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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/30/21 in tutte le aree

  1. Ultima entrata. Mezzanino con la Vergine e Gesù bambino - leone di San Marco in soldo legge 31 agosto 1499. Le foto sono prese dal sito del commerciante. Per dare l'idea delle dimensioni, paragonate il diametro di un sigillo con la moneta. E' sorprendente che sia arrivata a noi nonostante le dimensioni.... e ci lamentiamo dei nostri centesimi.
    5 punti
  2. Le culture in cui uomini e donne parlano due lingue diverse Sono perlopiù in estinzione e sparse in tutto il mondo, dall'Australia all'America centrale: spesso non è chiaro il motivo Uno dei libri più noti e controversi tra quelli che si occupano di relazioni tra coppie eterosessuali è Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, di John Gray, piuttosto criticato per la visione stereotipata che dà del genere maschile e di quello femminile, sostenendo tesi assai confutate a dimostrazione delle presunte difficoltà di comunicazione reciproche. Ci sono alcuni luoghi del mondo, però, in cui le differenze linguistiche tra uomo e donna esistono davvero, e letteralmente: in culture come quelle del villaggio Ubang, in Nigeria, o tra la popolazione Garifuna, in America centrale, femmine e maschi parlano lingue diverse. Il sito di The Language blog ha raccolto alcuni di questi esempi. Per esempio nella Siberia orientale un piccolo gruppo di 5.000 persone parla la lingua Chukchi, adottata da un popolo la cui attività principale è allevare renne e cacciare foche e balene, e composta da due dialetti differenti dal punto di vista fonetico, uno parlato dai maschi e l’altro dalle femmine. La differenza principale è che quando in una parola ci sono la “r” o il gruppo consonantico “ch”, nel dialetto parlato dalle femmine si utilizza il suono “ts”, mentre in quello parlato dagli uomini i fonemi vengono pronunciati in modo più fedele a come vengono scritti. Ma, come scrive The Language blog, ci sono anche differenze più complesse, «motivo per cui gli accademici definiscono la lingua Chukchi come composta da due dialetti separati, seppur reciprocamente comprensibili». Un altro esempio è la lingua parlata dalla popolazione Garifuna, sparsa in alcuni stati dell’America centrale (Belize, Guatemala, Honduras e Nicaragua). I Garifuna sono originari delle isole caraibiche di St. Vincent e Dominica, terre di conquista da parte dai Carib, un’etnia continentale, già prima dell’arrivo degli Europei. I Carib massacrarono gli uomini delle isole e presero le donne come mogli e schiave. Ma nel tempo le differenze tra queste ultime, che parlavano la lingua Arawakan, e gli uomini conquistatori, che invece parlavano la lingua Carib, in qualche modo rimasero e si tramandarono di generazione in generazione. Si svilupparono così due vocabolari distinti, uno composto da parole Arawakan e parlato dalle donne, e uno con prestiti dalla lingua Carib, parlato dagli uomini. C’è una storia simile dietro al dialetto parlato da poche centinaia di persone su un’isola della Micronesia chiamata Sapwuahfik (in passato nota anche come Ngatik). Nell’Ottocento una nave britannica approdò sull’isola. Il capitano della nave, che era stata attaccata in precedenza dalla popolazione locale, ordinò di uccidere tutti gli uomini, dopodiché nominò un membro dell’equipaggio, l’irlandese Paddy Gorman, capo dell’isola. Altri marinai restarono sull’isola insieme a Gorman per prendere in moglie le donne rimaste vedove sull’isola, che nel corso degli anni continuarono a parlare la propria lingua, il Ponapan. Tra gli uomini, invece, si sviluppò un nuovo dialetto che prese il nome di “creolo Ngatikese” (una lingua creola è quella che si forma dall’unione di due o più dialetti e lingue, con una propria grammatica e un proprio vocabolario). Non sono chiari invece i motivi per cui la popolazione Ubang, in Nigeria, abbia sviluppato due dialetti differenti per maschi e femmine. Nel 2018 ne parlò BBC segnalando il rischio di estinzione della lingua Ubang, sempre meno parlata dalle generazioni più giovani per via della diffusione dell’inglese. Per esempio la parola “acqua” si dice bamuie nel dialetto parlato dai maschi e amu nel dialetto parlato dalle femmine, e così altre decine di parole. L’antropologa Chi Chi Undie ha detto a BBC che «uomini e donne condividono molte parole, mentre altre dipendono dal sesso e sono completamente diverse tra loro». Non hanno insomma un suono simile e non hanno collegamenti apparenti: sono proprio parole diverse. Non è chiaro il motivo di questa differenza perché sebbene nella comunità Ubang le donne e gli uomini svolgano mansioni che spesso li fanno stare separati, passano comunque una parte della giornata insieme. «Sia gli uomini che le donne sono in grado di capirsi perfettamente» ha scritto BBC. «Forse perché i bambini maschi crescono parlando il linguaggio delle femmine, dato che passano l’infanzia con le proprie madri e con altre donne». È altrettanto misteriosa l’origine di alcune caratteristiche di un’altra lingua con differenze tra i generi. Si chiama Yanyuwa, come la popolazione che la parla, composta da aborigeni australiani che vivono nei pressi del golfo di Carpentaria, nell’Australia settentrionale. È una lingua a rischio di estinzione, molto ricca di parole intraducibili, che descrivono caratteristiche tipiche del territorio, per esempio i giochi di luce dei raggi del sole sull’acqua, o specie di pesci presenti solo in quelle acque. Secondo una leggenda della cultura Yanyuwa, le acque del golfo di Carpentaria furono create da uno squalo tigre che non riusciva a trovare dimora, 40mila anni fa. E per questo lo squalo tigre viene quasi venerato come una figura mitologica, e non viene cacciato. La lingua Yanyuwa, ha raccontato BBC Travel, si sta perdendo perché in passato le popolazioni aborigene furono costrette a parlare inglese. Oggi solamente una manciata di donne anziane parla fluentemente il dialetto un tempo diffuso tra le femmine, e pochissimi uomini conoscono il dialetto dei maschi. Come sia nata questa differenza non si sa: probabilmente in passato c’erano nette differenze di ruoli tra i generi. «È semplicemente così da sempre», ha detto un aborigeno parlando con BBC. The Language blog menziona anche la scrittura Nüshu, che non è propriamente una lingua ma appunto un antico sistema di scrittura segreto che veniva utilizzato dalle donne cinesi per non farsi capire dagli uomini. La scrittura Nüshu fu inventata nella remota contea di Jiangyong, nella regione dell’Hunan, nel sud-est della Cina: nella società patriarcale e maschilista della Cina di età imperiale – grossomodo dalla fine del terzo secolo a.C. a inizio Novecento – le donne erano considerate indegne di ricevere un’istruzione, e questa scrittura nacque per conquistarsi un piccolo spazio di libertà di espressione. Era un modo diverso di scrivere la lingua che le donne parlavano abitualmente, si diffuse molto nell’Ottocento ma probabilmente ha un’origine più antica. https://www.ilpost.it/2021/12/30/lingue-diverse-donne-uomini/
    3 punti
  3. Ciao, oggi condivido un denario di Gordiano lll con al rovescio la personificazione della Salute, dea propiziatoria e portatrice di buona salute e prosperità, molto venerata dai romani(RIC 129a). Non è un caso che posto l'ultima moneta dell'anno che ha la Salute raffigurata. Mi da l'occasione per augurare a tutti gli appassionati della sezione monete imperiali e del forum in generale un 2022 ricco proprio di salute(la cosa più importante) e prosperità, per tutti noi ed i nostri familiari, certo che il nuovo anno sarà migliore dei due maledetti che ci lasciamo alle spalle. Sereno anno nuovo a tutti noi e.... ad majora semper?. ANTONIO MM 20 G 2,98
    3 punti
  4. Criptico? 'nnaaaa! il collegamento era chiarissimo! hai per caso un elmetto da indossare?
    2 punti
  5. Anche l'erede di questa moneta, ovvero il due soldi, non scherzava in quanto a dimensioni. Il soldino Tibi Laus ancora di più... Bella moneta. ? Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  6. Mi trovo nella stessa analoga situazione di mactor. Purtroppo i pacchi che mi pervengono dal Vaticano contengono monete molto costose, il cui importo delle fatture è abbastanza importante. Ad oggi tutte le fatture sono state puntualmente estratte dalla bustina e lette da qualcuno... Non so con certezza chi possa essere quel qualcuno..., so solo che ora sa cosa c'è dentro i plichi che provengono dal Vaticano e al contempo ha un'idea ben precisa di cosa possa esserci negli altri pacchi provenienti da altri stati. Il problema è molto serio e va affrontato con determinazione. Da parte mia ho scritto..., ma un rondine non fa primavera. Dobbiamo essere in tanti a scrivere perché, in altre simili occasioni, non di rado mi sono sentito dire che ero l'unico a lamentarsi...
    2 punti
  7. Da: https://www.treccani.it/enciclopedia/augustale_(Federiciana)/ Lucia Travaini Augustale Senza dubbio una delle monete più famose e più belle del Medioevo europeo. Fu introdotto nel 1231; l'ordinanza di coniazione non è nota, ma Riccardo di San Germano registrò in fine anno la notizia che "nummi aurei, qui augustales vocantur, de mandato imperatoris in utraque sycla Brundusii et Messane cuduntur" (1936-1938, p. 176); nel Liber Constitutionum, redatto nell'estate, si fa continuo riferimento agli augustali, che dovettero quindi essere stati progettati e prodotti nell'estate, contestualmente alle nuove costituzioni, quale adeguata moneta di riferimento alla quale era affidata anche la diffusione del volto imperiale all'interno e all'esterno dei confini del Regno. Sul dritto presenta un busto laureato volto a destra, con legenda "CAES AVG IMP ROM"; sul rovescio un'aquila ad ali spiegate con la testa a destra, e legenda "FRIDERICVS". Il volto dell'imperatore su questa moneta, accompagnato dalla titolatura ufficiale, consentiva ai sudditi di contemplare "la serenità del volto imperiale" (Historia diplomatica, V, 2, pp. 796-797; Tramontana, 1999, p. 351). Non si tratta tuttavia di un ritratto fisionomico, ma di un'immagine ispirata all'ideale classico. Le monete d'oro del Regno di Sicilia prima dell'augustale erano i tarì, di qualità aurea inferiore, e soprattutto più leggeri (ca. 1 g) e con caratteri cufici progressivamente deformati. La produzione di monete d'oro più pesanti e di peso regolare come gli augustali poté essere influenzata dalle monetazioni auree mediterranee che Federico II ebbe modo di osservare durante la crociata in Terrasanta; la scelta iconografica, tuttavia, è del tutto originale e mostra la forte personalità di Federico, i suoi gusti e la sua autocoscienza, e può essere vista in parte anche in risposta a un episodio monetale particolare, come il progetto di papa Gregorio IX di battere monete a Gaeta con il proprio ritratto nel 1229 (Travaini, 2002, p. 376). Nessuna moneta a quel tempo recava l'immagine del pontefice, mentre le monete del Regno fino ad allora avevano scarso impatto visivo: il progetto papale in territorio sottratto a Federico, quindi, conteneva un potenziale messaggio politico estremamente forte, al quale poco dopo l'imperatore rispose diffondendo in tutto il Regno la propria immagine sul magnifico supporto aureo che l'augustale offriva. Il peso è di 5,25 g con un fino aureo di 20 carati e mezzo (pari a 85,5 per cento d'oro, legato con argento e rame), pari a 4,44 g di oro puro. Il valore monetale era fissato in un quarto di oncia siciliana, pari a 7 tarì e mezzo (oncia di 30 tarì, ciascuno di 20 grani), ma il peso dell'augustale corrispondeva a un quinto dell'oncia (ossia 6 tarì-peso, considerando che il tarì-peso era di 0,89 g). In realtà però l'oncia di augustale valeva leggermente meno dell'oncia di tarì, e forse anche per questo poco dopo la prima distribuzione degli augustali a San Germano (oggi Cassino), nel giugno 1232, Federico II dovette imporre che in tutte le transazioni si spendessero gli augustali, pur senza abolire l'uso dei tarì ("[…] novam monetam auri, que augustalis dicitur […] distribuendam […] ut ipsa monetam utantur homines in emptionibus et venditionibus suis, iuxta valorem ei ab imperiali providentia constitutum, ut quilibet nummus aureus recipiatur et expendatur pro quarta uncie, sub pena personarum et rerum in imperialis litteris […]"; Riccardo di San Germano, 1936-1938, pp. 181-182). Secondo alcuni il titolo aureo di 20 carati e mezzo avrebbe preso a modello l'oro transahariano de Pagliola, che tuttavia variava da 20 a 22 carati; secondo altri invece il modello più probabile sarebbe stato quello dell'iperpero d'oro dell'imperatore bizantino Alessio I, introdotto con la riforma del 1092, preso a modello già da Alfonso VIII di Castiglia per il suo alfonsino battuto dal 1180 (Grierson-Travaini, 1998, p. 176). Gli augustali non recano il nome della zecca di produzione, ma l'analisi dei conii ha dimostrato che il segno che differenziava i prodotti di Brindisi e Messina era l'assenza o presenza di due globetti ai lati della testa dell'aquila sul rovescio; quelli senza globetti sono stati attribuiti a Messina. La zecca di Brindisi aveva sede nella "domus Margariti", di cui alcuni locali erano stati concessi nel 1215 all'Ordine teutonico. Nel 1229 Federico li tolse all'Ordine e probabilmente avviò la riorganizzazione della zecca al fine della produzione delle nuove monete d'oro (dal 1248 si trova esplicito riferimento all'organizzazione separata in due zecche parallele, una per l'argento e una per l'oro: una "sicla denariorum", anche detta "sicla argenti", e una "sicla auri"; Acta Imperii inedita, I, a. 1248, p. 707). La storia degli studi dimostra il grande interesse suscitato da questa moneta già ai suoi tempi: di certo l'augustale fu creato come moneta di grande rappresentanza e impatto visivo, e non per questo ebbe una circolazione limitata come alcuni ritengono. È possibile che sia divenuto ben presto oggetto di collezione e fin dal sec. XVI lo si trova nei repertori dei ritratti di uomini illustri. Lo studio più dettagliato è quello pubblicato da Heinrich Kowalski nel 1976, dopo il quale si sono precisati alcuni aspetti particolari, specialmente in relazione all'organizzazione delle zecche e al rapporto con le altre monete del Regno. Si è molto discusso sull'effettiva diffusione dell'augustale, e alcuni studiosi ancora recentemente lo hanno considerato moneta di scarsa circolazione, ritenendo che Federico avesse limitato le emissioni in oro privilegiando quelle dei denari imperiales, ma è vero invece che le due produzioni continuavano parallele ed erano due facce della stessa politica monetaria. A lungo si è ritenuto inoltre che gli augustali avessero soppiantato i tarì, ma la ricerca numismatica recente ha dimostrato che queste monete continuarono a essere prodotte, anche dopo la morte di Federico. Kowalski (1976) recensì un totale di non meno di trecentotrentaquattro esemplari, individuandone anche i conii in numeri tali da confermare una notevole produzione. Oltre ai numeri giunti fino a noi, sono importanti le parole di Ricordano Malispini secondo il quale "questa moneta ebbe grande corso al suo tempo" (Storia Fiorentina, 1816, p. 102), parere confermato tra l'altro anche dalla persistente presenza dell'augustale nelle liste di monete dei trattati di aritmetica e dei libri di mercatura. È stata inoltre rilevata la presenza certa di augustali d'oro, come moneta effettiva, nella documentazione lombarda nel 1256 (Chiavenna) e nel 1266 (Bergamo). Sembra evidente che la sottovalutazione economica degli augustali sia dovuta soprattutto a una prospettiva storiografica orientata dalla successiva affermazione del fiorino d'oro, introdotto soltanto nel 1252. Gli esemplari oggi noti di augustale sono molto numerosi, se si considera che furono prodotti in un periodo relativamente limitato: si vedano a tal fine i ritrovamenti di augustali nei tesori di Pisa-Logge dei Banchi, occultato nel 1266 ca. (Lenzi, 1978), di Trapani, 1270, e di Gela, dopo il 1278 (Grierson-Travaini, 1998; Travaini, 1996). Il successo degli augustali è sottolineato anche dall'esistenza di falsi augustali d'epoca, realizzati con tondelli di rame dorati in superficie; sono stati individuati anche falsi moderni. Si conoscono diverse forme del nome in volgare: "agostari" compare nel testo poetico siciliano di Cielo d'Alcamo; le liste di monete contenute in trattati di aritmetica e libri di mercatura tra Due e Trecento registrano gli augustali come "agostani", "angostani dello inperadore", "agostantini". Si conoscono due tipi anomali di augustale. Il primo è noto in tre esemplari, più un mezzo augustale; le legende sono le stesse del tipo principale, ma il busto è coronato invece che laureato, e l'aquila ha la testa volta a sinistra invece che a destra. Originariamente fu ritenuto un prototipo, forse una prova, ma dovrebbe essere invece considerato successivo per motivi di stile, e probabilmente identificabile con gli "augustarii", la cui battitura fu ordinata a Pisa dall'imperatore Enrico VII nel 1311-1312 (Kowalski, 1976; Grierson-Travaini, 1998). Il secondo è noto in un unico esemplare (Huillard-Bréholles, 1861) montato come pendente: le lettere delle legende sono molto imprecise e confuse rendendo la lettura controversa; secondo alcuni sarebbe stato emesso per celebrare Enrico VI nel ventesimo anniversario delle nozze con Costanza; secondo altri sarebbe un ornamento monetale ispirato dall'augustale ma realizzato con legende scorrette (Grierson-Travaini, 1998, p. 174). Domenico
    2 punti
  8. Cari amici forumiani Ho atteso appositamente questo S.Natale per chiudere un anno di grandi acquisizioni in collezione con una delle gemme più ricercate della raccolta, entrata in collezione circa 15 mesi fa. Si tratta del 5 lire 1866 di Vittorio Emanuele III,in buona qualità. La conservazione con cui era stata chiusa dal venditore è BB/SPL e questo giudizio e’ stato condiviso da altre tre professionisti NIP. Le foto mostrano tutti i graffietti e la leggera pulizia subita nel tempo, ma i rilievi del R (gemme della corona, nodi Savoia, foglie) sono ben conservati. E anche i capelli al D non sono poi messi malaccio. Questa grande rarità tra gli scudi ottocenteschi , nonostante i 464 mila pezzi coniati ha dato luogo a numerose ipotesi sulla sua origine, ma non è mai stata chiarita del tutto. Fatto sta che si tratta di uno dei prezzi chiave della monetazione del Regno e quando si trova anche di poco sopra al BB la difficoltà di reperimento si proietta in orbita. Chiaramente l’acquisto ha richiesto un discreto impegno ma il rapporto prezzo qualità è stato estremamente favorevole. Ne ero (e ne sono tuttora) abbastanza geloso ma sono contento di condividerla con gli amici del Forum. Con l’occasione porto a tutti gli auguri di serene festività. Sappiamo che non ci sono tante ragioni per essere felici ma cerchiamo di trovarle anche nelle piccole cose. Finirà anche questo virus, come tutte le cose umane. Speriamo prima che poi. Buon Natale ragazzi! Tanta pace e felicità a tutti Voi e alle Vostre famiglie.
    1 punto
  9. Da Tauler&Fau vorremmo rendere omaggio al Sig. Rafael Tauler Fesser (recentemente scomparso), offrendo gratuitamente tutti i suoi cataloghi specializzati. Qui troverete il lavoro e l'esperienza di una vita dedicata alla numismatica. Ci auguriamo che la sua eredità sia utile per aumentare la conoscenza e la diffusione della nostra passione, la numismatica https://www.tauleryfau.com/blog/en/tauler-editions/
    1 punto
  10. Questo dovrebbe essere un Henri.
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  11. Sei arrivato con un leggerissimo ritardo .... la risposta esatta è stata data da @Baylon al post #1661. La nuova parola proposta è baròt dialetto piemontese?...e sicuramente non è menefreghista?
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  12. Interessante il rovescio. Potrebbe riferirsi alla guarigione di Gordiano III dopo una malattia. Con questo rovescio esiste anche un aureo, il RIC IV vol III 123: Un bel denario @Pxacaesar, speriamo che sia davvero propiziatorio. Buona serata e buon anno da Stilicho
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  13. Buonasera FRANCIA - THIBAULT II 1125-1152 -MI/ DENARO PROVISINO Ci sono svariati annunci sul web.?
    1 punto
  14. Denaro provisino
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  15. Ottimo ? Allora, in bocca al lupo per il proseguimento di questo nuovo filone collezionistico!
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  16. Contraffazione Serba a nome Giovanni Dandolo. Al D/ ITADNDVIL DVX SMVNETLI Al R/ IC XC Similare al seguente: Solidus 65 lotto 372 Vermutlich zeitgenössische Imitation in hochwertigem Silber (wohl Balkanraum). Vs: IA DNDVLO - DVX - S M VENETII. Doge und St. Markus halten Banner frontal stehend. Rs: Christus frontal thronend. 20 mm. 2,04 g.
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  17. Tanti auguri anche a te! Bel denario , comune ma sempre meno comune degli antoniani per Gordiano III..
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  18. Ciao! Proprio così relativamente al dato ideale. Se guardiamo ai valori medi reperiti dalle monete censite, abbiamo un peso per lo Ziani di gr 0,36 per un titolo dello 0,270/1000, pari a 0,0972 .... direi che ci siamo! saluti luciano
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  19. Propongo un tema: "l'alta conservazione per tutelare l'investimento o il circolato con tutta la sua storia?" Direi che si potrebbe partire dal Regno, o addirittura dalle antiche banche fino alla Repubblica, che ne pensate?
    1 punto
  20. Perché no? Come diceva James Bond “mai dire mai”. La moneta stilisticamente pare autentica. Il peso va verificato. Non sembra proprio d’ottone e dorata neppure… I caratteri sembrano sfumati ed è questo il particolare meno favorevole, ma non si può escludere un effetto fotografico. Il mezzo augustale è moneta molto rara e costosa. In questa conservazione (qSPL) potrebbe valere € 15.000 se autentica. Va vista in mano da chi abbia conoscenza specifica.
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  21. Ecco perché quando parlano le donne, non sempre le capiamo....
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  22. Ubang , Nigeria https://en.m.wikipedia.org/wiki/Ubang_language English Male Ubang Female Ubang dog abu akwakwe tree kitchi okweng water bamuie amu cup nko ogbala clothing nki ariga bush bibiang déyirè goat ibue obi
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  23. Garifuna https://en.m.wikipedia.org/wiki/Garifuna
    1 punto
  24. 1 punto
  25. 1 punto
  26. Queste schede prevedono sia l'anno di pontificato che la data perchè compaiono entrambi sulla moneta, e quindi sono due dati fondamentali per la sua corretta idenficazione. Quando la data non compare (come nel tuo caso), rimane un'indicazione "teorica", che come spiegato da @miroita è da calcolarsi in base alla data di elezione del pontefice, ma che non sempre è corrispondente all'effettivo anno della coniazione, i conii venivano usati, riparati, riutilizzati... Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  27. Roma Repubblica Sestante Mercurio/ prua
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  28. Questo della collezione ANPB ho avuto il piacere di vederlo e esaminarlo di persona, lustro ancora presente e bellissima patina, ma come segnalato anche nel catalogo di NAC c'erano graffi marcati (da pulizia, aggiungo io), in particolare al D/. Questo secondo me il motivo perchè a differenza della stragrande maggioranza delle monete della collezione ANPB, scatolettate da NGC, questa invece è stata venduta senza grading. Inevitabilmente sarebbe tornata con un "genuine, damaged" o qualcosa di simile, ma senza grading. Moneta quella di ANPB molto sopra la media e che ho battuto in sala, per poi desistere. L'ha presa un commerciante e se non era una commissione ricomparirà in un'asta La moneta di NAC era comunque giudicata SPL nel catalogo e secondo me è almeno una tacca superiore a quella di @Scudo1901 , moneta la sua che nella mia scala giudico BB, con graffi evidenti da pulizia. Lo scudo del 1866 mi manca, e temo mi mancherà a lungo a meno che non capiti l'occasione al prezzo che dico io. Anche se giudicata R4 secondo me siamo sull'R3, citando and esempio la banca dati del Gigante coi passaggi in asta, è passata in pochi anni 30 volte, a differenza di altri scudi (ad esempio il 1852 e 1859 Torino o il 1824 Genova per citarne alcuni) passati una decina di volte ciascuno nello stesso periodo. Il prezzo riflette la richiesta, e lo scudo del 1866 come moneta del Regno ha molti più collezionisti che bramano di inserirla in collezione, ma se uno ha i $$$ la trova senza problemi in asta, dove dati alla mano compare frequentemente.
    1 punto
  29. Una bella querela verso UFN... perchè no?
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  30. Intendevo per la tiratura. Quella dedicata all'archeologia ha una tiratura gestibile
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  31. Manderò anch'io mail di lamentela non appena mi arriva l'ultimo pacchetto
    1 punto
  32. bella. la 537 nel mio archivio è presente con diversi esemplari con una attribuzione certa. queste di Marciano sono una specie di Fossile guida per attribuire a Eraclea alcune monete successive... hanno il segno di zecca perfettamente leggibile, e lo stile fortemente tipico di questa zecca con "occhio pallato" e naso/bocca/mento resi con 4 pallini in fila leggermente obliqui ...
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  33. Si ma si vede bene....la mia voleva essere solo una battuta comunque ?
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  34. Contatta subito il servizio clienti eBay e esponi i fatti con dovizia di particolare. Ho potuto constatare che generalmente danno sempre ragione all'acquirente...
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  35. Tanto per rompere il ghiaccio, il primo incontro potremmo farlo su jitsy meet (che non richiede installazioni e aperture di profili) e discutere ad es. se utilizzare successivamente jm o passare a teams.. Che ne dite? Io sarò disponibile dal 2 gennaio, spero di incontrarvi presto, nel frattempo auguro a tutti un capodanno divertente e un felice anno nuovo!
    1 punto
  36. Penso che dipenda anche dal vettore utilizzato e se la spedizione sia stata o meno effettuata dal territorio italiano. Per Poste Italiane vale, salvo errori, questo: https://www.poste.it/QPE_Guida_spedizioni.pdf per Lettera di Vettura e Fattura Commerciale. Sarebbe interessante sapere del riscontro alla lamentela. Domenico
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  37. Questo è vero, ma sempre le poste sono responsabili.
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  38. E anche un po’ più miopi. Quella moneta di Nomisma non è SPL. Insisto, il mio R ha rilievi più intatti.
    1 punto
  39. Buonasera, Asta ACM 20, Tarí senza sigle. Lotto n. 22Zecche Italiane. Napoli. Filippo III. 1598-1621. Tarì. Senza sigle. Ag. Mag. 13. Peso gr. 4,34. Diametro mm. 23. qBB. Moneta patinata. Tosata. E' la moneta fotografata sul Magliocca. RRRRR. (FT. 16)
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  40. Ciao amici, grazie all'aiuto di un caro amico, ho in collezione una Piastra 1834 Aquile Capovolte. Moneta molto interessante anche dal punto di vista storico, che potremo approfondire se qualcuno fosse interessato. Per adesso mi limito a postare le foto. La moneta è piuttosto usurata al D/ e migliore al R/ e mi risulta catalogata solo dal Gigante con rarità R2 ( a mio modesto parere forse un pò scarso ). Buona Serata, Beppe
    1 punto
  41. mezzo testone di Luigi XII per Asti.
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  42. Buona serata D'accordissimo con @fagiolino saluti luciano
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  43. Per me è un BB,comunque complimenti per l'acquisizione.
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  44. Visto che mi sono state messe in bocca affermazioni che non ho fatto, devo specificare ( per evitare fraintendimenti o conclusioni affrettate fatte da terzi), però prima rispondo ad @odjob: non hai scritto esplicitamente che il giudice deve andarsi cercare i cataloghi d'asta, però hai scritto " Se il Giudice, oggi, non riesce a risalire, tramite fatture ai lotti acquistati è un problema suo e, comunque o lui o l'indagato può chiedere le foto alla casa" il che non fa molta differenza; non condanniamo ebay dal momento che TUTTI acquistiamo ed abbiamo acquistato lì. Generalizzi troppo, tu potrai parlare per Te ma non per TUTTI, infatti io non ho MAI acquistato su EB; Inoltre non è che tutti quelli che collezionano in Numismatica sono rei :TIBERIVS e chi viene indagato lo sono e lo sono stati perchè l'Autorità Giudiziaria ha visto che ha/hanno acquistato qualcosa di dubbio. Fai attenzione a ciò che scrivi, rasenti la diffamazione accusandomi di reato, non sapendo tu minimamente i fatti miei personali ( che di seguito spiegherò) mi ripeto attento alle PAROLE che scrivi, anche se dici "se scrivo è perchè so" cosa sai dei miei fatti di accusarmi di reato? Lasciamo @odjob alle sue parole ed alle sue certezze, e per beneficio dei partecipanti del forum, vi spiego la via vicenda. Nel 2017 decisi di vendere la parte di collezione di monete classiche, niente di raro, conservazioni alte, composta da circa sessanta denari del primo impero e da alcuni aurei. Li affidai ad una notissima e stimatissima Casa d'aste dell'Italia settentrionale, che svolse egregiamente il suo lavoro con piena soddisfazione del sottoscritto. Malauguratamente circa una ventina di queste monete, furono acquistate da collezionisti stranieri, e qui iniziò la via crucis per me ma soprattutto per la Casa d'aste, che dovette chiedere l'autorizzazione per l'espatrio. Mi vennero richieste le fatture delle singole monete, e successivamente per sviluppo delle indagini, anche la provenienza fotografica. Per fortuna ho conservato ogni singolo catalogo d'asta ed ho potuto dimostrare tutto quanto richiesto. ( chissà se avessi acquistato le stesse monete negli anni '90/2000 su EB, in che mare di problematiche mi sarei trovato...) La vicenda si è protratta per quasi due anni, comunque felicemente risolta, ( non sono MAI stato indagato contrariamente da quanto afferma @Odjob) non ho mai dovuto ricorrere alla competenza di uno studio legale, la questione non mi è costata un centesimo, voglio precisare che per le restanti classiche, vendute in Italia, nulla mi è stato richiesto. Non voglio demonizzare EB, sul quale vi sono Numismatici che vendono in piena regola e con certificazione, ma vi è anche una marea di " personaggi" poco trasparenti, dai quali non acquisterei neppure un bottone. Nella speranza di essere stato abbastanza chiaro, saluto tutti augurando un Buon Anno. TIBERIVS
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  45. mi sembrerebbe un quinario dei Vindelici centro europa come dati di peso e diametro ci starebbe- non è rara, esemplari un po' più centrati in asta sono andati a una cinquantina di euro. sull'autenticità non mi esprimo, però puoi fare una ricerca su acsearch ne dovresti trovare diversi esemplari ed eventualmente fare dei confronti.
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  46. A seguire dal post 21, ho deciso di smontare il reliquiario ed estrarre le 4 cere AGNUS DEI, infatti con tutta l'attenzione possibile sono riuscito a toglierle tutte integre, così si possono vedere i rovesci che nessuno da trecento anni ha visto. Il problema successivo è stata la fotografia, centinaia di scatti cambiando luci e direzione, le scritte non si leggevano, poi con un pennellino morbido e polvere di mina della matita finalmente sono riuscito. AGNUS DEI del post 23, epoca di PAPA ALESSANDRO VIII dal 1689 al 1691. D. Profilo della Madonna volto a sinistra, nimbo raggiato, sotto ROMA, cornice perlinata. R. AGNELLO MISTICO disteso sul libro dell'Apocalisse, aureolato con vessillo crociato, sotto: ALEXAN VIII. P. M .
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  47. Medaglia Papale fusa di Pio VI anno I del 1775 con Agnus Dei e il busto di San Pio V raggiante - Medaglia inedita
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  48. Ultimo AGNUS DEI con S. FRANCESCO, misure mm. 36X45
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