitico e rese celebre sino ai giorni nostri il nome del suo ideatore.
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  23. Ciao, la falsificazione delle monete purtroppo è nata con la nascita stessa della moneta. Ci ha accompagnato per millenni fino ad oggi(i cosiddetti falsi d'epoca) che hanno avuto l'intento di circolare insieme alla moneta autentica. (stesso discorso per le banconote ovviamente da quando sono state stampate dai vari Stati) per essere usata nella vita di tutti i giorni. Diverso è il discorso per le monete e le banconote falsificate al fine di ingannare i collezionisti, e ne esistono di tutti i tipi e metallo e praticamente abbracciano tutte le epoche, da quelle classiche a quelle medioevali e del Regno (come in questo caso) fino ad arrivare ad oggi. È una piaga della quale chi decide di avvicinarsi alla Numismatica deve tener conto e cercare di difendersi, anche se non è una cosa facile. Cercare quindi di acquistare da rivenditori seri e competenti e naturalmente, in base al periodo storico che si decide di collezionare cercare di acquisire esperienza di tale monetazione al fine di ridurre al minimo, cosa sempre difficile, la brutta avventura di acquistare monete non autentiche?. ANTONIO
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  24. Certo che se uno volesse fare una collezione, come prima cosa dovrebbe affittare un capannone. ? Arka ? Diligite iustitiam
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  25. Seguirei il consiglio di @FFF però a me sembra la prima di questa carrellata di falsi inclusi i difetti di conio al R\ @rickkk
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  26. Vivendo sia in Italia che all'estero noto una netta differenza di abitudini, comportamenti e regole: nel Belpaese ci sono più indisciplinati in ogni settore ma non è una questione di genetica, clima o cultura-temperamento latino (come viene spesso detto in modo spregiativo) ma è una questione di : 1) mancanza di educazione che deriva da lacune scolastiche e familiari (non voglio generalizzare, però quante ore si dedicano a scuola per insegnare i comportamenti corretti da tenere in strada? o che tipo di esempi diamo ai nostri figli quando guidiamo la macchina o una bicicletta?) 2) assenza di controlli capillari 3) incertezza della pena Questo alimenta o stimola i comportamenti scorretti: un pedone scorretto è anche un ciclista scorretto come pure un automobilista scorretto, perché applica in tutte le situazioni il medesimo comportamento.
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  27. Allora è l'unione della corona nella tua moneta...l avevo scartata all'inizio
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  28. Prima guerra mondiale Città di Fiume Alla fine della prima guerra mondiale (novembre 1918) l'Italia pensa di ottenere Fiume, Trieste e l'Istria, il trattato di Saint-Germain (settembre 1919) assegna invece Fiume al nuovo Stato jugoslavo. Gabriele D'Annunzio qualche giorno dopo la occupa coi suoi legionari in nome dell'Italia e istituisce una reggenza durata fino a gennaio del 1921. Si utilizzarono banconote del disciolto impero austro-ungarico su cui fu apposto un timbro con la scritta "CITTA' DI FIUME". Il trattato di pace di Rapallo (novembre 1920) dichiara Fiume Stato indipendente, dopo vari dissidi interni nel gennaio del 1924 l'Italia e la Jugoslavia raggiungono un accordo e nel marzo del 1924 Fiume venne formalmente annessa all'Italia.
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  29. Bellissime monete, ma hanno un piccolo problema: sono un po' complicate da identificare. ? Se sei curioso avevo fatto una piccola guida su come identificare la zecca di provenienza. Ecco il link:
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  30. Il requisito C punto 1 ovvero possesso di una laurea specifica in lettere (???), beni culturali o conservazione dei beni culturali se indispensabile riduce di molto la possibilità di diventare perito numismatico. E comunque mi chiedo cosa sa di numismatica un laureato in lettere? Arka Diligite iustitiam
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  31. Devo eseguire il restyling degli interni di casa mia .... puoi farmi una consulenza professionale? Mi mandi un preventivo con qualche sconticino??
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  32. Ciao carissimo! Abbiamo un grande rappresentante delle "Romane" ? Hai qualche scheletro nell' armadio anche tu? ? Ciao Riccardo
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  33. È un bel commento, complimenti. In effetti si tratta di una moneta su cui non mi ero mai soffermato, ma è davvero interessante e un po' misteriosa
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  34. Sto leggendo questo articolo e l'autore bene ha fatto,ad un certo punto,a soffermarsi sui gettoni francesi ,scrivendo di come fossero molto diffusi .Nozioni a me sconosciute che sono stato ben felice di apprenderle.Ecco perchè molte vendite all'asta francesi annoverano gettoni francesi. odjob
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  35. Grazie Macs, ho scaricato un'app (eurik) per segnare le monete che ho e che dice anche le tirature ma si vede che non è aggiornata su tutto. Hai prossimi ritrovamenti ?
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  36. Sì, è per questo. Non posso che farti le mie condoglianze, come per ogni membro della famiglia che ci lascia.
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  37. Buonasera, riprendo l’interessante discussione con un mio esemplare. Edo Period (1603-1868). 100 Mon, Tempo Tsu Ho. Domenico
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  38. Certo la causa principale è il non utilizzo. Come per le tessere telefoniche: non si usano più, solo più in pochissimi le collezionano (neanche le ricariche telefoniche, soppiantate dalle ricariche on line...). Io mi ricordo i ragazzini passare a tappeto tutte le cabine telefoniche (ce ne sono ancora?) a cercare le tessere esaurite. [ATTENZIONE! OT!!] Nessuno mi toglie però dalla testa che una spallata a rovinare/infangare... togliere la purezza del bello del collezionismo lo abbia fatto la speculazione con emissioni a bassissima tiratura, un numero esagerato di schede ogni anno... A mio avviso lo stesso succede anche con i francobolli e con gli euro commemorativi: sapendo che c'è gente anelante di averli "tutti" ne sfornano di nuovi! Per quello un candido collezionismo infantile come quello delle etichette dell'acqua (il primo della mia vita) forse è meno minato dalla speculazione.
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  39. Buongiorno, segnalo una videoconferenza su zoom per giovedì 18 novembre del Dr. Robert Weir dell'Università di Calgary dal tema "Robert Weir: Coins and the Archaeologist" Allego il link del sito che riporta i dati per l'accesso https://nickle.ucalgary.ca/event/robert-weir-coins-and-the-archaeologist/
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  40. taglio: 2 euro paese: vaticano anno: 2021 tiratura: ? condizioni: spl città: Paestum note: NEWS!!
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  41. @Sovereign Due Padovanini andranno in asta da Dorotheum a fine novembre, n. 353 e 354. Arka Diligite iustitiam
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  42. Buon giorno, grazie ART... per questo spunto: volevo raccontarvi come ho conosciuto mia moglie, tantissimi anni fa ( circa 50 ) dovrei chiederlo a lei... si ricorda pure il giorno. ero riuscito a "combinare" una gita domenicale con una ragazza che conoscevo ma non provavo nessuna attrazione, la quale era amica di un`altra , quella si mi piaceva... io avrei portato un amico che aveva 18 anni è la macchina. domenica mattina passiamo a prendere le ragazze, ma si presenta la mia amica senza la ragazza " che io sbavavo per lei " ma in compenso portò un`altra bella ragazza devo dire, bene è stato Amore a prima vista, sono sposato da 46 anni felicemente devo dire.
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  43. Ciao bel gianduiotto: sono Livia... Certo che, se volevi scaricarmi, potevi almeno comunicarmelo di persona e non con un collegamento ad un forum (dove sbavate per delle monete con cui neanche potete pagare una cioccolata: si la cioccolata te la sei fatta pagare al bar la prima volta!! Lo devono sapere tutti! Crosta!). Arrivederci a mai più: orso![emoji36][emoji36][emoji49][emoji49]
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  44. Buongiorno a tutti. Ho riaperto il lavoro del Bovi "Un processo per falsificazione di monete nella Zecca di Napoli (1637)", in cui il coniatore Burghetto viene accusato di aver battuto monete con conii di valore nominale maggiore rispetto all'intrinseco del tondello. Tra i testimoni, perlopiù lavoratori e "dirigenti" della Zecca, viene interrogato un suo collega coniatore, tale Antonio De Rosa, il quale afferma: "...di ditti cugni vi fa [il mastro di conio] uno segnale diverso l'uno dal altro come sono dove una rosa , dove una frondella, dove una lettera et dove una cosa et dove un'altra." "...Et dettoli nel cugno di esso teste che segnale vi è dice che vi è una littera .G. " Siamo a soli dieci anni dalla coniazione della moneta che ho postato... Chissà se l'ignoto coniatore della (finora) ignota lettera G sarà stato questo De Rosa... In mancanza di certezze lo si può comunque immaginare. No, non ci sia annoia davvero per nulla nel Vicereame! Grazie Layer per il benvenuto.
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  45. Le ribattiture ? .... tutto normale Galenus, durante il periodo Vicereale erano molto frequenti, non tanto però per il periodo ma per il metodo di coniazione; le ribattiture o meglio dire sovrabbattiture erano causate o per un riutilizzo di un vecchio e deteriorato tondello (ma non è questo il caso) o per una sovrabbattitura involontaria dell'operatore, dovuta (nella monetazione a martello) ad un leggero spostamento della moneta. Io sarei molto più felice per la sigla ....Galenus, bella nitida e non censita. Pietro
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  46. Carissimo amico mio, ad oggi non tutto è censito........e quello che hai postato è sicuramente una lettera mancante del coniatore di turno da inserire un giorno in una futura nuova pubblicazione, aggiornandolo della presenza del tuo esemplare e cioè la lettera G (che non fa parte della legenda)............quindi hai dato una sbirciatina anche al Corpus ? e cosa hai notato ? ti sei accorto che i primissimi esemplari del 1626 catalogati presentanto le lettere in esergo e non davanti al busto del sovrano, come la B, la D, la E e la F e guarda caso manca la G, chissà dove saranno la A e la C, forse un giorno salteranno anch'esse fuori..........e vero la G è catalogata nel 1629 ma come ben hai notato la sigla è posta davanti al busto come lo sono peraltro tutte le altre lettere del 1626 a partire dalla L Galenus una domanda.......lo hai adocchiato prima dell'asta o lo hai studiato dopo averlo preso ? Un saluto Pietro
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  47. Buonasera a tutti. Anziché aprire una nuova discussione, volevo mostrarvi questo 9 cavalli di recente acquisto inserendomi in questa già aperta. La moneta, purtroppo, è tosata. Il peso è di 6,9 gr ed il diametro oscilla tra i 23 e i 26 mm. Gradirei un vostro parere sulla lettera G che sta, al dritto, sotto la spalla del sovrano: ho verificato sul Corpus e su Bovi ("Le monete napoletane di Filippo IV (1621-25 e di Enrico di Lorena (1648)") ed entrambi non riportano la variante con lettera G per l'anno 1626 (è invece riportata per l'anno 1629). Ho anche pensato potesse essere la G di "D.G.", però sarebbe capovolta e troppo lontana dal resto della legenda. A quanto pare, pane per i denti di Pietro... :) Dritto
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  48. Ci sono ben poche certezze assolute nella storia, come nella vita. ;) Il falso mito che indica in un discendente degli antichi Bruzi il soldato romano che trafisse Gesù è smentito innanzitutto dal fatto che, come abbiamo visto, ai Bruzi era stato fatto divieto di servire l’esercito come soldati (Appiano, Historia romana. Vol. I). Inoltre, il nome e la storia del centurione che trafisse il costato di Cristo sono ben noti: si tratta di San Longino, nativo di Cesarea di Cappadocia. :)
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