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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/25/22 in tutte le aree

  1. Altro ritratto a finire del 500, piastra da 7 lire di Firenze Ferdinando I Medici 1599..siamo giá nel Barocco. Conio del Mola al diritto e del Mazzafirri al rovescio. Saluti Fofo
    4 punti
  2. Ti ringrazio per l'"evocazione", e ricambio il caro saluto. Il discorso è affrontabile su due diversi livelli. Quello dell'araldica tout court: le "licenze" artistiche e/o concettuali negli stemmi sono tutt'altro che infrequenti, il che ha indotto nei secoli molti ambienti culturali a sottostimare la scienza del blasone, ritenendola a torto una fabbrica di fanfalucherie, cosa che ahinoi è dura da estirpare... e con buona pace dei canoni precisi, regole che di norma coincidono con i tentativi di epoca barocca di "irregimentare" entro canali algidamente positivistici una scienza che è anche (soprattutto?) un'arte. Quello dell'araldica veneziana (non veneta, attenzione!): antichissima, fra le primigenie d'Italia, e come tale caratterizzata dalla predominanza di semplici combinazioni cromatiche, con assenza inizialmente quasi totale di figure. Ciò, unito a un'impostazione conservatrice, portò nei secoli a bandire in forma esplicita l'ostentazione di segni e simboli foresti: le famiglie veneziane erano tenute a non porre nello stemma nulla di araldicamente straniero, foss'anche dipeso da concessioni sovrane (e ce ne furono non poche). Per questo, nell'araldica veneziana figure come gigli (Francia), aquile (Germania), leopardi (Inghilterra) eccetera, sono tardive ma, a conferma delle "licenze" di cui sopra, presenti: in parole povere, le regole sono come i piatti, prima o poi è fisiologico che vengano infrante... Nel caso dei quartaroli: su di essi sto imparando qualcosa grazie a voi, ne ignoravo l'esistenza e quindi i contenuti iconografici. Rifletto su ciò che scrivete, e sulla loro datazione "alta": mi piace pensare che sia nel giusto chi dice che quei 4 gigli volessero ingraziarsi i franzosi in transito verso le Terresante, favorendone quindi l'uso e i conseguenti introiti.
    4 punti
  3. https://wetransfer.com/downloads/1bf042f589924a2ab09221d836b0f5fb20220125141208/ea6b9e La cartella stampa con il catalogo, prezzi e date di emissione di tutte e monete della collezione 2022.
    3 punti
  4. Colgo l'invito dell'ottimo @niko per proseguire con il ritratto di un altro importante pontefice del '500: papa Sisto V (1585-1590), introducendolo con alcune note biografiche tratte dal libro "I papi: storia e segreti" di Claudio Rendina. "É senz'altro una favola la notizia secondo la quale il cardinale Felice Peretti si fosse presentato in conclave, curvo e malandato, appoggiandosi alle stampelle, per convincere i colleghi a scegliere in lui una candidatura di passaggio o comunque una persona priva di energia, facilmente domabile dalla Curia... Nato a Grottammare nelle Marche, il 13 dicembre 1521 era di umili origini e da piccolo aiutò il padre al lavoro nei campi badando ai maiali. A nove anni entrava già tra i Minori della vicina Montalto, mostrando subito grandi doti e bruciando le tappe della carriera, fino ad essere nominato cardinale dal Pio V. Appena eletto papa, cominciò col fare sapere che non avrebbe tollerato azioni di banditismo; pena di morte per quanti portassero armi a corte e per nobili e ambasciatori che impiegassero il diritto di asilo verso i banditi, ostacolando le azioni della polizia. A Roma si instaura di dunque il regime di polizia: gli sbirri entrano nelle case dei potenti e basta un sospetto per finire sulla forca. La riorganizzazione degli uffici della Curia romana all'insegna della rigida severità fu una delle misure più importanti prese di Sisto V, riuscendo a dare al collegio cardinalizio quella struttura che ha sostanzialmente conservato fino ad oggi. Il ristabilimento dell'ordine dello Stato della Chiesa era la premessa ai provvedimenti che Sisto V prese poi anche per l'interesse dei sudditi; infatti incremento l'attività agricola, riuscendo a prosciugare temporaneamente una parte delle paludi pontine. Pane per tutti, anche se la riorganizzazione delle finanze pontificie comportò nuove tasse e gabelle. Gli ingenti mezzi finanziari resero possibile l'incremento delle arti e delle scienze in un grande sviluppo edilizio di Roma. Oltre alla restaurazione dell'acquedotto di Alessandro Severo, papa Sisto V mutò radicalmente il quadro urbanistico della città, creando nuove ed ampie strade, erigendo gli obelischi in Piazza del Popolo e davanti alle basiliche di S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore e S. Pietro al centro di quella piazza sul cui sfondo svettava, ormai ultimata, la cupola michelangiolesca. Questo papa di ferro "er papa tosto" come passò alla storia, fu stroncato dalla malaria, ma non volle curarsi seguendo il consiglio dei medici. Morì il 27 agosto 1590 mentre su Roma si abbatteva un violento temporale. La gente disse che il papa aveva stretto un patto col diavolo, grazie al quale era salito così in alto e una volta finito il tempo concordato il Maligno veniva a prendersi la sua anima nel bel mezzo dell'uragano". Eccolo ritratto in due testoni della mia collezione, il primo per Roma, il secondo per Bologna.
    3 punti
  5. Buongiorno a tutti, spulciando tra le foto delle mie monete , ne ho trovato una che secondo me ci sta bene qui.? È ciò che resta di un meraviglioso (quando era giovane) Grano di Filippo IV anno 16 38? Tentativo di foro per farne un amuleto scaccia passeri.?? Sal'utilizzo Alberto
    3 punti
  6. Buongiorno a tutti, per le mie più belle, posto una coppia di sorelle che si sono ritrovate dopo 217 anni in Collezione Litra68. Tipologica che avevo per lungo tempo rimandato di prendere perché aspettavo quelle che per me avessero il giusto rapporto qualità prezzo e soprattutto consono al mio budget. Ma la cosa più importante per me è che mi sono innamorato subito di queste due Piastre, e che ogni volta che le guardo sono soddisfatto. Le trovo tra le più belle per tipologia tra le piastre di Ferdinando IV. Ovviamente è un mio parere molto personale. ? Aspetto vostri commenti, esprimetevi tranquillamente anche negativamente se volete. Le critiche sono comunque costruttive. Saluti Alberto
    3 punti
  7. Lo giuro, stavo vedendo un'altra cosa e mi è apparsa, non la ricordavo nemmeno ?
    2 punti
  8. Grazie a tutti! proseguo anch’io, vi porto in Piemonte... Messerano Pier Luca II Fieschi (1528-1548) Testone Ag - 9.13g Ravegnani Morosini 3 N.
    2 punti
  9. Per fare bene i conti con l'oste (anche se di araldica me ne intendo zero) e ringraziandoVi per le risposte, c'è anche da dire che il patriziato veneziano, con la caduta della Repubblica e l'annessione all'Austro-Ungheria venne equiparata al resto della nobiltà suddita col titolo di Conte (decadendo il Nobil Homo veneziano). Può anche essere caro Luciano @417sonia che alcune corone siano effettivamente da Conte ma aggiunte dopo il 1797, bisognerebbe capire se il dipinto/pavimento/scultura con rappresentato il blasone familiare sormontato da corona sia stato realizzato dopo la data sopracitata. Ad esempio molte tombe di famiglia e singole nel cimitero di San Michele in Isola (realizzato dopo l'Editto di Cluny e ampliato dopo l'Unità d'Italia) presentano stemmi con corone. Spero di non aver sviato troppo il discorso. Mi perdonerete.
    2 punti
  10. Mah sinceramente uno sfogo che mi pare un po' un minestrone dove dentro c'è tutto. Perdonami ci sono troppi ambiti che tocchi ma che necessitano di un appropriato approfondimento. Intanto la banca aveva acquisito tali beni come proprietà privata della banca e quindi - salvo vincoli che al momento non c'erano - puo' disporne come desidera (oggi per lei i commissari liquidatori). Non credo prprio si possa dire che poi che l'Italia 'svenda' il suo patrimonio. Abbiamo le regolamentazioni piu' ferree esistenti in materia e semmai abbiamo il problema opposto - quello di disincentivare lo scambio ed il commercio. L'Italia ha uno dei patrimoni piu' ricchi esistenti sul pianeta in materia di arte - ma forse sarebbe il caso di dare priorità alla valorizzazione del patrimonio pubblico esistente (non sempre valorizzato come merita) prima di piangere calde lacrime e invocare provvedimenti restrittivi draconiani se una banca fallita si trova a vendere il suo Tiepolo di quart'ordine o una collezione di oselle che abbiamo in triplice copia - piu' grande e importante - a Venezia che pero' non sono visibili, non si espongono mai se non infinitesimamente e soprattutto per le quali non èp stato fatto un catalogo. Ecco se proprio mi devo indignare è piu' per queste cose che non per la vendita delal collezione di second'ordine di una banca, i cui risparmiatori sono stati fregati. Poi non potrei essere piu' d'accordo a far pagare quegli amministratori che hanno portato la banca al fallimento...
    2 punti
  11. Partecipo con un ritratto asburgico da Graz, quello giovanile del futuro imperatore Ferdinando II. La moneta è del 1614 ma lui nacque nel 1578, quindi rientra nella categoria...?
    2 punti
  12. Oggi bel colpo. 3 monete svizzere a 1 euro l’uno. Ci sono un totale di 7 franchi e 20. Di cui il 2 franchi è argento.
    2 punti
  13. Ciao! Ho cercato di dare una risposta alla tua richiesta, guardandomi lo stesso link che ho postato ieri e cercare di riconoscere il tipo di corona (usata in Italia) congiunta al corno dogale, vedere la conformazione in funzione del numero e tipo di palle (simboli) che accompagnano il cerchio, anche se non sempre, nelle raffigurazioni pittoriche, questi corrispondono al rango della famiglia. A Venezia, poi, la cosa era resa più difficile, dal momento che la Serenissima non riconosceva formalmente la nobiltà come in altri Stati;. Era pur sempre una repubblica; però c'erano delle eccezioni, come ad esempio il titolo di "cavaliere" o di "conte" (quest'ultimo veniva attribuito temporaneamente alla persona che assumeva un determinato incarico di Rettore in talune colonie, come ad esempio Zara, Sebenico, Curzola, ecc). Poi c'erano alcune persone alle quali taluni sovrani europei attribuivano titoli feudali. Inquadrato sommariamente il tema, mi sono guardato qualche esempio: quello che riporta, inquartata, l'aquila nera bicipite e incoronata all'imperiale su fondo giallo, riporta una corona all'italiana cimata da 9 perle uguali visibili, per un totale di 16; questa dovrebbe corrispondere al titolo di CONTE; lo stesso scudo, in un'altra rappresentazione, riporta una corona con 5 perle uguali visibili, per un totale di 8; questa dovrebbe corrispondere al titolo di NOBILE. Nel palazzo Mocenigo c'è una rappresentazione pittorica dello stemma che è sottoposto ad una corona cimata da 3 fioroni visibili, per un totale di 4, sostenuti da punte e intervallati da 12 perle disposte tre a tre in quattro gruppi a piramide, delle quali 2 sono visibili; questa dovrebbe corrispondere al titolo di MARCHESE. Morale: ..... grande incertezza! Di seguito gli stemmi di conte, nobile e marchese. saluti luciano
    2 punti
  14. Ad esempio Germano Ravaschieri si allontanò dalla carica, senza rinunciare ai suoi privilegi, tanto che nel frattempo fu nominato un reggente che non sigla monete
    2 punti
  15. Buonasera a tutti, Cristiano, parto da questa tua ultima ipotesi, secondo me da non sottovalutare. Continuerei a questo punto da un analisi degli avvicendamenti in Zecca per poi magari capire cosa altro succedeva nel 1625. Riporto quanto leggo nel De Sopo: Maestri di Zecca Fabrizio Biblia reggente sigla B 1623-1625 Francesco Biblia reggente sigla B 1625 Pietro Paolmera sigla P 1625-1626 Ben tre Maestri di Zecca legati al 1625 non so se sarebbe utile collocarli per mese di attività, ma nemmeno so se fosse possibile in verità. Aspettiamo altri interventi. Saluti Alberto
    2 punti
  16. 296 oselle. Supponiamo di ricavarne in media 5.000 EUR l'una (mi sembra veramente tanto ma è per far due conti) si arriva a 15 MEur che è un po' meno del 2% di quanto bruciato ai risparmiatori. Insomma, venderla o meno non è che poi faccia la differenza eh?
    2 punti
  17. Buongiorno a tutti! Ormai è passato parecchio tempo da quando ho aperto l'ultima discussione. Probabilmente i tempi sono cambiati e questa non interesserà, però tentare non nuoce. Già da quando ho iniziato a collezionare e soprattutto negli ultimi anni, in cui mi dedico esclusivamente alla zecca di Cagliari, sono rimasto sempre folgorato dalla visione dei busti sulle monete. Ho notato che i ritratti sono la prima cosa che esamino ed in base alla cui conservazione ed integrità il tondello mi piace o meno. Come già saprete molto bene, il busto sulle monete occupava un'importanza non indifferente e soprattutto nel XVI secolo, epoca in cui si sviluppa e si impregna di potere e dominio territoriale. L'immagine del sovrano sui tondelli era probabilmente l'unica immagine che entrava nelle case della maggior parte dei sudditi, soprattutto nei regni vasti, sparsi e decentralizzati, come ad esempio quello di Spagna. Proprio per questo, essendo uno strumento di condivisione, propaganda, informazione e potere, si decise di potenziare alla perfezione la sua espressività ed il suo messaggio severo e minaccioso o indulgente e benevolo. Questa discussione, che non credo sia stata mai proposta in passato, vorrebbe mettere a confronto i più interessanti e ben conservati busti delle nostre collezioni relative al Cinquecento, per analizzare insieme i messaggi che in essi si nascondevano o apparivano chiari ed indiscutibili. Innanzi tutto si potrebbe fare una carrellata di volti con brevi didascalie sul contesto geografico e storico. Dopodiché potremmo passare ad un confronto da volto a volto, facendo un'analisi sui loro connotati più rilevanti. Vorrei richiamare, quindi, se possibile tutte le zecche della penisola. Inizio per primo. Vorrei proporvi il busto di Filippo II di Spagna, il ritratto che probabilmente preferisco di più. Si tratta di Filippo II su un 10 reali maltagliato, I tipo, proveniente dalla zecca di Cagliari, siamo circa alla fine del XVI secolo. Il volto perfettamente conservato appare molto severo con un'aria di austerità ed inflessibilità. Il messaggio che si prefissava di dare in mano alla gente era pregno di timore e forte richiamo all'obbedienza. Attendo, quindi, parecchi volti immacolati e confronti costruttivi. A presto, grazie per l'attenzione!
    1 punto
  18. Buonasera, immagino una piacevole sorpresa? Ora mi toccherà aggiornare i miei appunti, e poiché mi manca come tipologica, mi hai fatto venire voglia di cercare, però mi accontento anche del modello con la sigla? Complimenti. Saluti Alberto
    1 punto
  19. Sì cercherà, nei limiti del possibile, di mantenere lo streaming, visto l'interesse suscitato e i problemi a presenziare. Come ha scritto il presidente verranno date informazioni più dettagliate nei prossimi giorni. Del resto tutti sappiamo quanto è difficile pianificare anche a media scadenza. Quindi, a Dio piacendo ..... tutto filerà liscio , dobbiamo essere ottimisti.☺
    1 punto
  20. Buonasera a tutti, al momento ho solo foto del precedente possessore, appena possibile faccio foto mie, non ci avevo pensato. ? Saluti Alberto
    1 punto
  21. P.S. cito da wikipedia, per meglio chiarire: ....era stata chiamata al porto di Pescara da Zara la corvetta Baionetta, da Taranto l'incrociatore Scipione l'Africano e la corvetta Scimitarra. La popolazione della città però, venuta a sapere della fuga, si mostrò indignata e, per evitare problemi, la comitiva di fuggiaschi e le navi destinate ad essi furono deviate verso il porto di Ortona. Badoglio, sceso da Chieti in piena notte, fu l'unico che riuscì ad imbarcarsi a Pescara..... La mattina successiva il Re e il suo seguito si imbarcarono da Ortona sulla corvetta Baionetta che li condusse a Brindisi, che al momento non si trovava sotto il controllo degli alleati, né dei tedeschi. L'imbarco verso la salvezza fu drammatico: una folla vociante di 250 ufficiali con tanto di famiglia e conoscenti, già in attesa del Re, aveva infatti cercato (per lo più inutilmente) di aggiungersi alla comitiva. La nave non attraccò, nella lancia inviata al molo comunque fu stipata più gente che si poteva. Molti, militari e non, a seguito del Re non riuscirono ad imbarcarsi, tornarono a Chieti da dove, abbandonati gli averi e procurati abiti civili e anonimi, si diedero alla macchia...... Come si vede, sapeva sempre destreggiarsi molto bene.... jukes19
    1 punto
  22. ? il mio "geniale stratega" era ironico naturalmente e con la carica alla baionetta volevo intendere che fu il primo ad imbarcarsi sulla corvetta "Baionetta" per la fuga. Badoglio è stato un generale molto "politico" nel senso che in un modo o nell'altro è riuscito a rimanere sempre a galla nonostante i guai combinati nella Grande Guerra ed in seguito. Per quanto riguarda le vere cariche alla baionetta della prima guerra ne so qualcosa dai miei nonni, uno fante ed uno bersagliere, che di cariche ne hanno fatte diverse.....ed uno di loro, ferito in maniera grave sul fronte del basso piave da schegge di granata proprio nel corso di uno di questi assalti, ha passato gli ultimi mesi di guerra in ospedale. jukes19
    1 punto
  23. LOTTO 101 - ASTA E-LIVE 4 Napoli – Filippo IV (1621-1665) - Tornese 1622 - MIR 267/1 RRRR 3,46 grammi. Con cartellino d'epoca del collezionista. Grading/Stato: BB-SPL
    1 punto
  24. A 76 anni non tutti possono vantare una performance simile
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  25. E ti credo! ? Il problema sta nella totale variabilità di forme delle corone che oggi, XXI secolo, troviamo sugli stemmi in cui ci imbattiamo. Stemmi che coprono grosso modo nove secoli, e tutt'Europa e oltre. Conseguenza numero 1: le possibili forme assunte dalle corone sono... centinaia? migliaia? Temo che nessun araldista si sia ancora imbarcato nel folle tentativo di raccoglierle&contarle&catalogarle tutte. Conseguenza numero 2: in tutto questo coacervo è statisticamente normale che una stessa identica forma di corona sia presente in contesti geografici e temporali anche lontanissimi fra loro, e a fronte di titoli nobiliari diversi. Conseguenza numero 3: dire che la corona X spetta al titolo 1, e la Y al 2, può essere verissimo... ma solo contestualizzando ogni corona al luogo e al momento in cui fu usata... ...conseguenza numero 3a: e sempre ammesso che per ogni tempo&luogo esista, e si trovi, un "tipario" delle corone ufficialmente concesse, ammesse, tollerate, eccetera... ...conseguenza numero 3b: e sempre sperando che le "licenze" cui accennammo poco sopra non abbiano prevalso, cosa tutt'altro che improbabile per ornamenti esterni dello scudo così sottomessi all'estro degli artefici materiali dello stemma.
    1 punto
  26. 1 punto
  27. A proposito degli scritti di Francesco Robolotti da me citati… Nella sua storia di Cremona, pubblicata in “Grande Illustrazione del Lombardo veneto” e poi come libro a parte, si dice in nota: “Robolotti pubblicò una medaglia che, durante la repubblica Cisalpina, la patria riconoscente coniò a Benedetto Tiraboschi”. Avevo citato a memoria, sbagliando… si dice solo che lo stesso Robolotti aveva pubblicato la medaglia fino ad allora sconosciuta, nel suo primo testo: “Documenti storici e letterari di Cremona”, Feraboli 1857. A p. 10 inizia una trattazione su “Medaglie e Sigilli” legati alla storia di Cremona - ma non necessariamente prodotti in loco. Nella repubblica Cisalpina, dal 3 nov. 1797 Cremona era capoluogo del dipartimento del’Alto Po, quindi la medaglia era stata commissionata dal governo dipartimentale a Cremona. Ma realizzata… chissà dove? Ecco il testo di Robolotti:
    1 punto
  28. Buongiorno Alberto Azz se ci sta bene! Questo è un orrorino da battere! Un bel foretto anche....?
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  29. Vado di fantasia (interpretando la Q rovesciata per una G deformata...) e azzardo.......: non potrebbe essere Graziano, tipo "Reparatio Reipvb", zecca LVGP, dove per qualche motivo non è più distinguibile la L? jukes19
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  30. È possibile che al giudice sia stata posta la medesima questione che avete posto voi...considerando che la vendita si pone in un contesto e con uno scopo diciamo "particolare" e che i vincoli possono "forse" essere indeboliti dall'esistenza di altre collezioni analoghe...se non fosse per quello ci sta dietro una bella collezione di Oselle a Vicenza esposta e fruibile al pubblico potrebbe essere attrattiva e avvicinare la curiosità e l'interesse verso la storia della propria terra e alla numismatica...tendo al romanticismo...che forse è tuttavia fuori luogo visto gli antefatti....
    1 punto
  31. Ciao, moneta più che gradevole! Scevra di segni di montatura o appiccagnolo. Dall'aspetto fotografico, sembra ripatinata dopo una pregressa pulizia. La complessa scena del rovescio rappresenta il Papa pontificante, seduto in trono, che legge l'omelia nella Basilica di Santa Maria Maggiore assistito dai cardinali. Si tratta di una moneta commemorativa per la celebrazione della messa di Natale del 1705. Conio ad opera di Pietro Paolo Borner. Michele
    1 punto
  32. Ciao a tutti, tante volte sul forum ci si è posti la domanda di quali monete circolassero realmente in un dato momento del Regno d'Italia. La risposta spesso è stata affidata a ricordi di anziani... pagine di giornale... romanzi e racconti... fotografie... Ottime informazioni ma sempre caratterizzate da un certo margine d'incertezza. Stavolta in aiuto ci viene un procedimento penale del 1916 e relativa perizia della Regia Zecca per determinare se una moneta di Umberto I da 2 Lire del 1887 fosse autentica o meno. Questo ci dimostra in modo inconfutabile che nonostante regnasse Vittorio Emanuele III e fossero passati ben 29 anni dalla loro coniazione queste monete nel 1916 circolavano ancora e venivano tranquillamente accettate dalla popolazione. Saluti Simone PS un ringraziamento a @PriamoB che ha segnalato la mostra virtuale da cui poi ho potuto trarre questa informazione.
    1 punto
  33. Non 5 ma 6: mea culpa nella trascrizione della frase del rebus. La soluzione è giusta, come vedi dai versi del Canto XV dell’Inferno che si svolge nel terzo girone del settimo cerchio, ove sono puniti i violenti contro Dio, natura e arte. 73.Faccian le bestie fiesolane strame 74.di lor medesme, e non tocchin la pianta, 75.s’alcuna surge ancora in lor letame, Brunetto Latini parla di Firenze e profetizza l’esilio a Dante. Le belve discese da Fiesole sono i Fiorentini e il significato della frase è che si mangino fra loro, facciano strazio di loro stessi. Scusa e buona notte da apollonia
    1 punto
  34. A dire il vero mi sembrano a martello.. Quelli di sinistra da incudine e quelli di destra a martello, sembrano deformati dalle martellate se noti... Comunque bella pubblicazione, per ora ho dato uno sguardo veloce, ma la leggerò volentieri! Poi mi sono soffermato un poco troppo sulla lira delle bandiere di Vittorio Amedeo I .
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  35. Bellissima! Complimenti per l'aggiunta in collezione. Saluti!
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  36. Salve a tutti, pubblico questa medaglia "Ignoto Militi" della Prima Guerra Mondiale della sezione di Como.
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  37. FACCIAN LE BESTIE FIESOLANE STRAME DI LOR MEDESME Mi viene così, ma STRAME e' di 6 lettere, non di 5....Però EST RAME DIL....DIL son le RAME...Non so... Buona serata da Stilicho
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  38. Se un membro della famiglia o di quello specifico ramo riusciva ad assumere la carica dogale, allora la famiglia dello stesso e i suoi discendenti avevano diritto di porre il corno dogale sopra il proprio stemma di famiglia (da non confondere con quelli presenti su edifici pubblici- come il cortile interno di palazzo ducale o il ponte di rialto dove lo stemma rappresenta quello specifico doge in carica); il cimiero è tipico delle famiglie di nuova nobiltà. Poi, adesso che me lo scrivi anche tu, talvolta diventa un vezzo artistico anche per le famiglie patrizie di antichissima nobiltà (ad esempio lo stemma dei Grimani di Santa Maria Formosa sul soffitto del salone passante rifatto nel ‘700 pongono lo stemma di famiglia col cimiero, ma non sono sicuramente famiglia di nuova nobiltà).
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  39. 1 punto
  40. Ecco un altro esemplare di Giovanni Dandolo acquisito in collezione. d
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  41. Devozionale settecentesca ottagonale. Su un lato la Madonna con in legenda MATER SAVATORIS ORA P N (ora pro nobis) Sull'altro lato San Venanzio Martire e Protettore della città di Camerino, con nella mano sinistra un'asta con bandiera e con la mano destra sopra un modello di città; in legenda S VENAN D C
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  42. Per poi continuare con il suo successore Francesco dei Medici, questa famiglia era tra le più facoltose al mondo e si poteva permettere di spendere molti fiorini per la ricerca di pittori,scultori e artisti che potessero far durare nei secoli la bellezza dell arte a Firenze e nel Granducato di Toscana. Piastra da 7 lire.
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  43. Bel post! Proseguo con la zecca della mia città. Modena - Ercole II d'Este 1534-1559 - 10 soldi o Bianco in argento. Volto del duca volto a destra in abito corazzato. In legenda: hercules II dux mutinae. Rif. Mir 645
    1 punto
  44. Hai fatto sicuramente meglio, con quella cifra di sei portato a casa dei piccoli capolavori ( che Monaco si sogna per le sue monete), sicuramente ora sottovalutati dal mercato, cosa nettamente all'opposto per tutte le monete di Monaco. saluti TIBERIVS
    1 punto
  45. In questo post l'argomento spazia nei tre duchi. O
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  46. Si tratta di una parpagliola di Milano, sembrerebbe di Filippo IV.
    1 punto
  47. Il testo della perizia: "Incaricato dal Sig. [...] Consigliere Istruttore presso il Tribunale Civile e Penale di Roma, di periziare una moneta da Lire Due: Umberto I - 1887 - [Stemma lavorato?], proveniente da Grosseto e riferibile al procedimento penale a carico di Mariani Silvio e altri, dichiaro che essa è falsa, perchè composta di metallo [inferiore?] fuso in apposito stampo, come si evince dall'incertezza dei contorni e dalla porosità della superficie che non è compatta come nelle monete legittime, perciò la falsità è facilmente riconoscibile ed il suo valore intrinseco è di circa [9 ? ] centesimi. Roma 6 ottobre 1916 [...]
    1 punto
  48. 1 Pengo 1927 Ungheria con patina arcobaleno sullo stemma purtroppo non fotografabile. Argento 0.640, 18.000.000 pezzi coniati. 1 euro da ciotola.
    1 punto
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